Perché l’effetto bonus non è scomparso

I bonus casa sono dati per morti. Ma in realtà non è proprio così. Allo stesso tempo, però, l’effetto dello stop deciso ormai due anni fa dal governo si fa sentire. In ogni caso, i numeri sono lì a testimoniare quanto di quella stagione dorata di incentivi sopravviva ancora, come gli ultimi esemplari di una razza in via di estinzione. Che, però, continua a incidere non poco: i dati ufficiali indicano che a maggio sono stati effettuati bonifici parlanti, quelli necessari per accedere agli incentivi ancora in vigore, per 2,43 miliardi di euro. A ben vedere non si tratta proprio di briciole. L’altra faccia della medaglia, però, è che rispetto al corrispettivo mese del 2024 il calo è stato del 19,8%.

Lavori in casa
Lavori in casa

Altro aspetto di cui è bene tenere conto. Nonostante la museruola ai bonus del ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, al filtro anti-incentivi sono riusciti a passare 9,8 miliardi di investimenti nei primi cinque mesi del 2025. Non sono pochi ma, anche qui, occorre non dimenticare l’aspetto negativo, cioè la diminuzione del 25,3% rispetto alla prima metà dello scorso anno e, se si guarda solo al bimestre gennaio-febbraio, la riduzione è stata ancora più pesante, con il 35%. In sostanza, la legge di Bilancio 2025 ha diminuito di un quarto la spesa nell’edilizia incentivata. E le previsioni indicano che la tendenza si è ormai consolidata.

C’è, però, chi fa notare come i numeri non siano una fotografia perfetta. Per esempio, la forte diminuzione degli investimenti a inizio anno potrebbe anche essere legata al fatto che molte spese sono state anticipate a fine 2024 per evitare la tagliola decisa dal governo. Un’opinione supportata dal fatto che a dicembre 2024 i bonifici parlanti erano balzati a 10,64 miliardi. Dopo questa corsa alla spesa era inevitabile un parziale stop. Quello che è più interessante, invece, è che nei mesi successivi sembra si sia consolidata una netta diminuzione di circa il 20%: parecchio, ma significa anche che l’80% degli investimenti, sempre rispetto al 2024, sono ancora attivi. Non bisogna nascondere, però, che c’è un altro fattore che incide sulla riduzione dei pagamenti: il blocco degli sconti in fattura, esteso a tutti i bonus casa con lo stop alle cessioni (tranne marginali eccezioni), che induce chi vuole riqualificare un immobile a rinunciare o posporre gli investimenti. Infine, se i numeri indicano che finora è sopravvissuto un effetto strascico dei bonus, non va dimenticato che le agevolazioni del 2025 al 50% per le abitazioni principali e al 36% per le seconde case, sono destinate a diminuire ancora per il 2026-2027 con aliquote al 36% e 30%. E poi chissà.

Lavori di ristrutturazione
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