Brevetti Montolit: la nuova tagliapiastrella Masterpiuma P5, perfetta per la nuova ceramica

Novità in arrivo per Brevetti Montolit, azienda di Cantello (Varese) specializzata in macchine per il taglio, la movimentazione e la posa di materiali lapidei. «Presentiamo una linea di macchine completamente nuova, nata in collaborazione con il Politecnico di Milano, studiata a partire dall’evoluzione dei nuovi materiali ceramici», spiega in anteprima a YouTrade l’amministratore delegato della società, Vichi Montoli.

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Vichi Montoli, amministratore delegato Brevetti Montolit

Domanda. In che cosa consistono le novità?
Risposta. Riguardano il nostro prodotto di punta: la tagliapiastrelle. Abbiamo lavorato per anni per definire questa evoluzione di gamma che presenteremo a breve. La nuova tagliapiastrelle manuale Masterpiuma si è evoluta per seguire i trend dei materiali più recenti, non tanto e non solo in termini di dimensioni, quanto nella struttura superficiale, offrendo all’installatore la possibilità di avere uno strumento in grado di risolvere tutti i problemi legati alla posa o al taglio che si possono presentare in un cantiere edile.

D. Quante macchine coinvolge questa nuova offerta?
R. Abbiamo completamente modificato l’offerta per coprire tutta una serie di dimensioni che vanno dai 60 centimetri a 1,60 metri, con diversi modelli e capacità di taglio.

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La nuova tagliapiastrelle Masterpiuma P5 di Brevetti Montolit

D. Quali sono le caratteristiche tecniche di queste nuove macchine?
R. Si tratta di una linea di macchine completamente nuova, nata da un progetto sviluppato già da tempo con il Politecnico di Milano. Con l’evolversi delle ceramiche e lo studio delle nuove composizioni, si sono evoluti anche gli strumenti destinati alla loro lavorazione. Abbiamo dunque ottimizzato il modello precedente in ogni sua parte per allinearlo alle esigenze delle piastrelle più attuali. Una nuova macchina più grande, robusta e performante, ma anche più smart.

D. Come si sviluppa la vostra collaborazione con il Politecnico?
R. Siamo partiti dalla storia fino allo studio delle ultime ceramiche presentate sul mercato e delle loro componenti, dal mosaico alle nuove piastrelle tridimensionali, per progettare gli strumenti adatti a poterle trattare. Il Politecnico ci sta seguendo anche dal punto di vista del design e della usability della macchina, per arrivare fino ai colori. Ci siamo rivolti a loro proprio per uscire dai nostri consueti schemi di progettazione e ripartire su basi completamente diverse. Con il Politecnico abbiamo in cantiere tutta una serie di nuovi progetti, che svilupperemo nel prossimo futuro.

D. Sul mercato c’è spesso diffidenza verso i nuovi prodotti. Risulta anche a voi?
R. Con i nostri prodotti tocchiamo diversi mercati, quello della posa ceramica e quello dell’idraulica, e abbiamo dovuto constatare una sostanziale differenza di approccio. Il settore ceramico molto basato sulla tradizione: anche le abitudini più semplici sono difficili da sradicare. Quando ci interfacciamo al settore idraulico, invece, i professionisti sono pi  predisposti ad ascoltare e recepire le novità, forse perché abituati a più alto valore aggiunto. Tuttavia, ora che architetti, ingegneri e progettisti richiedono lavorazioni ceramiche sempre più dettagliate, sta crescendo anche la richiesta di attrezzature più professionali. Questo però non basta: oltre all’attrezzatura professionale ci vuole anche la predisposizione ad accettare le novità. Con le scuole di formazione stiamo lavorando per cercare di cambiare questa mentalità. Inoltre, dobbiamo sempre stare attenti a non dimenticare le esigenze dell’utente finale, per il quale la semplicità, l’immediatezza della lavorazione, la robustezza e la precisione delle macchine restano elementi fondamentali.

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D. Quali sono le principali novità nel settore pavimenti e rivestimenti e che macchine richiedono?
R. Le macchine e attrezzature sono sempre collegate ai nuovi trend dei prodotti ceramici. Dopo essere passati dal mosaico ai grandi formati, dagli spessori supersottili ai 2 centimetri, l’evoluzione continua. Per esempio, per le pavimentazioni esterne stanno arrivando sul mercato nuove lastre fino a 1,20 metri, con spessori da 3-4 centimetri, che tendono a prendere il posto della pietra naturale, soprattutto in ambienti con grandi variazioni di temperatura. Se da un lato la pietra naturale ha tantissimi vantaggi, purtroppo presenta anche caratteristiche intrinseche che portano il materiale a fessurarsi o creparsi con più facilità. Invece, il prodotto ceramico è caratterizzato da una grande durabilità, ed   perfetto anche sul fronte dell’impatto ambientale. Un’altra tendenza che si sta manifestando per quanto riguarda l’interior design invece è  quella di mixare nello stesso ambiente lastre fino a 1 metro con mosaici o piastrelle tridimensionali da 60×60 centimetri. Questo permette alla ceramica di assumere sempre più un ruolo estetico, con una funzione di vera e propria superficie arredante. Anche perché ormai, grazie alla stampa digitale ad alta definizione, ci si può davvero sbizzarrire sul fronte delle finiture.

D. Dopo un anno di pausa, nel 2021 è ripreso il Cersaie. Qual è  il suo giudizio sulla passata edizione?
R. Per noi il Cersaie 2021 è stato migliore delle aspettative. Dopo la pausa dettata dalla pandemia, ci aspettavamo poche visite, anche dall’estero. In realtà, nonostante l’affluenza più  bassa rispetto alle edizioni passate, abbiamo potuto registrare un buon numero di visite mirate. Sono venuti esclusivamente gli operatori del settore, e siamo rimasti abbastanza soddisfatti.

D. Che cosa vi aspettate dall’edizione di quest’anno?
R. Diciamo che il futuro delle fiere in presenze è un po’ segnato. Siamo ancora in attesa degli sviluppi della pandemia. A oggi sembrerebbe che si vada verso un miglioramento, quindi siamo fiduciosi.

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D. Quali sono le macchine e attrezzature attualmente più richieste dal mercato?
R. Drogate dall’andamento di un mercato esaltato, sono aumentate le richieste per tutti i prodotti. Ora, che si va verso una stabilizzazione, stanno crescendo le richieste di attrezzature sempre più specializzate per usi specifici, che garantiscano la professionalità  di fronte a particolari lavorazioni, che si tratti di materiali strutturali o materiali da esterno.

D. Quindi, quali sono le macchine che non devono mancare a un piastrellista?
R. Più che singole macchine, c’è  tutta una serie di prodotti in grado di garantire un lavoro sempre più preciso e strumenti per facilitare la posa e far risparmiare tempo all’operatore. Si va dalle attrezzature manuali più semplici per la pulizia delle superfici, fino alle attrezzature per le lavorazioni più specifiche richieste dagli architetti o dai designer. È un elenco piuttosto lungo, ma si tratta sempre di macchine caratterizzate da una lunga durabilità, quindi l’investimento per un posatore professionista rimane comunque relativo.

D. Con il boom dell’edilizia è cambiato il rapporto con i rivenditori?
R. Sì, è cambiato sotto diversi punti di vista. Dovendo perseguire obiettivi comuni, abbiamo stretto un legame ancora maggiore sul fronte amministrativo. In più, il rapporto di partnership con i rivenditori è stato uno dei pilastri del marketing aziendale per tutto il 2021. Questo ci ha portato a promuovere scelte condivise nell’ambito dell’offerta merceologica da proporre all’utente finale, in modo che la presentazione dei nostri prodotti fosse legata maggiormente alla presenza di marca. Ci stiamo impegnando nella creazione di una vera e propria rete di partner Montolit: per adesso contiamo qualche centinaio di distributori, ma l’obiettivo è continuare crescere, sulla base di un protocollo di intesa che impegna il rivenditore a condividere un percorso comune, anche sul fronte della formazione.

D. I distributori edili sono sufficientemente preparati sulle caratteristiche tecniche dei vostri prodotti?
R. È sempre più difficile confrontarsi con l’utente finale, sempre più informato. A partire da questa premessa, siamo convinti che il rivenditore, più che fornire prodotti, debba offrire servizi.  È una lunga strada e spero che ci sia la volontà di intraprenderla. Noi diamo la massima disponibilità ad aprire questo dialogo.

D. Che cosa dovrebbe fare il distributore per qualificarsi meglio?
R. Visto che è  impossibile pensare a un distributore onnisciente, sarebbe opportuno che si concentrasse sui servizi in grado di fare la differenza, magari con un ufficio interno dedicato alla progettazione o alla consulenza di posa, facendo affidamento anche sui produttori. La rivendita classica intesa unicamente come vetrina di prodotti è destinata a perdere importanza, se non si attualizza.

D. Che idea vi siete fatti sull’e-commerce?
R. Credo sia una grande opportunità per l’utente finale, soprattutto per una questione di comodità e gestione del tempo da dedicare agli acquisti, valida per tutti i prodotti che non richiedono una consulenza o un servizio. Il cliente professionista è però un utente che ha bisogno anche di suggerimenti tecnici, che l’e-commerce non può fornire. E qui sta la chiave per il futuro della distribuzione edile.

D. Quanto hanno inciso sulle vostre vendite il superbonus e in generale gli incentivi fiscali relativi ai bonus casa?
R. Dal punto di vista pratico poco, dal punto di vista psicologico molto in quanto hanno contribuito a creare un clima di euforia nel mercato post-covid.

D. Materie prime, caro energia, trasporti: qual  è al momento la principale difficoltà?
R. Dipende dai momenti. Si vive alla giornata e ci si confronta ogni giorno con situazioni di difficile gestione. Quando era iniziato il problema del rincaro delle materie prime, pensavamo fosse tutto legato alla fine della pandemia, e che prima o poi la bolla si sarebbe sgonfiata. Purtroppo è sopraggiunto anche l’aumento dei costi energetici e della logistica, con rincari considerevoli sul fronte dei trasporti.

D. I tempi di consegna si sono stabilizzati?
R. Siamo riusciti a organizzarci con la preventiva acquisizione delle materie prime e una buona organizzazione produttiva e logistica, riuscendo a mantenere i tempi di consegna entro limiti ragionevoli grazie a una saggia gestione degli approvvigionamenti.

D. Parliamo di formazione: quali iniziative avete in questo ambito?
R. L’Italia è uno dei pochi paesi europei a non avere una scuola riconosciuta internazionalmente per quanto riguarda la formazione dei posatori ceramici. Per questo puntiamo molto sulla nostra squadra aziendale destinata alla formazione esterna. Seguiamo come partner tecnici tutte le scuole più importanti in Europa e lavoriamo a fianco dei nostri partner e distributori per formare il loro personale di vendita in merito ai nuovi prodotti.

D. Com’è andato il 2021 e cosa vi aspettate per il 2022?
R. Il 2021 è andato molto bene sia a livello italiano che estero. Abbiamo sfruttato la ripresa post-pandemica e siamo riusciti a crescere di parecchio tra Italia ed estero. Per il 2022 ci sono un po’ di dubbi legati alla situazione contingente. Già sul finire dello scorso anno abbiamo assistito a uno stabilizzarsi della crescita. Contiamo su prodotti e attività nuove per mantenere il trend del 2021, ma sarà dura.

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