Home Blog Pagina 483

Re-shoring, se le imprese italiane fanno come Lassie

Non esiste ancora un registro dei pentiti. Ma il fenomeno c’è, e inizia a essere percepibile: imprese che avevano delocalizzato all’estero, in Paesi dove il costo del lavoro è basso, decidono di far ritorno in Italia. Da noi non è merito di politiche particolarmente incentivanti, ma il fenomeno è mondiale: produrre a basso costo, a volte, è un costo. Uno studio di Boston Consulting Group, per esempio, ha calcolato che in Usa il 50% delle aziende con almeno 1 miliardo di dollari di fatturato prevedono un re-shoring, cioè un ritorno delle attività produttive, negli Stati Uniti. In piccolo, è quello che sta avvenendo in Italia, principalmente in Veneto. Qualche mese fa un  gruppo di studio riuniti attorno a Uni-Club MoRe Back-reshoring (con docenti degli atenei di Catania, Udine, L’Aquila, Bologna e Reggio Emilia) ha contato 79 casi di aziende che avevano delocalizzato all’estero e che ora sono rientrate. In più, sono state contate altre 12 aziende che pur non tornando in Italia hanno ridotto la distanza tra la località di produzione e la Penisola: fenomeno che è stato definito di nearreshoring.

Insomma, è un po’ come in quella serie televisiva degli anni Sessanta, dove il pastore belga Lassie dopo tante avventure tornava sempre a casa. Gregorio De Felice, responsabile del servizio studi di Intesa San-Paolo, ha fatto notare che «le dimensioni del fenomeno in Italia sono molto limitate rispetto a quanto sta accadendo negli Stati Uniti», perché negli Usa il crollo dei costi energetici e una politica pubblica di incentivo all’insediamento delle imprese ha favorito un ritorno in grande scala». Ma il contro esodo, seppur limitato, c’è. In particolare, a fare le valige e a tornare in Italia sono le imprese che fanno della qualità e del made in Italy una bandiera. Prime tra tutte quelle del settore moda: «L’Italia non è mai sparita, parlare di reshoring oggi è forse un fatto di modernità», ha confermato Eraldo Poletto, amministratore delegato di Furla, che ha riportato a casa parte delle produzioni che aveva delocalizzato. «Rispetto al 2011 produciamo nel Belpaese 300mila borse in più», ha precisato. Secondo gli esperti, i settori più interessati al re-shoring sono moda (43,5% delle decisioni totali), elettronica ed elettrotecnica (18,8%). mondo

Ma che cosa decide il ritorno a casa le imprese? Soprattutto il risparmio sul dazio doganale e una maggiore prossimità al cliente. Inoltre, si riducono i costi di trasporto e di logistica, ed è più flessibile la gestione degli ordini. C’è anche chi ha calcolato che sotto il 5% di differenza dei costi delocalizzare all’estero si trasformi in una perdita. Senza contare l’aspetto della qualità dei prodotti.

Eppure, se il re-shoring è fenomeno positivo, sconta una mancanza della politica: negli Usa Barack Obama ha fatto del ritorno a casa una colonna della politica economica, convincendo molte aziende a tornare, con le buone o con le cattive. In Italia, invece, il Parlamento non si è ancora accorto di quanto possa essere importante far tornare a casa le imprese. Un bonus a chi rientra, insomma, sarebbe una buona idea.

Stahlbau Pichler per la Maison de la Paix di Ginevra

Maison-de-la-Paix-ginevra

maison-de-la-paix

Un edificio in vetro che ricorda il disegno di sei petali: questa è la Maison de la Paix di Ginevra, un progetto architettonico avveniristico, situato nel cuore del Campus de la Paix che vede la partecipazione di Stahlbau Pichler.

La Maison de la Paix rappresenta una piattaforma mondiale per le questioni legate alla pace, alla sicurezza e allo sviluppo e nasce per accogliere i dipartimenti di ricerca e amministrazione dell’IHEID, oltre a un campus per 850 studenti e le sedi di tre organismi finanziati dal governo svizzero: il Centro per il controllo democratico delle forze armate (DCAF), il Centro di politica di sicurezza (GCSP) e il Centro internazionale per lo sminamento umanitario (GICHD). L’edificio ospiterà infine altre organizzazioni, un auditorium, una biblioteca, una caffetteria, aule e sale per seminari.

L’edificio si divide in sei petali riposti su un unico basamento, costituiti da acciaio S355. Le linee curve del vetro che riveste le facciate, e le differenze di altezza di ogni petalo, creano una struttura elegante, che prende vita man mano che il visitatore si muove intorno ad esso. Oltre ai sei ppetali, la struttura, realizzata da Stahlbau Pichler si compone di cemento armato in lastre fondato su una struttura tubolare, rinforzato da travi visibili sulla facciata a forma di croce.

Maison-de-la-Paix-ginevra

Sempre Stahlbau Pichler si è occupata della realizzazione degli oltre 15.000 mq di facciate in acciaio a doppia pelle. Lo strato interno è dotato di vetro triplo ad elevate prestazioni, che garantisce protezione termica massima, e un sistema automatico che gestisce la quantità ideale di sole negli uffici, nonché un ottimale irradiamento del calore. Un secondo strato di doppio vetro, separato dal primo strato da una passerella per la manutenzione, offre uno schermo acustico supplementare e protezione dall’inquinamento della ferrovia e della città. Il sistema di facciate proposto da Stahlbau Pichler è in grado di resistere ai carichi di progetto, proteggere l’edificio dall’ambiente esterno, assicurare la protezione dal fuoco in diverse forme e le sue prestazioni durano nel tempo conferendo all’edificio un determinato valore estetico nel rispetto della sua funzionalità.

All’ingresso principale, una sporgenza di 21 metri è stata realizzata grazie ad un traliccio ad arco posto nella facciata del primo petalo. Nella sala principale, un’imponente struttura tridimensionale poggia su sei colonne consentendo panorami sconfinati. Infine, i 37 metri di luce libera che coprono le scale sotto il quarto petalo, hanno richiesto un traliccio ad arco nella facciata del petalo.  La molteplicità delle curve all’interno dell’edificio, in assenza di un unico muro rettilineo, crea stanze originali e suggestive. Gli ambienti più suggestivi sono l’auditorium Ivan Pictet, la scala a chiocciola nell’atrio del primo petalo e la le connessioni curve tra i due livelli della libreria.

Maison-de-la-Paix-ginevra

Rent to buy, una formula che prende piede

Rent to buy, cioè affitto con riscatto. Il decreto Sblocca Italia ha aperto alla possibilità che il detentore dell’immobile abbia il diritto-obbligo ad acquistare nei termini contrattualmente stabiliti l’immobile vedendosi riconosciuto tutto o parte dei canoni versati. Insomma, affitto che si trasforma in proprietà. Secondo Alberto Girino, responsabile commerciale di La Ducale(Tecnocasa), «la norma non impone vincoli né sul piano soggettivo né su quello oggettivo, con la conseguenza che i contratti possono essere stipulati sia da persone fisiche che da società e possono essere applicati sia a immobili abitativi che terziari in senso lato; per quanto non espressamente previsto rimanda alla disciplina dell’usufrutto con riguardo in particolare all’inventario e alla ripartizione delle spese di manutenzione. Ampio spazio è lasciato all’autonomia privata nella definizione della durata, all’obbligatorietà o meno dell’acquisto e alla quota di canoni da considerare a sconto dal prezzo». E se fallisce il conduttore? L’esecuzione del contratto è rimessa alla volontà del curatore, che sentito il parere del comitato dei creditori valuterà l’opportunità. Nel caso in cui non venga data esecuzione al contratto, l’inadempimento risulterebbe imputabile al conduttore con la conseguenza che il concedente avrà diritto oltre alla restituzione dell’immobile, anche a incamerare integralmente dei canoni corrisposti. Insomma, ovviamente se non si paga si rischia di perdere l’immobile. Spesso la formula rent to buy è promossa da società immobiliari: e se a fallire fosse il concedente, cioè l’azienda immobiliare? Il contratto proseguirebbe e l’eventuale azione revocatoria ai sensi dell’art. 67 L.F. non sarebbe esperibile in quanto il contratto trascritto è stato precedentemente trascritto. Un tutela a favore del conduttore. Appartamenti

Commercio, anno nero. Ma il prossimo andrà molto meglio

Centro commerciale

Meno negozi nel 2014. Ma nei prossimi due anni potrebbe esserci un’inversione di tendenza. A trascinare in rosso il bilancio è il commercio al dettaglio in sede fissa, in profonda sofferenza: durante l’anno le chiusure (49.517) sono state più del doppio delle aperture (23.005). Positivo, invece il saldo delle imprese su area pubblica: banchi e bancarelle registrano un incremento di 2.824 attività. Bene anche la vendita al di fuori di banchi e negozi, cioè l’e-commerce, ma anche la vendita porta a porta e tramite distributori automatici, che chiude il 2014 con 179 imprese in più.

Centro commerciale
Centro commerciale, rendering

Secondo le stime di Confesercenti, per commercio e turismo, tra gennaio e dicembre 2014, hanno chiuso 91.975 imprese, a fronte di 56.677 nuove aperture. Il saldo finale è negativo di 35.298 attività. Non solo: le imprese che aprono hanno una vita sempre più breve. La percentuale di quelle che cessano l’attività dopo tre anni è ormai sopra il 40%, mentre nel 2000 era sotto il 30%. Nonostante l’ennesimo bilancio negativo, si intravedono segnali di miglioramento: a partire dal prossimo anno si assisterà a un’inversione di tendenza e a un lento ripopolamento del tessuto imprenditoriale. Tra il 2015 e il 2017, il numero di imprese attive di commercio e turismo tornerà ad aumentare, con un incremento di 32.543 unità. Anche se il quadro è profondamente mutato rispetto a quello precedente alla crisi, con una crescita delle nuove imprese concentrata soprattutto nel turismo (+27.765). Durante l’anno i consumi delle famiglie sono stati praticamente uguali a quelli del 2013, con una crescita di appena lo 0,2%. Si è trattato, insomma, di un altro anno di difficoltà: secondo un sondaggio condotto da Confesercenti con Swg, anche nel 2014 è continuata la spending review delle famiglie, con il 92% degli italiani che ha dichiarato di aver ridotto qualche capitolo di spesa. Le imprese si sono difese con le promozioni: le ha praticati l’83%, per uno sconto medio del 27%. In totale, secondo le nostre stime, nel 2014 la pressione promozionale (la quota di prodotti in offerta sul totale) ha raggiunto il 30%. Nel 2007 era il 22,4%. Durante il 2014 si è assistito al proseguimento del trend negativo, con un saldo tra aperture e chiusure negativo per oltre 23.500 imprese.

Costa 1.600 euro all’anno riscaldare un appartamento

L’Italia spende 42 miliardi di euro per il riscaldamento domestico, cioè oltre 1.600 euro all’anno per ogni singola famiglia. Eppure il costo si può dimezzare, grazie agli interventi di riqualificazione energetica, i soli capaci di incidere in maniera strutturale sul peso della bolletta di luce e gas, contribuendo anche alla diminuzione delle emissioni nell’atmosfera.

IL suggerimento arriva da Rete Irene, network di imprese italiane specializzato in riqualificazione energetica. «La maggior parte degli edifici che occupiamo è stata concepita e realizzata in epoche, nemmeno troppo lontane, in cui l’efficienza energetica era una tematica praticamente sconosciuta per architetti e costruttori», spiega Virginio Trivella, coordinatore del Comitato scientifico di Rete Irene. «La situazione odierna è sotto gli occhi di tutti: i nostri immobili sono pesantemente energivori e avrebbero bisogno di efficaci interventi per allinearli agli attuali standard».  Il caro-bolletta, infatti, non è certamente dovuto al freddo polare: alla luce dei cambiamenti climatici, gli inverni risultano infatti, di anno in anno, sempre meno rigidi, tanto che recentemente Legambiente ha addirittura lanciato un appello alle amministrazioni pubbliche e agli amministratori di condominio per rimandare l’accensione dei caloriferi. «La causa principale dei costi eccessivi dei consumi energetici, spiega Virginio Trivella, va ricercata nella struttura stessa delle abitazioni, spesso vecchie, dotate di impianti obsoleti e carenti di manutenzione. Solo l’1% del costruito italiano è efficiente dal punto di vista energetico, mentre la stragrande maggioranza degli edifici è nelle classi energetiche peggiori: dalla D alla G. Intervenire in maniera mirata significherebbe difendere il valore patrimoniale dell’immobile».  calorifero4

La dispersione degli edifici è responsabile del 40% del totale del consumo energetico. Secondo il Fraunhofer Institute, tutta l’Unione Europea, Italia compresa, ha un alto potenziale di risparmio economico ed energetico, pari in media al 41% da qui al 2030. Per quanto riguarda l’ambito residenziale, il potenziale di risparmio è pari addirittura al 61%. Insomma, le tecnologie e gli approcci innovativi disponibili oggi sono in grado di ridurre dell’80% la domanda di energia degli edifici; quel che manca è una forte sensibilizzazione dei cittadini sui vantaggi della riqualificazione e un quadro regolamentare che favorisca gli investimenti necessari.

«Oggi è possibile dimezzare i consumi delle abitazioni, attraverso interventi di riqualificazione energetica. Tuttavia, la deep renovation in Italia è una pratica quasi sconosciuta», continua Trivella. «Anche gli incentivi fiscali per l’efficienza energetica, che dal 2007 al 2014 hanno mosso investimenti per 27 miliardi di euro, avrebbero potuto essere molto più efficaci: solo un decimo degli investimenti è stato destinato alla riqualificazione dell’involucro degli edifici. La metà è stata spesa per sostituire serramenti e un terzo per le caldaie, interventi utili ma che consentono di conseguire risultati più modesti. Gli interventi integrati, che sono i più efficaci, sono stati quasi del tutto ignorati. Se si considerano anche gli incentivi per le ristrutturazioni edilizie, gli investimenti complessivi delle famiglie italiane dal 1998 a oggi sono stati di 190 miliardi. Se tutti questi investimenti che le famiglie hanno fatto fossero stati dedicati all’efficienza energetica, oggi avremmo già superato l’obiettivo di riduzione dei consumi fissato per il 2020. E invece continuiamo ad assistere a interventi di manutenzione degli edifici fatti con pratiche obsolete, senza alcun riguardo per l’efficienza e per l’ambiente».

Saint-Gobain e Sika, trattative a una svolta

Jan Jenisch

Le trattative proseguono, ma si profila un accordo tra Saint-Gobain e il management di Sika, gruppo svizzero che occupa un posto di primo piano in soluzioni che vanno dalla tecnologia del cemento, alle malte per inghisaggio e ancoraggi, fino al roofing (impermeabilizzazione di tetti). Saint-Gobain ha annunciato la settimana scorsa di voler acquisire il controllo del gruppo chimico elvetico, rilevando il 16,1% detenuto da Schenker Winkler Holding controllato dalla famiglia Burkard. La quota corrisponde al 52,4% dei diritti di voto e darebbe ai francesi il controllo del gruppo. Il colosso transalpino è pronto a sborsare 2,75 miliardi di franchi (circa 2,3 miliardi di euro), mentre gli azionisti corrispondenti al rimanente 83,9% di capitale non sarebbero coinvolti nell’offerta. Il take over non ha però incontrato il gradimento del management, che vede anche una sovrapposizione tra i due gruppi in alcune aree di attività. Secondo le indiscrezioni, le resistenze potrebbero essere superate con la garanzia che il numero uno operativo di Sika, Jan Jenisch, e la prima linea del management rimarrebbero al loro posto una volta completata l’operazione. Non solo: Saint-Gobain potrebbe anche garantire che le sovrapposizioni di alcune aree di prodotto non si tradurranno in successivi tagli per il gruppo svizzero.

Jan Jenisch
Jan Jenisch

Nessuna variazione: affittare rende in media il 4,2%

Quanto rende affittare un immobile? Per quanto riguarda le abitazioni, nel primo semestre 2014 l’analisi dei rendimenti conferma il trend degli anni precedenti. Il rendimento annuo lordo nelle grandi città italiane si è attestato infatti intorno al 4,2%. Secondo Tecnocasa, è un rendimento stabile nel periodo che va dal 2002 fino al primo semestre del 2014. L’analisi è stata effettuata nelle grandi città italiane. La curva dei prezzi è stata calcolata facendo riferimento alle variazioni degli immobili per quanto riguarda il compravenduto della tipologia medio usato. L’andamento delle variazioni dei canoni di locazione nel tempo è stato elaborato sul bilocale. Tra le grandi città quelle che hanno il rendimento annuo lordo da locazione più elevato sono Verona (5,3%) e Palermo (4,9%). A Firenze, invece, non si va sopra il 3,9%, così come a Torino, a Milano del 4%, mentre a Roma il rendimento medio scende a 3,7%. case-generica-2

Castelli in vendita: niente crisi per il lusso

Non ci sono solo bilocali o trilocali in città: il mercato immobiliare offre oggi anche castelli, alcuni dei quali con alle spalle una storia di tutto rispetto. Per esempio quello abitato nel Duecento dai grandi personaggi storici della Divina Commedia di Dante, come Farinata degli Uberti e la gentildonna senese Sapia Salviani. Entrambi legati alla storia di due castelli in Toscana: quello di Tavolese vicino a Firenze e quello di Sapia, vicino a Siena. Tutte e due in vendita. Da Nord a Sud, sono in vendita decine di castelli privati. I prezzi oscillano da 1.200 a 8.500 euro a metro quadro per immobili di grande fascino e pregio, in perfetto stato di manutenzione, alcuni dei quali già adibiti a strutture ricettive turistiche, oltre che ad aziende agricole. Gli alti costi di manutenzione e la crescente pressione fiscale sugli immobili hanno convinto molti proprietari, spesso da più generazioni, di valutare opportunità di vendita rivolte al mercato straniero, che in questo momento storico è l’unico interessato ad acquistare oggetti di questa tipologia, che definire di lusso è riduttivo. Per la clientela straniera si tratta di prezzi interessanti, soprattutto se rapportati ai costi di altre città nel mondo: per un appartamento di 150 metri quadri a Londra, nel quartier e Myfair, occorrono 6 milioni di euro, la stessa cifra a New York per 130 metri quadri in Central Park.

I più vantaggiosi da acquistare si trovano in Piemonte: per un castello tra i più scenografici del Monferrato, immerso in un parco di alberi secolari, 5.962 metri quadri di interni perfettamente restaurati, una foresteria del Cinquecento, occorrono circa 7 milioni, poco più di 1.000 euro a metro quadro. Anche in altre regioni italiane si possono trovare occasioni nello stesso ordine di prezzo: dall’Umbria all’Emilia Romagna, dal Lazio alla Liguria, fino alla Toscana, una delle più richieste per questo tipo di immobili. È il caso dell’ottocentesco Castello di Acquabella, nello splendido scenario della Riserva Naturale di Vallombrosa, vicino all’omonima Abbazia, restaurato a regola d’arte, per un totale di circa 5.000 mq di superfici interne.castello

È boom natalizio per i droni da giardino

Drone Minimission

I droni sono la grande tendenza del Natale 2014. Ma forse i più utili sono droni quelli da giardino: macchine automatiche che si prendono cura del prato in totale sicurezza. «Più di una vendita su dieci si concentra in questo periodo: è una tendenza che abbiamo registrato l’anno scorso e che viene confermata anche quest’anno», afferma Massimiliano Pez, general manager di Neumann Italia, azienda appartenente al gruppo tedesco Neumann Robotics leader nell’automazione industriale e nello sviluppo di soluzioni innovative dedicate all’outdoor. «Nonostante il periodo della manutenzione del prato sia per il momento congelato, vista la stagione, il drone da giardino sta riscuotendo un buon successo come strenna natalizia per chi ha un prato da accudire». Le vendite dei droni non registrano un andamento on/off nel corso dell’anno, ovvero si impennano nei periodi caldi quanto c’è effettivamente l’esigenza di tagliare il prato per poi fermarsi nelle stagioni fredde quando gli interventi di manutenzione del verde si riducono molto. «Circa il 12% delle nostre vendite si concentra nei mesi prenatalizi di novembre e dicembre, con un trend di crescita all’interno dello stesso mese: guardando a novembre, per esempio, le ultime due settimane hanno fatto registrare il 50% in più rispetto alla prima parte del mese. All’interno della gamma Mission, la preferenza è rivolta verso il modello più piccolo, il Minimission che soddisfa le esigenze per i prati fino a 800 mq», sostiene in manager.

Il modello MiniMission, per esempio, è un sistema di rasatura interamente automatico ideale per prati fino a 800 mq è programmabile fino a 4 zone di lavoro e ritorno automatico alla stazione di ricarica. Dotato di sensore pioggia e con una bassa rumorosità (63 dBA), è spinto da due motori lamabrushless ed è in grado di superare pendenze fino a 20 gradi (35%) assicurando un’altezza del taglio da 20 a 60 millimetri. Il pacco batteria è da 28V Li-ion, senza manutenzione e senza effetto memoria. Le dimensioni sono 54x38x25 cm (LxPxH) e pesa 8,4 kg.

Drone Minimission
Drone Minimission

Per i negozi più annunci di vendita e prezzi in calo

Per i negozi è un momento difficile anche da un punto di vista immobiliare: secondo l’ufficio studi di Immobiliare.it, l’offerta di spazi commerciali in vendita nelle città italiane negli ultimi due anni è arrivata a crescere, in alcuni centri, di oltre l’8%, mentre i prezzi hanno seguito la direzione opposta, vale a dire quella del calo che, in città come Torino e Bologna, ha superato addirittura il 20%. Secondo lo studio, l’aumento dell’offerta ha riguardato, per la prima volta negli ultimi dieci anni, anche le grandi e famose vie dello shopping. A livello nazionale, nell’ultimo anno, si è assistito a un calo dei prezzi di vendita pari al 4,3%; diminuzione maggiore quella dei canoni di locazione che scendono dell’8,6%. Focalizzando la ricerca sulle grandi città, le cifre richieste per la vendita di un negozio sono diminuite in maniera meno netta (-3,7% rispetto al 2013); stesso discorso per gli affitti di spazi commerciali che sono scesi del 7,6%. A Milano, per esempio, la metà dei negozi in vendita è concentrata nel centro storico; a Roma, invece, soltanto il 26% degli annunci riguarda immobili centrali, dato che rispecchia la maggior tenuta della vita di quartiere tipica della Capitale.  Tra le grandi città Bologna e Torino sono quelle che hanno fatto registrare l’aumento dell’offerta di vendite più elevato (rispettivamente +4,4 e +4,7% in un anno). Parallelamente anche i prezzi sono quelli che hanno subito i cali maggiori, arrivando a scendere fino all’8,5%. Per le locazioni, la città che è riuscita a contenere maggiormente il calo dei prezzi è stata Venezia (-1,4%) anche per una disponibilità di spazi decisamente contenuta rispetto ad altri centri. In termini di offerta, l’aumento dei negozi proposti in locazione ha raggiunto spesso la doppia cifra: a Torino, ad esempio, si registra un +12,6% di annunci in più in un anno nelle retail streets. negozio vendita

Il 70% delle aziende elettrotecniche aumenta gli investimenti

Quasi il 70% delle aziende del settore di elettrotecnica ed elettronica hanno investo nei primi sei mesi del 2014, con un aumento (rispetto al medesimo periodo dello scorso anno) registrato dal 40% delle Pmi e una stabilità espressa dal 42%. Ma non solo: oltre il 61% delle aziende ha programmato investimenti anche nel secondo semestre 2014. Oltre il 70% di quelli effettuati nel periodo considerato si sono concentrati su Ricerca & Sviluppo di nuovi prodotti, oltre che sull’acquisto di macchinari e attrezzature. Sono i risultati di un sondaggio ricerca presentato a Milano durante la XIII Giornata della Ricerca intitolatoa Le tecnologie Anie per la Sostenibilità. Le tecnologie elettrotecniche ed elettroniche svolgono un ruolo di primissimo piano nella triplice declinazione di questo concetto, che si concreta in sostenibilità ambientale, efficienza energetica e risposta alle sfide sociali contemporanee. Si tratta di un comune denominatore che abbraccia in maniera trasversale le diverse soluzioni tecnologiche rappresentate all’interno della base associativa Anie.

Molte le applicazioni tecnologiche presentate, grazie ai contributi di Abb, AnsaldoBreda, Esa Energy, Gewiss, Omron Electronics, Siel, Siemens, Sirti e StMicroelectronics. Spaziando nell’ambito del tema sostenibilità, si è parlato di reti intelligenti, le smart grid disegnate per accogliere gli apporti delle energie rinnovabili non programmabili, per il miglioramento della qualità e della sicurezza della distribuzione secondaria e della generazione distribuita. Affrontato anche il tema dell’efficienza energetica nelle sue diverse applicazioni: dalla fabbrica intelligente del futuro all’illuminazione a Led, dalle tecniche di smart metering ai sistemi di automazione dell’edificio. Il discorso sulla sostenibilità ha inevitabilmente toccato anche il settore del trasporto intelligente, in ambito ferroviario e per quanto riguarda i veicoli elettrici, fino ad arrivare a toccare l’argomentoInternet of Things e l’attuazione dell’Agenda Digitale Europea in ambito urbano.

«L’impegno nella Ricerca e Innovazione rappresenta una priorità strategica per la crescita e lo sviluppo, soprattutto in momenti di crisi e incertezza prolungata come l’attuale», ha dichiarato Claudio Andrea Gemme, Presidente Anie Confindustria. «Anche a livello europeo, infatti, l’innovazione tecnologica costituisce il volano per favorire crescita e creare occupazione. Gli obiettivi posti a livello europeo sono molto ambiziosi: creare 3,7 milioni di posti di lavoro e realizzare un aumento annuo del PIL di circa 800 miliardi di euro entro il 2020. Le imprese aderenti ad Anie possono davvero diventare il motore del cambiamento che le sfide sociali della nostra società attuale ci impongono: per questo la nostra Federazione ha attivato recentemente lo Sportello Ricerca, per sostenere le imprese nel percorso, spesso tortuoso, di accesso ai finanziamenti Horizon 2020, un’occasione da non lasciarsi assolutamente scappare».elettricista

Mutui calati del 50% in sette anni, ma ora c’è ripresa

I mutui sono in ripresa: ma tornano a salire partendo da un livello molto basso: le erogazioni in sette anni sono calate del 50%. Lo rivela l’Osservatorio Assofin-Crif-Prometeia. Nel primo scorcio del 2014, però, le richieste sono tornate a salire: i mutui d’acquisto sono aumentati del 5,3%, ma sono soprattutto le surroghe (+208%) a essersi impennate. La crescita più rilevante l’hanno registrata i mutui immobiliari: nei primi nove mesi il numero di contratti è aumentato del 7,1%. I mutui a tasso variabile, più convenienti, hanno visto aumentare ulteriormente la propria quota, che si è attestata al 67%. Nei prossimi mesi le previsioni indicano un’ulteriore contrazione dei mutui a tasso fisso, più onerosi per gli stessi istituti bancari. La convenienza del tasso variabile spiega la corsa ai mutui di surroga, che hanno raggiunto i 114 mila euro. Torna così a crescere anche la predisposizione degli italiani a richiedere un mutuo, facendosi sostenere dalla banche. Segno, questo, forse anche di una maggiore fiducia nelle previsioni ottimistiche per i prossimi mesi e nel sistema bancario.

Per il credito al consumo, invece, la crescita è più moderata (+1,2%), ma c’è: in testa ci sono i finanziamenti legati all’acquisto di automobili e moto, saliti di quasi il 7% ma soprattutto a causa di operazioni promozionali. Scesi del 7%, invece, i finanziamenti di altri beni, come particolare arredamento, elettronica ed elettrodomestici. In calo anche i prestiti personali (-1,5%). Non si abbassa, invece, il rischio di credito: il tasso di default per i prestiti al dettaglio nel complesso (i ritardi da sei rate in su), è a quota 2,4%.  euro banconote

Sottocoperture Onduline al BAU 2015 di Monaco

onduline-sottocoperture-2

Il Gruppo Onduline sarà al BAU 2015, il Salone Internazionale di Architettura, Materiali e Sistemi di Monaco (dal 19 al 24 Gennaio 2015), con la sua gamma di soluzioni per sottocoperture e coperture leggere, ideali per tutte le applicazioni in edilizia.

Presso il suo stand (A3.310), Onduline presenterà i nuovi sistemi da sottocopertura, in grado di risolvere i problemi di infiltrazione, penetrazione dell’umidità e ristagno d’acqua, anche con basse pendenze fino al 15%, su tutte le tipologie di tetto e con qualsiasi copertura in coppi o tegole. In presenza di falde molto ripide,
è possible fissare meccanicamente gli elementi di copertura con griglie metalliche e appositi ganci.

Ideali in caso di ristrutturazione, i sistemi da sottocopertura Onduline, grazie ai profili ondulati delle lastre, permettono una doppia circolazione d’aria, per una struttura sana e sempre asciutta ed una lunga durata nel tempo del manto di copertura.

La gamma di sottocopertura comprende lastre specifiche per coppi, per tegole o le nuove lastre Polivalenti, utilizzabili indifferentemente come lastre sottotegola, con la posa della necessaria listellatura, o come lastre sottocoppo.

I sistemi Onduline saranno in esposizione al BAU 2015. Il team tecnico e commerciale del gruppo sarà a disposizione di architetti, progettisti, imprenditori e operatori del settore attivi sui vari mercati europei per offrire consulenze specifiche e supporto tecnico.

Anie: per il 2015 sempre più estero in agenda

Per il 2015 Anie Confindustria ha un’agenda zeppa di appuntamenti: 32 quelli in calendario. Le missioni imprenditoriali di interesse trasversale saranno dieci, distribuite in quattro continenti. Quattro, invece, le missioni dedicate a comparti specifici dei settori Anie. Le partecipazioni fieristiche, infine, saranno in totale 13, oltre a cinque iniziative di incoming di delegazioni estere coordinate da Ice-Agenzia provenienti da Algeria, Arabia Saudita, Brasile, Emirati Arabi Uniti e Iran in occasione di Expo. Il programma è stato anticipato a Milano, nella sede dell’Ice, durante l’Open day attività internazionali di Anie.bandiere2

Le più recenti tendenze di mercato confermano il primato dell’export nella generazione di fatturato per le imprese del comparto elettrotecnico ed elettronico: le stime Anie prevedono per il 2014 un incremento dell’export dell’1,4%rispetto al 2013. Le esportazioni registrano un rafforzamento, pur in un contesto di incertezza dello scenario economico internazionale, influendo positivamente anche sull’andamento del fatturato totale del settore. Tra le aree individuate come più promettenti per l’industria Elettrotecnica, spicca l’America, con un +10,8% delle esportazioni previsto per l’anno che si sta per chiudere. Quadro un po’ meno roseo per l’Elettronica, che potrà contare sull’Asia Orientale come unico mercato di riferimento in crescita rispetto allo scorso anno.

Secondo un’indagine condotta dal Servizio studi di Anie presso un campione rappresentativo di Pmi associate, il fatturato estero continua a rappresentare una sicurezza imprescindibile. I consuntivi del primo semestre 2014, rispetto al secondo semestre dell’anno scorso, vedono un 71,4% di imprese affermare che il volume dell’export è aumentato o rimasto stabile. Le stime relative al secondo semestre 2014, rispetto al primo semestre dell’anno, sono ancora più incoraggianti: per il 53,1% delle aziende del campione il fatturato estero è in aumento, mentre per il 34,7% è rimasto stabile. Per le aziende Anie, addirittura, l’internazionalizzazione è tra i fattori che hanno contribuito a modificare in maniera irreversibile la struttura organizzativa e la gestione delle risorse umane in azienda.

Sempre secondo questa indagine, i mercati esteri che hanno contribuito in misura maggiore alla crescita del fatturato delle Pmi di Anie sono stati Unione Europea, Medio Oriente, Paesi europei extra-UE, America Latina e Nord America. E il 65% delle aziende ha intrapreso attività di sviluppo nei mercati esteri nel corso del primo semestre di quest’anno. Oltre alle esportazioni pure, le modalità di internazionalizzazione preferite in questo stesso arco temporale sono state la stipulazione di accordi commerciali in loco, l’avvio di joint venture, l’apertura di uffici di rappresentanza, siti produttivi e filiali commerciali estere. Non stupisce, allora, che l’export manager sia tra le figure professionali più ricercate nel comparto, richiesta da un quinto delle aziende associate.

 

FederLegno: grazie ai bonus ottimismo per il 2015

Un successone che va ripetuto e, probabilmente, si ripeterà: il bonus casa ha sostenuto il settore Legno Arredo, che chiude il 2014 con un calo del fatturato del 2,7%. I ricavi, però, sono attesi in crescita il prossimo anno. Bene le esportazioni (+2,9%) che compensano parzialmente il calo dei consumi interni. Il sistema Legno Arredo anche nel 2014 subisce le conseguenze della stagnazione che blocca la domanda interna dell’Eurozona e in particolare della recessione del mercato italiano. I pre-consuntivi 2014 mostrano un fatturato alla produzione a fine anno di 26,7 miliardi di euro, per il quarto anno consecutivo in contrazione (-2,7%). Rallenta significativamente, ma prosegue ancora, l’erosione della base manifatturiera nazionale con ulteriori chiusure di aziende (-1.600) e perdita di occupati (-3.800) soprattutto nei comparti più dipendenti dal mercato nazionale delle costruzioni.

Continuano a crescere per il quinto anno consecutivo le esportazioni (+2,9%), anche se il trend non riesce a controbilanciare l’ulteriore contrazione del -4,2% del consumo interno apparente. Nel corso del 2014 si è consolidata un’evidenza già emersa durante l’anno scorso: pesa positivamente sul contenimento del calo dei consumi interni l’efficacia degli incentivi fiscali per la casa (detrazioni 50% per ristrutturazioni, bonus mobili ed ecobonus 65%). Senza questo pacchetto di misure di sostegno alla domanda nazionale il bilancio negativo sarebbe stato più drammatico. «Il bonus mobili, si è dimostrato uno strumento molto efficace di politica industriale: grazie agli effetti di tale misura, infatti, nel biennio 2013-2014 stimiamo un recupero di spesa finale di oltre 1,9 miliardi di euro, che altrimenti i cittadini italiani non si sarebbero potuti permettere. Una spesa che ha sostenuto in modo significativo il fatturato e l’occupazione delle imprese nazionali della manifattura e del commercio. Sono infatti almeno 10mila gli addetti rimasti in forza grazie al bonus. Al Governo e in particolare al Premier Renzi va il nostro plauso per aver ascoltato la voce delle imprese», sottolinea il presidente di FederlegnoArredo Roberto Snaidero.

snaidero_riconferma(1)
Roberto Snaidero

Se, come previsto dalla legge di stabilità, gli incentivi saranno confermati, il 2015 dovrebbe rappresentare l’anno di arresto dell’emorragia della domanda nazionale. Le proiezioni basate sulle previsioni dichiarate dalle imprese associate a FederlegnoArredo (Termometro Vendite) prospettano per il 2015 una crescita del fatturato alla produzione dell’1,5%, trainato dalle esportazioni (+5%), con una stabilizzazione del consumo interno apparente a -0,9%.

Italcementi, a Bergamo summit con i big della sostenibilità

Cemento sostenibile. Il tema è stato affrontato da i.lab, il Centro di ricerca e innovazione di Italcementi. Un summit ha visto riuniti i vertici delle società leader nella produzione sostenibile di materiali per le costruzioni, tra cui, oltre a Italcementi, Holcim, Lafarge, Cemex, Heidelberg, Titan. L’occasione è stato l’annuale Csi Ceo Meeting, presieduto da Carlo Pesenti, Consigliere delegato di Italcementi Group, che dal novembre 2013 è nel suo mandato triennale alla guida della Cement Sustainability Initiative. Si tratta di una realtà che opera nel quadro del World Business Council for Sustainable Development, unisce 24 principali produttori di cemento con attività in oltre cento paesi, impegnati nello sviluppo sostenibile nella convinzione che questo sia fortemente interconnesso con le finalità del settore. Insieme, queste imprese rappresentano circa il 30% della produzione mondiale di cemento, accogliendo sia grandi multinazionali, sia piccoli produttori locali.

Anche attraverso il costante contributo di Italcementi Group sin dal 2000, anno di fondazione, la Csi affronta una serie crescente di tematiche relative allo sviluppo sostenibile, dalle più consolidate aree di interesse come salute e sicurezza, l’azione contro i cambiamenti climatici, le emissioni in atmosfera, fino alle nuove sfide emergenti quali la biodiversità, l’acqua, la gestione della supply chain e molte altre. Grazie a continue iniziative lanciate nel tempo, attivamente supportate da Italcementi Group, la Csi ha affermato la sua leadership a livello mondiale nel promuovere la comprensione, la misurazione e la trasparenza sulle prestazioni integrate, abbracciando allo stesso tempo una forte cultura tesa all’eccellenza, ben al di là della conformità legislativa.

L’i.lab, il luogo che ospita l’evento, non solo è un edificio simbolo che esprime al meglio l’attitudine del Gruppo all’eccellenza operativa, ma è anche un punto di riferimento per la sostenibilità come guide per la nuova edilizia e per nuovi stili di vita. L’edifico, progettato da Richard Meier, risponde ai requisiti più stringenti in materia di risparmio energetico e qualità innovativa della progettazione ed è certificato Leed Platinum (Leadership in Energy and Environmental Design), il più alto standard di certificazione energetica e ambientale per l’edilizia al mondo.

CSI-meeting-2014