Sorpresa Istat: non siamo i più tartassati d’Europa

Numeri dell’Istat che mettono in discussione qualche pregiudizio sull’Italia. Cominciamo dalle tasse. In Italia le imposte sono pesanti, ma non siamo i più tartassati d’Europa. Secondo quanto rilevato dall’Istat, in Italia la pressione fiscale è alta, al 43,3% (dato del 2013), ma viene comunque dopo quella francese nell’area euro. Non solo: considerando tutti i 28 paesi dell’Unione Europea siamo solo al sesto posto. L’Italia, invece, è al secondo posto, dopo la Germania, per saldo primario in percentuale del Pil e al decimo posto per l’indebitamento netto, in calo del 2,8% nel 2013, mentre siamo terzi come rapporto debito/Pil (127,9%, peggio di noi solo Grecia e Portogallo). Altro dato interessante: spendiamo tanto per la Pubblica amministrazione, ma non eccessivamente. Il costo è di circa 13,5 mila euro per abitante, un po’ più della media Ue. Altri Paesi considerati con economie di mercato più avanzate spendono più di noi: Francia, Germania e Regno Unito presentano livelli di spesa pubblica più elevati, mentre la Spagna ha uscite inferiori a quelle dell’Italia. Pensioni, sanità e Cassa integrazione superano il 30% del Pil, con un onere per abitante di quasi 8 mila euro l’anno. Ma, in ogni caso, all’interno della Ue l’Italia presenta valori appena superiori alla media, sia in termini pro capite sia di quota sul Pil. Spende molto di più, per esempio, la Danimarca (34,6%). Nel 2013 sono state erogate in Italia 23,3 milioni di pensioni, con una spesa complessiva di poco inferiore a 273 miliardi di euro. Nell’Italia settentrionale si concentra la maggior parte delle prestazioni pensionistiche (47,8%) e della spesa erogata (50,7%).

Il prezzo delle case

Altro aspetto importante: il prezzo delle abitazioni. L’indice dei prezzi delle abitazioni (Ipab, in inglese House price index Hpi). Nonostante un quadro ciclico caratterizzato da un forte calo del reddito disponibile delle famiglie e da una persistente caduta del tasso di investimenti in abitazioni, precisa l’Istat, l’aggiustamento dei prezzi delle abitazioni in Italia inizia soltanto nel 2012, quando si registra un calo del 2,8% (dopo il +0,8% del 2011). Nel 2013 la diminuzione dei prezzi delle abitazioni risulta ancora più marcata (-5,7%) ed è imputabile a un calo del 2,4% dei prezzi delle abitazioni nuove (dopo gli incrementi nel 2011 e nel 2012) e del 7,2% dei prezzi di quelle esistenti (in flessione per il terzo anno consecutivo). Nella prima metà del 2014, pur in presenza di una lieve attenuazione delle flessioni, la dinamica tendenziale resta negativa (-4,9% rispetto al primo semestre 2013).

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