Ideale per le ristrutturazioni, IsolTile è il materassino a basso spessore di Isolmant studiato per creare un efficace isolamento acustico sottopavimento.
Realizzato in polipropilene espanso ad alta densità (77 kg/m3), rivestito su ambo i lati con speciale FIBTEC XP1 (geotessile tecnico in polipropilene, di colore nero, serigrafato e calandrato) e ideato per essere posato a colla al di sotto della pavimentazione in ceramica o parquet, sia in caso di sostituzione del vecchio pavimento, sia nel caso in cui la posa debba avvenire sul pavimento esistente (posa sovrapposta o posa su posa).
La posa di IsolTile può avvenire sia con due strati di colla (tra sottofondo e materassino e tra materassino e finitura), oppure in caso di finitura in ceramica anche con un solo strato di colla tra materassino e finitura. Tale modalità permette di preservare il sottofondo esistente e di procedere successivamente alla facile rimozione della nuova finitura. La nuova finitura può essere posata in sovrapposizione, aggiungendo solo 2 millimetri allo spessore della finitura scelta.
Isolante acustico, ma anche sistema completo e versatile per la posa delle piastrelle, l’utilizzo di IsolTile consente di ottimizzare la distribuzione del carico dalla piastrella al sottofondo, evitando concentrazioni localizzate di sforzi, aumentando la resistenza del pavimento in caso di urti. Inoltre la sua funzione di separatore neutralizza la trasmissione di tensioni tra sottofondo e piastrella, evitando la formazione di crepe.
Per assicurare le migliori performance acustiche e funzionali, il materassino IsolTile deve essere posato nella massima continuità, sigillando i teli con l’apposita Fascia IsolTile e avendo cura di posizionare l’apposita Fascia Perimetrale sulle pareti verticali per desolidarizzare il rivestimento dalla muratura. Entrambi gli accessori sono già contenuti nella confezione.
IHI Corporation ha annunciato di aver accettato di trasferire tutte le azioni della sua società interamente di proprietà IHI Construction Machinery Limited a Kato Works. La decisione è in linea con le politiche di gestione del Gruppo IHI nell’anno 2016, che ha adottato un nuovo approccio di gestione del portafoglio per rafforzare la struttura dei ricavi di IHI. Questo trasferimento di azioni è il risultato di attività commerciali tese ad accelerare la concentrazione e la selezione del business.
IHI Construction Machinery è stata fondata nel 1952 con il nome di Ishikawajima Koehring Co., una joint venture con la società statunitense Koehring. Nel corso degli anni l’azienda ha prodotto e venduto miniescavatori, gru, trasportatori cingolati e altre macchine da cantiere, con livelli qualitativi e di servizio di alta qualità offerti sia in Giappone che all’estero. In considerazione degli elevati tassi di crescita della popolazione mondiale e della vasta urbanizzazione di molte aree nel mondo, il settore delle macchine da costruzione ha rappresentato un solido potenziale a lungo termine. Negli ultimi anni, tuttavia, il settore ha registrato un clima sempre più negativo a causa di un rallentamento della crescita nei paesi emergenti e più incertezza nell’economia globale. Le aziende del settore Construction Machinery hanno cercato di accogliere questi cambiamenti drammatici e di rafforzare le loro basi commerciali attraverso la formazione di alleanze o mediante ristrutturazioni.
Fondata nel 1895, Kato Works è una società leader di macchine da costruzione. È proiettata al futuro con un piano di gestione 2016‐2018 a medio termine che prevede vendite nette superiori ai 100 miliardi di Yen. Essa sta implementando misure importanti per coprire il mercato globale, per sviluppare prodotti altamente competitivi ed espandere le sue linee. È stato in questo contesto che IHI ha cercato la struttura aziendale ottimale a cui cedere le risorse di IHI Construction Machinery, i cui punti di forza sono i miniescavatori e le grandi gru cingolate. Il Management di IHI ha ritenuto che l’integrazione con Kato Works, quale leader specializzata nelle macchine da costruzione, avrebbe potuto solo rafforzare la competitività di IK. Altro obiettivo è stato quello di creare una struttura di prodotti e servizi in grado di offrire maggiore valore aggiunto ai clienti sfruttando la business unit italiana della IHI Construction Machinery, quella cinese e le rispettive reti di vendita.
Come parte di Kato Works group, IHI Construction Machinery continuerà a produrre e vendere i prodotti di cui beneficiano i clienti consolidando così i propri punti di forza tecnologici e produttivi. Il gruppo Kato Works farà il possibile per ampliare la sua linea, accrescere la propria rete di vendita e rafforzare la capacità di sviluppo e la progettazione, distribuendo prodotti e servizi ancor più competitivi in Giappone e in tutto il mondo. IHI continuerà a guardare al futuro con iniziative basate su politiche di gestione del Gruppo 2016 per rafforzare i suoi guadagni e la sua competitività. Il trasferimento definitivo delle azioni è soggetto ad approvazione normativa attesa per il prossimo 25 novembre 2016.
Cresce il mercato italiano delle macchine da costruzioni: da gennaio a settembre 2016 le vendite di macchine per costruzioni sul mercato italiano sono state 7.037, 24% rispetto agli stessi nove mesi del 2015. I dati li riporta Unacea, l’associazione di categoria delle aziende di macchine e attrezzature per le costruzioni. Nel dettaglio, sul mercato sono state immesse 6.669 macchine per il movimento terra (+22% su base annua), mentre crescono del 19% le macchine stradali (286 unità vendute).
Il commento ai numeri di Paolo Venturi, presidente Unacea: “Si consolida ancora la crescita del mercato italiano e questo ci fa ben sperare per la chiusura del quarto anno consecutivo in positivo. Non bisogna tuttavia dimenticare le ingenti perdite registrate negli anni della crisi che hanno ridotto dell’80% il mercato, basti pensare che nei primi 9 mesi del 2007 le macchine vendute furono 19.237, ben il 65% in più rispetto a quanto rilevato quest’anno. La ripresa c’è, ma va opportunamente stimolata con gli investimenti in edilizia, fermi ormai da troppo tempo, così come attraverso un piano di svecchiamento del parco dalle macchine ormai obsolete”.
Debole l’export, bene (e molto) le importazioni. Guardando al mercato estero, è debole la crescita dell’export di settore (+3,6%) che raggiunge i €1.540 milioni tra gennaio e luglio del 2016. Questo è quanto emerge dall’ultimo Samoter Outlook, realizzato in collaborazione con Prometeia, con il contributo informativo di Unacea. Le esportazioni crescono nel solo comparto delle macchine per la perforazione (+52%). Negativo l’export di tutte le altre linee di prodotto: i macchinari per il calcestruzzo flettono del 13,4%, le macchine per la preparazione degli inerti del 6,8%, seguono le macchine stradali (-3,3%), le macchine per il movimento terra (-2,3%) e le gru a torre (-1,7%). In crescita del 29% le importazioni (458 milioni di euro), mentre la bilancia commerciale, in attivo per € 1.083 milioni, cala del 4,9%.
La green economy si è dimostrata una delle più significative ed efficaci risposte alla crisi. Innovazione, high-tech e uso efficiente dell’energia: le aziende hanno investito nella ricerca e prodotto lavoro, peraltro di qualità. È quanto dice il GreenItaly 2016, il settimo rapporto di Fondazione Symbola e Unioncamere, promosso in collaborazione con il Conai e il Ministero dell’Ambiente: più di un’impresa su quattro, dall’inizio della crisi a oggi, ha scommesso e investito sulla green economy
I numeri? Sono più di 385mila le aziende italiane – il 26,5% del totale dell’industria e dei servizi – che dal 2010 hanno investito, o lo faranno quest’anno, in tecnologie green per ridurre l’impatto ambientale, risparmiare energia e contenere le emissioni di anidride carbonica nell’atmosfera. Una quota che sale al 33% nel manifatturiero, dove l’orientamento green si conferma un driver strategico per il made in Italy, traducendosi in maggiore competitività, crescita delle esportazioni, dei fatturati e dell’occupazione. Nel manifatturiero il 46% delle imprese che investono in tecnologie verdi esporta, contro il 27,7% delle imprese non investitrici; il 35,1% delle imprese green ha aumentato il fatturato nel 2015 a fronte del 21,8% delle altre; il 33,1% ha introdotto innovazioni, contro il 18,7% delle altre. Le aziende della green Italy innovano di più delle altre.
La green economy produce posti di lavoro: 2milioni 964mila i green jobs, ossia occupati che applicano competenze “verdi”. Una cifra che corrisponde al 13,2% dell’occupazione complessiva nazionale, destinata a salire ancora entro dicembre. Dalla nostra economia “verde” infatti arriveranno quest’anno 249.000 assunzioni fra green jobs in senso stretto e figure ibride con competenze green: pari al 44,5% della domanda di lavoro non occasionale. Quota che sale fino al 66% nel settore ricerca e sviluppo. Il contributo dei green jobs al prodotto lordo del Paese viene stimato per il 2015 a 190,5 miliardi di euro, pari al 13% del totale complessivo.
Green economy
Insomma, la green economy fa bene all’occupazione: anche nel creare lavoro la sostenibilità è un driver importante, sia tra le imprese eco-investitrici che tra le altre. Quest’anno le assunzioni programmate di green jobs in senso stretto (72.300) e figure ibride con competenze green (176.800) arriveranno nell’insieme a 249 mila. Inoltre La domanda di lavoro di green jobs si caratterizza inoltre per una maggiore stabilità contrattuale: le assunzioni a tempo indeterminato sono ben il 53,4% nel caso dei green jobs, quando nel resto delle altre figure tale quota scende al 38%. Dal punto di vista settoriale, le costruzioni sono il comparto dove la domanda di green jobs è più intensa, coinvolgendo poco più di un terzo del totale delle assunzioni previste.
Geografia degli eco-investimenti. Molte le imprese green nelle regioni del Nord, ma la loro presenza è diffusa in tutto il territorio nazionale. La Lombardia è la regione con il più alto numero di imprese eco-investitrici, ne conta 69.390, quasi un quinto del totale nazionale; seguono il Veneto con 37.120 unità, il Lazio con 33.630 imprese green, l’Emilia-Romagna a quota 33.010 e la Toscana con 29.160. Quindi troviamo il Piemonte con 28.480, la Campania (26.910), la Sicilia (23.630), la Puglia (23.330) e Marche (11.870). A livello provinciale, in termini assoluti, Roma e Milano guidano la graduatoria staccando nettamente le altre province italiane grazie alla presenza, rispettivamente, di 25.240 e 22.590 imprese che investono in tecnologie green. In terza, quarta e quinta posizione, con oltre 10.000 imprese eco-investitrici si collocano Torino, Napoli e Brescia.
Fabrizio Colombo, Commercial Manager Styropor®, Neopor® Europe e Michelangelo Pajno, Amministratore Delegato AkzoNobel Decorative Paints Italia
Ancora più innovazione ed efficienza energetica nel campo della riqualificazione e progettazione degli edifici. Va in questo senso la partnership siglata da Sikkens, marchio di AkzoNobel Coatings, e Neopor, il polistirene espandibile di Basf, che ha dato vita a un nuovo sistema dalle qualità e prestazioni superiori per l’isolamento termico a cappotto: Sikkens Renovatherm Energy Plus.
Il tutto va a favore del risparmio energetico, del risparmio economico e della sostenibilità ambientale. Infatti, I annelli isolanti Made of Neopor, realizzati da Isolconfort S.r.l – partner trasformatore di Neopor -, utilizzati nel sistema a cappotto Sikkens Renovatherm Energy Plus, permettono lavorabilità, maneggevolezza e facilità di installazione durante le fasi di posa e garantiscono un’elevata permeabilità al vapore, resistenza all’invecchiamento e stabilità dimensionale nel tempo.
“Per AkzoNobel è un privilegio essere partner di un grande gruppo come Basf, pioniere nello sviluppo di prodotti tecnologicamente avanzati” sostiene Michelangelo Pajno Amministratore Delegato AkzoNobel Decorative Paints Italia. “Con il sistema di isolamento termico a cappotto Sikkens Renovatherm – che sfrutta le proprietà isolanti della grafite nei pannelli EPS e l’eccellenza dei nostri prodotti Sikkens per la finitura esterna – abbiamo davvero la possibilità di offrire una soluzione di eccellenza al tema dell’efficienza energetica dei nostri edifici e nel rispetto delle normative internazionali attualmente in vigore. Ancora una volta AkzoNobel con Sikkens, conferma tutto il suo impegno per un business all’avanguardia e all’altezza delle sfide che ci attendono e per contribuire a rendere le nostre città sempre più vivibili, colorate e sostenibili, da un punto di vista sociale ed economico”.
Sikkens Renovatherm Energy Plus
Additivato con grafite, il polistirene espandibile Neopor di Basf presenta una capacità isolante superiore del 20% rispetto all’EPS tradizionale. Utilizzato nel sistema a cappotto Sikkens Renovatherm Energy Plus, oltre a conferire un maggior potere isolante, permette di ottenere una maggiore permeabilità al vapore, resistenza all’invecchiamento e una maggiore stabilità dimensionale nel tempo. A questo si uniscono i plus dei prodotti Sikkens dedicati ai sistemi di isolamento termico, caratterizzati da elevate prestazioni in termini di idrorepellenza e permeabilità al vapore. Come Renovatherm Putz, rivestimento acril-silossanico strutturato a effetto intonaco per esterno, specifico per la finitura di supporti su nuovi sistemi di isolamento termico a cappotto.
“Con sforzo comune, le due aziende hanno introdotto una importante novità nel mercato italiano delle costruzioni. Siamo felici di essere il partner nel lancio di questo nuovo prodotto, di alta qualità, della famiglia Sikkens”, aggiunge Klaus Ries, Business Management Europe in Basf’s Global Business Unit Styrenic Foams. “Attraverso la nostra esperienza nel trasformare chimica in innovazioni, abbiamo sostenuto il team Sikkens, non solo fornendo il nostro prodotto Neopor, l’Eps grigio originale, ma soprattutto con la nostra profonda conoscenza, di leader di mercato, delle materie prime per l’isolamento”
Dalla ricerca e sviluppo di Industrie Cotto Possagno nasce Winter, una gamma di prodotti creata ad hoc per essere impiegata in condizioni climatiche estreme. La gamma delle coperture in cottoWinter vince il gelo, il peso della neve, la forza degli agenti atmosferici. Una resistenza che ha ottenuto la certificazione tedesca TÜV e che Industrie Cotto Possagno premia con una garanzia di ben 30 anni. Particolarmente adatti nelle zone ad elevate escursioni termiche, i coppi della Linea Winter, garantiti non temono neve, ghiaccio, grandine ed altre avversità, superando brillantemente la sfida dei climi rigidi: le condizioni estreme sono il loro ambiente naturale. I Coppi Winter con dentello, per la loro stabilità, soddisfano i bisogni costruttivi in presenza di pendenze accentuate e danno forza al manto di copertura. La lavorazione e gli agganci di cui sono dotati garantiscono una maggiore compattezza e resistenza alla trama che costituisce il tetto.
Coperture in cotto – coppo co dentello. Winter
Te.Si. Winter: la copertura in cotto con la certificazione tedesca TÜV.
Te.Si. Winter, con solo 12 pezzi a metro quadrato, assicura velocità di posa grazie al suo montaggio per file orizzontali o verticali. Anche dove i climi invernali si fanno più rigidi, Te.Si. Winter ha una resistenza al gelo ai massimi livelli previsti dalla normativa tedesca e un’alta impermeabilità, sempre comprovata da TÜV.
Coperture in coppo, con dentello – Winter
Unicoppo Winter: la bellezza naturale raggiunge l’alta quota.
Il rivoluzionario sistema di copertura Unicoppo, unico per qualità, biocompatibilità e fascino estetico, incontra la gamma Winter, per affrontare anche le condizioni climatiche più estreme. Assimilabile per bellezza ad un manto di coppi, la copertura garantisce un’elevata tenuta all’acqua, assicurata dalla doppia onda con ampio canale di scorrimento. Le soluzioni tecniche ed estetiche adottate consentono una perfetta chiusura anche nella convergenza tra più elementi grazie ad un quadruplo sormonto, unico nel suo genere.
Il mercato è quello che è, la concorrenza con il Made Expo di Milano scontenta tutti: così BolognaFiere decide la biennalizzazione del Saie. Il prossimo appuntamento, quindi, è per ottobre 2018. La motivazione è che questo serve «per rispondere all’evoluzione in atto nel mondo delle costruzioni e allinearsi alle tendenze internazionali». E anche che l’obiettivo è «di essere sempre più al servizio e punto di riferimento della filiera del mondo delle costruzioni, per anticipare e accompagnare la trasformazione del mercato, Saie diventerà il Salone dedicato all’ambiente costruito e all’abitare e sarà articolato in percorsi sviluppati per facilitare, ancor di più, la visita degli operatori».
Non ci saranno più aree espositive articolate per merceologie, ma « che guideranno il visitatore attraverso i mercati attuali e futuri del mondo delle costruzioni», passando dalla riqualicazione edilizia alla rigenerazione urbana, dalle opere pubbliche alle infrastrutture, con una lettura dell’offerta espositiva che rispecchierà le eccellenze della filiera 4.0. «Saie si distinguerà come luogo di dibattito e crescita verso una nuova industria del settore e nuove professioni. Un Saie protagonista di una nuova cultura dell’industrializzazione, fra digitale e circolare», è il commento di Franco Boni, Presidente BolognaFiere. D’altra parte, sono biennali anche altri saloni europei dell’edilizia come Bau di Monaco e Batimat di Parigi, che però si tengono negli anni dispari. Come Made Expo.
Rispondere a un mercato che richiede prodotti sempre più pronti a usi specifici e di rapido utilizzo presentando nuove soluzioni e continuando a lavorare “perché riteniamo che il cemento non sia semplicemente la polvere che si considerava in passato, ma sia assolutamente un materiale che ha grande flessibilità di utilizzo. E per questo serve avere una buona dose di inventiva che, credo, sia una cosa per cui gli italiani si sono sempre distinti”. Parola dell’ad di Italcementi, Roberto Callieri, che ha fatto il punto sui prodotti innovativi dell’azienda dal Saie, il Salone delle costruzioni in corso a Bologna. “Venendo da un’esperienza per lunghi anni all’estero, non mi aspettavo una tale richiesta o attesa per prodotti innovativi – ha detto dallo stand dell’azienda – Percepisco che anche in Italia così come in altri mercati ci sia una virata abbastanza rapida del settore delle costruzioni che richiede sempre più prodotti già pronti per utilizzi specifici che favoriscono la rapidità di utilizzo e la rapidità di installazione. Oggi il mercato è molto sviluppato nel settore della manutenzione, nelle riparazioni, e si cerca qualcosa permetta di tagliare un sacco, aggiungere l’acqua e avere già un prodotto da utilizzare”. Una domanda, questa, per la quale “mi fa molto piacere vedere che siamo in grado di rispondere in tempo reale con prodotti ad alto valore aggiunto e pronti per l’uso”. Tra i prodotti illustrati da Callieri i.idro DRAIN “calcestruzzo drenante che consente alle superfici di rimanere sempre asciutte e che, per le pavimentazioni stradali, permette una significativa riduzione della temperatura superficiale” e il rasante “i.active COAT che grazie all’utilizzo del principio TX Active brevettato da Italcementi, permette di avere superfici sempre pulite. Un’innovazione anche per l’utilizzo in interni, grazie alla possibilità di ridurre l’assorbimento da parte delle pareti di odori di cucina o di fumo”. Prodotti, questi “che riteniamo stiano veramente rispondendo a una sempre maggiore richiesta e anche peculiarità del mercato per certe aree, per certe nicchie che sono molto importanti”.
C’è innovazione nell’edilizia italiana. E arriva dagli enti locali. Legambiente, insieme al Consiglio Nazionale degli Architetti hanno presentato al Saie di Bologna i dati sullo stato di salute delle costruzioni tricolori. Ebbene, sono 1251 i comuni italiani che hanno modificato i propri regolamenti edilizi introducendo parametri di ecosostenibilità nel settore edile. Insomma, il 15,6% dei comuni italiani, per una popolazione totale coinvolta che sfiora i 24milioni di abitanti. Efficienza energetica, fonti rinnovabili, risparmio idrico,, prevenzione antisismica, innovazione ambientale e tecnologica, certificazione energetica e semplificazione i punti cardine del rapporto “L’innovazione nell’edilizia italiana”.
Le priorità? Isolamento termico (1038 comuni), fotovoltaico (1037) e solare termico (994). Invece, per quanto riguarda la diffusione geografica dei regolamenti sostenibili, a primeggiare sono soprattutto le Regioni del centro-nord Italia con Lombardia (503 comuni), Toscana (148), Emilia Romagna (139), Piemonte (104) e Veneto (102). Ma risponde presente anche il Meridione: nel Sud Italia sono aumentate le amministrazioni che introducono nei regolamenti edilizi l’obbligo delle fonti rinnovabili, l’orientamento degli edifici e l’isolamento termico all’interno dei regolamenti edilizi.
Dati buoni e incoraggianti che dimostrano come nell’edilizia italiana si stia puntando su innovazione, sostenibilità e rigenerazione urbana grazie ad una spinta che parte dal basso. Anche se c’è ancora molto da fare e sono ancora diversi i problemi da affrontare come ad esempio la mancanza in molte regioni di controlli e sanzioni sulle certificazioni energetiche. Inoltre, urge una regia nazionale che permetta di semplificare e dare certezze agli interventi di riqualificazione energetica e adeguamento antisismico del patrimonio edilizio. È necessario avere informazioni credibili sulla sicurezza del patrimonio ediliziopubblico e privato, rendendo finalmente chiare le responsabilità sui controlli e sanzioni che riguardano le certificazioni energetiche, per arrivare in pochi anni ad adottare tutti gli edifici di un libretto unico del fabbricato con le diverse informazioni statiche, energetiche, degli impianti.
Si chiama ICity Race 2016 ed è la classifica delle città più “smart” d’Italia. Una graduatoria che fotografa un’Italia spaccata in due, ma con un Sud in movimenti grazie al traino del capitale umano. Entrando nel merito, Milano è sempre più internazionale, Bologna salda al secondo posto è punta di diamante nella smart governance, mentre la new entry Venezia regala a Firenze la medaglia di legno: sono queste le città più smart d’Italia. L’indagine è stata realizzata da Fpa (Forum Pubblica Amministrazione) che ha analizzato 106 Comuni capoluogo sulla base di 105 indicatori statistici e sette dimensioni tematiche: Economy, Living, Environment, People, Mobility, Governance e Legality.
Il commento di Gianni Dominici, direttore Fpa nonché curatore dello studio: “Quest’anno più che in passato ICityRate va a misurare, unitamente alla qualità del vivere urbano, la capacità delle città di farsi piattaforma abilitante, di guardare a traguardi lunghi facendo scelte e investimenti che puntano sui nuovi driver di sviluppo. Il paradigma della Smart City negli ultimi anni ha sempre di più spostato l’accento dall’innovazione tecnologica all’innovazione sociale, al co-design, alla gestione dei beni comuni. In questa direzione sono andate le strategie europee della nuova programmazione, e in questa direzione stanno andando le politiche locali”.
Il riflesso di questa evoluzione del concetto di smart city e della sua traduzione nelle politiche urbane ha portato all’introduzione nell’ ICityRate di nuove variabili che vanno a misurare la capacità delle città di: accogliere e saper gestire i flussi migratori; attrarre cervelli e talenti e generare imprese innovative; attrarre finanziamenti europei per la ricerca e l’innovazione; rendere disponibili i dati pubblici; agevolare le pratiche d’uso sociale degli spazi pubblici; attivare reti e relazioni per la sostenibilità e la gestione delle politiche smart; garantire gli adeguati livelli di sicurezza e legalità.
Milano di notte
Milano. Il capoluogo lombardo tiene stretta la testa della classifica e registra un’ulteriore fuga in avanti, determinata dall’eccellenza nelle dimensioni Economy, People e Living. Nella dimensione Economy il capoluogo lombardo si distanzia dalle altre città in maniera decisa: è il luogo con il più alto valore aggiunto pro capite, la maggiore intensità brevettuale, la principale sede di imprese di grandi dimensioni, e ha visto nascere negli ultimi anni il maggior numero di Fablab e maker space. Gli artigiani digitali scelgono Milano, e soprattutto la città sceglie di investire su un modello nuovo di innovazione urbana che sposta l’asse della strategia di sviluppo verso forme nuove di economia collaborativa e social innovation; un modello che si realizza attraverso la concessione di spazi, il sostegno economico a progetti e imprese, la creazione di reti di innovatori e la definizione di nuove ed articolate politiche urbane.
Bologna. Vede allargarsi la forbice che la separa da Milano (60 punti di distanza contro i 25 del 2015), conferma il secondo posto nella classifica generale grazie soprattutto all’eccellenza nella Governance (dimensione che la vede al primo posto), fatta di partecipazione, open data, nuovi strumenti di programmazione, stabilità economica e capacità gestionale. Ottime le prestazioni anche nella dimensione Living: opportunità di lavoro offerte nel territorio provinciale, servizi di cura dell’infanzia, bassa incidenza delle persone a basso reddito sui residenti. Infine, confermata l’alta attrattività urbana: chi nasce o arriva a Bologna difficilmente se ne va.
Venezia. Al terzo posto della classifica, sale di 2 posizioni rispetto al 2015 per effetto, oltre che dell’ottimo posizionamento nella Mobilità (dove è 2°), di un miglioramento significativo nelle dimensioni del capitale umano (People), della Governance e della struttura economica (Economy). Un terzo posto sul quale senza dubbio influisce l’unicità del suo dualismo, con le due anime complementari di Venezia e Mestre che si compensano reciprocamente nelle varie dimensioni oggetto dell’indagine: dualismo da un lato, dunque, virtuoso, dall’altro foriero di spinte secessioniste che restano sempre all’ordine del giorno nell’agenda politica.
E le altre? Firenze scende di una posizione ma la sua distanza da Venezia è veramente minima: il capoluogo toscanp è prima nella dimensione People, nella quale supera Milano e Torino, ma perde terreno sulle aree dell’ambiente e della legalità. Dopo le quattro città metropolitane arrivano nel top della classifica Padova e Torino, seguite a ruota dalle piccole capitali: Parma, Trento, Modena e Ravenna. Sono 5 le città metropolitane e 5 le città medie nella parte alta del rating, tutte del Nord est tranne Milano e Torino del Nord Ovest e Firenze che con la sua 4 posizione è unica rappresentante del Centro. Per quanto riguarda le altre aree metropolitane, Roma e Napoli continuano a restare arretrate dal gruppo di testa, mentre la capitale è ferma in 21° posizione, Genova sale di tre posizioni e arriva al 26° e poi le città del Sud, con Cagliari in 54° posizione, Bari 65°, Palermo 86°. Napoli scende in 89° posizione, seguita solo da Catania (95°) e Reggio Calabria (104°). Inevitabile una riflessione su quali città hanno ereditato i sindaci usciti dall’ultima tornata elettorale. Le indicazioni sono abbastanza nette: Sala si trova a gestire l’importante eredità costituita da una città sempre più di caratura internazionale e che si sta completando in tutte le sue dimensioni. Le due sindache pentastellate si trovano in una situazione, evidente anche dalla cronaca, completamente differente: una città in forte crescita e completamento la Appendino, una città ferma al palo, sempre più lontana dalle dinamiche economiche e sociali nazionali, la Raggi. Particolare la situazione di De Magistris, che con questo nuovo mandato si trova a gestire una città che non regge il ritmo delle altre (Napoli è infatti solo in 89esima posizione).
Il dualismo tra Milano e Roma
Milano rimane ben salda in vetta alla classifica mentre Roma è bloccata al 21° posto, ma il distacco tra le due città in termini di punteggio aumenta: la distanza tra le due città era di 127 punti lo scorso anno, quest’anno sale a 155. Una forbice che si allarga sempre di più a discapito della capitale che non riesce a raggiungere il capoluogo lombardo in nessuna delle dimensioni analizzate, tenendo testa a Milano solo per la qualità del proprio capitale umano.
Il rafforzamento del sistema urbano del nord e la dicotomia con le città metropolitane del sud
Le cinque aree metropolitane più performanti sono del Nord: Milano, Bologna, Venezia, Firenze e Torino, che si configurano sempre di più come un sistema grazie alla forte crescita dei centri urbani di medie dimensioni come Padova, Parma, Trento, Modena e Ravenna (tutte fra le prime dieci città del rating generale) che fungono da elementi di connessione tra le diverse polarità. Le città metropolitane al Nord rafforzano dunque il proprio ruolo guida nello sviluppo del paese, fungendo da hub per il territorio circostante e creando piattaforme territoriali abilitanti, in un circolo virtuoso che alimenta la competitività e l’innovazione di intere aree del paese. Le città metropolitane da Roma in giù sembrano invece vivere isolate, senza riuscire ad innescare meccanismi virtuosi di sviluppo delle aree circostanti.
Le energie del Sud: si consolida la dinamica di crescita
Il Sud è ancora lontano dalla top ten, ma la distanza con le altre aree geografica si è ridotta. A partire dal dato di Cagliari, la prima città del meridione (che sale di 6 posizioni rispetto al 2015) grazie ad un miglioramento significativo in diverse aree (People, Governance, Living e Legalità), per continuare con Matera (+12), Pescara (+5), Bari (+4), Lecce (+5), Oristano (+1), Potenza (+2). Appare, inoltre, tra le prime 15 città del Sud, una città siciliana: Siracusa, che sale di ben 16 posizioni dall’anno passato superando Palermo e Catania ed esprimendo le migliori performance in indicatori quali la dispersione idrica, l’equilibrio occupazionale di genere, l’accessibilità degli istituti scolastici, la bassa presenza di giornalisti e amministratori minacciati. Una crescita, quella del Sud, che sopperisce alle carenze infrastrutturali attraverso dinamiche che afferiscono al capitale sociale, con esperimenti di innovazione sociale che vengono messi a sistema e creano sviluppo.
Costruire a regola d’arte, costruire case sicure. Un imperativo reso ancora più necessario dai tragici episodi che hanno scosso l’Italia negli ultimi anni, l’ultimo dei quali il 24 agosto 2016 con il terremoto di Amatrice e Accumoli. Anche la Legge di Bilancio 2017 pone attenzione alla questione, introducendo un “sismabonus” per incentivare attraverso sgravi fiscali che arrivano fino all’85% gli interventi di adeguamento antisismico di tutti gli immobili situati in zone ad alta pericolosità.
Con le sue soluzioni rettificate, altamente performanti e con eccellenti valori di resistenza meccanica, Wienerberger permette di prevenire e limitare i possibili danni derivanti da terremoti. Non a caso i sistemi Wienerberger sono stati protagonisti della realizzazione e del recupero di numerosi edifici nei territori dell’Emilia Romagna colpiti dal sisma del 2012, in particolare Porotherm BIO PLAN ideale per l’edificazione di murature portanti e pareti di tamponamento.
Costituiti da elementi rettificati, ovvero con facce di appoggio superiori e inferiori perfettamente planari e parallele, i blocchi Porotherm BIO PLAN sono conformi ai requisiti per la progettazione in zone sismiche. A Medolla, ad esempio, epicentro del terremoto del 2012, lo studio di architettura e ingegneria AGE si è occupato della ricostruzione e costruzione di diversi complessi residenziali e commerciali caratterizzati da una struttura antisismica in cemento armato e muratura di tamponamento per la realizzazione della quale sono stati scelti i blocchi Porotherm BIO PLAN 42,5 T – 0,09.
«Abbiamo scelto i laterizi rettificati Wienerberger perché rappresentano le soluzioni ideali per raggiungere prestazioni energetiche certificate con una semplice e veloce posa in opera. Visto l’elevato rischio sismico della zona, abbiamo deciso di utilizzare il Porotherm BIO PLAN 42,5 T – 0,09 che, grazie al suo spessore e alla sua trasmittanza, consente di ottenere interessanti prestazioni termiche e, al contempo, una tamponatura dall’elevata resistenza», dichiara Franco Guagliumi, ingegnere dello studio AGE.
In grado di resistere alle sollecitazioni sismiche, Porotherm BIO PLAN contribuisce a migliorare il comfort e il benessere abitativo grazie alle sue prestazioni in termini di isolamento termico e acustico, traspirabilità e resistenza al fuoco che garantiscono una trasmittanza U pari a 0,19 W/mq e una conducibilità termica λ di appena 0,09 W/mK. Inoltre, grazie al suo elevato spessore, pari a 425 mm, consente di risolvere il problema dei ponti termici, preservando così gli edifici da eventuali perdite di calore e abbassamento della temperatura superficiale interna.
Tutti questi vantaggi sono determinati dalla combinazione della tecnologia della rettifica con quella dei setti sottili. Grazie alla rettifica è infatti possibile realizzare giunti di malta di 1 millimetro, andando a eliminare completamente il ponte termico della malta e incrementando le performance energetiche., mentre i setti sottili permettono di aumentare le file dei fori e le camere d’aria interne, migliorando così le prestazioni energetiche rispetto a un normale laterizio. La tecnica della rettifica inoltre permette di ridurre i tempi di posa fino al 50% grazie anche grazie all’incastro dei blocchi.
Efficienza energetica e benessere psicofisico. Arriva al Politecnico di Torino il modulo abitativo sostenibile e intelligente progettato dagli studenti di architettura del team WoodLab. Il modulo itinerante BiosPHera 2.0, giunto alla sua sesta tappa, è un progetto di ricerca sperimentale unico al mondo nell’ambito del quale i dati ambientali ed energetici dell’edificio si confrontano con il comportamento degli abitanti che vengono monitorati costantemente attraverso l’uso combinato di “tecnologie indossabili”. Biosphera2.0 resterà a Torino, presso la Cittadella Politecnica fino al 15 novembre 2016.
BiosPHera 2.0 è un progetto di ricerca avviato su iniziativa di Aktivhaus insieme al Dipartimento di Architettura e Design del Politecnico di Torino, l’Università della Valle d’Aosta, Zephir-Passivhaus Italia, Minergie e PEFC nell’ambito del quale per la prima volta verranno monitorati, per un intero anno, dati ambientali e energetici dell’edificio e parametri fisiologici degli abitanti in situazioni ambientali molto differenti, con lo scopo di definire scientificamente il livello di benessere psicofisico degli utenti all’interno di un ambiente abitativo energeticamente efficiente. Il progetto architettonico del modulo abitativo BiosPHera 2.0 è stato sviluppato da team WoodLab del Politecnico di Torino del quale è responsabile scientifico il professor Guido Callegari, insieme ad Aktivhaus e l’Istituto Zephir-Passivhaus Italia nell’ambito di un workshop organizzato dalla start up be-eco e da Valleé d’Aoste Structure presso la Pépinière d’Entreprises Espace Aosta con il patrocinio della Regione autonoma Valle d’Aosta Assessorato delle attività produttive, energia e politiche del lavoro.
Dal 1 marzo 2016 ad oggi, attraverso un roadshow con diverse tappe, il modulo certificato Passivhaus e Minergie-P è stato ospitato a Courmayeur, Aosta, Milano, Riccione, Cuneo e Torino per condurre degli stress test sul sistema edificio e per verificare le condizioni di benessere degli abitanti in condizioni ambientali molto diverse con temperature esterne da -20°C in Valle d’Aosta a +40°C a Rimini. Dall’avvio del progetto ad oggi all’interno del modulo abitativo sono state ospitate diciotto persone che hanno contribuito allo sviluppo dell’attività di ricerca attraverso la compilazione di un diario di bordo elaborato per documentare le sensazioni e le percezioni provate nel corso dell’esperienza. Gli abitanti di BiosPHera 2.0 vengono monitorati costantemente attraverso l’uso combinato di “tecnologie indossabili” che rilevano il battito e la frequenza cardiaca, la temperatura corporea, l’attività elettrodermica registrando lo stato emotivo e l’eventuale disagio termico degli utenti. I dati sono visibili in tempo reale sul sito.
Nel corso della tappa presso il Politecnico di Torino l’attività di ricerca proseguirà grazie a nuovi ospiti che abiteranno il modulo BiosPHera 2.0 sino al 15 novembre 2016.
Più mutui alle famiglie: merito della politica di allentamento creditizio della Bce e di una maggiore fiducia degli italiani. In particolare, nel secondo trimestre 2016 le famiglie italiane hanno ricevuto finanziamenti per l’acquisto dell’abitazione per 13.223 milioni di euro. Secondo i dati riportati nel Bollettino Statistico III-2016 pubblicato da Banca d’Italia, rispetto allo stesso trimestre del 2015 si registra un aumento delle erogazioni pari a +28,5%, per un controvalore di +2.933 milioni di euro. Guardando ai numeri del primo semestre 2016, riscontriamo che sono stati erogati alle famiglie finanziamenti per l’acquisto della casa per 24.277 milioni di euro. Il saldo semestrale, se confrontato con quanto rilevato nel primo semestre 2015, segna un aumento dei volumi pari a +39,6%, per un controvalore di +6.888 milioni di euro.
Insomma, il mercato del credito per le abitazioni continua a dare segnali positivi, le erogazioni sono in aumento da due anni e per il quinto trimestre consecutivo superano i 10 miliardi di euro. Questo trend è suffragato anche dalle performance positive riscontrate mensilmente che vedono incrementi importanti a partire dalla metà del 2014, nonostante un rallentamento della crescita a partire dal secondo trimestre di quest’anno.
Secondo l’analisi del network immobiliare Tecnocasa, nei primi sei mesi del 2016 si registrano volumi in aumento in tutte le macroaree italiane. Le Isole erogano 1,5 miliardi di euro e fanno ancora segnare il miglior andamento, con un incremento quasi del 50%. Con un aumento del 47,5% e volumi pari a 3,5 miliardi di euro, il Sud Italia ha la seconda miglior performance. Con 8,1 miliardi di euro, invece, è il Nord-Ovest l’area dove si eroga di più e i suoi volumi sono aumentati del 36,1%; al secondo posto troviamo il Centro Italia, i cui 6,1 miliardi di euro sono il 42,8% in più rispetto al primo semestre 2015. Nel Nord-Est i volumi erogati sono pari a 5.124 milioni di euro e rappresentano il 34,3% in più rispetto alla prima metà del 2015.
Sempre secondo i dati interni del Gruppo Tecnocasa, l’importo medio di mutuo è di 111.300 euro. Il primo semestre 2016 ha visto il ticket medio pro-capite attestarsi a circa 110.500, in leggero aumento rispetto ai 110.200 della prima parte del 2015. Il Centro Italia eroga mediamente di più, con 116.900, seguita dal Nord-Ovest con 111.800 e dal Nord-Est con 110.700; chiudono le Isole con 108.400 euro e il Meridione con 101.600 €. L’importo medio di mutuo continua ad essere per ragioni socio-economiche difforme a livello regionale. Con 122.200, è il Lazio ad avere il ticket medio pro-capite più alto, seguito dalla Lombardia con 119.200 e dalla Toscana con 115.400.
In media il mutuo più gettonato è a tasso fisso e della durata di 25 anni. A livello nazionale, quasi il 70% dei mutui erogati ha una durata tra 21 e 30 anni e la durata media è di 24 anni. Prevale la tipologia di mutuo a tasso fisso (46,3%), seguono i mutui a tasso variabile (25,7%). Infine, il mutuatario ha un’età media di 39,6 anni.
Grazie alla versatilità delle soluzioni Laterlite, un magazzino che sentiva il peso dei suoi anni è diventato un esempio di stile ed efficienza, convertendosi in showroom. L’estrema facilità d’uso dell’argilla espansa Leca ha permesso di raggiungere elevateprestazioni in termini di isolamento, a fronte di un ridottissimo tempo dedicato alla posa in opera.
Convertire uno spartano capannone in un elegante showroom non è il più semplice degli interventi edili. Per giungere ad un cambio così radicale della destinazione d’uso nella funzionalità quotidiana dell’immobile occorre una notevole competenza tecnica, anche nella scelta dei materiali migliori. Attraverso l’impiego dei prodotti Laterlite, a Firenze un vecchio stabilimento nel Rione Isolotto, un tempo usato solo come deposito, si è letteralmente trasformato nel nuovo showroom della rivendita Innocenti Bruna s.r.l., inaugurato a marzo 2016. Oggi, il colpo d’occhio garantito dai suoi interni e dalla ricercatezza delle sue finiture serve a valorizzare i prodotti di interior design, wellness, ceramiche ed arredobagno che vi vengono esposti e commercializzati al dettaglio. Il progetto di ristrutturazione ha dovuto tenere conto della condizione di partenza del fabbricato, non semplicissima. Al fine di garantire il massimo livello di isolamento controterra della struttura, è stata utilizzata la soluzione Laterlite Leca TermoPiù, l’argilla espansa speciale antirisalita di umidità per la realizzazione di sottofondi e vespai isolati contro terra, in linea con le prescrizioni di legge.
Leca TermoPiù consente di ottenere risultati qualitativamente ottimali e durevoli nel tempo: fra questi, in particolare, il basso coefficiente di conducibilità termica λ (certificato 0,09 W/mK), elevata barriera all’umidità di risalita (l’altezza di suzione dell’acqua per capillarità è inferiore a 3 cm), la resistenza a compressione dello strato posto in opera, in grado di supportare carichi ammissibili distribuiti sino a 100.000 N/m², ed un’assoluta indeformabilità e inalterabilità nel tempo. Realizzata dalla Tecnova di Firenze, la ristrutturazione ha comportato l’impiego di 350 m³ di Leca TermoPiù, su una superficie complessiva di circa 1.000 m². Il prodotto è stato utilizzato sfuso e pompato sulla vecchia pavimentazione preesistente, come primo strato di isolante termico e antiumidità. In contesti che presentano caratteristiche diverse, può essere impiegato mediante altri tre sistemi costruttivi: in sacco, per piccoli interventi, imboiaccato e cementato, soprattutto laddove si attende la presenza di importanti carichi di esercizio.
Per via delle sue caratteristiche tecniche, Leca TermoPiù si è rivelato il prodotto ideale per intervenire sullo stato di fatto dell’immobile: la presenza di quote variabili avrebbe infatti costretto l’impresa a realizzare riempimenti di varia profondità, in funzione delle singole applicazioni. Con questa soluzione estremamente versatile, invece, il variare degli spessori non ha comportato lavorazioni differenti. La scelta di Leca TermoPiù ha quindi soddisfatto sia i criteri di valenza tecnica, sia quelli di economicità. Data l’estrema facilità di applicazione del materiale, l’intervento ha richiesto un solo giorno, mentre con i sistemi tradizionali ci sarebbe voluto un periodo molto più ampio. La scelta dell’argilla espansa speciale antirisalita di umidità Laterlite TermoPiù per la realizzazione di sottofondi e vespai isolati contro terra garantisce la massima qualità in termini di prestazioni, affidabili e garantite nel protrarsi del tempo, anche in condizioni di temperature estreme, fuoco, gelo o umidità. Leca TermoPiù è un materiale naturale, inalterabile nel tempo, ecocompatibile e certificato Anab-Icea per applicazioni in Bioedilizia.
L’Associazione Nazionale Industriali dei Laterizi e Confindustria Ceramica presentano al Saie di Bologna le più innovative produzioni di piastrelle e le soluzioni in laterizio legate a “La casa mediterranea”, un modello abitativo energeticamente efficiente, sicuro, che considera come elementi chiave gli aspetti legati alla cultura e alla particolarità del nostro territorio ed in generale di tutto il bacino del Mediterraneo. La casa mediterranea è vivere con le finestre aperte, è godere della vista, è luce naturale, è il calore e l’eleganza di ceramica e laterizi.
L’industria italiana delle piastrelle parteciperà al Saie attraverso l’esposizione su una serie di tavoli delle più suggestive ed innovative ceramiche italiane. La raccolta mostra tutti i prodotti selezionati da 24 aziende ceramiche: Atlas Concorde, Bardelli, Caesar, Casalgrande Padana, Cercom, Cerdisa, Cir, Coem, Cotto d’Este, Edimax, Fap, Fincibec, Fioranese, Francesco De Maio, Keope, La Fabbrica, Manifattura del Duca, Mipa, Refin, Rondine, Serenissima, Settecento, Vogue, Tagina. La mostra collettiva Andil vedrà numerose riproduzioni di soluzioni costruttive in laterizio, predisposti dalle 10 aziende espositrici presenti con i propri stand aziendali: Consorzio Alveorater, Cotto Cusimano, F.B.M. Fornaci Briziarelli Marsciano, Fornaci DCB, Fornaci Laterizi Danesi, Gruppo Ripa Bianca, Industrie Cotto Possagno, Solava, Terreal Italia, Wienerberger.
In collaborazione con il team del Politecnico di Milano – coordinato dai Prof. Giuseppe Di Giuda e Valentina Villa, con Marco Caso – impegnato nello sviluppo della metodologia BIM e nell’applicazione della “realtà aumentata” all’informazione tecnica di sistemi e materiali da costruzione, sarà riservato un apposito corner alla visualizzazione informativa con realtà aumentata di un edificio in laterizio e dei suoi dettagli costruttivi corredati da requisiti specifici e modalità di posa. Un componente del team di ricerca assisterà i visitatori in questa nuova esperienza di visualizzazione simulata, che presto caratterizzerà significativamente la digitalizzazione delle opere edili.
Sfruttando i trent’anni di esperienza che ne hanno fatto uno dei principali player del mercato idrotermosanitario, Valsir si struttura con una nuova divisione edilizia, dedicata alla realizzazione di sistemi idrici per impianti fognari e per il trattamento delle acque reflue. «Finora Valsir ha sviluppato soluzioni impiantistiche per l’interno dell’edificio», spiega il direttore della divisione, Guido Franzini. «Ora vogliamo allargare il nostro business con una innovativa gamma di prodotti specifici per i sistemi fognari e per il trattamento delle acque reflue. In questo modo miriamo a creare un ciclo integrato dell’acqua, dall’adduzione alle fognature».
I nuovi prodotti saranno presentati in occasione della manifestazione fieristica H2O di Bologna, dal 19 al 21 ottobre 2016. «La divisione edilizia sarà dunque dotata di prodotti e una forza vendita rinnovata, che ha come principale target di riferimento le imprese edili, i rivenditori di materiale per l’edilizia e gli enti di gestione delle acque».
I nuovi prodotti saranno suddivisi in due grandi famiglie:
– soluzioni per i sistemi fognari in PVC e polipropilene, che offrono maggiore resistenza ed eco-sostenibilità, e accessori come prodotti per il sottosuolo, pozzetti di ispezione e valvole
– soluzioni per il trattamento delle acque reflue primarie e secondarie di edifici residenziali, commerciali e industriali.
La nuova business unit di Valsir avrà sede nello stabilimento di Carpeneda di Vobarno, in provincia di Brescia, che testimonia la precisa volontà dell’azienda di mantenere i processi produttivi in Italia, nella zona dove l’azienda è presente con altri due impianti di produzione (a Vestone e Vobarno). Il nuovo stabilimento si sviluppa su 3mila metri quadri di area coperta e 25mila di area esterna.
Nata nel 1987 nella Valsabbia a nord di Brescia, Valsir è proiettata sul mercato globale con stabilimenti in Europa, Russia, India e Sud Africa. Presente in 84 Paesi nel mondo, il gruppo fa parte di Fondital Group, holding con oltre 900 milioni di euro di fatturato e 2.600 dipendenti. «Grandi marchi ci hanno scelto nella realizzazione dei loro edifici e abbiamo referenze in tutto il mondo», afferma Cristina Stefani, marketing manager Valsir. «La mission e la vision di Valsir rimane quella di essere un’eccellenza innovativa ed ecosostenibile per il mercato, garantendo processi rispettosi del territorio e un servizio puntuale. Riusciamo ad evadere un ordine in un massimo di tre giorni, consegnando direttamente in cantiere, offrendo consulenza e supporto alla progettazione».
Un altro successo importante Valsir lo ha messo a punto con il Bim, tecnologia per la quale è stata insignita del riconoscimento come una delle sette migliori aziende al mondo nella diffusione di modelli tridimensionali intelligenti. Il vincitore del BIMobject Awards 2016 sarà annunciato durante la conferenza mondiale che si terrà a Malmo in Svezia il 2-3 novembre 2016.