Geoplast: vespaio al volo con Skynet

L’innovazione è il motore che muove Geoplast, azienda padovana specializzata nell’ingegnerizzazione e produzione di soluzioni in plastica rigenerata per l’edilizia sostenibile. 

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Sede Geoplast a Grantorto (Padova)

Con più di 20 anni di esperienza nella ricerca e sviluppo di nuove soluzioni e materiali, la società ha di recente segnato un importante risultato in termini di proprietà industriale per il brevetto della cassaforma Geopanel, e si prepara ad affrontare le nuove sfide del mercato.

YouTrade ha incontrato l’amministratore delegato Mirco Pegoraro.

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Mirco Pegoraro, ceo Geoplast

Domanda. L’innovazione è la caratteristica che distingue un’azienda. Ma scoprire che c’è chi copia è la testimonianza del successo. Che cosa è avvenuto con Geoplast?
Risposta. Fin da quando è nata, Geoplast ha sempre sviluppato ogni anno nuovi prodotti. L’innovazione fa parte del nostro Dna, per questo in un certo senso sono orgoglioso di quello che è successo con Geopanel. Questo prodotto è stato lanciato nel 2005: si tratta di un pannello prodotto interamente in plastica rigenerata a sostituzione delle tradizionali casseforme in legno, che ritenevo una risorsa non più sostenibile a cui attingere. Ho pensato a qualcosa di diverso, che utilizzasse materiale rigenerato dagli scarti della plastica e che fosse facile da usare. Volevo che questo nuovo prodotto potesse davvero essere utilizzato da chiunque, manodopera specializzata e non specializzata, oltre alla nuova manodopera dei Paesi in via di sviluppo. Anche la semplificazione fa parte dell’innovazione. Fatto sta che la tedesca Peri nel 2016 ha lanciato un prodotto esattamente uguale al nostro, proponendolo nel mondo con tutta la forza di una multinazionale. Da lì è iniziata una lunga azione legale per difendere la nostra invenzione. Il 7 di febbraio di quest’anno il Tribunale di Venezia ha inibito Peri dalla produzione e commercializzazione in Italia del suo prodotto.

D. Quali sono state le motivazioni del Tribunale di Venezia che vi hanno dato ragione?
R. Il Tribunale di Venezia è forse una delle corti più specializzate in Italia in materia di proprietà intellettuale. Prima di arrivare in tribunale, c’è stata una lunga corsa per capire se il nostro brevetto fosse valido. Si è pronunciato prima l’Epo, l’European Patent Office, che ha concluso che Geopanel è un brevetto d’invenzione. Inventing step è stata la parola magica pronunciata dall’ufficio europeo dei brevetti. Dopodiché è stata fatta un’analisi lunga due anni per decretare se da parte di Peri ci fosse stata una violazione brevettuale nei nostri confronti. Finalmente quest’anno il Tribunale di Venezia si è espresso a nostro favore e Peri è stata inibita alla produzione e commercializzazione del suo prodotto in Italia. Questa sentenza è stata per me motivo di orgoglio: vedere riconosciuta la validità del nostro brevetto e sapere di aver inventato qualcosa di nuovo, mi ha fatto pensare di aver in qualche modo contribuito al progresso.

D. C’è stato un momento in cui avete temuto di non farcela?
R. No, è stato come una partita. Ho lottato per le mie ragioni fino in fondo, sempre in buona fede.

D. La creatività italiana alla fine ha vinto. Ma ora vi accingete a lanciare un nuovo prodotto, Skynet. Di che si tratta?
R. Skynet fa parte della categoria dei vespai ventilati. È un sistema più flessibile rispetto al nostro classico Elevetor, nel senso che permette al progettista di decidere dove installare le colonne di sostegno con dimensione da 200 a 300 millimetri di diametro. Proprio per questo motivo il sistema ha superato la barriera di ingresso per entrare di diritto nell’Eurocodice europeo e americano, le linee guida per l’ingegneria mondiale. Finora i vespai in Italia sono sempre stati adottati in base ai test di laboratorio che eseguivano le singole aziende. Ci siamo scontrati più volte con questa discriminazione rispetto ai sistemi proposti all’estero, che non dava modo ai prodotti italiani di ottenere i requisiti per l’ingresso nell’Eurocodice. Ora che questo ostacolo è stato superato, ritengo che Skynet sarà un prodotto su cui Geoplast punterà molto in futuro, che ci aprirà le porte anche per uno sviluppo nei mercati esteri. Inoltre, questa tecnologia ha vantaggi in termini economici e ambientali. Il mercato dei riempimenti di fondazione è un mercato molto impegnativo: riempire le fondazioni con sistemi tradizionali, come terreni, sabbie, ghiaie, è costoso anche a livello logistico. Skynet consente di risparmiare sul materiale e risparmiare sui trasporti, quindi anche di emettere meno CO2, e incentivare materiali prodotti dal riciclo al posto di materiali derivanti da materia prima vergine.

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Il nuovo sistema Skynet di Geoplast per riempimenti strutturali e compensazioni di quota

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D. Quali sono le caratteristiche tecniche di Skynet?
R. Skynet consente la creazione di un solaio nervato sopraelevato che poggia su colonne di diametro 250 o 300 millimetri, messo in opera attraverso un sistema di casseforme in plastica a perdere. Il risultato richiama un solaio cassettonato su pilastri.

D. Per quali impieghi è stato progettato?
R. Per tutti gli impieghi che riguardano le sopraelevazioni.

D. È un sistema brevettato?
R. Sì, abbiamo brevettato il fatto che, per sorreggere la struttura in plastica, Skynet utilizza questi pilastri strutturali che non erano presenti nel sistema Elevator.

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D. È in regola con le normative?
R. Sì, Skynet è l’unico cassero a perdere per riempimento strutturale conforme alle normative mondiali di riferimento.

D. Quali sono i vantaggi che offre?
R. Una maggiore flessibilità di progettazione. Con Skynet il progettista è in grado di decidere in base alla pianta dell’edificio il posizionamento delle varie colonne di sostegno e quindi posizionare le varie luci a sua discrezione.

D. Il tema della sostenibilità è in primo piano. Come si pone Geoplast?
R. Fa parte del nostro Dna. Credo che dobbiamo avere rispetto del pianeta e delle sue risorse, e costruire un futuro sostenibile nel lungo periodo. Se vuoi essere un’azienda che dura per sempre, devi essere in grado anche di realizzare prodotti che durino per sempre.

D. Un altro prodotto di punta di Geoplast è Aquabox. A chi è destinato?
R. Aquabox è un prodotto infrastrutturale, che non è parte dell’edificio in sé ma una sua parte complementare, ormai imprenscindibile. Si tratta di un sistema modulare ad alta capacità per la ritenzione, infiltrazione, smaltimento o riutilizzo dell’acqua piovana. Indipendentemente dal trend economico del mercato delle costruzioni, ritengo che Aquabox sia un prodotto destinato a crescere sempre di più. La gestione dell’acqua piovana è ormai una necessità e c’è sempre più attenzione nei confronti di questi sistemi, un po’ anche condizionata dagli eventi meteorici eccezionali a cui stiamo assistendo. E poi l’acqua è vita, quindi averne rispetto è un obbligo.

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Il sistema Aquabox per l’accumulo delle acque piovane

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D. Quali sono le sue peculiarità?
R. Diversamente da altri prodotti Geoplast, Aquabox non è destinato a essere riempito di materiale come il calcestruzzo. Dato che viene installato a secco sottoterra per la creazione di bacini di accumulo e riutilizzo delle acque meteoriche, non potevamo permetterci che collassasse. Per questo abbiamo impiegato tre anni di studi e test per arrivare a definire un’adeguata geometria costruttiva. Sembra banale, ma questo elemento è stato fondamentale per arrivare a ottenere uno dei prodotti migliori sul mercato. Stiamo continuando la ricerca e stiamo testando ulteriormente questo prodotto in collaborazione con istituti tedeschi, per offrire sempre più garanzie ai clienti che installano Aquabox.

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Posa di Aquabox per un cantiere ad Assago (Milano)

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D. Qual è stata l’idea di partenza?
R. Siamo partiti dai bisogni del mercato. Avevamo percepito che il mercato aveva bisogno di qualcosa di nuovo e ci siamo mossi. Essere sempre in giro, visitare le fiere, sentire di cosa hanno bisogno clienti e progettisti è il nostro modus operandi.

D. Chi sono i clienti di questo prodotto?
R. Un po’ tutta la filiera. Anche i distributori di materiali edili hanno capito l’importanza di questo prodotto, arrivando a proporlo in maniera proattiva ai propri clienti. Non lo fanno più per dovere, ma perché vogliono offrire una soluzione. Spero che questo approccio sia sempre più diffuso. E poi c’è tutto il mondo della progettazione, deus ex machina del settore. Anche se il rivenditore resta un attore importante per andare sul mercato.

D. Drenaggio e ambiente sono due aspetti dello stesso problema: si sta facendo abbastanza?
R. Sì, anche se a volte si procede in maniera un po’ confusa. Diciamo che apprezzo il fatto che oggi venga enfatizzato il concetto di sostenibilità, in quanto siamo arrivati a un punto in cui è doveroso accelerare il passo e trovare nuove linee guida. Si sta facendo tanto, ma è necessario raggiungere nuovi parametri per una sostenibilità sostenibile anche economicamente.

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D. Perché dai vespai vi siete allargati al drenaggio in modo innovativo?
R. Per curiosità. Amo tutto quello che è collegato alla casa, ma la linea conduttrice è sempre l’ambiente.

D. Quali sono i prodotti di punta?
R. Oggi Geoplast è riconosciuta sicuramente per i vespai, le casseforme e il settore acqua. Anche i prodotti per il verde stanno cominciando a essere un elemento distintivo dell’azienda. Abbiamo realizzato molti interventi di tetti pensili, soprattutto nel settore agronomico. Sono i prodotti che vanno a lavorare direttamente con la componente vegetale e l’ambiente vivo. A tal proposito abbiamo avviato sinergie interessanti con aziende italiane che prevegetano moduli destinati ai giardini pensili, sempreverdi e a bassissima manutenzione.

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Posa di Geocross, pavimentazione in materiale plastico rigenerato per il consolidamento di aree verdi esistenti

D. Avete in programma l’inserimento di altri prodotti?
R. Stiamo sviluppando un altro sistema che riguarda sempre i bacini di accumulo idrico, che sarà un’evoluzione di Aquabox. Stiamo poi sviluppando un ampliamento del settore casseforme per inserire diametri maggiori di un metro e lanceremo un prodotto specifico per il mercato australiano. Insomma, nel cassetto ci sono tanti nuovi progetti, a testimonianza dell’innovazione continua che caratterizza la nostra azienda.

D. In che modo bisogna affrontare il cambiamento climatico?
R. Cambiando in primis la cultura delle persone. La trasformazione a cui ci mette di fronte il cambiamento climatico è una trasformazione positiva, che dobbiamo spingere. Certo, i cambiamenti a cui andiamo incontro saranno bruschi e dolorosi, non esiste un mutamento di questa portata che non sia problematico, ma tra qualche anno ci troveremo davanti a un mondo nuovo.

D. L’emergenza clima è un driver per l’innovazione?
R. Senza innovazione non si va da nessuna parte. Se non corri insieme all’innovazione, non potrai mai realizzare un cambiamento sostenibile.

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Matrix, la nuova cassaforma per pavimentazione sopraelevata a elevata capacità portante

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D. Quanto conta l’investimento in ricerca nell’azienda?
R. Dall’8 al 10%, ci sono poi anche altri investimenti collaterali. Siamo orgogliosi del nostro impegno, è una condanna, ma anche una missione. Spero che dopo di me, ci sia una generazione che continuerà a investire in innovazione.

D. E la formazione di chi distribuisce?
R. È fondamentale. C’è un grande sforzo da parte delle aziende per convincere i distributori sul carattere di innovazione dei propri prodotti. I distributori sono attori fondamentali perché hanno le connessioni, il network, il territorio, senza di loro è impossibile andare sul mercato e creare i volumi per creare il cambiamento. Il treno deve avere tutti i vagoni che corrono alla stessa velocità.

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D. Qual è la situazione del mercato attuale e quali sono le previsioni per il 2022?
R. Attualmente il mercato sta reggendo ancora bene, sulla scia del 2021. In futuro non penso sarà altrettanto. I bonus e le politiche di quantitative easing messe in campo dalle banche centrali hanno sovradimensionato il mercato e i prezzi, creato speculazione e incertezza. La mia speranza è che la discesa non sia brusca, ma graduale. In futuro prepariamoci a una selezione: vivrà chi avrà investito in una gestione finanziaria adeguata e nell’offerta di prodotti innovativi.

D. In Italia le imprese innovative come la vostra sono tutelate a sufficienza?
R. Non molto. In un mondo globalizzato bisogna difendersi anche dagli attacchi che arrivano dall’estero, da Paesi che hanno vantaggi fiscali e costi inferiori ai nostri. Investire in innovazione in Italia è eroico.

D. Il rincaro dei prezzi delle materie prime vi sta creando difficoltà?
R. Il rincaro dei prezzi delle materie prime prima o poi viene assorbito dal mercato, il vero problema è la carenza. Negli ultimi mesi la situazione è migliorata sui materiali vergini, mentre su quelli riciclati c’è ancora difficoltà.

D. E per quanto riguarda la logistica?
R. La logistica conto terzi all’estero è sempre difficoltosa, mentre in Italia siamo attrezzati. La rete creata in passato funziona. C’è stato un periodo critico quattro-cinque mesi fa, ma oggi la situazione è migliorata.

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D. Avete un messaggio per i rivenditori di materiali edili?
R. Innovare e credere nell’innovazione perché porta sostenibilità, benessere e futuro.

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