Il 15 febbraio Microsoft Italia inaugura la sua nuova sede alla città di Milano. Microsoft House nasce per essere uno spazio aperto alla collaborazione tra le persone, un luogo di confronto per aziende e cittadini sulle opportunità offerte dal digitale, un punto di riferimento per i giovani che vogliono portare l’innovazione in Italia e un laboratorio per tutti dove sperimentare il futuro per la crescita economica e sociale del nostro Paese. Microsoft House è il primo esempio di ufficio 4.0. Infatti, dei sei piani del nuovo edificio ideato dagli architetti Herzog & De Meuron ben tre sono aperti al pubblico. Il piano terra con lo Showroom aperto dal lunedì alla domenica dalle 9 alle 20 dedicato a tutti i cittadini che vogliono sperimentare i vantaggi delle tecnologie Microsoft e le soluzioni innovative dei nostri partner e a tutti gli appassionati di gaming che potranno giocare nell’area dedicata al mondo Xbox. La Digital Class sarà invece aperta a tutti gli studenti e insegnanti che vogliono provare una didattica multimediale e fare corsi digitali. Al primo piano si trova il Microsoft Technology Center per i professionisti, le imprese e le start-up che puntano sulla tecnologia per ampliare il proprio business. Infine il quinto piano con The Loft: un tetto su Milano per eventi esclusivi. Sabato 18 febbraio Microsoft House apre ai cittadini di Milano con 3 appuntamenti: la mattina la sfida genitori figli con FIFA su Xbox, il pomeriggio gli youtuber Mates parlano di gaming e la sera dalle 18.00 anteprima mondiale del gioco Halo Wars 2.
FederlegnoArredo, Orsini confermato nuovo presidente
Emanuele Orsini era stato designato a dicembre come nuovo presidente di FederlegnoArredo. L’assemblea della Federazione italiana delle industrie del legno, del sughero, del mobile e dell’arredamento ha confermato l’indicazione. Orsini succede a Roberto Snaidero.
«La filiera del legnoarredo rappresenta uno dei settori manifatturieri più importanti del Paese. Per questo va tutelato e rafforzato con politiche di crescita che tengano conto del forte legame con i territori che da sempre esprimono vitalità in termini di occupazione e fatturato», ha commentato Orsini. «Un’attività di ascolto e dialogo dove sarà fondamentale il coinvolgimento di tutte le associazioni che rappresentano la ricchezza della nostra federazione. Una ferma convinzione mi guiderà nei prossimi anni: incentivare il lavoro di squadra per rafforzare la Federazione e le aziende associate in vista delle grandi sfide che dovremo affrontare. Il nostro lavoro dovrà contribuire al rinnovamento del Paese sia dialogando in modo sempre più stretto con le istituzioni, sia favorendo investimenti, innovazione e alleanze con il mondo universitario e della ricerca. Un ringraziamento particolare, infine, a Roberto Snaidero sotto la cui guida FederlegnoArredo ha raggiunto risultati impensabili fino a qualche anno fa».
Nato a Sassuolo, in provincia di Modena, nel 1973, Orsini entrare nell’azienda di famiglia, la Sistem Costruzioni, specializzata in strutture in legno lamellare e massiccio. Nel 2013 viene eletto presidente di Assolegno, l’associazione di FederlegnoArredo che raggruppa circa 500 imprese del settore prime lavorazioni e costruzioni in legno. Grazie a tale nomina, assume anche l’incarico di vicepresidente di FederlegnoArredo.
Abi: mutui in crescita e tassi in leggero aumento
L’Abi conferma l’aumento del numero dei mutui. E vede il tasso chiesto dalle banche in leggera crescita. A gennaio, per esempio, il tasso medio sui mutui per l’acquisto di abitazioni è stato del 2,1%, in aumento rispetto al minimo 2,02% registrato a dicembre. Nel Rapporto mensile dell’Associazione bancaria italiana si legge anche che sul totale delle nuove erogazioni di mutui, circa i due terzi sono a tasso fisso. La crescita del numero die mutui accesi è invece dell’1,9% rispetto a fine 2015. «In Italia, nel corso del 2016 dopo oltre due anni di valori negativi è tornata positiva la dinamica del mercato dei mutui per l’acquisto di abitazioni: +1,9% la variazione annua dello stock dei mutui a fine 2016, dopo aver toccato il valore minimo di -1,24 a giugno 2014. Tale recupero riflette, tra l’altro, la positiva ripresa della domanda da parte delle famiglie registratasi negli ultimi mesi: secondo i dati elaborati da Crif, il numero di richieste di mutui nel corso degli ultimi mesi è tornato in territorio fortemente positivo: +21,3% a dicembre 2016 sullo stesso periodo del 2015», si legge nel rapporto, che fotografa una situazione sostanzialmente positiva.
Ripresa in corso secondo gli economisti. Ma il futuro…
Come andrà l’economia nel 2017? Il Pil italiano dovrebbe dello 0,7% nel primo trimestre rispetto allo stesso periodo del 2016, mentre salirà dell’1% complessivamente nell’arco di tutto il 2017. Le previsioni sono dell’Osservatorio Congiunturale dell’Associazione Italiana degli Economisti d’impresa e risultano in linea con le ultime previsioni della Commissione europea e dell’Istat. Nell’indagine svolta tra i soci dell’osservatorio congiunturale Gei, nato nel 1971, che si riunisce quattro volte all’anno per esaminare la congiuntura nazionale e internazionale, il 45% ha espresso un più marcato ottimismo dichiarando di attendersi un miglioramento della situazione rispetto allo stato attuale. Anche il quadro occupazionale è previsto, per quasi i due terzi delle opinioni raccolte, con una disoccupazione stabile sui valori attuali. Su quale sarà il problema interno che avrà il maggior impatto sull’economia italiana nel corso del 2017 oltre la metà degli economisti intervistati ritiene che resterà anche quest’anno quello di una crescita del Pil troppo lenta, nonostante il miglioramento registrato da questi ultimi dati. Da segnalare che il 25% dichiara invece di considerare che sarà l’elevato debito pubblico il problema principale del nostro Paese, mentre il 20% indica la scarsa efficienza della pubblica amministrazione come il problema più rilevante. Considerando l’indice dei prezzi, ampissimo consenso (95%) è stato espresso circa un’inflazione che si manterrà nel 2017 sotto il target Bce del 2%.
Torna a crescere il business delle fiere
Riprende a crescere il numero di manifestazioni fieristiche (il 42,30% dei quartieri coinvolti nell’indagine ha ospitato più rassegne e il 38,48% ha registrato stazionarietà evidenziando la tenuta del sistema).
La trentunesima rilevazione trimestrale sulle tendenze del settore fieristico condotta dall’Osservatorio congiunturale di AEFI per il periodo ottobre-dicembre 2016 indica un quadro complessivo positivo, confermando l’andamento del trimestre precedente e un miglioramento rispetto al corrispondente periodo del 2015. L’evoluzione del comparto e l’avvio della ripresa delineata nei trimestri precedenti, è confermata dalle aspettative fiduciose degli associati per il 2017 che sembrano indicare che il periodo più difficile sia passato e lasciano spazio a una nuova situazione di crescita.
L’indagine qualitativa, che ha coinvolto 26 poli fieristici italiani associati Aefi, mostra attraverso i saldi positivi e negativi definiti in base alle risposte degli associati che hanno partecipato all’analisi, un trend positivo per tutti gli indicatori considerati: numero di manifestazioni, espositori e visitatori complessivi, superficie occupata e fatturato totale. Diminuiscono in particolare le situazioni di stazionarietà a favore di un maggior ottimismo. Il saldo pari al +23%, uguale a quello di fine 2015, è particolarmente significativo se confrontato con quello del trimestre precedente (+8%).
In decisa crescita il numero degli espositori: il 57,71% dei 26 associati che hanno partecipato all’indagine hanno infatti segnato un aumento, nonostante una componente importante di coloro che hanno registrato una contrazione (30,76%).
Il saldo del +27% – risultato della differenza tra coloro che prevedono un aumento e coloro che prevedono una diminuzione – conferma l’andamento positivo sul trimestre precedente, e migliora rispetto a fine 2015 (+23%). Dall’analisi della provenienza degli espositori, emergono in ripresa gli italiani e gli europei, entrambi con un saldo del +27%, rispetto alla crescita meno dinamica degli stranieri extra Ue che fanno registrare un saldo del +12% . Come conseguenza dell’aumento del numero di manifestazioni e degli espositori, cresce anche la superficie occupata: il 61,55% dei partecipanti all’indagine registra un incremento. Il saldo, pari al +31%, migliora sia rispetto al trimestre precedente, quando si attestava a +23%, che rispetto allo stesso periodo dello scorso anno (+19%).
Il maggiore contributo alla superficie complessiva occupata proviene dagli espositori italiani, con un saldo del +27%, seguiti dagli europei con un saldo del +23%. Le aree occupate dagli espositori stranieri registrano invece un saldo del +12%. Particolarmente positivi i dati relativi ai flussi di visitatori: in aumento per il 61,56% degli intervistati, invariato per il 11,57% e diminuito per il 26,91%. Il saldo del +42%, al netto della componente stazionaria, è leggermente inferiore rispetto a fine settembre 2016, ma in miglioramento rispetto alla chiusura 2015 (+35%).
Lo spaccato dei visitatori evidenzia un incremento sostenuto degli europei, con un saldo del +38%, seguiti dagli italiani (saldo +31%) e dai visitatori provenienti dai Paesi extra UE che registrano un saldo pari al +23%.
Mapei sbarca in Colombia con l’acquisizione di Productos Bronco
Mapei sbarca in Colombia. Il Gruppo italiano, infatti, ha annunciato l’acquisizione di Productos Bronco, società che ha sede a La Estrella, vicino a Medellín. L’operazione rientra nella strategia di internazionalizzazione ddi Mapei: maggiore vicinanza alle esigenze locali e ottimizzazione della logistica. Productos Bronco, fondata nel 1983, è specializzata nella produzione di impermeabilizzanti, sigillanti e finiture. Gode di una riconoscibilità e autorevolezza nel mercato di riferimento per la qualità dei suoi prodotti, il servizio al pubblico e una efficiente rete distributiva in tutta la Colombia.
Con questa acquisizione, Mapei rafforza la sua presenza nel mercato sudamericano, tra i più promettenti, dove la Colombia si distingue per gli interessanti tassi di crescita e gli alti standard qualitativi. La gamma dei prodotti Bronco sarà ampliata con l’introduzione di alcuni prodotti Mapei. La struttura della società verrà rapidamente potenziata soprattutto negli aspetti tecnici, per poter beneficiare delle ampie sinergie con il Gruppo Mapei.
Milanesi in cerca di privacy e sicurezza
Che cosa vogliono i milanesi quando cercano casa? Risponde Giuseppe Sciarrillo, Amministratore Delegato di Roseto, società specializzata nel settore delle locazioni immobiliari, che con il brand Roseto Prestige opera sul segmento luxury della città. «Tra i desiderata dei nostri clienti vi è in primis la localizzazione dell’immobile. La zona è quella che fa la differenza nella scelta di coloro che decidono di vivere a Milano. I due nuovi principali sviluppi residenziali della città la fanno da padrone. Stiamo parlando di CityLife e Porta Nuova. Spostandoci sulle unità abitative, la prima valutazione che viene fatta riguarda il contesto: privacy e sicurezza sono al primo posto. Le richieste più ricorrenti riguardano essenzialmente la zona giorno, dove si gradiscono saloni di rappresentanza e cucine decisamente abitabili e la zona notte con predilezione per unità con master bedroom con grande cabina armadio e bagno en-suite. Per quanto riguarda i canoni medi mensili, i nostri immobili variano da 2.000 a 3.500 euro per appartamenti con superfici di circa 60-100 mq, mentre le soluzioni di ampia metratura dai 250 a 500 mq hanno cifre che partono da 6.000 fino ad arrivare a 30.000 euro al mese».
Unicmi versus Delrio: no agli appalti con in house
Unicmi versus ministro delle Infrastrutture e Trasporti, Graziano Delrio. Una lettera dell’associazione esprime le forti preoccupazioni dell’intera filiera industriale rappresentata da Unicmi riguardo all’articolo 177 del Codice degli Appalti Pubblici (recepito dall’articolo 65 della bozza di revisione), ovvero alla questione dell’esclusione delle manutenzioni ordinarie dal limite del 20% massimo di lavori da tenere in house nel perimetro delle concessioni.
La lettera Unicmi punta il dito contro «le ambiguità che risiedono nella posizione sindacale di esclusiva difesa degli interessi dei lavoratori dipendenti dei concessionari ignorando le conseguenze che l’in house produrrebbe non tanto ai bilanci delle imprese specialistiche di settore (argomento che spesso il sindacato tende a non ritenere rilevante) quanto ai livelli occupazionali delle imprese stesse».
Secondo l’Unione Nazionale delle Industrie delle Costruzioni Metalliche dell’ Involucro e dei serramenti, dal momento che i soggetti concessionari menzionati all’art. 177 comma 1, hanno ottenuto la concessione senza aver vinto una gara, gli stessi, al fine di evitare una elusione delle norme europee in materia di procedura di affidamento dei contratti e delle concessioni pubbliche, dovrebbero avere l’obbligo di affidare all’esterno, attraverso una procedura di gara ad evidenza pubblica, non già solo l’80%, bensì il 100% dei contratti di lavori, servizi e forniture, senza neanche il limite dei 150.000 euro.
«Conseguentemente, Unicmi e Finco ritengono essenziale eliminare totalmente il fenomeno dell’in house presso i concessionari». Inoltre, Unicmi ritiene necessario fare chiarezza sulla definizione di manutenzioni ordinarie. L’Associazione, infatti, reputa che il testo di legge avrebbe dovuto e debba farsi carico di definire in maniera insindacabile il campo entro il quale si individuano gli interventi ammissibili in questa categoria, restringendo l’elenco ai soli interventi che non necessitano di investimenti da parte dei concessionari (compresi quelli determinati dalla concessione stessa), bensì rientrino in una programmata attività manutentiva gestibile da magazzino. Tutto ciò, sia per ovvie ragioni di tutela del comparto industriale rappresentato da Unicmi, ma anche per l’affermazione di gestioni trasparenti e tracciabili dei lavori assegnati ed eseguiti, a beneficio del paese, della qualità dei processi edilizi e degli utenti che utilizzano le infrastrutture date in concessione.
Anie, Quintani presidente del gruppo smart metering
Promuovere le innovative tecnologie di misura statiche e il concetto di Smart Metering System quale infrastruttura critica per le smart city. È l’obiettivo del gruppo Smart Metering di Csi, che ora ha un nuovo coordinatore: Vincenzo Quintani. L’associazione, all’interno della Federazione Anie, rappresenta le imprese costruttrici di componenti e sistemi per impianti. Quintani è amministratore delegato della filiale Italiana della Landis+Gyr, gruppo leader nello smart metering e soluzioni smart grid attivo da più di 120 anni. Laureato in Ingegneria Elettronica, ha conseguito un Master in Business Adiministration al Cuoa e ha in curriculum esperienze professionali in diversi settori high-tech, tra cui Ict, biomedicale ed energia. È stato anche consigliere del direttivo Gifi, la più grande associazione industriale del fotovoltaico oggi confluita in Anie Rinnovabili.
Il gruppo Smart Metering di Csi ha come obiettivo quello di promuovere l’impiego delle tecnologie statiche di misura, divulgandone gli aspetti tecnico-scientifici e normativi per far comprendere a tutti gli attori della filiera, compresi i consumatori finali, quali siano i vantaggi di una sempre maggiore apertura del mercato alle nuove tecnologie di misura, di comunicazione e gestione dei dati metrologici.
Lo Smart Metering Group si occupa di contatori gas statici, contatori elettrici, contatori acqua statici e le relative infrastrutture di comunicazione, un comparto industriale fortemente innovativo, che rileva ingenti investimenti in Ricerca e Sviluppo di prodotti sempre più intelligenti e performanti. Realizzare un sistema di Smart Metering significa realizzare una rete intelligente attraverso la quale si promuove un sistema di misurazione evoluto (Advanced Measurement Infrastructure), efficiente e ad elevate prestazioni, in grado di attuare automazioni, telecontrollo e telegestione dei contatori d’utenza e non solo.
«Un sistema di Smart Metering è un infrastruttura cardine su cui innestare servizi caratteristici delle smart city, ancor di più nell’ottica di un paradigma IoT verso il quale ci stiamo evolvendo», ha spiegato Quintani. «La diffusione delle tecnologie statiche è pre requisito essenziale per massimizzare le prestazioni dei dispositivi, fare efficienza energetica e conseguire vantaggi tangibili per i consumatori finali. Sono molto orgoglioso di assumere il ruolo di coordinatore del gruppo di lavoro di Anie perché credo fortemente in questa tecnologia. Continueremo a presidiare dal punto di vista normativo lo sviluppo tecnologico del settore e ci impegneremo in una intensa attività di divulgazione e di promozione tecnico-scientifica con pubblicazioni, seminari, giornate di studio. Il nostro obiettivo è accreditarci sempre di più come riferimento nazionale sul tema nei confronti di enti ed istituzioni di interesse pubblico».
Tra i punti programmatici di Quintani anche la creazione di una piattaforma digitale, come contenitore delle posizioni del gruppo e spazio di confronto e la creazione di una Smart Metering academy per la valorizzazione del know-how e la formazione diffusa di personale che permetta di sfruttare tutte le potenzialità delle innovative tecnologie di Smart Metering.
Immobili, l’Istat conferma la ripresa delle compravendite
Si conferma la fase di ripresa delle compravendite immobiliari. Nel terzo trimestre 2016 si è registrata una crescita del 19,9% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Lo rileva Istat sulla base dei dati di fonte notarile da cui emerge che nel periodo preso in esame le compravendite per unità immobiliari sono state 172.301.
Nel dettaglio, la crescita delle transazioni immobiliari è pari al 17,7% per le unità ad uso abitativo e al 57,9% per i trasferimenti di immobili ad uso economico. L’aumento delle compravendite immobiliari coinvolge tutte le aree del Paese, ma gli incrementi più marcato si registrano nel Nord-Est (+29,3%) e nel Nord-Ovest (+21,3%). Più contenuta la crescita nel Centro (+17,7%), nelle Isole (+12,8%) e al Sud (+12,0%). Complessivamente, nei primi tre trimestri del 2016 le compravendite di immobili crescono del 19,8% rispetto allo stesso periodo del 2015.
Appalti, arrivano le modifiche al Codice. Basteranno?
È stato invocato, poi approvato e, infine, contestato: il nuovo Codice degli Appalti è entrato in vigore nel giugno scorso. Ed è stata subito polemica: le imprese hanno contestato la transizione a loro dire troppo veloce. In effetti, il passaggio dal vecchio sistema a quello nuovo, seppure considerato migliorativo anche dalle aziende, ha provocato nella seconda parte dello scorso anno un blocco dei lavori. Ora, però, il governo ha deciso di porre rimedio con una una raffica di modifiche (54 articoli e 245 correzioni) che dovrebbero alleggerire il trauma del passaggio. In aggiunta, si preannuncia una discussione aperta con gli attori in campo, prime tra tutte le imprese, che discuteranno eventuali modifiche alle modifiche. Insomma, una linea collaborativa, frutto dell’iniziativa del ministro alle Infrastrutture Graziano Delrio. Tra le modifiche proposte, l’eliminazione del divieto di appalto integrato, le gare sul progetto definitivo saranno ammesse per opere a prevalente contenuto tecnologico, e le pubbliche amministrazioni potranno riproporre i progetti approvati prima della riforma e bandire le gare. Altra modifica: il periodo di riferimento per ottenere i requisiti salirà da cinque a dieci anni (in pratica si passa al pre-crisi delle costruzioni). Non sarà più obbligatorio ottenere un giudizio dall’Anac (Autorità anti corruzione), ma se richiesto, farà guadagnare punti, ovviamente con un giudizio positivo. Per il subappalto il tetto del 30% si applicherà solo a lavori prevalenti e non su tutto il valore delle opere, ma è sottoposto alla decisione delle amministrazioni. La parola d’ordine, insomma, sembra quella della flessibilità. Tutta da verificare in sede di discussione.
Il video-reportage di YouTrade al Klimahouse 2017
Klimahouse 2017
Klimahouse 2017 è stato scandagliato da cima a fondo da YouTrade, che con un video-reportage ha raccolto le novità portate in fiera dalle aziende. Ventinove video per altrettanti nuovi prodotti, tutti da scoprire: si inizia dalla “B” di Betonrossi e si finisce con la “Z” di Zehnder, dopo essere passati per tutto l’alfabeto e le più importanti imprese.
Ecco la playlist dei video: basta un click!
Il 17% di chi compra casa non è italiano
Aumenta il numero di stranieri che acquista casa. Secondo il Gruppo Tecnocasa, nel nostro Paese vengono finanziati principalmente cittadini italiani (l’83% dei mutui è stato erogato a persone di origine italiana). Ma, allo stesso tempo, sale la percentuale degli stranieri: attualmente quasi il 13% è rappresentato da cittadini di altri Paesi del Vecchio Continente e il 4,1% da immigrati extra-europei. Le nazionalità più rappresentate sono quelle rumena (31,2% del totale degli stranieri), albanese (16,5%) e moldava (10,8%). Tra i non-europei, invece, i più presenti sono i peruviani (3,6%), seguiti da marocchini (2,5%) e da indiani (2,3%).
Osservando la provenienza del mutuatario nell’ambito delle macroaree italiane e confrontando i risultati tra loro, si evince che gli istituti di credito tendono a finanziare i cittadini non italiani maggiormente nel Nord Italia (in particolare, più di un terzo dei soggetti finanziati nel Nord-Est non è italiano).
Riscossa della logistica per il settore immobiliare
In tre anni, da settembre 2017, saranno circa 1.200 i dipendenti richiesti da Amazon per il nuovo centro di distribuzione di Passo Corese a pochi passi da Roma, dando nuove prospettive di crescita all’economia reatina e del Lazio. Un capannone di 61 mila metri quadrati, acquistato dal colosso americano alla cifra di 150 milioni di euro, tra i più grandi in Europa, che costituirà il secondo stabilimento dell’azienda in Italia (dopo il mega hub piacentino di Castel San Giovanni). Mentre l’Emilia si conferma un’area strategica e nevralgica per la logistica e il mercato immobiliare correlato. In attesa che a Parma parta la riqualificazione in versione cargo dell’aeroporto Giuseppe Verdi, infatti, si parla di un nuovo grande polo nel piacentino e di un’operazione di una multinazionale immobiliare, controllata da un fondo di Singapore, su un’area di circa 960mila metri quadrati per conto forse di Alibaba, colosso cinese dell’e-commerce.
Da queste considerazioni lo Studio Legale Apollo & Associati accende il faro sul settore immobiliare legato alla logistica, con investimenti che nel 2016 si sono avvicinati a 650 milioni di euro. In Italia, come nel resto d’Europa, seppur in misura minore, a sostenere la domanda sono le attività degli operatori logistici, la grande distribuzione, il retail e in primis lo sviluppo costante del business dell’e-commerce, che cuba nel nostro Paese ormai 20 miliardi di euro l’anno. «Un mercato tendenzialmente stabile, quello dell’immobiliare legato alla logistica, che mostra però segnali e sviluppi interessanti», spiega Davide Apollo, fondatore e socio dello Studio Legale, esperto di tematiche legali nel settore real estate. «Uno fra tutti: i big dell’e-commerce stanno investendo nel nostro Paese. Non semplici operazioni immobiliari, ma creazione di valore per il territorio».
Secondo il legale, «è prevedibile che anche le quotazioni comincino a crescere gradualmente, già a partire da quest’anno, soprattutto nel Nord Italia. Con il rischio, però, che l’interesse degli investitori internazionali vada di conseguenza ad attenuarsi, se non in presenza di asset davvero appetibili, in grado di assicurare velocità di consegna della merce e contenimento dei costi». Gli immobili ritenuti particolarmente interessanti per il mercato dall’e-commerce, inoltre, devono rispondere ad esigenze particolari, in termini di metrature (almeno 40mila mq), collocazione (vicini ad infrastrutture viarie e ai principali poli di consumo) e soluzioni innovative per lo stoccaggio e la conservazione ottimale della merce in deposito.
La metà degli italiani ristruttura prima la cucina
Nuova cucina, nuovo stile di vita più salutare. È quanto emerge dallo studio di Houzz, la piattaforma online leader mondiale nell’arredamento, progettazione e ristrutturazione d’interni e d’esterni, che ogni anno scopre i nuovi trend di design in ambito cucina. La ricerca è stata condotta su un campione di proprietari di casa che stanno rinnovando, hanno appena rinnovato o hanno intenzione di rinnovare la propria cucina a breve e ha rivelato che, quasi la metà delle persone che hanno ristrutturato questo spazio, sposano successivamente uno stile di vita più sano (44%). Questo significa cucinare più pasti a casa (29%): nove persone su dieci dichiarano infatti di preparare cinque o più pasti a casa a settimana (95%). Le abitudini sane post-ristrutturazione includono anche un aumento di comodi pasti da seduti a tavola (25%), meno richieste di cibo da asporto (23%) e un consumo maggiore di frutta e verdura (21%). Nella maggior parte dei casi (78%), la ristrutturazione della cucina prevede un cambiamento del suo stile. In cima alle preferenze degli italiani troviamo lo stile moderno e contemporaneo (entrambi 31%), seguiti dallo stile industriale, country e scandinavo (tutti al 6%). A spingere gli italiani verso il rinnovo è principalmente il desiderio di personalizzare una casa acquistata di recente (46%), la volontà di modernizzare una cucina ormai vecchia e deteriorata (19%) e, infine, un momento favorevole di disponibilità economica (18%).
“La ricerca di Houzz dimostra che, dietro la ristrutturazione della cucina, spesso non c’è la volontà di rivalutare il valore dell’immobile”, ha dichiarato Mattia Perroni, Managing Director di Houzz Italia. “Si registra una tendenza crescente ad abitare sempre più a lungo nella stessa casa, quindi il ritorno di investimento derivante dal rinnovo della cucina è un dato poco rilevante. Al contrario, la ristrutturazione genera una tendenza ad assumere abitudini quotidiane più salutari e a trascorrere più tempo in convivialità con amici e familiari”. Dallo studio di Houzz si scopre anche che tra gli accessori utilizzati per organizzare meglio gli spazi, i più richiesti sono quelli dedicati a posate e stoviglie (68%), contenitori estraibili per la raccolta differenziata (64%), cassetti con divisori (59%) e organizer per pentole e padelle (49%). Tre quarti degli intervistati scelgono accessori interni su misura per sfruttare meglio gli spazi (74%), per limitare il disordine (51%) e trovare più facilmente gli oggetti cercati (47%).
Altri dati interessanti:
- Budget considerevoli: nel 2016, quasi un terzo degli italiani ha speso più di 10.000€ per il rinnovo della cucina (31%). Il 35% ha speso invece tra i 5.000€ e i 10.000€.
- Mobiletti personalizzati: la scelta dei mobiletti per la cucina ricade per il 67% degli italiani su soluzioni su misura e personalizzabili. Il 19% sceglie, invece, mobiletti prefabbricati e il solo 13% opta per soluzioni in pronta consegna.
- Cucine più grandi e aperte: è sempre diffuso il desiderio di open space. Il 52% delle cucine rinnovate sono più aperte verso le stanze adiacenti e la loro superficie viene ampliata (51%). Grazie a spazi più ampi e accoglienti, la cucina diventa un luogo di raccolta: il 46% degli italiani ci trascorre più tempo, anche in compagnia dei familiari.
- Colori classici: i colori prescelti sono quelli che non stancano con il passare del tempo, questo include elettrodomestici in acciaio inox (59%), mobili bianchi (40%) e pavimentazione grigia (20%).
- L’aspetto dei materiali conta: per i piani di lavoro è prioritario scegliere materiali facili da pulire (50%), mentre altre motivazioni alla scelta del materiale sono la durabilità (38%) e l’aspetto e sensazione al tatto (36%). Per la pavimentazione è invece importante l’impatto visivo (64%), la praticità nel pulire (53%) e la durevolezza (50%).
- Professionisti coinvolti: la maggioranza degli italiani assume professionisti per seguire la ristrutturazione della cucina (80%), inclusi tecnici specializzati (42%), architetti (29%) e progettisti di cucine (29%).
Qui è possibile scaricare il report completo
[Il sondaggio è stato inviato agli utenti Houzz in Italia nel mese di novembre 2016 e hanno risposto un campione di 578 proprietari di casa]
Haulotte partecipa alla First Lego League
Il binomio Haulotte-Kohler non è più una novità da quando, lo scorso anno, l’azienda francese leader mondiale nel settore delle piattaforme aeree e dei sollevatori telescopici ha scelto il motore KDI 3404 per alcuni modelli della gamma di sollevatori telescopici HTL, nelle versioni destinate ai mercati soggetti alle normative Stage IV/Tier 4 Final. Una soluzione, questa, posiziona i telescopici Haulotte in linea con le più restrittive normative in materia di emissioni delle macchine off-road.
Le relazioni fra le due aziende hanno vissuto recentemente anche un momento di simbolico rafforzamento in un’occasione dai risvolti decisamente inusuali. Campo da gioco, la First Lego League, il campionato mondiale di scienza e robotica nato nel 1998 negli Stati Uniti da un accordo tra il colosso danese dei mattoncini e First, associazione americana che si occupa di valorizzare la scienza e la tecnologia, coinvolgendo bambini e ragazzi in attività formative di apprendimento scientifico per aiutarli a scoprire il mondo della tecnologia attraverso i famosi mattoncini Lego. Teatro della tappa italiana del calendario 2017 è stato infatti il quartier generale di Reggio Emilia di Kohler Engines, che ha messo a disposizione della manifestazione gli spazi della propria sede. Ed è proprio in questi stessi spazi che nei due giorni dell’evento ha fatto bella mostra di sé una delle macchine Haulotte.
All’ingresso del campo di gara, infatti, il sollevatore telescopico Haulotte HTL 4017 è stato una presenza dal forte valore simbolico, con cui Haulotte ha voluto ribadire anche in un contesto inusuale, ma proprio per questo particolarmente significativo, la proficua collaborazione fra i due brand. “La scelta di essere presenti a un’iniziativa di valore educativo come questa – ha dichiarato Nicola Violini, Direttore Generale di Haulotte Italia – non è naturalmente casuale. Rappresentare simbolicamente, attraverso uno dei nostri modelli di maggiore successo, i risultati che la collaborazione fra due aziende ognuna leader nel proprio mercato consente di raggiungere è una scelta di comunicazione precisa, con la quale abbiamo inteso ribadire la nostra sensibilità e attenzione a quanto di più avanzato la tecnologia può oggi offrire”. Una testimonianza di impegno importante, quella di Haulotte, che nel quadro di un evento dedicato alle generazioni di domani assume un significato ancor più forte.