La Hörmann ha sfornato e presentato sul mercato RenoMatic 2016, per una portone ad alta qualità e a basso costo. È in corso la campagna promozionale dell’azienda che prevede sconti fino al 40% sul prodotto: il portone sezionale da garage, dotato di motorizzazione ProMatic e superficie Sandgrain (ruvida al tatto e particolarmente resistente) sarà disponibile fino al 31 dicembre a 995 euro nelle dimensioni promozionali 2375 x 2125 mm, 2500 x 2125 mm e 2500 x 2250 mm.
In versione Decograin (con superficie caratterizzata da un effetto simillegno) di pari dimensioni, è proposto a 1.095 €, mentre per i garage doppi da 4500 x 2125 mm e 4500 x 2250 mm, Hörmann offre il portone RenoMatic 2015 con superficie Sandgrain a 1.545€, oppure con superficie Decograin a 1.645€.
L’isolamento termico è garantito dagli elementi coibentati e a doppia parete del portone, in grado di migliorare notevolmente l’efficienza energetica delle abitazioni. La motorizzazione ProMatic, inclusa nella fornitura, è dotata dell’evoluto Sistema BiSecur, che deve la sua sicurezza all’utilizzo di una codifica AES 128, standard riconosciuto e utilizzato a livello internazionale, e impiegato, ad esempio, per l’online banking. Premiato con il “Reddot design award” per il suo profilo elegante, il pregiato telecomando a cinque tasti collegato alla motorizzazione ProMatic è la soluzione ideale per comandare il portone da garage, godendo di un comfort d’eccezione. Infine, acquistando un portone RenoMatic 2016, sarà possibile ricevere gratuitamente anche un secondo telecomando per la motorizzazione.
Cebox-T, la soluzione per le tende di Sistemi RasoParete
Rendere meno visibili le tende delle finestre è ora possibile grazie a Cebox-T, contenitore raso soffitto di Sistemi RasoParete, prodotto nato dalla volontà di salvaguardare l’architettura e l’ambiente interno domestico dove le tende hanno il compito di riparare dalla luce del sole, di creare zone di privacy o di separare due spazi, per poi possibilmente scomparire quando cessano queste necessità (e quando si vuole fruire a pieno della luce o degli affacci sull’esterno).
Cebox-T, la soluzione per le tende di Sistemi RasoParete
Cebox-T è in grado di agevolare molte delle dinamiche e delle operazioni che ruotano attorno al mondo delle tende e dei rulli:l’anta di copertura del sistema, retta da una chiusura meccanica e magnetizzata senza viti, può essere infatti facilmente rimossa per accedere ai motori e ai meccanismi, senza deteriorare le finiture dell’opera. Per lavori di manutenzione, ma anche per sganciare i tendaggi per sostituirli o semplicemente per lavarli, tutto diventa semplice e immediato, accessibile a chiunque e in qualunque momento.
Tende, Cebox-T di Sistemi RasoParete
Cebox-T, dati tecnici:
Cebox-T prevede tue tipologie: T1, a una tenda, o T2, a due tende. Il contenitore è stato concepito per incassare e ispezionare tende o teli per proiezione a rullo, motorizzati e non, montabile indifferentemente sia su muratura sia su cartongesso, con dimensioni fino a 6400 millimetri di lunghezza e 150 o 270 millimetri di profondità. Cebox-T è ideale per il suo ingombro ridotto nel soffitto: di serie 140-159 mm, optional anche alto 116 mm, da scegliere in base alla larghezza della tenda o telo. Il contenitore è realizzato con struttura perimetrale in alluminio da 20 mm di spessore, mentre il coperchio superiore è in pannello di fibra nobilitato bordato Abs, spessore 19 mm, o per gli ambienti esterni, viene realizzato in multistrato marino. L’anta di copertura a vista, asportabile, invece, è tinteggiata con fondo effetto intonaco o cartongesso, pronta per essere finita come il soffitto.
La famiglia come motore dell’azienda, i giovani come benzina. Renato Rivella racconta a YouTradeweb la storia di Alba Edile, fondata nel lontano 1972 dal padre e in seguito gestita insieme al fratello Enzo. “Puntiamo molto ad una notevole disponibilità di materiale, sia come quantitativi che come numero di prodotti” spiega Rivella, che per affrontare al meglio le sfide del mercato punta alla linea verde, affidando ai giovani nativi digitali il controllo delle vendite online.
Renato Rivella
Domanda. Rivella, ci racconti un po’ la storia di Alba Edile…
Risposta. L’azienda ha aperto il 7 gennaio del 1972 come S.n.c., fondata da mio padre Eugenio e due altri soci, usciti dopo pochi anni. Successivamente, dopo la sua prematura scomparsa, si è trasformata in S.r.l. guidata da noi due figli Renato ed Enzo.
D. Come si è sviluppata l’azienda? Ripercorriamo un po’ le principali tappe di crescita…
R. Il primo magazzino era di dimensioni ridotte, ma con il grande vantaggio di essere ubicato in pieno centro cittadino, perciò comodissimo da raggiungere sia da artigiani che da privati. Questo fatto è stato contemporaneamente un grande risorsa per la ditta ed un freno allo sviluppo della stessa, perché ci siamo decisi solo molti anni dopo a trasferirci in periferia per poter utilizzare due strutture decisamente più grandi e adeguate ai tempi. Abbiamo dunque aperto nel 2010 a Monticello d’Alba il settore siderurgico, lavorazione tondo per cemento armato, taglio travi, commercio laminati, tubolari e lamiere. Nel 2014 nella zona artigianale di Alba è stato aperto il vero e proprio magazzino dedicato esclusivamente all’edilizia.
Alba Edile, panoramica
D. Che cos’è oggi Alba Edile?
R. Oggi l’azienda si sviluppa nei settori siderurgico ed edilizio con l’aggiunta, in una location a parte, di una piccola esposizione di ceramica, stufe e arredo bagno.
D. Qual è il suo quid in più?
R. In questo momento così difficile per il settore puntiamo molto a una notevole disponibilità di materiale, sia come quantitativi che come numero di prodotti, nonostante questo sia per noi molto oneroso dal punto di vista finanziario. Un grande aiuto ci arriva anche dal Centro Commercio Edile, società fondata nel 1993 in cui siamo presenti con altri cinque colleghi della zona, che cura per tutti noi gli acquisti dei principali prodotti e, grazie alla sua grande piattaforma logistica, ci fa da indispensabile polmone e supporto.
Alba Edile, sede – magazzino
D. Qual è il vostro trend di mercato?
R. Il trend di mercato, negli ultimi due anni, si è finalmente stabilizzato e abbiamo interrotto il calo di venditi degli esercizi precedenti.
D. Quali settori merceologici vanno meglio e quali peggio?
R. I settori che al momento danno più soddisfazione sono quelli legati alla ristrutturazione e all’isolamento. Nello specifico, colle, rasanti, malte tecniche, cappotti. I materiali che invece soffrono sono naturalmente quelli più tradizionali: leganti, laterizi, coperture, impermeabilizzanti.
Alba Edile, interno magazzino
D. Rispetto al 2014, mi aggiorna sui dati di fatturato, punti vendita e impiegati
R. Abbiamo due punti vendita in più, e l’organico è salito da 11 a 15 persone compresi i titolari e i figli, terza generazione dell’azienda.
D. Avete adottato nuove strategie per rafforzare la presenza sul territorio?
R. L’unica evoluzione che abbiamo al momento in programma è l’aggiornamento del sito internet e lo sviluppo delle vendite online. Questo lavoro di preparazione, molto lungo e faticoso, è per fortuna seguito dai giovani, decisamente più ricettivi di noi anziani di lungo corso alle nuove tecnologie. L’azienda, anche con le nuove leve, continuerà a lavorare con la massima serietà nei confronti sia dei clienti che dei fornitori, perché così siamo stati educati e così abbiamo trasmesso i nostri valori ai nostri figli, che prima o poi, si spera, ci sostituiranno in toto nella conduzione aziendale.
Alba Edile, punto vendita
D. Alleggeriamoci un po’, chiudiamo un attimo fuori il lavoro. La sua squadra del cuore?
R. Juventus!
D. E la canzone alla quale è più legato?
R. Blowin’ in the wind, Bob Dylan
D. Il libro che consiglia?
R. I pilastri delle terra, Ken Follett
D. Chiudiamo con gli hobby
R. Camminate e visite ai borghi storici, castelli, chiese, siti archeologici e città d’arte.
Edilizia e cantieri, accordo FederCostruzioni e VeronaFiere
Firmata a Verona l’intesa strategica di collaborazione tra FederCostruzioni e VeronaFiere, ora insieme per sostenere la crescita del settore delle costruzioni. La federazione di Confindustria che riunisce le più significative categorie produttive della filiera edile e Veronafiere, organizzatore del salone di riferimento in Italia per macchine movimento terra e da cantiere uniscono le forze in vista della 30ª edizione di SaMoTer (in programma a Verona dal 22 al 25 febbraio 2017), incentrata sulle soluzioni per l’emergenza e tutela ambientale, del territorio e il dissesto idrogeologico, con particolare riguardo alle macchine intelligenti, a quelle ibride a basse emissioni ed alta efficienza energetica, alle piattaforme tecnologiche per l’interazione human to machine e machine to machine.
L’obiettivo della partnership è lo sviluppo di iniziative promozionali e di formazione per supportare un sistema che per l’Italia vale oltre 400 miliardi di euro e dà lavoro a 2,6 milioni di persone. Un mondo che sconta ancora una profonda crisi, avendo perso dal 2009 al 2014 quasi il 30% della produzione e 650mila occupati, ma che dal 2015 mostra i segni di una graduale ripresa, con previsioni di una sostanziale tenuta nel 2016. Per consolidare la ripartenza servono però interventi per avviare una nuova progettualità sul fronte dei lavori pubblici, incentivando risparmio energetico, qualità e sostenibilità.
Questo il commento di Maurizio Danese, presidente di VeronaFiere: “L’accordo rappresenta un ulteriore passo concreto a vantaggio del sistema nazionale delle costruzioni. La collaborazione con FederCostruzioni rafforza il ruolo di SaMoTer quale piattaforma di riferimento in Italia per la promozione internazionale delle aziende della filiera di macchina e attrezzature per i cantieri e l’edilizia, completata dalle due rassegne che si svolgono in parallelo su bitume e infrastrutture stradali e su autotrasporto e logistica. Ha parlato anche Rudy Girardi, presidente di FederCostruzioni: “La collaborazione tra FederCostruzioni e VeronaFiere si pone nella linea da sempre seguita dalla federazione di sostenere tutte le iniziative finalizzate a dare evidenza al peso effettivo della filiera delle costruzioni per il Paese, sia in termini di produzione che di occupazione, e a sollecitare l’adozione di misure adeguate per l’avvio della ripresa”.
A sinistra Maurizio Danese, Presidente Veronafiere, a destra Rudy Girardi, Presidente Federcostruzioni
Alma Design ha presentato due trattamenti innovativi: un rivestimento antibatterico e un rivestimento idro-oleo repellente. Si tratta di una doppia rivoluzione, resa possibile dalle ultimissime ricerche legate alle nanotecnologie, che l’azienda ha sfruttato per garantire ai propri prodotti prestazioni di resistenza sempre più elevate. Tale risultato è stato raggiunto grazie alla partnership tra Alma Design e Nanobiotech, realtà leader nell’elaborazione di prodotti in grado di rispondere alle problematiche più comuni legate alla protezione e alla prevenzione del degrado delle superfici.
Alma Design è nata nel segno dell’innovazione e la sua missione è quella di offrire un prodotto all’avanguardia, così da fare del design non solo qualcosa di estetico, ma anche di funzionale, pronto ad accogliere i continui miglioramenti nei campo dei materiali. Le novità offrono ai prodotti inedite e speciali garanzie di resistenza e durabilità sia per gli spazi residenziali che per il settore arredo.
Alma Design, nanotecnologie
Il trattamento antibatterico e il trattamento idro-oleo repellente sono tecnologie eco-friendly e al 100% ecocompatibili capaci di risolvere le consuete problematiche associate agli ambiti collettivi, sottoposti ad un uso massivo e ad un impiego non sempre attento da parte della clientela.
Entriamo nel merito delle due novità ,entrambe prive di proprietà cromatiche ed applicabili con facilità a plastiche, legno, tessuti e pelli (per un ciclo di vita garantito fino a 6 anni). Il rivestimento antibatterico, basato su una tecnologia bionica, è in grado di eliminare più del 99% di virus, batteri e muffe: una vera e propria garanzie per edifici quali ospedali, scuole, hote, aeroporti, dove l’ininterrotta affluenza di persone alterala purezza dell’aria e ne preclude la salubrità. Grazie ai principi del biossido di titanio e delle nanoparticelle di argento contenute, viene esercitata un’azione antibatterica che si attiva in presenza di luce solare o artificiale mediante fotocatalisi. L’ossigeno creato da questo processo decompone quindi le molecole di anidride carbonica e le impurità a contatto con la superficie, così come le sostanza odorose e gli agenti patogeni, creando un effetto purificatore.
Nanotecnologie, Alma Design
Il rivestimento idro-oleo repellente si presenta come una lacca a bassissimo spessore che aderisce perfettamente alle superfici, assicurandone caratteristiche uniche di resistenza alla penetrazione di liquidi, allo sporco, all’abrasione e ai raggi ultravioletti. Se opportunamente trattati con questa pellicola, i materiali tradizionalmente da interno come tessuti o legno possono essere collocati indifferentemente in spazi outdoor o indoor: i fluidi vi svicolano senza essere assorbiti.
Panoramica delle gru Niederstätter, Renzo Piano - Atene
Niederstätter è stata scelta per la fornitura e il montaggio di macchinari del cantiere dello Stavros Niarchos Foundation Cultural Center ad Atene, progetto firmato Renzo Piano. L’azienda bolzanina è una delle più importanti realtà italiane e continentale per quanto concerne la vendita e il noleggio di macchinari per l’edilizia, attrezzature e container.
Panoramica delle gru Niederstätter, Renzo Piano – Atene
Tre gru Liebherr sono state in azione nell’enorme cantiere dello Stavros Niarchos Foundation Cultural Center, uno dei più importanti enti culturali della capitale greca. L’ opera è concepita come un polo culturale e educativo destinato a ospitare la Libreria Nazionale e l’Opera Nazionale Greca, oltre che un immenso parco di 170.000 metri quadri.
Gru Niederstätter, cantiere Atene
Il montaggio e lo smontaggio delle gru è stato effettuato sul posto dallo staff della Niederstätter, in collaborazione con il personale della Liebherr; le dimensioni delle gru erano mastodontiche: sbraccio massimo di 61,5 metri, altezza massima del gancio 68,7 metri e portata massima di 10,5-40 tonnellate. Tutte le gru erano dotate di un sistema anti-collisione per garantire la massima sicurezza sul lavoro.
Gru Niederstätter per il cantiere ad Atene
Il cantiere SNFCC si trova a circa 4 chilometri dal centro di Atene, nella zona che ha ospitato le Olimpiadi nel 2004. La realizzazione di questo complesso culturale consegnerà alla città un importante collegamento, finora mai realizzato, tra la città e il mare.
Niederstätter, gru – Atene
Nel 2017 la capitale della Grecia ospiterà la manifestazione “Documenta 2017”, evento culturale tra i più importanti del mondo, che all’insegna del motto “Imparare da Atene” non si svolgerà solo nella sua sede naturale di Kassel, ma avrà appunto una sua appendice nella capitale greca. Vi è dunque la possibilità che il centro culturale disegnato da Piano sia scelto come una delle location di Documenta.
Nel secondo semestre del 2015 l’analisi dei rendimenti lordi delle abitazioni nelle principali città italiane indica che il rendimento annuo lordo nelle grandi città italiane si è attestato intorno al 4,7%. Per rendimento annuo lordo di un immobile in locazione si intende qui il rapporto tra i canoni di locazione annui (cioè la somma delle 12 mensilità) e l’ipotetico capitale investito per l’acquisto dell’immobile. L’Ufficio Studi Gruppo Tecnocasa, società che si occupa di compravendite immobiliari, ha messo a confronto le dinamiche di crescita dei prezzi degli immobili, dei canoni di locazione e dei rendimenti, nel periodo che va dal 2004 al II semestre 2015. L’analisi è stata effettuata nelle grandi città italiane. La curva dei prezzi è stata calcolata facendo riferimento alle variazioni degli immobili per quanto riguarda il compravenduto della tipologia “medio usato”. L’andamento delle variazioni dei canoni di locazione nel tempo è stato elaborato sul bilocale. Tra le grandi città quelle che hanno il rendimento annuo lordo da locazione più elevato sono Verona (6,0%) e Palermo (5,4%). Sempre secopndo la stessa Tecnocasa, nel secondo semestre del 2015 i canoni di locazione nelle grandi città hanno segnato una diminuzione dei valori dello 0,3% per i monolocali, mentre un aumento dello 0,2% per i bilocali e dello 0,7% per i trilocali.
La copertura ideata dall'Institute for Computational Design
Il cantiere del futuro sarà molto diverso da quello a cui siamo tutti abituati: invece di uomini con giubbotti catarifrangenti ed elmetti, vedremo droni che ronzano sopra le nostre teste, ruspe robotizzate e stampanti 3D che strato dopo stato innalzano fondamenta e muri portanti. Attenzione, si tratta di uno scenario proposto dalle aziende di tecnologia, che però devono convincere un settore, tradizionalmente poco propenso al cambiamento e per di più in crisi.
Un drone al lavoro sopra un cantiere
Eppure qualcosa sta già cambiando, almeno negli Stati Uniti. Per esempio, la start up Skycatch ha previsto l’uso dei droni in alcuni progetti di sviluppo immobiliare di fascia lusso, di cui non vuole svelare il nome per motivi commerciali, per fare le rilevazioni del terreno. Un cliente che si può citare invece è Komatsu, il colosso delle costruzioni giapponese, che li impiega per dotare di vista i suoi bulldozer automatizzati: in pratica, i droni inviano modelli 3D di un cantiere a un computer che elabora le informazioni e invia alle macchine senza equipaggio il percorso da fare.
La vista del terreno dal drone
La stampa 3D una delle possibili soluzioni alla crisi degli alloggi?
La stampante con calcestruzzo messa a punto dalla Loughborough University
Aziende e università stanno conducendo esperimenti ed edificando case un po’ ovunque nel mondo, dei migliori progetti ne abbiamo parlato qui. Ma alla folta schiera dei promotori della stampa tridimensionale si sono aggiunte anche archistar come Norman Foster, l’impresa di costruzioni Skanska e Abb, la multinazionale svedese specializzata in tecnologie per l’energia e l’automazione. Insieme hanno deciso di testare un prototipo di stampante con calcestruzzo messa a punto dalla Loughborough University, dotata di un braccio robotico in grado di stampare una grande varietà di forme, tra cui oggetti curvi, cavi e geometricamente complessi a una velocità 10 volte maggiore. Secondo i dirigenti di Sanska la stampa di cemento in 3D ha un grande potenziale, quello di ridurre da settimane a ore i tempi necessari per creare alcuni elementi complessi degli edifici. Una soluzione che consentirebbe di raggiungere un livello di qualità e di efficienza mai visto prima nel settore delle costruzioni. In questo caso si tratta di un approccio diverso dalla costruzione di una casa intera, che non piacerebbe alla fascia alta del mercato, ma nemmeno ai paesi in via di sviluppo dove hanno trovato soluzioni alternative per costruire case a buon prezzo con materiali con locali.
I mattoni 3D pieni di acqua e tetti con aperture a forma di conifere
Cool brick progettato dallo studio Emerging objects
Lo studio di desing Emerging Objects ha messo a punto messo a punto dei mattoni porosi battezzati Cool bricks. La loro struttura reticolare ceramica tridimensionale è in grado di contenere l’acqua come una spugna e quando l’aria fluisce attraverso la superficie porosa assorbe il vapore dell’acqua che diventa più fredda durante questo processo. Secondo i progettisti, se tutte le pareti di una casa fossero costruite con questo materiale, il flusso d’aria potrebbe far abbassare la temperatura interna. David Correa, dell’Institute for Computational Design, è convinto che gli edifici saranno veramente intelligente solo quando saranno costruiti con materiali intelligenti, molti dei quali si possono trovare nel mondo naturale. Secondo lui meccanica e software sono diventati obsoleti, e se i sensori si guastano la manutenzione di edifici intelligenti è una battaglia. Da qui l’idea di inserire delle aperture nei tetti a forma di pigna da aprire quando è soleggiato e chiudere quando piove per ventilare gli edifici.
La copertura ideata dall’Institute for Computational Design
Come ricordava tempo fa il presidente dell’Inps, Tito Boeri, «in Italia ci sono circa 700mila famiglie in attesa di assegnazione a fronte di 45mila alloggi di edilizia residenziale pubblica disponibili ogni anno. Come dire che una famiglia su 15 viene accontentata ogni anno, con liste d’attesa che durano quanto un terzo della vita lavorativa. Più di un quarto degli italiani che dormono per strada o nei centri di assistenza a Milano e Roma hanno fatto domanda per una casa popolare e, nonostante debbano avere priorità, sono mediamente in attesa da sei anni». Non solo: il patrimonio edilizio esistente è in condizioni pietose. Molte delle case popolari occupate sono rimaste vuote perché in condizioni di degrado. Ristrutturarle sarebbe già un passo in avanti, ma gli enti che le gestiscono, come l’Aler a Milano e l’Ater di Roma, non hanno i fondi necessari.
Bisogna ricordare questo quando si parla di Germania. Già, perché a spingere la locomotiva tedesca, che ha visto un Pil lievitato dello 0,7% nel primo trimestre (+1,6% su base annua), c’è anche l’edilizia popolare. È la domanda interna, proprio quella che manca all’Italia, a spingere il Prodotto interno lordo. E, forse un po’ paradossalmente, questo è dovuto in parte a un effetto poco desiderato dai tedeschi (su questo in linea con gli italiani): l’immigrazione. Le spese governative per la gestione dei profughi e la necessità di fornire presto un alloggio il settore dell’edilizia ha fatto segnare un balzo del 3,5% nei primi tre mesi dell’anno e ha contribuito pro quota dello 0,2% sul totale del Pil. Certo, gli esperti segnalano che la buona performance è dovuta anche a un inverno particolarmente mite, che ha favorito chi lavora nei cantieri. Ma il dato rimane. A cui se ne aggiunge un altro: secondo il ministero per l’Edilizia di Berlino, la spesa per alloggi popolari dovrebbe raddoppiare a 2 miliardi l’anno fino al 2020.
Domanda: invece di puntare sempre il dito sulla rigidità dei tedeschi, ogni tanto non sarebbe il caso di imitarli?
Ecolight ha ideato le EcoIsole Raee per la raccolta di cellulari, piccoli elettrodomestici e lampadine a risparmio energetico che non funzionano più. Due punti vendita capitolini di Leroy Merlin (Pontecoro e Ciampino) sono dati dotati dei cassettoni intelligenti amici dell’ambiente e del buon riciclo. Con queste due EcoIsole, salgono a 40 i cassonetti intelligenti per la raccolta dei piccoli che Ecolight ha posizionato in prossimità di centri commerciali o grandi punti vendita.
I rifiuti elettronici rappresentano infatti un’importante risorsa: essendo riciclabili per oltre il 90% del loro peso, se correttamente raccolti e trattati, possono fornire significativi volumi di materie prime seconde come plastica, metalli e vetro. I piccoli rifiuti elettronici in particolare sono quelli più difficili da raccogliere: si stima che solamente il 20% segua un corretto percorso di raccolta, recupero e smaltimento.
L’EcoIsola Raee è di dimensioni contenute (1,5 x 1,2 x 1,5 metri) e interamente automatizzata. Per conferirvi i rifiuti, al consumatore è richiesto di indicare il tipo di prodotto da smaltire (se un piccolo elettrodomestico o una lampadina) e identificarsi con la carta regionale dei servizi, quindi inserire il rifiuto nello sportello indicato e dunque ritirare lo scontrino. Quando i contenitori interni sono pieni, la macchina avvisa i tecnici per lo svuotamento via sms. I rifiuti conferiti vengono tracciati dal momento del conferimento fino al trattamento e recupero, nell’intento di prevenire il traffico illegale dei Raee.
EcoIsole di EcoLight – Leroy Merlin
Giancarlo Dezio, direttore generale di Ecolight, ha spiegato: “L’EcoIsola RAEE risponde a due esigenze importanti: anzitutto, agevolano il cittadino-consumatore nel conferire correttamente il proprio rifiuto elettronico. Studiate per essere messe nelle aree commerciali ad alta frequentazione, le EcoIsole diventano facilmente raggiungibili e utilizzabili”. E ancora: “Questi cassonetti permettono di dare una risposta concreta all’Uno contro Zero che prevedere per la grande distribuzione l’obbligo di ritirare i piccoli RAEE gratuitamente».
Queste, invece, le parole di Davide Alaimo, capo progetto Supply Chain Negozio Leroy Merlin: “Con le ultime due EcoIsole di Ecolight a Roma, ad oggi abbiamo attrezzato in totale tredici dei nostri negozi, tra cui Bologna, Brescia, Mestre, Verona, Vicenza, Lissone e Pantigliate, contribuendo così alla raccolta di quasi 11 tonnellate di piccoli Raeee sorgenti luminose. Oltre 11.700 persone hanno quindi potuto usufruire di questo servizio. L’obiettivo che ci siamo prefissati è quello di incentivare e sensibilizzare la raccolta differenziata dei nostri clienti (e non), trasformando un obbligo di legge in un’opportunità per tutta la comunità. La collaborazione con Ecolight proseguirà su altri punti vendita”.
Tra le detrazioni previste dalla Legge di Stabilità ci sono alcuni ecobonus meno conosciuti ma ugualmente interessanti per chi si accinge alla ristrtturazione. Ecco quali:
1 – La sicurezza conviene: i lavori di installazione di grate sulle finestre, vetri antisfondamento, casseforti a muro e porte blindate o rinforzate beneficiano del bonus ristrutturazioni con una detrazione del 50%.
2 – Le prestazioni professionali, l’acquisto dei materiali e le spese per perizie e sopralluoghi sono rimborsabili al 50% con il bonus ristrutturazioni.
3 – Acquistare nuovi mobili all’estero, attraverso il pagamento carta di credito o debito, e richiedere la detrazione del 50% prevista dal bonus mobili si può. Basta esibire la fattura e la ricevuta di avvenuta transazione.
4 –Anche la costruzione del garage, di un’autorimessa o di un posto auto di pertinenza nel cortile condominiale, si può detrarre. Nella misura del 50%.
5 –Nell’elenco delle spese detraibili col bonus ristrutturazioni, rientrano anche le tecnologie per le persone con gravi disabilità fisiche e motorie, che migliorano la comunicazione e la mobilità interna ed esterna alla casa. Ed è pari al 50% della spesa sostenuta.
6 – Non potevano mancare nell’elenco gli interventi antisismici su prime case o edifici adibiti ad attività produttive in zone a rischio. In questo caso la detrazione è pari al 65% ed è retroattiva dal 4 agosto 2013.
7 – Gli immobili di valore storico o artistico possono essere adeguati alle moderne esigenze funzionali usufruendo di una detrazione del 50%. Per la valorizzazione e la conservazione degli edifici è ammesso l’uso di materiali e tecnologie diverse da quelli originali.
8 – Le detrazioni sono cumulabili fino a un limite complessivo di rimborso pari a 96mila euro per unità immobiliare. Insomma se sono già stati fatti dei lavori di ristrutturazione e l’intenzione è quella di intraprenderne altri, non c’è problema: basta dimostrare che si tratta di un’altra attività con la presentazione della denuncia di inizio attività (Dia), il collaudo dell’opera e la dichiarazione di fine lavori.
9 – Attenti alle date: solo se la data di inizio dei lavori di ristrutturazione è precedente a quella di acquisto dei mobili è possibile ottenere i due bonus. Nessun vincolo temporale con i pagamenti.
10 – Porte e tende, complementi di arredo o mobili usati e antichi, non beneficiano del bonus mobili. Via libera invece, a materassi, lampade e lampadari, mobili nuovi fatti su misura, letti, armadi, cassettiere, librerie, scrivanie, tavoli, sedie, comodini, divani, poltrone, credenze, cucine, mobili per arredare il bagno e quelli per l’ esterno.
La situazione è questa: la Bce da un anno presta soldi alle banche europee in cambio di obbligazioni, sia dello Stato che di aziende private, comprese quelle delle banche. Il risultato è che gli istituti di credito, anche quelli italiani, hanno a disposizione un sacco di liquidità. Eppure, i finanziamenti a famiglie e imprese nel 2015 non sono aumentati (-0,03% anno su anno secondo il rapporto Abi di dicembre). Deduzione comune: i perfidi banchieri si tengono stretti i soldi che ricevono a interessi quasi zero, mentre le imprese restano alla finestra e l’economia langue.
Ma purtroppo, o per fortuna, non è esattamente così. In Italia il peso degli impieghi delle banche sull’attivo totale resta molto superiore alla media europea (55% contro 46%, fonte Bce). Insomma, le banche in Italia prestano più soldi rispetto a quello che fanno gli istituti degli altri Paesi della Ue. Sorpresi? D’accordo, difendere la categoria davanti a imprese o semplici cittadini è provocatorio come accendere un cero a San Fisco, ma capire che cosa succede è necessario.
Il problema è però un altro: dato che le banche hanno concesso una maggiore quantità di finanziamenti, sono anche più esposte al vento dell’economia reale. E questo è il vero motivo per cui molte banche si sono trovate nella bufera e ci sono circa 200 miliardi di crediti dubbi o inesegibili nelle cassaforti degli istituti. Ed è la ragione per cui si è invocata una bad bank.
Sempre questo è in buona parte il motivo che ha scosso Popolare di Vicenza e Veneto Banca, Monte Paschi a Carige, fino alle quattro banche dell’Ave Maria cancellate e fatte rinascere con un provvedimento del governo (Etruria, Marche, Cariferrara e Carichieti). Certo, ci sono anche i banchieri che gestiscono male le proprie aziende, con favori e personalismi, come avviene in tutti i settori dell’economia. Ma sono gli effetti della crisi dell’industria e dell’edilizia in Italia che hanno inciso sui patrimoni delle banche in modo più forte che in altri Paesi.
La montagna di crediti deteriorati, i cosiddetti non performing loans, ha così reso più costoso per le banche italiane adeguarsi alle richieste di rafforzamento del capitale giunte dal meccanismo europeo di vigilanza unica e molti pensano che gli istituti dovranno chiedere altri soldi ai soci. Ma se, secondo Standard And Poor’s, la mole dei non performing loans è attorno al 20% dei prestiti e un finanziamento su cinque non viene restituito.
La grande sfida della distribuzione edile è quella di inventarsi un nuovo posizionamento all’interno di una filiera delle costruzioni, che non è più la stessa. Nuovi attori sono arrivati a scompigliare le carte, la domanda ha bisogno di nuove referenze, ma anche solo iniziare a fare i primi passi verso l’ormai noto ignoto è difficile.
Ho partecipato recentemente a due convegni dedicati alla distribuzione edile, due occasioni di crescita e, guarda caso, due momenti che invitavano alla diversificazione dell’offerta merceologica e a una sorta di identità da condividere. Fare gruppo, fare rete, creare comunione d’intenti sembrano, a tutte le latitudini commerciali, le più urgenti priorità. Chi si adopera per individuare soluzioni, per suggerire strategie al popolo della distribuzione non ha vita facile.
Ma anche i distributori non hanno vita facile, da qualche annetto. Il momento più interessante di ogni convegno è quello delle domande: in quel frangente che comprendiamo quali realmente siano le urgenze, in che cosa davvero consistano le preoccupazioni. Forse, quando si pensa di organizzare un convegno, bisognerebbe partire dalla fine e costruirlo minuto dopo minuto, cercando risposte alle domande della gente. Ma poiché le difficoltà sono sempre le stesse e i motivi di scoramento anche, è necessario essere propositivi. Eliminare il problema dei pagamenti, ne parliamo da decenni, sembra addirittura velleitario; risolvere la zavorra del nanismo d’impresa è parso per qualche tempo compito delle aggregazioni commerciali, ma serve a poco aderire a un gruppo se poi ognuno si comporta come se lavorasse per i fatti suoi. La trasformazione che dovrebbe condurre al riposizionamento richiede risorse, ma anche uno spirito imprenditoriale più positivo, quasi incosciente.
Ma la realtà non è una sola. Certo, esistono problematiche che paiono senza soluzione, ma parallelamente il mondo sta cambiando, rischiamo di vedercelo fuggire via. Poiché anche la produzione non sta oggettivamente vivendo momenti felici, anch’essa deve iniziare a ottimizzare i suoi rapporti con i clienti. Nascono così piccole oasi commerciali di condivisione dei servizi e degli obiettivi, e l’esperimento sta funzionando, soprattutto se vengono salvaguardate il più possibile le zone. Questa promessa aiuta il rivenditore a scegliere e a impegnarsi, perché vede che i risultati arrivano e rispunta un po’ di entusiasmo.
Ma la vera urgenza, a mio parere, è decidere su quali basi indirizzare il futuro delle attività. Non si vende più di tutto a tutti. Siamo nell’epoca dei clienti specifici, delle nicchie tecnologiche, dei problemi da risolvere. Tutti gli altri vanno nei supermercati che sono sempre di più. La stessa produzione deve scegliere se orientarsi ai grandi magazzini o se concentrare i suoi sforzi nella crescita tecnica dei suoi clienti distributori. Può fare entrambe le cose e non è un delitto, ed è nella natura tecnica dei diversi prodotti la chiave per entrare, o meno, nei differenti mercati. È questo un tema che getta benzina sul fuoco della polemica sempre latente nei rapporti commerciali.
Personalmente, mi preoccuperei maggiormente di vendere meglio io, utilizzando il mio fornitore come supporto tecnico alla mia attività (i produttori non fanno assistenza tecnica nei grandi magazzini, anche perché sono massacrati dalle condizioni di vendita) e mi orienterei quindi verso una clientela in grado di apprezzare la mia consulenza. E questa è certamente una strada, forse “La Strada”. Perché è evidente che il concetto di “magazzino” è ormai superato. Non possiamo reggere il confronto con le grandi multinazionali, così come loro non possono offrire ai loro clienti decenni di esperienza e di competenza acquisita.
Il mercato delle costruzioni ci è in questo momento favorevole, perché più del 70% del suo valore è ristrutturazione. Il nostro nuovo posizionamento non può quindi che essere qualitativo, e questo non significa che sarà meno remunerativo, anzi: dopo anni passati a girare i soldi, riproveremo il brivido della marginalità.
Sono stati inaugurati i nuovi spazi di Mapei Benelux nella sede belga di Grace-Hollogne. Dopo mesi di lavori per meglio rispondere alle richieste del mercato e dei clienti, l’azienda ha rinnovato la struttura, ampliandola con comparti indispensabili per soddisfare i crescenti bisogni degli operatori del mondo dell’edilizia. All’evento hanno partecipato circa 500 tra clienti e committenti.
L’amministratore unico, Giorgio Squinzi, ha tagliato il nastro e presentato le novità: un magazzino con una capacità di stock triplicata, un laboratorio per calcestruzzo, un centro di formazione e uno showroom. E anche gli uffici hanno subito un restyling per offrire un ambiente di lavoro più confortevole a tutti i dipendenti utilizzando prodotti Mapei sia per la realizzazione di pareti che di pavimenti.
Mapei Benelux, si amplia la sede
Jean-Michel Grégoire, direttore generale della società, ha espresso tutta la sua soddisfazione: “È un’opportunità fantastica. Questo nuovo centro di formazione ci permette di accogliere i nostri clienti, professionisti del mondo dell’edilizia, in un ambiente confortevole, sereno e di qualità. Durante i corsi di formazione, rilasceremo certificazioni Mapei per la posa e l’utilizzo dei nostri prodotti”. E all’evento ha presenziato anche vice-presidente del Governo belga, nonché ministro dell’Economica e dell’Innovazione, Jean-Claude Marcourt, che ha tenuto a sottolineare l’importanza di questo ambizioso investimento: “Mapei cresce grazie a continui sviluppi e diversificazione delle sue infrastrutture, dei suoi servizi e dei suoi prodotti. Sono felice di poter contribuire a questo dinamismo positivo, dinamismo che influenza tutto il territorio”.
Realizzata in calcestruzzo cellulare, la gamma di soluzioni Ytong garantisce la possibilità di utilizzare un unico materiale per sistemi costruttivi completi. Elevata leggerezza e solidità, eccellenti valori di isolamento termico, acustico e di protezione al fuoco, ottima traspirabilità e perfetta isotropia sono gli elementi che caratterizzano i sistemi costruttivi Ytong, ideali per ogni applicazione, dalla realizzazione dell’involucro alle murature interne, dai solai alle coperture.
Diversi i componenti che fanno parte della gamma Ytong:
– blocchi Ytong Climagold e Climaplus per pareti di tamponamento, dalle elevate capacità isolanti, traspiranti e dal ridotto peso specifico, assicurano il raggiungimento dei parametri di coibentazione previsti dalla legge sia in estate che in inverno. Grazie alla loro leggerezza, alla capacità di deformazione e di dissipazione energetica tipica del materiale, sono adatti anche in zone sismiche. Infine l’ampia gamma di spessori disponibili assicura un’adeguata soluzione dei ponti termici in corrispondenza delle strutture portanti.
– blocchi Ytong Sismico e Thermo per murature portanti antisismiche
– tavelle e blocchi sottili per tramezzature interne e divisori, resistenti al fuoco e con un ottimo comportamento acustico. La lavorabilità del materiale facilita inoltre la realizzazione delle tracce per tubazioni ed impianti, assicurando velocità di posa
– architravi posabili direttamente sulle murature, senza l’esigenza di armature, getti o puntelli aggiuntivi
– lastre armate autoportanti per la realizzazione di solai e tetti di edifici residenziali, oltre a pezzi speciali e blocchi forati per irrigidimenti verticali.
Realizzato sempre in calcestruzzo cellulare, Multipor è un pannello isolante minerale altamente performante, resistente e leggero, per l’isolamento termico degli edifici e la correzione dei ponti termici. L’impiego simultaneo di Ytong e Multipor permette di realizzare, con un unico materiale, un edificio con la garanzia di una perfetta omogeneità dell’intero involucro, con prestazioni di traspirabilità, densità e composizione dei prodotti del tutto assimilabili fra loro.
Ytong e Multipor sono marchi del Gruppo Xella, presente in oltre 30 paesi con 97 stabilimenti produttivi.
Come ottenere il massimo risparmio energetico in un edificio di due piani fuori terra? Con l’isolamento evoluto dell’involucro. La scelta delle tecnologie e dei materiali del progetto affidato allo Studio Umberto Lucchese per la costruzione di un nuovo edificio unifamiliare a Brugherio ha individuato come primo elemento la realizzazione di una facciata ventilata. L’edificio, che a nord comprende al piano terra una autorimessa con sovrastante solarium al primo piano, è stato realizzato con una struttura a telaio in calcestruzzo armato, e murature di tamponamento costituite da blocco in laterizio, isolato con isolamento a cappotto e facciata ventilata. «Per l’isolamento abbiamo valutato le alternative disponibili sul mercato, e la scelta è caduta su Isotec Parete di Brianza Plastica, nello spessore di 120 millimetri, per le prestazioni e per l’estrema semplificazione delle fasi di posa: con una sola applicazione si realizza sia l’isolamento che il supporto per il rivestimento. Ciò costituisce un enorme vantaggio anche in termini di costi, che vengono così ottimizzati», ha spiegato Umberto Lucchese.
La finitura esterna è stata realizzata in pannelli di fibrocemento ecologico colore chiaro, fissati direttamente al correntino in acciaio integrato al pannello Isotec Parete realizzato in poliuretano espanso rigido autoestinguente, rivestito da un involucro impermeabile in lamina di alluminio goffrato, assicura una coibentazione continua e omogenea dell’involucro edilizio, eliminando i ponti termici e riducendo le oscillazioni termiche.
Il sistema consente di realizzare, in un’unica soluzione tecnica, un cappotto esterno termoisolante continuo e omogeneo e la struttura di supporto per il rivestimento esterno. Il correntino forato solidale al pannello forma, una volta posato il rivestimento esterno, una camera di ventilazione, all’interno della quale si attiva un flusso d’aria che agevola al tempo stesso lo smaltimento del calore prodotto dall’irraggiamento solare e favorisce il deflusso e l’asciugatura dell’umidità nelle stagioni invernali. Questo consente di migliorare le prestazioni termoigrometriche dell’involucro edilizio e, di conseguenza, il comfort abitativo degli edifici, nel totale rispetto delle norme sull’efficienza energetica. Così la facciata ventilata ad alte prestazioni realizzata ha contribuito in maniera determinante raggiungimento della classe energetica A. L’aspetto ricercato e tecnologico dell’edificio è stato infine completato con finiture in acciaio e cristallo.
In sinergia con l’involucro efficiente, ventilato e ben isolato, per massimizzare il risparmio dei consumi energetici nel sistema di gestione dell’edificio, il progettista ha posto specifica attenzione anche agli impianti, con la realizzazione di un impianto fotovoltaico di potenzialità pari a 6 KW e un sistema di climatizzazione degli ambienti con caldaia a condensazione e pannelli solari termici per la produzione di acqua calda sanitaria e riscaldamento. Ai fini invece del risparmio delle risorse idriche, il fabbricato è stato dotato di una vasca di raccolta delle acque meteoriche, le quali, dopo filtrazione, saranno utilizzate per l’irrigazione del giardino.