Dierre: porte aperte alla formazione

Quando la tecnologia si sposa con il design, il successo è alla porta. Nel vero senso del termine: perché Dierre ha imboccato decisamente la strada che unisce l’innovazione all’estetica. Ma senza dimenticare la praticità.

Stabilimento Dierre Tredi

Un esempio: le chiavi ispirate alla tecnologia automobilistica, con un’apertura a scatto integrata, proprio come le chiavi dell’auto. Sono reversibili: i due lati sono ugualmente operativi e non occorre cercare un determinato orientamento per inserire la chiave nella serratura. I dispositivi sono abbinati a una tessera di proprietà per la duplicazione, protetta, che si trova solo nei centri autorizzati di duplicazione chiavi Key Point.

C’è ancora chi crede che una porta sia una semplice asse di legno che ruota su due cardini? Di sicuro non è l’opinione di Vincenzo De Robertis, presidente dell’azienda di Villanova d’Asti.

Vincenzo-De-Robertis
Vincenzo De Robertis

Domanda. L’elemento porta si è trasformato ormai in un sistema complesso: perché?
Risposta. Perché si sta trasformando sempre di più da elemento di sicurezza o di separazione di ambienti a elemento di arredo, sia che si parli di porta blindata sia di porta interna o da garage. È cambiato anche il processo di acquisto, che guarda alla porta di ingresso dal lato esterno come un serramento, direi il primo di casa, e dal lato interno come se fosse un elemento di design, che può essere di un forte carattere a segnare completamente l’arredo dell’ingresso o invisibile, nascosto se si sceglie il filomuro per un ambiente minimalista.

D. Quali sono state le tappe che, dal 1978, hanno portato a costruire l’ecosistema Dierre?
R. Innanzitutto il momento dell’espansione all’estero, era il 1997, quando sono stati siglati accordi commerciali di esclusiva con società in Francia, Spagna e Portogallo con l’uso del marchio. Poi, altre tappe fondamentali riguardano la nascita dei nostri Dierre Partner, la rete di rivenditori autorizzati che abbiamo selezionato negli anni per garantire la qualità dei nostri prodotti ma anche un servizio competente e affidabile. Sono poi nati anche i Key Point ferramenta e centri di assistenza post vendita in tutta Italia. Ma non bisogna dimenticare i tanti brevetti e le novità di prodotto degli ultimi dieci anni, come Synergy/Sleek/Next Elettra e partnership importanti come quelle con Casaclima, nel 2009, o le certificazioni Leed nel 2015.

D. L’azienda si propone come fornitore di un servizio e non solo come produttore di porte. In che modo?
R. Certamente nei progetti futuri abbiamo l’ambizione di allargare sempre di più il servizio al riveditore e anche al consumatore finale. Per il rivenditore stiamo costruendo un’accademia di aggiornamento continuo su prodotto e installazione. Vorremmo allargare i servizi di marketing fornendo anche ai più piccoli la possibilità di far emergere la vetrina fisica e anche quella digitale. Per il consumatore finale vogliamo migliorare sempre di più la consulenza tecnico-commerciale e anche di stile/arredamento per comprendere al meglio di cosa è fatta la sicurezza Dierre e come si configura una porta. Ci sono un’infinità di elementi configurabili in diverse finiture e colori che molti non conoscono.

D. La proposta dell’azienda, quindi, non è riservata solo alla classica porta blindata, ma a un intero mondo di soluzioni. Quali?
R. Ci proponiamo come un vero e proprio partner unico per la casa e per tutti i progetti, residenziali e non. Noi produciamo tutto, tranne il mattone e il serramento. Abbiamo sette stabilimenti produttivi ognuno dedicato a una divisione di prodotto. Porte blindate, porte interne, scorrevoli, controtelai per scorrevoli a scomparsa, porte e portoni tagliafuoco in acciaio e vetrate, porte per alberghi, portoni sezionali e basculanti per garage, porte multifunzione e da cantina, casseforti, cilindri e serrature. Un mondo di soluzioni che combinano l’alto livello di industrializzazione e certificazione alla personalizzazione e artigianalità richiesta dal cliente e dal progettista, anche grazie al supporto di una rete di artigiani locali che consentono di recuperare anche i pannelli storici richiesti in molti edifici.

dierre-Synergy-Out
Synergy-Out

D. Oltre che nel mercato residenziale siete forti anche in altri segmenti?
R. Certo. Abbiamo un ufficio dedicato al general contract che serve tutti i segmenti: residenziale, industriale, commerciale, alberghiero, laboratori, datacenter, ospedaliero, scuole, cinema e teatri. Abbiamo moltissime realizzazioni soprattutto in questi ultimi anni in settori anche tecnici dove si richiedono certificazioni particolari e caratteristiche tecniche importanti soprattutto nel comparto tagliafuoco, che la nostra presenza internazionale ci ha aiutato ad acquisire come know-how per soddisfare le esigenze e le omologhe di ogni Paese.

D. Il primo compito di una porta è garantire la sicurezza. Come?
R. Sì, certo, lo è. Ma oggi è un «di cui». Parto dal presupposto che un portoncino blindato deve essere sicuro. Quello che conta oggi è che oltre alla sicurezza, che deve poter arrivare sino a classe 4, deve avere requisiti di trasmittanza termica e isolamento acustico e, non meno importante, per i piani più alti e per la compartimentazione di garage e piano superiore la sicurezza antincendio almeno EI30 nel residenziale. Noi arriviamo sino a EI90 sulla porta blindata. Abbiamo sconvolto la tecnologia delle nostre porte blindate ormai da diversi anni, trasformando la scocca della blindata tradizionale con le omega in un sandwich prestazionale senza le omega, ma con un riempimento tipo coibentazione che mixa differenti strati di materiali diversi a seconda del tipo di performance che dobbiamo raggiungere. I nostri valori su cui si concentra la gamma blindate sono 1,3 – 1,0 W/m2K / 40-42-45dB / EI30-60-90.

D. L’elettronica e il software faranno passare in secondo piano la parte meccanica?
R. Questo mai. Esisterà sempre, a mio avviso, una parte di mercato che predilige la serratura meccanica perché più tradizionale. Inoltre, non dimentichiamoci che parliamo di un invecchiamento della popolazione importante nel nostro Paese e dei principali Paesi europei. Le nuove generazioni, che saranno i nostri consumatori del futuro, credo proprio che vorranno una casa smart, risparmiare tempo sulla gestione della stessa e poter fare tutto da remoto, dalla spesa alla manutenzione e anche ovviamente la gestione accessi.

D. Quindi, ci vuole tecnologia…
R. Noi abbiamo messo sul mercato la prima porta elettronica già negli anni Novanta, e da quel momento abbiamo continuato la nostra innovazione in tal senso, cercando di accontentare i più e i meno innovatori. Abbiamo la hibry, che è una tecnologia alla portata di tutti, con una domotica più semplificata. E, poi, oggi abbiamo lanciato da due anni Next Elettra, che invece diventerà un oggetto in rete e permetterà di comunicare con la porta, di manutenzionarla anche da remoto e di gestire fino a 99 guest. In pratica si potrà collegare allo smartphone tramite Bluetooth o Wifi e controllare gli accessi a distanza. Certamente non manca mai la serratura meccanica, l’abbiamo integrata in entrambe permettendo al cliente stesso di decidere quale apertura usare. Questa porta è un’evoluzione illuminata rispetto al passato, perché è modulare, compro un modello e poi posso integrare sullo stesso prodotto tutte le release future in continuo aggiornamento.

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Innovation Next Elettra

D. Quali sono le vostre soluzioni per assicurare l’inviolabilità di abitazioni o uffici?
R. Nulla è davvero inviolabile, dipende molto dal tempo che ha a disposizione il malintenzionato e soprattutto posso avere la porta più sicura, ma se poi non la chiudo a chiave e non tolgo le chiavi non posso pensare di essere tranquillo. Oggi si parla molto meno di sicurezza, ma non dobbiamo perderla di vista. Io consiglio di scegliere una classe 4, soprattutto se sono in una casa indipendente o al piano terra, o isolato. E noi consigliamo anche la porta blindata per la zona notte o camera da letto: Silence, che si mimetizza con le altre porte interne, di stile ed elegante, in classe 3, aumenta la serenità, perché si aggiunge alla porta di ingresso e protegge i sogni dando la possibilità
di avere anche tempo di avvisare se entra un malintenzionato. Il tempo fa la differenza e soprattutto ridurre il trauma di aver avuto qualche spiacevole visita.

D. La porta si sceglie perché è sicura, d’accordo. Ma deve anche piacere. Quanto conta il design?
R. Moltissimo. È la cosa che vedo del prodotto. E che fa la differenza in un ambiente. Sono moltissime le configurazioni di una blindata. Telaio bicolore o monocolore, maniglieria, copricerniere, carenatura, rivestimento interno ed esterno, imbotte. E i materiali sono molti, ceramica, legno, alluminio, pvc…

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Synergy-Out

D. Quindi, qual è lo stile Dierre?
R. Quando parliamo di design noi pensiamo al nostro progetto filomuro Dierre. Tutta la casa minimal grazie a tutti i prodotti Dierre: porta blindata filomuro Sleek, porta blindata per camera da letto filomuro Silence, porta interna filomuro Filum, controtelaio per scorrevole a scomparsa rasomuro ideale per camera armadio, armadio filomuro Shape. Per chi ama un ambiente sintetico che mette ordine nei pensieri e rilassa.

D. Nella distribuzione quanto conta uno showroom?
R. È il primo nostro biglietto da visita. Vetrina fisica, vetrina digitale e catalogo all’altezza. Per questo progetto, infatti, abbiamo creato un catalogo di stile e a breve ci sarà il nostro nuovo magazine: una bella sorpresa, che non voglio anticipare troppo. Sugli showroom siamo quasi pronti con i nuovissimi concept store, che puntano sulla qualità più che sulla quantità. Strutture nuove, eleganti, e con uno spazio dedicato a migliorare la consulenza alla vendita. Siamo gli unici che governano il cuore della sicurezza delle blindate in quanto abbiamo uno stabilimento dedicato a produrre tutti gli elementi che caratterizzano la porta: catenacci, serratura, cilindro, deviatori speciali, rostri, chiavi: non possiamo non raccontarne il valore nei nostri showroom. Saranno i concept store dei prossimi dieci anni, anche con una sorpresa che intende unificare la percezione dei valori del nostro brand in tutto il mondo.

D. Come pensate di comunicare la vostra offerta alla distribuzione?
R. È molto difficile perché la filiera è lunga e i tempi anche. Noi siamo B2B, quindi passano dai sei ai nove mesi prima di riuscire ad arrivare a un lancio di prodotto davvero percepito sul mercato. Oltretutto l’unica strada è campionare le novità presso le sale mostra. Su questo investiamo molto e chiediamo anche che una parte dell’investimento sia condiviso perché dobbiamo crederci tutti.

D. Come funziona?
R. Si comunica con un piano editoriale annuale, che presto vorremmo condividere a priori entro novembre dell’anno precedente con tutti i nostri principali partner. Poi le newsletter, i messaggi WhatsApp, ma ancora prima i nostri commerciali, che sono informati e formati a priori. Loro sono la vera forza sul mercato e fanno la differenza sulla formazione e sulla curiosità e crescita dei nostri rivenditori. Questa è, inoltre, una grande forza del Gruppo Dierre, che ha oltre 70 agenti in tutta Italia, che seguono canali di mercato differenti. Certamente l’Accademia, una volta ufficializzata e partita a regime (la stiamo già proponendo in modo ufficioso), sarà il vero aggiornamento continuo dei rivenditori.

D. I distributori italiani sono abbastanza preparati per vendere un prodotto raffinato come le porte Dierre?
R. Non tutti. Ma è tipico del nostro settore. I problemi che riscontriamo di più sono poi legati all’installazione. Manca ancora preparazione, ma anche personale qualificato in questo momento. Diciamo che è un settore un po’ abbandonato sotto questo punto di vista. Servono corsi obbligatori e qualificanti di ogni ruolo all’interno di un edificio residenziale e non. In generale, la nostra storia e la presenza di assistenza tecnica capillare da moltissimi anni ha reso la nostra offerta e la nostra rete vendita preparata. Essendo molti i prodotti, però, stiamo preparando un importante processo di semplificazione della gamma e di riposizionamento dei prodotti che poi razionalizzerà al meglio la vendita e la preparazione tecnica. Bisognerà insistere su formazione su prodotti di nicchia sempre più richiesti: blindata anticondensa Synergy-Out anche nella versione fiancoluce e sopraluce; avviamento e installazione di porte all’avanguardia con serratura motorizzata hibry e Next Elettra.

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Next Elettra

D. Siete presenti anche in altri Paesi oltre che in Italia?
R. Sì abbiamo il 52% del fatturato all’estero!

D. Quali sono le differenze tra il mercato estero e quello italiano?
R. Ogni Paese ha la sua particolarità. In Europa le esigenze sono molto allineate a quelle italiane. Diverso è se parliamo di Nord Africa, dove invece la richiesta di risparmio energetico è minore, mentre si richiede un rapporto qualità-prezzo differente. In Cina, invece, le dimensioni richieste sono grandissime, porte enormi e con pannelli particolarissimi, che abbinano loro sulla blindata predisposta e soprattutto quasi tutte elettroniche. E, poi, all’estero ci sono le omologhe da superare per vendere, soprattutto per il tagliafuoco. Quindi, bisogna fare un’analisi ben precisa della richiesta del mercato, selezionare il prodotto giusto e ottenere le certificazioni per poi vendere. Noi siamo molto forti in questo da tempo.

D. Un aspetto importante per tutte le imprese è quello della sostenibilità. Che cosa significa per voi?
R. Purtroppo si usa questa parola screditandola anche. Sostenibilità ha diversi significati. Per noi è crescere ponendo attenzione a quello che ci sta attorno (il pianeta, la natura, le persone, la cultura, l’architettura). Noi creiamo prodotti che devono aiutare a migliorare il risparmio energetico e quindi ridurre i consumi negli edifici e impattare meno sul pianeta. Prodotti che migliorino l’impatto estetico dei progetti architettonici. Sosteniamo i progetti sociali di sviluppo delle città dal basso verso l’alto grazie alla partnership con la Fondazione per l’Architettura di Torino con il Festival Bottom-Up. Abbiamo donato i prodotti per i centri formativi di associazioni che qualificano il settore antincendio, perché sostenibilità è anche migliorare il benessere del cittadino. Insomma, tutto ciò che migliora la qualità della vita e la qualità di ogni essere vivente.

 

D. Qual è il futuro che immaginate per l’azienda?
R. Semplificare, semplificare e ancora semplificare. Che è un’arte. Questo ci aiuterà a vendere meglio, a essere tutti aggiornati e a fare realmente strategie di marketing efficaci sia online che offline. Stiamo costruendo la nostra nuova vision commerciale per i prossimi dieci anni che si basa sulla meritocrazia a tutta la rete vendita e rivedendo tutta la nostra comunicazione Corporate dopo anni duri per tutti, proprio perché stiamo arrivando ai 50 anni, e vorremo festeggiare con un sacco di novità. Un bel traguardo. Inoltre, stiamo anche istruendo la seconda generazione, che incalza nelle scelte strategiche aziendali. Insomma, il futuro è già presente. E noi siamo una multinazionale, quindi dobbiamo sempre sognare in grande e nel lungo termine oltre a lottare nel presente.

D. Quali sono le prospettive per il mercato?
R. Difficile da dire. Bonus, inflazione, difficoltà a reperire le materie prime, covid. Insomma, le stiamo vivendo tutte anno dopo anno. Oggi si lavora a vista, nel senso che i prezzi aumentano ogni settimana. Siamo forti nonostante tutto in questa economia difficile, abbiamo consegnato sempre e in tempi abbastanza ragionevoli, tardando al massimo di due settimane rispetto ai soliti tempi. Siamo forti perché governiamo molto del nostro know-how. Certamente abbiamo sofferto e soffriamo anche noi sul legno e sulla componentistica elettronica, che sta tardando con le consegne. Abbiamo delle novità di prodotto che usciranno con un paio di mesi di ritardo. Ma siamo sul pezzo. Le prospettive secondo noi sono incerte sul tema finanziario. Per bonus in Italia e cessione del credito ormai le banche stanno tutte bloccando tutto e non possono per ora cederli ad altri. Questo fa paura ai nostri rivenditori per la carenza di liquidità e la possibilità che si riversi su tutta la filiera. Inoltre, quando finiranno i bonus? Ecco, appunto, noi stiamo già pensando al dopo, con questa nuova vision commerciale. Perché ci potrebbe essere una grande frenata, quindi è importante consolidare capillarmente la presenza su tutti i canali. E stiamo pensando a come entrare in quelli dove possiamo essere carenti. Arredo, arredo-bagno e anche materiali edili. L’arredo ce l’abbiamo in testa da tempo, vorremmo essere al Salone del Mobile, una fiera internazionale e ideale per un marchio come il nostro, che abbraccia quasi tutta la casa. E si abbina con tutti gli elementi di arredo di una casa.

Dierre: una multinazionale che è di casa

Ha numeri da record. Dierre è una multinazionale nata in Italia, ma che ormai fattura oltre la metà all’estero. Un traguardo che poche aziende italiane possono vantare.

Grazie a 70 brevetti depositati nei suoi 45 anni di vita, oggi Dierre può vantare un giro d’affari che ha superato i 140 milioni, con circa 900 collaboratori nel mondo. In una giornata lavorativa l’azienda può sfornare 400 porte tagliafuoco, 80 blindate, 300 interne e 800 Space negli otto stabilimenti produttivi del gruppo, di cui uno in Portogallo e le controllate estere in Polonia, Germania, Francia e Spagna.

È una storia di successo iniziata nel 1975 con i fondatori Alessandro e Vincenzo De Robertis e che ha tra le tante tappe l’acquisizione per prima del rivoluzionario brevetto della serratura con blocchetto intercambiabile Mia, la nascita di Space, cassonetto a scomparsa (1993), la nascita delle porte blindate (1998), la certificazione Leed (2015), il lancio di Sleek, porta blindata a doppia battuta con cerniere a scomparsa a rotazione libera di 180 gradi (2016) e l’arrivo di Next Elettra, sistema di apertura-chiusura tramite app o keyfob e gestione accessi anche da remoto.

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