Ecobonus, occasione da non perdere. Per le rivendite

    The Golden State. È il nickname della California, così chiamata perché è nata in seguito alla corsa all’oro di metà Ottocento, alla quale hanno partecipato migliaia di coloni in cerca di fortuna. Tutto è iniziato con il ritrovamento della prima pepita d’oro, scoperta da uno svizzero mentre costruiva una falegnameria. Da allora in California tutto è d’oro. È d’oro la baia di San Francisco, il Golden Gate. È d’oro il ponte che l’attraversa, il famoso Golden Bridge e persino una delle migliori franchigie dell’Nba, i Golden State Warriors. Che cosa c’azzeccano la California e la corsa all’oro con le vicissitudini dell’edilizia italiana? È presto detto. La California è uno Stato simile all’Italia per reddito, più grande come superficie, con meno abitanti e tanti chilometri di costa. Ma le analogie non sono tutte qui. Infatti, in Italia è iniziata una vera e propria corsa all’oro dopo l’annuncio del ritrovamento di una pepita d’oro a 110 carati: l’ecobonus del 110%.

    La febbre dell’oro sta contagiando tutti, peggio del covid-19 e anche per questo possiamo prevedere come andrà a finire, se non adottiamo le giuste contromisure. È risaputo che nella corsa all’oro del Far West americano, ben pochi si sono arricchiti, i più sono tornati sui loro passi con la coda fra le gambe, quando la bolla dell’oro è scoppiata. Tra le tante storie di quell’epoca, si narra che due cercatori d’oro, zio e nipote, trovarono una vena aurifera con la quale sarebbero diventati ricchi. Comprarono nuovi macchinari per estrarlo più rapidamente, ma dopo molti investimenti e tanto sudore versato, successe l’irreparabile. Il filone aurifero cessò di esistere, insieme ai sogni dei suoi proprietari. Un rigattiere comprò la loro concessione e le attrezzature per pochi dollari, dopo di che chiese una consulenza a un ingegnere minerario. Secondo i suoi calcoli, un filone aurifero era a pochi colpi di piccone da dove erano stati interrotti gli scavi, così il nuovo proprietario diventò straricco. Sapete perché? Perché, a differenza dei suoi predecessori, aveva avuto il buon senso di informarsi e chiedere il parere di un esperto di faglie aurifere. La corsa all’ecobonus 110% è partita prima ancora dell’arrivo dei decreti attuativi e la girandola delle valutazioni tecniche frulla al vento nelle assemblee dei condomini, i quali stanno deliberando gli adeguamenti energetici e sismici come se piovesse. Conta solo fare i lavori gratis, senza preoccuparsi se le soluzioni, i materiali, la mano d’opera e i preventivi siano adeguati. Anche se ciò che vogliono è non pagare di tasca propria gli adeguamenti, quello di cui hanno realmente bisogno è ben altro e il rivenditore edile può offrirglielo. Badando solo a non spendere e non conoscendo la materia, rischiano di affidarsi a interlocutori in cerca solo di qualche pepita d’oro. Tanto i rischi rimangono a carico dei proprietari, che potrebbero rimanere fregati dal perverso gioco della cessione del credito, perché nessuno spiega loro come stanno le cose: l’Agenzia delle Entrate potrebbe valutare eccessiva la detrazione effettuata e chiedere ai proprietari di pagare la differenza.

    È per questo che il rivenditore può recitare un ruolo da protagonista, perché è un punto di riferimento locale da sempre. Prima di iniziare i lavori può essere l’esperto di fiducia da consultare, perché magari è stato proprio lui a fornire i materiali per costruire l’edificio da adeguare. Alla fine dei lavori non scappa e non risponde al telefono attraverso un call center. Inoltre, il rivenditore può aiutare i proprietari a scegliere le soluzioni migliori, accogliendoli nel suo showroom, invece di farlo solo online o su un bel catalogo. Può mettere in contatto le imprese e i tecnici locali con i clienti, per garantire loro che ci sarà sempre qualcuno pronto a intervenire in caso di necessità. Il rivenditore può anche stringere accordi con fornitori di energia locali, in grado di offrire servizi e aiutare nella gestione della cessione del credito. Insomma, la rivendita è un centro di aggregazione di risorse e competenze strategico, sia per i clienti che per i fornitori. I Gruppi più grandi si stanno già muovendo in questa direzione, anche se il loro marketing è ancora in erba. Ma anche la rivendita che non fa parte di un gruppo può operare in tal senso, se terrà conto che l’aspetto più importante in questa fase è la trasparenza dell’informazione diretta ai proprietari di immobili, sulla quale impostare tutte le risorse di marketing disponibili. Apparentemente l’Ecobonus è un gioco dove tutti vincono sempre, ma conoscete un gioco dove non perde mai nessuno?

    Marco Buschi si occupa marketing e copywriting a risposta diretta in edilizia

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