La rivoluzione della trasparenza con l’etichetta Declare per i prodotti da costruzione

La domanda di trasparenza sulle informazioni dei prodotti esistenti sul mercato è in continua inarrestabile crescita. Secondo un’indagine commissionata all’inizio di quest’anno dalla Food Industry Association, due terzi degli acquirenti (64%) affermano che passerebbero volentieri da un marchio che acquistano di solito a un altro che fornisce informazioni più approfondite sul prodotto, al di là dei dati nutrizionali.

Quando si tratta di trasparenza, le informazioni sugli ingredienti rimangono al primo posto per un numero crescente di consumatori attenti alla salute. Per esempio, circa l’89% afferma che i dati nutrizionali sono importanti nel decidere quali prodotti acquistare. Oltre ai dati nutrizionali, la maggior parte (80%) degli acquirenti ha citato altri indicatori di trasparenza come le informazioni sugli allergeni, le certificazioni e altre informazioni sulla sostenibilità ambientale e sociale. 

Considerato che passiamo ormai più del 90% del nostro tempo all’interno di spazi chiusi (dove viviamo, studiamo, lavoriamo) la salubrità dei prodotti di costruzione è diventato un fattore imprescindibile nella valutazione e nell’acquisto.

Siamo in grado di ottenere dall’industria e dal mercato un livello analogo di trasparenza delle informazioni così come pretendiamo da altri settori come appunto l’alimentare, il tessile, il farmaceutico?

È questa una delle leve principali che stanno agendo sulla trasformazione del settore delle costruzioni ed è in particolare il presupposto che ha portato l’International Living Future Institute (Ilfi) a creare e sviluppare l’etichetta di trasparenza Declare, un’etichetta di ingredienti per prodotti da costruzione abbinata a un database online di materiali salubri idonei per i capitolati dei progetti.

Consente ai produttori di prodotti ecologici di dimostrare la propria leadership sul mercato nel crescente movimento verso una maggiore trasparenza dei prodotti e la salubrità dell’ambiente costruito, fornendo loro un accesso privilegiato ai progetti di costruzione sostenibile più innovativi del mondo.

L’etichetta Declare risponde in sostanza a tre domande principali, che tutti, progettisti, committenti pubblici e privati, proprietari immobiliari, utenti e soprattutto aziende manifatturiere dovrebbero porsi:

• Da dove viene un prodotto?
• Di che cosa è fatto?
• Dove va alla fine della sua vita?

Domande molto semplici, ma dalle risposte a volte complesse. E qui Declare diventa uno strumento di profondo consapevole ripensamento dei processi produttivi da parte delle aziende, che include in modo chiaro e leggibile, proprio come l’etichetta che trovate sui prodotti alimentari al supermercato, ulteriori informazioni quali:

• Il nome del prodotto
• Il nome del produttore
• Il luogo finale di assemblaggio
• L’aspettativa di durata del prodotto
• Le opzioni al termine della vita utile del prodotto, ovvero se il prodotto può essere ritirato dal produttore, riutilizzato, se è biodegradabile o compostabile, se va nei rifiuti tossici o comunque in discarica
• La conformità con i criteri di valutazione di emissione per i composti organici volatili (Voc)
• Le pratiche di gestione responsabile per i prodotti a base legno
• I dati sul carbonio incorporato (ancora in fase pilota)

Tutte informazioni che un’azienda a conoscenza dei propri processi industriali dovrebbe essere in grado di esplicitare facilmente, soprattutto se già in possesso di un’etichetta ambientale di prodotto (Epd) ai sensi delle norme Iso 14025 ed En 15804.

Qual è il livello di dettaglio delle informazioni e come determinare la salubrità del prodotto?
Declare richiede di dichiarare tutti gli ingredienti chimici del prodotto fino a cento parti per milione in peso, ovvero lo 0,01%, il che garantisce l’utente che l’analisi è davvero approfondita (il regolamento Reach arriva a mille parti per milione).

Inoltre nell’etichetta vengono mostrati in colore rosso eventuali ingredienti inclusi nella cosiddetta Red List, gestita da Ilfi, che rappresenta il massimo livello di valutazione e informazione sugli ingredienti dannosi all’interno dei prodotti da costruzione (purtroppo ancora tanti).

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Isolante in lana di vetro Knauf Insulation con tecnologia ECOSE

Grazie alla collaborazione tra Living Future Europe e Ilfi, è disponibile anche una versione europea dell’etichetta, dove i produttori possono verificare la conformità anche secondo i cosiddetti Chemicals of Concern (CoC) dell’Unione Europea (sostanze chimiche problematiche), il che fornisce sia alle aziende manufatturiere che ai progettisti e utenti un utile strumento di valutazione che in un sola etichetta racchiude tutte le informazioni necessarie.

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Etichetta Declare (versione europea)

Perché Declare? In definitiva, Declare agisce accrescendo allo stesso tempo:

• La fiducia del consumatore, superando il ‘green washing’ attraverso uno strumento riconosciuto dal settore, comunicando in maniera semplice informazioni chimiche complesse.
• Il vantaggio competitivo dei produttori, che possono dimostrare la propria leadership sul mercato dei materiali salubri per le costruzioni.
• Le opportunità di accesso al mercato, in quanto Declare è riconosciuta dai protocolli internazionali di misurazione e certificazione della sostenibilità degli edifici, come Leed, Well, Living Building Challenge, ecc.

Una rivoluzione della trasparenza che conta già in pochi anni un migliaio di prodotti da costruzione e arredi etichettati Declare nel mondo, secondo le varie differenti categorie merceologiche Csi (Construction Specifications Institute), includendo un numero di prodotti, in continua crescita (circa duecento a oggi), realizzati in Europa. Per maggiori informazioni: info@living-future.eu

di Carlo Battisti da YouTrade n. 132

Laurea in Ingegneria Civile al Politecnico di Milano ed esperienza di circa vent’anni in imprese di costruzioni. Master di secondo livello in Gestione aziendale e sviluppo organizzativo presso Mip, Business School del Politecnico di Milano. Professionista accreditato Leed e Well, Project manager certificato Ipma. Professionista accreditato Living Future, Reset e Gbc Italia. Usgbc Faculty e Well Faculty. Dal 2019 è presidente di Living Future Europe. www.living-future.eu

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