Anie Rinnovabili in trincea contro il Gse

Prosegue la polemica di Anie Rinnovabili contro la riduzione degli incentivi. La scorsa settimana l’associazione dei produttori e installatori di pannelli fotovoltaici (per il 90% dei casi) ha preparato un documento contenente osservazioni alla bozza di decreto sulle fonte energetiche rinnovabili di prossima emanazione da parte del Mise. Si tratta di suggerimenti volti a migliorare l’impostazione del decreto sul piano dell’efficacia, mantenendone la sostenibilità. Proposte che aiuterebbero l’intero comparto della mini-generazione elettrica distribuita, consentendo all’industria nazionale non solo di sopravvivere, ma anche di esportare tecnologia e conquistare i mercati esteri.

Tali proposte rischiano di evaporare di fronte all’ultimo conteggio di 5,765 miliardi di euro del contatore comunicato dal Gse venerdì scorso: un inatteso e imprevedibile balzo di circa 60 milioni di euro all’insù verso il limite, dopo diversi mesi di benefiche riduzioni, che non sembra apparentemente trovare riscontro nella realtà di così tante nuove installazioni nel mese di aprile.

Il Gse ha giustificato questa brusca crescita dell’impegno di risorse con un importante aggiustamento verso l’alto della producibilità degli impianti a tariffa omnicomprensiva. Nel dettaglio gli incrementi riguardano: l’idraulica per il 10,3% (da 261,9 a 289 milioni euro), i bioliquidi per il 34% (da 72,3 a 96,9 milioni di euro), il biogas per il 2,3% (da 1.312,50 a 1.343,30 milioni di euro), la biomassa per il 4,9% (da 77,4 a 81,2 milioni di euro), l’eolico per il 2,3% (da 5,4 a 5,6 milioni di euro).fotovoltaico-800

Da un’analisi di Confindustria risulta invece che la somma dei 100 milioni di euro attualmente liberi sul contatore del Gse e le risorse che si andrebbero a liberare (sia per termine naturale degli incentivi, stimati in 100 milioni di euro, sia per revoche agli incentivi assegnati, stimate in 50 milioni di euro) porterebbe ad un nuovo installato di circa 1.200-1.400 MW.

«Siamo di fronte ad un meccanismo poco trasparente e non programmabile, che impone un urgente chiarimento per l’assoluta libertà di manovra del Gse, i cui effetti rischiano di vanificare l’utilità di una nuova bozza di Decreto più volte annunciata dall’ex vice ministro De Vincenti e dal ministro Guidi. Sarebbe l’ennesimo segnale di disarticolazione tra chi dovrebbe governare la programmazione industriale del Paese e chi dovrebbe regolarne il corretto funzionamento», asserisce Emilio Cremona, presidente di Anie Rinnovabili. «La proposta è che il Gse dichiari con ragionevole anticipo l’ammontare residuo degli incentivi a disposizione e che venga introdotto un meccanismo di salvaguardia per progetti ad accesso diretto in corso di realizzazione tale per cui gli impianti che abbiano dato l’inizio dei lavori ed ordinato le macchine, nell’ipotesi del raggiungimento del costo di 5,8 miliardi del contatore, entrino in una lista d’attesa dedicata che assegni gli incentivi man mano che si liberano nuove risorse che portano il contatore sotto i 5,8 miliardi», rincara Carlo Buonfrate, vice Presidente Anie Rinnovabili e presidente Cpem.

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