Andrea Papetti, Ecological Wall: questo gesso è per sempre

Secondo l’Agenzia Europea dell’Ambiente, circa un terzo del totale dei rifiuti prodotti nella UE deriva dal comparto edile. Mentre Belgio, Olanda, Germania e Francia recuperano circa il 60-70% dei rifiuti prodotti dal settore edile, l’Italia ne recupera solo il 9-10%. Un patrimonio sprecato e inutilizzato che, invece, rappresenta il capitale su cui partire per sviluppare quell’economia circolare di cui tanto si parla, obiettivo fondante anche dell’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile siglata dall’Onu.

«Ridurre il conferimento al 10%, potenziando il recupero dei rifiuti e impiegando materiali di riciclo, soprattutto in edilizia, è il modello su cui è nata Ecological Wall», spiega il suo amministratore, Andrea Papetti. «Il nostro progetto ha l’ambizione di promuovere un sistema industriale a servizio di una gestione virtuosa dei rifiuti, che permetta di re-immettere sul mercato materie prime seconde. A partire dal cartongesso».

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Andrea Papetti, amministratore delegato di Ecological Wall

L’intervista a Ecological Wall e lo Speciale Cartongesso sono su YouTrade di aprile: ricevi la tua copia

Ecological Wall: il bello del riciclo

«Ecological Wall nasce nel maggio 2018 con l’obiettivo di recuperare il cartongesso derivato dalle demolizioni, per produrre materia prima secondaria da immettere sul mercato in sostituzione delle materie tradizionali», aggiunge Papetti. Classificato come rifiuto speciale non pericoloso (Cer 17.08.02), il cartongesso è un materiale riciclabile al 100% e più volte.

«Il gesso può essere riciclato all’infinito perché non cambia le sue caratteristiche fisiche. Una volta separato il gesso dal cartone, è praticamente possibile recuperare entrambi i materiali integralmente e immetterli di nuovo sul mercato. Questa è una grossa opportunità per lo sviluppo dell’economia circolare e per sensibilizzare sia le rivendite che le imprese sull’importanza del riciclo. Non si tratta di materiali di seconda scelta, anzi. Attraverso un laboratorio di analisi abbiamo accertato che il grado di purezza del gesso risultante dal processo di lavorazione e riciclo è pari al 90%».

Come funziona Ecological Wall

L’attività di Ecological Wall si sviluppa in due fasi: la raccolta del cartongesso presso i posatori e le rivendite di materiali edili e la lavorazione in un impianto di trattamento per il suo recupero e riciclo.

«Ai clienti posatori e alle rivendite di materiali edili offriamo in comodato d’uso una struttura in acciaio a cui è agganciato un sacco da 1 metro cubo, in cui stoccare i rifiuti in cartongesso. Una volta riempito, il sacco è sganciato e appoggiato sopra a un bancale in attesa del ritiro», precisa il manager. «Presso i cantieri lo stoccaggio avviene invece attraverso la dotazione di cassoni compattatori per gli scarti a base gesso, che permette di rispettare appieno le normative vigenti sulla suddivisione dei rifiuti. In passato c’era un solo cassone dove si gettava dentro tutto, oggi la miscelazione dei rifiuti in cantiere è vietata. La maggior parte ancora non rispetta la normativa, ma differenziare i rifiuti per categorie omogenee permette anche di ottenere un risparmio notevole nei costi di smaltimento. In entrambi i casi l’attività di raccolta viene gestita direttamente tramite i nostri mezzi, che trasportano poi il cartongesso presso l’impianto di lavorazione».

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Una volta raccolto e trasportato, il cartongesso è lavorato per la separazione del gesso dalla carta, dal cartone e da altri componenti presenti negli agglomerati. Dal processo di separazione si ottiene carta, destinata al riciclo dell’industria cartiera, e gesso in polvere, stoccato in sacchi da 15 chilogrammi e reso disponibile alla vendita per usi edili.

Non solo cartongesso

Ecological Wall non si occupa però solo di cartongesso. «Offriamo un servizio completo al cantiere e siamo in grado di smaltire, attraverso una rete di collaboratori, qualsiasi tipo di rifiuto, anche speciale. Noi lavoriamo solo con i formulari di legge e analisi dei codici Cer. Questo servizio consente ai costruttori di essere più tranquilli ed evitare multe e responsabilità penali per l’errata separazione dei rifiuti. Il produttore del rifiuto è, infatti, l’unico e inderogabile responsabile nel classificare correttamente i propri rifiuti. Al momento siamo concentrati sulla Lombardia, ma stiamo lavorando per arrivare anche in Veneto dove i costi di smaltimento sono molto alti», racconta Papetti.

«Dopo numerose difficoltà burocratiche che hanno rallentato la piena operatività dell’azienda, slittando di quasi un anno e mezzo l’apertura, finalmente avevamo iniziato a lavorare. Purtroppo, a causa dell’emergenza sanitaria, ci siamo dovuti fermare per qualche mese. Spero in una rapida ripresa e in una manovra concreta per il settore dell’edilizia, che deve ripartire al più presto».

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