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Special Training in Xella per i 100 anni del calcestruzzo aerato autoclavato
Xella celebra i 100 anni dalla prima produzione del calcestruzzo aerato autoclavato con eventi speciali presso la Ytong Academy a Pontenure (Piacenza).
Nato in Svezia dall’intuizione dell’architetto Axel Eriksson, per rispondere alla crisi energetica del primo dopoguerra e alla ricerca di materiali da costruzione facili da lavorare, il calcestruzzo aerato autoclavato è realizzato da una miscela composta da calce, polvere metallica e un materiale contenente acido silicico come residuo della fusione dello scisto bituminoso e indurita sfruttando un procedimento di maturazione in autoclave.
Nel 1929 l’impresario svedese Karl August Carlen decise di acquistare la licenza per la produzione del calcestruzzo armato autoclavato e chiamò i blocchi da costruzione prodotti con questo processo Ytong, dall’unione delle parole Yxhult (città dove venne installata la prima produzione) e AnghärdadeGasbetong (calcestruzzo aerato autoclavato in svedese).
Il calcestruzzo aerato autoclavato si è dimostrato un materiale in grado di semplificare il modo di costruire, sia per i progettisti che per gli applicatori, e la sua velocità di installazione è stata ampiamente sfruttata nel secondo dopoguerra. Oggi se ne apprezzano enormemente le sue capacità coibenti, che non richiedono l’utilizzo di isolanti aggiuntivi per raggiungere i parametri previsti dalle normative. Ancora oggi, i ricercatori di Xella continuano a lavorare per garantire le migliori prestazioni con l’obiettivo di offrire un prodotto con performance di isolamento sempre più competitive e che risponda sempre di più alle esigenze di un’economia circolare.
Per celebrare questo anniversario, durante il 2023 Xella Italia organizzerà una serie di Special Training dal titolo “100 anni di innovazione per l’edilizia del futuro” presso la sede dell’Ytong Academy a Pontenure (Piacenza).
Il primo appuntamento è martedì 9 maggio con l’intervento di un esperto CasaClima che si soffermerà sui calcoli del modello Nature (LCA). Seguirà un breve focus sulle “Costruzioni ad alta efficienza energetica, sostenibili, salubri e sicure, realizzate in CAA”, condotto dall’ingegnere Alessandro Miliani. Nel pomeriggio i partecipanti potranno visitare lo stabilimento produttivo e assistere a una dimostrazione di posa.
Il 10 maggio 2023, sempre a Pontenure, si terrà il secondo evento a cui prenderà parte come relatrice l’ingegnere Valeria Erba, presidente di Anit. Il suo intervento verterà su “L’inquadramento normativo e trend in edilizia: isolamento termico, acustico, sostenibilità e bonus edilizi” a cui seguirà il contributo di Miliani sulle costruzioni ad alta efficienza energetica in calcestruzzo aerato autoclavato. Anche questa seconda giornata prevede la visita all’impianto produttivo e alla scuola di posa con dimostrazione pratica della lavorazione e messa in opera dei prodotti.
Sono aperte le registrazioni per questi due eventi rivolti ai progettisti e operatori del settore, la partecipazione è gratuita.
Cerved: troppe le imprese zombie
Nel 2021, lavorazione dei metalli, logistica e trasporti, chimica e farmaceutica, servizi finanziari e assicurativi, largo consumo sono i comparti con la percentuale più alta di aziende zombie, cioè in crisi, ma che possono risanarsi e rientrare a pieno titolo nel mercato risanate sul totale 2019. Lo indica lo studio Anatomia delle imprese zombie di Cerved, che analizza un fenomeno che impatta sul sistema produttivo con effetti differenziati su territori e settori.
I tassi di cessazione o procedura fallimentare più elevati riguardano sistema moda, mezzi di trasporto, costruzioni, mentre maggiori capacità di recupero per Trentino (61,2%), Abruzzo (55,7%), Calabria (55,2%), Sardegna (54,9%), Basilicata (53,5%), Piemonte e Sicilia (53,3%). Maglia nera alla Valle d’Aosta (44,2%), poi Liguria (47,2%), Toscana (47,5%), Umbria (48%), Molise (48,8%), Emilia Romagna (48,9%).
Secondo Cerved, le aziende zombie in Italia sono oltre 23 mila, ma nel biennio 2020-21 più di 40 mila si sono risanate Quasi il 70% di quelle finanziate dal Fondo di Garanzia è riuscito a rimettersi in sesto (contro il 43% delle non finanziate) grazie a 3,1 miliardi di euro, ma i restanti 1,3 miliardi investiti sono andati persi. Secondo Andrea Mignanelli, amministratore delegato di Cerved, «le imprese zombie generano una serie di asimmetrie nel nostro sistema produttivo, contribuiscono alla stagnazione della produttività, distraggono capitali e possono escludere dal credito imprese sane e startup. La crisi dovuta al Covid è stata gestita con aiuti e prestiti. Ora però servono interventi mirati, basati su strumenti, dati e tecnologie che permettono di fare uno screening corretto delle imprese su cui investire».
Le aziende zombie tornano sane più facilmente se finanziate dal Fondo di Garanzia, che dimostra la sua efficacia come strumento di stabilità e resilienza. Nel biennio 2020-21, infatti, a ricevere finanziamenti è stato il 28,8% (8.102) delle aziende considerate zombie nel 2019 e ben il 69,6% di esse (contro il 43,1% di quelle non finanziate) è riuscito a rimettersi in sesto grazie a 3,1 miliardi di euro di sovvenzioni. Tuttavia, il restante 30,4% è uscito dal mercato o è tuttora zombie, portando con sé 1,3 miliardi di finanziamenti andati perduti. In totale, nel biennio 2020-21 le aziende zombie risanate hanno superato le 40 mila unità. Quella delle zombie è una categorizzazione più mobile di quanto si creda: attualmente, sulla base dei bilanci 2021 che sono gli ultimi disponibili, in Italia ce ne sono 23.262, composte dalle 12.456 che non si sono risanate (ancora zombie) e da 10.806 new entry, per il 45,9% (10.675) finanziate dal Fondo di Garanzia con 7 miliardi di euro a fronte di 20,4 miliardi di debiti finanziari iscritti a bilancio.
Le aziende che non sono in grado di operare secondo le normali condizioni di mercato, perché fortemente indebitate e incapaci di ripagare gli interessi sul debito attraversi i propri utili, tenute artificialmente in vita tramite prestiti e sussidi secondo Cerved è una presenza negativa, perché «distrae capitali che potrebbero garantire rendimenti più alti e maggiore produttività altrove, rende difficile l’accesso al credito a imprese sane e startup, contribuisce alla stagnazione e disincentiva l’ingresso di nuovi operatori, aumenta il costo del denaro ed espone maggiormente il sistema alla trasmissione di shock finanziari», aggiunge Mignanelli. «La crisi generata dal Covid è stata gestita con aiuti e prestiti. Ora però servono interventi mirati, basati su strumenti, dati e tecnologie che permettono di fare uno screening corretto delle imprese su cui investire».
Per ragioni strutturali, l’Italia è uno dei Paesi Ocse a più alta incidenza di imprese zombie, più che dimezzate a partire dalla crisi del 2012, ma di nuovo cresciute nel 2020 a causa della pandemia, quando il forte aumento delle aziende a rischio ha richiesto misure di sostegno che hanno mantenuto sul mercato realtà molto fragili finanziariamente: ancora a fine 2022, infatti, le procedure gravi come fallimenti, liquidazioni giudiziali e controllate risultavano in calo (7.207, -20,3% rispetto al fine 2021) nonostante i rincari dell’energia, l’inflazione e il rialzo dei tassi abbiano riacutizzato i problemi di liquidità delle imprese. Tuttavia, la ricerca di Cerved, che ha ricostruito l’evoluzione delle imprese zombie negli ultimi dieci anni integrando le serie storiche dei bilanci di tutte le società di capitale italiane, gli score di rischio (Cerved Group Score) e le chiusure di impresa, dimostra che i flussi in entrata e in uscita sono in realtà molto dinamici: nel 2020 le zombie erano schizzate a 40.218 (cifre che non si vedevano dal 2015) per effetto di 26.685 nuovi ingressi e questo nonostante più della metà (14.566) si fosse risanata quello stesso anno; nel biennio 2020-21, il 22,6% (6.361) usciva definitivamente dal mercato a seguito di procedure gravi (2.865) o risultava non più attivo (3.496), con uno strascico di 12,2 miliardi di euro di potenziali crediti deteriorati (NPL), mentre 7.474 aziende (26,6%) restavano nella stessa condizione.
Al contrario, nel 2021 la ripresa economica favoriva l’uscita dallo status di zombie di 27.762 imprese (con 71 miliardi di debiti finanziari risanati), ma altre 10.806 vi entravano. Quanto ai debiti finanziari, nel 2021 erano in aumento: 130,4 miliardi di euro (di cui solo 20,4 finanziati da Fondo di Garanzia) contro i 128,6 miliardi del 2019, nonostante il numero di imprese zombie fosse calato da 28.099 a 23.262; anche l’indebitamento medio era più alto (5,6 milioni contro 4,6). La mappatura delle imprese zombie in Italia, per settore e per regione Lavorazione dei metalli, logistica e trasporti, chimica e farmaceutica, servizi assicurativi, finanziari e non finanziari, largo consumo, elettromeccanica e sistema casa si rivelano i comparti con la più alta percentuale di aziende zombie risanate sul totale del 2019 (tra 60,2% e 52,7%), mentre quelli dove le imprese riscontrano più difficolta a rientrare a pieno titolo nel mercato sono sistema moda, mezzi di trasporto, costruzioni, carburanti, energia e utility, elettrotecnica e informatica (tra 43,5% e 47,9%).
Versalis si compra tutta Novamont
Un pezzo della vecchia Enimont si ricongiunge. Versalis e Mater-Bi sono alla fase finale delle trattative per l’acquisto da parte di Versalis (Eni) di Novamont, azienda specializzata nel settore della chimica da fonti rinnovabili. Versalis, società chimica del gruppo petrolifero è già azionista di Novamont con una quota del 36%. Mater-Bi, società controllata da Investitori Associati II e NB Renaissance sono soci con il restante 64% di Novamont, una delle aziende leader a livello internazionale nel campo della chimica da fonti rinnovabili, in particolare nell’ambito delle bioplastiche biodegradabili e compostabili. Versalis è la prima azienda chimica italiana e leader a livello internazionale, la cui strategia è fortemente mirata verso la specializzazione del portafoglio anche attraverso la chimica da fonti rinnovabili. Tutte e due le aziende negli anni Novanta orbitavano attorno al polo chimico in joint venture tra gruppo Ferruzzi ed Eni.
Ecco i nuovi Ambassador Novacolor dell’arte decorativa
Anche quest’anno Novacolor ha selezionato i dieci Ambassador per raccontare il Made in Italy dell’arte decorativa nel mondo e formare la nuova generazione di esperti artigiani. Ecco i loro nomi: Demis Grob dalla Svizzera, Nikola Mavrek dalla Croazia, Juilen Rolland dalla Francia, Pinar Demiralay dalla Turchia, Tanja Deng dal Taiwan, Kazunori Iijima dal Giappone, Monica Michela Zucco e Natalino Meloni dall’Italia, Zachary Barlow dal Regno Unito, Sven Remmele dalla Germania.
Gli Ambassador Novacolor sono un gruppo eterogeneo di professionisti della decorazione, che unisce al suo interno diverse culture e personalità, pronti a immergersi in uno scambio continuo di esperienze internazionali.
In un esclusivo shooting realizzato dal fotografo Gianluca Cisternino, con la direzione creativa dell’agenzia Freedot, a Forlì, nel cuore della città natale Novacolor, i volti degli Ambassador sono stati catturati attraverso l’esclusiva tecnica in esposizione multipla e costruiti seguendo il concept Novacolor 2023 “Daydreaming, Unlock Yourself”. Le opere decorative sono realizzate con i prodotti che meglio rappresentano la loro personale interpretazione di Daydreaming.
“PER ME DAYDREAMING È…AMORE SENZA LIMITI”
Demis Grob ha sognato senza limiti la decorazione di un pannello con Archi+ Pietra, Marmorino KS, CalceCruda, Metallo_Fuso.
“PER ME DAYDREAMING È…RELAX”
Nikola Mavrek si è ispirato ai colori della palette MATmotion Fluid Positivity mixati a Wall2Floor Top Coat e Metallo_Fuso per liberare i propri desideri in una proposta morbida e rassicurante dall’istinto eclettico.
“PER ME DAYDREAMING È…SUCCESSO”
Ambizione, materia e colore nell’opera di Julien Rolland realizzata con Archi+ Pietra Intonaco, Era a Pennello, CalceCruda, Eclat_Wall Painting e Africa.
“PER ME DAYDREAMING È…ENERGIA E SPERANZA”
Per Pinar Demiralay Daydreaming è aver voglia di sperare attraverso le texture di CalceCruda In-tonachino, Dune, CalceCruda, CalceCruda Tinta a Stucco, e Metallo_Fuso.
“PER ME DAYDREAMING È…SPAZIO ARMONICO NELLA MIA VITA”
Sempre CalceCruda Intonachino, CalceCruda con l’aggiunta di R-Stone per riprodurre l’armonia nello spazio di Tanja Deng.
“PER ME DAYDREAMING È…SORPRENDENTE”
Per Kazunori Iijima sognare ad occhi aperti è stupefacente come la combinazione di CalceCruda e CalceCruda Intonachino nel suo pannello.
“PER ME DAYDREAMING È…CONSAPEVOLEZZA”
Archi+ Pietra Intonaco, Luce_Wall Painting, Marmorino KS, Metallo-Fuso Bronzo e Zinco, Mirror e Archi+ Fondo descrivono il viaggio verso la consapevolezza nel pannello di Monica Michela Zucco.
“PER ME DAYDREAMING È…INFINITO”
IRONic, Metallo_Fuso Ottone, Archi+ Pietra Intonaco e CalceCruda Intonachino si incontrano nell’infinito del Daydreaming di Natalino Meloni.
“PER ME DAYDREAMING È…EVASIONE”
La materia è protagonista del pannello senza barriere di Zachary Barlow con Archi+ Argilla, CalceCruda, Archi+ Pietra Intonaco.
“PER ME DAYDREAMING È…VISIONE”
Infine Sven Remmele ha scelto Archi+ Argilla e CalceCruda Tinta a Stucco per espletare al meglio la sua visione di desiderio oltre gli schemi.
Workshop di empowerment femminile a Napoli con Würth Italia
Würth Italia, azienda leader nella distribuzione di elementi di fissaggio e montaggio, organizza per giovedì 20 aprile il workshop di empowerment femminile “WOW: Women of Würth”, in programma dalle ore 08.00 alle ore 12.30 presso l’Hotel NH Napoli Panorama (Via Medina, 70, Napoli).
Il workshop è rivolto a studentesse universitarie, neolaureate e (neo)diplomate interessate a confrontarsi con professioniste d’azienda, per facilitare networking e consapevolezza delle proprie competenze e attitudini.
«Attraverso “WOW: Women of Würth”, vogliamo dare voce alle storie personali e professionali di donne capaci di ispirare le nuove generazioni che si accingono a delineare il proprio percorso professionale», ha dichiarato Lucia Simonato, HR Director di Würth Italia. «Uno dei temi chiave che verrà trattato è quello del coraggio, una caratteristica determinante che deve avere una giovane donna per riuscire a generare un impatto nel mondo lavorativo attuale. Würth Italia ha da tempo intrapreso un percorso di sostenibilità sociale atto a migliorare il mercato del lavoro in cui opera, garantendo pari opportunità e contrastando tutte le forme di discriminazione».
Durante il workshop ci sarà l’opportunità per le partecipanti di ascoltare sia le testimonianze di professioniste dell’area Sales di Würth Italia che di donne imprenditrici campane; uno spazio della giornata verrà dedicato alla consulenza di carriera grazie al contributo di una special guest: l’influencer Fabiana Andreani, che con oltre 270 mila follower sulla piattaforma digitale TikTok è diventata la “Zia” di orientamento e lavoro più social d’Italia.
Per maggiori info e iscriversi al workshop:
https://www.wuerth.it/lavoraconnoi/wow-women-of-wurth/
Clienti al centro con l’Account-Based Marketing
Nel mondo del mercato B2B i processi di vendita sono molto più complessi che nel B2C: si entra in contatto con diversi interlocutori, ognuno di questi caratterizzato da diversi bisogni e diversi criteri decisionali. Mediamente, un processo decisionali nel B2B arriva a coinvolgere da sei a dieci interlocutori.
Indagare i bisogni e le caratteristiche dei singoli interlocutori, quindi, risulta di fondamentale importanza per formulare la giusta proposta di valore. Proposta che necessariamente dovrà risultare unica e differenziante in grado di favorire la pratica commerciale.
Questa indagine sul cliente, se prima era esclusiva del reparto vendite, adesso ha la necessità di essere condivisa all’interno dell’azienda stessa e, grazie al supporto del marketing, permetterà tutta una serie di attività aggiuntive che andranno a potenziare il portafoglio clienti e aumentare le vendite.
Nel mondo industriale (B2B), una delle innovazioni più interessanti e che sta prendendo sempre più piede è l’Account-Based Marketing, una strategia che non si focalizza sulle aziende come entità astratte, ma su pochi account i cui bisogni aderiscono perfettamente al servizio offerto.
Questo approccio può essere considerato un’evoluzione dell’inbound marketing, collocandosi tra i reparti marketing e sales. Quasi sempre, è la mancanza di coordinamento tra questi due team a creare il problema più grande per le aziende, e l’Account based marketing (Abm) nasce per risolvere questo problema, avvicinando il marketing alle vendite e concentrandosi più sui clienti che sui potenziali clienti.
Il marketing basato sull’Abm è una tecnica che implica l’identificazione degli account più importanti per gli obiettivi aziendali, quindi quei ruoli delle persone all’interno della organizzazione che sono significativi nel processo decisionale e possono influenzare gli acquisti e comunicare direttamente con loro.
In pratica, invece di concentrarci sulla lead generation quantitativa nella parte superiore del funnel di marketing in entrata (modello usato per descrivere e analizzare il percorso compiuto dal consumatore nel processo di acquisto), ci concentriamo su poche persone chiave o aziende interessanti che hanno il potenziale per ottenere i risultati desiderati e gestire campagne di marketing dedicate alle loro azioni.
L’Abm è una strategia altamente specializzata e mirata verso la possibilità di intercettare aziende attraverso le persone. Questo lo differenzia dall’inbound marketing che invece riassume la metodologia e la strategia per attirare i clienti attraverso la creazione di contenuti di valore, la Seo e la fidelizzazione del cliente.
Potremmo riassumere le differenze tra marketing inbound e account-based in questo modo:
• l’inbound marketing è basato sulla creazione di contenuti di qualità per portare visitatori, lead e clienti all’azienda
• l’account-based marketing si concentra sui consumatori in modo individuale, iperpersonalizzando i contenuti
Nell’Abm, quando si identifica un prospect (potenziale cliente), non viene seguito come fosse un’azienda, bensì come una singola persona, attraverso campagne personalizzate e messaggi mirati. Affinché l’Abm funzioni, le aziende devono essere allineate internamente: i team di marketing e di vendita devono lavorare insieme. Ciò significa che la creazione di campagne e i messaggi inviati devono essere attentamente organizzati per essere coerenti.
Tra i principali vantaggi dell’Account based marketing troviamo:
• Allineamento tra marketing e vendite. Lavorando secondo la logica di Smarketing (combinazione delle parole sales e marketing): questi due team dovranno lavorare in un’unica direzione supportandosi a vicenda e decidere insieme quali sono gli account più significativi per raggiungere gli obiettivi di business.
• Ciclo di vendita più breve. L’Abm accelera il processo di vendita, in quanto i clienti prospect non qualificati vengono eliminati proprio all’inizio del processo. I team di marketing e quelli di vendita possono concentrarsi sugli account che hanno maggiori probabilità di convertire e offrire loro un’esperienza più personalizzata possibile per convertirli rapidamente.
• Roi più elevato. Abm è più accurato, mirato, personalizzato e attendibile rispetto alle campagne tradizionali del marketing B2B. Ecco perché genera il Roi più elevato tra le tattiche di marketing B2B, incrementando al contempo l’efficienza.
• Migliore esperienza del cliente. Anziché affrontare argomenti generici, puoi approfondire contenuti che si collegano perfettamente ai tuoi account di destinazione. Ciò garantisce una maggiore pertinenza che contribuisce a una migliore esperienza del cliente.
• Creazione di relazioni più forti e durature. Consente di creare relazioni più forti con i clienti più importanti, riuscendo a dare un volto umano all’azienda target, il che può portare ad una maggiore fedeltà e a una maggiore retention.
Si tratta però di un processo lungo e che ha bisogno di risorse e competenze specifiche per essere strutturato. Per definire un percorso in grado di ottenere buoni risultati dall’account based marketing bisogna, in primo luogo, comprenderne l’evoluzione ed essere consapevoli che si introduce un cambio di paradigma.
Alla base dell’inbound marketing c’è, infatti, un vero e proprio rovesciamento del classico funnel. In quest’ultimo si parte dall’idea di dover attirare dei lead per poi portarli verso il sito internet e poi in un processo di conversione. Il funnel marketing destinato al processo Abm, invece, punta verso un piccolo numero di contatti. Attraverso i quali inizia un percorso di personalizzazione ed engagement fino a creare una relazione stabile.
Le tecnologie che a oggi supportano meglio i programmi di Abm sono e-mail, sito web, Crm e social media. Si tratta di strumenti che fanno ampio uso di dati, personalizzazioni e automazioni per attirare e coinvolgere i contatti, misurare i progressi e l’engagement dei lead e ottimizzare di conseguenza l’interazione.
In conclusione, la strategia Abm è la soluzione giusta per tutte quelle aziende B2B che adottano un approccio di vendita poco efficace, in cui gli investimenti in comunicazione non portano risultati soddisfacenti o in cui vi è uno scarso allineamento tra vendite e marketing. I team di vendita e marketing si sforzano a investire tempo e risorse per allinearsi e sviluppare campagne Abm di alto valore, ma poi, di fatto, una volta che riescono a richiamare l’attenzione, continuano a offrire la stessa vecchia esperienza basata su form rendendo quindi inefficaci gli sforzi.
In altre parole, molte aziende, anziché trattare i potenziali clienti con i guanti di velluto, ascoltando quello che vogliono chiederci, tendono a dire loro: «Da oggi fai parte dei nostri contatti. Compila questo form e ti contatteremo per eventuali necessità». È questo l’errore che occorre evitare di fare! Una strategia di Account based marketing ben progettata aiuta invece a implementare all’interno della organizzazione un metodo efficace, in grado di ridurre gli sprechi e di portare risultati soddisfacenti.
di Michele Ripepi (da YouTrade n. 137)
Laurea in Economia. Master in Organizzazione Aziendale e in Marketing Management. Docente di Marketing Industriale e di imprenditorialità in Fondazioni JobsAcademy. Docente a contratto di Marketing, Comunicazione e Organizzazione Aziendale in Fondazione Et Labora. Ventennale esperienza in realtà industriali, tra cui nel Gruppo Italcementi dove ha ricoperto ruoli di marketing e business development sia nazionale sia internazionale. Collabora con aziende nei campi del marketing B2B, della internazionalizzazione e nella definizione di processi di pianificazione strategica e piani operativi.
La So.co.ma.s. di Milano diventa la 37esima filiale del Gruppo Zanutta
So.co.ma.s. (Società Commerciale Materiali Sanitari), punto di riferimento a Milano Sud per la termoidraulica e l’arredobagno per privati e professionisti del settore, diventa la 37esima filiale del Gruppo Zanutta, la seconda a Milano, la sesta in Lombardia. Con l’incorporazione anche i 30 dipendenti So.co.ma.s. entrano nella famiglia Zanutta.
Situata in Via Ripamonti 402, nella zona meridionale della città, So.co.ma.s. vanta una sala mostra di 500 metri quadrati con una vasta esposizione di arredi e accessori da bagno in legno, porcellana e cristallo, un ampio assortimento di climatizzatori fissi e mobili, vasche da bagno in ogni forma, dimensione, colore, cabine idromassaggio e minipiscine, scaldabagni elettrici e a gas, saune e bagni turchi, pavimenti in parquet, piastrelle in gres porcellanato, ceramica e marmo, mosaici in ceramica e vetro.
Nomisma: il caro mutui frena il mercato immobiliare
Meno compravendite, prezzi stabili o in aumento nel caso di Milano. Il primo rapporto 2023 dell’Osservatorio immobiliare di Nomisma indica una flessione nel mercato del 14,6%. I tassi in aumento e l’incertezza per l’economia comporteranno anche una diminuzione dei nuovi mutui del 18%: il finanziamento bancario per acquistare casa vede tassi passati in media dall’1,93% di maggio 2022 al 3,79% di febbraio 2023. Le banche, inoltre, sono più caute a concedere prestiti fondiari. Uno scenario diverso da quello dello scorso anno, quando c’era stata, per i mutui, una sostanziale stabilità (+1%), e una forte diminuzione di surroghe e sostituzioni (-70%). Per il 2023 è prevista anche la diminuzione sia delle surroghe e sostituzioni (-47%). Inoltre, l’Osservatorio indica tempi per finalizzare la vendita di un’abitazione accorciati (5,4 mesi in media nel 2022), in particolare a Trieste, Verona e Parma.
Come andranno i prezzi? Secondo Nomisma nelle città intermedie i prezzi saliranno ancora (+3,1%). Per le locazioni è prevista “una pressione rialzista sui canoni di entità maggiore a quella della dinamica dei prezzi“. E i rendimenti lordi per chi affitta continueranno a essere in media del 5,5% nel residenziale.
Klimahouse 2023: le interviste di YouTrade agli espositori
C’è chi annuncia una piastrella fotovoltaica. C’è chi confida che la spinta a isolare gli edifici non si sia esaurita. E anche chi, invece di presentare prodotti, punta su idee e rafforzamento marchio. A Klimahouse 2023 YouTrade ha selezionato le aziende, imprenditori e manager più coinvolti nello sviluppo dell’edilizia in versione sostenibile. Ecco che cosa hanno detto.
YT 138 APRILE interviste klimahouse 2023Lattoneria marzo 2023 (Abbonati)
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Confapi a Bergamo in cerca di Pmi

Nasce la nuova territoriale di Bergamo di Confapi, la Confederazione della piccola e media industria italiana. “L’obiettivo della nostra territoriale non è solo quello di aggregare un numero crescente di associati in tutti i settori merceologici, ma di proporre un modello associativo innovativo ed utile ad aiutare le imprese a gestire al meglio la complessa fase di cambiamento globale”, spiega Michele Lamera, presidente di Confapi Bergamo. “Ne cito solo alcuni: studio di strategie mirate a raggiungere l’equilibrio finanziario, accesso al credito, accompagnamento alla finanza agevolata, temporary manager, supporto formativo finalizzato alla crescita delle risorse umane, internazionalizzazione, consulenza in tema di energia, sicurezza, ambiente e certificazioni di qualità. E, naturalmente, rappresentanza politico sindacale: abbiamo l’onore di rappresentare 994 aziende per un totale di 28.753 dipendenti (dati Inps Ottobre 2021) che applicano il contratto collettivo nazionale Confapi nella nostra provincia”.
Organo di governance di Confapi Bergamo sarà la giunta, composta oltre che dal presidente Michele Lamera, dal Vicepresidente Vicario Paolo Vismara, dal Vicepresidente Stefano Lamera, dal Tesoriere Angelo Capelli e dal Direttore Antonio Maria Leonetti.
“Plus della nostra territoriale è la stretta collaborazione con Confapi Brescia, che da subito ha creduto ed investito sulla nostra costituzione, prima esperienza di cooperazione del nostro sistema confederale. Non si tratta di un’alleanza dettata dall’essere insieme Città della Cultura 2023, ma di un asse strategico che continuerà nel tempo per sviluppare nuovi progetti a sostegno dei sistemi imprenditoriali delle due province”, aggiunge Lamera.
Aderire a Confapi significa far parte di una Confederazione che vanta circa 90 mila aziende iscritte, che da oltre 70 anni rappresenta, tutela e promuove la piccola e media industria italiana, che ha in carico 15 contratti collettivi di lavoro e che partecipa a tutti i tavoli europei, nazionali e regionali di rappresentanza. Confapi Bergamo nasce per diventare un riferimento autorevole per le oltre 85 mila Pmi del territorio bergamasco.