Falsa ceramica italiana made in Taiwan, processo a La Spezia

Ceramica italiana. Con un non troppo trascurabile particolare: proviene da Taiwan. Così il tribunale di La Spezia ha celebrato la pima udienza dibattimentale nei confronti di un amministratore di una società del distretto ceramico, accusato di avere importato materiale prodotto nell’isola asiatica, confezionato in cartoni con false indicazioni di provenienza e di origine, atte a indurre in errore i consumatori. Infatti, utilizzavano il marchio Ceramics of Italy, di proprietà di Edi.Cer., società di servizi controllata da Confindustria Ceramica.

La Procura della Repubblica, a seguito di una indagine condotta dalla Agenzia delle Dogane di La Spezia in collaborazione con la Guardia di Finanza, ha contestato il reato di vendita di prodotti industriali con segni mendaci, alla luce del fatto che i prodotti realizzati a Taiwan erano poi destinati a essere immessi sul mercato con indicazioni di origine e provenienza fallaci, volte a rappresentare in maniera indebita l’italianità del prodotto.

Edi.Cer., difesa dall’avvocato Giulio Garuti, si è costituita parte civile nell’ambito del procedimento penale. Confindustria Ceramica sottolinea come la costituzione di parte civile sia un importante strumento a tutela di tutte le imprese del distretto che, con il lavoro, la passione, l’impegno, la ricerca e cospicui investimenti hanno contribuito a definire lo standard della ceramica italiana, un prodotto imitato in tutto il mondo e che il marchio Ceramics of Italy si prefigge di tutelare.

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