Marazzi inaugura i nuovi spazi espositivi di 400 metri quadri nel cuore di Roma con uno showroom progettato da ACPV ARCHITECTS. La sala mostra si trova in via Vittorio Emanuele Orlando, a due passi dalle Terme Romane di Diocleziano e da Palazzo Barberini.
«Siamo molto orgogliosi di questa nuova apertura che valorizza la continua evoluzione della ceramica e crea un nuovo spazio di confronto e relazione con clienti e professionisti», afferma il Ceo di Marazzi, Mauro Vandini.
«La città sta vivendo una rinascita nel campo del design e delle costruzioni, con molteplici iniziative e spazi dedicati alla creatività e all’innovazione. Aprire uno spazio Marazzi a Roma, in cui poter scoprire le più moderne applicazioni della ricerca stilistica e della tecnologia applicate al prodotto ceramico, permette di inserirsi in un ambiente stimolante e in continua evoluzione, dove tecnologia e tradizione possono mescolarsi perfettamente. Uno spazio pensato per supportare i nostri clienti e i professionisti della progettazione, offrendo un punto di riferimento ideale per la condivisione di idee e soluzioni creative».
Lo showroom, distribuito su due livelli, accoglie i visitatori in uno spazio in cui la ceramica è protagonista.
«Concepire il nuovo showroom Marazzi di Roma è stato un esercizio progettuale stimolante: abbiamo creato una successione di ambienti che potessero valorizzare la versatilità dei prodotti ceramici, esaltandone la percezione materica attraverso applicazioni inedite. Uno spazio tutto da scoprire che contribuirà alla forte spinta di rinnovamento che si respira oggi a Roma», commenta Patricia Viel, Ceo e Co-founder di ACPV ARCHITECTS.
Il cuore del progetto è Marazzi Privé, ambiente che evoca l’atmosfera di una esclusiva lobby d’hotel, combinando eleganza e funzionalità. Tre ambientazioni autonome ma collegate esplorano la poliedricità dei prodotti Marazzi.
Le maxi lastre, disposte come ricchi tappeti orientali, sono accuratamente illuminate per esaltarne la bellezza, così come le mensole museali che espongono una selezione esclusiva di finiture, superfici e colori.
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La realizzazione dei nuovi spazi espositivi di Marazzi a Roma è frutto della collaborazione con partner nel mondo del design come Flexform, Viabizzuno, Ideal Standard, Foster e Riflessi.
Marazzi, presente in più di 140 Paesi, è sinonimo di ceramica di alta qualità per pavimenti e rivestimenti made in Italy. Quest’anno l’azienda celebra i suoi 90 anni di attività .Dalle sue radici a Sassuolo, in Italia, fino a diventare un leader globale, Marazzi ha plasmato il mondo della ceramica, fissando standard e ispirando architetti, designer e proprietari di case in tutto il mondo.
Si chiama 650Evo l’ultimo progetto presentato da Ponte Giulio, una nuova linea di vasche con porta sviluppata in collaborazione con il designer Paolo Parea.
Inserita nel progetto Life Caring Design per un bagno confortevole, 650Evo comprende tre modelli di diversa lunghezza, ciascuno dei quali offre una soluzione comoda e compatta per contesti di dimensioni ridotte come gli ambienti bagno domestici.
Le vasche 650EVO possono svolgere anche la funzione di cabine doccia.
La superficie calpestabile oscilla tra i 0,6 e gli 0,77 metri quadrati ed è totalmente priva di ostacoli.
Un seggiolino ribaltabile (150 chilogrammi di tenuta) offre il giusto comfort in fase di seduta.
Attrezzate con pannelli in vetro o aste tenda, le vasche 650Evo possono svolgere anche la funzione di cabine doccia, aumentando il senso di privacy e intimità tipico dell’ambiente bagno.
Esperienza, know how e tecnologie innovative fanno di Licata uno dei principali player del mondo dei sistemi e soluzioni per il ripristino e il restauro conservativo.
La recente acquisizione di Fip Chemicals nel 2020 ha inoltre espanso il raggio di azione dell’azienda siciliana, che ha stabilimenti anche a Pognano (Bergamo), Teolo (Padova) e Narni (Terni), al settore della manutenzione e ripristino delle opere infrastrutturali.
Paolo Leone, nominato recentemente direttore vendite infrastrutture, racconta a YouTrade i vantaggi di questa specializzazione a 360 gradi e i plus dei sistemi di consolidamento messi a punto dall’azienda che ha anche aperto un nuovo centro di ricerca e sviluppo.
Paolo Leone, direttore vendite infrastrutture Licata
Ripercorriamo brevemente la storia di Licata: quando è nata l’azienda e come si è sviluppata nel corso degli anni?
Licata è stata fondata in Sicilia nei primi anni Ottanta e si è fatta conoscere nel mondo dell’edilizia professionale quale produttore di sistemi e soluzioni complete per il ripristino e il restauro conservativo, oltre che per i suoi innovativi sistemi per il rinnovo delle infrastrutture.
Negli anni successivi l’azienda è cresciuta rapidamente con l’apertura di nuovi impianti produttivi e piattaforme logistiche e si è distinta sempre più nei settori dei sistemi Etics per l’involucro, pitture per esterni, collanti e impermeabilizzanti per l’edilizia.
Una efficace politica di acquisizioni ha portato la famiglia Licata nel 2020 a inglobare il brand, le tecnologie e la produzione di Fip Chemicals, industria specializzata nella produzione di materiali per la manutenzione delle infrastrutture, presente dal 1970 nel settore della chimica e delle costruzioni. Questa è l’ultima acquisizione in termini di tempo, ma non in termini di intenzioni.
Attualmente siamo presenti con impianti logistici e produttivi a Pognano (Bergamo), Teolo (Padova), Narni (Terni) e Canicattì (Agrigento), e con la sede della direzione generale a Roma.
A oggi, quindi, Licata si colloca tra i principali player nell’ambito della manutenzione e ripristino delle infrastrutture con tecnologie idonee al rinforzo strutturale, alla realizzazione di giunti autostradali, malte tecniche per il ripristino del calcestruzzo, impermeabilizzazione delle strutture e inghisaggi strutturali.
In un intervento di rinforzo e consolidamento strutturale quali sono gli obiettivi principali da raggiungere?
Il consolidamento strutturale è l’insieme delle azioni e tecniche di intervento volte a migliorare la sicurezza degli edifici esistenti.
L’incremento della sicurezza strutturale può riguardare singoli elementi della costruzione, come nel caso di interventi localizzati o riparazioni, oppure può riguardare l’intero manufatto, come nel caso di interventi di miglioramento o adeguamento strutturale.
La scelta dell’intervento di consolidamento strutturale da adottare ha l’obiettivo di contrastare lo sviluppo di meccanismi locali e migliorare il comportamento della struttura aumentando il livello di sicurezza dei suoi fruitori.
Nell’ambito degli interventi di miglioramento sismico, il sismabonus 110% utilizzato in edifici in calcestruzzo e muratura in questi ultimi anni ha fatto crescere e guidato i lavori, fissando gli obiettivi principali da raggiungere.
In questo ambito vengono sempre più utilizzati i sistemi di consolidamento strutturale con materiali compositi Frp, a matrice polimerica, e Frcm e Crm, a matrice cementizia.
Questi sistemi sono caratterizzati da specifiche proprietà meccaniche, di resistenza al fuoco e di traspirabilità, che li rendono utilizzabili nella quasi totalità degli interventi strutturali.
È necessario conoscere le caratteristiche dei sistemi al fine di garantire che siano compatibili con quelle richieste dal progetto di consolidamento.
Prodotti Licata per il rinforzo strutturale
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BetonFIP Solid M15 pack
BetonFIP Solid M15 pack
Beton FIP Tixo Pack
Beton FIP Tixo Pack
Beton FIP Fluid Pack
Beton FIP Fluid Pack
BetonFIP WP610 Flex pack
BetonFIP WP610 Flex pack
Quali soluzioni offrite?
Licata ha sviluppato negli anni tre sistemi completi, e siamo in fase di ampliamento con nuovi prodotti. Abbiamo sistemi Frp in fibra di carbonio con i tessuti e le lamine più richieste all’interno di progetti di manutenzione sismica o adeguamento statico.
Offriamo anche sistemi Frcm, cioè rinforzi a basso spessore con reti a matrice cementizia, e sistemi antiribaltamento e antisfondellamento, che sono quelli più applicati in ambito sismico, soprattutto in edilizia scolastica.
Infine, per quanto riguarda i sistemi Crm, pur avendo una gamma completa di prodotti, abbiamo anche definito una linea distintiva di sistemi con reti che hanno caratteristiche distintive sia in termini di misure che di performance tecniche.
Che vantaggi comportano queste reti in cantiere?
La possibilità di progettare più facilmente sistemi a matrice cementizia nei rinforzi strutturali meno invasivi e meno complicati da applicare.
Sicuramente il dato più importante sono le performance migliorative in termini di resistenza a pressione e compressione rispetto ad altri sistemi.
Come si sceglie il prodotto più adatto all’intervento da eseguire?
La responsabilità ricade sul progettista titolare. I produttori non emettono progetti strutturali firmati. È però necessario che i produttori forniscano tutta l’assistenza necessaria al professionista per poter gestire e inserire prodotti specifici all’interno del progetto.
Licata dispone di un efficiente studio di ingegneria, che provvede al supporto tecnico per la scelta delle soluzioni tecniche da adottare e per offrire un confronto sul problema da risolvere e l’obiettivo da raggiungere.
Crediamo molto nel fatto che i produttori debbano diventare dei partner tecnici e non solo dei meri fornitori, ed è per questo che ci siamo strutturati in tal senso.
Alla luce della vostra esperienza, qual è il livello di preparazione dei progettisti su queste tematiche?
Per quanto riguarda la struttura pesante o i grandi interventi di rinforzo strutturale abbiamo sempre trovato professionisti molto preparati.
Ampliando il concetto all’adeguamento sismico, visto anche l’incremento degli interventi minori sulla scia del Pnrr, c’è una grande percentuale di ingegneri, che prima non si occupavano specificamente di queste problematiche, che si stanno affacciando al mercato dei rinforzi strutturali.
Abbiamo riscontrato che da parte dei produttori è oggi assolutamente necessario fornire assistenza a queste figure, sia durante la progettazione sia in fase di installazione dei prodotti.
Aumentando il numero di professionisti che si occupano di consolidamento strutturale è necessario anche puntare su una formazione specifica.
Licata, oltre all’assistenza tecnica in fase di progettazione, dispone di un team che si occupa di addestrare in laboratorio e assistere a inizio cantiere le maestranze che si occupano dei lavori di rinforzo strutturale.
E dal punto di vista delle maestranze a che punto siamo?
Come peri progettisti, c’è ancora da fare. Questi sistemi sono il grande punto di contatto tra edilizia tradizionale e i prodotti per le infrastrutture.
Ci sono tantissime aziende di edilizia tradizionale che si stanno affacciando a questo settore e hanno la necessità di essere istruite e seguite.
Licata ha fondato una accademia proprio con l’obiettivo di offrire una formazione continua sia agli ingegneri che alle maestranze che lavorano in questo ambito.
Si tratta del nuovo centro di ricerca e sviluppo che avete aperto nel 2023?
Sì, è il nostro fiore all’occhiello. LicataLab ha lo scopo di essere un luogo di formazione aperto e permanente per tutti: professionisti, clienti, rete vendita e personale interno, anche non direttamente implicato nella vendita.
Per questo è stato anche costituito un team, chiamato Licata Academy. L’anima del LicataLab è il laboratorio di ricerca e sviluppo attraverso il quale sfrutteremo tutte le tecnologie proprietarie derivanti dall’acquisizione di Fip Chemicals e i progetti della nostra attività di ricerca per innovare, testare, certificare nuove soluzioni per un mercato dell’edilizia sempre più attento in termini di ambiente, sostenibilità e attenzione alla sicurezza di chi lavora in cantiere.
I nostri prodotti sono tutti i certificati Cam, un vantaggio per le opere pubbliche: prodotti sprovvisti di questi certificati, infatti, non possono accedere alla fornitura sui cantieri.
Quali sono dunque i principali vantaggi dei vostri sistemi di consolidamento?
Fermo restando che le linee guida per i sistemi di rinforzo strutturale confinano l’intervento entro limiti molto precisi, i sistemi Licata hanno parecchi vantaggi. Si adattano a tutti i software esistenti e offrono soluzioni alternative all’interno dei sistemi Crm.
Inoltre, avendo l’azienda una tecnologia proprietaria nel settore delle resine epossidiche e delle malte, non dipendiamo mai da fluttuazioni dei prezzi decise dai fornitori o problemi di shortage delle materie prime, né soprattutto da potenziali differenze di performance dei prodotti realizzati in lotti diversi.
Un altro aspetto molto importante è sicuramente la lavorabilità dei prodotti. Parlando in termini di incremento di cantieri e di nuove aziende che si affacciano al mercato delle infrastrutture grazie al Pnrr, sicuramente la lavorabilità dei prodotti è un aspetto non trascurabile.
Intervento in cantiere
Parlando di Pnrr, quali prospettive e opportunità vedete per il futuro?
Il Pnrr è sicuramente la grande attrattiva degli ultimi anni e del futuro. Non è chiaro quali saranno gli sviluppi effettivi. Al momento le richieste di progetti sono in aumento, ma c’è ancora abbastanza confusione.
Anche il concetto di durabilitàè fondamentale: come si pongono i vostri prodotti da questo punto di vista?
Come dicevo prima, le linee guida determinano anche la potenziale durabilità di questi sistemi. I sistemi Licata sono certificati secondo le linee guida e rientrano perfettamente in questi parametri.
Vorrei però espandere questo concetto: ormai da qualche anno nell’edilizia infrastrutturale si sta parlando sempre più della vita utile dei manufatti in calcestruzzo, soprattutto quelli manutenuti.
Licata sta seguendo direttamente questo discorso insieme a player nazionali e università ampliando il discorso della durabilità oltre i singoli sistemi. A breve avremo delle novità in termini di nuovi prodotti e sistemi.
I prodotti per il consolidamento Licata sono certificati?
Assolutamente sì. Le due grandi famiglie di normative che guidano queste tipologie di prodotti sono la Valutazione Tecnica Europea (Eta) e il Certificato di Validazione Tecnica (Cvt) che viene rilasciato a livello nazionale.
I nostri prodotti Frp, quindi in fibra di carbonio, sono sottomessi all’emissione della Cvt, quindi siamo assolutamente allineati. Anche per i sistemi Crm e Frcm siamo allineati con le normative Eta.
Il discorso è diverso per i sistemi antiribaltamento e antisfondellamento, che non hanno una certificazione di riferimento, ma che si rifanno a prove eseguite presso laboratori accreditati al ministero dei Lavori pubblici. In questo caso Licata si avvale del servizio di certificazione del Politecnico di Milano.
Tutti i nostri altri marchi in ambito strutturale, quinti BetonFibe ResinFip, sono conformi a tutte le normative Uni En e alla marcatura Ce, e sono presenti nei capitolati dei maggiori committenti o proprietari di opere pubbliche e private in Italia come ad esempio Anas, Ferrovie dello Stato, Autostrade per l’Italia.
ResinFIP Polybond F210 packResinFIP
Licata inoltre fa parte del consorzio Cortexa che certifica l’adozione di criteri molto severi all’interno della filiera dell’isolamento a cappotto, dalla selezione e produzione dei prodotti componenti il ciclo all’assistenza in fase di posa.
Come si articola il vostro rapporto con le rivendite di materiali per edilizia?
Nascendo nell’edilizia, Licata da sempre predilige e tutela il rapporto con le rivendite edili e i gruppi a cui appartengono.
Sul territorio tutte le attività di vendita sono possibilmente veicolate tramite le rivendite, e con le stesse si lavora fianco a fianco per gestire sempre meglio i clienti e i loro cantieri.
In particolare, i sistemi per il settore del rinforzo strutturale, che è il punto di contatto tra i prodotti tecnici da infrastruttura e il mondo dell’edilizia, sono sempre più richiesti e promossi attraverso il canale dei distributori.
I rivenditori sono abbastanza informati sui temi del consolidamento?
Il training è parte fondante del processo di vendita. Per questo non smettiamo mai di coinvolgere tutta la filiera in questo processo di formazione.
Offriamo supporto diretto per la gestione tecnico-progettuale del cantiere, ovviamente anche alle nostre rivendite, e per i nostri partner rivenditori abbiamo in programma giornate formative dedicate su base mensile presso le loro sedi, sia per i banconisti che per la rete vendita.
Com’è andato il 2024 e quali sono le vostre prospettive sul prossimo anno?
Il 2024 ha rappresentato il momento di passaggio dalla bolla del superbonus 110% a nuovi scenari, guidati anche dalla spinta del Pnrr, un’occasione per il mercato edile e per quello della distribuzione, attualmente in fase di grande cambiamento.
Le prospettive anche per il 2025 sono buone e confermiamo i nostri trend di crescita, che al momento sono a doppia cifra.
Licata continuerà la propria espansione nel mercato edile e infrastrutturale in Italia e all’estero, guardando al futuro con ottimismo e passione, certa dei suoi mezzi e delle sue potenzialità. Sono molto poche le aziende che hanno una produzione interna così completa e ben distribuita sul territorio nazionale.
Il nostro claim recita «Custodi del passato, creatori del futuro», ma siamo certi del presente. In questo momento stiamo inserendo personale e organizzando nuovi team proprio per rispondere alle grandi sfide che ci aspettano nei prossimi anni.
La cura Licata per l’Ospedale di Catania
I lavori infrastrutturali non sono solo cantieri stradali, ponti e viadotti: esiste una altissima necessità di interventi anche in ambito ospedaliero e scolastico. Questa importante fetta di mercato rappresenta l’esempio di come Licata collabori fattivamente con le rivendite sul territorio anche in ambito infrastrutturale.
«Siamo certi che ci sarà una enorme crescita gestita con i nostri partner distributori edili in questo settore, non propriamente riconosciuto come infrastrutturale, ma dove la distribuzione edile è presente tutti i giorni con i propri clienti», spiega Paolo Leone.
Ospedale Garibaldi di Catania
Un esempio è l’intervento portato avanti da Licata all’Ospedale di Catania, che aveva l’obiettivo di aumentare la portata statica del solaio a causa della posa di una nuova unità Tac.
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I materiali utilizzati per il rinforzo strutturale sono stati nello specifico l’adesivo universale ResinFip Vebond C20, il tessuto unidirezionale in fibra di carbonio FiberFip Carbon T-UNI 230, FiberFip Primer 800, l’adesivo epossidico FiberFip adesivo 800 e FiberFip Connect. I materiali sono stati forniti dal rivenditore Alesi di Alcamo (Trapani).
Per la prima volta il mondo della lattoneria ha scelto di guardare da vicino quali sono le prospettive del settore e scegliere quali strategie si prospettano per le imprese. È avvenuto in chiusura dell’anno appena concluso, con il Primo Convegno Nazionale dei Lattonieri, che ha affrontato temi come la formazione e la digitalizzazione.
Un evento promosso da Pile e organizzato a Villa Quaranta (Ospedaletto di Pescantina, Verona) da Virginia Gambino Editore, che ha riscosso un successo che è andato al di là delle aspettative. Segno che gli operatori della lattoneria hanno necessità di confrontarsi con i grandi temi del loro futuro.
Immagini, dati, relazioni e grafici che hanno arricchito il Convegno dei Lattonieri sono ora riportati sul nuovo numero di Lattoneria, la rivista leader del settore, che concede ampio spazio all’evento di Verona.
Ma non solo. In esclusiva, Lattoneria pubblica la classifica Top 500 delle imprese del settore. È la prima analisi ragionata, corredata con grafici e tabella riassuntiva dei dati di bilancio delle imprese di lattoneria, curata dal Centro Studi YouTrade. Un contributo unico, che rappresenta la prima fotografia di questo mercato in Italia.
Sulla nuova edizione della rivista c’è posto anche per un dossier dedicato al Klimahouse 2025, che a Fiera Bolzano vede la partecipazione anche di numerose imprese della lattoneria. Il metallo è green ed è sempre più utilizzato dai progettisti anche in chiave di sostenibilità. Interessante, quindi, scoprire come questa tecnica dell’edilizia si integra nel mondo delle costruzioni di nuova generazione.
Accanto alle case history, alle testimonianze delle aziende della lattoneria, alle rubriche e alle informazioni di servizio, il nuovo numero di Lattoneria comprende anche uno spazio speciale dedicato all’involucro in tutte le sue sfaccettature, naturalmente dal punto di vista delle dinamiche costruttive che utilizzano il metallo.
Tanti gli argomenti interessanti, insomma, nel nuovo numero di Lattoneria, un must per chi opera nel settore.
La tecnica Crm (Composite Reinforced Mmortar) prevede un intervento attraverso rinforzi a base fibrosa preformati e malte inorganiche. Si tratta di una delle principali soluzioni di rinforzo strutturale delle murature.
Tra i sistemi innovativi presenti sul mercato Crm System-Mapenet Emrdi Mapei è caratterizzata da grande leggerezza, maneggiabilità e facilità di applicazione e assicura un’ottima resistenza a trazione, elevata duttilità e un’eccellente resistenza alle aggressioni chimiche e agli agenti atmosferici.
Quella di Mapei è una soluzione completa e a ridotto impatto ambientale, che sfrutta i sistemi compositi Crm per garantire elevate prestazioni a edifici in muratura o calcestruzzo oggetto di interventi di consolidamento o rinforzo strutturale.
Crm System-Mapenet Emr si presenta come un’evoluzione, rispetto al tradizionale sistema di rinforzo con intonaco armato, che comprende le reti preformate Mapenet Emr, con maglie di dimensioni variabili (33/66/99), connettori di varia lunghezza e angolari preformati e le malte inorganiche Mapewall Intonaca&Rinforza e Mape-Antique Nhl Eco Strutturale, applicabili in spessori di 3-4 centimetri e in grado di coprire anche murature molto irregolari.
Oltre a garantire alle strutture elevata stabilità dimensionale, un incremento della capacità portante e una ripartizione più uniforme delle sollecitazioni, a distinguere Crm System-Mapenet Emr da ogni altra soluzione disponibile sul mercato è il ridotto impatto ambientale di tutti i suoi componenti.
Le sue emissioni di CO2 sono infatti misurate lungo tutto il ciclo di vita per l’anno 2024 con la metodologia Lca (Life Cycle Assessment), verificate e certificate tramite Epd (Environmental Product Declaration) e compensate con l’acquisto di crediti di carbonio certificati per supportare progetti di protezione delle foreste.
Una soluzione a ridotto impatto ambientale e altamente durevole come confermato da test in ambienti aggressivi per oltre 3 mila ore. Un’ulteriore prova dell’impegno costante per l’ambiente, il pianeta, le persone e la biodiversità. Un traguardo raggiunto grazie al lavoro di Ricerca & Sviluppo dei Laboratori Mapei e alla passione dell’azienda per l’innovazione.
Costruire, riqualificare, rigenerare: nonostante i bonus edilizi si siano ridotti (ma non sono scomparsi), nel 2025 le parole d’ordine sono rimaste le stesse. Con la prospettiva di una direttiva Case green che vede avvicinarsi i termini di intervento. Tutti argomenti approfonditi sul nuovo numero di YouTrade, la rivista leader dedicata al mondo della distribuzione realizzata da Virginia Gambino Editore.
Dagli incentivi fiscali ancora utilizzabili, alle prospettive per singoli settori come l’impiantistica o le imprese della climatizzazione, fino alle associazioni della filiera edile scese in campo per spingere il governo a non dimenticare la direttiva europea per la riqualificazione degli edifici: la rivista offre un ampio panorama su quelle che sono le prospettive per l’anno appena iniziato. A proposito, il 2025 è anche l’anno del Giubileo e, a prescindere dal valore religioso dell’evento, l’affluenza di pellegrini ha provocato anche una positiva dinamica per il settore immobiliare della Capitale, come spiegato in un articolo del periodico.
Sul nuovo numero di YouTrade chi di professione si occupa di vendere prodotti, servizi e materiali per edilizia sarà probabilmente interessato a leggere un articolo che riguarda le strategie giuste per determinare il migliore prezzo di vendita. Perché oggi non bastano più esperienza e consuetudine.
YouTrade di gennaio offre anche una anticipazione dei temi e delle novità del Klimahouse, con interviste e schede di prodotto di numerose aziende presenti. Ma il numero della rivista ha anche un’ampia sezione dedicata ad approfondimenti che sono di indubbia utilità per i professionisti del settore. Analisi, dati, le tecniche più aggiornate e, naturalmente, le migliori soluzioni proposte dalle imprese sono contenute nella sezione degli approfondimenti speciali.
Su questo numero sono considerati argomenti come il mercato degli isolanti (con classifica delle maggiori imprese) l’involucro, il cappotto, l’isolamento acustico, l’umidità di risalita.
Infine, quando fa freddo è il momento giusto per prepararsi all’outdoor: per questo la sezione YouTrade Casa dedica uno spazio all’argomento. Insomma, tanti ottimi motivi per non lasciarsi scappare il nuovo numero di YouYrade!
Il Sistema One Winkler offre una gamma di impermeabilizzanti liquidi per superfici verticali e orizzontali, ideali anche in condizioni estreme.
I prodotti della gamma One non contengono né acqua né solventi e offrono elevata resistenza alle alte e basse temperature, rimanendo stabile agli shock termici.
Facili da utilizzare e dalle performance garantite, si possono applicare anche su superfici umide o bagnate e anche a una temperatura di zero gradi e fino a 45 gradi. A queste performance si aggiungono una eccezionale resistenza alla spinta idrostatica negativa (fino a 4 atmosfere) e positiva (fino a 6 atmosfere).
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Il Sistema Winkler One è composto dai seguenti prodotti:
One
One è un impermeabilizzante liquido colorato che permette al sottofondo di traspirare (SD1), garantendo però resistenza alla controspinta fino a 4 atmosfere.
È un prodotto a elevato contenuto secco, senza solventi o acqua, e offre una elevata resistenza alle alte e basse temperature, rimanendo stabile agli shock termici.
Garantisce un’eccezionale rapidità di indurimento e un fuori pioggia a 0 gradi centigradi in sole 5 ore.
Può essere applicato su massetti in calcestruzzo, anche non completamente stagionati (7 giorni a +15°C), pavimenti in ceramica con problemi di umidità in eccesso, tegole, legno, metallo e su membrane bitume-polimero ossidate da almeno 180 giorni, anche ardesiate.
Una volta completato l’indurimento, è resistente al calpestio e su sottofondi rigidi, come calcestruzzo e ceramica, permette il posizionamento di tavoli e sedie.
One Vertical
One Vertical è un impermeabilizzante liquido disponibile in sei colorazioni, appositamente formulato per applicazioni in verticale su superfici umide, anche molto umide, e in condizioni estreme fra gli zero e i 45 gradi.
Protegge superfici verticali in calcestruzzo, laterizio e fibrocemento – ma aderisce perfettamente anche al metallo – con problemi permanenti di umidità.
Resiste all’umidità di controspinta (per esempio pareti contro terra, dove è presente l’umidità del terreno).
Offre un’altissima impermeabilità, perché l’assorbimento di acqua è praticamente inesistente: dopo sette giorni dall’applicazione l’assorbimento è inferiore allo 0,5%, quando le normative esistenti richiedono un massimo del 20%. Tutto ciò con l’applicazione di un’unica mano di prodotto.
Pronto all’uso, non necessita di primer, rendendo le operazioni di applicazioni semplici, convenienti, ma soprattutto altamente performanti.
One Flooring
Si tratta di un impermeabilizzante protettivo monocomponente che offre una eccezionale e duratura resistenza al frequente passaggio di mezzi pesanti.
Si applica senza l’utilizzo di primer e senza dover ricorrere alla posa di una finitura, perché è già per sua natura resistente ai raggi ultravioletti.
Come componente della Gamma One, questo prodotto si può applicare a temperature comprese fra gli zero e i 45 gradi, su superfici umide e anche bagnate.
La posa completa avviene in due mani: con la prima si applica l’80% del prodotto e, dopo l’asciugatura, si deve passare alla seconda mano, con il restante 20% di prodotto. In questo modo, si va a uniformare la distribuzione delle cariche speciali che ad applicazione ultimata forniranno alla pavimentazione il grip necessario per consentire una sicura movimentazione dei mezzi, rendendola antiscivolo.
Fra i campi di applicazione di One Flooring le pavimentazioni industriali, parcheggi interni ed esterni, autofficine (il prodotto non teme il contatto con oli e carburanti) e anche pavimentazioni in asfalto, un’altra caratteristica unica, purché compatto e con buone resistenze meccaniche.
Pre-One
Per risolvere problemi magari inattesi di continuità della superficie da impermeabilizzare, l’Ufficio Tecnico di Winkler ha realizzato Pre-One, il premiscelato cementizio monocomponente a rapida asciugatura appositamente formulato per consentire il ripristino dei “vuoti” nelle superfici che devono essere impermeabilizzate e protette.
Pre-One, anche applicato in condizioni estreme, dopo 12 ore è pronto per accogliere l’impermeabilizzazione sia in orizzontale (con One e One Flooring) sia in verticale (con One Vertical).
Pronto all’uso, si applica in mano unica con spessori fra 2 e 20 millimetri anche in presenza di umidità.
One Primer
Preparare adeguatamente una superficie all’impermeabilizzazione, in certi casi può prevedere interventi complessi e anche costosi. Per esempio, le superfici di box o di autofficine spesso sono macchiate di olio e di altri elementi che possono vanificare la posa di un impermeabilizzante.
Con One Primer Winkler risolve anche questi problemi. In genere, per rimuovere le macchie d’olio si devono asportare circa 2 o 3 centimetri di superficie prima di trovare il pulito. Con One Primer, un promotore di adesione epossidico bicomponente ad alto peso specifico, è sufficiente eliminare i primi 2 millimetri, e dopo solo 24 ore è possibile iniziare il ciclo di One.
In sostanza, la preparazione del sottofondo avviene con pochi, semplici gesti, senza la necessità di lunghi tempi di attesa da parte dell’applicatore che provvederà quindi alla posa dei prodotti impermeabilizzanti con la certezza che non ci saranno brutte sorprese.
Con oltre 40 anni di esperienza nella progettazione e produzione di malte premiscelate e prodotti chimici per l’edilizia ad alto valore tecnologico, Cvr offre un’ampia gamma di soluzioni per il rinforzo strutturale in muratura e il ripristino di strutture in cemento armato, oltre ad aver sviluppato una linea di prodotti specifici per il restauro degli edifici storici.
YouTrade ha incontrato l’ingegnere e product manager Michele Menichetti, che ha illustrato le caratteristiche tecniche dei prodotti ideati dall’azienda di Gubbio e i loro principali vantaggi.
Quali sono i prodotti di punta dell’azienda nell’ambito del rinforzo delle strutture in muratura?
Si tratta di sistemi Crm, ovvero Composite Reinforced Mortar. L’intonaco viene armato con reti, connettori e angolari realizzati in materiale composito, in particolare fibra di vetro, impregnata con resina epossidica.
Applicazione di un sistema di rinforzo strutturale
Quali prodotti offrite, invece, per il ripristino di strutture in calcestruzzo armato?
Per il ripristino delle strutture in calcestruzzo armato e il rinforzo strutturale è disponibile una vasta gamma di prodotti con diverse caratteristiche.
Abbiamo prodotti colabili e prodotti tixotropici, con diverse granulometrie, diversi tempi di presa e diverse classi di resistenza, a partire da soluzioni per uso non strutturale di classe R2, fino ad arrivare a malte strutturali di classe R3 e R4.
Questi prodotti hanno anche requisiti particolari, per esempio la protezione contro la corrosione delle barre d’armatura e la protezione della superficie del calcestruzzo contro fenomeni aggressivi provenienti dall’ambiente esterno.
Quali sono i plus dei vostri prodotti-sistemi?
Sicuramente partiamo dalla qualità delle materie prime utilizzate per la loro realizzazione. Il lavoro di ricerca e sviluppo che sta dietro un prodotto o sistema Cvr è sempre finalizzato alla qualità finale del materiale.
Anche per quanto riguarda l’ambito normativo, disponiamo di tutte le certificazioni necessarie all’utilizzo dei nostri prodotti a scopi strutturali. Il tutto è finalizzato a garantire la qualità e la durabilità degli interventi.
Quanto è importante lavorare in ottica di sistema?
Il concetto di sistema è un elemento chiave. A volte c’è la tendenza a concentrarsi su un singolo prodotto, ma molto spesso l’efficacia di un intervento di consolidamento strutturale è proprio quella di intervenire in ottica di sistema, quindi prevedere prodotti concepiti per lavorare insieme.
È la collaborazione dei vari elementi che va a influire sull’efficacia dell’intervento finale.
Avete lanciato recentemente qualche novità per quanto riguarda i sistemi di consolidamento?
Abbiamo introdotto i sistemi di consolidamento Crm nel 2021 e da allora hanno preso sempre più mercato. Sono sistemi che vengono ancora definiti innovativi, anche se ormai diversi anni di storia ne dimostrano la validità.
Fortunatamente anche in ambito normativo sono stati recepiti al 100%, quindi è diventato più semplice anche la prescrizione di questi sistemi da parte dei progettisti. I nostri sistemi NetfixCrm si differenziano sostanzialmente per la rete.
Il sistema Netfix Crm 490 fa uso di una rete in fibra di vetro da 490 g/m2 e una maglia 80×80 millimetri, mentre Netfix Crm 980 usa una rete più pesante da 980 g/m2 con una maglia 40×40 millimetri.
Restano invariati gli altri elementi quali connettori, ancoranti chimici e angolari. La scelta del sistema ovviamente dipende dai criteri progettuali.
E per il rispristino del calcestruzzo armato?
Per quanto riguarda il rispristino del calcestruzzo armato abbiamo due nuovi prodotti. Il più recente si chiama Supergrout rasatura. Si tratta di una rasatura minerale progettata specificamente per interventi di ripristino a basso spessore.
In particolare, si pone l’obiettivo di offrire la massima protezione alle opere in calcestruzzo armato, sia come primo intervento di ripristino, sia su strutture nuove, al fine di garantire la durabilità del calcestruzzo che purtroppo è uno dei talloni d’Achille di questa tipologia costruttiva.
Un altro prodotto di spicco è la malta Koncreto 40, che abbiamo lanciato qualche anno fa e che è stata recentemente riformulata per offrire una caratteristica particolare, ovvero garantire elevate resistenze meccaniche ma un basso modulo elastico.
Quindi, di fatto, per i parametri meccanici Koncreto 40 sarebbe una malta con classe di resistenza R4, mentre, peculiarità unica nel suo genere, possiede un modulo elastico ridotto che la caratterizza come classe R3. Questo ne garantisce la compatibilità con qualsiasi tipo di calcestruzzo.
Se si utilizza una malta molto rigida, quindi con elevato modulo elastico su calcestruzzi esistenti che hanno caratteristiche meccaniche moderate, il rischio è di avere nel tempo fenomeni di distacco, dati proprio dall’incompatibilità tra i due materiali. Con Koncreto 40 questo non avviene.
Questo prodotto ha anche altre caratteristiche importanti di protezione superficiale del calcestruzzo: Koncreto 40 agisce quindi anche come rasante protettivo e allo stesso tempo garantisce la passivazione delle barre di armatura, evitando di dover ricorrere al trattamento preliminare passivante dei ferri contro la corrosione.
Il degrado dei manufatti cementizi crea un costante decadimento delle prestazioni. Cvr ha messo a punto una tecnologia innovativa: più il prodotto viene attaccato, più si rafforza. Ci può spiegare meglio di che cosa si tratta?
Tutte le nostre malte da ripristino sono basate sulla Self Curing Technology, che salvaguarda la durabilità delle opere in calcestruzzo armato.
In particolare, il principio che sta dietro questa tecnologia è l’utilizzo di componenti a reattività pozzolanica all’interno delle formulazioni. Queste componenti vanno sostanzialmente a legarsi nel corso della vita in opera del calcestruzzo, materiale soggetto fisiologicamente a fenomeni di deperimento naturale delle prestazioni meccaniche.
Grazie alle reazioni pozzolaniche siamo in grado di garantire le massime prestazioni nel corso dei decenni.
Cvr propone anche prodotti per il restauro storico con la linea per la bioedilizia: quali sono le caratteristiche di queste soluzioni?
Nel contesto del restauro storico proponiamo due linee di prodotti. La prima, più tradizionale, è la linea Fior di Calce a base di calce idraulica naturale, quindi prodotti esenti da cemento.
Siamo stati tra i primi a sviluppare una linea di questo tipo alla fine degli anni Novanta e oggi proponiamo un sistema completo di prodotti per intervenire nel contesto del restauro storico e della bioedilizia, tra cui malte, rinzaffi, intonaci, malte da iniezione, rasature e finiture.
Abbiamo inoltre sviluppato Kalcyca, una linea molto più recente che nasce da un brevetto sull’omonimo legante, che abbiamo ottenuto nel 2020.
Questa linea nasce con l’obiettivo di risolvere un’esigenza molto importante nell’ambito del restauro storico, ovvero coniugare la compatibilità con i materiali esistenti con elevate prestazioni meccaniche, impossibili da raggiungere con la sola calce.
Per ovviare a questa criticità abbiamo avviato un progetto di ricerca all’interno del progetto europeo Heracles, durato dal 2016 al 2019, nel quale ci è stato chiesto di sviluppare un materiale compatibile con quelli usati in antichità e che non contenesse cemento, resine sintetiche o altri materiali «moderni».
Può raccontare qualcosa in più su questo progetto?
Il progetto Heracles aveva come scopo principale quello di studiare l’effetto del cambiamento climatico sul patrimonio storico-monumentale.
È stato un progetto fortemente multidisciplinare che ha previsto diverse operazioni, dal monitoraggio strutturale di alcune opere fino allo studio del cambiamento climatico, passando dallo sviluppo di una piattaforma multimediale per la gestione delle informazioni.
In questo progetto Cvr è stata chiamata in causa per sviluppare e intervenire sui siti oggetto di studio, cioè il Palazzo dei Consoli e le mura urbiche di Gubbio, oltre alla Fortezza veneziana e il Palazzo di Cnosso, il secondo sito archeologico più vecchio d’Europa, a Creta.
A seguito di questo studio, nella fase conclusiva del progetto, è stato richiesto di sviluppare dei prodotti che potessero essere utilizzati nel consolidamento e nel restauro storico e che combinassero i massimi criteri di compatibilità con elevate resistenze meccaniche per garantire l’efficienza degli interventi.
In tutto il progetto Heracles ha coinvolto sedici partner di tutta Europa, con capofila il Cnr.
Palazzo di Knossos a Creta.
I vostri prodotti sono distribuiti in tutta Italia?
Sono distribuiti in maniera capillare nel Centro e Sud Italia, mentre il mercato del Nord Italia è in fase di potenziamento.
Fate della formazione dedicata sui temi del consolidamento strutturale?
Sì, organizziamo corsi rivolti alle imprese in collaborazione con alcuni nostri clienti rivenditori.
Facciamo inoltre degli eventi in azienda mirati a progettisti, applicatori e stakeholder del settore, e qualche seminario con crediti formativi in collaborazione con gli ordini professionali.
Avete in programma iniziative specifiche per le rivendite edili?
Con le rivendite già da anni facciamo incontri tecnici e meeting nelle loro sedi o sul territorio. Organizziamo circa 50 eventi l’anno assieme alle rivendite, e organizziamo anche degli open day nei punti vendita con uno stand dove vengono offerte informazioni tecniche.
Nelle rivendite per Cvr c’è sempre la porta aperta, abbiamo un ottimo rapporto con i nostri clienti, sempre felici di accogliere eventi che riguardano tematiche così delicate come quelle del consolidamento strutturale.
La voglia di Cvr di fare squadra e riunire gli interlocutori coinvolti in queste tematiche viene vista in modo molto positivo dalle rivendite.
Sede CVR
Nel 2023 è stata realizzata una nuova unità produttiva adiacente alla sede storica. Con quale obiettivo?
Qualche anno fa siamo arrivati quasi a saturare la capacità produttiva del vecchio impianto. Quindi abbiamo deciso di aprire una nuova unità produttiva, da un lato per aumentare i volumi e produrre più materiale, dall’altro per avvalerci di strumentazioni e impianti più avanzati a livello tecnologico e alzare il livello della qualità del prodotto finito.
Cvr ha pubblicato il Bilancio di Sostenibilità 2023: quali sono i principali traguardi che avete raggiunto?
La sostenibilità è un tema molto delicato e complesso. Oggi siamo tutti portati a pensare solo in termini di sostenibilità ambientale, in realtà il panorama è molto più ampio e tocca anche aspetti sociali e di governance.
Proprio per questo motivo l’azienda ha deciso di intraprendere uno studio sistematico di questo tema, che è partito dal bilancio di sostenibilità pubblicato quest’anno.
Abbiamo voluto stabilire un punto di partenza sulla base del quale sviluppare il progetto di sostenibilità di Cvr, ponendoci degli obiettivi da migliorare anno dopo anno.
Tutta l’azienda tiene molto alla sostenibilità e quindi sarà uno dei temi centrali su cui lavoreremo nei prossimi anni.
Quali sono i vostri progetti nel cassetto per il 2025?
Lavoreremo su nuovi prodotti. È in programma un ampliamento della gamma anche per il consolidamento strutturale, sia di edifici in muratura che in calcestruzzo armato.
Qualche novità sarà in arrivo già nei primi mesi del 2025. Anche a livello di servizi ci saranno novità: in modo particolare stiamo puntando a rafforzare il supporto tecnico sia in fase di realizzazione dell’opera che in fase di progettazione.
Ci stiamo strutturando per offrire un supporto tecnico sistematico ai progettisti, ai tecnici e alle direzioni lavori per affiancarli non solo nelle fasi di realizzazione, ma anche di progettazione.
Non si ferma la crescita di Zanutta, società di Muzzana del Turgnano (Udine) specializzata nella commercializzazioni di materiali per l’edilizia e idro-termosanitari, che apre il 2025 con l’acquisizione della milanese IdroStile, azienda di apparecchiature idrotemosanitarie da 16 milioni di ricavi (nel 2023) e 38 dipendenti, con una sede a Milano e una a Cesano Boscone. L’amministratore Fabio Felici è stato confermato alla guida della società fino alla definitiva fusione in Zanutta, prevista per giugno.
In un’intervista sul Messaggero Veneto del 21 gennaio 2025, Vincenzo Zanutta, alla guida del gruppo insieme al fratello Gianluca, commenta: «La rilevanza di quest’acquisizione è cruciale poiché ci permette di consolidare le vendite del settore idro-termo-sanitario in un territorio dove siamo già presenti con una filiale dedicata, la ex Soco.mas, e altre dieci sedi».
Vincenzo e Gianluca Zanutta, amministratori Zanutta
Quella di IdroStile non sarà l’ultima acquisizione per Zanutta, che ne ha già una seconda in programma in Friuli Venezia Giulia per l’inizio di febbraio 2025.
Nel 2024 sono state ben cinque le operazioni M&A realizzate dal gruppo, che ha portato Zanutta a chiudere lo scorso anno con 52 filiali, lungo l’asse Trieste- Torino, in cui hanno trovato impiego 926 lavoratori. Un anno da ricordare anche sul fronte del fatturato che ha visto raggiungere la cifra di 303 milioni di euro e circa il 10% di margine operativo lordo.
Una crescita quella di Zanutta che va avanti ormai da anni, grazie anche alla politica aziendale che vede reinvestire costantemente gli utili in nuove acquisizioni.
Sempre nell’intervista sul Messaggero Veneto, Vincenzo Zanutta ricorda la storia dell’azienda, dagli esordi di papà Lucio, fino al grande salto nel 2012 con l’aggiudicazione all’asta della Fadalti, società di Sacile con diverse sedi, la cui storia si è conclusa con il fallimento. «Nei primi due anni abbiamo ristrutturato l’azienda a livello di giacenza di magazzino e circolante iniziando a generare marginalità. Avevamo messo sul piatto tutto ciò che avevamo per acquisirla, ma quell’operazione ci ha aperto successivamente grandi chance», afferma l’imprenditore.
E oggi? Quali sono le previsioni per il futuro del gruppo friulano? «Il 2025 sarà un altro anno controvento che avrà come piatto forte il Pnrr. Un’occasione che però si porta dietro tanta burocrazia e certificazioni, rispetto alle quali ci stiamo attrezzando, consapevoli che ancora per un po’ quello sarà il mercato. Per la ripartenza delle ristrutturazioni e del nuovo bisognerà attendere ancora. Almeno un altro anno. Nonostante la discesa dei tassi d’interesse. Elemento positivo che tuttavia non impatta nell’immediato. Ora che si riprende a progettare, firmare i contratti e costruire passano 6 ai 12 mesi. Diciamo che con il calo dei tassi potremmo toccare effettivamente con mano la ripartenza dal 2026» (fonte: Messaggero Veneto).
Arbi Arredobagno celebra il colore dell’anno 2025, il PANTONE 17-1230 Mocha Mousse, attraverso la raffinata collezione Luxor che unisce design ricercato e comfort.
La collezione Luxor
Questa calda tonalità di marrone, descritta dal Pantone Color Institute come “sofisticata, lussureggiante e infusa di glamour discreto”, si abbina perfettamente ai materiali e alle finiture della composizione Luxor #05.
Il mobile sospeso si distingue per il frontale in Rovere Millerighe Castoro, una texture naturale e delicata che richiama i toni del cacao, del caffè e del cioccolato evocati da Mocha Mousse.
I dettagli come il profilo Nero, la scocca in Rovere Castoro e il piano top in Laminam Ardesia Spacco Nero con lavabo integrato Plaza aggiungono profondità e modernità, completati dalla barra Reed in alluminio Nero (accessoriata con appendino, mensole e portasapone) e dalla specchiera Ten.
Calore e funzionalità
L’equilibrio tra calore e funzionalità è arricchito dagli elementi di design che completano l’ambiente: la panca Step, design Garcìa Cumini, realizzata in pregiato Noce Canaletto, enfatizza la connessione con la natura e la matericità, mentre il box doccia walk-in Firma con piatto doccia Aureo, appartenenti alla linea Ibra Showers di Arbi, offrono un’esperienza di benessere che unisce estetica e praticità.
Un nuovo concetto di lusso
Il PANTONE 17-1230 Mocha Mousse esprime un nuovo concetto di lusso accessibile e senza tempo, che si integra perfettamente con la filosofia di Arbi Arredobagno: creare spazi che coniughino funzionalità, bellezza e comfort. Questa tonalità rappresenta una base cromatica versatile e rilassante, perfetta per esaltare le finiture pregiate e i dettagli della composizione Luxor #05, rendendola protagonista indiscussa degli ambienti bagno contemporanei.
Arbi Arredobagno interpreta così il bisogno di eleganza ponderata e di atmosfere accoglienti, abbracciando le tendenze cromatiche del futuro e traducendole in design che rispondono alle esigenze della vita quotidiana.
Giovedì 23 gennaio 2025 apre il primo showroom Casa Leroy Merlin di Como, il nuovo format pensato per guidare i clienti in ogni fase del loro progetto abitativo, dall’idea iniziale alla realizzazione finale.
Lo showroom offre soluzioni complete e accessibili, un’ampia gamma di prodotti e servizi su misura, oltre alla consulenza dedicata del personale.
Lo showroom Casa Leroy Merlin di Como si trova in Via Pasquale Paoli 45.
L’inaugurazione si terrà il 23 gennaio 2025, alle ore 11.
La gamma Webertec di Saint-Gobain per il ripristino del calcestruzzo comprende prodotti a presa normale, rapida, fibrata, a differenti granulometrie, per usi interni o esterni, a mano o a macchina, marcatura Ce En1504.
Come ripristinare il calcestruzzo in modo definitivo e duraturo? Saint-Gobain risponde con le malte in classe R4 Webertec ripara ultra e Webertec ripararapido ultra, idonee per interventi strutturali e caratterizzate da un’ottima lavorabilità anche per applicazioni sovra-testa, come travi e travetti del solaio.
Ripristino del calcestruzzo
Tutte le strutture in cemento armato sono naturalmente soggette a possibili processi di degrado.
Gli ammaloramenti possono essere determinati da fattori di tipo fisico, come gli agenti atmosferici inquinanti, i cicli di gelo-disgelo, le piogge acide, o di tipo chimico come l’attacco dei cloruri o la carbonatazione. O, ancora, possono essere connessi a cause meccaniche dovute alla scarsa qualità dei materiali, errori di posa in opera, urti o incendi.
Il danneggiamento può coinvolgere la parte più superficiale e arrivare fino in profondità, manifestandosi con distacco del copriferro o di volumi maggiori fino all’interno dell’elemento, armatura arrugginita, perdita di prestazione dell’elemento.
Degrado del calcestruzzo
Situazioni che possono essere risolte con l’uso di materiali specifici come le malte da ripristino Webertec. Le soluzioni Saint-Gobain, sempre tecnologicamente aggiornate grazie alla costante ricerca dei laboratori dell’azienda, garantiscono interventi duraturi nel tempo, in linea con le normative vigenti.
La gamma Webertec
La gamma Webertec è composta da malte da ripristino a presa normale, medio-rapide e rapide, fibrate, differenti granulometrie, per usi interni o esterni, a mano o a macchina, marcatura Ce En1504, e si completa con malte passivanti, finiture anti-carbonatati, decorativi colorati elastomerici.
Tra le soluzioni proposte da Saint-Gobain spiccano Webertec ripara ultra a granulometria fine, idonea anche per la finitura estetica. Caratterizzata da presa con tempi medio-rapidi, per interventi anche ad alte temperature ambientali, è dotata di ottima lavorabilità e adesione per applicazioni anche sovra-testa.
Di recente è stata lanciata anche la malta Webertec ripararapido ultra. Si tratta di una malta tixotropica R4 a presa rapida per ripristinare, riparare e proteggere elementi in calcestruzzo armato.
Il prodotto non necessita di passivazione del ferro (test effettuati presso laboratorio esterno), ha un’ottima lavorabilità anche per applicazioni sovra-testa (travetti del solaio, travi) senza fenomeni di spanciamento, colature, distacco ed è ideale per applicazioni con cestello mobile grazie alla veloce messa in esercizio.