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Green Building Council Italia promuove gli incentivi

Gianni Silvestrini

Dal recente vertice sul clima di Parigi, è emerso con forza il ruolo dell’edilizia nell’accelerazione delle politiche di decarbonizzazione. Secondo un’analisi elaborata per l’Italia dall’Enea e dalla Fondazione Mattei nell’ambito del progetto internazionale Deep Decarbonization Pathways, il settore residenziale potrebbe contribuire al 2050 con un taglio del 90-95% delle emissioni climalteranti. In pratica, gli interventi “spinti” sull’edilizia consentirebbero di risparmiare al 2030 e al 2050 rispettivamente 15 e 30 milioni di tonnellate equivalenti di petrolio l’anno. Si tratta di un’ulteriore indicazione dell’importanza di avviare su larga scala, nella fase che si apre dopo Parigi, il passaggio alla riqualificazione spinta (Deep Renovation) di interi edifici. Questa la sfida dell’edilizia dei prossimi anni. In questo contesto Green Building Council Italia  punta ad accompagnare la trasformazione del mondo delle costruzioni fornendo strumenti di misura delle prestazioni energetico e ambientali riconosciuti internazionalmente. «Una prima opportunità riguarda l’edilizia pubblica, che dal prossimo anno potrà accedere ad incentivi del 65% per gli interventi di riqualificazione energetica Nzeb», secondo Gianni Silvestrini, presidente di Green Building Council Italia. Un obiettivo, quelli degli edifici a energia quasi zero, raggiungibile anche con  la certificazione Leed, pratica riconosciuta in oltre 155 paesi nel mondo.

Gianni Silvestrini
Gianni Silvestrini

Con Isobio la casa si infila un cappotto di paglia

Paglia, argilla, grano, erba o altri materiali organici, quando vengono mischiati a leganti innovativi potrebbero offrire una maggiore efficienza energetica e comfort abitativo, rispetto ai materiali dei tradizionali pannelli isolanti. È quello che sta cercando di dimostrare il progetto Isobio, sostenuto dal programma dell’Unione europea Horizon 2020, nell’ambito della categoria Materiali per involucri edilizi. La ricerca sui bioaggregati, coordinata dal professor Alan Taylor del The Welding Institute (Twi) di Cambridge con un partner di sei Paesi diversi, si propone di sviluppare materiali da costruzione realizzati con il 50% in meno di energia e Co2 e il 20 % in più di efficienza termica rispetto ai prodotti provenienti da linee industriali della filiera petrolchimica o da impianti energivori, o che al termine del loro ciclo di vita devono essere smaltiti in discariche specializzate con un elevato costo ambientale. Un altro obiettivo è la riduzione di almeno il 15% dei costi totali e del 5% dell’energia totale consumata durante il ciclo di vita di un edificio. Diverse fide per risolvere un annoso trilemma: garantire la certezza di approvvigionamento delle materie prime, realizzare prodotti con un vero vantaggio competitivo e ridurre le emissioni.maxresdefault

Il primo passo è stato identificare i materiali organici più promettenti per l’isolamento e spesso si tratta di scarti o prodotti secondari dell’industria alimentare. In ogni caso i bioaggregati sono il risultato dell’unione di materiali organici e inorganici perché complementari. Per esempio canapa e paglia hanno proprietà isolanti, e se trattati con resine igrotermiche e gel a nano-particelle diventano solidi, traspiranti, resistenti all’umidità e ignifughi. Mescolarli però non è sempre facile: la canapa si lavora con la malta di calce ma l’incompatibilità chimica potrebbe compromettere la resistenza del composto e i ricercatori usano la nano-tecnologia per migliorarne le proprietà meccaniche e strutturali. La scoperta interessante non è solo l’incremento di efficienza ma le nuove potenziali caratteristiche: il canapulo, la parte centrale dello stelo della canapa, ha una struttura porosa che attenua l’umidità e la mantiene a un livello più costante.IMG_6545-1000x562

Ma c’è un altro aspetto spesso sottovalutato: negli edifici sigillati quasi ermeticamente senza spifferi le persone possono sentirsi a disagio. E anche se i nuovi materiali compositi assicurano un maggior comfort, devono essere solidi quanto i supporti tradizionali. Così, per rendere i bioaggregati a base di canapa impermeabili si stanno usando trattamenti idrofobici. Il risultato è che il vapore acqueo ma non l’acqua allo stato liquido lo può attraversare. Rimane poi una delle questioni fondamentali: la compatibilità di questi nuovi materiali con i processi produttivi esistenti, che verrà verificata con una serie di prototipi dimostrativi su scala industriale. Nonostante le difficoltà, il mercato per i materiali compositi di Isobio è promettente assicura Taylor perché sotto il profilo logistico, l’uso di materiali organici locali aiuta a ridurre i costi di trasporto, mentre l’impiego di scarti o sotto prodotti aiuta a controllare il prezzo di vendita. Dal punto di vista della domanda, la scarsità di alloggi, soprattutto a un prezzo accessibile renderà indispensabile trovare nuovi metodi di costruzione e un nuovo tipo di progettazione che renda l’intero processo più rapido ed economico.

La sede di Unicredit a Sofia è Building of the year

L’International Center UniCredit Bulbank di Sofia, progettato da SGS Architetti Associati e Studio Scagliotti

L’International Center di UniCredit Bulbank a Sofia, progettato da SGS Architetti Associati e Studio Scagliotti, vince il premio Building of the Year categoria Concrete in architecture. Parte del merito va al disegno della facciata rinnovata con i pannelli I-light di Italcementi, fatti con un impasto di nuovissima concezione messo a punto per il padiglione italiano di all’Expo di Shanghai e legato con particolari resine in grado di fare filtrare la luce. Di conseguenza anche l’illuminazione ha un ruolo importante ed è quella con tecnologia Led inserita nel contesto con la consulenza tecnologica dall’azienda milanese Hi Lite Next.

L’International Center UniCredit Bulbank di Sofia, progettato da SGS Architetti Associati e Studio Scagliotti
L’International Center UniCredit Bulbank di Sofia, progettato da SGS Architetti Associati e Studio Scagliotti
Dettaglio dei pannelli trasparenti I-light di Italcementi
Dettaglio dei pannelli trasparenti I-light di Italcementi

Il palazzo anni 80’, completamente ristrutturato in soli 3 mesi, è un imponente edificio nel cuore della capitale bulgara voluto da UniCredit Bulbank come struttura per le aziende straniere che vogliono avviare un’attività nel Paese, degli uffici temporanei a disposizione di imprenditori italiani e non. È chiaro che nell’intervento di ristrutturazione gli architetti hanno tenuto conto di questo fattore e infatti primo piano è progettato con un meccanismo intelligente di pareti mobili che permette di modulare gli spazi secondo necessità. Perciò sia le luci che riscaldamento, raffreddamento e ventilazione, costruiti con il sistema Vrv (Flusso di Refrigerante Variabile), sono controllati con una soluzione domotica gestibile direttamente dal cliente tramite app che incorpora anche una funzione di prenotazione delle sale riunioni. Gli uffici sono completamente open space, l’unico elemento separatore è costituito da pareti anch’esse realizzate con il cemento I-light. Il pavimento è rivestito da marmo lucido nero assoluto indiano, mentre quello delle sale riunioni è in marmo levigato bianco thassos e granito marmo lucido nero assoluto indiano, due colori che insieme al rosso dominano gli arredi.Bulbank2

Una delle sale riunioni
Una delle sale riunioni
L'ingresso con il pavimento in marmo lucido nero
L’ingresso con il pavimento in marmo lucido nero

Addio parallelepipedo, arriva il mattone termodissipatore

Un nuovo mattone, dalla singolare forma ad angolo, sta aprendo la strada a soluzioni architettoniche più confortevoli, economiche, e sostenibili specifiche per i climi caldi. Inventato dagli architetti colombiani Miguel Niño e Johanna Navarro di Sumart Diseño y Arquitectura Sas, il Bloque Termodisipador (mattone dissipatore) è in argilla e concorre a mantenere gli edifici naturalmente freschi attraverso il suo design intelligente. Realizzato con una forma irregolare, il mattone angolare e perforato non solo migliora il comfort termico dell’edificio, ma aiuta anche a ridurre gli sprechi di materiale e i tempi di costruzione. Infatti, a differenza dei laterizi tradizionali, il Bt (Bloque Termodisipador) ha cinque lati e ed è asimmetrico, con un grande lato angolato che lo protegge dalla radiazione solare, mentre la struttura cellulare porosa consente ai venti di passare attraverso i fori e dissipare l’eventuale calore immagazzinato. Bloque_Termodisipador

Secondo gli architetti con mattoni standard, il calore viene trasferito in una direzione, a causa delle superfici orizzontali che costituiscono i canali, i quali agiscono come ponti termici e conducono il caldo verso l’interno a una maggiore velocità. Al contrario le superfici orizzontali del Bloque Termodisipador sono interrotte da una serie di sotto-canali più piccoli, rendendo così il percorso più lungo, e rallentando il flusso di aria e riducendone la quantità in ingresso all’interno. Non solo, hanno anche il vantaggio di ridurre il rumore perché interrompono e riflettono le onde sonore.

Inoltre, diversamente dai mattoni piatti, quelli angolati possono essere impilati in una varietà di layout tridimensionali oppure essere combinati con le forme standard nella costruzione della parete, la scanalatura poi aiuta a garantire che la stessa quantità di malta venga versata versato su ogni pezzo per minimizzare lo spreco. Infine, durante l’installazione con un giunto distanziatore, si creano piccoli spazi triangolari tra i mattoni per permettere all’aria di circolare.Bloque-Termodisipador-by-Sumart-10-1020x610

Urb-Grade: la riqualificazione energetica è di quartiere

Si parla tanto di rigenerazione urbana ed ecco un progetto battezzato Urb-Grade per la riqualificazione energetica di interi quartieri. Promosso dall’Unione Europea e finanziato con oltre 4 milioni di euro del Settimo programma quadro per la ricerca e lo sviluppo tecnologico (Fp7) Cooperazione e Ict, punta sugli open-data per realizzare una piattaforma che consentirà alle amministrazioni locali e alle utility di promuovere e scegliere gli interventi di adeguamento più adatti. La novità è l’approccio District as a Service Platform (DaaS Platform), che consiste nell’implementare una serie di sensori per raccogliere varie informazioni da affiancare ad altre fonti open data e risorse basate su sondaggi. Questi contenuti vengono poi incrociati con tecniche di elaborazione di eventi complessi (Cep) per generare informazioni disponibili su una piattaforma di servizio comune basata sul cloud.urb-grade_hd.original

Per trattare tutti gli aspetti di un quartiere sono stati avviati tre progetti pilota in diverse località con differenti obiettivi di risparmio energetico. La raccolta dei dati è durata circa un anno e mezzo ( alcuni lavori sono ancora in corso) e a Eibar in Spagna si propone di migliorare l’efficienza energetica dell’illuminazione stradale in aree commerciali, residenziali e industriali senza compromettere il livello di comfort dei cittadini. Nella danese cittadina di Kalundborg invece, si punta a ridurre il consumo di energia delle case promuovendo l’utilizzo di energie rinnovabili. Infine, a Barcellona l’idea è quella di migliorare il profilo di consumo energetico negozi su strada considerando la sostituzione delle lampadine con i led o di vecchi elettrodomestici con apparecchi in classe A. Tutte le informazioni raccolte sono ora in fase di elaborazione.

Promos promuove Dall’Aglio a responsabile organizzativo

Angelo Dall'Aglio
Angelo Dall'Aglio

Avvicendamento alla guida di Promos, la società che organizza Cersaie, il Salone Internazionale della Ceramica per l’Architettura e dell’Arredobagno che si tiene annualmente a Bologna. Angelo dall’Aglio è il nuovo responsabile organizzativo del Salone. Subentra a Nerio Manfredini, il quale resterà comunque in seno all’organizzazione in qualità di consulente. Angelo Dall’Aglio, 46 anni, è architetto e designer laureato al Politecnico di Milano ed è in Promos da tre anni, con una esperienza pluriennale nell’architettura d’interni, nel design industriale, nell’exhibit e nell’art direction.

Angelo Dall'Aglio
Angelo Dall’Aglio

Perizie immobiliari: spesso a perire è la valutazione

Valore di mercato, codice di condotta dei periti, procedure di quotazione, metodo di confronto e prassi finanziarie. Ma, secondo Rete delle Professioni Tecniche, composta da alcuni consigli nazionali e coordinata dall’Associazione Bancaria Italiana (Abi), non solo: tra le nuove linee guida che fissano i criteri per le perizie immobiliari si conferma anche il ruolo del professionista iscritto agli Albi e agli Ordini professionali. Attualmente in Italia, la valutazione può essere svolta da innumerevoli figure professionali, lasciando ancora aperta la questione dell’aggiornamento e della qualifica in assenza di un albo specifico. E in pratica, chi esercita questa professione certifica le proprie competenze con le regole di standardizzazione ISO 17024 e la qualifica Rev (Recognised European Valuer) di Tegova. Ma rimangono disattesi i criteri di obiettività e di indipendenza inclusi nel codice di condotta Abi, se l’ordinamento professionale a cui appartiene il tecnico non abilita per legge il suo operato. Inoltre, compenso e svolgimento dell’incarico devono essere adeguati alla natura e all’ubicazione dei beni, mentre sono richiesti corsi di aggiornamento pari a 60 ore ogni 3 anni. perizia_immobili

Insomma, il documento messo a punto dalla Rete delle Professioni Tecniche nasce dalla necessità di adeguarsi alla direttiva Ue sui mutui, e dalle norme di vigilanza europea sul patrimonio, ma in definitiva è una forma di tutela per i consumatori visto che la trasparenza e la corretta valutazione degli immobili sono elementi essenziali nelle operazioni di erogazione dei crediti e per gli istituti di credito in operazioni finanziarie come le cartolarizzazioni. Infatti, secondo Armando Zambrano, presidente del Consiglio Nazionale Ingegneri, l’adozione di queste linee guida dovrebbe scoraggiare le società che assumono incarichi, anche in subappalto, dal proporre onorari che non coprono neppure i costi della prestazione. Una prassi che abbassa la qualità della prestazione resa, danneggia il committente inconsapevole di quanto avviene e coinvolgendo il sistema bancario crea un danno per la collettività. Gli standard internazionali non consentono che una valutazione sia formulata da una società anche se è accettabile l’uso dell’espressione per conto di unitamente all’apposizione della firma del professionista responsabile.

Dec: un meeting per mettere sotto la lente la crisi

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Il vice direttore Sebastiano Barisoni di Radio 24 ha partecipato a un incontro organizzato da Dec, Consorzio della distribuzione edile, assieme a 147 rivenditori associati in tutta Italia. Scopo dell’evento è stato quello di innalzare la consapevolezza degli associati relativamente al mercato attuale e futuro, con particolare riferimento all’avvenuto ingresso della GDO. L’incontro ha visto la partecipazione di Enrico Adinolfi, direttore generale Consorzio Dec, che ha sottolineato l’importanza dell’aggregazione per affrontare il mercato attuale.

«Tutti chiedono quando si uscirà da questa crisi. Non siamo in crisi», ha sostenuto il giornalista economico di Radio 24. «Perché le crisi hanno sempre avuto cause diverse, ma si svolgevano in tempi relativamente brevi. Tre anni e dopo si tornava a crescere più di prima. Il problema è che questa non è una crisi». Non serve tornare ai livelli del 2007, perché l’importante è andare avanti e trasformarsi seguendo il cambiamento. «O si comprendono le nuove leve del mercato oppure obiettivamente si sta scegliendo quella che si chiama una lenta consunzione». Anche i consumatori sono radicalmente cambiati. «Il taglio dei consumi c’è stato in tutti i settori, i sociologi la chiamano neo-sobrietà. Alcune spese sono diminuite, alcune sono cresciute, altre sono arrivate a zero. Stiamo ragionando su una nuova categoria culturale, perché il Paese ha rimodulato le sue priorità di spesa, diventando più razionale. E non è detto che sia peggio». «Questo vuole essere il primo di una serie di momenti formativi per il Dec, un’occasione per un approfondimento culturale al di là delle logiche di prezzo e di prodotto. Come ha detto Barisoni, non siamo di fronte a una crisi, ma a un nuovo paradigma economico. Il consorzio vuole essere uno strumento per intercettare i nuovi modelli di business e fornire soluzioni per affrontare il mercato in continuo mutamento», ha concluso Adnolfi.

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Nomisma: per riqualificare «re-partiamo» da zero

Perché non si riesce a tradurre in una nuova politica industriale la forte attenzione maturata sulla necessità di intervenire sul patrimonio immobiliare pubblico e privato? Con quali obiettivi strategici e paradigmi di intervento vengono costruiti i “progetti di riuso” immobiliare e urbano dal mondo pubblico-privato? Quali strumenti normativi e finanziari sono davvero disponibili e accessibili? Sono le domande poste in un documento aperto redatto da Nomisma con Saie per esplorare insieme al mercato, agli operatori, alle istituzioni delle vie credibili al rinnovamento urbano. Nel progetto battezzato Re-Use, Re-Start, le vie credibili devono essere quelle possibili e realmente praticabili, perché si tratta di una sfida complessa in un’epoca dove non è più l’offerta a governare la domanda e il mutamento richiede nuovi approcci orientati verso una dimensione sociale e una coralità produttiva. Con questa premessa la società di ricerca individua cinque campi di azione su cui maturare un pensiero condiviso.

Re-Use: con il 56,7% di edifici cielo-terra costruiti prima degli anni ’70, le città sono piene di rifiuti urbani. Comprendere che il riuso non si limita all’efficientamento energetico, ma invece è un’opportunità di valorizzazione dell’immobile nel contesto locale e internazionale, si pensi alle certificazioni Nzeb, significa creare uno strumento per intercettare le nuove domande delle famiglie e i mutati bisogni delle città;Distribuzione

Re-Energize: per accompagnare una possibile evoluzione degli interventi sull’efficientamento degli edifici. Ma sono necessari standard di certificazione ambientale (Leed, Breeam) riconosciuti e condivisi che consentano di coinvolgere la finanza internazionale e una visione coordinata della gestione del patrimonio immobiliare, delle tecnologie di diagnosi energetiche dell’edilizia, della gestione efficiente degli immobili, del ruolo delle utilities nella fornitura e gestione dei servizi energetici urbani. Solo così si può pensare di raggiungere gli obiettivi 2030;

OBIETTIVIRISPARMO

Re-Industry: l’indagine Nomisma sulle famiglie italiane del 2015 rileva l’intenzione di avviare progetti di riqualificazione pari a 6,6 milioni di famiglie è sei volte superiore rispetto alle intenzioni di acquisto casa, circa 1,1 milioni di famiglie. Un passo per trasformare questo mercato potenziale in mercato reale potrebbe essere l’integrazione di più player e creare lanciare un modello in grado di operare attraverso le diverse componenti della lunga filiera della riqualificazione.INTENZIONIACQUISTO

Re-Finance: per mettere a fuoco i rischi e la finanziabilità dei progetti. È una delle principali criticità nei processi di rigenerazione e riuso, soprattutto perché c’è un gap culturale legato ai tempi lunghi di rientro economico degli interventi, poco in linea con le attese di rientro entro 2-5 anni della maggior parte degli operatori del settore. In più mancano meccanismi e strumenti finanziari adeguati. Due le ipotesi, intermediare una quota rilevante del risparmio delle famiglie finalizzandolo a un fondo rotativo nazionale oppure una raccolta obbligazionaria di scopo, con lo Stato come garanzia pubblica del capitale investito. Una soluzione che potrebbe lanciare una nuova era dei Borc (buoni ordinari di reti comunali, o anche di reti civiche).

Re-Housing: perché un progetto di riuso urbano non può prescindere da un quadro reale dei fabbisogni abitativi. In Italia gli immobili adibiti ad uso residenziale sono 12 milioni di cui il 65% in classe G. Un enorme potenziale che potrebbe rappresentare l’occasione giusta per rivedere i modelli attraverso cui si affronta la questione abitativa e favorire un’industria della casa innovativa.

Casa in leasing e bonus per il controllo degli impianti

Case a Milano

Ci sono nuovi importanti emendamenti che riguardano la casa nella Legge di Stabilità. Il primo, approvato in commissione e proposto dalla Lega Nord, estende l’ecobonus all’acquisto e installazione di strumenti per il controllo a distanza degli impianti di riscaldamento. Una agevolazione, per esempio, per chi vuole rimodernare gli impianti condominiali. Un’altra novità è quella che riguarda la casa in leasing: anche i privati potranno comprare la prima casa tramite rateazione e riscatto finale, proprio come un’automobile. La commissione Bilancio della Camera ha approvato questo emendamento alla legge di Stabilità, che fissa le regole per l’avvio del cosiddetto leasing immobiliare. Il meccanismo è simile a quello valido già per le imprese: l’intermediario finanziario acquisterà l’immobile, l’utilizzatore pagherà una sorta di affitto e, alla fine, potrà riscattare la casa.

Case a Milano
Case a Milano

Torna a crescere Internorm, specialista austriaco di serramenti

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Torna a crescere Internorm, lo specialista austriaco di serramenti con filiali in tutto il mondo. Merito anche della ripresa generale dell’intero comparto, sia in Italia che nel resto d’europa, come testimoniato dall’amministratore delegato dell’azienda, Johann Pichler.

Un lavoro continuo basato su una strategia che poggia i suoi pilastri su qualità e ricercatezza costruttiva e progettuale. Per questo l’azienda sta ponendo le basi per un portfolio prodotti ancora più integrato, dalle facciate continue ai vetri, in grado di completare ulteriormente la gamma ed essere sempre di più il produttore di riferimento per progettisti e imprese. I nuovi investimenti produttivi, tra cui l’apertura di nuove aziende in Danimarca e Slovacchia, rendono quella di Internorm un’offerta completa nel panorama dei serramenti, che punta ad aree di mercato a minore competitività e meno sensibili ai cali del settore delle costruzioni.

L’amministratore delegato della filiale italiana di Internorm, Daniele La Sala, ha tracciato un bilancio positivo, dando nuove aspettative al comparto dei serramenti, almeno per quanto riguarda i prodotti di fascia alta, come il legno/alluminio o gli scorrevoli, che rappresentano il fiore all’occhiello della produzione Internorm.
 “È chiaro che in uno scenario industriale che vede il suo sviluppo basarsi sulla riqualificazione del patrimonio edilizio in senso tecnologico soprattutto nell’ottica del risparmio energetico, poter offrire una integrazione di produzioni lungo tutta la filiera del serramento e in tutte le tipologie di involucro trasparente, consente una maggiore progettualità di sistemi e componenti, ancora più avanzata rispetto ai già elevati canoni di Internorm, che, ricordiamo, hanno portato, in particolare negli ultimi venti anni, innovazioni di grande rilievo nel mondo dei serramenti”.

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L’innovazione e l’alto contenuto tecnico-progettuale sono alla base dei prodotti del gruppo austriaco, che mira a soddisfare la domanda di riqualificazione del patrimonio edilizio, con massime prestazioni e nuove funzionalità. “Contro l’ingresso nella fascia bassa del mercato di nuove realtà produttive, per lo più provenienti dai paesi dell’Est, con prodotti che nulla hanno di tecnologico e che invece tenderebbero ad appiattire la qualità dei serramenti verso la standardizzazione e l’economicità”.

Molto importante per Internorm è anche la qualità della distribuzione, soprattutto per quel che concerne la fase di installazione. “L’importanza della collaborazione con i Partner locali è cruciale per offrire quel circolo di qualità totale di cui già dagli anni ’80, Internorm è stata una delle prime società in Europa ad essere perfetta interprete”.

Electro Power Systems, stoccaggio a Torino e accordo a Milano

Carlalberto Guglielminotti, ceo di Electro Power Systems

Torino e Milano unite nella energia alternativa. A Torino prende via il nuovo impianto produttivo di Electro Power Systems, società nata nel 2005 da uno spin-off del Politecnico di Torino. Electro Power Systems opera nel settore dell’energia sostenibile e specializzata in sistemi e soluzioni di stoccaggio di energia a zero impatto ambientale. Intanto la società, attraverso l’acquisizione di Elvi Energia, si posiziona come l’unico provider technology neutral di soluzioni di dispacciamento e garanzia di capacità per sistemi elettrici basati su fonti rinnovabili. Elvi Energia, leader italiano nell’integrazione di sistemi, è un altro spin off, ma del Politecnico di Milano, e conta su una tecnologia rivoluzionaria ed integralmente proprietaria, un’esperienza di dieci anni e un track record di oltre 13 MW installati, per il 2% della quota di mercato mondiale. Electro Power Systems ha anche sottoscritto un accordo quadro con Enel mirato allo sviluppo di sistemi integrati ed ibridi di stoccaggio energetico per micro-reti e per l’elettrificazione delle zone rurali, nonché servizi di bilanciamento in ambito on ed off-grid.

Carlalberto Guglielminotti, ceo di Electro Power Systems
Carlalberto Guglielminotti, ceo di Electro Power Systems

Unicmi scrive al governo: via il coefficiente H’t

Il ministro dello Sviluppo Economico, Federica Guidi
Il ministro dello Sviluppo Economico, Federica Guidi

«L’introduzione del coefficiente H’t (coefficiente globale di scambio termico per trasmissione per unità di superficie disperdente ndr) rischia non solo di provocare gravi conseguenze per il comparto industriale italiano delle facciate continue e per l’indotto della filiera industriale dell’involucro, ma anche di porre enormi limiti progettuali all’architettura e di condizionare i valori del mercato immobiliare italiano». Giovedì 3 dicembre gli oltre 150 imprenditori presenti all’assemblea generale di Unicmi hanno votato all’unanimità una mozione per lo stralcio del coefficiente H’t dal Decreto «Applicazione delle metodologie di calcolo delle prestazioni energetiche e definizione delle prescrizioni e dei requisiti minimi degli edifici», del 26/06/2015, che sarà spedita al presidente del Consiglio Matteo Renzi, al ministro dello Sviluppo Economico, Federica Guidi, e ai presidenti delle commissioni Ambiente, Territorio e Lavori Pubblici di Camera e Senato. La mozione ha coinvolto la condivisione non solo delle aziende appartenenti alla divisione Facciate Continue di Unicmi (un settore che rappresenta un’eccellenza del Made in Italy nel mondo) e della filiera industriale dell’involucro edilizio (un comparto che fattura oltre 1,8 miliardi di euro), ma dell’intero fronte associativo rappresentato dalle 13 Divisioni Unicmi, ha già raccolto l’adesione di importanti Studi di progettazione italiani e sarà trasmessa per condivisione agli organismi di rappresentanza degli Architetti e degli Ingegneri oltre che alla Presidenza dell’Ance.

Unicmi ritiene che, benché l’intenzione del legislatore sia certamente stata più che apprezzabile, la modalità con cui il principio di efficienza energetica dell’involucro è applicato e tradotto in pratica sia anacronistico e molto lontano dalla realtà professionale, progettuale e costruttiva attuale nel campo delle facciate continue (o tecnologiche che dir si voglia). Il grande rischio che si sta correndo e di cui Unicmi è testimone è che committenti e investitori rinuncino a intervenire sul patrimonio edilizio esistente visti gli extra-costi che sarebbero costretti a sostenere. Fra la committenza, sta infatti passando il pericoloso concetto per cui il legislatore, fissando un’asticella irrealizzabile e onerosa, scoraggi e blocchi gli interventi con richieste estreme e difficilmente sostenibili finanziariamente, piuttosto che incoraggiare efficientamenti più graduali, con obiettivi realistici e realizzabili.

Unicmi chiede anche l’avvio di un tavolo tecnico di confronto con il ministero dello Sviluppo Economico finalizzato ad una analisi della tematica e alla ricerca di soluzioni condivise e sostenibili.

Il ministro dello Sviluppo Economico, Federica Guidi
Il ministro dello Sviluppo Economico, Federica Guidi

A due passi da Milano cura Schöck per 168 appartamenti

Il rendering del complesso Residenza il parco a Lainate, progettato dall'architetto Riccardo Canella

Un quartiere composto da quattro grandi edifici per un totale di 168 appartamenti dislocati su nove piani, tra bilocali, trilocali, quadrilocali ed attici, tutti in classe A, quattro locali commerciali al piano terra e circa 200 box auto privati. La Residenza Il Parco è senza dubbio un esempio concreto del grande progetto di riqualificazione di un’ex area industriale situata in prossimità del centro cittadino di Lainate, vicino a Milano. Territorio urbanizzato all’interno di un parco pubblico con percorsi pedonali ed aree attrezzate: gli appartamenti ben suddivisi e con locali luminosi hanno balconi e terrazze in calcestruzzo armato di diverse dimensioni e con sporgenze variabili da 120 a 250 centimetri, dai quali godere la vista su un parco esteso per quasi 14mila metri quadrati. È chiaro che per raggiungere gli alti standard abitativi il progettista, l’architetto Riccardo Canella, ha scelto materiali, finiture e soluzioni impiantistiche e tecnologiche all’avanguardia.

Il rendering del complesso Residenza il parco a Lainate, progettato dall'architetto Riccardo Canella
Il rendering del complesso Residenza il parco a Lainate, progettato dall’architetto Riccardo Canella

Per esempio, per garantire l’isolamento termico di tutti gli elementi a sbalzo, ossia i balconi e i terrazzi, sono stati utilizzati i giunti isolanti Isokorb, prodotti dall’azienda Schöck. Infatti, i balconi, se non correttamente isolati, possono determinare perdita di calore verso l’esterno, e anche causare la formazione di condensa e macchie di muffa sulle pareti, con conseguenti danni alla struttura. I giunti, grazie alla combinazione di acciaio inox, reggispinta in calcestruzzo a elevate prestazioni e a uno strato isolante in polistirolo espanso, sono in grado di separare termicamente gli elementi costruttivi e di ridurre i ponti termici. Non solo, oltre a coibentare, Isokorb assolve anche un’importante funzione strutturale e garantisce una completa sicurezza statica, confermata da numerose certificazioni. Una tra tutte quella del Servizio Tecnico Centrale del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici che gli ha attribuito la certificazione di idoneità all’impiego (Cit). Inoltre, lo studio condotto dal Politecnico di Milano ha confermato l’assoluta idoneità di Isokorb anche all’uso in zone a media-alta sismicità. Un motivo in più che ha definitivamente convinto i progettisti della Residenza Il Parco.

Posa in opera dei giunti isolanti Isokorb, prodotti dall’azienda Schöck
Posa in opera dei giunti isolanti Isokorb, prodotti dall’azienda Schöck
Pianta del palazzo 3B
Pianta del palazzo 3B

Tecnasfalti-Isolmant, prestazioni a basso spessore

Il rendering del complesso in costruzione Residenza Regina Margherita

Meno spessore, più prestazioni. È la nuova frontiera dei prodotti e dei sistemi applicati ai processi costruttivi: lo sviluppo di pacchetti integrati con un maggiore livello di rendimento e ridotte quantità di materiale. L’obiettivo? Incrementare l’efficienza e ridurre i consumi. Un approccio che si concretizza con una specifica caratteristica merceologica, quella del basso spessore, che oltre a risolvere ostacoli progettuali offre numerosi vantaggi anche in cantiere, per esempio la velocità di posa. Come nel caso di Isolmant IsolTile, un materassino isolante anticalpestio di soli 2 millimetri di spessore nel catalogo di Tecnasfalti-Isolmant e utilizzato nella costruzione del lussuoso complesso Residenza Regina Margherita vicino alla storica Villa Reale di Monza. La stratigrafia ideata dagli architetti Carlo Maria Capra e Katia Galbusera per i solai orizzontali prevede il supporto strutturale, gli impianti di distribuzione, i materassini Isolmant, i pannelli per il sistema di riscaldamento a pavimento, lo strado di massetto di finitura autolivellante, il rivestimento. Ma se nella maggior parte delle superfici orizzontali il materassino sottomassetto scelto è Isolmant BiPlus, ideale in tutti i casi in cui si necessiti di elevati valori di comfort acustico, negli ultimi piani per una specifica esigenza progettuale si è fatto ricorso a Isolmant IsolTile per rispettare l’altezza minima dei locali, vista l’impossibilità in alcune zona del complesso di modificare la quota di imposta del solaio.

Il rendering del complesso in costruzione Residenza Regina Margherita
Il rendering del complesso in costruzione Residenza Regina Margherita

La soluzione è stata quella di abbinare al materassino il sistema di riscaldamento a pavimento Uponor Minitec, un altro prodotto a basso spessore. Risultato? Un’interessante variante sul tema del riscaldamento a pavimento estremamente compatta, costituta da nuovo pacchetto funzionale: supporto + isolamento + impianto. Così, nel cantiere della Residenza Regina Margherita il materassino Isolmant IsolTile è stato incollato sul piano costituito dallo strato di livellamento impianti, successivamente sono stati posati il pannello Uponor Minitec e la relativa tubazione; a sistema di riscaldamento posato è stato gettato il massetto autolivellante in spessore 2 centimetri.

, Il materassino isolante anticalpestio Isolmant IsolTile, di soli 2 millimetri di spessore
Il materassino isolante anticalpestio Isolmant IsolTile, di soli 2 millimetri di spessore
Isolmant IsolTile posato in abbinamento con il il sistema di riscaldamento a pavimento Uponor Minitec
Isolmant IsolTile posato in abbinamento con il il sistema di riscaldamento a pavimento Uponor Minitec

In tutto il complesso sono state utilizzate la Fascia Tagliamuro Isolmant al di sotto delle pareti interne e la Fascia Perimetrale Isolmant spessore 3millimetri e altezza 3centimetri appositamente studiata per desolidarizzare impianto e massetto dal paramento murario.

Il pacchetto funzionale supporto + isolamento + impianto
Il pacchetto funzionale supporto + isolamento + impianto

Ecco le funzionalità nel dettaglio. Isolmant IsolTile è un isolante anticalpestio in polipropilene ad alta densità, accoppiato su entrambi i lati a un geotessile tecnico in polipropilene (Fibitec Xp1) che garantisce ottime prestazioni di abbattimento del rumore, ed elevate caratteristiche meccaniche e di adesione al supporto al supporto alla pavimentazione. Non solo, è molto versatile: negli interventi di ristrutturazione risana acusticamente il solaio esistente senza richiedere il rifacimento della pavimentazione, sia incollato alla piastrella o al parquet, ma anche con la posa flottante, oggi sempre più usata per le sue proprietà ecologiche (nessun uso di colle) e la pulizia degli interventi.

Invece, Uponor Minitec è il pannello per la posa di sistemi di riscaldamento che consente una installazione rapida e veloce in soli 15 millimetri di ingombro complessivo: pannello spessore 12 millimetri più tubazione Uponor Comfort Pipe. Il pannello ha spessore di soli 12 millimetri, per un modulo di posa di 50 millimetri. La superficie inferiore del pannello è autoadesiva per rendere ancora più facile la posa sui supporti esistenti, mentre i fori, appositamente studiati, assicurano un annegamento ottimale in massetti autolivellanti e fluidi in genere.

 

 

L’antico Borgo Merlassino diventa B&B

Soffitto a losanghe (fotografie di Lugi Bartoli, Gabriele Leo, Fondazione La Raia)

L’intervento di recupero di un complesso all’interno dell’azienda agricola La Raia, nella campagna piemontese di Novi Ligure sulle colline del Gavi, è il risultato di una progettazione in itinere durante i lavori in cantiere. Così è rinato Borgo Merlassino, una cascina dell’800, dove tutte le testimonianze del mondo contadino dell’epoca che si trovavano in completo stato di abbandono sono state restaurate: fienile, stalla, porcilaia, pollaio, deposito, cisterna, letamaia, aia, tettoia, residenza agricola. Ma attenzione, il lavoro, quello dello studio deamicisarchitetti, si è focalizzato sulla valorizzazione dello spazio tra le cose più che degli edifici per ritrovare un rapporto con il paesaggio circostante e amplificarne la bellezza: «Man mano che l’impresa metteva mano ai singoli manufatti o singole porzioni di spazi aperti, improvvise ed inaspettate scoperte hanno reindirizzato le scelte progettuali», ha spiegato l’architetto Giacomo De Amicis. Infatti, per enfatizzare il panorama come prima cosa è stata demolita la vecchia stalla esterna che rappresentava un elemento d’interferenza in modo da ottenere un’apertura visiva verso il bosco, la valle e i vigneti. Tutti elementi che caratterizzano il nuovo borgo insieme agli spazi aperti ridefiniti con gradoni verdi, il porticato, il prato e l’aia.

L'esterno di Borgo Merlassino (fotografie di Lugi Bartoli, Gabriele Leo, Fondazione La Raia)
L’esterno di Borgo Merlassino (fotografie di Lugi Bartoli, Gabriele Leo, Fondazione La Raia)
Esterni di Borgo Merlassino (fotografie di Lugi Bartoli, Gabriele Leo, Fondazione La Raia)
Esterni di Borgo Merlassino (fotografie di Lugi Bartoli, Gabriele Leo, Fondazione La Raia)

Il risultato è un complesso di appartamenti, quattro di diverse metrature che offrono la formula del Bed & Breakfast, arredati con pezzi di design, oggetti e accessori realizzati con materiali di recupero e mobili antichi immersi, un luogo speciale per la sensazione di serenità che si percepisce. Intorno spazi aperti eterogenei e pensati per varie attività: la residenza per il personale dell’azienda agricola, uno spazio conferenze estive, un deposito, i laboratori della scuola steineriana, sala lettura, il laboratorio per la produzione di marmellate. Come si arrivati a questa configurazione? Dal ritrovamento della vecchia cisterna dell’acqua interrata nella collina antistante l’aia per esempio è sorto il cortile del laboratorio della scuola.

Soffitto a losanghe (fotografie di Lugi Bartoli, Gabriele Leo, Fondazione La Raia)
Soffitto a losanghe (fotografie di Lugi Bartoli, Gabriele Leo, Fondazione La Raia)
Panoramica (fotografie di Lugi Bartoli, Gabriele Leo, Fondazione La Raia)
Panoramica (fotografie di Lugi Bartoli, Gabriele Leo, Fondazione La Raia)

Invece, la scoperta di una parte costruita con l’antica tecnica del pisé o terra battuta, realizzata con argilla umida compattata in casseforme, ha orientato la scelta del progettista nel mettere in risalto, dove possibile, questa caratteristica per esaltare il valore estetico contemporaneo della trama materica. Anche i colori utilizzati, varie tonalità che vanno dal rosso all’ocra della terra cruda, e le variazioni cromatiche di tipo decorativo, come le losanghe del solaio principale, rappresentano un ulteriore piano di lettura del rapporto tra il vecchio e nuovo. E l’intera filiera di produzione dai materiali di costruzione fino alle finiture proviene da aziende del territorio così come la scelta di fornitori e mano d’opera locale per contribuire allo sviluppo economico del territorio. L’opera di ristrutturazione non è ancora terminata, ma anzi grazie al suo approccio è in continua evoluzione. Quello che si sa già è che parti del vecchio fienile e la stalla, oggi adibita a sala conferenze estiva e archivio deposito, sono destinate a cambiare forma e carattere in futuro. L’unica certezza è che senso del tempo, la misura, l’equilibrismo tra vecchio e nuovo sono il vero tema del progetto.

Un interno (fotografie di Lugi Bartoli, Gabriele Leo, Fondazione La Raia)
Un interno (fotografie di Lugi Bartoli, Gabriele Leo, Fondazione La Raia)