Energie alternative: fare business con la geotermia

Si fa un gran parlare di energie alternative, ormai da molti anni, ma ancor più in questi ultimi mesi. Sia in Italia sia nel resto dell’Europa il processo di transizione energetica è in forte crescita, con un riconoscibile incremento della produzione da «fonti rinnovabili», affinché si riduca lo sproporzionato utilizzo di «fonti non rinnovabili». Ciò è dovuto, principalmente, alla sempre maggiore consapevolezza e sensibilità verso i temi legati alla sostenibilità e relativamente all’emergenza ambientale e climatica. 

In Italia più di un terzo dell’energia elettrica prodotta proviene da fonti green. Il dominio da sempre è dell’idroelettrico, seguono il solare fotovoltaico, le bioenergie, l’eolico e il geotermico. Complessivamente, l’Italia si posiziona al terzo posto come produttore di rinnovabili in Europa.

Tra le fonti rinnovabili, ancora in cerca della dovuta riconoscibilità, e capace di contribuire fortemente alla transizione energetica, vi è la geotermia. L’energia geotermica è l’energia generata per mezzo di fonti geologiche di calore, ed è considerata una forma di energia alternativa, rinnovabile e non pienamente sfruttata in Italia benché le risorse siano abbondanti. Si pensi al potenziale che si genererebbe con la forte diffusione e applicazione del geotermico domestico, per un riscaldamento alternativo alla portata di tutti.

Segnali che vanno in questa direzione non mancano, anche grazie agli incentivi statali, che attraverso le detrazioni fiscali hanno reso progressivamente sempre più conveniente installare questa tipologia d’impianto. Consulenza, installazione e manutenzione, questo il servizio che il distributore di materiali per l’edilizia potrebbe offrire o implementare.

È stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 14 ottobre 2022, n. 241, il decreto dell’ex ministero della Transizione Ecologica del 30 settembre 2022 (Prescrizioni per la posa in opera degli impianti di produzione di calore da risorsa geotermica, destinata al riscaldamento e alla climatizzazione di edifici e le misure di semplificazione per l’installazione dei predetti impianti).

Il decreto si applica alle piccole utilizzazioni locali di calore geotermico (decreto 22 dell’11 febbraio 2010) realizzate mediante l’installazione di impianti di potenza inferiore a 2 MW che scambiano solo energia termica con il terreno, utilizzando un fluido vettore che circola in appositi impianti posti a contatto con il terreno, senza effettuare prelievi o immissione di fluidi nel sottosuolo. Il decreto, nella sostanza, fornisce sia prescrizioni per la posa dei sopraccitati impianti, sia orientamenti per snellire e semplificare i processi autorizzativi. 

La crescente domanda di impianti geotermici domestici, ossia a bassa temperatura, è determinata sia dagli incentivi fiscali messi in gioco, sia dalla possibilità di produrre con un solo impianto acqua calda per il riscaldamento invernale e per gli usi sanitari, e anche acqua fredda per il raffrescamento nel periodo estivo.

Il vero grande vantaggio deriva dal fatto che un sistema geotermico racchiude in un unico impianto le stesse funzioni normalmente demandate a due diversi apparecchi, cioè caldaie e condizionatori. 

Sono tre gli elementi fondamentali che compongono l’impianto geotermico. Un sistema di captazione del calore, costituito normalmente da tubature in polietilene che operano da scambiatori di calore, sfruttando l’energia termica presente nel sottosuolo o nell’acqua.Una  pompa di calore geotermica, installata all’interno dell’edificio, che consente il trasferimento del calore dal terreno o dall’acqua all’ambiente interno e di invertire il ciclo nella fase di raffrescamento. Infine, un sistema di accumulo e distribuzione del calore, per immagazzinare prima il calore e successivamente distribuirlo all’edificio, attraverso terminali di riscaldamento e raffrescamento funzionanti a basse temperature.

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