Colonnine di ricarica per auto elettriche: opportunità di business anche per l’edilizia

A fianco degli incentivi legati all’acquisto delle auto elettriche, il Quadro strategico nazionale per i combustibili alternativi (decreto legislativo 16 dicembre 2016, n. 257) contempla il Piano nazionale infrastrutturale per la ricarica dei veicoli alimentati a energia Elettrica, il Pnire, al fine di rendere l’elettrico, un sistema di mobilità efficiente e accessibile.

Recentemente, la Legge 11 settembre 2020, n. 120 ha convertito, con modificazioni, il decreto Legge 16 luglio 2020, n. 76, che contiene misure urgenti per la semplificazione e l’innovazione digitale. In particolare, riprende nuovamente l’articolo 57 (Semplificazione delle norme per la realizzazione di punti e stazioni di ricarica di veicoli elettrici). In questo articolo è definita e disciplinata la realizzazione di infrastrutture di ricarica per veicoli elettrici in apposite aree di sosta, sia pubbliche che private.

In buona sostanza, il Pnire, che regola la strategia di sviluppo di una rete pubblica di alimentazione, contempla anche l’edilizia come tassello essenziale per la sua diffusione. Un’importante incentivo alla diffusione di una mobilità elettrica, che prende avvio dall’autorimessa di casa, per proseguire nella quotidianità degli utenti (lavoro-attività commerciale-turismo), divenendo un’opportunità per costruttori, proprietari, e perché no, per distributori di materiali per l’edilizia

Obbligo d’installazione di punti di ricarica

Alla normativa citata precedentemente si aggiunge il decreto Legislativo n. 48 del 2020, in vigore dall’11 giugno, che recepisce le direttive europee sulla prestazione energetica nell’edilizia e sull’efficienza energetica, modificando il Dlgs 192 del 2005.

Puntare allo sviluppo della rete di ricarica nel settore della mobilità elettrica: è questo uno dei punti cardine del decreto. In particolare, introduce precisi obblighi per integrare le tecnologie per la ricarica di veicoli elettrici, in edifici residenziali e non.

Il provvedimento stabilisce l’obbligo di inserire tecnologie per la ricarica dei veicoli elettrici negli edifici di nuova costruzione, in quelli sottoposti a ristrutturazione importante e negli edifici non residenziali dotati di più di dieci posti auto

Da gennaio 2025 negli edifici non residenziali dotati di più di venti posti auto dovrà essere installato almeno un punto di ricarica.

Tuttavia, occorre attendere un decreto del ministero dello Sviluppo economico che dia attuazione a tali obblighi. Ciò non toglie che ci si debba preparare per affrontare un mercato ricco di occasioni (consulenza e vendita).

Investire nelle colonnine di ricarica elettriche

Investire in questo settore rappresenta un modo intelligente, redditizio e alternativo per contribuire a una importante rivoluzione energetica, laddove una maggiore consapevolezza dei consumi, e un impegno comune contro il cambiamento climatico, renderanno possibile un maggiore ricorso alle fonti rinnovabili.

Perché investire in questa direzione? Quali vantaggi? I benefici nell’offrire un’infrastruttura di ricarica, per una qualsiasi azienda, potrebbero essere sintetizzabili nei seguenti punti: aumento della fedeltà del personale,  innovazione nei servizi per clienti e visitatori,  adozione di incentivi nazionali/regionali e rafforzamento dell’immagine aziendale.

I vantaggi per il privato sono la comodità di un punto di ricarica principale, la garanzia di una ricarica rapida e sicura, la semplicità ed economicità nell’utilizzo e la possibilità di accedere alla detrazione fiscale del 110% per le spese sostenute per l’installazione di un punto di ricarica. 

In conclusione, la diffusione crescente delle auto elettriche offre prospettive incoraggianti verso una maggiore sostenibilità ambientale nel mondo dei trasporti e rappresenta un’opportunità stimolante di business su cui investire.

di Roberto Bolici, Professore associato in Tecnologia dell’Architettura, Politecnico di Milano (da YouTrade n.118)

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il commento
Inserisci il tuo nome qui