Prezzi caldi? Comprate in casa. I vantaggi dell’in-shoring

Le condizioni che si sono venute a creare con la pandemia, la ripartenza di alcune economie (leggasi Cina), l’effetto di alcune politiche locali (come il superbonus) hanno portato dei seri problemi in numerose filiere produttive. Le conseguenze sono un aumento dei prezzi delle materie prime, un aumento dei tempi di consegna delle merci, oltre alla stessa difficoltà di trovare componenti per la propria produzione.

Solo nell’industria automobilistica, il gruppo Volkswagen ha dichiarato che la mancanza di microchip in marzo è costata la riduzione della fabbricazione di circa 100 mila auto. Per la stessa ragione nel Nord America, Stellantis ha chiuso cinque impianti.

Secondo alcune associazioni le difficoltà di approvvigionamento non sono solo per i semiconduttori, ma anche per elementi essenziali quali l’acciaio e materie prime plastiche (acrilonitrile-butadienestirene, poliammide e polipropilene).

Secondo il Purchasing Managers Index (Pmi), indicatore economico di Ihs Markit per le imprese italiane del settore edilizia, il mercato ha mostrato il più forte incremento dei costi di acquisto dal 1999. L’incremento della domanda, unito alla riduzione della disponibilità delle materie prime hanno portato a un aumento dei lead time e a prezzi in crescita esponenziale.

Dal momento che nulla si può fare per ciò che è accaduto, le strategie da sviluppare si devono concentrare su una riprogettazione della filiera logistica. In particolare vi è da considerare l’in-shoring, ovvero il ritorno ad approvvigionamenti realizzati da aziende che appartengono alla stessa nazione o continente.

Fino a oggi si è sempre preferito l’off-shoring, ovvero l’acquisto di materiali e componenti in Paesi di altri continenti guidato dalla ricerca del prezzo più basso, ma con tempi di consegna lunghi, lotti minimi molto alti, difficoltà di interazione con il fornitore e, spesso, mancanza del controllo sulla filiera logistica. L’in-shoring preferisce la ricerca di fornitori a livello europeo dal momento che la prossimità geografica consente di ridurre i lead time e le quantità acquistate.

Il sovrapprezzo, che sarà necessario pagare rispetto a fornitori intercontinentali, è spesso ripagato da una gestione più snella, una maggiore flessibilità operativa e un maggiore controllo sullo stato dell’ordine.

La vicinanza geografica del fornitore può, inoltre, favorire anche lo scambio di competenze, sempre più necessario per riuscire, laddove sia possibile, a sostituire materiali o ricorrere a componenti differenti in grado però di garantire gli stessi obiettivi funzionali.

di Andrea Payaro, docente ed esperto del ministero dello Sviluppo Economico -Ice (da YouTrade n.120)

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