Forza rivendita! È ora di consolidare nel cambiamento

Rispolverando per un attimo lo spirito patriottico delle grandi occasioni, per esempio quello che accompagna gli eventi sportivi, può far piacere sapere che il 2021 che ci siamo appena lasciati alle spalle ha visto la nostra congiuntura edilizia al primo posto in Europa, con un sonoro +15,1% rispetto all’anno precedente.

Alziamo allora la coppa della soddisfazione ma senza sventolarla troppo, perché  la nostra storia di impavidi edili pretende morigeratezza. Non desidero guastare l’inizio 2022 che, ci dicono, sarà altrettanto interessante come l’anno appena concluso, ma vale la pena ricordare che ci sono alcune cosette da sistemare, a partire dai prezzi di certi (tanti) materiali. Qualcuno ha infatti fatto notare che, negli ultimi dieci mesi dello scorso anno, i listini sono stati revisionati circa 800 volte. E mai per difetto. 

Ciononostante, e ciò può diventare argomento di studio e di approfondimento, sia il 2020 che il 2021 sono stati anni fantastici per la distribuzione edile, anche solo perché sono stati i primi anni, dalla crisi del 2007, che le rivendite hanno ripreso a creare valore.

Ma anche in questo caso conviene trattenere l’esultanza, perché dobbiamo ancora recuperare circa il 20% del volume d’affari, rispetto al periodo pre-crisi. Ma insomma, che cosa dobbiamo fare per meritarci un po’ di soddisfazione e di serenità? La risposta può essere: consolidare nel cambiamento. 

Una predisposizione positiva può arrivare dall’andamento congiunturale degli ultimi due anni, cui possiamo temerariamente aggiungere anche quello appena iniziato. Il primo obiettivo non può però essere solo quello di portarci alla pari con i fatturati, perché ci tocca investire per prepararci ai grandi temi del mercato futuro che si possono riassumere con la transizione ecologica, lo sviluppo sostenibile e la lotta agli sprechi.

Che cosa c’entriamo noi con queste cose? Più di quanto possiamo immaginare. Il nuovo mercato, ovvero la presenza sempre più sensibile del cliente privato nei nostri magazzini e nelle nostre show-room, ci offre l’opportunità (una volta nella vita!) di indirizzare le scelte del nostro interlocutore sulla base di argomentazioni che lui già conosce e apprezza. E
che, a volte, pretende.

Ricordiamoci, a tal proposito, che il mercato immobiliare, nel 2021, è cresciuto del 55,9% rispetto al 2020. Ciò ha significato, per la maggior parte delle persone, rendere la propria nuova casa confortevole, creando tutte le premesse per la vita domestica in un ambiente sano ed energeticamente virtuoso.

La transazione ecologica, come ormai sappiamo, non coinvolge solo l’impiantistica e ciò che le gira attorno, ma anche la scelta dei materiali e delle tecnologie costruttive. Così come il previsto rilancio delle opere pubbliche, un mercato che ci sembra sempre lontano dalle nostre rivendite, in realtà riesce a generare un indotto sempre interessante.

Certamente, bisogna come di consueto sgomitare, urlare come forsennati che ci siamo anche noi, ma se ciò avviene non è colpa del mercato. Il periodo è particolarmente fecondo per favorire il completamento della trasformazione della nostra attività distributiva.

Abbiamo la fortuna di avere a che fare con un target sensibile che negli ultimi anni ha risparmiato un sacco di soldi e che ora è felice di spenderli per la sua casa. Immaginare un punto vendita dispensatore di innovazione tecnologica non può più essere una semplice utopia. Imprese e artigiani, a loro volta, si adatteranno, chi prima, chi poi.

Se ci pensate, è sempre stato così. Chi lavora con passione all’interno del suo punto vendita credo che in cuor suo non possa desiderare niente di meglio, e non esiste situazione migliore per regalare impulso ai fatturati, perché sappiamo che proporre qualità significa anche marginare meglio.

Vi basta come augurio per questo 2022 ricco di aspettative?

di Roberto Anghinoni (da YouTrade n. 125)

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