Un drone contro il dissesto idrogeologico

Livelle laser, droni e macchine autonome: le ultime frontiere tecnologiche contro il dissesto idrogeologico. E ancora, bulldozer ed escavatori a guida automatica in grado di ridisegnare la morfologia di colline e argini guidati da droni, gps e computer. La prevenzione al dissesto idrogeologico passa per macchine movimento terra sempre più avanzate e che strizzano l’occhio anche ai rover mandati in esplorazione su Marte. Uno scenario non troppo lontano e che in alcuni settori, quali l’agricoltura è già realtà, come spiega l’ingegner Massimiliano Ruggeri, ricercatore dell’Istituto per le macchine agricole e movimento terra del Consiglio Nazionale delle Ricerche, intervenuto al Samoter di Verona. Il salone sulle macchine movimento terra, da cantiere e per l’edilizia ha dedicato infatti nella sua 30ª edizione un focus particolare proprio al contributo tecnologico nella lotta alle emergenze ambientali.

Il drone contro il dissesto idrogeologico
Il drone contro il dissesto idrogeologico

«Oggi le singole tecnologie sono già a disposizione – spiega Ruggeri –. Quello che manca è integrarle insieme in modo specifico per la conservazione del territorio, soprattutto in ambiente montano e collinare. Ma serve anche spingere verso una vera robotizzazione e automazione di un parco macchine che in Italia ha più di 30 anni ed è ormai obsoleto». Questo a maggior ragione in un Paese dove il Servizio geologico e le Regioni hanno certificato in un anno più di 600mila frane (quasi due per chilometro quadrato), le Autorità di bacino hanno identificato come a rischio inondazione il 10% del territorio nazionale, mentre la Protezione Civile ha registrato negli ultimi 3 anni 57 stati di emergenza legati a fenomeni idrogeologici. Il suolo va quindi ri-progettato, in modo analogo a quanto già si fa in agricoltura, seguendo le curve di livello naturali del terreno e creando piccole opere di terrazzamento per il mantenimento idrico e la prevenzione dell’erosione. È qui che entrano in gioco dozer, pale gommate ed escavatori hi-tech: prima i droni mappano la morfologia del terreno, poi i piani di lavoro sono caricati nel computer di bordo del mezzo che esegue gli interventi, muovendosi in autonomia nell’ambiente grazie a livelle laser, gps e sistemi di visione 3D. E le macchine movimento terra del futuro? «Avranno maggiori dimensioni – dice Ruggeri –, saranno a gestione robotica, modulari, con un assetto variabile, come i rover mandati su Marte e   monteranno motori ibridi e più efficienti».

La tecnologia contro il dissesto
La tecnologia contro il dissesto

Al Samoter di Veronafiere, progettazione e innovazione sono stati al centro anche della prima edizione del concorso Foiv (Federazione Ordini Ingegneri del Veneto) che ha premiato i progetti più qualificanti in tema di prevenzione e recupero ambientale. Sei le aziende selezionate per le due sezioni del premio. Per la prima, relativa alle proposte di prevenzione, tutela e salvaguardia del territorio, il riconoscimento è andato al progetto sulle indagini geognostiche per lo studio degli eventi franosi firmato da Massimo Sacchetto. Il podio della seconda sezione sugli interventi di ripristino e riqualificazione ambientale è andato Alberto Bisson, che ha presentato una tecnica di rinforzo di versanti soggetti a movimenti franosi lenti con ancoraggi flottanti.

Tecnologia anti dissesto idrogeologico
Tecnologia anti dissesto idrogeologico

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