Adolescenti ai raggi X nella ricerca dello Iard

I comportamenti degli adolescenti sono spesso un mistero per i loro genitori. L’Istituto di ricerca Iard cerca di diradare la nebbia degli adulti con una ricerca. Che, per la verità, contribuisce a confermare i sospetti e anche qualche luogo comune che chi ha superato i 30 anni ha nei confronti dei più giovani. Significa che, dopo tutto, non sono veri luoghi comuni. 

L’indagine si intitola Adolescenti e Stili di Vita ed è stata condotta su un campione nazionale rappresentativo di 2.654 studenti delle scuole medie superiori.  È stata coordinata da Carlo Buzzi, ordinario di Sociologia dell’Università di Trento, referente dell’area sociologica di Laboratorio Adolescenza e membro del Comitato Scientifico di Istituto Iard e si è svolta tra novembre 2017 e maggio 2018 (età media 16,5 anni).

«L’obiettivo strategico è alternare annualmente il campione (l’edizione 2018-2019 attualmente in corso ritorna nelle scuole medie) in modo da avere un quadro complessivo su uno spettro di età più ampio. In questo modo avremo anche la possibilità di rincontrare, a distanza di qualche anno, le medesime coorti di età e osservare eventuali modifiche comportamentali intervenute con l’aumentare dell’età», spiega riferisce Maurizio Tucci, Presidente di Laboratorio Adolescenza .

Giovani
Giovani

Scuola, studio, lavoro e impegno sociale

Solo il 4,2% degli intervistati ammette di andare male a scuola; la maggioranza (50,7% dei maschi e 58,3% delle femmine) ritiene di andare bene, mentre il rimanente 40% risponde con un prudente così-così. La media di ore di studio al giorno si attesta tra le 2 e le 3 ore, ma c’è un 20% (32% dei maschi) che ammette di studiare meno di un’ora al giorno e un altro 20% (28% delle femmine) che passa sui libri più di 3 ore al giorno.

In maggioranza (59%) coloro i quali affermano di essere soddisfatti della scuola superiore che hanno scelto, mentre il rimanente si suddivide tra chi forse non rifarebbe la stessa scelta (31,8%) e chi certamente non la rifarebbe (9%). E, circa la scelta della scuola superiore, il campione si divide sostanzialmente a metà tra chi afferma che la scelta è stata solo sua e chi di dice di averla discussa con i genitori (tra cui un 5% che dice esplicitamente di essere stato condizionato dai genitori).

Riguardo l’università, le risposte cambiano molto a seconda la scuola che si sta frequentando, con il 60% dei liceali che la dà per scontata, contro il 20% di chi frequenta istituti tecnici o professionali. Mentre sono decisamente pessimisti circa la facilità di trovare un lavoro dopo la scuola o l’università. Tra le garanzie considerate di massima importanza che il lavoro dovrebbe assicurare la più indicata dai maschi è la stabilità (sicurezza di non perdere il lavoro) e dalle femmine il soddisfacimento dei propri interessi. 

Attività sociali

Riguardo l’impegno sociale attivo, più del 20% fa una qualche attività di volontariato, ma solo il 15% delle ragazze e il 6% dei maschi si dice convinto che da adulto farà attività di volontariato.

Sulla carta il 64% sarebbe disponibile a commissioni fuori casa per persone anziane o malate ed il 62% ad aiutare nello studio compagni con qualche difficoltà. Netto il divario tra le risposte delle ragazze e dei ragazzi, con le prime che offrono disponibilità con percentuali mediamente superiori del 20% rispetto ai loro coetanei maschi. 

Social e dintorni

Continua la parabola discendente di Facebook e la crescita di Instagram, mentre Whatsapp (le cui funzioni lo stanno sempre più avvicinando a un vero e proprio social) è utilizzato pressoché dalla totalità del campione. Meno della metà degli intervistati afferma, però, di utilizzare abitualmente gli strumenti per la tutela della privacy che i social mettono a disposizione. Si affaccia in modo significativo il gioco d’azzardo online a cui dichiara di aver giocato (una o più volte) l’11% del sottocampione di chi ha meno di 16 anni (età in cui l’accesso ai casinò on line è vietato dalla legge).

Parità e rispetto

Per il 73% delle ragazze e per il 49% dei maschi in Italia non c’è ancora una assoluta parità di diritti, doveri e opportunità tra uomini e donne. Ad essere penalizzata è la donna, per l’88% delle femmine e il 79% dei maschi. E la penalizzazione maggiore è proprio sul lavoro. Circa il fenomeno della violenza sulle donne, secondo il 54% è aumentato rispetto al passato, mentre il 19% sostiene che sia diminuito. Circa le possibili cause, quella maggiormente indicata è stata «la presunzione dell’uomo che la donna sia di sua proprietà». 

A tavola
A tavola

Alimentazione sballata

C’è una ampia fascia di popolazione adolescenziale (34% dei maschi e 43% delle femmine) che non consuma la prima colazione. Così come sono meno di un terzo gli adolescenti che consumano regolarmente una merenda pomeridiana, ma più dell’80% consuma snack dolci e salati, caramelle, cioccolata o gelati durante la giornata e fuori dai pasti principali. Il pranzo è di gran lunga il pasto principale della giornata solo al sud e nelle isole. Nel resto d’Italia pranzo e cena sono percentualmente molto vicini (leggera prevalenza del pranzo), mentre nelle aree metropolitane lo scenario cambia ed è la cena ad essere maggiormente indicata come pasto principale. Il record a Milano, dove la cena è il pasto principale per il 62% degli adolescenti intervistati.

La pasta è di gran lunga l’alimento più consumato (lo mangia pressoché quotidianamente il 74,4%). Seguono il pane (65,2%), la frutta (58%), la verdura (52,9%) e la carne (50,3%). Legumi, uova e pesce sono gli alimenti meno consumati e indicati come presenti nella dieta quotidiana occasionalmente o raramente. Beve quotidianamente vino ai pasti il 6,4% e birra il 6,9%, mentre il 37,8% consuma abitualmente caffè. Consumi e gusti, tranne che per pasta e carne che piacciono molto, non sempre sono allineati. Dolci e salumi (ma anche il pesce) piacciono molto di più di quanto non si consumino, mentre verdura e frutta molto meno.

Riguardo le cucine etniche, il campione si divide tra un 40% di estimatori (la cucina che piace di più è quella giapponese), un 30% di curiosi, che non le hanno mai sperimentate ma vorrebbero farlo (la cucina che incuriosisce di più è quella indiana), e il 30% di refrattari, che le hanno provate ma non gradite o, soprattutto, che non hanno alcuna voglia di sperimentarle (quella che insospettisce di più è la cucina africana).

«Il combinato disposto della prima colazione disertata e dello spostamento del pasto principale dal pranzo alla cena evidenzia un dannoso squilibrio dell’apporto nutrizionale quotidiano verso l’ultima parte della giornata, proprio quando il consumo energetico diminuisce. Non rispettare le indicazioni ottimali (25% dell’apporto nutrizionale quotidiano la mattina, 50% a pranzo e 25% a cena) compromette il corretto metabolismo e accresce enormemente i rischi di sovrappeso e obesità», ammonisce Gianni Bona, ordinario di Pediatria all’Università di Novara e membro del Consiglio direttivo di Laboratorio Adolescenza.

Le scelte

L’abitudine di accompagnare i genitori a fare la spesa alimentare è tendenzialmente alta (oltre il 70%), ma mentre per le femmine è più sistematica (il 42% lo fa spesso), per i maschi è più occasionale (la maggioranza, 43,7%, lo fa qualche volta). Sul versante consumi, la spinta maggiore ad acquistare per la prima volta un nuovo prodotto alimentare arriva dal suggerimento dagli amici (80,9%) e, in seconda battuta, dalla curiosità vedendolo esposto (73,1%). L’influenza della pubblicità televisiva è tale sul 41% degli intervistati, mentre fa la sua comparsa anche la pubblicità attraverso Internet (influenza il 15% degli adolescenti). Scarso appeal, in quella fascia di età, raccolte a punti o premi legati all’acquisto di un prodotto. Circa il «dove», si va prevalentemente a fare la spesa alimentare, netta prevalenza del supermercato al nord e al centro, mentre nelle isole e soprattutto al sud si equilibra nei confronti della scelta del negozio specifico.

La consapevolezza

Mediamente buona (ma ci sono ancora lacune da colmare) la conoscenza delle principali caratteristiche nutrizionali dei principali alimenti. Il 61% è consapevole di cosa significhi commercio equo e solidale, mentre solo il 24% riesce a dare una definizione corretta di filiera corta. Buone, invece, le conoscenze riguardo i prodotti ogm. Gli studenti dei licei appaiono mediamente più informati dei loro colleghi delle scuole tecniche e professionali.

Riguardo il fenomeno dello spreco alimentare nelle famiglie, la causa maggiormente indicata (dal 40%) è stata: «Si comprano, per sbagliata valutazione, più prodotti alimentari di quelli che in realtà sono necessari». 

Lo Sport

Insufficienti, per quelle che sarebbero le indicazioni dei medici, le ore di sport praticate: il 31% dei maschi e il 53% delle ragazze, oltre le due ore settimanali scolastiche, o non pratica alcuno sport o lo pratica per meno di due ore alla settimana. La motivazione più indicata, relativa al non praticare sport extrascolastico, è la mancanza di tempo (66%), ma il 5,4% dei maschi e il 7,9% delle femmine lo collega a problemi di tipo economico. Anche su questo aspetto la differenza di percentuale tra maschi e femmine appare un chiaro indicatore di come le famiglie in difficoltà economiche favoriscano comunque i maschi. Lo sport più praticato risulta essere di gran lunga il calcio per i maschi e la pallavolo (ma con una percentuale molto minoritaria) per le femmine. Cresce, rispetto al passato, l’abitudine di praticare attività sportiva in palestra.

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