Meglio riciclare le scatole piuttosto che romperle

Non rompete le scatole, riciclatele. Parte forse da questo sano principio la nuova direttiva Ue sugli imballaggi (Regolamento 2025/40), che ha l’obiettivo di ridurre i rifiuti, promuovere il riuso e il riciclo, e garantire la sostenibilità ambientale. Uno degli strumenti individuati è l’uso di materiale riciclato e la riciclabilità di tutti gli imballaggi entro il 2030. Il regolamento stabilisce obiettivi vincolanti per la riduzione dei rifiuti pro capite, l’introduzione di sistemi di cauzione per gli imballaggi di bevande entro il 2028 e la possibilità per i clienti di portare i propri contenitori per l’asporto.

Packaging in magazzino
Packaging in magazzino

Le nuove regole coinvolgono sia i produttori sia i distributori, compresi quelli di materiali per edilizia. Una delle norme consiste anche nel numero di informazioni che, per certe classi di prodotto, l’impresa deve fornire ai propri clienti sulla confezione. Il packaging, così, diventa sempre più un biglietto da visita non solo dell’azienda, attraverso colori, logo e advertising, ma anche una garanzia della qualità e dell’osservanza delle norme di legge. A questo si aggiunge, ormai da un paio di anni, l’obbligo dell’etichettatura ambientale, per comunicare ai consumatori la destinazione finale di un prodotto, oltre che i materiali di cui è composta la confezione per il settore food. Il packaging, insomma, sarà non solo un modo di comunicare la qualità del prodotto, ma anche un passo avanti verso la tanto necessaria (sognata?) economia circolare.

Packaging a domicilio
Packaging a domicilio

Bisogna aggiungere che, secondo Comieco, in Italia gli imballaggi di poliaccoppiato a base carta raggiungono annualmente un immesso al consumo di 90 mila tonnellate. Insomma, non è un problema da poco. Quindi, non solo il contenuto, ma anche il contenitore dovranno essere trasparenti, più o meno compatibili e sostenibili. D’altra parte, sono questi piccoli grandi passi che possono cambiare la percezione dell’utilizzatore finale e contribuire a estendere la cultura di salvaguardia dell’ambiente. A parità di prodotto, insomma, non è la stessa cosa, per chi acquista, scegliere qualcosa che è impacchettato in una confezione piuttosto che un’altra sotto il profilo della sostenibilità o della riciclabilità. Può sembrare una preoccupazione eccessiva per prodotti come materiali base o attrezzature, ma una volta che una cultura attenta alla qualità del packaging si è diffusa, difficilmente può essere confinata solo ad alcuni generi di prodotti. Non a caso Apple vanta un apprezzato primato anche in fatto di design per le confezioni dei propri computer, iPhone o iPad, che sono prima di tutto anche riciclabili. La casa della Mela è arrivata a chiudere i suoi nuovi Mac in una scatola di cartone con maniglia in stoffa, perfettamente riciclabile: un esempio del connubio tra prodotto tecnico e rispetto per l’ambiente. Segno che l’attenzione al packaging è anche una ottima forma di pubblicità.

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