Paolo D’Agostino, Aliaxis: è il momento di fare più rete

Che cosa vuol dire affrontare l’emergenza coronavirus per un gruppo internazionale composto da 16mila dipendenti, più di 75 siti produttivi e più di 120 centri di distribuzione in tutto il mondo? Lo abbiamo chiesto a Paolo D’Agostino, Key Account Building Director per l’Italia di Aliaxis, gruppo mondiale specializzato nella produzione e commercializzazione di sistemi in materiale plastico per la gestione dei fluidi in ambito residenziale, commerciale, infrastrutturale, nonché in applicazioni industriali.

paolo-dagostino-aliaxisDomanda. Come Aliaxis ha affrontato la situazione legata al coronavirus?
Risposta. È stato istituito un comitato globale di crisi per assistere tutte le aziende del gruppo nel mondo e fornire tutte le informazioni sull’evoluzione della situazione legata alla pandemia. Poi, ogni Paese ha istituito un local crisis management che trasferisce queste informazioni a dirigenti e manager, che a loro volta informano i dipendenti quotidianamente attraverso una call di 20 minuti via Skype. La situazione cambia giorno per giorno e, anche geograficamente, gli scenari nelle varie zone d’Italia sono molto diversi.

D. Ed il sito di Zola Predosa dove si producono le gamme Redi come fronteggia il momento?
R. Abbiamo sanificato gli ambienti e preso tutte le misure necessarie affinché le persone potessero lavorare in sicurezza nei reparti produttivi, mentre gli uffici stanno lavorando tutti in smart working già dal 9 marzo. Al momento non stiamo andando a regime, ma la produzione è sopra il 50%. La nostra attività è regolata dai cantieri: con lo sblocco dei cantieri edili i nostri clienti potranno tornare al lavoro e si ripartirà per evadere gradatamente tutti gli ordini e le commesse.

D. In Italia quale sarà lo scenario del settore edilizia post-coronavirus a breve-medio termine?
R. Prima del coronavirus, nei primi due mesi dell’anno, l’edilizia in Italia stava andando benissimo, un risultato pienamente meritato dopo anni di sofferenza. Per i prodotti Redi il 2020 sarebbe stato la conferma del lavoro svolto negli ultimi cinque anni, il momento di godere di ciò che si era seminato. Per quanto riguarda più da vicino il nostro settore, si ripartirà piano piano: i lavori alle infrastrutture rimarranno, ma il mercato delle ristrutturazioni avrà una flessione. A meno di urgenze, credo che chi deve fare lavori in casa rimanderà. La paura è ancora tanta, ma per essere ottimista voglio sperare che torneremo al 70% del mercato. Sicuramente il coronavirus non ci voleva, ma imporrà un cambio di mentalità in tutte le aziende, non solo in edilizia.

D. In che modo?
R. Dobbiamo riscrivere il mondo con una mentalità diversa per affrontare l’era post-coronavirus. Di conseguenza anche le aziende dovranno adeguarsi a nuovi modi di lavorare. In questo periodo di quarantena abbiamo portato le aziende dentro le nostre case: questo vuol dire trovare nuovi equilibri all’interno della propria famiglia, ma anche comunicare con tante persone in modi diversi, forse più efficaci, lavorare in maniera meno stressante, muoversi in maniera più mirata e consapevole, con potenziali anche sull’ambiente. Parliamo sempre di un mondo più green, forse questo è l’inizio di un processo.

D. Quali iniziative dovranno essere messe in campo per la ripartenza?
R. Sicuramente il coronavirus ha colpito tutto il mondo e non è il momento di speculazioni. Ci saranno aziende che avranno problemi a ripartire senza aiuti dallo Stato, molte avranno problemi di liquidità. La cosa migliore sarà fare ancora più rete tra produttori, distributori e clienti.

D. L’e-commerce può essere uno strumento per la ripartenza?
R. L’e-commerce è diverso dal mercato tradizionale della distribuzione: è una piattaforma che dà i suoi risultati, ma devi strutturarti in una certa maniera dal punto di vista logistico e di servizio, e scegliere quali prodotti e quali marchi spingere.

D. Quali sono le impressioni che lei ha raccolto in questo periodo tra i rivenditori di materiali per edilizia?
R. Tutti vorrebbero riaprire. Li ho visti pronti, reattivi, molti si sono organizzati, tutti lavorano in sicurezza creando dei percorsi per il carico dei materiali in assoluta sicurezza. Gli ordini arrivano prima, vengono processati con calma, e questo è sicuramente un vantaggio.

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