Angaisa in campo per cambiare il decreto antifrode

L’Associazione nazionale commercianti articoli idrosanitari, climatizzazione, pavimenti, rivestimenti e arredobagno scrive al governo e scende in campo contro il decreto antifrode. Le aziende, «dall’entrata in vigore del cosiddetto decreto antifrode si vedono costretti a navigare a vista», lamenta Maurizio Lo Re, presidente di Angaisa. Nel mirino c’è la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del decreto, dopo che la stessa Agenzia delle Entrate aveva dovuto bloccare temporaneamente la possibilità di utilizzare i canali telematici dedicati alla comunicazione delle opzioni cessione credito-sconto in fattura, per poterli adeguare alle nuove disposizioni, sono rimaste sul tappeto una serie di problematiche che stanno ancora bloccando, almeno parzialmente, la piena operatività degli incentivi legati ai bonus edilizi.

La circolare interpretativa numero 16/E dell’Agenzia delle Entrate, però, secondo Angaisa ha creato nuove incertezze, in un quadro normativo che resta complesso e non omogeneo. Attualmente non è chiaro, ad esempio, se i prezzari Dei possano essere utilizzati dai professionisti che dovrebbero asseverare la congruità delle spese, relative ai lavori di ristrutturazione edilizia.

«Il decreto antifrode sembrerebbe destinato a non essere convertito in legge, ma dovrebbe essere parzialmente recepito nella legge di bilancio, il cui iter potrebbe concludersi solamente verso la fine del mese di dicembre», stigmatizza il presidente di Angaisa. «Nel frattempo i professionisti non asseverano, in attesa di poter contare su regole certe e incontestabili. Di fatto, dalla seconda metà di novembre, abbiamo assistito a una progressiva frenata del mercato. Una criticità imprevista, frutto di decisioni affrettate, che stanno creando danni non solamente al nostro settore, ma all’economia nazionale nel suo complesso».

Il corto circuito si lega anche al fatto che deve essere ancora emanato, fra l’altro, il decreto del ministero della Transizione ecologica che dovrà fissare, a sua volta, «alcuni valori massimi…. per talune categorie di beni», sempre ai fini dell’asseverazione delle spese. Un ulteriore aspetto che, dice l’associazione, riguarda l’entità economica degli interventi per i quali il decreto antifrode ha reso obbligatori sia visto di conformità che asseverazione dei prezzi.

Angaisa ha effettuato un’indagine, avvalendosi di alcuni professionisti del settore, che ha preso in considerazione un campione di comunicazioni relative all’opzione sconto in fattura, effettuate nel periodo dal primo settembre a fine ottobre, interventi incentivati con detrazioni fiscali per bonus casa 50% e ecobonus 50-65%. L’analisi dei dati elaborati evidenzia che, in relazione a 1.500 pratiche relative a interventi Its incentivati con bonus ristrutturazioni edilizie e riqualificazioni energetiche non strutturali,  il 70% delle comunicazioni riguarda interventi con spesa totale inferiore a 5 mila euro, il 94% con spesa inferiore a 10 mila euro.

È evidente, argomenta l’associazione, che l’incidenza dei costi legati a visto di conformità e asseverazione, per interventi di lieve entità, rischia di pregiudicare l’attrattività di questi incentivi, soprattutto di fronte alle attuali difficoltà di gestione degli aspetti di carattere contrattuale e fiscale e al rischio concreto di eventuali contestazioni e sanzioni da parte dell’amministrazione finanziaria.

Per questo Angaisa chiede al Governo di introdurre per tutti i lavori riconducibili ai bonus  (resta escluso il 110%) un massimale di spesa di 10 mila euro, sotto il quale verrebbe meno l’obbligatorietà del visto di conformità e dell’asseverazione di congruità delle spese. Inoltre, Angaisa chiede di completare e rendere omogeneo il quadro normativo, in modo tale da rendere operative e vincolanti le nuove regole introdotte dal decreto antifrode (con il massimale di spesa sopra indicato) solamente a partire dal gennaio e di confermare la piena legittimità delle vecchie regole (escludendo quindi la necessità di asseverazione e visto di conformità) in relazione a pagamenti e fatture antecedenti (cioè fino al 31 dicembre).Infine, l’associazione chiede di fornire urgenti anticipazioni e garanzie in merito, attraverso un comunicato stampa dell’Agenzia delle Entrate che potrebbe essere diffuso in tempi brevissimi, consentendo a tutti gli operatori del settore e ai professionisti coinvolti di ripristinare il circolo virtuoso dei bonus edilizi, di cui devono continuare a poter beneficiare consumatori e imprese.

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