Quei Comuni che ostacolano le imprese

E se la brutta esperienza dell’emergenza sanitaria avesse anche qualche effetto positivo sull’edilizia? Di sicuro non è quello che pensano, oggi, distributori di materiali e imprese di costruzioni, che hanno dovuto chiudere le attività per un lungo periodo per poi riprendere a lavorare, ma con tanti paletti normativi, magari giustificati dall’obiettivo di non ripetere i contagi, e che però limitano la normale produttività.
D’accordo, ora è difficile vedere aspetti positivi. Ma si può guardare più in là. Il primo dato, del quale si è già accennato su YouTrade, è la ulteriore rivalutazione della casa come bene d’uso da parte di tanti italiani. Non che la residenza sia mai stata trascurata, in quanto bene primario, dalle famiglie italiane. Ma le migliaia di persone che hanno adottato forzatamente il telelavoro e che, per un motivo o per l’altro continueranno a mantenersi smart con la propria azienda, hanno dovuto affrontare il problema di adattare parte della casa a ufficio. Una situazione che, se limitata nel tempo, può essere adottata anche se risulta scomoda per molti ma che, se protratta nel tempo, porta alla necessità di un’organizzazione degli spazi adeguata.

Velocità di download a confronto
Velocità di download a confronto

Insomma, in molte situazioni la casa-ufficio avrà bisogno di essere ristrutturata per soddisfare il nuovo impiego. Questa considerazione si lega a un’altra: la necessità di disporre di una connessione internet veloce, indispensabile
per lo smart working. Nelle grandi città le cose vanno discretamente bene, anche se non sempre. E, coronavirus permettendo, nel 2015 l’allora governo in carica aveva approvato il piano Banda Ultra Larga, con l’obiettivo di garantire entro il 2020 un’infrastruttura
nei termini fissati dall’Agenda Digitale Europea, con un target per la copertura dell’85% della popolazione e con reti in grado di navigare a velocità pari o superiori ai 100 Mbps (Megabit per secondo), mantenendo contemporaneamente il 100% di cittadini con accesso alla rete da almeno 30 Mbps.

Previsioni di utilizzo del 5G
Previsioni di utilizzo del 5G

Di fatto, però, non è andata così, e oltre 1.200 Comuni registrano problemi di accesso anche alla telefonia mobile. A modificare questa situazione, e favorire quindi anche lo smart working, potrebbe essere però il 5G. Il nuovo standard promette connessioni velocissime e utili per lavorare da casa o in mobilità. Se non consideriamo le fake news che,
purtroppo, infestano i social network ogni volta che è introdotta una nuova tecnologia (quando arrivò il 4G c’era chi giurava che avrebbe causato drammi apocalittici), il 5G porta con sé, però, un vero aspetto problematico: per funzionare bene ha la necessità di
servirsi di tante piccole antenne. E questo proprio perché la legge italiana è molto restrittiva in fatto di elettrosmog: prevede, infatti, limiti dieci volte più severi di quelli della Ue. E, in ogni caso, grandi antenne con una potenza più alta finirebbero per interferire tra
loro, quindi sono del tutto fuori discussione anche dal punto di visti di chi fornirà il servizio, se non in luoghi molto isolati. Risultato delle fake news: 500 Comuni in Italia ostacolano i lavori di ammodernamento della rete digitale e, dunque, sia i cittadini e le imprese che devono utilizzare la Rete, sia le aziende che dovrebbero eseguire i lavori per rendere l’Italia più moderna.

Insomma, c’entrano anche l’edilizia e le imprese di costruzioni, specializzate nelle infrastrutture? Per installare migliaia di antenne del 5G, infatti, serviranno parecchi lavori di muratura-ristrutturazione in abbinamento con quelli di impiantistica. Infine, un lavoro decentrato spingerà anche al riutilizzo o al cambiamento di destinazione
d’uso di uffici non più utilizzati. Altro lavoro da fare. Sempre che tanti amministratori non continuino a vedere la tecnologia come il diavolo.

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il commento
Inserisci il tuo nome qui