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L’e-commerce è da record, ma qualcuno non se ne è accorto

Segnatevi questo link: https://www.amazon.it/b/ref=nav_shopall_tools?ie=UTF8&node=3119617031. Non è per fare pubblicità ad Amazon che lo citiamo (non ne ha certo bisogno), ma per suggerire agli scettici che finora o, forse, fino a ieri, pensavano che il commercio elettronico fosse una cosa per geek, cioè i patiti di hi-tech, e signorine in cerca di moda scontata, che si sbagliavano. Il gigante mondiale delle vendite online in Italia offre, tra l’altro, accessori per utensili elettrici (55.506 risultati), attrezzi da giardinaggio (9.563), organizzatori di utensili (2.209), attrezzi per la rimozione della neve (191), strumenti di misura e layout (6.007), strumenti per la pulizia (1.107), utensili a mano (62.394), utensili elettrici (15.971): sono solo alcune delle tante voci sullo scaffale virtuale. E la spedizione è gratuita per ordini sopra i 19 euro. Non è la morte dei rivenditori di materiali, di sicuro è una campana di allarme. Anzi, una sirena, un gong, un super petardo. Chi non lo ha ancora capito, si rassegni: la logistica e la tecnologia sono le chiavi del futuro. Anche perché l’abitudine ad acquistare sul web si sta diffondendo in tutte le fasce della popolazione: secondo le stime di Netcomm, quest’anno 9,2 milioni di persone (un quinto dell’intera popolazione italiana) acquisteranno almeno una parte dei propri regali di Natale online, rispetto ai 7,2 milioni che hanno utilizzato l’e-commerce lo scorso anno. E questo in un periodo in cui i consumi languono. Il mercato generato dagli acquisti via internet è stimato in circa 2,5 miliardi di euro. Da segnalare anche che tra questi acquirenti online ci sarà un aumento di quelli che la ricerca definisce come «online first», cioè 2 milioni saranno quelli che compreranno i regali di Natale principalmente o esclusivamente su internet, registrando un aumento del 35% rispetto allo scorso anno. e-commerce

Ovviamente tra i commercianti una fascia di scettici. I più tradizionalisti ribattono che una cosa sono i regali di Natale, un altro è acquistate un carico di mattoni. Ma siamo sicuri che sia così? Secondo gli analisti, le cose stanno esattamente all’opposto: sono proprio i prodotti standard (un mattone, un cacciavite o un chiodo sono uguali uno all’altro) ad avere maggiori chance di essere acquistati online e recapitati comodamente a casa o in cantiere. È la morte del negozio fisico? No, se si adotta una strategia giusta. Bisogna integrare l’attività del punto vendita con l’e-commerce, per ridurre o eliminare la quota di merce rimasta invenduta, grazie all’ampliamento della base clienti. Anzi, il numero dei clienti può essere ulteriormente allargato adottando le giuste strategie di marketing digitale. Prima che lo faccia Amazon.

Arriva un nuovo standard per misurare gli edifici

Arriva un nuovo Standard Internazionale di Misurazione Immobiliare (Ipms) per edifici a destinazione ufficio). Dovrebbe rendere omogenea la misurazione degli immobili, che al momento, nel mondo sono valutati secondo una miriade di standard differenti. Un problema non secondario per le transazioni, che sul mercato immobiliare commerciale hanno superato globalmente il trilione di dollariIl nuovo standard Ipms dovrebbe sciogliere i dubbi e accrescere la trasparenza per le operazioni, favorendo soprattutto le operazioni di acquisto e vendita tra operatori di paesi diversi. Secondo una ricerca della società di consulenza globale JLL, infatti, al momento possono esserci differenze di valutazione anche del 24%: una disparità che frena l’iniziativa e, spesso, porta a contestazioni che si trascinano nei tribunali. Il nuovo standard internazionale di misurazione è stato promosso da una Coalizione di oltre 50 organizzazioni professionali ed elaborato da un team di 18 esperti indipendenti del settore, e certificato a seguito di una consultazione pubblica mondiale. Il governo di Dubai ha già annunciato un programma per l’adozione dell’Ipms e oltre 100 società hanno già segnalato l’intenzione di richiederne l’utilizzo. Ma perché entri in vigore le nuove regole passeranno ancora diversi mesi.ufficio22

Sono ancora in calo i canoni di affitto

Gli affitti scendono. Nel primo semestre del 2014 i canoni di locazione, nelle grandi città, hanno segnato una diminuzione dell’1,8% per i monolocali, dell’1,5% per i bilocali e dell’1,7% per i trilocali. Nei capoluoghi di provincia la contrazione è stata dell’1,3% per i monolocali e dell’1,2% per bilocali e trilocali. Secondo Tecnocasa, il 58,7% di chi cerca in affitto lo fa per trovare l’abitazione principale; anche in questo semestre tra coloro che chiedono i immobili in affitto si registrano numerosi casi di persone che non riescono ad accedere al mercato del credito. Cercano casa in affitto coloro che si trasferiscono per lavoro (36,5%) e, infine, chi va a vivere altrove per motivi di studio e cerca casa vicino alla sede della facoltà frequentata (4,8%). Rispetto all’anno (e al semestre) precedente si nota una diminuzione della percentuale di queste ultime due motivazioni. La spiegazione potrebbe essere la diminuita mobilità dovuta all’aumento della disoccupazione e al fatto che gli studenti scelgano università più vicine al luogo di residenza.

L’analisi demografica di coloro che cercano casa in affitto evidenzia che il 39,3% ha un’età compresa tra 18 e 34 anni, il 32,2% ha un’età compresa tra 35 e 44 anni; il 59,6% è rappresentato da single. Per quanto riguarda le tipologie di contratto di locazione, quello più praticato è il canone libero (4+4), seguito dal concordato e poi da quello ad uso transitorio. Aumenta l’appeal del contratto concordato, soprattutto dopo l’applicazione della cedolare secca agevolata prevista per questa tipologia di contratto. La domanda di abitazioni in affitto si concentra in particolare sui bilocali (38,5%), a seguire il trilocale (35,8%).

Allo stesso tempo, si riscontra un aumento della rigidità da parte dei proprietari ad affittare l’immobile, in quanto si desiderano maggiori garanzie sull’affidabilità dell’inquilino e la continuità dei pagamenti dei canoni di locazione. affittasi-appartartamento-1_128

 

Acqua più cara del 3,9% nel 2014 e del 4,8% nel 2015

Rincara l’acqua. L’Autorità per l’energia elettrica, il gas e il sistema idrico ha approvato le nuove tariffe 2014-2015 per circa 40 milioni di italiani. L’aumento medio sarà del 3,9% nel 2014 e del 4,8% nel 2015, mentre 6 milioni di consumatori beneficeranno di una riduzione del 10% della bolletta. Allo stesso tempo sarà possibile attivare 4,5 miliardi di euro di investimenti nei prossimi quattro anni per nuove infrastrutture, tutela ambientale e miglioramento dei servizi. I dati sono stati presentati a Milano nel corso della terza conferenza nazionale sulla regolazione dei servizi idrici. «In questa prima fase dell’attività dell’Autorità ci siamo focalizzati nel realizzare e applicare un metodo tariffario unico per tutto il Paese. La prossima fase sarà indirizzata al completamento della regolazione, per consolidare ancor più le condizioni di realizzazione degli investimenti e individuare standard per i servizi capaci di incrementarne la qualità», ha detto il presidente, Guido Bordoni.rubinetto

ThyssenKrupp Elevator lancia la piattaforma UrbanHub.com

L’urbanizzazione vedrà un aumento di 2,5 miliardi di popolazione della città entro il 2050 e di 10-11 miliardi di abitanti per la fine del secolo. Circa il 70% della popolazione vivrà in spazi urbani. L’urbanizzazione è una sfida verso scelte sostenibili, per la creazione di città che sono non solo piacevoli, ma anche con strutture più rispettose dell’ambiente possibile, offrendo allo stesso tempo una mobilità efficiente, con infrastrutture adeguate. Per raggiungere questo obiettivo è nata Urban-Hub.com, una piattaforma digitale lanciata da ThyssenKrupp Elevator alla Smart City Expo World Congress di Barcellona. Il traguardo è promuovere il dibattito su come si formanio le città, e come lo sviluppo sostenibile trova una migliore collocazione in questa epoca di rapida urbanizzazione. La piattaforma conterrà anche notizie su edifici in fase di sviluppo che impiegano i principi della sostenibilità.

città

Riqualificare gli edifici farebbe aumentare il Pil del 4%

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Non è una novità che il patrimonio edilizio italiano sia vecchio fortemente e energivoro. Ma forse non tutti sanno che L’Italia è al primo posto in Europa nella classifica delle emissioni medie di Co2 da edifici. Del patrimonio abitativo, composto da 13,7 milioni di edifici (12,1 milioni adibiti a uso residenziale e 1,6 milioni adibiti ad uso non residenziale), il 70% circa è costruito prima che fosse introdotta qualsiasi norma sull’efficienza energetica in edilizia. E genera, da solo, il 36% dei consumi energetici complessivi italiani. Il fabbisogno energetico medio degli edifici del nostro Paese è infatti di ben 180 kWh/m2, contro un fabbisogno medio di 160 kWh/m2 della Spagna e di 150 kWh/m2 della Francia. Il Convegno «Progettare e installare l’integrazione per l’efficienza», prima tappa milanese del Comfort Technology Roadshow organizzato da Mce, Mostra Convegno Expocomfort, manifestazione internazionale biennale rivolta ai settori dell’impiantistica civile e industriale, della climatizzazione e delle energie rinnovabili, ha messo l’accento su questi aspetti. I dati confermano la necessità di interventi per migliorare l’efficienza energetica del patrimonio immobiliare, anche per far fronte a quanto ci chiede l’Europa con la strategia 20/20. Secondo Giuliano Dall’O’, professore associato al dipartimento di Architettura, Ingegneria delle Costruzioni e Ambiente Costruito del Politecnico di Milano, gli interventi di riqualificazione potrebbero portare a «una crescita stimata del Pil fra il 2% e il 4%, e a un aumento dell’occupazione stimato in 460mila posti di lavoro al 2020. Questi dati confermano che tecnologie ad alto potenziale e competenze professionali possono determinare un impatto sul sistema economico e un conseguente effetto volano su tutta la filiera dell’energia».

Per Vittorio Chiesa, docente di Management dell’energia al Politecnico di Milano, gli interventi volti a migliorare l’efficienza energetica negli edifici possono generare da soli un volume d’affari annuo di 7.400 milioni di euro. A fare da traino è il settore residenziale, con un volume d’affari stimato di 4.300 milioni circa: 38 milioni da interventi per ridurre il consumo elettrico e 4.278 milioni da interventi per ridurre quello termico. case-bologna

 

Angelo Carlini eletto presidente di Assistal

Angelo Carlini  è il nuovo presidente di Assistal, Associazione Nazionale Costruttori di Impianti e Servizi di Efficienza Energetica-Esco e Facility Management. Rimarrà in carica per il prossimo quadriennio 2014-2018. A eleggerlo è stata l’assemblea dei soci. Carlini dal 2012 è stato vice presidente di Assistal e opera da più di 30  anni nell’azienda Carlini Signal,della quale è socio unico. Il suo programma prevede tre priorità: rafforzamento della rappresentanza, allargamento della base associativa e una forte attività di lobby a difesa e tutela di un settore che più di altri sta subendo la crisi economica del nostro Paese.

Nel corso del suo intervento Carlini ha inoltre richiamato la necessità di rivedere con urgenza le attuali norme in materia di appalti pubblici cogliendo l’occasione del prossimo recepimento delle direttive europee. «Mai più aggiudicazioni al massimo ribasso senza una adeguata verifica della congruità dell’offerta», ha affermato Carlini «servono regole che premino e valorizzino la qualità e la reale capacità delle imprese. Solo così si potranno creare i presupposti per tornare a crescere e valorizzare chi fino ad oggi ha investito in innovazione e formazione».logo_assistal

Nuovo spazio per JVstore di Jannelli&Volpi

Arriva Natale e JVstore di Jannelli&Volpi regala ai clienti un nuovo spazio espositivo di circa 110 mq all’interno dello storico concept store di Via Melzo 7 a Milano. All’interno del nuovo spazio sarà possibile trovare nuove proposte di arredo, elementi decorativi e oggetti legati al mondo della casa e del decor per gli amanti del design.

Le proposte elite, TO BE con la Biblioteca del Vino, InternoItaliano progetto ideato da Giulio Iacchetti, Miniforms con i suoi complementi d’arredo, si aggiungono ai brand già presenti al JVstore, come Mingardo con prodotti in metallo lavorati a mano e i mobili Muuto.

Nata dall’esperienza e passione dei fratelli Franco e Carlo De Re, TO BE esalta la forza del design made in Italy trasformando semplici complementi d’arredo in veri e
propri oggetti di design. Un esempio la Biblioteca del Vino, un sistema per lo stoccaggio di bottiglie ideale per allestire le pareti, realizzato con un sistema modulare in ferro tagliato al laser e personalizzabile in diverse composizioni.

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Tra i nuovi brand al JVstore sarà presente anche InternoItaliano, un nuovo sistema di produzione e vendita di oggetti d’arredo ideato da Giulio Iacchetti e ispirato al fare e al modo di abitare italiani. L’azienda si basa su un modello di ‘fabbrica diffusa’, con una rete di laboratori, artigiani e aziende manifatturiere sparse sul territorio italiano.

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A completare le nuove proposte i complementi di arredo Miniforms, dallo stile sobrio e autentico: sedie, tavoli e librerie, e nuove soluzioni per la zona giorno.

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L’inaugurazione è prevista il 29 novembre 2014, dalle 16.00 alle 19.00: all’evento saranno presenti i designer e gli ideatori dei brand.

Giorni e orari di apertura JVstore: lunedì al sabato, 10.15 alle 19.00. Apertura speciale per le festività natalizie: 1 al 24 dicembre, lunedì alla domenica, orario 10.15-19.00.

I rubinetti Graff al Capella Hotel di Georgetown

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Storia, lusso, wellness e cucina convivono al Capella Hotel di Georgetown a Washington DC. I rubinetti Graff delle collezioni Sade e Qubic regalano un tocco di personalità in più, donando all’ambiente bagno eleganza e comfort.

Un vero e proprio elemento di arredo dal design contemporaneo, Sade e Qubic di Graff sono stati realizzati in modo personalizzato in base alla specifica richiesta dell’hotel.

Il rubinetto Sade è costituito da una bocca di erogazione curva di forma piatta e da una coppia di maniglie che ne richiamano leggermente l’inclinazione. Qubic è invece squadrato con una forma cubica che dona forza e stabilità al lavabo e all’ambiente bagno.

Le collezioni Sade e Qubic sono composte da tantissimi elementi di rubinetteria nelle finiture PC (cromo) e SN (nichel satinato), mentre Qubic è disponibile anche nelle finiture bianco e nero (PC/WT e PC/ BK). I rubinetti sono in ottone svuotato, a bassissimo contenuto di nikel e piombo, a garanzia di una lunga durata nel tempo (in garanzia con Graff per cinque anni) e nel rispetto delle normative per l’acqua potabile e per la tutela della salute e dell’ambiente.

Situato lungo il canale storico “C & O” di Georgetown, il Capella Hotel offre al suo interno anche una sala panoramica e piscina a sfioro, servizi benessere e fitness e il servizio di Cervantes, uno dei migliori barman di Washington.

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Parx Plastics vince il World Technology Award 2014

Parx-Plastics- World-Technology-Award

Parx-Plastics- World-Technology-AwardPresso il TIME Conference Center di New York, Parx Plastics vince il World Technology Award, premio annuale dedicato alle organizzazioni e personalità più innovative nel campo della scienza, della tecnologia e settori correlati. Un altro punto messo a segno dall’azienda olandese, che all’inizio di quest’anno è stata nominata dalla Commissione Europea come una delle migliori start-­up tecnologiche d’Europa.

Nello specifico Parx Plastics ha vinto nella categoria Materiali, grazie a una tecnologia unica nel suo genere che permette di creare una plastica antibatterica biocompatibile.

Completamente biocompatibile, ecofriendly, non tossica e priva di sostanze che vengano rilasciate dalla plastica, la soluzione Parx Plastics è l’unica tecnologia antibatterica che può essere applicata senza limitazioni in materiali per il confezionamento alimentare con il miglioramento della durata di conservazione dei prodotti. Questa tecnologia può essere utilizzata anche per applicazioni mediche, dove è necessario ridurre le possibilità di infezioni.

Gli altri vincitori nell’edizione World Technology Award 2014 sono Elon Musk (Tesla/SpaceX), Nick Woodman (CEO di GoPro), Palmer Luckey (Fondatore, Oculus), Walter Isaacson (precedente CEO CNN, autore di “Steve Jobs”).

Amianto: le ragioni della giustizia, con la «g» minuscola

amianto
Tetto con Eternit

A volte la giustizia si scrive con la «g» minuscola. È il caso della sentenza sull’amianto dell’Eternit. Da una parte le ragioni del diritto, che applicano alla lettera la norma scritta. Dall’altra, le ragioni del sentimento, della rabbia, delle vittime. È Giustizia la prescrizione? No, è solo giustizia. E le promesse del governo di aggiustare la legge sulle prescrizioni, ammesso che arrivino in porto, non potranno risarcire, comunque i familiari dei 2.500 cittadini di Casale Monferrato, non solo i lavoratori della fabbrica, colpiti dalla particolare forma di tumore causata dalle fibre di amianto.

Certo, era difficile, un tempo, immaginare che questo minerale si sarebbe trasformato in un’arma letale. L’amianto, 1.300 volte più sottile di un capello umano, è stato impiegato  come isolante di edifici, tetti, navi. E come materiale per l’edilizia, utilizzato per tegole, pavimenti, tubazioni, vernici, canne fumarie. Non solo: è stato l’elemento principe per le tute dei vigili del fuoco, presente nelle vernici, nelle parti meccaniche di un’auto, ma nelle corde, plastica e perfino cartoni. Poi, si è scoperto che l’inalazione anche di una sola fibra può causare il mesotelioma e altre patologie mortali, come il carcinoma polmonare. Il problema è che la sua nocività è empiricamente accertata, ma difficile da inserire in un  processo come quello dell’Eternit, da un punto di vista legale, perché il reato prescritto è quello di disastro colposo. E, per il diritto penale, il nesso di causalità ed effetto resta il vero scoglio da superare nei processi di tipo ambientale. Insomma, se invece di disastro fosse stato imputato l’omocidio colposo, sarebbe stata tutta un’altra storia. Tra l’altro, quello della Eternit non è l’unico caso di flop della Giustizia (con la G maiuscola). Il reato di disastro ambientale ha trasformato in un puzzle anche il processo, trenta anni fa, sulle responsabilità della Givaudan e Hoffmann La Roche nell’incidente alla Icmesa di Seveso, avvenuto nel 1976. E, poi, ha ingolfato i processi sul petrolchimico di Marghera e di Gela. In questa colla giuridica si è arenato il giudizio di colpevolezza su Stephan Schmidheiny, l’imprenditore svizzero accusato di conoscere i pericoli provocati dall’amianto e che, forse per la legge del contrappasso, si è trasformato con gli anni in strenuo difensore dell’ambiente. Ma che non si è mai presentato in aula per il processo.

E adesso? Cerchiamo di fare giustizia, almeno con la «g» minuscola. Nel solo Piemonte si contano circa 100mila siti a rischio amianto. Un buon punto di partenza è intervenire per bonificare il territorio. Ne guadagnerebbero la salute, le imprese. E, non da ultima, la coscienza.

Tornano in piazza i lavoratori delle costruzioni

La crisi morde e nelle piazze italiane tornano a sfilare i lavoratori delle costruzioni, con lo slogan «In lotta per il futuro». I sindacati di categoria Feneal-Uil Filca-Cisl Fillea-Cgil hanno organizzato per giovedì 27 novembre una giornata nazionale di mobilitazione del settore, con scioperi, sit-in, presidi e manifestazioni di protesta in tutte le regioni italiane. «In questi sei anni di crisi drammatica sono andati in fumo 800mila posti di lavoro, c’è stato un calo del 47% di investimenti in opere pubbliche, e si registra una pericolosa crescita di lavoro irregolare e nero, delle false partite Iva, dell’illegalità e delle infiltrazioni mafiose negli appalti», spiegano i segretari generali di Feneal, Filca e Fillea, Vito Panzarella, Domenico Pesenti e Walter Schiavella. «Di fronte a questa situazione i governi che si sono succeduti non hanno proposto nulla per rilanciare il settore, che è tornato ai livelli di 30 anni fa». Le organizzazioni sindacali chiedono un nuovo modello di sviluppo, basato sulla qualità dell’impresa, del lavoro e dei prodotti, sulla sostenibilità ambientale ed il risparmio energetico, sulla messa in sicurezza dai rischi naturali, sull’abbandono della cementificazione selvaggia, sul recupero del patrimonio esistente e sulla riqualificazione urbana.sciopero

È stato un settembre nero per le costruzioni

Una conferma che la crisi dell’edilizia non è terminata arriva dai dati relativi a settembre: secondo l’Istat l’indice della produzione nelle costruzioni, corretto per gli effetti di calendario, negli ultimi 12 mesi è diminuito in termini tendenziali del 10,6% (i giorni lavorativi sono stati 22 contro i 21 di settembre 2013) e l’indice grezzo ha segnato un calo tendenziale del 7,5%. L’Istat aggiunge che a livello congiunturale l’indice destagionalizzato ha registrato una flessione del 5,4% rispetto ad agosto.cantiere

Cresme: nel 2015 piccola ripresa in vista

La grande crisi delle costruzioni in Italia, dopo un volo sull’economia mondiale. E le tendenze per i prossimi anni. All’evento organizzato alla Triennale di Milano, The 78 Euroconstruct Conference, il direttore del Cresme, Lorenzo Bellicini, ha scandito lo scenario e le previsioni del mondo delle costruzioni a colpi di numeri e slide. In un contesto in cui le economie dei Paesi emergenti continueranno a crescere, con qualche new entry, come Colombia e Perù, i mercati in cui l’edilizia nei prossimi tre anni avrà un forte impatto sul Pil nazionale, non saranno quelli europei. Bel Vecchio Continente la crescita resterà debole, e ancora di più in Italia. A questo si aggiungono, per il mercato domestico, i problemi arretrati, come lo scoppio della bolla del fotovoltaico (oltre 8 miliardi investiti in pannelli che, in gran parte, oggi costano meno della metà) e le condizioni dell’economia italiana, che sembra avere smarrito la strada della crescita. «Forse per un problema psicologico: siamo depressi», ha chiosato il direttore del Cresme. Bellicini ha anche presentato la fotografia del mercato delle costruzioni in Italia, basandosi sui numeri dell’analisi che presenta il supplemento I bilanci delle costruzioni del mensile YouTrade, in distribuzione tra pochi giorni. Dall’analisi su un migliaio di imprese emerge come negli anni scorsi, compreso il 2014, ci sia stata in Italia una spietata selezione. E a uscire dal mercato sono stati soprattutto due tipologie di aziende: quelle con un fatturato sotto i 25 milioni, troppo piccolo per poter reggere il peso della crisi, e quelle che stanno aspettando che ritorni una crescita dell’edilizia come negli anni passati. In sostanza, quelle che non hanno saputo innovare.

Le previsioni? Bellicini non si è sbilanciato troppo, prefigurando uno scenario positivo (fine delle tensioni internazionali, Ucraina in testa) e uno negativo, che comprende lo scoppio di una bolla finanziaria negli Stati Uniti. Se non ci saranno scossoni, il 2015 per le costruzioni sarà migliore, ma senza crescita di rilievo. Andrà meglio il 2016 (gli investimenti torneranno a salire del 2,9%), quando anche l’edilizia residenziale ritroverà un trend in ascesa. Ma senza tornare ai livelli precedenti. E continuerà il trend delle ristrutturazioni-riqualificazioni: un’area di attività che non interessa solo l’Italia (170 miliardi il valore nel 2014), ma l’intera Europa: vale 69,4 miliardi contro i 25,9 del nuovo.  Nel 2015, però, si assisterà a una ripresa degli appalti pubblici, che potrebbe dare un nuovo impulso al mercato.

Ma, attenzione: in ogni caso le aziende del mondo delle costruzioni dovranno essere state capaci di reinventarsi. Per chi opera sul campo sarà necessario introdurre una forte digitalizzazione dei processi, a partire dalla fase della progettazione. E anche le imprese della distribuzione non potranno più ignorare il mondo del web, a partire dall’e-commerce, un sistema di distribuzione che sta prendendo piede, a partire dall’esperienza degli Usa, dove Amazon ha già introdotto nel catalogo anche la vendita di prodotti idrotermosanitari. C’è, poi, un enorme potenziale di crescita nell’elettronica che entrerà a far parte in modo prepotente della cosiddetta home automation. Non solo domotica, ma anche dispositivi per la sicurezza, per la gestione delle risorse, dell’energia. Insomma, dopo questa indigesta dieta che dura da sei anni, il mondo delle costruzioni è alla vigilia di una rivoluzione che ne cambierà per sempre i connotati. Sta alle imprese adeguarsi per tempo per saper cogliere l’opportunità. Oppure uscire dal mercato.     construzioni

Il Bosco Verticale, a Milano, è il grattacielo più bello del mondo

Il Bosco Verticale di Boeri Studio, realizzato da Hines Italia in Porta Nuova a Milano, è il grattacielo più bello del mondo. Lo ha stabilito la giuria internazionale del premio International Highrise Award, promosso dal Museo di Architettura di Francoforte, che ogni due anni premia l’edificio alto con maggiore appeal e innovativo del mondo. Il Premio, nato nel 2003 grazie allo sforzo congiunto della città di Francoforte, del Museo dell’architettura di Francoforte (Dam) e di DekaBank, che finanzia il progetto, è riservato ad architetti e developer le cui opere raggiungano almeno i 100 metri di altezza e che siano state terminate negli ultimi due anni. Sostenibilità, design e qualità degli spazi interni insieme all’integrazione nel contesto urbano di appartenenza sono i criteri seguiti per la selezione. Per quest’ultima edizione, il Dam ha valutato oltre 800 grattacieli realizzati negli ultimi due anni in tutto il mondo, ha scelto 26 complessi residenziali da cui a settembre è stata selezionata la shortlist dei cinque finalisti: oltre al Bosco Verticale, in lizza erano rimasti il De Rotterdam, a Rotterdam, in Olanda (151,3 metri), realizzato da Office for Metropolitan Architecture (Oma) di Rotterdam, One Central Park a Sydney, Australia (64,5 metri e 116 metri) realizzato da Ateliers Jean Nouvel di Parigi, Renaissance Barcelona Fira Hotel a Barcellona, Spagna (105 metri), realizzato da Ateliers Jean Nouvel di Parigi, Sliced Porosity Block a Chengdu, Cina (123 metri), realizzato da Steven Holl Architects di New York.bosco_verticale

In leggero aumento la spesa disponibile per chi cerca casa

Secondo l’Ufficio Studi del Gruppo Tecnocasa, nelle grandi città la maggiore concentrazione della richiesta è compresa nella fascia di spesa tra 120 e 169 mila euro (23,2%), seguita dalla fascia immediatamente successiva (170-249 mila euro), che incide per il 22,9%, e da quella più bassa (fino a 119 mila euro), che invece pesa il 22,6%. Rispetto a ottobre 2013, c’è un  aumento della percentuale sia su quest’ultima classe (+3,3%) sia su quella successiva, tra 120-169 mila euro (dal 22,2% al 23,2%). Dalla parte opposta, si evidenzia una diminuzione su tutte le altre fasce di spesa. Rispetto alla media delle grandi città si discostano Roma, dove la maggioranza delle richieste riguarda immobili dal valore compreso tra 250 e 349 mila € (26,5%), Milano, Firenze e Bari, con una maggiore concentrazione nella fascia compresa tra 170 e 249 mila, Napoli, Palermo, Torino e Verona, dove incide maggiormente la fascia di spesa inferiore a 120 mila euro. Negli altri capoluoghi di regione che non sono grandi città si registra un aumento molto forte di coloro che desiderano spendere fino a 119 mila euro: un anno fa incidevano per il 33,8%, adesso sono il 41,7%. In diminuzione tutte le altre fasce di spesa, in particolare quelle comprese tra 120 e 169 mila euro e tra 170 e 249 mila. Anche nelle realtà più piccole, quindi, si segnala un aumento della concentrazione nelle fasce di spesa più basse, con percentuali più elevate rispetto a quanto registrato nelle grandi città. Questo è accaduto sia perché i prezzi sono più bassi sia per la diminuita capacità di spesa. L’analisi in questione, inoltre, ci fa propendere per una futura contrazione dei valori.