Edp, la Dichiarazione ambientale che diventerà indispensabile

La Dichiarazione ambientale di prodotto sarà nei prossimi anni indispensabile per competere sui mercati globali e per partecipare ad appalti di edifici sostenibili. La Edp (Environmental Product Declaration) oggi in Italia riguarda solo poche aziende più attente all’ambiente, ma è destinata a guadagnare consensi. Come nel caso della Leed (Leadership in Energy and Environmental Design), sistema americano di rating per edifici sostenibili, che ha introdotto la possibilità di acquisire crediti per prodotti in possesso di Lca (Life Cycle Assessment, valutazione del ciclo di vita) e di Epd. Questa certificazione riguarda gli impatti ambientali di un prodotto durante tutto il ciclo di vita ed è una delle tre etichette ambientali così come definite dalle norme Uni En Iso 14020. Rispetto alle altre due, la Ecolabel e l’Asserzione ambientale autodichiarata, ha una fondamentale differenza: è l’unica a dover essere obbligatoriamente convalidata da un soggetto terzo ed è dunque l’unica a fornire una garanzia delle dichiarazioni del produttore. casa-verde

Questioni di etichetta

A livello europeo l’etichetta ambientale di tipo III, o Epd, è oggi riconosciuta come lo strumento più efficace per comunicare informazioni ambientali certificate riguardo alla sostenibilità ambientale dei prodotti. Non prevede una scala di valutazione della prestazione (come invece nel caso di Ecolabel), né soglie minime di accettabilità, bensì il rispetto di un formato nella comunicazione dei dati che faciliti il confronto tra prodotti diversi.

Il sistema di gestione delle Epd è tenuto sotto controllo da program operator, soggetti a livello nazionale che si fanno carico di permettere lo sviluppo e la pubblicazione online delle regole per redigere le Epd di ogni categoria di prodotto, le cosiddette Pcr, Product Category Rules. In Europa ce ne sono vari: i più importanti sono lo svedese International Epd System (www.environdec.com) e il tedesco Ibu (www.construction-environment.com), mentre in Italia ancora non c’è, per cui le aziende italiane che intendono sviluppare una Epd devono rivolgersi a uno dei program operator europei.

Discordanze

Non necessariamente però i diversi soggetti adottano le stesse Pcr e gli stessi riferimenti tecnici per il medesimo prodotto, con il risultato che sinora una Epd pubblicata, per esempi, dall’operatore svedese poteva non essere riconosciuta sui mercati dove era prevalente l’operatore tedesco. Per questo motivo nel settore delle costruzioni è stata creata l’associazione Eco Platform (www.eco-platform.org), che opera per sostituire i vari formati Epd con un unico formato e un approccio comune al ciclo di vita di un prodotto basato sulla recente norma Uni En 15804 Sostenibilità delle costruzioni – Dichiarazioni ambientali di prodotto – Regole chiave di sviluppo per categoria di prodotto. Le prime Epd che, attraverso Eco Platform, hanno ottenuto il mutuo riconoscimento fra Epd System e Ibu sono state quelle di due aziende del Nord Est, Gruppo Beltrame (laminati metallici) e Isolconfort (polistirene espanso), entrambe validate dall’organismo di certificazione Icmq.

Le Pcr, Product Category Rules, che devono essere redatte per ciascun prodotto o per tipologie omogenee di prodotti, stabiliscono per esempio i parametri obbligatoriamente dichiarati dal produttore, le modalità di raccolta dei dati, le fasi del ciclo di vita da considerare, le regole base per la valutazione dell’impatto ambientale, le condizioni di comparabilità tra prodotti. Obiettivo: assicurare che dati verificabili e coerenti e che il confronto tra prodotti sia condotto esclusivamente nel contesto di impiego nell’edificio.

Il già citato standard En 15804 prevede che la valutazione del ciclo di vita di un prodotto da costruzione sia condotta per fasi: la produzione, che comprende l’estrazione delle materie prime, il trattamento delle materie prime seconde, il trasporto alla fabbrica, la produzione; la costruzione, che comprende il trasporto al cantiere, la costruzione e l’installazione; l’uso, che include l’uso, la manutenzione, la riparazione, la sostituzione, la riqualificazione, il consumo di energia in uso, il consumo di acqua in uso; infine, la fase di fine vita, che include la decostruzione o demolizione, il conferimento a discarica, il trattamento per riuso, recupero o riciclo, lo smaltimento. Se l’analisi del ciclo di vita riguarda esclusivamente la fase di produzione viene definita dalla «culla al cancello», mentre se copre tutte le fasi viene definita «dalla culla alla tomba».

Uno strumento per tutta la filiera

L’Epd è uno strumento molto importante per il produttore. Non solo valorizza la trasparenza sugli impatti ambientali dei propri prodotti rispetto a chi non lo fa e permette di acquisire crediti in appalti per edilizia sostenibile, ma grazie all’analisi del ciclo di vita consente di ottimizzare i processi produttivi, con un cost saving che migliora la competitività. Anche tutti gli altri attori tuttavia dovrebbero essere maggiormente consapevoli delle potenzialità dell’Epd: i prescrittori, che privilegiando prodotti con Epd possono contare su prestazioni ambientali garantite da parte terza, così come i progettisti, che hanno a disposizione un parametro in più per valutare quali prodotti inserire nelle proprie opere, quello dell’impatto ambientale. Un parametro che può anche servire a sfatare idee preconcette sulla eco-compatibilità di questo o quel materiale o prodotto: per esempio, i protocolli Casaclima Nature, che ha sostituito Casaclima Plus, e Casaclima Hotel hanno eliminato tutte le discriminazioni relative al polistirene espanso proprio grazie ai risultati dell’Epd Isolconfort.

Chi è certificato

Le due dichiarazioni ambientali di prodotto italiane che hanno recentemente ottenuto il mutuo riconoscimento fra Epd System e Ibu sono state convalidate dall’organismo di certificazione Icmq e riguardano i prodotti di due aziende di eccellenza, entrambe del Nord Est. Il Gruppo Beltrame, con sede a Vicenza, è leader europeo nella produzione di laminati; l’Epd è relativa alla produzione di profili in acciaio laminati a caldo e mercantili negli stabilimenti di Vicenza e Trith Saint Lèger (Francia). Isolconfort, di San Vito al Tagliamento in provincia di Pordenone, produce lastre in polistirene espanso (Eps) utilizzate prevalentemente per sistemi di isolamento esterno degli edifici a cappotto, l’80% dei quali in Europa impiegano appunto l’Eps; i due prodotti di cui è stata pubblicata recentemente l’Epd sono Eco-Espanso e Eco-Por (addittivato con grafite), che rappresentano circa il 70-80% dell’intera produzione.

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