Mec – Magazzini Edili Consorziati: un hub al centro del gruppo

Ha 48 soci⁣, 58 rivendite⁣, dieci province coperte su tre regioni⁣: Friuli, Veneto e Trentino. Questi i numeri di Mec, acronimo di Magazzini Edili Consorziati, gruppo della distribuzione di materiali nato nel 1994, che ha da poco raddoppiato la sua presenza con l’acquisizione di un nuova area poco lontano dall’attuale sede a San Vito al Tagliamento, in provincia di Pordenone.

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La sede centrale di Mec Store a San Vito al Tagliamento (Pordenone)

Ai 16 mila metri quadrati già disponibili, di cui 6 mila coperti di magazzino e altri 500 destinati agli uffici, si è aggiunto il nuovo spazio, sempre nella zona industriale Ponte Rosso, che si estende su un’area di 23.500 metri quadrati con annesso fabbricato industriale. L’area da poco acquisita consente al gruppo di incrementare la propria presenza sul territorio, migliorando servizi e logistica, in linea con il programma di crescita pianificato dall’aggregazione.

Come spiegano a YouTrade il presidente Lorenzo Flebus, il vicepresidente e direttore Stefano Pizzato e il responsabile marketing Luca Springolo.

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Da sinistra Stefano Pizzato, Lorenzo Flebus e Luca Springolo

Domanda. Il consorzio è nato nel 1994 e da allora ha continuato a crescere. Quali sono stati i principali step della sua storia fino a oggi?
Lorenzo Flebus. Mec è nato nel 1994 per volontà di sette soci fondatori. Ogni anno, poi, il consorzio si è ampliato, fino ad arrivare alla quota attuale di 48 soci. L’idea che ha sempre contraddistinto il nostro consorzio è stata quella del magazzino centralizzato. Abbiamo cominciato alla fine degli anni Novanta con una prima piattaforma di pochi metri quadri, per poi acquistare la sede di Cordovado 22 anni fa, con uno spazio di 2 mila metri quadrati su 6 mila di terreno. Aumentando sempre di più la compagine sociale, è stato creato il marchio MECstore che ci identifica sul mercato. Nel 2015 abbiamo sentito l’esigenza di espandere la piattaforma logistica, così due anni più  tardi abbiamo acquistato la sede a San Vito al Tagliamento, che all’epoca ci sembrava immensa, e abbiamo venduto la vecchia sede. A marzo 2021 c’è stata l’occasione di ampliare ulteriormente la nostra realtà, con l’acquisto di una nuova area di 23.500 metri quadrati.

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Il piazzale

D. Quali sono le caratteristiche che hanno portato il Gruppo Mec al successo?
Lorenzo Flebus. Sicuramente la piattaforma logistica centralizzata, che è il fiore all’occhiello del gruppo. Non bisogna però dimenticare il capitale umano dell’azienda, che rappresenta un risorsa insostituibile per far sì che il gruppo rimanga unito, permettendo a tutti di remare nella stessa direzione.

D. Perché un rivenditore dovrebbe consorziarsi al Mec?
Stefano Pizzato. Premesso che il nostro consorzio è strettamente legato alla territorialità, il fulcro principale della nostra operatività è rappresentato dalla logistica. Uno dei motivi per cui un rivenditore dovrebbe avvicinarsi al Mec è la possibilità di avere a disposizione un hub logistico che opera con un format a cavallo tra l’organizzazione della Gdo e il canale tradizionale professionale. Negli anni abbiamo investito molto, e stiamo continuando a investire, nella logistica. Miriamo a servire i magazzini in un’ottica centralizzata, con unico ordine, Ddt e fatturazione, anche per quantitativi di piccola entità. È chiaro che questa operatività ci impone di non superare determinate distanze, anche per un discorso di oneri di trasporto. Tendenzialmente restiamo in un raggio d’azione di massimo 250 chilometri dalla sede.

D. Ci sono altri elementi per cui un rivenditore dovrebbe scegliere di aderire al vostro consorzio?
Stefano Pizzato. Oltre al discorso logistico, siamo convinti che il valore più prezioso del Mec siano i suoi soci. Per questo non va dimenticata la qualità del lavoro sviluppata in termini di immagine aziendale e della diffusione del marchio MECstore, strumento con cui l’identità del gruppo viene comunicata all’esterno. Crediamo che il lavoro del consorzio sia importante anche dal punto di vista dell’organizzazione e gestione diversificata delle logiche di acquisto. Oggi non basta concludere accordi con i fornitori: per portare avanti una struttura aggregata ci vogliono tante altre risorse, dalla logistica alla comunicazione, fino a strategie di marketing condivise.

D. Gli acquisti sono tutti centralizzati?
Stefano Pizzato. Da un punto di vista contrattualistico sì, dal punto di vista logistico no. Dalla piattaforma centrale passano solo i materiali che hanno convenienza a transitarvi. C’è da dire, però, che negli anni la piattaforma logistica si è evoluta seguendo le trasformazione del mercato, tanto che abbiamo dovuto inserire articoli che mai avremmo pensato di dover gestire in maniera centralizzata. E il 2021è stato un anno esemplare da questo punto di vista. Le difficoltà di reperimento di alcuni materiali, in primis il polistirolo per i cappotti, ci ha costretti a fare da polmone nei confronti dei soci e supportarli negli approvigionamenti.

D. Il vostro punto di forza è dunque la piattaforma logistica: come funziona il vostro magazzino centralizzato?
Stefano Pizzato. Sono anni che lavoriamo con i palmari, ma di recente il magazzino  è stato integrato con un gestionale Wms (Warehouse Management System ndr) che consente di gestire tutti i processi e conoscere l’esatta mappatura degli articoli. Una volta che arrivano i materiali, vengono stoccati in aree dedicate. Ogni merce è dotata di codice a barre e ha la sua collocazione sulle varie scaffalature, individuabile attraverso specifiche coordinate definite da scaffale, campata e ripiano. Sono due anni che stiamo lavorando a questa evoluzione, il programma è stato implementato da poco e a breve saremo attivi.

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Il magazzino

D. Il vostro magazzino è organizzato anche per l’e-commerce?
Stefano Pizzato. Sì, anche se l’e-commerce è un discorso molto complesso. Siamo partiti dieci anni fa, anche attraverso Amazon, con grande entusiasmo; poi abbiamo iniziato a scontrarci con diverse problematiche, tra cui i resi e l’elevata concorrenza sui prezzi, e ci siamo un po’ raffreddati. Oggi abbiamo comunque deciso di mantenere attivo il canale online, lasciando tutti i codici della piattaforma in rete, ma la vendita non viene finalizzata direttamente sul sito. Chi è interessato ad acquistare un prodotto, deve mettersi in contatto con MECstore, indicando la destinazione di consegna, e a quel punto comunichiamo al cliente il prezzo finale. Riteniamo che la vendita debba essere mediata da un professionista e preferiamo portare i clienti nei punti vendita e rimanere concentrati sul canale B2B.

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D. Oltre al servizio logistico, quali altri servizi offrite agli aderenti?
Luca Springolo. Oltre a occuparci di tutto ciò che fa un gruppo di acquisto standard, curiamo in maniera centralizzata la parte di comunicazione e marketing dei singoli soci. Inoltre, stiamo implementando una nuova release del portale B2B, con miglioramenti a livello grafico e di funzionalità con un sistema tipo Amazon. Tutti gli articoli avranno i loro codici e saranno corredati con scheda tecnica, foto, quantità in tempo reale, prezzi consigliati di vendita. La nuova versione permetterà al singolo socio di gestire i rapporti con la piattaforma logistica per ordini settimanali e fare da marketplace per i suoi clienti. In prospettiva daremo la possibilità alle singole rivendite di diventare piccoli e-commerce per i loro cinque-dieci migliori clienti, in modo da automatizzare gli acquisti.

D. Fornite anche servizi di consulenza e assistenza?
Luca Springolo. Offriamo un servizio di monitoraggio commerciale, organizziamo incontri informativi su tematiche fiscali, finanziarie e sulle novità del mercato. Facciamo da centro per dare informazioni che possono essere utili al lavoro quotidiano delle nostre rivendite.

D. Mec è localizzato nel Triveneto. Avete mire espansive anche in altre regioni?
Stefano Pizzato. No, perché siamo ben attenti a non superare le distanze che annullerebbero i vantaggi della piattaforma logistica centrale. Il consorzio non fa del suo business il numero dei soci, ma la loro qualità. Valutiamo attentamente i rivenditori non solo in base al fatturato, ma anche in base alla loro collocazione geografica e al tipo di struttura che possiedono.

D. Come si è chiuso il 2021 per il consorzio?
Lorenzo Flebus. Il 2021 è stato un anno estremamente positivo. A inizio anno abbiamo avuto l’ingresso di sei nuovi soci, appartenenti all’ex gruppo Cometa, che si è sciolto. Poi, negli ultimi sei mesi abbiamo registrato un importante incremento di fatturato, dovuto sia al forte aumento della domanda sia all’impennata dei prezzi dei materiali. In generale, il fatturato consolidato è cresciuto del 35%, mentre se parliamo del solo polo logistico, abbiamo registrato un aumento del 75-80%.

D. L’edilizia sta correndo, ma anche i prezzi delle materie prime: qual è  la situazione?
Lorenzo Flebus. C’è difficile reperibilità dei materiali sul mercato. Almeno fino al terzo trimestre 2022 avremo un peggioramento, dopo la situazione dovrebbe rientrare perché dovrebbe scemare il discorso del superbonus 110%.

D. Quanto ha influito l’effetto superbonus?
Lorenzo Flebus. In buonissima parte. Il superbonus ha contribuito ad aumentare i consumi dei materiali isolanti, dei materiali in sacco a corredo del cappotto e dei prodotti per l’isolamento del tetto. Comunque anche gli altri bonus hanno influito.

D. I bonus fiscali saranno ancora trainanti?
Lorenzo Flebus. Per tutto il 2022 sì. Dal 2023 si prevede, se non un calo della domanda, una stabilizzazione.

D. Che cosa state facendo per affrontare la carenza di materie prime e i rincari?
Lorenzo Flebus. Cerchiamo di reperire il materiale anche all’estero. I nostri uffici lavorano ormai in mezza Europa per approvvigionare i materiali, che poi vengono messi a disposizione dei soci, su prenotazione, presso l’hub centrale.

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D. L’aumento dei costi è destinato a perdurare?
Lorenzo Flebus. Dopo l’exploit di metà 2021, al momento siamo di fronte a leggeri aumenti. La domanda è ancora molto sostenuta e c’è anche un po’ di speculazione da parte dei produttori.

D. Questo mercato dopato ha cambiato il vostro modo di programmare gli acquisti?
Stefano Pizzato. Sì, certo. Dobbiamo organizzarci almeno con due o tre mesi di anticipo. Tra marzo e aprile 2021, ai primi segnali di grosse difficoltà negli approvvigionamenti, ci siamo mossi rapidamente. Ad agosto abbiamo cominciato a ricevere il flusso degli ordini che avevamo fatto per tempo. Abbiamo comunque dovuto mettere in campo ulteriori risorse per cercare altro materiale, anche all’estero, in modo da sopperire alle richieste del mercato ormai fuori controllo.

D. Quanto è ampia la gamma dei prodotti di cui disponete nel vostro polo logistico?
Stefano Pizzato. Nella piattaforma centrale stocchiamo circa 5 mila codici. Il consorzio  è nato con l’idea di avere prodotti sia a bassa che ad alta rotazione, in logica di servizio ai soci. Nel tempo siamo diventati i principali fornitori interni, consentendo agli associati di avere un unico referente e beneficiare di economie di scala. Abbiamo continuato a inserire articoli e siamo tutt’ora in fase di aggiornamento, sempre ben attenti a non accumulare scorte obsolete. Al momento abbiamo prodotti per circa 2 milioni e mezzo.

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D. Quali sono i prodotti che vanno di più in questo momento?
Stefano Pizzato. Sicuramente gli isolanti, poi i sistemi a secco e tutti i prodotti correlati, come i profili, l’utensileria manuale ed elettrica, i tubi e la raccorderia. Ci sono prodotti che, più che un valore economico per la piattaforma logistica, rappresentano un valore aggiunto a livello di servizio ai soci, che settimanalmente possono ordinare anche piccole quantità. Abbiamo un sistema informatico per il quale gli ordini sono gestiti in maniera completamente digitalizzata: i soci inseriscono nel carrello on-line ciò che serve loro; i materiali vengono preparati in piattaforma centrale e poi consegnati, tramite trasportatori terzisti, presso le varie sedi.

D. Avete cambiato qualcosa nel mix di prodotti e servizi?
Stefano Pizzato. Non particolarmente, anche se stiamo puntando sempre più sui prodotti private label. In questo comparto abbiamo alcuni marchi di proprietà e prodotti a marchio MECstore. Proprio a questo proposito abbiamo di recente inserito una linea di piastrelle a marchio, a cui abbiamo dedicato anche un catalogo digitale, che si rivelata un’idea vincente. Oltre alla disponibilità del materiale, i soci hanno potuto beneficiare di un prodotto completamente esclusivo, non comparabile con quelli degli altri produttori.

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Prodotti a marchio MECstore

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D. Un altro elemento importante è l’aggiornamento continuo: quanto tempo dedicate alla formazione?
Luca Springolo. Il cliente è sempre più aggiornato e agguerrito, per cui la formazione deve essere continua. Oltre alla formazione tecnica e commerciale, che ormai portiamo avanti da anni con incontri mensili dedicati ai prodotti e alle novità in collaborazione con i fornitori, parallelamente organizziamo corsi dedicati alla crescita personale sia per gli imprenditori che per i collaboratori delle rivendite. Si tratta di percorsi molto lunghi, che durano circa sei-dieci incontri, che stanno riscuotendo molto interesse tra gli associati. Un altro strumento fondamentale è il digitale: durante la pandemia, attraverso la piattaforma Teams, abbiamo messo in piedi un sistema di comunicazione tra tutte le rivendite associate. Questa piattaforma ci ha aiutato molto nei momenti di maggiore difficoltà legati al lockdown, consentendoci di mantenere attiva la comunicazione interna e l’operatività aziendale, e stiamo continuando a utilizzarla ancora oggi.

D. Avete stabilito dei traguardi da raggiungere nel 2022?
Lorenzo Flebus. Nel 2021 abbiamo raggiunto 172 milioni di fatturato aggregato di vendita e 20 milioni di volumi gestiti dalla piattaforma centrale.
Stefano Pizzato. Non puntiamo a diventare più grandi, ma iperspecializzati.

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