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Fratelli Trotta: “Siamo pronti a decollare”

Fratelli Trotta – Finale Ligure

La storica rivendita di materiali edili di Finale Ligure che fa parte del Gruppo Made è una delle più grandi e qualificate della regione, grazie a un assortimento ricco e a un servizio veloce. E ora si rilancia con la maxi riqualificazione dell’ex sito produttivo di Piaggio Aero

Mario TrottaLa Fratelli Trotta è un’istituzione di Finale Ligure (Savona), un po’ come la focaccia per Recco e il pesto alla genovese per la stessa Liguria. Ma il piatto forte della Fratelli Trotta non si mette sotto i denti: si porta via imballato nel bagagliaio della macchina o nel vano di carico del furgone.

Fondata nel 1921 da Angelo Trotta come azienda produttrice di marmette e manufatti in cemento, è nel 1960 che si dedica alla commercializzazione di piastrelle in ceramica, rivestimenti e materiale edile. Da Angelo è passata al figlio Giuseppe e da lui ai quattro figli Angelo, Luigi, Massimo e Mario, ingrandendosi e rinnovandosi, ma conservando sempre la sua anima e mantenendo sempre ben salde le radici nel savonese.

«Siamo un punto di riferimento per l’edilizia regionale, che collabora con fornitori locali e nazionali e che serve imprese e privati, grazie a un magazzino e uno showroom molto forniti. Il tutto nel nome della quantità, qualità e consulenza: è l’ampiezza della gamma, la velocità e completezza del servizio e la preparazione tecnica dei dipendenti a fare la differenza». Parola di Mario Trotta, amministratore delegato dell’azienda familiare in cui ora anche il figlio e il nipote stanno dando nuova linfa e nuove idee a questa «piccola realtà imprenditoriale».

Domanda. La vostra azienda sarà pure piccola, ma dalla strada vi si nota decisamente grazie a un capannone bello grande. Quanto avete lavorato per ottenerlo?

Risposta.  Moltissimo, perché quella di avere un magazzino grande e assortito di tanta merce è sempre stata la mia mania. E bisogna essere bravi a farlo girare più che si può. I tempi non sono dei migliori, perché bisogna dire le cose come stanno, ma questa è la mia vita, anzi la nostra: anche mio figlio e mio nipote lavorano qui. In totale ci sono nove dipendenti, abbiamo un magazzino coperto distribuito su tre piani di 3mila metri quadri e altrettanti tra piazzale e parcheggio. E lo showroom misura 800 metri quadri. Se si lavora tanto, bene e con passione i risultati arrivano sempre.

D. E quali risultati sono arrivati quest’anno?

R. Nel 2017 a livello di fatturato siamo sui 2 milioni di euro. In effetti, prima della crisi sfioravamo anche i 3 milioni, ma ben sappiamo qual è lo stato di salute dell’edilizia in Italia: a Finale e dintorni di gru in piedi ce ne sono ben poche. Però, adesso, qui c’è in cantiere il progetto di riqualificazione dell’ex area Piaggio (si tratta del sito ex Piaggio Aero Industries ndr), circa 230mila metri cubi di costruzioni sul mare: ci vorranno anni, ma di lavoro ne arriverà.

 

Fratelli Trotta

 

D. A proposito di anni, torniamo indietro nel tempo. Ci racconta quando e come è nato tutto questo?

R. Nel lontano 1921, quando mio nonno Angelo si mise a fare piastrelle e manufatti in cemento, seguito più avanti da mio padre Giuseppe. Fino al 1960 l’azienda si dedicò a questa attività, per poi virare sulla ceramica, più che altro per esigenze di mercato. L’intuizione vincente di ampliare e diversificare il business la ebbe proprio mio papà, che trasformò l’azienda da realtà artigianale a rivendita di materiali per costruire. Ed eccoci qua: con mio nipote siamo alla quinta generazione.

D. Che cosa vendete in particolare?

R. Tutto: dal pesante alle finiture, dal chiodo alla piastrella, passando per l’idraulica e l’arredobagno. E lo facciamo riuscendo a essere sia generalisti che specializzati: è questa la nostra marcia in più, insieme alla nostra storica abilità di diversificare, che ci ha permesso di affrontare al meglio questI anni di crisi. Inoltre, negli ultimi tempi abbiamo inaugurato anche la sezione colorificio, che si è aggiunta alla sala mostra per le finiture, al comparto dedicato al bricolage, all’idrotermosanitario e all’edilizia in generale. E in rampa di lancio c’è anche un’area tecnica per dare ulteriore e più alta consulenza.

 

Fratelli Trotta 1

 

D. Parliamo un attimo dei suoi fornitori. Quanti sono locali e quanti operano a livello nazionale?

R. Indicativamente, 10% locali e 90% nazionali: la tendenza che si è affermata è questa. Noi lavoriamo con aziende di prima fascia e brand di fama mondiale sia per quanto concerne il pesante che le finiture: penso a Mapei, Fassa Bortolo, Leca, Marazzi, Bisazza e Giorgio Graesan, giusto per citarne qualcuno.

D. Com’è composta la vostra clientela?

R. Circa il 60% imprese e 40% privato. Il 40% è tanto, ed è una fetta sempre più in crescita.

D. Che cosa chiede in particolare l’utilizzatore finale?

R. Su tutto, competenza, consulenza e velocità di rifornimento: viene per acquistare e vuole farlo rapidamente. Lo stesso, ovviamente, vale per l’impresa.

 

Fratelli Trotta 2

 

D. Insomma, vanno tutti di corsa. Però il privato vuol dire un sistema di pagamento diverso, immediato…

R. Esattamente, paga subito: il privato è un ottimo cliente. Proprio per questa ragione è necessario essere capaci di intercettare la fascia di clientela dei privati. Per esemplificare, ogni giorno abbiamo sui 1.500 euro in cassa grazie a loro, il che non è male per un piccola realtà come la nostra.

D. Sentite la concorrenza della Grande distribuzione organizzata?

R. Fortunatamente abbiamo la Gdo abbastanza lontana, a 25 chilometri: perciò, almeno per il momento, non soffriamo troppo la loro presenza sul territorio.

D. Infine, una battuta sulla formazione: quanto tempo le dedicate?

R. Un tempo sempre più crescente e che giustamente merita, per quello che possiamo. Per esempio, quest’anno sono stati cinque gli appuntamenti formativi in cui le aziende sono venute da noi, tenendo lezioni sui prodotti e le loro rispettive modalità di utilizzo.

 

Fratelli Trotta 3

Arredobagno: più design e formazione per i distributori

Arredobagno
Arredobagno

Che cosa fanno gli italiani in bagno? Non solo quello che potreste immaginare. Oltre a un utilizzo pratico, infatti, il bagno è un locale in cui gli italiani si concentrano su design, attenzione alle risorse idriche ed energetiche, sostenibilità e tecnologia. Sono alcuni trend emersi dall’indagine Le tendenze nell’arredobagno, realizzata dal Centro Studi di FederlegnoArredo con gli associati Assobagno. L’obiettivo, analizzato dal presidente di Assobagno, Paolo Pastorino, era conoscere lo stato attuale della produzione made in Italy di arredi per il bagno e individuare le tendenze che si andranno a delineare nel futuro, con l’obiettivo di fornire alle aziende e al settore una serie di utili chiavi interpretative e concrete indicazioni di mercato. 

Ecco il risultato: l’87% delle imprese produttrici intervistate investono in R&D, a cui dedicano circa il 2% del loro fatturato, e danno grande importanza ai temi che ritengono trainanti nei prossimi dieci anni. E fermo restando che per la produzione made in Italy dell’arredobagno il design rappresenta il primo fattore strategico per la crescita aziendale, gli altri argomenti di  interesse  sono il risparmio idrico/energetico, la realizzazione di prodotti green con impatto ambientale ridotto, l’innovazione tecnologica, seguiti da prodotti sicuri nell’utilizzo, facili da pulire e multifunzione. 

Sempre dall’indagine, emerge che se i produttori dovessero diversificare i materiali da quelli utilizzati normalmente nella loro produzione, punterebbero principalmente su acciaio (26%), minerali, pietre e compositi (21%) e alluminio (11%), materiali con caratteristiche di riciclabilità e/o atossicità, tutti ad ogni modo con un elevato impatto sensoriale. 

Arredobagno
Arredobagno

Produttori e distributori

La formazione e i servizi al cliente finale sono il punto di svolta nella relazione tra produttori e distributori. Rispetto al rapporto con i clienti della distribuzione specializzata, canale distributivo principale, le imprese produttrici intendono potenziare i loro investimenti specialmente nella formazione del personale interno al punto vendita e degli installatori. Poi indicano nella formazione tecnico-commerciale degli addetti agli showroom e nei servizi la strada primaria dove la distribuzione specializzata dovrà investire nei prossimi anni per rafforzare la sua presenza sulla scena e differenziarsi così dalla Gdo e dai nuovi attori sul mercato. Di fatto, la competenza degli addetti per fornire assistenza e soluzioni su misura al cliente finale è ormai imprescindibile dalla vendita.  

«Il settore dell’arredobagno, da più di un decennio, ha subito una trasformazione importante, quasi una metamorfosi, ancora in corso, che deve far riflettere sui modelli di business, vecchi e nuovi, che necessariamente devono adeguarsi all’evoluzione della società, degli stili di vita, del mix culturale in rapido cambiamento, nonché alle nuove modalità di comunicazione e soprattutto di relazione possibili con le nuove tecnologie», ha commentato Pastorino. «Con questa indagine desideriamo far emergere l’impegno e le risorse, attuali e future, delle nostre imprese per trasferire al mercato il valore aggiunto dei nostri prodotti. Un percorso che ci farà piacere fare in collaborazione con la nostra distribuzione con l’obiettivo di dare al cliente finale tutti quei servizi oggi indispensabili, per distinguersi sul mercato».

Paolo Pastorino, presidente di Assobagno
Paolo Pastorino, presidente di Assobagno

Destinato a proseguire il trend positivo delle compravendite

Case a Milano
Case a Milano

Il settore delle compravendite immobiliari registra un bilancio positivo con un incremento per l’anno 2017 di circa il 3%. In particolare, le abitazioni vendute nel 2016 sono state 528.865, mentre nel 2017 è stato raggiunto un numero di poco al di sotto delle 545.000 vendite. Singoli privati hanno sottoscritto 1,9 milioni di contratti, con un’incidenza dell’82% sul totale delle compravendite. Sono alcuni dati forniti dalla rete di Tempocasa, che utilizza le rilevazione dell’Agenzia delle entrate e Bankitalia. Sempre secondo il network, il mercato dei mutui continua a crescere con un incremento del 3,4% rispetto a novembre 2016. Secondola rete, che vanta oltre 350 punti vendita nel mondo, per il mercato italiano la crisi volge ormai al termine e anche il 2018 registrerà dati positivi. 

Case a Milano
Case a Milano

Eolico a tutta forza nei prossimi sette anni

Pala eolica
Pala eolica

Il vento soffia sul business delle rinnovabili: secondo un’analisi della società di consulenza Frost & Sullivan, intitolata The Global Wind Power Market, Forecast to 2025, il mercato eolico globale ha registrato una crescita straordinaria evidenziando un incremento di più della metà della capacità di energia eolica mondiale negli ultimi cinque anni. Il mercato eolico globale, onshore e offshore, è sostenuto da varie iniziative governative mirate a migliorare la sicurezza energetica e, in particolare, a ridurre il consumo di carbone a causa delle crescenti preoccupazioni per i cambiamenti climatici e l’inquinamento atmosferico. A fine 2016 più di 80 paesi avevano installato parchi eolici e circa 26, rappresentanti ogni regione, disponevano di oltre 1 gigawatt (GW) in esercizio. 

Frost & Sullivan prevede che il mercato globale dei servizi di energia eolica raggiungerà i 24,97 miliardi di dollari entro il 2025, in crescita rispetto ai 9 miliardi del 2016, spinto dalle vecchie installazioni in Europa e America del Nord e da nuovi sostanziali ampliamenti di capacità in Asia e stima che il 45,9 percento dei ricavi totali a livello globale verrà prodotto dall’America del Nord e dall’Europa, mentre la Cina inciderà per il 39,3 percento sul fatturato totale nel 2025.

Poiché l’energia eolica diventa sempre più competitiva rispetto ai combustili convenzionali, si prevedono investimenti globali pari a 100 milliardi di dollari l’anno fino al 2025. Oltre ai quattro paesi principali (Cina, Stati Uniti, Germania e India), nuovi investimenti in Brasile, Francia, Spagna e Regno Unito daranno una forte spinta alla crescita.

Inoltre, l’Internet of Things (IoT), gli analytics, l’elaborazione di modelli predittivi e i materiali compositi leggeri di ultima generazione sono alcune delle innovazioni dirompenti che nascono per rispondere a sfide specifiche nell’industria e che potrebbero generare nuove opportunità di ricavo per i partecipanti al mercato concorrenziale.

Il crollo dei prezzi dell’eolico offshore promuove il mercato eolico offshore in Asia, Europa e nelle Americhe.

Infine, attraverso la connettività IoT gli sviluppatori di parchi eolici possono monitorare in maniera efficace le prestazioni delle turbine eoliche e dei relativi dispositivi connessi installati in luoghi remoti senza che sia necessario alcun intervento manuale. Anche gli analytics e il cloud generano alcune opportunità in quanto gli analytics predittivi sono diventati un’offerta primaria nei mercati dell’energia eolica, finalizzata principalmente alla riduzione dei guasti e al miglioramento dell’efficienza operativa delle turbine eoliche. Anche i materiali di ultima generazione offriranno aree di opportunità da esplorare con sempre più innovazioni nella scienza dei materiali e minori costi dell’eolico; le turbine continueranno a crescere in dimensioni e includeranno luci e pale flessibili. 

Pala eolica
Pala eolica

Cappe, camini e elettrodomestici smart: 2017 in ripresa

Il 2017 è andato in fumo. Ma è una buona notizia. Bene piccoli elettrodomestici, cappe, camini e canne fumarie, caminetti e stufe a biomassa. “Il 2017 è stato positivo in tutti i mercati per i gruppi di prodotto presenti in Confindustria Ceced Italia. Erano sette anni che non riuscivamo a dirlo”, esulta Manuela Soffientini, presidente di Ceced Italia, associazione che riunisce le aziende che operano in Italia nel settore degli apparecchi domestici e professionali. L’anno scorso il fatturato complessivo del settore ha superato i 15 miliardi di euro, di cui 10 miliardi di euro provengono dall’export.

 

Manuela Soffientini 2017
Manuela Soffientini, presidente Ceced Italia

 

Nello specifico il comparto camini e canne fumarie registra una lieve crescita, in cui si potenzia la parte più qualitativa del mercato. Infatti, il nuovo quadro per l’etichettatura dell’efficienza energetica, approvato l’anno scorso dal Parlamento europeo e disponibile dal 2019, favorisce un processo di avvicendamento a tecnologie più nuove e più sicure. In più, un’incentivazione alla rottamazione degli impianti obsoleti, da sostituire con canne fumarie più performanti, potrà ridurre gli incendi tetti e gli incidenti dovuti al ritorno di monossido di carbonio negli ambienti domestici.

Per quanto riguarda le cappe aspiranti, il mercato cresce in modo stabile e ottiene nel 2017 un incremento di +1,4% a volume. La crescita a volume è stata trainata dal sostegno fiscale a favore di immobili e ristrutturazioni, che ha favorito il ricambio di questi elementi nelle case italiane. Un’ulteriore spinta a favore di tecnologie più efficienti è attesa dalla nuova normativa europea sull’etichetta energetica.

Per gli apparecchi domestici di riscaldamento a biomassa, il 2017 è stato un anno molto favorevole, perché chiude un biennio particolarmente negativo. Il mercato consolida un tasso di crescita tra +10% e +15%. Un dato interessante è la previsione per il 2018 che vede un aumento di volume e di valore grazie a innovazioni come la connettività: si presume che in un biennio la metà dei nuovi prodotti sarà gestibile attraverso lo smartphone.

Modelli connessi si affermano già nel settore del lavaggio, per quanto riguarda i grandi elettrodomestici, con il 23% sul totale delle lavatrici e un numero di modelli sul mercato superiore a 300. In generale, però, la produzione dei grandi elettrodomestici è in calo e la tendenza del 2017 si concentra sull’offerta di valore, presentando sempre meno un mercato di grandi volumi, mentre la crescita dei piccoli elettrodomestici si conferma essere positiva.

Per quanto riguarda gli scalda-acqua elettrici la crescita è +2%, con una quota di esportazione del 70%. Anche in questo settore la tematica energetica è molto importante: l’innovazione offerta dagli scalda-acqua a tecnologia ibrida assicura un risparmio del 50% rispetto al più efficiente dei modelli tradizionali.

 

(Giacomo Casarin)

Federposa, al via i corsi di formazione

Posa del pavimento
Posa del pavimento

Da giovedì 1 a sabato 3 Febbraio 2018 si è svolto, presso t2i (Trasferimento Tecnologico e Innovazione) di Oderzo (TV), il primo corso formativo Federposa, l’Associazione Nazionale dei Posatori di Serramenti costituita nel Luglio 2017. L’associazione, come ricorda il presidente Loris Bellio, è nata da una specifica necessità: «Rappresentare e dare voce ai professionisti della posa e, nel contempo, mettere ordine ed innalzare lo standard qualitativo in questo specifico settore».

Sin dalla sua fondazione, Federposa lavora per fare chiarezza in materia di posa in opera, offrendo ai propri associati un servizio a 360 gradi capace di (in)formare ed assistere la categoria dei posatori nel loro iter lavorativo. Federposa è la prima associazione in Italia che riunisce i posatori di serramenti, ponendosi in linea con quanto definito dalla legge 4:2013.

Il corso. Il primo gruppo di posatori certificati Federposa (che conta al suo interno sia liberi professionisti che lavoratori dipendenti) è costituito da professionisti provenienti da tutto il Triveneto. A moderare il corso, un’equipe di esperti del settore e docenti altamente qualificati: il Presidente dell’Associazione Loris Bellio, l’Arch. Alessandro Cibin, l’Ing. Giovanni Tisi e l’Ing. Christian Sossai. La formazione si è svolta nelle prime due giornate per un totale di 16 ore di lezione. Durante l’incontro, il posatore ha ricevuto una formazione a tutto tondo: un quadro esaustivo sul valore del proprio lavoro, sulla necessità di garantire un servizio di eccellenza e sulle norme comportamentali da rispettare durante l’attività di posa in opera; il tutto nel rispetto delle normative vigenti. 

Le due giornate formative sono state dedicate a lezioni teorico-pratiche frontali su varie tematiche fondamentali, con focus alle principali normative attualmente in vigore: UNI 10818:2015, che definisce i ruoli, le responsabilità e le indicazioni contrattuali nel processo di posa in opera, ed UNI 11673:2017, finalizzata alla verifica dei giunti d’installazione e della loro coerenza alle prestazioni dei serramenti (il programma completo e le tematiche affrontate durante il corso sono visionabili all’indirizzo www.federposa.it). 

Il capitolo sicurezza e norme comportamentali ha ribadito il fondamentale ruolo della prevenzione sul posto di lavoro e la necessità di garantire un servizio di eccellenza durante l’attività di posa in opera. I candidati hanno inoltre affrontato un laboratorio pratico, che li ha visti collaborare e lavorare in sinergia, simulando l’attività di posa. Il corso si è concluso il terzo giorno, dedicato interamente all’esame dei candidati che hanno sostenuto un esame tripartito in: prova scritta, prova tecnico-pratica e prova orale (in linea con gli standard di esame previsti dalle normative vigenti in materia di certificazione). Il superamento dell’esame ha permesso ai posatori esaminati di conseguire l’Attestato di qualità dei servizi professionali e di ottenere la Certificazione, della validità di 5 anni, rilasciata dall’Ente terzo Intertek Italia (Ente certificatore tra i più riconosciuti al mondo); una certificazione volontaria che permette agli associati Federposa di usufruire del marchio di qualità Posa Finestre.

Questo primo corso di formazione Federposa ha avvalorato l’importanza e la necessità di maturare un senso di appartenenza collettiva all’associazione; gli stessi partecipanti, attraverso l’entusiasmo e l’impegno dimostrato, hanno fornito un esempio concreto di professionalità, in un clima di stimolante interattività e cooperazione che ha permesso ad ogni associato di far sentire la propria voce.  

Posa del pavimento
Posa del pavimento

 

A Knauf le attività Emea di Armstrong World Industries

Knauf acquista le attività europee di Armstrong World Industries, gruppo americano attivo mondiale nello sviluppo, progettazione e produzione di soluzioni per soffitti, controsoffitti e sistemi di sospensione a uso commerciale e residenziale. La cessione riguarda le attività nella zona Emea (Europa e Africa del nord) e Asia Pacificp. L’operazione ha un valore di circa 330 milioni di dollari, quasi 13 volte l’Ebitda rettificato di Amstrong e di Wave (Worthington Armstrong Venture). 

AWI stima che, a seguito della deduzione degli ordinari aggiustamenti, tasse e costi, la transazione ammonterà a circa 250 milioni di dollari di valore netto. L’operazione, che dovrà ricevere l’autorizzazione dell’autorità preposta e soddisfare le normative vigenti, dovrebbe concludersi entro metà 2018. «Da quando abbiamo ceduto la nostra divisione Pavimenti, migliorare i risultati internazionali è stata una delle nostre priorità», ha commentato Vic Grizzle, Ceo di Armstrong World Industries. «Benché sia compiaciuto dei recenti risultati ottenuti dai nostri team nelle regioni Emea e Asia Pacific, siamo arrivati alla conclusione che in questi mercati siano necessarie maggiori risorse per ottenere un pieno consolidamento, volto ad acquisire un posizionamento in termini di dimensioni ed efficienza in grado di generare entrate durevoli e sostenibili. Abbiamo studiato in dettaglio tutte le opportunità di vendita e siamo molto soddisfatti degli esiti. Conosciamo Knauf International da molti anni ed è sempre stato per noi un concorrente di tutto rispetto nel mercato dei controsoffitti. Siamo convinti che saranno dei proprietari prudenti e il miglior acquirente per i nostri azionisti».

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La sede di Armstrong World Industries

Pittore edile: arriva (finalmente) la qualifica professionale

Era il 6 luglio dello scorso anno quando YouTrade parlava dell’iniziativa Anvides (l’associazione nazionale che raggruppa le imprese di verniciatura, imbiancatura, restauro, decorazione, stuccatura e finiture edili e delle superfic) di dare un patentino professionale alla figura del cosiddetto imbianchino. O, meglio, del pittore edile. Finalmente, grazie a un processo di qualifica professionale avviato in ambito UNI, si potrà distinguere i professionisti qualificati ed esperti da quelli improvvisati, così da tutelare al meglio gli utenti i consumatori e la stessa categoria. 

Il 2018 diventa allora l’anno della svolta per un attività lavorativa di una figura tanto diffusa quanto poco riconosciuta. Il pittore edile è tantissime cose: un decoratore, un applicatore di sistemi di isolamento termico a cappotto, un applicatore di sistemi anticorrosivi o di protezione dal fuoco, un applicatore di sistemi/rivesitmenti resinosi per pavimentazioni e, in ultimo, uno specialista di interventi di restauro su opere di calcestruzzo armato.

Professione pittore edile

Ecco, questo nuovo soggetto che si va a delineare con l’entrata in vigore della norma UNI, potrà finalmente differenziarsi e vantare un riconoscimento oggettivo (valido su tutto il territorio nazionale) delle competenze acquisite nello svolgimento delle diverse attività lavorative, che non deriva da un’associazione o azienda, bensì da un ente terzo indipendente che risponde ai requisiti della norma UNI CEI EN ISO/IEC17024 e opera in conformità ad uno schema di certificazione.

Un obiettivo ambizioso che apre nuovi scenari e opportunità di crescita ma che offre soprattutto determinate garanzie di qualità, a tutela delle competenze dei pittori edili e dei profili specialistici che gravitano attorno al suo ambito, al fine di posizionarsi al meglio e in maniera efficace nel mercato della propria attività professionale, e a vantaggio e tutela di committenti, imprese del settore e consumatori-utenti, in quanto potranno attingere ad un registro di professionisti certificati per l’esecuzione delle diverse lavorazioni nonché di produttori e distributori che finalmente potranno contare su professionisti preparati e competenti con cui affrontare le sfide di un mercato in continua evoluzione.

Sabato 3 marzo, dalle ore 11:00 presso la Sala Meeting del Polo Fiere di Lucca (Via della Chiesa XXXII, 237)  si terrà il convegno e tavola rotonda (con ingresso gratuito) di presentazione di questa piccola-grande rivoluzione per la categoria:

“La Norma UNI sul pittoreedile e i suoi profili specialistici tra esigenze di Produttori, Distributori e Committenti”

 

Cementir a presa rapida con Lehigh White Cement

Francesco Gaetano Caltagirone
Francesco Gaetano Caltagirone

Cementir ha annunciato l’acquisizione di un’ulteriore quota del 38,75% di Lehigh White Cement Company. Ora l’azienda italiana del gruppo Caltagirone controlla il 63,25% del produttore Usa di cemento bianco. «Questa acquisizione ci dà la possibilità di entrare nella gestione diretta di asset negli Stati Uniti in un segmento, quello del cemento bianco, che è il nostro core business, rafforzando la nostra leadership globale in coerenza con la nostra strategia di sviluppo», ha commentato Francesco Caltagirone Jr., presidente e amministratore delegato di Cementir Holding, che ha da poche settimane ceduto le attività italiane a Italcementi Heidelberg. LWCC possiede due impianti per la produzione di cemento bianco situati a Waco (Texas) e York (Pennsylvania), con una capacità produttiva complessiva di circa 255mila tonnellate annue e opera con un network distributivo negli Stati Uniti che consente di commercializzare cemento bianco importato dai propri soci in tutto il Nord America. Nel 2017 l’azienda americana ha ottenuto ricavi pari a circa 149 milioni di dollari e un margine operativo lordo di 26 milioni di dollari (dati preliminari non ancora approvati dal consiglio di amministrazione di LWCC) e impiega 140 persone.

Cementir ha contestualmente reso noti i conti del 2017, chiuso con un risultato operativo di 142 milioni di euro, in crescita del 50% rispetto all’esercizio 2016, e con ricavi in miglioramento del 10,9% a 1,14 miliardi di euro. Il margine operativo lordo è aumentato del 13,3% a 224,2 milioni, mentre l’indebitamento finanziario netto è sceso a 536,6 milioni di euro, rispetto ai 562,4 milioni del 2016. I dati hanno battuto le previsioni degli analisti e i target della stessa società: per il 2017, infatti, Cementir aveva previsto di raggiungere un margine operativo lordo di circa 215 milioni di euro e un indebitamento finanziario netto di circa 545 milioni di euro a fine periodo.

Francesco Gaetano Caltagirone
Francesco Gaetano Caltagirone, a cui fa capo il gruppo omonimo

Condominio S&C gennaio 2018

Condominio Sostenibile e Certificato

Sorpresa: nell’edilizia si torna ad assumere

Cantiere a Milano
Cantiere a Milano

Sorpresa: è il settore delle costruzioni quello in cui le imprese hanno ricominciato a cercare più personale. Dopo aver perso mezzo milioni di posti dal 2008 a oggi, per l’edilizia si intravvede qualche segno di miglioramento. Secondo quanto riporta l’agenzia Ansa su dati Istat, il 2017 per gli addetti delle costruzioni è iniziato con un tasso di posti vacanti dello 0,7% e l’anno si è chiuso con un raddoppio all’1,4%. Nelle stime preliminari dell’Istituto di statistica del quarto trimestre dell’anno appena passato, anche nel settore dei servizi i posti più ricercati dalle imprese sono nel raggruppamento che comprende istruzione, sanità, assistenza sociale, attività artistiche e altro. Nell’insieme di questi campi infatti il tasso di posti vacanti, ossia quelli per cui le aziende cercano personale, nel 2017 è passato dallo 0,8% del primo trimestre all’1,6% del quarto.

Cantiere a Milano
Cantiere a Milano

InQuadra, il monoblocco che elimina i ponti termici firmato De Faveri

InQuadra, il monoblocco contro i ponti termici

Soluzione progettata per  eliminare i ponti termici  e avere una forma regolare sui quattro lati del foro finestra. 

Spalla con spessore di 100 mm, formata da un profilo in OSB classe 3 abbinato all’ EPS di coibentazione lambda 0.034 e adattabile alle varie soluzioni costruttive, personalizzabile a ogni tipologia di sistema oscurante. 

Soluzione formata da cassonetto DF con prestazioni termo-acustiche e spalle predisposte per essere rasate in cantiere al fine di rendere omogenea la tinteggiatura con la facciata. Predisposta per guide in alluminio con spazzolini e se necessario, abbinabili alla zanzariera. 

A completare il monoblocco, il 4°lato per isolare la piana marmo

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Recupero acque grigie per uso domestico: la soluzione è Redi

Impianto recupero acque grigie Redi

Recupero delle acque grigie ad uso irriguo e domestico

L’acqua è un bene prezioso, oltre che vitale. I cambiamenti climatici che sono sotto gli occhi di tutti, l’inquinamento e gli sprechi fanno sì che l’acqua sia sempre sempre più una risorse preziosa, da centellinare. E nei prossimi anni, purtroppo, la situazione è destinata a peggiorare. La carenza di risorse idriche, secondo un recente studio dell’Università di Twente (Olanda) pubblicata sulla rivista Science, non solo è una delle sfide più pericolose che il mondo si trova ad affrontare, ma probabilmente è di gran lunga più grave di quanto ci si aspettasse.

La ricerca rivela anche che 500 milioni di persone vivono in luoghi dove il consumo annuo di acqua è doppio rispetto alla quantità che la pioggia riesce a reintegrare. Ciò sta rapidamente portando al degrado irreversibile delle falde acquifere, rendendo vulnerabili intere comunità.Quotidianamente, per soddisfare i fabbisogni giornalieri domestici, l’acqua viene prelevata direttamente dalla rete idrica pubblica. Quindi, acqua estremamente pura viene utilizzata indistintamente per l’igiene personale, la pulizia, la cottura dei cibi, l’utilizzo negli elettrodomestici e l’irrigazione di giardini e piante.

Dove sta il problema? Presto detto: acqua potabile di elevata qualità viene utilizzata anche dove non è necessaria la potabilità,  contribuendo così ad aumentarne lo spreco.  Quindi, per essere diretti e chiari, non basta farsi docce più brevi, il cambiamento devd essere profondo e radicale. In questo campo la tecnologia può fornire un aiuto prezioso offrendo strumenti e soluzioni che ne facilitino il recupero.

Il sistema di recupero delle acque grigie di Redi permette un risparmio di più del 50% dell’acqua potabile consumata in una abitazione, riducendo sprechi e inefficienze.

Impianto recupero acque grigie Redi
Impianto recupero acque grigie Redi

Il sistema Redi per il recupero dell’acqua

Il sistema Redi attraverso un processo multiplo di trattamento biologico, ultrafiltrazione e sterilizzazione UV delle acque grigie fa sì che queste tornino ad uno stato igienicamente puro rispondendo quindi ai requisiti della Norma UE per le acque di balneazione permettendo di riutilizzarle nei più svariati usi quali: lavatrice, scarico del wc, irrigazione del giardino, pulizia delle aree verdi e non intorno alla casa.

Il sistema Redi è amico della natura due volte: una volta perché il processo di filtrazione è di tipo biologico-meccanico, la seconda perché preserva l’ambiente, non richiedendo l’impiego di additivi chimici nocivi riducendo sprechi e costi.

Il sistema di Filtraggio e riutilizzo delle acque grigie Redi è amico dell’ambiente e porta benefici a tutti: ai progettisti, in quanto semplifica la fase di progettazione; agli installatori, in quanto il sistema è pre-assemblato e pronto all’installazione; ai proprietari, perché aumenta il valore dell’immobile e riduce i consumi.  Infine l’installazione di un sistema di recupero delle acque grigie contribuisce alla classificazione LEED dell’edificio, aumentando il valore dell’immobile.

 

Noleggio macchine e attrezzature per l’edilizia: trend e scenari di mercato in Italia

noleggio-edilizia

L’Italia si allinea al trend degli altri Paesi sviluppati. E gli operatori di edilizia e costruzioni aumentano il ricorso al noleggio di macchine e attrezzature. Così ora sono salite a 1.500 le imprese che noleggiano gru e mezzi per movimento terra dedicati ad agricoltura e cantieri.

Macchine e attrezzature: noleggio o proprietà?

Un tempo le imprese di costruzione erano soggetti che potevano essere misurati, in termini competitivi, non solo per la dimensione dell’impresa e dal numero di lavori in cantiere, ma anche e soprattutto per la dotazione di macchine e attrezzature. Qualsiasi manuale di gestione di impresa insegnava che una buona dotazione di macchine e attrezzature garantiva la capacità di far fronte alla domanda e di poter affrontare le sfide del mercato.

Inoltre, macchine e attrezzature hanno sempre rappresentato una voce importante nel bilancio aziendale, in rapporto agli investimenti e alla stessa patrimonializzazione dell’impresa. Non c’era impresa che non avesse proprie gru, ponteggi, mezzi per il sollevamento o per il movimento terra.

Oggi con la crisi e con il passaggio dall’economia lineare all’economia circolare, con l’avvento della produzione snella e con la necessaria ottimizzazione delle leve strategiche aziendali in rapporto all’equilibrio di bilancio, da molti anni, ma con nuovo vigore negli anni più recenti, si sta affermando sempre più anche in Italia il mercato del noleggio di macchine e attrezzature per l’edilizia.

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Assodimi e Assonolo: le associazioni del noleggio

Quello del noleggio è un mercato che in altri Paesi europei rappresenta da decenni lo standard operativo per le imprese, mentre in Italia è solo da circa 25 anni che ha iniziato a svilupparsi, grazie anche all’azione lungimirante e di forte promozione che hanno fatto, dalla loro nascita, Assodimi e Assonolo, le due associazioni legate ai produttori e ai noleggiatori di macchine e attrezzature per l’edilizia.

Ogni anno le due associazioni promuovono studi e analisi sul settore, con l’obiettivo di favorire la conoscenza e promuovere le attività di noleggio, nonché corsi di formazione sul noleggio e sul sistema di garanzie e servizi. Perché il noleggio prima di tutto è un sistema di servizi, un sistema che necessita di grandi risorse finanziarie per l’acquisto e la gestione del parco macchine, ma che ha anche bisogno di competenze specifiche, diverse da quelle della vendita.

Il noleggio per edilizia in Italia

La rete italiana del noleggio si è sviluppata negli anni a partire dalle strutture di vendita, che hanno iniziato nella maggior parte dei casi ad aprirsi al noleggio, per poi in alcuni casi trasformarsi in noleggiatori puri.

Ma è interessante notare che nel mercato si stanno affermando sempre più i noleggiatori puri, ovvero società specializzate in questa sola attività, analogamente a quanto avviene nel mercato delle auto. È una trasformazione in atto e che in alcuni casi sta anche trasformando alcune aziende di noleggio di macchine e attrezzature per edilizia in imprese generaliste, capaci di noleggiare anche altre tipologie di beni, fino al noleggio per privati di piccole macchine, attrezzature di vario tipo, comprese quelle per il tempo libero.

Il tema in questo caso non è tanto che cosa si noleggia, ma come. L’attività di noleggio, infatti, è un servizio specializzato che oggi in Italia conta poco più di 4.800 aziende, di cui oltre la metà nel comparto del noleggio di container alloggio, attrezzature di sollevamento e movimentazione senza operatore (noleggio a freddo).

Circa 1.500 imprese noleggiano macchine e attrezzature per agricoltura e lavori edili, tra cui rientra tutto il settore del movimento terra, e 800 aziende propongono invece noleggio con operatore (renting a caldo). Il 24% delle imprese si trova localizzato nel Nord Ovest (14% in Lombardia), il 18% nel Nord Est, il 24% nel Centro e il restante 34% nel Sud e nelle Isole.

Che il noleggio sia una attività in crescita lo testimonia anche il numero di aziende presenti, che rispetto al 2016 contano attualmente quasi cento aziende in più, ma ben 700 nel confronto tra 2011 e 2016. L’unico comparto in diminuzione nell’ultimo quinquennio è quello delle gru ed attrezzature con operatore. Il settore nel 2016 impiegava complessivamente 17 mila addetti, quasi 3.500 in più rispetto al 2011 (+25%). Mentre il comparto del noleggio con operatore ha ridimensionato la struttura occupazionale, nei container alloggio, sollevamento e movimentazione la crescita è stata di 3.700 addetti (+71%).

Questi numeri evidenziano già come il mercato delle costruzioni e dei relativi servizi di noleggio si sia modificato dalla crisi in poi e abbia oggi più esigenze specializzate nella logistica e nei sistemi di supporto al cantiere, piuttosto che nelle attrezzature tipiche.

Anche in questo settore è presente la frammentazione imprenditoriale tipicamente italiana. Meno di un’impresa su dieci è strutturata con dieci addetti e oltre, sei su dieci hanno un solo dipendente, con una distribuzione pressoché trasversale a tutti i comparti. Dal punto di vista delle tipologie di impresa, il noleggio evidenzia una forte presenza di società di capitali, elemento direttamente collegato alle necessità finanziarie e organizzative del settore del noleggio.

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Dati economici del mercato del noleggio in Italia

Dal punto di vista degli andamenti di mercato, a partire dal 2014 il noleggio ha ripreso a crescere, dopo una diminuzione rilevante dovuta alla crisi, alla riduzione della spesa in mercati strategici, come quello delle costruzioni, che prima della crisi rappresentava uno dei mercati principali e che oggi ha ridotto leggermente la sua importanza in alcuni settori,
mantenendola in altri. Questo cambio di mercato post-crisi evidenzia che il noleggio di macchine e attrezzature sta cambiando, ampliando i bacini di riferimento, con conseguente miglioramento sotto il profilo delle performance economiche del settore.
Complessivamente il settore produce un giro d’affari di circa 1,5 miliardi di euro nel 2017, con una crescita attesa a 1,56 miliardi nel 2018. Secondo le stime elaborate sulla base dei dati macroeconomici e delle proiezioni riferite alle indagini di settore specifiche contenute nell’Osservatorio Assodimi/Assonolo, il settore del noleggio di macchine e attrezzature in Italia presenta una potenzialità di crescita annua valutata nell’ordine del 3,2%, in linea con la dinamica positiva degli ultimi due anni.

Le analisi evidenziano che il noleggio ha incrementato significativamente negli ultimi anni il peso del suo ruolo sull’economia, arrivando a valere in millesimi lo 0,87% del Pil, un valore in aumento, con un peso percentuale in crescita rispetto agli investimenti in costruzioni, dallo 0,9 del 2012 all’1,14 atteso per il 2018, e con una percentuale in crescita sul complesso del giro d’affari della filiera dell’edilizia.

Un indicatore strategico è quello relativo alla spesa media pro capite italiana, che per le attività di noleggio nei settori di riferimento Assodimi e Assonolo è stimata per il 2016 pari a 23,6 euro, in crescita rispetto agli anni precedenti (era 22,2 euro nel 2014). È un segnale importante ed un indicatore che evidenzia un costante aumento della capacità di penetrazione del noleggio non solo nei settori di riferimento ma anche nell’economia complessiva.

L’analisi dei bilanci, anche in questo settore vera cartina di tornasole del comparto, evidenzia che nel 2016 metà delle aziende ha aumentato il fatturato, in media del +8,7% e circa l’80% ha realizzato utili netti superiori al 4% dei ricavi (erano al 2,7% nel 2015). Più della metà delle aziende presenta livelli buoni o ottimi di redditività, indipendenza finanziaria e solvibilità (liquidità a breve) e in sintesi il comparto è, a differenza di altri del settore delle costruzioni, un comparto in buona salute. I valori medi dei parametri di redditività sono migliori per il noleggio di macchine ed attrezzature, comparto che registra un incremento medio del fatturato consistente (+9,9%), mentre per il noleggio di gru ed attrezzature con operatore si può parlare più di stabilità che di crescita del mercato. Le imprese con più di 5 milioni di euro di fatturato (7% del totale delle imprese, 72% del fatturato complessivo prodotto) hanno evidenziato incrementi consistenti nel giro d’affari, con dinamiche a doppia cifra. Più in difficoltà appaiono invece le piccole (due terzi delle imprese, 8% del fatturato di sistema), segno che in questo settore la dimensione aziendale è un fattore strategico e importante per la competitività e la redditività.

Dal punto di vista territoriale due terzi del fatturato complessivo delle aziende del noleggio sono prodotti nel Nord Ovest (naturalmente la quota fa riferimento alla localizzazione della sede legale dell’azienda, non alle quote di fatturato prodotte effettivamente nelle differenti realtà territoriali) ma il campione di analisi Assodimi/Assonolo è abbastanza equilibrato a livello ripartizionale, e ciò può indicare una maggiore capacità delle aziende del Nord di aggredire anche gli altri mercati regionali, oltre chiaramente ad una maggiore dinamicità economica del Settentrione.

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Scenari del mercato del noleggio per edilizia in Italia

In sintesi, il mercato del noleggio di macchine e attrezzature per edilizia è fortemente dinamico, dove la competizione è molto elevata ma dove la dimensione di impresa unita alla capillarità e territorialità costituisce un fattore strategico per la redditività e dunque
per il successo delle imprese.

Il noleggio ha ampi margini di sviluppo in Italia e siamo solo all’inizio di una crescita che se si allineerà ai dati medi di utilizzo degli altri Paesi europei, potrebbe nell’arco dei prossimi anni avere sviluppi notevoli. L’edilizia ha sempre più bisogno di servizi efficienti a supporto. Se l’identità delle imprese di costruzione si calcolasse sull’operatività effettiva e non sulla struttura patrimoniale e operativa, allora forse uno slogan efficace per raccontare il vero passaggio ad una logica di Edilizia 4.0 potrebbe essere «noleggio, dunque sono».

Saint-Gobain tra le prime cento più innovative del mondo

Saint-Gobain
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Saint-Gobain è tra le prime cento aziende e istituzioni più innovative del mondo. Rientra, infatti, nella classifica Top Global Innovators 2017 stilata da Clarivate Analytics (ex Reuters). La classifica comprende Saint-Gobain per la settima volta consecutiva. Si basa su quattro criteri principali: il numero totale di brevetti, la percentuale di brevetti rilasciati, il numero di brevetti depositati, la portata globale del portafoglio-brevetti e l’impatto relativo (misurato dal numero di citazioni). «Questo riconoscimento della quantità, della qualità e dell’impatto dei nostri brevetti rafforza l’attenzione data da Saint-Gobain all’innovazione e alla Ricerca & Sviluppo da diversi anni. Per continuare a fornire ai nostri clienti soluzioni nuove e differenziate, depositiamo circa 400 brevetti ogni anno, rafforzando la nostra posizione di leader nei nostri mercati», è il commento di Pierre-André de Chalendar, presidente e ad del Gruppo Saint-Gobain.

L’azienda è presente in Italia da 129 anni con 23 siti produttivi dove operano 2.300 addetti per un fatturato di 685 milioni di euro (dato 2016), Saint-Gobain per l’attività di Ricerca & Sviluppo si avvale complessivamente di 3.700 dipendenti, una rete di 8 Centri trasversali e diverse Unità dedicate, con un investimento di 438 milioni di euro nel 2016. 

Oltre ai progetti di R&D dedicati per ciascuna attività, la R&D del Gruppo Saint-Gobain sostiene, attraverso programmi specifici, i molteplici sforzi finalizzati a ridurre le emissioni di CO2, nonché lo sviluppo di competenze e progetti su tre assi principali: i materiali e processi, le scienze dell’edilizia, la trasformazione digitale e relative nuove tecnologie.

Secondo il Ceo di Saint-Gobain per la Regione Mediterranea, Gianni Scotti, «questa continuità nella leadership in ambito di innovazione garantisce che continueremo ad offrire ai nostri clienti nel Sud dell’Europa e in Nord Africa le soluzioni tecniche più avanzate e in linea con gli obblighi dell’efficienza energetica nell’edilizia. Nella nostra Delegazione siamo orgogliosi del contributo dei centri di Avilés e di Fiorano Modenese alla rete mondiale di R&D di Saint-Gobain. I 70 stabilimenti industriali della Delegazione Generale Mediterranea di Saint-Gobain producono materiali che sono sinonimo di innovazione e qualità, veri e propri sistemi integrati per il comfort abitativo».

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I condizionatori giapponesi Daikin acquistano i frigoriferi spagnoli Tewis

Refrigeratori Tewis
Refrigeratori Tewis

Zanotti, società controllata da Daikin Europe, ha siglato un accordo per l’acquisizione di Tewis Smart Systems, azienda spagnola specializzata nella progettazione e costruzione di sistemi di refrigerazione e climatizzazione. In particolare, Tewis ha spinto sullo sviluppo di una gamma di sistemi di refrigerazione a Co2, con solide relazioni con importanti aziende spagnole e portoghesi nel settore alimentare. La mission e la filosofia dell’azienda è quella di offrire alla propria clientela grande affidabilità e un significativo risparmio energetico.

L’attività di Tewis si concentra principalmente in Spagna e Portogallo. Per questo motivo utilizza gli stabilimenti Zanotti Smart Solutions, con sede a Valencia, per produrre sia unità a CO2 che con altri refrigeranti. Per quanto riguarda i sistemi di controllo, Tewis ha attualmente in essere partnership con molti fornitori.

Il gruppo giapponese Daikin (apparecchi di climatizzazione e depurazione) rafforza così la propria posizione nel mercato della refrigerazione.

Refrigeratori Tewis
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