La guerra con la piastrella cinese finisce al Parlamento Ue

Quali misure concrete si intende negoziare relativamente al differenziali negativo per l’Europa per i dazi alle importazioni, sull’armonizzazione degli standard tecnici e su controlli alle dogane spesso discriminatori? È il senso di una interrogazione presentata alla Commissione Europea dagli onorevoli Damiano Zoffoli, Nicola Danti e Simona Bonafè relativa alle norme antidumping in tema di importazioni di ceramiche prodotte in Paesi terzi e al negoziato Ttip, finalizzato a creare un’area di libero scambio tra Stati Uniti ed Unione Europea. Le importazioni di ceramica cinese in Europa, a cui sono stati applicati dazi antidumping finalizzati a correggere prassi commerciali non corrette, hanno subito una riduzione del -63% rispetto ai massimi del 2010, arrivando ad aprile 2015 ad un livello di 23 milioni di metri quadrati. Non meno importante la seconda parte dell’interrogazione, focalizzata su un mercato come quello americano che vale per la sola industria ceramica italiana oltre 500 milioni di euro all’anno, e che presenta tassi di crescita particolarmente vivaci. L’interrogazione chiede di conoscere.

 Damiano Zoffoli
Damiano Zoffoli

«Le piastrelle di ceramica rappresentano un’eccellenza della produzione industriale della nostra Regione», dice Damiano Zoffoli, primo firmatario dell’interrogazione, «e un’importante fonte di lavoro, che va tutelata. Le misure antidumping introdotte nel 2011 hanno permesso al mercato di reggere la concorrenza di prodotti importati da altri mercati con regole di produzione diverse, soprattutto dalla Cina e proprio per questo abbiamo iniziato a lavorare, insieme ai colleghi Danti e Bonafè, perchè le norme europee sul commercio continuino ad andare in questa direzione anche dopo il 2016. Allo stesso modo dovremo vigilare perché all’interno degli accordi del Trattato Transatlantico sul Commercio e gli Investimenti (il cosiddetto TTIP) vengano tenute in considerazione misure concrete per facilitare l’ingresso nel mercato statunitense, oggi molto restrittive. Da parte nostra la disponibilità a impegnarci c’è tutta».

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