Building Information Modeling formato Cina

In quale paese il patrimonio edilizio è destinato crescere di più? La Cina, sempre che la frenata dell’economia non si riveli più dura del previsto. La risposta potrebbe sembrare scontata se si considera che il volume di cemento utilizzato dal settore delle costruzioni cinese tra il 2011 e il 2013 è maggiore rispetto a quello gettato dagli Stati Uniti in tutto il 20esimo secolo. Non stupisce nemmeno che, secondo Navigant Research, crescerà di 1 miliardo di metri quadrati entro il 2024. Per far sì che almeno una parte di questi edifici sia sostenibile il governo cinese ha imposto alle grandi società edili e di designer, l’obiettivo 2020 e l’adozione del Building Information Modeling (Bim). Si tratta però di competenze poco diffuse nel Paese. La soluzione? Un centro di ricerca apposito nel campus della Nottingham University a Ningbo, e che faccia anche innovazione legando le tecniche Bim alle smart city, all’internet delle cose, ai big data, alla bio-edilizia. L’intento è quello di creare uno standard nazionale che possa essere d’aiuto non solo alle grandi aziende ma a tutte le imprese del settore e che possa modernizzare l’industria delle costruzioni. L’università, per esempio, ha appena ricevuto dei finanziamenti del Governo per formare dei professionisti e per istituire dei corsi riservati alle imprese sull’uso delle tecnologie costruttive intelligenti ed ecosostenibili. Al centro di ricerca collaborano anche realtà esterne come la multinazionale di engineering Arup oppure Bentley System, fornitore di soluzioni software per l’intero ciclo di vita delle infrastrutture. È chiaro che una simile strategia offre, date le dimensioni del mercato locale, enormi possibilità di fornire servizi avanzati. Certo, oggi come oggi, un qualificato direttore dei lavori italiano avrebbe molto da offrire all’industria delle costruzioni cinese, sebbene le regole di tutela della salute e della sicurezza sul lavoro nel Paese sono parecchio sotto gli standard internazionali. Non solo, la stessa struttura, gerarchia, e l’intera catena di approvvigionamento sono diversi. E persino nei progetti di alto profilo nelle città di Pechino e Shanghai ci sono state delle discrepanze sui termini di intendere e attuare le tecniche Bim tra gli istituti di design locali e i grandi studi di architettura internazionali. Un problema che ha spinto il Governo a un’altra mossa: imporre, entro la fine del 2017, il Bim come requisito obbligatorio nei progetti di costruzione superiori ai 20 mila metri quadrati finanziati con soldi pubblici.

La Shanghai Tower certificata Leed Platinum
La Shanghai Tower caso studio di applicazione Bim

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il commento
Inserisci il tuo nome qui