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Artur Fischer, è scomparso l’inventore del tassello

Artur Fischer

«Sono interessato a qualsiasi problema di cui posso fornire una soluzione», diceva Artur Fischer, l’inventore del tassello, morto il 27 gennaio all’età di 96 anni nella sua casa di Waldachtal, nella Germania sudoccidentale. Fabbro per formazione e riparatore ossessivo per inclinazione, ha registrato 1.100 brevetti e battere il record di Thomas Edison a quota 1.093. Dopo la creazione di un meccanismo sincronizzato per il flash della macchina fotografica nel 1947, dispositivo poi acquistato dalla Agfa, l’anno successivo fonda l’azienda omonima e per i successivi 70 anni si dedica a creare soluzioni per risolvere i problemi tecnici del settore delle costruzioni. Il gruppo fischer, oggi guidato dal figlio Klaus conta 4mila dipendenti, 43 filiali a livello mondiale e 14 mila prodotti, molti dei quali indispensabili per gli hobbisti in tutto il mondo. Inventore prolifico e poliedrico, per esempio ideò, prendendo spunto dalle spine a muro, una vite a espansione per sistemare le ossa rotte e di recente ha messo a punto un gadget che consente di tenere e tagliare un uovo di qualsiasi dimensioni. Era il 1946 quando un albergatore gli raccontò che l’apertura delle uova alla coque durante la colazione dei clienti provocava disastri. Ma, l’impatto del suo tassello di ancoraggio e dei suoi sistemi di fissaggio è stato così profondo, da spingere un quotidiano come Der Spiegel a scrivere: «Quello che Bill Gates è stato per il personal computer, Artur Fischer lo è stato per le riparazioni fai-da-te».

Artur Fischer
Artur Fischer

Leroy Merlin: il laboratorio fai-da-te per gli under 12

Chi l’ha detto che il fai-da-te con vari attrezzi di bricolage e gardening è solo per i grandi? Anche i più piccoli possono imparare a creare con le proprie mani, grazie al progetto “Farò, Crescere con Leroy Merlin“. A partire da sabato 27 febbraio fino a sabato 3 dicembre, la catena francese per un anno offrirà dei laboratori gratuiti ai bambini della scuola primaria presso la libreria e spazio co-working Open Milano, lo stesso dove si tengono i corsi per adulti. Ogni appuntamento, in tutto sono otto con la periodicità di un sabato al mese, sarà animato da un esperto selezionato e formato da Leroy Merlin e tratterà una tematica legata a una ricorrenza o alla stagionalità, per esempio la festa del papà o la festa della primavera. Ovviamente, le attività sono divise in base della difficoltà e del livello di manualità, ma comunque mirate per una fascia di età che va 7 agli 11 anni. Al termine di ogni laboratorio, che dura due ore dalle 10.30 alle 12.30, i bambini potranno portare a casa l’oggetto che hanno realizzato, anche nella terrazza durante la bella stagione, a contatto con la terra, l’acqua, le piante e i semi. Infatti, uno degli obiettivi è di stimolare i giovani apprendisti a sviluppare il senso del tatto ed entrare in sintonia con la natura.Leroy_Merlin

 

Ogni laboratorio prevede la partecipazione di 12 bambini e si potrà prenotare on line. La prenotazione è libera e potrà essere effettuata di volta in volta seguendo le indicazioni pubblicate sulla pagina Facebook di Open: www.facebook.com/openmilano.

L’elenco dei workshop:

Sabato 27 febbraio – UN INVERNO DA RICORDARE: realizzare una cornice portadisegni (classe 4 e 5)

Sabato 19 marzo – FESTA DEL PAPÀ: creare una damiera con pedine in legno (classe 1, 2, 3, 4 e 5)

Sabato 16 aprile – FESTA PRIMAVERA: far crescere un fiore (classe 1, 2 e 3)

Sabato 7 maggio – FESTA DELLA MAMMA: creare un segnalibro legno (classe 1, 2, 3, 4 e 5)

Sabato 24 settembre – FESTA DEI NONNI: realizzare un acchiappasogni (classe 4 e 5)

Sabato 22 ottobre – HALLOWEEN: creare una lanterna e dei guanti mostruosi (classe 1, 2, 3, 4 e 5)

Sabato 19 novembre – NATALE: creare delle lampalline (classe 1, 2 e 3)

Sabato 3 dicembre – ore 10.30-12.30 NATALE: creare e decorare un albero di Natale (classe 3, 4 e 5)

Open, viale Monte Nero 6 Milano

Danimarca: un paese laboratorio per smart city

Copenhagen

In Danimarca, le aziende attive nel mercato delle smart city hanno registrato un incremento degli occupati del 60%, in 10 anni. Il dato è contenuto nel rapporto Growing Smart Cities in Denmark – Digital Technology for Urban Improvement and National Prosperity, pubblicato da Arup e CEDi presentato a Copenhagen al Ministro degli Esteri. Già dal titolo si capisce l’importanza delle tecnologie digitali per lo sviluppo delle città e per il Pil del paese, ma il fatto che dal 2003 al 2013 nella sola area della capitale i nuovi assunti legati al settore siano stati 19.500 è solo una delle conseguenze economiche della strategia a breve termine, che il Governo vuole portare avanti.

Infatti, l’obiettivo è quello di imporsi in Europa e nel resto del mondo come nazione delle smart cities: «Vogliamo che questo Paese diventi un laboratorio delle smart cities più avanzate a di livello mondiale, un punto di riferimento per aziende e centri di ricerca internazionali che vogliano sviluppare e testare nuove soluzioni non solo a livello virtuale, ma reale, tra la gente», ha spiegato il ministro degli affari esteri Kristian Jensen. La posta in gioco è alta poiché si tratta di un mercato da 1300 miliardi di dollari a livello globale che cresce del 17% ogni anno, e che è cruciale per affrontare le sfide dei cambiamenti climatici. Ma la Danimarca può contare su sperimentazioni in vaste aree del paese, e soprattutto sulla capacità per attrarre investimenti in questo ambito con un modello di partnership pubblico-privato molto solido, che include anche il mondo accademico e le associazioni di cittadini.

Copenhagen
Copenhagen

Cappotto in laterizio Thermoreal SM: premiata l’innovazione

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Thermoreal SM, rivestimento in laterizio per cappotto, premiato a Klimahouse 2016

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Il Sistema cappotto in laterizio Thermoreal SM di SanMarco Terreal è stata premiato per il contributo innovativo dato all’edilizia sostenibile in laterizio. A sancire questo riconoscimento Klimahouse Trend, il premio istituito da Fiera Bolzano dedicato alle aziende che hanno presentato materiali o sistemi costruttivi in grado di coniugare tecnologie e soluzioni innovative che si distinguono per elevate caratteristiche di risparmio energetico.

“In ambito edilizio è oggi di grande importanza una concezione degli edifici rispettosa delle risorse, in grado di offrire un elevato comfort abitativo ed economicamente interessante a lungo termine – ha dichiarato Fernando Cuogo, direttore generale di SanMarco-Terreal Italia -. SanMarco mette in pratica queste direttive con successo. Ci inorgoglisce quindi particolarmente questo importante riconoscimento rivolto alla nostra capacità di pensare a soluzioni costruttive che coniughino efficienza energetica e ambientale arricchendo il valore estetico e la modernità del fabbricato, e di realizzare costruzioni responsabili, moderne, rispettose dell’ambiente, salubri e confortevoli per chi ci vive”.

Conferito in occasione di Klimahouse 2016, salone internazionale dell’efficienza energetica e del risanamento in edilizia, il premio è stato vinto da SanMarco nella categoria dedicata ai sistemi isolanti, grazie a Thermoreal SM, un innovativo sistema a cappotto per l’isolamento termico degli edifici costituito da pannelli prefabbricati mediante l’assemblaggio di schiuma poliuretanica, quarzite e listelli di laterizio faccia a vista “a pasta molle”.

cappotto-laterizio-sanmarco

Oltre alle performance nell’isolamento termico ed alla qualità estetica del rivestimento in laterizio, Thermoreal SM costituisce una novità nel campo della prefabbricazione dell’involucro edilizio con listelli in laterizio faccia a vista, di solito posati ancora oggi uno a uno a mano. I pannelli di Thermoreal SM invece sono già assemblati i listelli in laterizio nella disposizione e nella finitura di superficie e colore richieste. Disponibili su una superficie di meno di un metro quadrato, i pannelli devono quindi solo essere fissati meccanicamente al supporto attraverso tasselli forniti nel kit. Queste caratteristiche rendono Thermoreal SM ideale nei casi di ristrutturazione e riqualificazione edilizia così come nella nuova edificazione. Tra i vantaggi d’uso la lunga durabilità e l’assenza di manutenzione, oltre alla semplicità di posa.

Nencini: ecco come sarà la riforma degli appalti

Riccardo Nencini
Riccardo Nencini

Codice degli appalti, conto alla rovescia: «La normativa sarà all’esame del Consiglio dei Ministri il 15 febbraio e sarà una delle cinque più importanti riforme per il Paese del Governo Renzi», ha anticipato ad Arezzo il vice ministro alle Infrastrutture, Riccardo Nencini: «Il nostro obiettivo è valorizzare il sistema delle Pmi che rappresenta la peculiarità dell’economia italiana. Addio al massimo ribasso, centralità della progettazione, sostegno a chi utilizza prodotti del territorio, pagamento diretto dei subappaltatori, divisioni dell’appalto in lotti e quote prefissate, clausole sociali per l’occupazione nel territorio». Secondo l’esponente di governo, sarà «fondamentale avere la garanzia del completamento delle opere: oggi non siamo nemmeno in grado di dire quante e quali sono quelle incompiute. Per raggiungere questo obiettivo, gli strumenti sono la semplificazione delle procedure e la certezza dei finanziamenti. Oggi siamo di fronte a carenze progettuali che determinano il ricorso alle varianti. E questo accade in oltre l’80% dei casi. Spesso le imprese che si sono aggiudicate una gara, recuperano il ribasso della loro offerta proprio con la variante. A bloccare i lavori contribuiscono poi ricorsi alla giustizia e conseguenti interventi della magistratura». Altra novità in arrivo: la riduzione delle stazioni appaltanti«Ora sono da 23mila a 36mila, nessuno sa quante siano davvero, forse più di 50mila. Si va dagli organi centrali dello Stato alle singole e piccole scuole. Il nostro obiettivo è ridurre il numero totale a 1.800». Infine, Nencini ha incitato le Pmi all’aggregazione: rispetto all’Europa, le piccole imprese sono spesso micro imprese, un gradino al di sopra di quelle familiari. Troppo piccole per competere.

Riccardo Nencini
Riccardo Nencini

A Stoccarda lo showroom di Nimbus diventa un laboratorio

Nimbus mostra diversi metodi di installazione e cablatura per soluzioni di illuminazione a LED con l'aiuto di numerosi modelli a sezione aperta. (Foto: Frank Ockert)

È uno showroom officina, si chiama Installation Lab ed è un’area con pareti spoglie, disegni a matita di circuiti, componenti fissati e cavi esposti, dove Nimbus propone situazioni di lavoro pratiche sull’installazione delle soluzioni di illuminazione a Led. Quale convertitore usare? Quanti dispositivi di illuminazione si possono collegare? Che lunghezza deve avere il cavo? Quali sono le opzioni di regolazione dell’intensità luminosa disponibili? Le risposte sono le soluzioni che proprietari di immobili, architetti, lighting designer, ingegneri elettrici e specialisti dell’elettronica possono sperimentare sul campo. In pratica, a Stoccarda-Feuerbach nella sede del gruppo c’è uno spazio di 1500 metri quadrati, battezzato Mock up, dove tutto quello che c’è da sapere per progettare l’illuminazione con le soluzioni a Led Nimbus è letteralmente a portata di mano.

Nimbus mostra diversi metodi di installazione e cablatura per soluzioni di illuminazione a LED con l'aiuto di numerosi modelli a sezione aperta. (Foto: Frank Ockert)
Nimbus mostra diversi metodi di installazione e cablatura per soluzioni di illuminazione a LED con l’aiuto di numerosi modelli a sezione aperta. (Foto: Frank Ockert)

Tra componenti reali e infografica, ecco esempi di installazione su cemento a vista e mattoni, modelli con sezioni a vista di reti elettriche, soffitti in cartongesso e cemento per illustrare i vari metodi di installazione e di cablaggio, nonché la tecnologia che si cela dietro al funzionamento delle illuminazioni a Led. E i contenitori bianchi portatili accolgono una varietà di campioni, per offrire ai visitatori un’idea più dettagliata delle situazioni di progettazione e installazione esposte. Accanto ad essi troviamo un tavolo per la discussione che può ospitare dalle sei alle otto persone, permettendo di annotare idee per i propri progetti.

Questa installazione mostra le opzioni di regolazione di luminosità disponibili e il convertitore adatto per ognuna di queste. (Foto: Frank Ockert)
Questa installazione mostra le opzioni di regolazione di luminosità disponibili e il convertitore adatto per ognuna di queste. (Foto: Frank Ockert)

All’interno di Mock up, la cui traduzione letterale è modello, c’è anche un piccolo campo da golf indoor dedicato alle soluzioni di illuminazioni da esterni di Nimbus e ai pannelli a efficienza acustica Rossoacoustic. A pochi metri di distanza, i visitatori possono passeggiare nel moderno ambiente di apprendimento della Ergolding High School e ammirare l’illuminazione a soffitto Model R che Nimbus ha installato in questa scuola della Bassa Baviera. Tutto è progettato per essere toccato e provato.

Un piccolo campo da golf indoor è dedicato alle soluzioni di illuminazioni da esterni di Nimbus e ai pannelli a efficienza acustica Rossoacoustic. (Foto: Frank Ockert)
Un piccolo campo da golf indoor è dedicato alle soluzioni di illuminazioni da esterni di Nimbus e ai pannelli a efficienza acustica Rossoacoustic. (Foto: Frank Ockert)

 

Mock-Up di Nimbus Group

Leitzstraße 4, 70469 Stoccarda-Feuerbach

Orari di apertura: da lunedì a venerdì, dalle 9 alle 18

Building Information Modeling formato Cina

La Shanghai Tower certificata Leed Platinum

In quale paese il patrimonio edilizio è destinato crescere di più? La Cina, sempre che la frenata dell’economia non si riveli più dura del previsto. La risposta potrebbe sembrare scontata se si considera che il volume di cemento utilizzato dal settore delle costruzioni cinese tra il 2011 e il 2013 è maggiore rispetto a quello gettato dagli Stati Uniti in tutto il 20esimo secolo. Non stupisce nemmeno che, secondo Navigant Research, crescerà di 1 miliardo di metri quadrati entro il 2024. Per far sì che almeno una parte di questi edifici sia sostenibile il governo cinese ha imposto alle grandi società edili e di designer, l’obiettivo 2020 e l’adozione del Building Information Modeling (Bim). Si tratta però di competenze poco diffuse nel Paese. La soluzione? Un centro di ricerca apposito nel campus della Nottingham University a Ningbo, e che faccia anche innovazione legando le tecniche Bim alle smart city, all’internet delle cose, ai big data, alla bio-edilizia. L’intento è quello di creare uno standard nazionale che possa essere d’aiuto non solo alle grandi aziende ma a tutte le imprese del settore e che possa modernizzare l’industria delle costruzioni. L’università, per esempio, ha appena ricevuto dei finanziamenti del Governo per formare dei professionisti e per istituire dei corsi riservati alle imprese sull’uso delle tecnologie costruttive intelligenti ed ecosostenibili. Al centro di ricerca collaborano anche realtà esterne come la multinazionale di engineering Arup oppure Bentley System, fornitore di soluzioni software per l’intero ciclo di vita delle infrastrutture. È chiaro che una simile strategia offre, date le dimensioni del mercato locale, enormi possibilità di fornire servizi avanzati. Certo, oggi come oggi, un qualificato direttore dei lavori italiano avrebbe molto da offrire all’industria delle costruzioni cinese, sebbene le regole di tutela della salute e della sicurezza sul lavoro nel Paese sono parecchio sotto gli standard internazionali. Non solo, la stessa struttura, gerarchia, e l’intera catena di approvvigionamento sono diversi. E persino nei progetti di alto profilo nelle città di Pechino e Shanghai ci sono state delle discrepanze sui termini di intendere e attuare le tecniche Bim tra gli istituti di design locali e i grandi studi di architettura internazionali. Un problema che ha spinto il Governo a un’altra mossa: imporre, entro la fine del 2017, il Bim come requisito obbligatorio nei progetti di costruzione superiori ai 20 mila metri quadrati finanziati con soldi pubblici.

La Shanghai Tower certificata Leed Platinum
La Shanghai Tower caso studio di applicazione Bim

L’Ance in crisi cerca una bussola per il futuro

Claudio De Albertis
Claudio De Albertis

Dopo otto anni di crisi, una caduta che per più anni è stata a doppia cifra e ha fatto scendere i volumi di oltre il 30% (rispetto al 2010), le imprese delle costruzioni non sanno più che strada imboccare. Ne è una prova il conflitto scoppiato in seno alla principale associazione che riunisce le imprese, del settore, Ance. L’associazione, che fa parte di Confindustria, seppure con una ampia autonomia, è divisa al suo interno. Tanto che il suo presidente, Claudio De Albertis è pronto a dimettersi (https://youtradeweb.com/2016/02/de-albertis-lascia-la-presidenza-dellance/) se non si trova un’unità d’azione sulla strategia per portare il settore fuori dalla crisi. Dimissioni che hanno sorpreso molti anche per due aspetti: il primo è che De Albertis, milanese, è considerato molto in sintonia con il presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi. La seconda è che la sua elezione alla massima carica è ancora fresca, l’estate scorsa. È vero che Squinzi, legato a sua volta al mondo delle costruzioni (è il proprietario di Mapei) è in scadenza di mandato, ma il fronte interno di opposizione a De Albertis è sembrato a molti anche uno schiaffo diretto alla confederazione di Viale dell’Astronomia. Questo, però, è probabilmente un aspetto secondario. Quello che più importa, invece, è il conflitto interno tra le diverse anime di imprenditori. Nel corso dell’ultima riunione dell’Esecutivo, il presidente dell’Ance ha minacciato le dimissioni e di fronte al dibattito interno tra le diverse anime dell’associazione ha spiegato di voler andare avanti solo con un mandato pieno. De Albertis, secondo alcune fonti, vorrebbe premere l’acceleratore su un processo di riqualificazione degli edifici, in linea con il trend degli ultimi anni e con il dettato europeo (20-20-20) che punta sulla riduzione dei consumi energetici degli edifici. Un’altra parte di costruttori, invece, sembrerebbe più orientato a spingere per una ripresa massiccia di investimenti pubblici nelle grandi opere. Questa sintesi è ovviamente una semplificazione, ma è indicativa di quanta mancanza di strategia stia attraversando un settore che vede rinviare di anno in anno il traguardo della ripresa. È vero che l’Istat a novembre ha indicato a sorpresa una crescita robusta sia in termini mensili (+2,9%) che tendenziali (+3,8%), dopo mesi di segni meno. Ma certo è azzardato considerare questo dato come la porta di ingresso per una ripresa del settore.

cantiere07Si può però ragionare sui dati. Primo: è improbabile che nei prossimi anni si assista a un’impennata di nuove costruzioni, visto che ci sono ancora migliaia di appartamenti invenduti. Secondo: il Cresme stima che dal 1998 le detrazioni abbiano portato interventi in un’abitazione su tre e metà delle famiglie italiane. È vero, si tratta spesso di piccoli lavori, ma complessivamente sono stati spesi per interventi (rendicontati) 207 miliardi di euro, con una media di 11 miliardi all’anno. Allo stesso tempo, però, sono tornati a lievitare gli appalti pubblici. Dopo anni di magra, nel 2015, per il secondo anno consecutivo, il totale dei lavori messi in gara in Italia ha superato la soglia dei 26 miliardi e nel solo mese di dicembre 2015 i bandi di gara hanno fatto segnare il record di 6,2 miliardi, più del doppio rispetto all’anno precedente. La legge di Stabilità e la politica di ripresa degli investimenti del governo, insomma, dà i suoi frutti. Ma la domanda è: la spesa per le opere pubbliche potrà continuare? La Ue concederà ancora corda e «flessibilità» (cioè maggiore spesa in deficit) all’Italia? Una risposta che, evidentemente, non hanno ancora trovato all’interno di Ance.

Claudio De Albertis
Claudio De Albertis

Condominio Ok: riparte da Reggio Emilia con crediti formativi e news

ReggioEmiliaArchitetti, ingegneri e geometri si preparano al roadshow Condominio Ok di Reggio Emilia. L’evento organizzato da Virginia Gambino Editore è, infatti, un’occasione per ottenere gratuitamente i crediti formativi previsti dalla legge.

La partecipazione all’appuntamento, come i sette che lo hanno preceduto nel 2015 prevede, infatti, l’aggiornamento sulle tecnologie e i trend che coinvolgono il mondo del condominio, cioè un milione 200mila edifici italiani. La maggior parte dei quali è obsoleto, inefficiente, bisognoso di interventi di riqualificazione.

Non solo: Condominio Ok è anche una lente di ingrandimento sullo status dell’edilizia residenziale. In particolare, quella di Reggio e provincia: nell’occasione il Centro Studi di YouTrade presenterà un’analisi sul patrimonio immobiliare dell’area, con dati inediti sulla situazione dei fabbricati e sugli interventi compiuti e da compiere. I dati saranno commentati da Federico Della Puppa, docente allo Iuav.

Ma, come accennato, ci sarà anche spazio per uno sguardo in avanti: quale condominio ci aspetta in futuro? Come impatteranno le nuove tecnologie sulla gestione degli edifici? Domande a cui risponderà il giornalista Roberto Di Lellis. Non mancherà, però, un’approfondita analisi su quello che già ora si può fare. E, soprattutto, come e quando intervenire, per esempio con la scelta dell’isolamento più appropriato: il tema sarà approfondito con esempi concreti da Peter Erlacher, esperto di edilizia sostenibile.

L’appuntamento di Reggio Emilia, infine, non rimarrà confinato solo nello spazio teorico: per chi lo desidera, infatti, è anche l’occasione per un contatto diretto con le aziende più impegnate nella riqualificazione dei condomini, con un talk show che chiuderà la giornata e che coinvolgerà il pubblico.

I posti sono limitati: affrettatevi per l’iscrizione!

De Albertis pronto a lasciare la presidenza di Ance

Claudio De Albertis, presidente di Ance

Il presidente dell’Ance, Claudio De Albertis, ha presentato sul tavolo dell’associazione le proprie dimissioni. Alla base della decisione ci sarebbero i contrasti all’interno delle diverse anime della rappresentanza dei costruttori italiani, che conta circa 20 mila imprese iscritte, di cui la maggior parte piccole o piccolissime con fatturati inferiori ai 5 milioni di euro. In particolare, De Albertis metterebbe in primo piano la riqualificazione urbana e l’efficientamento come leva per la ripresa del settore, mentre parte delle associazioni del Lazio e del Sud sembrano essere più focalizzate sui lavori pubblici. Lo riporta il  Corriere delle Sera, che rivela come il confronto sui differenti indirizzi dentro l’Ance sia diventato sempre più teso nelle passate settimane fino ad acuirsi giovedì scorso. Nei prossimi giorni si vedrà l’effetto della mossa a sorpresa di De Albertis.

Claudio De Albertis, presidente di Ance
Claudio De Albertis, presidente di Ance

Riqualificazione edilizia green: 600 mila nuovi posti

La riqualificazione edilizia potrebbe creare 600mila nuovi posti di lavoro, a patto di ampliare la filiera del settore con il recupero e il riciclo dei materiali da costruzione. Il quarto rapporto dell’Osservatorio congiunto su innovazione e sostenibilità nel settore edilizio (Oise), fa il punto anche sull’occupazione. E ipotizza uno scenario sulla base di quanto accaduto negli passati grazie agli incentivi. Nel 2014 gli interventi di riqualificazione energetica che hanno beneficiato delle detrazioni ammontano a 4 miliardi di euro, che equivalgono a 39mila occupati diretti e 59mila complessivi, compresi gli indiretti. Rappresentano circa il 42% dei lavori di rinnovo edilizio e quindi la stima dei riflessi occupazionali potrebbe più che raddoppiare se si tiene conto delle opere avviate senza incentivi.

Per avere una visione più ampia lo studio ha preso in esame il periodo 2007-2014, partendo dall’anno di entrata in vigore delle misure fiscali per la riqualificazione energetica. In questi sette anni, l’impatto complessivo è stimato in 257mila lavoratori diretti e 386mila compreso l’indotto. In media 32mila occupati diretti e 48mila complessivi all’anno con una forte crescita fino al 2013 e di una discreta tenuta nell’ultimo biennio. Invece se si considerano i 7 miliardi di risorse dai fondi comunitari previsti per il settennio 2014-2020 più la reiterazione degli incentivi nel periodo 2014-2016, gli occupati diretti aumentano di oltre 160mila unità e e salgono a 240mila complessivi.Operai

Industria 4.0 in arrivo, ma ci sono poche competenze

La chiamano Industria 4.0 o Fabbrica Intelligente e si basa sull’Internet delle cose. Un filo tecnologico che va dalla progettazione all’esecuzione, alla catena di montaggio e cambia il paradigma della produzione: l’intelligenza non sta esclusivamente nella macchina, ma in pratica è il prodotto a comunicare con la catena di montaggio per dirle che cosa fare esattamente. A rendere possibile tutto ciò sono le tecnologie digitali, gli strumenti per dati e analisi che si ritrovano in tutta la filiera della produzione: dalla stampa 3D, alla robotica, alle fresatrici di ultima generazione (Cnc Mills 1), ai prodotti completi dotati di intelligenza artificiale, come le automobili connesse e agli altri oggetti dell’Internet of Things. General Electric ha coniato una sua definizione, Internet industriale, ma quale che sia l’appellativo, è una sorta di rivoluzione che sta cambiando i modi di progettare, realizzare e distribuire i prodotti, e quindi sta trasformando profondamente tutti i comparti. E anche il ruolo del manager non è immune a tutto ciò. Eppure, secondo lo studio realizzato da Staufen Italia, la società di consulenza industriale, soltanto il 20% di manager e dipendenti ha le competenze necessarie al salto digitale. Realizzato su un campione di circa 200 aziende del Paese, di cui la metà Pmi nel campo della meccanica, dell’elettronica e dei componenti auto, rileva che il 70% delle aziende italiane non si è ancora posto il problema del passaggio alla quarta rivoluzione industriale.Industria4

Non solo, il 76% del campione non prevede corsi di formazione su questi temi né di rivedere in profondità modelli organizzativi e produttivi. C’è un dato confortante però: l’Italia ha superato la media europea per le applicazioni sperimentate nel settore vendite, con un 23% contro il 12% di media Ue, anche se in Europa sono logistica e gestione dei magazzini i campi dove si sperimenta di più.

Lo scarso interesse al digitale è sorprendente, ma si spera perché partito da poco, anche nel progetto Crescere in digitale, firmato dal ministero del Lavoro, Google e Camere di Commercio. Funziona così, Google organizza un corso di competenze digitali aperto giovani disoccupati tra i cosiddetti Neet (Not ingaged in education, emplyment or training) e le camere di commercio presentano quelli che hanno superato la formazione a imprese interessate a farsi una cultura digitale. In tutta Italia il programma, annunciato a settembre dal ministro Giuliano Poletti insieme a Diego Ciulli, public policy manager di Google in Italia e Ivan Lo Bello, presidente di Unioncamere, prevede fino a 3mila tirocini della durata di sei mesi retribuiti 500 euro al mese. Le imprese potranno inserire nel loro organico per un primo periodo i giovani digitalizzatori contando sul fatto che saranno retribuiti da Garanzia Giovani, mentre per l’assunzione in seguito del tirocinante è disponibile un bonus fino a 6mila euro. Il primo incontro è stato organizzato a Firenze tra quaranta aziende del territorio e 30 giovani. Ma, come ha commentato Leonardo Bassilichi, presidente della Camera di Commercio di Firenze, mancano i numeri: «Il progetto funziona, però non si può pensare che a Firenze solo 30 ragazzi hanno bisogno di trovare lavoro nel digitale, e solo 40 imprese hanno bisogno di educarsi alla cultura digitale. Se non si sanno a sfruttare tutte le potenzialità del mondo digitale le imprese faticheranno a crescere e a svilupparsi, se non a sopravvivere».

Sale l’e-commerce attraverso lo smartphone

Le aziende che stanno pensando di aprire una piattaforma di e-commerce o che vendono già online o, ancora quelle che intendono perfezionare la loro strategia commerciale o pubblicitaria digitale farebbero bene a considerare gli smartphone. Sì, perché il valore delle vendite online provenienti da cellulare nel 2015 è pari il 10% del totale dell’e-commerce italiano, ed è destinato ad aumentare parecchio. È uno dati emersi dalla ricerca condotta dall’Osservatorio Mobile B2c Strategy della School of Management del Politecnico di Milano, focalizzata sulle trasformazioni introdotte dal Mobile nell’interazione consumatore-azienda.

Attività fatte da Smartphone | Doxa per Osservatorio Mobile B2c Strategy del Politecnico di Milano
Attività fatte da Smartphone | Doxa per Osservatorio Mobile B2c Strategy del Politecnico di Milano

Certo, si tratta di uno strumento che la maggior parte delle persone porta sempre con sé e dunque non stupisce che sia utilizzato anche per prendere decisioni di acquisto. Ma che siano 3 su 4 a farlo un po’ sorprende. Attenzione, il rapporto si riferisce a quegli utenti che navigano in Internet (gli addetti ai lavori li chiamano mobile surfer) di cui il 60% si limita alla fase di pre-acquisto, ossia si informa sui prodotti e cerca il negozio dove comprarli, il 40% invece lo usa all’interno del punto vendita e il 29% è più interessato ai servizi post vendita, come la richiesta assistenza o la gestione della carta fedeltà. Il 41% degli utenti smartphone è inoltre un “mobile shopper”, effettua cioè acquisti tramite cellulare. Così il valore delle vendite online provenienti da Smartphone nel 2015 è arrivato a valere il 10% del totale e-commerce italiano, e si attendono ulteriori crescite significative nei prossimi anni.

Uso Smartphone negli acquisti Funnel letteralmente significa imbuto| Fonte: Doxa per Osservatorio Mobile B2c Strategy del Politecnico di Milano -
Uso Smartphone negli acquisti. Funnel letteralmente significa imbuto| Fonte: Doxa per Osservatorio Mobile B2c Strategy del Politecnico di Milano –

La percentuale dei mobile surfer che fanno acquisti di beni e servizi dal proprio smartphone passa dal 32% al 41% tra fine 2014 e fine 2015. Chi li utilizza fuori dal negozio per controllare prezzi e promozioni passa dal 45% al 55% mentre quella di chi lo usa all’interno cresce dal 31% al 34%. All’aumento degli utente segue quello dei volumi di pubblicità nei social network e sul formato Video che è raddoppiato raggiungendo quota 462 milioni di euro.Nel 2015 crescono anche i volumi di Sms inviati dalle aziende ai propri database clienti (+13%): l’sms si conferma un efficace canale di comunicazione per invogliare i clienti a interagire con la marca, magari a recarsi in un punto vendita, ma soprattutto di servizio e customer care. Insomma, il cellulare consente di creare nuove modalità di ingaggio con gli utenti, di avviare attività di real time marketing, di instaurare un dialogo personalizzato con il cliente, di migliorare la shopping experience

È iniziata l’era del Mobile first?

Stiferite presenta il nuovo Sistema Pendenzato termoisolante per il tetto

sistema-pendenzato-stiferite

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Stiferite presenta il nuovo sistema termoisolante prefabbricato per la realizzazione di pendenze, che permette di realizzare elementi modulari in grado di costituire sia un ottimale strato di pendenza, correttamente orientato verso gli scarichi predisposti, sia uno strato termoisolante dimensionato in funzione del livello di prestazione energetica richiesta.

Il nuovo Sistema Pendenzato di Stiferite è composto da una base in polistirene espanso e un pannello isolante in poliuretano all’estradosso, assemblati tra loro all’interno degli stabilimenti dell’azienda, utilizzando tecnologie innovative che permettono di assicurare una duratura ed efficace adesione tra i diversi materiali.

Il prodotto è realizzato su misura a seconda delle esigenze del cantiere, previa presentazione del progetto esecutivo che valuta l’entità della pendenza necessaria, il livello di isolamento termico previsto, la tipologia di pannello più idoneo alla specifica applicazione, la posizione degli scarichi, la modularità ottimale.

Oltre alle elevate prestazioni termiche con il minore spessore, le soluzioni isolanti del Sistema Pendenzato consentono:

– una corretta ed omogenea pendenza in tutti i punti della copertura
– il deflusso delle acque e una maggiore durabilità del manto impermeabile
– in caso di interventi di ristrutturazione, la realizzazione di nuove e corrette pendenze con un modesto incremento dei pesi che gravano sulla struttura
elevato isolamento termico grazie ai pannelli Stiferite GTC (λD = 0,023 W/mK) o Stiferite Class S e Class B (λD = 0,025 – 0,028 W/mK)
resistenza alle temperature di esercizio elevate e agli sbalzi termici frequenti, soprattutto nelle coperture con manto impermeabile a vista
elevate prestazioni meccaniche e resistenza ai carichi
peso ridotto rispetto alle pendenze tradizionali con massetti cementizi
velocità di montaggio grazie agli elaborati grafici e alla codifica dei singoli elementi
– servizio tecnico a 360°
– compatibilità con tutti i sistemi di impermeabilizzazione

sistema-pendenzato-stiferite

Le prestazioni termoisolanti del sistema sono in funzione degli spessori e delle prestazioni dei materiali isolanti utilizzati:

Class S è formato da una base in EPS con pannello Stiferite Class S, rivestito su entrambe le facce con velo vetro saturato, idoneo per l’applicazione di membrane bituminose e sintetiche mediante sistemi di fissaggio a freddo
Class B è formato da una base in EPS con pannello Stiferite Class B, rivestito sulla faccia superiore con velo di vetro bitumato accoppiato a PP e su quella inferiore con fibra minerale saturata, idoneo per l’applicazione di membrane bituminose mediante sfiammatura
GTC, formato da una base in EPS con pannello Stiferite GTC, rivestito su entrambe le facce con Politwin, idoneo per l’applicazione di membrane bituminose e sintetiche mediante sistemi di fissaggio a freddo.

Con Honeywell il riscaldamento è intelligente. Anche in una vecchia casa

Lo stabile di Cortemila

Un moderno sistema di riscaldamento e di gestione ha ridotto i sensibilmente i consumi in uno stabile dell’800. Accade a Cortemilia in provincia di Cuneo. L’edificio è costituito da tre unità immobiliari suddivise tra piano terra e primo piano, per un totale di 320 metri quadrati, collegate da un vano scale. L’impianto di distribuzione, risalente agli anni ‘50, è stato realizzato a colonne montanti in tubi di ferro saldati e nascosti sottotraccia nelle murature. Inoltre, in base alla progettazione iniziale e alla conformazione degli ambienti, il radiatore della cucina del piano primo è posizionato sulla stessa colonna del radiatore del bagno del piano terra, mentre il radiatore del bagno del piano primo è collegato alla stessa colonna del radiatore della camera da letto del piano terra.

Lo stabile di Cortemila
Lo stabile di Cortemila

Il controllo dell’impianto di riscaldamento per l’intera struttura di Cortemilia era affidata a un unico termostato di tipo on/off che non consentiva di regolare il riscaldamento zona per zona o piano per piano con un conseguente spreco di energia, costi elevati (il metano consumato era pari a circa 5.500 metri cubi all’anno) e scarso comfort abitativo, infatti in alcune stanze era impossibile raggiungere la temperatura desiderata. Con la soluzione progettata da Marco Bogliacino, ora gli abitanti possono gestire la temperatura di qualsiasi zona della casa a loro piacimento. La scelta dell’ingegnere per garantire comfort e allo stesso tempo evitare gli sprechi è caduta su evohome connected comfort (cc), il sistema di regolazione a radiofrequenza per il riscaldamento a zone, prodotto Honeywell Environmental Control.

Honeywell evohome
Honeywell evohome

Grazie alla sostituzione del vecchio termostato standard con una soluzione in grado di regolare la temperatura dell’intero stabile tenendo conto dei diversi momenti d’uso delle zone, già dalla prima stagione di funzionamento i proprietari hanno registrato un consistente risparmio sul consumo di metano, passando da 5.500 metri cubi annui a 3.350. La riduzione è stata misurata tenendo conto che le due stagioni invernali (2013/2104 e 2104/2105) sono state molto simili, con differenza in termini di gradi giorno inferiori al 10%.Ma oltre al vantaggio economico in bolletta, c’è la facilità d’installazione con conseguente riduzione dei costi: l’intervento non ha richiesto alcuna opera muraria o idraulica e ora ogni area della casa risulta indipendente dal punto di vista dell’impianto di riscaldamento.

L’efficienza energetica vola con Aire

Marco Cavagna

Arriva una nuova associazione: Aire, Associazione Italiana Risparmio Energetico. Il nuovo organismo è stata voluta da un gruppo di imprenditori del settore dell’efficientamento energetico impiantistico, termoidraulico ed elettrico. Aire, nata a Padova, è rappresentata attualmente da un gruppo di piccole e medie imprese che si occupano di installazione, manutenzione, riparazione e riqualificazione di impianti tecnologici e da studi di consulenza e progettazione selezionati che coprono tutti i settori della filiera edile e che comprendono tutte le attività legate al risparmio energetico e alle fonti rinnovabili.

«Le competenze maturate, frutto di anni di esperienza e impegno», sostiene

Marco Cavagna
Marco Cavagna

, Presidente di Aire, «consentono alle nostre aziende di mettere a disposizione del cliente il proprio know how e la propria professionalità al fine di presentare soluzioni efficienti e di risparmio distinguendosi per l’innovazione nell’offerta. Il cliente rappresenta il fulcro dell’associazione» aggiunge Cavagna.