Geoplast: fare business è sempre più verde

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Mirco Pegoraro,
ceo di Geoplast

«Vediamo la necessità di un’edilizia sostenibile come una delle più grandi opportunità della nostra generazione. È un’opportunità per la salute del nostro ecosistema, ma anche per il nostro business». Mirco Pegoraro, ceo di Geoplast, sprona l’industria delle costruzioni a rendere la sostenibilità immediatamente redditizia e lo fa progettando più di 400 prodotti in plastica riciclata, facili da usare e testati, che garantiscono un aumento della sostenibilità e del profitto nella fase di costruzione.

Vespai areati, casseforme in plastica, piastre alleggerite, sistemi di gestione delle acque meteoriche e soluzioni per il verde urbano sono alcuni dei sistemi messi a punto dall’azienda padovana per progetti di costruzione più green, veloci e resilienti.

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La sede Geoplast a Grantorto (Padova)

Domanda. L’Europa punta a ridurre le emissioni di Co2 di almeno il 55% entro il 2030 e azzerarle entro il 2050. È un obiettivo raggiungibile?
Risposta. Come ogni buon imprenditore tendo sempre a essere positivo. Molte normative che, in maniera trasversale, riguardano diversi settori, stanno andando proprio in questa direzione. Se ci sono regole forti, tutto è possibile.

D. Che cosa comporterà per le città italiane l’adeguamento a queste normative?
R. Comporterà una rivoluzione nell’adozione di tecnologie e nuovi modelli di costruzione, lo sviluppo di aree verdi all’interno delle città, la creazione di nuovi modelli di viabilità e gestione del traffico. Per gli edifici sarà molto importante quantificare le emissioni in termini di Co2 e ridurre i consumi.

D. E a livello di territorio?
R. Si parlerà sempre di più di equilibrio idrogeologico, un macrotrend che si sta rafforzando negli ultimi cinque-sei anni, e di messa in sicurezza.

D. Geoplast è da tempo concentrata sui cambiamenti climatici: in che modo?
R. Da sempre sono appassionato di tematiche ambientali e attento all’evoluzione del settore delle costruzioni. L’obiettivo di Geoplast è introdurre prodotti che possano dare un contributo alla sostenibilità, con un’attenzione particolare all’utilizzo delle materie prime e al tema del riciclo. Le nostre soluzioni utilizzano infatti plastica rigenerata da rifiuti al posto di materie prime provenienti da fonti vergini come calcestruzzo, ghiaia e ferro.

D. La sostenibilità si identifica con maggiori costi?
R. No, oggi le tecnologie a disposizione permettono di sostenere gli stessi costi, se non qualcosa in meno, dei sistemi tradizionali. Anzi, sicuramente è possibile guadagnare anche in termini di tempo in fase di cantierizzazione. Pensare che la sostenibilità costi di più è un falso credo.

D. Il green è dunque una strada inevitabile?
R. Sì, finora abbiamo sfruttato la natura e la natura si è ribellata. Le risorse non sono infinite, quindi la sostenibilità è una strada inevitabile.

D. Quali soluzioni Geoplast mette in campo per l’ambiente?
R. Potrei dire tutte, perché Geoplast propone un’ampia gamma di prodotti che riguardano l’equilibrio idrogeologico e la reimmissione nel ciclo naturale dell’acqua piovana, prodotti legati all’urban green, sia tetti pensili che pareti verticali e parcheggi verdi. C’è poi tutto il mondo delle casseforme, che apparentemente non sembra legato al filone della sostenibilità, e invece è molto attinente in quanto i nostri prodotti permettono di sostituire il legno proveniente dal taglio degli alberi con materiale in plastica rigenerata. Insomma tutto quello che facciamo si riconduce all’ambiente. Se vogliamo andare avanti e creare un mondo più vivibile, sicuramente dobbiamo convincerci che la sostenibilità è l’unica strada percorribile.

D. A quali clienti sono destinati questi prodotti?
R. Architetti e ingegneri sono coloro che hanno maggiore sensibilità verso questi argomenti. Poi i distributori di materiali e attrezzatura edile. Sicuramente il primo approccio, quando abbiamo un prodotto nuovo, va verso il mondo dell’architettura e dell’ingegneria.

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I prodotti Geoplast sono supportati da un team specializzato di ingegneri disponibili per formazione e la consulenza

D. Anche l’urban green gioca una parte decisiva nelle città: qual è la proposta di Geoplast?
R. Abbiamo una serie di prodotti che si adattano molto bene al contesto urbano. Per esempio, prodotti per i parcheggi verdi e soluzioni che mirano a rendere permeabili superfici come terreni e tetti per assorbire parte della piovosità e delle polveri sottili. Oppure sistemi per combattere lo sfondamento delle pavimentazioni da parte delle radici degli alberi. Abbiamo creato un prodotto che contiene le radici e le fa radicare nel sottosuolo senza creare sfondamenti.

D. Comuni, enti locali e regioni: qual è il vostro principale interlocutore?
R. Comuni ed enti locali, soprattutto i consorzi di bonifica. Le regioni sono più difficili da intercettare.

D. Le semplificazioni introdotte in materia di appalti rappresentano un passo avanti?
R. Sì, finalmente sono state introdotte delle misure di semplificazione sugli appalti abbastanza positive. Si sta parlando anche di eliminare la questione del massimo ribasso, un tema molto importante che permette di fare attenzione alla qualità, tutelando le opere da prezzi insostenibili e fallimenti improvvisi.

D. Un settore che sta conoscendo un grande sviluppo a causa dei cambiamenti climatici, è quello della gestione dell’acqua: quali sono le vostre soluzioni?
R. Geoplast propone soluzioni per la creazione di vasche sotterranee in grado di raccogliere l’acqua piovana, con la possibilità o meno di infiltrazioni nel terreno. Stiamo svolgendo una importante ricerca su nuovi materiali, mettendo in campo innovative tecnologie di produzione per garantire elevate capacità di resistenza nel lungo periodo. Abbiamo realizzato da poco un nuovo prodotto, Aquabox, che sta avendo un discreto successo sul mercato e siamo al lavoro su altri due prodotti che saranno lanciati prossimamente. La volontà resta sempre quella di utilizzare plastica sottratta all’ambiente attraverso la raccolta dei rifiuti e il riciclo, strutturando prodotti in grado di garantire performance di bacino importanti e mantenere la portata nel lungo periodo.

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Lavori per l’aeroporto Orio Al Serio (Bergamo) con la posa del sistema Aquabox

D. In Italia si sta facendo abbastanza sul tema della gestione dell’acqua?
R. Assolutamente sì. Direi che l’Italia, non è seconda a nessuno riguardo alla gestione dell’acqua. Sono molto soddisfatto di quello che si sta facendo, vedo cantieri e opportunità molto interessanti, allo stesso livello dei paesi più avanzati come Francia, Germania e Inghilterra.

D. I fondi europei del Pnrr potranno servire alla gestione del rischio idrogeologico?
R. Parte dei fondi sono destinati alle infrastrutture, anche per il contenimento del rischio idrogeologico. Insieme al rischio sismico, è uno dei temi di maggiore attenzione, anche mediatica.

D. La plastica rigenerata ha caratteristiche adeguate per l’impiego in edilizia?
R. Molto dipende anche dalla forma stessa del prodotto finale. Sta nell’abilità di ogni azienda studiare il giusto elemento adatto all’utilizzo della plastica rigenerata, a livello di geometria e tipologia di incastri.

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Posa del sistema Drainpanel per il polo ospedaliero di Villa Bellombra (Bologna)
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Il cassero per pavimenti ventilati
Nuovo Elevator per Polo Ristorazione a Teolo (Padova)

D. Alla luce della vostra esperienza, i rivenditori hanno compreso l’opportunità di business legata alla sostenibilità?
R. Alcuni sì, altri meno. Non è una sensibilità condivisa e c’è ancora tanta strada da fare. Diciamo che il 15-20% dei rivenditori ha ormai sviluppato una sensibilità verso queste tematiche, gli altri vanno un po’ a traino. Rimane sempre prioritario il punto di vista commerciale e di business, tuttavia bisognerebbe fare uno sforzo ulteriore per cavalcare la strada della sostenibilità da pionieri e salire sul treno al momento giusto.

D. Come utilizzate il concetto di sostenibilità ai fini del marketing?
R. Geoplast sta spingendo il concetto di sostenibilità legato alla profittabilità: nel mondo delle costruzioni è possibile avere un approccio sostenibile ma allo stesso tempo redditizio. Bisogna sconfiggere questo mito della sostenibilità come fosse un orpello di bellezza, e iniziare a pensare al green come a un percorso serio, non banale e ineluttabile. Anche i produttori non dovrebbero avere paura di convertirsi. Bisogna avere il coraggio di parlare di ambiente e futuro, senza farsi ingabbiare in discorsi legati al prezzo e al mercato.

D. Si possono valorizzare i prodotti green all’interno della rivendita?
R. Credo che la parola chiave sia «contestualizzare». Creare spazi in cui i clienti siano accolti in ambienti luminosi, verdi, curati. Il rivenditore deve mostrare all’impresa che crede veramente nella sostenibilità, che non è solo un business di facciata. E creare cultura.

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