La riqualificazione delle case viaggia su un doppio binario: isolamento più tecnologia.
Gli edifici, seppure lentamente, si avviano sulla strada già percorsa dal settore automotive: sempre meno oggetti analogici, sempre più digitali. Ad accomunare il mezzo mobile per antonomasia con l’oggetto più immobile che ci sia, la casa, è in parte l’Europa. O, meglio, è l’esigenza di abbassare o ancora meglio cancellare le emissioni di Co2. Ma non solo: è la rivoluzione tecnologica quella che, al di là delle direttive Ue e dall’esigenza di fare bene all’ambiente, sta trasformando le abitazioni in dispositivi multifunzionali dove, tra l’altro, si dorme o si lavora.

Per questo l’edilizia viaggia su un doppio binario che, per citare un famoso paradosso di Aldo Moro, ha convergenze parallele. Il risparmio energetico si ottiene con l’utilizzo di due strategie abbinate: materiali nuovi in una strategia di isolamento termico, assieme a una gestione smart degli impianti. Perché gli edifici stanno diventando sempre più automatizzati attraverso l’integrazione di sistemi intelligenti che controllano quella che nei paesi angosassoni si definisce come Hvac, Heating, Ventilation and Air Conditioning, assieme a illuminazione e sicurezza per migliorare l’efficienza energetica, il comfort e la praticità d’uso. L’automazione degli edifici utilizza sensori e attuatori in rete per creare un’abitazione capace di ottimizzare le operazioni in base alle esigenze degli utenti e alle condizioni esterne. L’automazione, tra l’altro, può essere implementata sia in edifici nuovi sia in quelli esistenti. È facile intuire che un appartamento perfettamente isolato, ma che spreca energia attraverso una cattiva gestione del riscaldamento non è la soluzione. Ed è altrettanto vero che un termostato smart, che ottimizza i consumi in base al ritmo di vita di chi abita, è inutile se la casa è piena di spifferi.

Gli obiettivi della direttiva Epbd votata dal Parlamento Europeo, su input della Commissione, sono noti: blocco della produzione di motori termici a partire dal 2035 per l’automotive (termiche che, però, è in via di revisione) e riqualificazione energetica di almeno una parte (la classe G) degli edifici per il 2033. Sempre se queste norme saranno rispettate e/o modificate. Quello che manca, però, è una strategia complessiva per rendere meno energivori gli edifici con una riqualificazione smart, che utilizzi il doppio binario della tecnologia digitale assieme alla tecnica di isolamento o il semplice cambio di caldaia. Nell’epoca in cui chiunque vive in simbiosi con lo smartphone non considerare i vantaggi della domotica è perlomeno fuori tempo massimo.



