Droni professionali per l’edilizia: come fare decollare il fatturato in cantiere

I droni professionali sono il nuovo trend nel settore delle costruzioni. In Stati Uniti,Gran Bretagna e Francia sono utilizzati sempre più spesso in cantiere per rilevamenti, controlli, rapporti sullo stato avanzamento lavori. E sono essenziali per chi utilizza il Bim. E se i rivenditori di materiali prendessero il volo? Non in senso letterale, intendiamoci. Ma, probabilmente, i distributori di materiali edili dovrebbero considerare quello che è uno dei trend emergenti nel settore delle costruzioni: la visione dall’alto con i droni.

I vantaggi dell’utilizzo dei droni professionali in edilizia

Ora, infatti, farsi un’idea dei lavori è molto più semplice: i droni professionali sono
impiegati da un sempre maggior numero di settori, dall’industria all’ambiente fino, appunto, a quello dell’edilizia. In altri Paesi, come Stati Uniti, Gran Bretagna e Francia i piccoli quadricotteri sono ormai entrati a far parte della filiera dell’edilizia, dalla progettazione alla realizzazione finale di un edificio. Ed è già partita la caccia agli specialisti nell’utilizzo applicato delle piccole macchine volanti.

La tecnologia del drone, noto anche come Uav (Unmanned aerial vehicle), è utilizzata nel settore delle costruzioni per molte buone ragioni.

Il drone è uno strumento che migliora la comunicazione, la sicurezza e il marketing, ma nel processo di costruzione può offrire molti altri vantaggi, compresa la cattura di immagini in tempo reale in zone difficilmente accessibili. Per esempio, un’immagine presa dall’alto può fornire agli ingegneri e ai topografi informazioni essenziali quando si tenta di identificare e correggere i difetti dell’edificio.

Non solo, un drone può essere utile per la valutazione delle condizioni del sito, per aiutare la pianificazione e il layout del cantiere, catturare foto dell’avanzamento lavori, per l’esecuzione di scansioni 3D di strutture esistenti, per la creazione di modelli di edifici virtuali, per l’assistenza alla manutenzione continua e valutazione di eventuali danni.

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Ci sono anche, ovviamente, molti aspetti legati all’economicità: per esempio, chi ha acquistato un immobile può ottenere una migliore comprensione del suo investimento facendo volare un drone sopra la proprietà.
Un altro possibile impiego: molti siti richiedono lavori di rimozione di detriti o terra. E grazie a un software i droni possono misurare le dimensioni, rilevare i cambiamenti di quota e stimare il volume di materiale da rimuovere di un sito. Questo offre un’idea migliore di quanto materiale è necessario per riempire buchi e livellare il sito.

Droni in edilizia, all’estero è già business

Per ora i rivenditori di materiali, almeno in Italia, non sembrano molto caldi sull’argomento droni. Ma si sbagliano. E rischiano di perdere il volo (è il caso di dirlo) del business. Per esempio, già nella scorsa primavera il principale produttore cinese di droni, DJI, ha annunciato il più grande ordine di droni: il gigante giapponese delle costruzioni Komatsu ha ordinato mille quadricotteri per aiutare a sorvegliare e monitorare i progetti.

All’inizio del 2016, Clayco, appaltatore, impresa di progettazione e costruzioni con sede a Chicago, ha lanciato Uplift Data Partners. Si tratta di un sistema completo di tecnologia per drone con otto tipi di missione già predisposti: i set comprendono, per esempio, l’ispezione termica, il rilevamento e la mappatura degli immobili. La società può analizzare i dati e consegnarli per un modello Bim. Uplift è anche in grado di lavorare con i «beni condivisi» delle aziende che lo impiegano. Clayco offre anche la garanzia tecnica e un team di progettazione e costruzione virtuale.«Questo è un modello di business completo e senza problemi», ha sostenuto Suzanne El-Moursi, presidente di Uplift. L’azienda americana dispone al momento di 144 piloti-operatori in grado di utilizzare i droni in cantiere e prevede di raddoppiare i propri sistemi di velivoli senza pilota.

La banca d’affari Goldman Sachs stima che entro il 2020 il solo settore dell’edilizia statunitense potrebbe spendere 1,3 miliardi di dollari per acquistare 44.300 droni e supportare apparecchiature e software. La spesa globale per i droni durante questo
periodo potrebbe superare gli 11 miliardi di dollari per 372.120 unità. Insomma, il business è dietro l’angolo.

Ispezionare un cantiere in 9 minuti

Uno studio di architettura, Harley Ellis Devereaux, ha lavorato a un progetto per la costruzione di sei edifici contemporaneamente. La tecnologia del drone è stata «estremamente utile» per generare rapporti sui progressi, ha commentato Jason Rostar,
manager per l’hi-tech dello studio. «Da un punto di vista puramente documentale e di marketing sul campo stiamo riscontrando un uso frequente dei droni».

A Birmingham la società di costruzioni Brasfield & Gorrie è stata una delle prime aziende
di costruzioni a gestire i droni per mappare oltre 600 ettari su 29 siti. E secondo Dick Zhang, fondatore e Ceo di Identified Technologies, un fornitore di servizi con sede a Pittsburgh che gestisce ogni aspetto del flusso di lavoro, dai piani di volo all’analisi
dei dati, un singolo drone può ispezionare un cantiere di 40 ettari in soli nove minuti.

A giudizio degli esperti, il volo di un drone di 30 minuti su 20 ettari può produrre circa 20 milioni di punti di dati rispetto ai 500-1000 usando metodi tradizionali di rilevamento del terreno. I dati possono poi essere «cuciti» insieme attraverso la fotogrammetria per
creare immagini 3D entro 12 ore.

Insomma, il business ha una rotta precisa. Ma per vendere i droni i rivenditori italiani dovranno attrezzarsi anche dal punto di vista delle competenze tecniche necessarie: oltre alla scelta degli apparecchi volanti (con prezzi al pubblico che vanno da circa 150 per quelli non professionali a oltre mille euro per i droni professionali più avanzati), è necessario assicurare anche assistenza tecnica. Tutti aspetti che, se non curati, invece di far decollare il business potrebbero lasciarlo a terra.

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