Alla 40esima Mostra Convegno Expocomfort (Mce), che si tiene alla Fiera Milano, c’è un vero e proprio edificio intelligente in scala reale, all’interno dell’area espositiva “Oltre la Classe A”, dotato di tecnologie capaci di gestire i fabbisogni energetici e idrici assicurando allo stesso tempo il massimo risparmio. Un sistema in grado di controllare e gestire le soluzioni all’insegna di efficienza, sostenibilità e automazione.
Insomma, Oltre la Classe A è un esempio arredato e accessoriato di una casa connessa, in cui gli oggetti d’uso quotidiano, dal termostato al frigorifero, dall’allarme di casa alle luci, sono capaci di parlare tra di loro. In pratica una casa che “ci segue ovunque”, perché si può programmare e controllare da remoto. Infatti tramite un’interfaccia intuitiva di utilizzo, con tre scenari – buongiorno, vita diurna, buonanotte – consente di regolare, in modo personalizzato, temperature, riscaldamenti, condizionamenti, umidità, illuminazione, consumi lettrici e sicurezza. Per esempio, il termostato potrà rilevare le condizioni meteo e organizzare il funzionamento della caldaia per assicurare il massimo comfort; e per chi teme di arrivare in ritardo, la radiosveglia si attiverà prima in caso le condizioni della viabilità siano critiche.
Di fronte alla casa, un ufficio, una piazza e anche un piccolo parcheggio con le colonnine per la ricarica dei veicoli elettrici, per rendere ancora più evidente il nuovo modo di concepire l’edificio come un nodo intelligente di connessione al quartiere e alla città, intesa come Smart City. Perché non solo le infrastrutture impiantistiche termoidrauliche ed elettriche possono essere connesse grazie alle tecnologie ICT, alle mobile app, ai sistemi cloud e all’informatica.
Il Gruppo Hörmann, specializzato nella produzione di chiusure civili e industriali, punta sul mercato britannico e amplia gli stabilimenti della propria filiale IG Doors Un sito produttivo ultramoderno, battezzato Oakdale Business Park, distribuito su una superficie di oltre 18.000 metri quadrati, su un’area di dieci ettari di terreno a Oakdale, vicino a Caerphilly, nel Galles. La nuova sede di IG Doors non sarà solo più grande, ma sarà anche dotata di impianti di produzione tecnologicamente avanzati e completamente automatici, in grado di rendere i processi di lavorazione più efficienti e sostenibili, ha spiegato Christoph Hörmann, socio accomandatario del Gruppo Hörmann. La nuova struttura sorgerà a circa 20 chilometri di distanza dall’attuale sede di Cwmbran, dove l’azienda produce porte d’ingresso e porte per interni in acciaio dal 1935. A credere fermamente nel futuro di IG Doors è anche il Governo del Galles, che ha deciso di dare il proprio contributo allo svolgimento dei lavori di costruzione con un investimento di circa 1,4 milioni di Euro. Dopo il completamento della nuova sede, è intenzione di IG Doors creare ulteriore occupazione nella zona, impiegando nuovi lavoratori.
Venezia dedica una mostra al Cinquecento e alla figura di Aldo Manuzio, pioniere degli stampatori e primo editore moderno, inventore del carattere corsivo, che contribuì a ispirare numerosissimi artisti attraverso la diffusione dei grandi classici greci e latini. E Colorificio San Marco, produttore di pitture e vernici per l’edilizia professionale, conferma ancora una volta il proprio impegno nella promozione dei beni culturali e mette a disposizione le proprie tinte per l’allestimento della mostra che sarà inaugurata sabato 19 marzo. Per mettere in evidenza i grandi capolavori internazionali che saranno esposti negli spazi delle Gallerie dell’Accademia, tra i quali opere di Giorgione, Bellini, Tiziano, Dürer e altri grandi del Rinascimento, il fondo scelto è l’idropittura murale lavabile per interni Antartica.
«Siamo lieti di contribuire alla realizzazione di un evento culturale così importante per Venezia, dedicato a un grande protagonista della storia della nostra città», ha commentato Federico Geremia, presidente del Colorificio San Marco. Che aggiunge:«Per un’azienda come la nostra, che ha nella ricercatezza del colore, nella qualità e dell’estetica i propri punti di forza, supportare iniziative come questa è una vocazione naturale, così come investire risorse ed energie per promuovere il restauro e la valorizzazione di importanti edifici e monumenti».
La mostra “Aldo Manuzio, il rinascimento di Venezia”, curata da Guido Beltramini, Davide Gasparotto e Giulio Manieri Elia e promossa dal Comitato per il V Centenario della morte di Aldo Manuzio, dal Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, dalle Gallerie dell’Accademia di Venezia e dal World Monuments Found di New York, potrà essere visitata fino al 19 giugno. Con questa partnership tecnica Colorificio San Marco è ancora una volta protagonista nella tutela e nella valorizzazione del patrimonio artistico italiano.
Intermezzi tipografici , progetto editoriale di Aldo Manuzio custodito alla Biblioteca Marciana
Le facciate degli edifici, i muri divisori e i controsoffitti sono caratterizzati da un livello di energia grigia estremamente elevato. La sostituzione di acciaio, mattoni, cemento e persino plastica rinforzata con fibre con altri materiali più sostenibili sotto il profilo dell’embodied energy, finora non ha dato risultati soddisfacenti per la suscettibilità all’umidità e alla biodegradazione che determina una riduzione del ciclo di vita di questi materiali più verdi, soprattutto se posati in esterno. L’obiettivo del progetto Biobuild (High performance, economical and sustainable biocomposite building materials) durato tre anni e mezzo e concluso recentemente, era quello inventare dei prodotti a base di fibre naturali capaci di ridurre l’energia grigia di almeno il 50% rispetto a quelli tradizionali senza aumentare i costi di produzione. Il risultato è stato sistema di facciata in biocompositi battezzato ovviamente BioBuild, che ha vinto il JEC Innovation Award nella categoria Costruzione.
Come sono riusciti gli scienziati, insieme ai partner industriali Arup e GXN Innovation a migliorare la sostenibilità e le prestazioni delle fibre di lino, canapa e iuta? Con dei trattamenti di acetilazione per renderle più idrorepellenti, e poi sono stati rinforzati con due tipi di resine, poliestere insature e a base di alcol polifurfurilico (Pfa) realizzate con il sottoprodotto di lavorazioni agricole di mais, canna da zucchero e altre colture. Questi rivestimenti non solo le rendono più resistenti all’umidità, ma permettono una migliore adesione degli additivi ritardanti di fiamma. Da questo lavoro con l’aiuto dei partner è scaturito un pannello concepito per la costruzione di edifici direzionali, alto 4 metri e largo 2,3 metri, dotato di parti vetrate. Si tratta di un prefabbricato costituito da due laminati in biocomposito di lino e resine, uno con verniciatura trasparente che lascia intravedere la fibra e l’altro dipinto di bianco, in mezzo uno strato di materiale isolante. Tutte le componenti del sistema sono facilmente smontabili possono essere riciclate o riutilizzate alla fine del loro ciclo di vita.
Knauf lancia il nuovo Fugenfüller, lo stucco in polvere a base gesso, reso più performante grazie ai miglioramenti introdotti nella sua formulazione. “Abbiamo aggiunto qualità e caratteri da leader, rafforzando ancor più la sua immagine e la sua presenza sia nei cantieri che nella mente dei professionisti del settore, perché vogliamo che, oggi più di ieri, per indicare “lo” stucco si dica “Fugenfüller” spiega Luca Saladino, Product Manager di Knauf.
I vantaggi del nuovo Fugenfüller si mostrano anche nella migliore lavorabilità, nella maggiore scorrevolezza nella rasatura, e in una finitura di alta qualità.
Più semplice da usare anche grazie al nuovo packaging: i nuovi sacchi riportano contenuti e informazioni complete di soluzioni iconografiche e testuali che assicurano la massima leggibilità, la comprensione delle indicazioni di uso e conservazione, le istruzioni in doppia lingua. Le confezioni riportano inoltre con la massima evidenza le marcature ISO, CE e di conformità a tutti i requisiti normativi di sicurezza.
Fondata nel 1977, Knauf Italia è specializzata nelle costruzioni a secco. In Toscana possiede due stabilimenti di produzione di sistemi a secco e intonaci a base gesso. L’azienda investe inoltre molto sulla formazione, particolarmente con i Centri polifunzionali di Milano e Pisa, dove offre corsi, seminari e servizi ai professionisti dell’edilizia.
Migliorare l’ambiente scolastico? Parte l’iniziativa di Samsung Smart Thinking, progetto che unisce il pensiero computazionale al design thinking, realizzata in collaborazione con LAGO. Smart Thinking invita le classi a sviluppare idee innovative e tradurle in oggetti, manufatti o servizi utili alla scuola, da produrre in maniera sostenibile sia dal punto di vista economico che ambientale.
Dopo la sorse edizione dedicata allo Smart Coding, nata per esplorare il concetto di pensiero computazionale e che ha coinvolto circa 800 scuole in tutta Italia, quest’anno il progetto è stato esteso anche alle scuole superiori, con l’obiettivo di sviluppare ulteriormente le competenze del pensiero computazionale, attraverso la metodologia del design thinking: si parte da un “problema” e risolve attraverso la creazione di “cose” tangibili utili alla comunità.
“Anche quest’anno ci stiamo impegnando a fondo per promuovere in Italia iniziative che sostengano in modo concreto l’evoluzione dell’apprendimento in chiave digitale. Sono infatti sempre più numerosi i Paesi in Europa che stanno rinnovando il sistema scolastico, introducendo il pensiero computazionale e il coding tra le materie scolastiche, allineando così i percorsi di studio alle competenze richieste dal mercato. Smart Thinking rientra proprio all’interno di questa strategia, condivisa anche dal MIUR, proponendosi di stimolare i nostri ragazzi a sviluppare attitudini al problem solving e al pensiero creativo che potranno applicare con successo nello studio, così come nel lavoro e nella vita e, al contempo, di migliorare l’ambiente scolastico attraverso la realizzazione di oggetti utili per la vita in classe” ha dichiaratoMario Levratto, Head of Marketing & External Relations, Samsung Electronics Italia.
Ma cos’è il Design Thinking? Un tipo di processo creativo che pone alla base di ogni progetto il tentativo di rispondere ad una necessità umana. L’utente, attraverso osservazioni e ricerche, decide se un prodotto debba esistere o meno, dando un perché ad ogni oggetto creato. Alla base del processo di Design Thinking ci sono quattro fasi: definizione del problema, analisi delle opzioni, test e creazione.
Oltre 1.700 classi in tutta Italia si sono candidate per aderire all’iniziativa. Un team composto da educatori specializzati affiancherà le classi coinvolte, supportandole nell’implementazione dei progetti da realizzare. Le tre classi che presenteranno i lavori più interessanti riceveranno in dotazione la tecnologia Samsung per l’educazione e con i designer LAGO progetteranno una composizione con cui arredare la scuola.
“Vogliamo creare spazi che favoriscano l’educazione alla bellezza e la passione per la vita. Crediamo fortemente che un ambiente di qualità possa influenzare l’educazione in maniera positiva ed allo stesso tempo possa questo essere un investimento sul futuro per far uscire dalle scuole persone culturalmente oneste, consapevoli e pronte per affrontare la vita con entusiasmo”, afferma Daniele Lago, Amministratore Delegato e Head of Design di LAGO
Con Smart Thinking, sarà chiesto alle classi di indagare un aspetto del pensiero computazionale non ancora affrontato nella scuola italiana: sviluppare idee innovative generate da esigenze specifiche e tradurle in oggetti, manufatti o servizi “incentrati sulla persona” di alta qualità estetica, sostenibili e utili alla comunità scolastica. Gli studenti acquisiranno così competenze trasversali quali il collaborative learning, il problem solving e il decision making, maturando empatia, capacità di ricerca e sperimentazione, spirito di iniziativa ed esercitando inoltre doti di manualità, comunicazione e sintesi.
L’iniziativa Smart Thinking può essere considerata anche un valido strumento per il Rapporto di Autovalutazione di Istituto introdotto con la riforma della Buona Scuola dell’attuale Governo. In particolare, può aiutare gli istituti partecipanti a valutare i seguenti indicatori del rapporto:
• Competenze chiave e di cittadinanza
• Ambiente di apprendimento – clima scolastico
• Attività di inclusione
• Gruppi di lavoro degli insegnanti
• Confronto tra insegnanti
• Integrazione con il territorio e rapporti con le famiglie
La produzione edile, nonostante le previsioni, stenta a decollare, come del resto quella in Europa. Secondo l’Istat, la produzione nelle costruzioni ha registrato a gennaio un calo dell’1,5% rispetto al mese precedente. Nella media del trimestre novembre 2015–gennaio 2016, la produzione è aumentata dell’1,9% rispetto al trimestre precedente. Ma in realtà l’indice corretto per gli effetti di calendario segna una diminuzione dell’1,6% in termini tendenziali (i giorni lavorativi sono stati 19 contro i 20 di gennaio 2015). L’indice grezzo ha segnato un calo tendenziale del 5% rispetto allo stesso mese del 2015. Per Eurostat invece, torna a salire a gennaio la produzione edilizia, +3,6% nell’area euro e + 1,6% nella Ue-28. A dicembre era invece scesa rispettivamente dello 0,7% e dello 0,1%. Su base annua è aumentata del 6% e del 4,4%. Tra gli stati i cui dati sono disponibili, l’aumento più sensibile si è registrato in Francia con +7,3%, seguita dalla Germania con +7% e dalla Spagna con +2,6%. I cali maggiori si registrano in Ungheria con una caduta del 13%, in Romania che scende del 6,4% quasi a parimerito con la Slovacchia che segna -6,2%.
Stefano Betti, modenese, ingegnere titolare dell’impresa Costruzioni Generali Due, è il nuovo presidente di Ance Emilia-Romagna. Lo ha eletto l’assemblea regionale dei costruttori edili. Betti succede al forlivese Giovanni Torri e rimarrà in carica fino al 2019. Completano la squadra di governo dell’associazione emiliano-romagnola i vicepresidenti Stefano Borghi (Effebi srl) di Bologna, e Matteo Raffi (Edil Luretta srl) di Piacenza, oltre a Paolo Martinelli (Impresa Martinelli Franco srl) di Ferrara, che assume la carica di tesoriere. Betti sottolinea la gravità della crisi del settore edile nella zona (in sei anni, dal 2008 al 2014 c’è stata una perdita di 64 miliardi di euro di investimenti in costruzioni e di circa 31mila posti di lavoro nella sola Emilia-Romagna). Per il rilancio, secondo Ance, servono la riscrittura delle norme urbanistiche regionali, che dovranno essere chiare, semplici e soprattutto non inficiate da posizioni ideologiche; l’immediata attivazione di investimenti pubblici e la predisposizione di condizioni volte a favorire gli investimenti privati.
A pochi chilometri dal centro di Salò, in provincia di Brescia, il relais de charme Borgo Il Mezzanino ha rinnovato i suoi ambienti, alla ricerca di maggiore comfort ed efficienza. Coinvolta nell’intervento anche Alpilegno, protagonista della progettazione e della realizzazione di infissi ad elevate prestazioni termiche acustiche.
Specializzata nel settore dei serramenti in legno, l’azienda trentina si occupa anche di serramenti in legno-alluminio (finestre, porte-finestre, alzanti scorrevoli, complanari e a libro), ante oscuranti, poggioli, scale, porte e portoncini d’entrata.
Per Borgo Il Mezzanino sono state scelte in particolare le finestre della collezione Classic72 di Alpilegno, nella versione laccato opaco. Disponibili anche ad arco a tutto sesto e ad arco gotico, i serramenti in legno Classic72 sono progettati su misura, coniugando semplicità e qualità.
Gli infissi hanno 72 millimetri di spessore, tre guarnizioni e un vetrocamera con lastre di diverso spessore per migliorare l’isolamento acustico. Nella suite che si affaccia direttamente sul parco, i serramenti Clima72 sono dotati di vetri fonoassorbenti speciali e tendine interne oscuranti a garanzia di un maggiore comfort degli ospiti.
Classic 72
– Materiale: legno
– Trasmittanza termica globale della finestra Uw con trasmittanza termica del vetro Ug=1,10
– “Rw” isolamento acustico = 36 dB
– Permeabilità all’aria: Classe 4
– Capacità portante dei dispositivi di sicurezza: 350 N
– Sezione telaio: 72×85 mm – Sezione anta: 72×81 mm
– Numero guarnizioni: 3
– Numero ante: 2
– Finestra – Dimensioni: tutte
La casa è il prolungamento di fila di edifici a schiera in stile vittoriano nella zona londinese di Kensington, e si integra perfettamente con l’estetica del sito. Costruita su un terreno danneggiato dai bombardamenti della seconda guerra mondiale, Tailored House è davvero su misura per i vincoli a cui sono stati sottoposti gli architetti dello studio Liddicoat & Goldhill. Budget limitato, rischio inondazioni, dispute sui muri divisori, la forma bizzarra del terreno a disposizione e i diritti dei vicini a conservare la vista e la disponibilità di luce naturale. Il risultato è una struttura che imita le proprietà adiacenti, altezze comprese, ma introduce anche diversi dettagli contemporanei, tra cui un bovindo in cemento e la facciata sul retro in vetro che permette alla luce naturale di penetrare nella proprietà.
Il progetto può assumere il ruolo di nuovo tipo di casa londinese, inserita nel contesto ma con una sua personalità diversa e contemporanea. Nella parete in muratura delle sottili alette delimitano le vetrate per offrire privacy e riparo dalla luce. L’uso dei mattoni più chiari riprende la tradizione costruttiva della capitale inglese, e il materiale viene utilizzato anche per i motivi a rilievo angolari sotto la vetrata dell’ultimo piano della facciata mentre sul retro un lucernario incorporato nel tetto inclinato illumina una scala posizionato lungo la parete divisoria, che scende fino al livello interrato. Le falde del tetto sono più ripide rispetto alle case del passato per garantire la luce alle case sul retro. Proprio la parte posteriore è piegato a gomito verso l’esterno per sfruttare al meglio lo spazio irregolare disponibile mentre dalle pareti vetrate penetra molta luce all’interno. E le porte finestre del soggiorno si affacciano su un piccolo cortile con un pavimento in vetro che permette alla luce di filtrare nei locali della cucina e della sala da pranzo sottostanti. All’interno i mattoni creano continuità con l’esterno, mentre le pareti strutturali sono in legno come i pavimenti.
La scala che scende fino al piano interratoLa cucina / sala da pranzo
Apa (Abbattimento Polveri Atmosferiche), è una tecnologia italiana che aspira l’aria inquinata e la purifica utilizzando l’acqua. Finalmente dopo sette anni di sperimentazioni, prototipazioni e certificazioni, è pronta per essere commercializzata tramite la start up Is Clean Air controllata da Is Tech, l’azienda fondata dal manager Giuseppe Spanto e da Paolo Tripodi, fisico e scienziato. Si tratta di un sistema all’insegna dell’economia circolare e si ispira al ciclo naturale della pioggia: gocce d’acqua colpiscono le polveri sottili e le fanno precipitare in altra acqua, generando materiale di scarto che viene poi depurato o trattato per essere riutilizzato. Non a caso Apa è stata insignita della Commissione Europea del Seal of Excellence, una targa di eccellenza nell’ambito del programma Horizon 2020. In realtà se il procedimento a prima vista sembra semplice, la depurazione avviene tramite tre differenti processi chimico-fisico-meccanici di depolverazione, degassificazione, disodorazione dai consumi d’energia molto contenuti. Con un raggio d’azione sugli inquinanti di circa 25-28 metri è efficace sia all’aperto che all’interno degli edifici, dalle fabbriche agli uffici alle scuole. Funziona così: un bocchettone collocato a 1 metro dal suolo aspira l’aria che viene prima filtrata all’interno della macchina, poi lavata da PM10, metalli pesanti, Ipa (Idrocarburi Policiclici Aromatici) e idrocarburi leggeri come metano, benzene e altre polveri sottili. Una volta depurata, l’aria viene spinta verso l’alto e reimmessa pulita nell’atmosfera.
La prima installazione è prevista nell’istituto scolastico Bagnera di Roma che diventerà la capofila delle scuole Clean Air del Paese.
Nasce all’Università di Padova, ZebLab, un laboratorio di didattica e di ricerca per un’edilizia competitiva, sostenibile, innovativa. Un modo per rinnovare l’offerta formativa e il dialogo con le imprese perché ospiterà una piattaforma per la costruzione di edifici Nzeb dove sarà possibile provare impianti e materiali. Di sicuro un’opportunità per gli studenti ma anche per le imprese del settore delle costruzioni, visto che la collaborazione può diventare lo strumento per sviluppare nuove tecnologie, e il luogo dove testare tecniche al momento ancora sperimentali. Il progetto è nato dal desiderio di un gruppo di studenti di partecipare alla competizione internazionale Solar Decathlon, rivolta alle università di tutta Europa, per la progettazione e successiva costruzione di abitazioni che siano autosufficienti dal punto di vista energetico e sostenibili dal punto di vista ambientale e sociale. Così due insegnanti della Scuola di Ingegneria Industriale dell’Università di Padova, Michele De Carli professore di Impianti Termotecnici, Energy and Buildings e Fisica Tecnica e Arturo Lorenzoni professore di Economia dell’Energia ed Electricity Market Economics, hanno pensato di prendere spunto dalla competizione e promuovere un’iniziativa di formazione concreta e strutturata. L’obiettivo è quello di rendere ZEBLab un laboratorio permanente di edilizia sostenibile, coinvolgendo ingegneri edili, civili, energetici, elettrici, meccanici, chimici e dei materiali, elettronici ed economisti, psicologi, scienziati della comunicazione. E anche le aziende interessate a sponsorizzare la formazione dei futuri ingegneri.
Un altro riconoscimento per FAKRO. Questa volta ad assegnare un premio all’azienda polacca produttrice finestre da tetto e scale da soffitta, è stata Střechy Praha, la fiera internazionale per le costruzioni edilizie che si svolge ogni anno a Praga. Infatti, la giuria ha conferito il Golden Tile della 15esima edizione alla finestra per tetti piatti modello F di FAKRO. Evoluzione della finestra tradizionale con cupola, la nuova finestra per tetti piatti FAKRO modello F è dotata di un doppio vetrocamera DU6 composto da un vetro esterno temperato con spessore di 6 mm e da un vetro interno laminato e antieffrazione di classe P2A. Realizzato mediante un sofisticato sistema di incollaggio dei vetri, garante non solo di una maggior durata della chiusura ma anche di una pregevole estetica, questo vetrocamera assicura un’elevata efficienza energetica, tale da contribuire al raggiungimento di un coefficiente termico pari a 0,88W/m²K. Disponibile a richiesta in qualsiasi misura (nei limiti da 60×60 a 120×120), questo serramento può essere equipaggiato anche con triplo vetrocamera passivo DU8, con un coefficiente di trasmittanza termica fino a 0,76W/m²K, valore che fa sì che la finestra F possa essere installata anche in edifici ad alta efficienza energetica e passivi.
Durante la fiera, nella propria area dedicata di oltre 90 metri quadrati, FAKRO ha presentato l’intera gamma di prodotti per tetti piatti, tra i quali anche la finestra calpestabile DXW e la nuova proposta ColourLine, accattivante evoluzione della finestra F ora disponibile anche in diversi colori. Molto interessanti anche le finestre con grandi superfici vetrate: il modello Duet proSky, che può raggiungere un’altezza di 206 cm, e quello Galeria, nella quale i due battenti si aprono formando un panoramico balcone. Immancabili, infine, la FTT U8 Thermo – finestra da tetto ad elevata efficienza energetica, capace di garantire un indice di trasmittanza termica Uw pari a 0,58W/m2K – e la finestra preSelect a doppia apertura, serramento apribile sia a bilico che a vasistas, per godere del massimo comfort possibile.
Impianti, mon amour. Il rapporto del Cresme, presentato alla Mostra Convegno Expocomfort, lo indica chiaramente: mentre il mercato dell’edilizia stenta, il settore dell’impiantistica continua a crescere e anzi è il traino del comparto edile. La buona notizia, secondo quanto ha spiegato il direttore del Cresme, Lorenzo Bellicini, è che il 2016 segna l’uscita dalla recessione per il settore delle costruzioni. Insomma, è finita la grande crisi iniziata nel 2007: torna la crescita degli investimenti nelle costruzioni. Ma, come è facile dedurre, le costruzioni ripartono da basi diverse. A fare da padrone, adesso, è la tecnologia. Un concetto che è ribadito da diversi mesi durante il roadshow Condominio Ok:le costruzioni sono ora un sistema con diverse componenti, dalle nanotecnologie ai sensori, termostati, internet delle cose, robotica, stampanti 3d, digitalizzazione e modellizzazione informatica.
Lorenzo Bellicini
I numeri degli impianti
Per questo si registra un rapido sviluppo della domanda internazionale di impiantistica. Lo confermano anche i dati europei. Nel 2015 il mercato europeo degli impianti è arrivato a valere 369 miliardi di euro, il 27% di tutto il valore della produzione nelle costruzioni (nel 2009 era il 24%). Fanno parte di questo filone installazioni elettriche, impianti per la climatizzazione, idraulici e altri impianti per l’edilizia, per le telecomunicazioni, per la produzione e distribuzione di energia elettrica e idrica. Dopo la forte flessione tra il 2011 e il 2013, quando l’intero mercato europeo si era contratto di oltre l’8%, perdendo quasi 32 miliardi di euro, principalmente per via del crollo degli investimenti registrato nel Sud Europa, in particolare Spagna, Portogallo e Grecia, il valore della produzione nel settore è cresciuto con continuità sia nel 2014 (+0,7% a valori reali) che nel 2015 (+2,6%), e alla fine dell’anno in corso potrebbe riportarsi sui livelli del 2010: 382 miliardi di euro (con una crescita attesa pari al 3,5% a valori costanti).
Impianto di ventilazione
Efficientamento boom
Secondo il rapporto del Cresme, la domanda di impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili insieme allo sviluppo del settore della riqualificazione edilizia in ambito di efficientamento energetico, più il rapido sviluppo infrastrutturale dei paesi dell’Est Europeo (impianti per la produzione e distribuzione dell’energia elettrica, telecomunicazioni, reti idriche), hanno reso possibile la conquista progressiva di quote di mercato da parte dell’impiantistica negli ultimi anni. Un incremento che in molti casi, soprattutto nel nostro Paese e in quelli del Sud Europa (Spagna, Portogallo, Grecia e Cipro) ha calmierato la crisi delle costruzioni, grazie allo sviluppo del mercato della riqualificazione edilizia.
Italia e Germania in testa
Nel 2015 in Italia la quota di mercato degli impianti sugli investimenti in costruzioni segna il 34%; il valore della produzione è stimato in 46 miliardi di euro. Le quote maggiori si registrano tuttavia in Italia e tra i Paesi del Centro Europa, Germania in testa, dove oltre il 30% del settore delle costruzioni è oggi fatto di impiantistica. Il mercato tedesco è il primo mercato europeo, con un valore della produzione nel 2015 stimato in circa 100 miliardi di euro. A seguire la Francia dove l’impiantistica vale circa 50 miliardi di euro, l’Italia con 46 e il Regno Unito con circa 44. Secondo le nuove stime Cresme, l’installazione degli impianti in Italia nel 2015 vale quindi quasi 46 miliardi di euro e questo colloca il nostro Paese al terzo posto in Europa. Quasi 19 miliardi di euro sono il fatturato dell’installazione idrotermosanitaria; oltre 22 miliardi quello degli impianti elettrici ed elettronici applicati all’edilizia e 4,6 miliardi il fatturato degli altri impianti.
Internet of things
Idrotermoresistenza
Durante la crisi, gli impianti sono stai colpiti molto meno duramente delle costruzioni tradizionali. Tra il 2008 il 2013 il settore delle costruzioni ha perso 566.000 occupati diretti su un totale di 1.459.000 posti di lavoro persi dall’economia italiana. Di questi 501.000 si sono persi nelle attività non impiantistiche e 64.600 nel settore dell’installazione impianti.
In sintesi con la crisi il settore dell’installazione impianti ha ridotto l’occupazione dell’11,8%, mentre nel resto dell’attività del settore delle costruzioni si è perso il 34,2% degli occupati. E non solo il mondo dell’installazione impianti ha retto meglio alla crisi, ma lo ha fatto attraverso la tenuta della forza lavoro più qualificata.
Opere pubbliche
Vale 20 miliardi di euro il mercato pubblico dell’impiantistica civile e industriale nel 2015 in Italia. Una cifra che segna un più 4,5% rispetto al 2014, fino a divenire il 67% degli appalti delle opere pubbliche. Un’importante quota di mercato che vede protagonista l’impiantistica, un settore che negli anni ha dimostrato di essere sempre più trainante per l’economia del Paese: basti pensare che dal 2002 al 2015 le gare per lavori che vedono protagonisti gli impianti sono state 128.307 per un importo complessivo di quasi 223 miliardi, cifra che si traduce nel 39% dei contratti per opere pubbliche e nel57% degli importi spesi.
Elettronica a mille
Dei 223 miliardi spesi in nuovi impianti dal 2002 al 2015, ben il 51% (113 miliardi) hanno riguardato impianti interni agli edifici (idrosanitari, cucine e lavanderie, gas e antincendio, termici e condizionamento del clima, interni elettrici, telefonici, radiotelefonici e televisivi nonché reti di trasmissione dati; impianti elettromeccanici trasportatori e di sollevamento, ascensori e scale mobili, pneumatici e antintrusione). Nel 2015 tra i protagonisti del mercato degli impiantitroviamo i bandi per la distribuzione del gas naturale: tra le iniziative di importo superiore ai 100 milioni, quelle relative alla distribuzione del gas sono 9 per un importo complessivo dioltre 3 miliardi di euro, ovvero il 15% del mercato degli impianti. Le tre gare maggiori riguardano i territori del Comune di Milano (1,4 miliardi), di Venezia (522 milioni) e Torino (333 milioni).
Wang Shu, Decay of a Dome, esperimento costruttivo realizzato in scala 1:1 per la Biennale di Venezia del 2010 di fronte alla Scuola di Architettura del Campus di Xiangshan
Architecture as Art, l’architettura come arte è il tema e titolo della mostra che verrà allestita all’Hangar Bicocca il 2 Aprile. Si tratta di un’iniziativa promossa da Triennale XXI per indurre i visitatori a guardare l’architettura con uno sguardo diverso, confidando sull’effetto persuasivo del supporto museografico-espositivo completamente dal contesto: al posto di disegni, foto, plastici e bozzetti, campioni veri. A partecipare alla manifestazione ideata e diretta da Pierluigi Nicolin, curata da Nina Bassoli e allestita da Sonia Calzoni sono stati invitati 15 studi di architettura. Uno di questi Wang Shu, Amateur Architecture Studio, con la collaborazione nell’allestimento dello studio Calzoni di Milano, ha progettato una installazione in mattoni faccia a vista SanMarco (linea Terrae, colore Rosso).
Si tratta di una serie di quinte murarie caratterizzate da texture nelle quali il premioPritzker 2012 riprende il suo modo originale di mescolare senza soluzione di continuità il contemporaneo con il culturale, l’innovazione con la tradizione, materiali nuovi con altri recuperati; il tutto con una qualità espressiva basata sulle proporzioni e sulle tecniche costruttive tradizionali. L’architetto cinese preside della Scuola di architettura della China Academy of Art, non è nuovo a queste sperimentazioni: alla Biennale di Venezia del 2010 presentò Decay of a Dome, realizzata in scala 1:1. A dimostrare che l’architettura è un’azione costruttiva catalogata nei materiali e nei modi di disporli, plasmarli, impilarli, intrecciarli, connetterli, piegarli e inciderli.
Wang Shu, Decay of a Dome, esperimento costruttivo realizzato in scala 1:1 per la Biennale di Venezia del 2010 di fronte alla Scuola di Architettura del Campus di Xiangshan
Palazzo Dessy a Cagliari è un hotel di charme nato dal recupero di un palazzo di origine signorile con diverse suite dotate di due balconi affacciati sulle vie del quartiere storico della Marina. Ristrutturato con l’idea di ricreare un ambiente in cui l’ospite possa sentirsi “a casa, l’architetto Sergio Pileri dello studio P&P di Cagliari ha scelto le pavimentazioni LVT residenziali Gerflor, lame multistrato in PVC di spessore minimo, con effetto legno fiammato a taglio sega della superficie di usura, abbinato ad un battiscopa che ne esalta colore e posa.
Calore domestico grazie alla combinazione di luci, colori, materiali, arredi e finiture, pezzi di artigianato isolano e pareti rivestite in ceramiche Cerasarda, abbinato a dettagli tecnici, come l’insonorizzazione degli ambienti dotati di impianti stereo Sonos o il sistema di aspirazione centralizzato per un ambiente salubre a qualunque ora senza creare disturbo agli ospiti. Un mood casalingo dove sentirsi liberi di camminare a piedi nudi sopra un pavimento che consenta un’igiene totale e la scelta è caduta su Gerflor, perché oltre a essere esteticamente valido, leggero di peso, insonoro al calpestìo, e caldo al punto da poterci passare sopra scalzi in qualsiasi periodo dell’anno, è igienico e facile da mettere in opera e da smontare. E i listelli sono stati incollati sul massetto di cemento steso sopra il tavolato dei solai tradizionali in legno.