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Serramento per tetti, scala e accesso per superfici senza pendenza

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Drl Fakro è un serramento per tetti studiato per tetti piatti e progettato per essere abbinato con le scale retrattili dell’azienda: è in grado di offrire un accesso alla copertura più comodo e sicuro.

Si chiama Drl l’ultima novità in casa Fakro: un serramento per tetti piatti progettato per l’abbinamento con le cale retrattili dell’azienda, in grado di offrire un accesso alla copertura ancora più comodo e sicuro.

Presentata ufficialmente durante la kermesse Klimahouse a Bolzano, Drl è una botola innovativa, studiata per assicurare ottime prestazioni in termini di isolamento e durata nel tempo, oltre che per massimizzare sicurezza e agilità d’uso.

Serramento per tetti con pistoni a gas

Questo prodotto, infatti, è dotato di speciali pistoni a gas in grado non solo di semplificare al massimo le operazioni di apertura e chiusura, ma anche di permettere all’anta di bloccarsi in posizione aperta, a 60 gradi.

Per escludere qualsiasi eventualità di chiusura accidentale è disponibile su richiesta anche il blocco aggiuntivo Zbr, un particolare accessorio in grado di bloccare l’anta aperta ed evitarne lo spostamento (a causa, per esempio, di forti raffiche di vento). Alla base del telaio, inoltre, è applicato uno speciale nastro antiscivolo che contribuisce a rendere l’accesso al tetto piatto ancora più agevole.

Isolante termico

Caratterizzata da un telaio con profili in Pvc multicamera riempiti con materiale isolante termico e dalla presenza di una mirata guarnizione in gomma, la nuova botola garantisce anche eccellenti prestazioni in termini di isolamento termico, garantendo un valore
di trasmittanza termica Uw = 0,67 W/m²K.

Al serramento Drl è possibile abbinare una qualsiasi delle scale retrattili dell’ampia gamma dell’azienda. Fakro propone numerosi modelli, sia in legno sia in acciaio: da quelli a elevate prestazioni termiche (Lwt, Ltk Energy), a quelli ignifughi (Lwt, Lmf) fino anche alle versioni con apertura a forbice (Lst, Lsf).

di Franco Saro

Nuova guida per schermi e membrane traspiranti

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Claudio Pichler, presidente Aismt

Aismt, l’Associazione che riunisce i produttori di membrane traspiranti vuole proporre una Quality Label da estendere non solo agli associati, ma anche alle aziende del settore.

La costruzione del tetto deve garantire la massima sicurezza e resistenza a tutte le intemperie, dal caldo cocente, al freddo pungente. Fino a resistere alle intemperie più violente.

Attorno a questi capisaldi un mondo di professionisti è al lavoro per ottenere l’eccellenza. Uno dei protagonisti, nel panorama italiano, è Aismt, l’Associazione italiana schermi e membrane traspiranti di cui presidente è Claudio Pichler di Riwega. L’organismo ha un obiettivo chiaro: migliorare performance, qualità e sostenibilità di un settore in continuo movimento.

Chi aderisce

«L’associazione è nata nel 2008 su iniziativa di cinque diverse aziende. Oggi può contare su Riwega, Onduline, Klober, Bmi, Dorken e Elements. L’obiettivo è stato quello di accomunare il knowhow di ognuno e sviluppare una comunicazione propositiva sul corretto utilizzo degli schermi e delle membrane traspiranti, enfatizzando quelli che sono i benefici del corretto utilizzo di questo sistema», spiega Pichler. Dal 2008 al 2024 sono stati fatti tanti passi: quello più importante riguarda la norma Uni11473.

«Il primo compito dell’associazione è stato di creare le basi per redigere una normativa volontaria, che in Italia non esisteva», ricorda il presidente di Aismt. «Sono state generate in un paio d’anni le linee guida da proporre a Uni, sulle cui basi è nata la 11473, normativa volta a scegliere e utilizzare correttamente delle membrane traspiranti.

Una regolamentazione in vigore dal 2013 si è concentrata sugli effetti di tenuta all’aria e al vento, comfort abitativo e riSparmio energetico, quando l’integrità degli isolamenti termici e delle strutture riesce a proteggere dall’acqua e dal calore, grazie all’impermeabilità all’aria e al controllo del flusso del vapore acqueo.

Prima, invece, ci si concentrava solo sull’impermeabilità. Questo ha aperto approfondimenti su tutte quelle funzionalità che attraverso uno schermo e una membrana traspirante si riescono a garantire per mantenere la salubrità all’interno dell’edificio, ma anche la corretta funzionalità di un pacchetto coibentante».

Miglioramento tecnologico

La normativa, insomma, ha comportato un salto di qualità nell’indirizzare gli operatori alla corretta scelta dei materiali. «Mentre prima ci si basava sul fai-da-te nella selezione di uno schermo o di una membrana, adesso già a livello di progettazione sono inseriti i valori minimi che devono essere rispettati. Aismt si preoccupa anche di proporre ulteriori step migliorativi: la durabilità dei materiali e la loro scelta in funzione delle aree geografiche e delle condizioni climatiche delle diverse regioni. Nell’arco degli anni sono state messe a punto delle linee guide che l’associazione propone a progettisti e costruttori. Quest’anno è stata presentata all’interno di Klimahouse proprio l’ultima versione».

Un messaggio efficace: «Siamo molto soddisfatti poiché quando è entrata in vigore la norma 11473 nel 2013 (revisionata nel 2015 e mantenuta nel 2020), abbiamo visto sviluppo e attenzione da parte degli operatori del settore, specialmente nell’utilizzo dei nastri e dei componenti di sigillatura».

Cambiamenti climatici

Violente tempeste e bombe d’acqua: la resistenza del tetto e dei suoi materiali sono sempre più messi alla prova, è innegabile. «Si lavora molto sulle caratteristiche intrinseche dei materiali e sullo sviluppo della materia prima: è necessaria una maggiore resistenza, specialmente nelle zone più calde. Si è passati da membrane con l’anima in polipropilene a quelle in Tpe, Tpo, Pvc o poliuretano.

Qual è la più performante? Tutte le aziende di Aismt ricercano l’eccellenza, con ognuna di loro si va sul sicuro». Aismt vuole anche allargarsi ed ha un sogno nel cassetto: riuscire un giorno a proporre una Quality Label da estendere non solo agli associati, ma anche ai diversi produttori, a cui l’associazione metterebbe a disposizione in maniera libera l’assegnazione di questo marchio di qualità, dando dei valori da rispettare. Ogni azienda che propone il materiale dovrebbe testarsi per comprovare il rispetto delle regole.

Aismt sta inoltre valutando anche la possibilità di affiliazione non solo ai produttori, ma anche a tutte le associazioni che afferiscono al settore. Nel frattempo l’associazione è al lavoro su tutti i temi dello sviluppo tecnologico e applicativo.

di Alice Fugazza

S’incomincia dalla linea di gronda per realizzare un tetto ad opera d’arte

Terreal-Italia
Terreal Italia

Un tetto che protegge, ma è anche capace di isolare e offrire comfort,
inizia dalla linea di gronda. Per questo, accanto al laterizio è necessario utilizzare gli accessori che sono più adeguati

Per costruire un tetto a regola d’arte bisogna cominciare dalla linea di gronda. Ma, poi, per realizzare un tetto adeguato e in linea con i più elevati standard costruttivi bisogna proseguire l’opera.

L’obiettivo è godere di un maggior comfort all’interno degli ambienti di casa, con un vantaggio considerevole in termini di isolamento e, quindi, con la temperatura giusta assieme a un riSparmio energetico.

Investire sul tetto della propria abitazione, optando per materiali da costruzione di qualità e posatori d’esperienza, garantisce un sicuro ritorno nel tempo sotto forma di minor richiesta di manutenzione, minor esborso per interventi di natura ordinaria e straordinaria, maggiore durevolezza nel tempo.

Linea di gronda, attenzione alla posa

Per realizzare un tetto a regola d’arte, quindi, bisogna prestare attenzione alla linea di gronda e a come si posizionano e dispongono gli elementi discontinui lungo tutta questa fila.

La posa dei manti di copertura prevede sempre il posizionamento del primo elemento in corrispondenza della gronda in basso a destra o sinistra (in funzione del prodotto che si sceglie di posare) e di proseguire verso la linea di colmo seguendo una direzione diagonale. Vediamo quali accorgimenti utilizzare e applicare.

Dimensionamento dei listelli

Per poter posare correttamente gli elementi discontinui è necessario realizzare la listellatura di supporto degli stessi, nonché uno strato di micro ventilazione, che va sempre previsto indipendentemente dallo schema di funzionamento igrometrico. Per la posa delle tegole è generalmente utilizzata la listellatura detta alla lombarda, ossia listelli in legno o metallo disposti parallelamente alla linea di gronda.

Per i manti realizzati con i coppi, invece, è possibile scegliere se utilizzare in alternativa una listellatura alla piemontese, che prevede la creazione di una sede stabile per i coppi di canale con una doppia orditura di listelli (una perpendicolare e una parallela alla linea di gronda).

Le tipologie di listelli utilizzabili sono:

1. Listellatura in legno fissata alla struttura portante. Le grandezze dei listelli devono essere dimensionate in funzione della struttura alla quale vengono fissati e in funzione dell’orditura delle travi portanti (in caso di tetti in legno). Le misure più comunemente usate sono 3×4 centimetri e 4×4 centimetri

2. Listellatura in metallo (per esempio, acciaio) trattato per la corrosione. Le dimensioni di questo tipo di listelli più comunemente utilizzate sono con altezze comprese tra i 2,5 centimetri e i 4 centimetri. Sono sempre forati o micro forati per permettere il passaggio d’aria

3. Pannelli o lastre con incorporati elementi di supporto

Listellatura

La listellatura lungo tutta le falde deve seguire le indicazioni delle schede tecniche dei singoli prodotti. Diversamente, avviene per il primo listello in corrispondenza della linea di gronda per il quale devono essere attuati due accorgimenti fondamentali per la corretta posa della prima fila di tegole/coppi in linea di gronda:

1. L’altezza del listello. Deve sempre essere usato un listello più alto di almeno 2 centimetri, per le tegole in cotto e almeno 2,5 centimetri, per le tegole in cemento, rispetto a quelli usati lungo la falda.

In alternativa, il rialzo del primo listello può essere ottenuto anche con un sovra-listello di circa 2 centimetri da fissare sopra le staffe che accolgono il canale di gronda al fine di vincolarle meglio. Questo accorgimento serve per andare a sopperire la mancanza di un elemento inferiore e per avere la stessa pendenza di esercizio degli altri elementi discontinui.

2. Distanza tra i primi 2 listelli. Il passo tra il primo listello e quello immediatamente successivo è inferiore a quello standard per permettere la sporgenza della prima fila di tegole di un valore di circa un terzo della bocca del canale di gronda e comunque non maggiore di 7 centimetri.

Fissaggi degli elementi in cotto

Il fissaggio degli elementi varia in funzione della pendenza delle falde, della zona geografica, della zona carico di vento e delle condizioni climatiche localizzate. Tuttavia, visti i cambiamenti climatici e le sempre più frequenti raffiche di vento, bombe d’acqua e grandine, è consigliabile fissare sempre tutti gli elementi lungo il perimetro delle falde.

Diverso è se si posano i coppi. In questo caso, infatti, il fissaggio meccanico con appositi ganci dei coppi di coperta è sempre obbligatorio e avere una griglia di gronda sagomata e micro-forata permette di:

• Facilitare la posa degli elementi dettando il passo laterale e il corretto distanziamento tra le fila

• Permettere l’entrata del flusso d’aria lasciando libera da ostruzioni la linea di gronda

• Facilitare il fissaggio della prima fila di coppi grazie all’impiego di appostiti ganci di dimensione 50×16 / 50×20

Quando si utilizzano listelli in legno è necessario prevedere un’interruzione di 3-4 centimetri ogni 1,5-2 millimetri. Se, invece, vengono utilizzati i listelli metallici micro-forati, non è necessario prevedere tale interruzione in quanto i micro-fori permettono il corretto passaggio d’aria.

Il sistema

Affinché tutto sia efficace è tuttavia necessario che chi la pensa (il progettista, insieme al termotecnico) e chi esegue concretizzino un insieme di strati differenti che interagiscono tra loro e concentrano in un pacchetto tutte le funzioni di protezione, di sicurezza, di isolamento e di salubrità.

Il tetto Terreal Italia è, da questo punto di vista, completo progettato e costituito in modo da essere composto da diversi strati, ognuno con funzione differente e sinergica. L’azienda propone, oltre all’ampia gamma di tegole e coppi, un’offerta completa di accessori studiati per realizzare un tetto di alte prestazioni, salubre e sostenibile sotto tutti punti di vista.

Che cosa serve

È necessaria una grande attenzione per gli accessori funzionali di ventilazione dedicati a ogni specifica linea di prodotto:

Griglie di gronda
Tutte le griglie di gronda sotto riportate possono essere usate come sovra-listelli Griglia ventilata Portoghese
Lunghezza 100 cm
Altezza 20 mm
Griglia ventilata Coppo SanMarco EVO
Lunghezza 90,8 cm
Altezza 55 mm
utilizzabile in sostituzione del primo
listello in quanto di altezza maggiorata
Griglia ventilata H50/60 mm per tegola piana
Lunghezza 100 cm
Altezza 50/60 mm
utilizzabile in sostituzione del primo
listello in quanto di altezza maggiorata

I modelli di listelli universali

Listello zincato forato H25 mm
Lunghezza 2 ml
Altezza 25 mm
Listello zincato forato H40 mm
Lunghezza 2 ml
Altezza 40 mm

di Franco Saro

Fibrograf, lastra modulare per i tetti

Fibrotubi
Fibrotubi

Fibrograf propone una lastra modulare per tetti che ricorda un sistema aggraffato. Semplice
da posare, consente di agganciare due elementi, che rendono la superficie ermetica, a prova di meteo.

Fibrotubi ha progettato un nuovo prodotto da copertura per rispondere alle esigenze dei tetti moderni, unendo le idee di progettisti e professionisti nell’ambito dell’edilizia civile.

Fibrograf è una tipologia di tetto a lastra modulare in acciaio preverniciato che ricorda un sistema aggraffato, grazie alla particolare geometria del sistema.

Il tetto costruito con la soluzione Fibrograf consente un’elevata tenuta all’acqua, impermeabilità e una copertura senza fissaggi a vista.

Fibrograf è assicurato alla sottostruttura con viti inserite nei pre-fori situati sul bordo laterale della lastra stessa. La parte fissata alla sottostruttura viene poi coperta,  agganciando una lastra all’altra partendo dalla gronda. Ed è proprio quest’operazione di aggancio dell’una lastra all’altra che garantisce una maggiore stabilità e soprattutto un’alta resistenza alle intemperie e agli agenti atmosferici, rendendo il sistema a tenuta.

Sovrapposizione

La sovrapposizione e l’unione delle lastre rendono la copertura ottima sia in ambito urbano sia in luoghi quali l’alta montagna, dove si possono verificare anche precipitazioni nevose abbondanti.

L’installazione di Fibrograf avviene in modo semplificato anche per il posatore, grazie al ripetersi e abbinarsi delle due lastre modulari nelle dimensioni lunga da 2.100 millimetri e corta da 1.080 millimetri in modo continuativo e su tutta la copertura.

La sovrapposizione avviene sia in orizzontale sia in verticale, abbreviando così anche per il cliente finale i tempi e costi di posa.

La resa estetica della lastra in acciaio preverniciato Fibrograf è assicurata oltre che dalla forma moderna, anche sulla tenuta del colore garantito 30 anni e da uno spessore di 35 micron.

Tre le varianti di colore disponibili, in linea con i Pantoni oggi in ampio utilizzo in architettura, quali grigio antracite, marrone pecan e nero velvet.

I vantaggi della lastra modulare per tetti

  • Impermeabilità anche con precipitazioni abbondanti
  • Installazione a tenuta
  •  Copertura più leggera
  • Uniformità del colore garantito 30 anni
  •  Riduzione dei costi di posa grazie alla modularità
    del sistema
  • Soluzione abbinabile a pannetto anticondensa e antirumore
  • Versatile può essere posata su diverse tipologie di tetti
  • Manutenzione praticamente pari a zero

I dati tecnici

Larghezza: 558 mm
Larghezza utile in opera: 527 mm
Lunghezze: 1.080 – 2.100 mm
Altezza profilo: 22 mm
Materiale e finitura: acciaio preverniciato
Pendenza minima: ≥ 9°

di Franco Saro

La ventilazione che protegge coperture in legno

Copertura-in-legno-tetto
Copertura in legno tetto

I tetti con coperture in legno e struttura portante lignea sono molto diffuse. Nuovi materiali e attente tecniche di utilizzo eliminano i possibili problemi, se abbinati a un corretto flusso d’aria. Ecco le regole da seguire.

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Federcostruzioni: occorre un nuovo Testo unico dell’edilizia

Cantiere a Milano
Cantiere a Milano

Il decreto salvacasa va bene, ma non basta. Federcostruzioni manda un messaggio al ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini: il provvedimento approvato dal governo «è utile in tema di semplificazione e sburocratizzazione per risolvere positivamente difformità di piccola entità e relative a singole unità immobiliari.

Il superamento della doppia conformità è sicuramente un aspetto rilevante. Senz’altro così si renderà più dinamico il mercato immobiliare. Sicuramente la Federazione manderà le sue osservazioni in tema di cambi di destinazione d’uso, azione fondamentale per un mercato in evoluzione.

Restiamo in attesa del testo unico dell’edilizia come strumento attuale e moderno a servizio dei processi di rigenerazione urbana» è il commento di Paola Marone, presidente della federazione.

Paola Marone
Paola Marone, presidente di Federcostruzioni

Il decreto, che punta a regolarizzare le difformità abitative di minore entità, semplifica anche le procedure vigenti: è introdotto il regime di silenzio-assenso, principio particolarmente rilevante e che va nella direzione della massima semplificazione. Significa che se l’amministrazione non risponde nei tempi previsti l’istanza del cittadino è accettata.

Infine, si introduce la possibilità di installare tende e strutture di protezione dal sole e da eventi atmosferici, in regime di edilizia libera.

La norma mira anche a decongestionare gli uffici tecnici comunali sepolti da migliaia di pratiche. Il provvedimento prevede sanzioni che sono proporzionali all’aumento di valore dell’immobile e potranno essere utilizzate, tra l’altro, nella misura di 1/3, per progetti di recupero e rigenerazione urbana.

Nel testo, come già annunciato lo scorso 17 maggio, non c’è però la cosiddetta norma Salva-Milano per alcune ristrutturazioni edilizie del capoluogo lombardo su cui si è acceso l’interesse della Procura. L’idea di Salvini, già condivisa con il sindaco Giuseppe Sala, è di intervenire in fase di conversione del testo.

Al centro, la torre Aria, a Milano
Al centro, la torre Aria, a Milano

Il comparto della filiera rappresentato da Federcostruzioni ha raggiunto nel 2022, e si prospetta il mantenimento per il 2023, un valore della produzione pari a 600 miliardi, con un’occupazione pari a 3 milioni di persone. Si sottolinea che nel 2022 e nel 2023 la filiera ha contribuito al 50% della crescita del Pil nazionale (8,3% nel 2021 e 4% nel 2022).

Oggi tensioni geopolitiche, concorrenza sleale dei paesi extraeuropei, costi energetici da contenere, andamento della politica monetaria e dell’inflazione, obiettivi europei da raggiungere per case green evidenziano l’esigenza di un progetto industriale del comparto delle costruzioni che sia stabile e di lunga durata.

Il settore, rileva Federcostruzioni, si trova, con scarsità di manodopera, in difficoltà nel reperire personale qualificato, complessità sempre maggiori da affrontare nelle realizzazioni, produttività da ottimizzare.

Alla luce dei dati Ocse la crescita della produttività del lavoro nel comparto edilizio non corrisponde a quella raggiunta nell’economia in generale. L’utilizzo di processi e tecnologie digitali, come il Bim sono di supporto a migliorare le prestazioni attraverso una gestione organizzativa più strutturata.

La conseguenza di tutto questo porta a valorizzare le innovazioni tecnologiche e, allo stesso tempo, i processi in chiave sostenibile e digitale. Bisogna attivare l’intero ecosistema delle costruzioni intervenendo sulla catena di fornitura e coinvolgendo gli stessi committenti, progettisti e fornitori per influenzarne le scelte in ottica green.

Il comparto delle costruzioni coinvolge oltre la metà delle risorse introdotte dal Pnrr e di queste oltre il 60% è indirizzata verso obiettivi condivisi di sostenibilità.

Secondo la federazione dei costruttori, quindi, è necessario un progetto industriale di incentivi stabile e di lunga durata senza cambi di regole, che riordini l’attuale sistema di bonus e che riattivi il meccanismo della cessione del credito, unico strumento utile per gli incapienti, al fine di raggiungere gli obiettivi della Direttiva Europea Epbd.

Un sistema di finanziamenti accessibili alle famiglie per stimolare la domanda anche per la messa in sicurezza del patrimonio immobiliare dal rischio sismico ed idrogeologico oltre all’efficientamento energetico mediante incentivi commisurati alla domanda.

Come ricorda Ance, su un patrimonio immobiliare residenziale di 12,2 milioni di edifici circa 9 milioni rientrano nelle classi più energivore (E,F,G) che corrispondono a circa il 73% del totale. Occorre predisporre le necessarie risorse pubbliche, anche derivanti da fondi europei per supportare gli investimenti necessari alla filiera industriale delle costruzioni per sostenere i processi di decarbonizzazione, e contenimento dei costi energetici per la competitività e la tutela del Made in Italy. Federcostruzioni auspica che nel comparto delle costruzioni vengano previsti strumenti di politica industriale che abbiano la finalità di sostenere e incoraggiare l’utilizzo dei prodotti Made in Italy, sulla scia di quello che sta prevedendo il Ministro Urso (Piano Italia) anche per la filiera dell’automotive.

Una legge per la rigenerazione urbana

Sempre per Federcostruzioni, serve una legge sulla Rigenerazione urbana che faccia da legislazione quadro alle norme regionali, secondo una visione d’insieme di carattere strategico che persegua obiettivi materiali e immateriali, recuperando del patrimonio pubblico e privato, promuovendo l’uguaglianza e l’inclusività, incentivando gli interventi in ottica di Ppp.

Digitalizzazione degli appalti pubblici

Dopo l’entrata in vigore del Nuovo Codice lo scorso 1° luglio 2023 e la piena efficacia delle norme sulla digitalizzazione a partire dal 1° gennaio 2024, l’iter di riforma degli appalti pubblici è quasi interamente completato. Avviata la sperimentazione sul campo del nuovo assetto regolatorio, si impone un momento di verifica sulle problematiche, i vantaggi e le criticità che questi primi mesi di utilizzo hanno dato modo di registrare.

I risultati del PNRR nel settore delle costruzioni

Gli ultimi dati ufficiali sullo stato di attuazione del Pnrr segnano, al 31 dicembre 2023, un livello di spesa di 45,6 miliardi, circa il 24% delle risorse europee del Piano. Le costruzioni si confermano il settore più dinamico, con una spesa pari a 26,7 miliardi e un avanzamento più che doppio rispetto alle altre misure del Pnrr (grazie al risultato del superbonus 110%, e al buon avanzamento di alcuni programmi di lavori pubblici, principalmente investimenti ferroviari e investimenti diffusi sul territorio, di competenza degli enti locali). La revisione del Pnrr, approvata dalla Commissione Europea l’8 dicembre 2023, ha determinato una riduzione delle risorse destinate a interventi di interesse per le costruzioni di circa 7 miliardi, tra riduzioni totali e parziali, rifinanziamenti, nuovi investimenti e RepowerEU.

Si stima che oltre la metà (53%) dei definanziamenti totali e parziali, determinati dalla revisione del Piano, colpirà le regioni del Mezzogiorno. È un dato che rischia di compromettere il raggiungimento dell’obiettivo di riduzione dei divari territoriali.

Sebbene in recupero nell’ultimo anno, la spesa sostenuta è ancora lontana rispetto alle ultime previsioni governative, contenute nella Nadef 2022 (settembre 2022) e non aggiornate nell’ultimo Def, che prevedevano a fine 2023 la spesa di circa 60 miliardi di euro.

Guardando alle componenti della spesa effettuata, le costruzioni si confermano il settore più dinamico rispetto agli altri comparti coinvolti nel Piano, con una spesa pari a 26,7 miliardi (circa 24 miliardi al netto della spesa esclusa dal Piano dopo la revisione).

Gli investimenti che hanno coinvolto il settore delle costruzioni risultano concentrati sugli incentivi automatici del superbonus 110% e sulla realizzazione di lavori pubblici, principalmente interventi ferroviari e investimenti diffusi sul territorio, di competenza degli enti locali.

Edilizia più sostenibile grazie ai tetti coperti di vegetazione

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Edilizia green sui tetti

I nuovi materiali e la consapevolezza che è necessaria un’edilizia più sostenibile stanno spingendo i tetti coperti da uno strato di vegetazione. ecco le tecniche e le soluzioni per realizzarli.

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Membrane traspiranti sotto tegola per sfidare il meteo pazzo

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Membrane traspiranti sotto tegola della linea protector

L’azienda altoatesina progetta coperture e membrane traspiranti sotto tegola capaci di resistere a condizioni del tempo estreme e garantisce affidabili standard di qualità, tra sicurezza e durabilità.

Con l’incalzare dei cambiamenti climatici il settore dell’edilizia si trova di fronte a una nuova cruciale sfida: rinnovare le proprie pratiche per affrontare le conseguenze di questo fenomeno globale.

In questo contesto, le caratteristiche del sistema tetto devono garantire criteri fondamentali, dato che la copertura assume un ruolo sempre più importante nel garantire la sostenibilità e la resilienza degli edifici di fronte agli impatti del meteo.

Membrane traspiranti sotto tegola

L’obiettivo iniziale di Riwega, l’azienda altoatesina fondata e diretta da Werner Gamper e Werner Rizzi nel 1998, era proporre soluzioni innovative per un tetto realizzato a regola d’arte, specializzandosi in prodotti per superfici a falda con copertura discontinua (tegole, coppi o lamiera) e rimanendo estranei al mondo del tetto piano o con impermeabilizzazione a vista.

Nel 2011, però, l’azienda ha introdotto la divisione Riwega | planus, che propone prodotti e sistemi per l’impermeabilizzazione delle coperture continue, distribuendo in Italia membrane in Eva, Tpe e Tpo in grado di impermeabilizzare tetti piani, tetti poco pendenti, tetti verdi e tetti curvi.

Cambiamenti climatici

Tuttavia, l’evolversi dei cambiamenti climatici ha posto nuove sfide nel campo della progettazione e costruzione dei tetti: l’attenzione verso la resistenza agli agenti atmosferici estremi, l’isolamento termico, la sostenibilità sono aspetti cruciali per poter assicurare la durabilità e la sicurezza degli edifici in questo contesto.

Con l’incremento della frequenza e dell’intensità di eventi meteorologici estremi, come tempeste e nubifragi, diventa essenziale progettare tetti in grado di resistere a tali condizioni e, parallelamente a queste condizioni climatiche estreme che provocano forti precipitazioni, si contrappongono le conseguenze dell’innalzamento delle temperature, che causano stress termico alle membrane.

In questo senso, al fine di garantire la resistenza del tetto, e quindi dell’edificio, l’azienda si è impegnata a fornire adeguate soluzioni e standard di affidabilità. La scelta di materiali per tetti sostenibili e a basso impatto ambientale può, inoltre, contribuire significativamente a ridurre l’impatto dell’edilizia sull’ambiente e a mitigare ulteriormente i cambiamenti climatici.

L’obiettivo

Riwega punta a guidare l’innovazione nel settore, anticipando le necessità future e fornendo soluzioni all’avanguardia per affrontare le sfide imposte da questo fenomeno estremo.

Un obiettivo che richiede un approccio olistico e innovativo alla progettazione e alla costruzione dei tetti, che pone al centro la sicurezza, la durabilità, la sostenibilità e l’efficienza energetica: solo attraverso un impegno congiunto sarà possibile realizzare edifici capaci di affrontare le sfide climatiche del futuro

di Franco Saro

La maniglia Valli che rivoluziona il sistema porta

Valli | La nuova maniglia H 387 Studio Klass

Essenziale, potente e incisiva. Così si presenta la nuova maniglia H 387 Studio Klass, nata dalla collaborazione tra Valli e lo studio milanese di design e consulenza creativa composto da Marco Maturo e Alessio Roscini.

Sottile monolite dalle linee pulite e di grande impatto estetico, H 387 Studio Klass è un’ode al minimalismo che scardina il tradizionale aspetto della maniglia nel sistema porta, liberandola dal suo ruolo puramente funzionale e trasformandola in un’opera d’arte, piena espressione della filosofia progettuale Valli. 

A rendere così innovativo il progetto è, in particolare, la peculiare conformazione della rosetta, non più elemento esterno all’impugnatura, ma perfettamente integrata nel collo della maniglia. L’innovativo sistema brevettato Valli infrange un paradigma consolidato, riducendo al minimo l’ingombro di questo elemento senza limitarne la funzionalità ma esaltandone l’impatto estetico. Con la collezione H 387 Studio Klass la maniglia diventa così un elemento scultoreo che emerge dalla porta come una sua naturale estensione. 

Collezione minimal ma funzionale

La nuova collezione Valli esprime a pieno l’incontro tra esperienza e cultura del progetto proprie del Dna dell’azienda, e la ricerca costante di dialogo tra innovazione tecnologica, arte e cultura contemporanea dello Studio Klass.

«H 387 Studio Klass è una collezione pensata per rendere la maniglia quanto più essenziale possibile, attraverso un segno architettonico iconico e mai invasivo» sottolineano Marco Maturo e Alessio Roscini. «La rosetta, da sempre un tratto distintivo della tipologia, diventa un elemento nascosto, perfettamente integrato all’interno del disegno. Questo espediente permette di creare un gioco di volumi inedito tra la rotondità organica del perno e la geometria planare dell’impugnatura, divenendo così il segno che caratterizza la collezione»concludono.

La maniglia è realizzata in ottone ed è disponibile nelle finiture Cromo, Cromosat, Orsatop, Nikelnero, così come la rosetta. Completano la collezione la versione finestra, la chiusura privacy per i bagni e le soluzioni a incasso per le porte scorrevoli. 

Con il sistema termoisolante si salvano gli edifici

Palazzo-Tadini-sul-lago-d'Iseo
Palazzo Tadini sul lago d'Iseo

Lo storico Palazzo Tadini sul Lago d’Iseo (Bergamo), preziosa testimonianza del neoclassicismo in Italia, è stato oggetto di riefficientamento della copertura con il sistema termoisolante Isotec.

È uno storico palazzo affacciato sul lago d’Iseo: il palazzo che ospita la Galleria dell’Accademia Tadini e il Museo dell’Ottocento a Lovere (Bergamo) è un patrimonio da salvaguardare.

E, complice il superbonus 110%, è quello che è avvenuto nel corso dei mesi scorsi. L’edificio ha una lunga storia: fu edificato a inizio Ottocento dal conte Luigi Tadini, che affidò il progetto all’architetto modenese Sebastiano Salimbeni.

Il complesso architettonico, realizzato accanto all’antica residenza di famiglia, fu voluto dal conte per esporre al pubblico le proprie raccolte d’arte, affidandole a una fondazione che comprendesse le scuole di musica e di disegno, ancora attive. Sei anni dopo, nel 1828, la Galleria dell’Accademia Tadini fu inaugurata diventando il primo museo dell’Ottocento in Lombardia dopo la Pinacoteca di Brera.

Oggi il complesso monumentale, che prosegue e trasporta nel terzo millennio la natura museale, artistica e formativa che ispirò il conte Tadini due secoli fa, si configura come preziosa testimonianza dell’architettura e della cultura neoclassica in Italia.

Operazione salvataggio

Nel gennaio 2023, grazie al contributo della Fondazione Cariplo nell’ambito del Bando Sos Patrimonio, sono stati avviati i lavori di restauro della copertura e della facciata Nord-Ovest del palazzo, conclusi nell’autunno scorso.

L’intervento ha completato i lavori già effettuati a partire dal 2018 sulla facciata principale sostenuti dal Comune di Lovere per preservare un patrimonio storico e artistico inestimabile. Il lotto di lavori che ha riguardato il restauro dell’involucro esterno, coperture e facciate del museo, è stato reso possibile anche dall’opportunità del superbonus 110%.

Il progetto

Il progetto, nato dall’esigenza di una messa in sicurezza dell’edificio e del patrimonio artistico custodito, ha permesso di restituire al palazzo il suo aspetto originario, aumentando inoltre la fruibilità degli Spazi, che saranno poi destinati a un ampliamento del museo.

L’intervento di recupero sulla copertura e sulla facciata Nord-Ovest è stato concepito e finalizzato a garantire una maggior sicurezza sia strutturale, che di impermeabilizzazione e ottimale protezione dagli eventi atmosferici, mantenendo la massima coerenza estetica con l’esistente e privilegiando il recupero dei materiali per favorire la sostenibilità ambientale.

L’obiettivo principale era infatti quello di salvaguardare le sale del museo e le collezioni e di garantire al pubblico la fruibilità del patrimonio nel tempo.

Il rifacimento della copertura e la sua coibentazione sono stati le necessarie premesse per la riqualificazione degli Spazi del sottotetto che consentiranno di estendere la superficie espositiva e, quindi, di ampliare l’offerta culturale ed espositiva del museo.

Il tetto

Per il rifacimento della copertura di Palazzo Tadini si è provveduto innanzitutto alla rimozione dell’intero manto del tetto e degli elementi sottostanti sino all’assito principale, recuperando e accatastando, per poi procedere al riuso, la maggior parte dei coppi e sottocoppi ritenuti idonei.

Il nuovo pacchetto tetto ha previsto, sopra l’assito, la posa di una nuova barriera al vapore, sulla quale sono stati predisposti pannelli termoisolanti ventilati Isotec di Brianza Plastica.

La conformazione dei pannelli isolanti, con anima in poliuretano eSpanso rigido, a elevate prestazioni isolanti, rivestito con lamina di alluminio impermeabile e dotati di un correntino metallico asolato, consente la posa diretta dei sottocoppi e dei coppi, sia quelli recuperati che quelli nuovi anticati, sui correntini con i relativi fermacoppi.

Al fine di rispondere al valore di trasmittanza di copertura richiesto dalle direttive della normativa vigente e per accedere anche ai vantaggi fiscali del superbonus 110%, i progettisti hanno previsto l’impiego di uno spessore dell’isolante di 120 millimetri.

L’isolante

Il sistema termoisolante Isotec è particolarmente adatto al recupero e riefficientamento di tetti esistenti. Il pannello è di facile applicazione, in quanto leggero, e consente la velocizzazione della posa, dalla gronda al colmo, formando un impalcato portante, coibente, impermeabile e ventilato.

Può essere applicato su differenti supporti, quali strutture continue in legno o in calcestruzzo, e discontinue su muretti o in acciaio o legno e può essere rivestito con tutti i tipi di elementi per copertura sia continui come moderne lastre e nastri in metallo o piccoli elementi in laterizio come i tradizionali coppi o tegole.

Tutti gli isolanti Brianza Plastica della gamma Isotec, Elyfoam e Xroof sono conformi ai requisiti Cam e in possesso della mappatura Leed V.4.

La scheda

Ristrutturazione delle coperture dell’Accademia Tadini sul lago d’Iseo con Isotec

  • Tipologia: edificio storico – Accademia Tadini
  • Intervento: ristrutturazione – superbonus 110%
  • Ubicazione: Lovere (Bergamo)
  • Committente: Fondazione Accademia Tadini
  • Progetto architettonico: arch. Marco Agliardi, Lovere (Bergamo)
  • Direzione Tecnico Artistica: dott.ssa restauratrice Silvia Conti, Lovere (Bergamo)
  • Realizzazione: Ediltre, Corte Franca (Brescia)
  • Isolamento coperture: Isotec di Brianza Plastica – spessore 120 mm – passo 360 mm
  • Superfici coperture isolate: ca. 2.500 m2
  • Rivestimento coperture: Coppi nuovi e di recupero
  • Trasmittanza media copertura ante intervento: 2,60 W/m2K
  • Trasmittanza media copertura post intervento: 0,17 W/m2K

di Franco Saro

System group: innovazione e sosteniblità

System-group
System group

System group si afferma sul mercato come partner strategico per il successo
del cliente, capace di offrire soluzioni e tubi made in italy per un rivenditore sempre più specializzato.

Il nostro principale filo conduttore è l’osservazione di ciò che accade nel settore, e nelle dinamiche quotidiane per cogliere quelle tendenze che, se oggi potrebbero sembrare eccezioni, domani saranno realtà consolidate.

Anticipiamo le esigenze del mercato, cogliendo le opportunità emergenti e soddisfacendo le esigenze sempre più in evoluzione dei nostri clienti. Si presenta con queste parole Filippo Pini, direttore commerciale rivendite Italia di System Group, gruppo industriale dell’entroterra marchigiano specializzato nel drenaggio e nella canalizzazione dei liquidi e in soluzioni per prevenire disastri idrogeologici, che conta 21 impianti dislocati lungo la Penisola, tre poli produttivi tra Nord e Sud per garantire capilarità e sedi estere tra Spagna, Francia e Romania, 900 dipendenti e un fatturato consolidato del 2023 di 520 milioni di euro.

Capillarità a soddisfazione del cliente

System Group, con il suo approccio sostenibile e all’avanguardia nell’anticipare le tendenze di mercato è da sempre attenta alla soddisfazione del cliente. E ad affermare il brand, facendo leva su una delle sue peculiarità cardine: essendo costituito da molteplici realtà al suo interno, il Gruppo può definirsi un unico provider capace di fornire prodotti, soluzioni e servizi al cliente in modo smart ed efficiente.

Il ramo Rivendite dell’azienda, in particolar modo, in questi ultimi due anni ha vissuto un forte cambiamento, ritenuto necessario date le continue evoluzioni di mercato e la presenza di un rivenditore che, sempre più spesso, si affaccia verso altri canali di vendita, oltre quello storicamente battuto.

A tal proposito, in merito a capillarità, servizio ed ottimizzazione presenza sul territorio, degno di nota è lo stabilimento Lucania Resine, a Potenza, unico polo produttivo System Group in Italia, all’interno del quale vengono realizzate tubazioni corrugate e lisce e serbatoi stoccaggio acqua. Tale scelta strategica vale quasi il 55% delle vendite del mercato nazionale.

Logistica: differenziarsi per essere un passo avanti

«Cerchiamo di essere sempre un passo in avanti rispetto alla concorrenza non solamente sulle nuove tecnologie di produzione, ma lungo tutto il ciclo, dalla materia prima alla consegna del prodotto consapevoli dell’importanza di garantire ai nostri clienti i prodotti nell’immediato, nel 2022 abbiamo inaugurato un nuovo centro logistico con un investimento di circa di 6 milioni di euro», spiega Pini.

«Uniline, azienda di trasporti integrati di System Group, ha l’obiettivo di ottimizzare i tempi di consegna attraverso la concentrazione dei prodotti e l’organizzazione di groupage contenenti referenze prodotto tra loro diverse con stessa destinazione. Questa scelta ci ha permesso di dar vita a una branca dedicata alla gestione del trasporto e volta a garantire la massima tempestiva nelle consegne, consentendo ai nostri uffici commerciali di dedicarsi esclusivamente alla cura del cliente. I mezzi di nostra proprietà sono 25, per il resto è necessario affidarsi a terzi.».

Le sinergie

«System Group genera sinergie che consentono ai professionisti della distribuzione di identificare il gruppo come partner strategico per il loro successo.

Nel nostro slogan c’è la volontà di essere la scelta per il rivenditore capace di proporre, prima ancora dei prodotti, soluzioni ad esigenze tagliate su misura, anche grazie al supporto di un Ufficio Tecnico adibito alla progettazione ed allo studio delle richieste.

La nostra forza rispetto alla concorrenza è quella di chiudere il cerchio di quello che possono essere richieste di materiali», aggiunge il manager.

La formazione

Con la creazione di System Group Academy l’azienda fa formazione ai venditori del gruppo a quelli dei clienti o ai clienti dei clienti. «System Group Academy, con una capienza massima di 70 persone, è la sala nella quale teniamo corsi sui prodotti e sulle tecniche di vendita, tenuti dal nostro personale tecnico, da studi di consulenza e da docenti universitari specializzati. Abbiamo anche il nostro ufficio appalti, volto alla ricerca della destinazione progetti e dei finanziamenti.

Può indirizzare le rivendite a cogliere le opportunità di vendita o, ancora, fornire chiarimenti sulle normative, o su argomenti di attualità come il Pnrr», racconta Pini. «E poiché portare i clienti in sede è bello, ma a volte complesso, organizziamo corsi anche presso il punto vendita».

Sostenibilità

Per questo obiettivo sono stati stanziati oltre 15 milioni di euro su nuovi stabilimenti, nuove tecnologie di produzione e nuovi processi di lavoro all’insegna dell’attenzione all’impatto ambientale. «Per esempio, per la redazione del bilancio di sostenibilità, che non è un obbligo, abbiamo redatto, per il secondo anno consecutivo, il Bilancio di Sostenibilità, configurandoci come l’unica realtà in Italia ad averlo nel settore della trasformazione della plastica.

Sebbene per noi non sia un obbligo, dal momento che il gruppo non è quotato in Borsa e non ha un numero di dipendenti tale da giustificare questa iniziativa, vogliamo comunque continuare a essere sempre avanti e dare il nostro contributo con mezzi sostenibili. Le auto per i nostri funzionari sono ibride e ci sono colonnine per la ricarica elettrica all’interno delle aziende, i muletti sono elettrici».

Mecsytem è l’azienda interna che perfeziona i processi produttivi. «Abbiamo inserito su ogni linea produttiva un  ottimizzare il consumo di energia elettrica. Tutti i nostri stabilimenti hanno un impianto fotovoltaico.

D’altra parte, la sostenibilità è una strada obbligata, e trasferiamo questo tipo di sensibilità nel mondo del lavoro. Lo stesso vale per i clienti, che iniziano a preferire il fornitore che si sta muovendo verso questa direzione. Accade anche nelle gare e negli appalti, dove il bilancio di sostenibilità ha un rilievo notevole, come con gli istituti bancari. Insomma, sarà un tema sul quale dovranno fare affidamento numerosi produttori».

Focus 2024

Il focus del 2024 è il progetto di rinnovamento che parte dal marchio, con il nome System Group in evidenza. E, poi, il logo abbinato e all’interno le aziende con la ragione sociale che rimane, ma sotto il cappello della capogruppo.

A questo si aggiunge la riorganizzazione strategica della struttura commerciale, Rivendite Italia, non più verticale ai settori, ma strutturata per area geografica, in modo da avere una visione a 360° su tutti i canali di vendita per i diversi settori merceologici nella zona di competenza: «Il mondo delle rivendite non ha più quella distinzione netta di categorie tra edili e termoidrauliche, elettriche, di irrigazione ma tende ad essere sempre più ibrido. E noi vogliamo adeguarci per tempo», aggiunge Pini.

Marketing

«Oltre alla formazione e al servizio abbiamo creato un ufficio marketing che si occupa dei canali social», spiega il direttore commerciale dell’azienda. «Creiamo delle iniziative di comarketing con il cliente volte a soddisfare le esigenze in un ottica win to win, offrendo la nostra esperienza e condividendo quelli che possono essere degli obiettivi comuni e dei palcoscenici dove poterci mettere in mostra al miglior meglio».

Novità di prodotto

Poiché la gestione e il trattamento delle acque rappresenta un settore in fortissima crescita, System Group col suo fiore all’occhiello, Rototec Spa, ha creato due nuove linee prodotto: Vertigo per lo stocca gio idrico ed Exagon per la depurazione delle acque. Si tratta di serbatoi con nuova veste estetica funzionale all’ottimizzazione degli spazi e all’installazione.

Nel primo caso sono impilabili per un efficiente stoccaggio verticale, nel secondo possono essere interrati grazie a una struttura a nido d’ape , che garantisce conformità, maggiore struttura e tutela dell’ambiente e dell’operatore.

Il canale rivendite

L’azienda ha chiuso il 2023 con un fatturato intorno ai 120 milioni di euro, pari a una crescita del 5%. La previsione per il 2024 è un ulteriore aumento, indicativamente del 5%, quindi sui 130 milioni di euro.

Il Pnrr dovrebbe fare da volano, «come è accaduto con il superbonus nonostante i nostri prodotti non fossero direttamente collegati. Abbiamo beneficiato dell’indotto in termini di incremento di produzione nei primi due anni e di prezzi inflazionati nel successivo 2023.

Ora il mercato andrà verso l’assestamento. Per cogliere le giuste opportunità e trarne profitto, è però necessario che la rivendita sia attrezzata e strutturata panoramica dello svolgimento delle opere e sa dove sono allocate le risorse», avverte Pini. In questo modo System Group si propone per diventare il partner giusto per incrementare affari e crescita professionale del cliente finale.

di Margherita Moenck

Nuovo formato per i blocchi ecopor Ssc di t2d

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Mezzo blocco Ecopor Ssc

T2D  introduce i blocchi ecopor Ssc con spessore di 50 centimetri nel sistema che coniuga il laterizio con la farina di legno. La formula consente massimo isolamento assieme a traspirabilità e comfort.

Laterizi alleggeriti con farina di legno: una scelta che concilia prestazione termica e biocompatibilità. L’innovazione introdotta da T2D con il sistema blocchi Ecopor Ssc si rinnova con l’introduzione di un blocco con il nuovo formato 50x25x19 (con spessore quindi di 50 centimetri).

Ecopor Ssc è un materiale alleggerito con farina di legno e conta numerosissime camere, che ne aumentano l’isolamento termico. La sua trasmittanza di 0.201 W/m2K rende i blocchi utilizzabili come tamponamento monostrato senza cappotto in tutte le zone climatiche d’Italia.

E oltre a essere tra le migliori pareti resistenti alle temperature invernali il sistema Ecopor Ssc vanta ottime performance anche in funzione del clima estivo.

L’ argilla che costituisce il monoblocco rende il sistema massivo per eccellenza, per uno sfasamento termico di oltre 27 ore, ovvero impenetrabile dal calore. Queste peculiarità sono gli ingredienti per l’ottenimento di un elevato comfort abitativo interno.

Equilibrio in casa

Il comfort non riguarda solo quanto la parete mantiene caldo in inverno e fresco in estate, come alcuni sistemi costruttivi riescono a garantire.

Il benessere abitativo lo si prova anche e soprattutto grazie a parametri non misurabili, ma decisamente importanti: la casa in laterizio è un regolatore termo-igrometrico (effetto spugna) che mette in equilibrio temperatura e umidità e raggiunge neutralità termica.

La traspirabilità di una parete monostrato in laterizio è inequiparabile e chi vive la casa Ecopor prova soddisfazione psico-fisica.

Facilità di posa

La posa di un blocco Ecopor è del tutto simile a qualsiasi blocco in laterizio. La facilità di questo sistema rende questa soluzione accessibile a qualsiasi posatore, minimizzando tempi, costi e margine di errore.

Rispetto ai sistemi che prevedono rivestimento a cappotto o isolante a contatto con l’esterno, Ecopor è costituito esclusivamente da argilla a garanzia di durabilità del muro e delle sue prestazioni, termiche e meccaniche.

A differenza di sistemi a secco, inoltre, non teme il passaggio dal caldo al freddo, di acqua o grandine, di urti o insetti. Una parete Ecopor, sottolinea T2D, è per sempre.

L’azienda, inoltre, mette a disposizione un tecnico specializzato in qualsiasi fase di progettazione e realizzazione di un edificio, per elaborare e fornire tutti i particolari necessari alla buona riuscita dell’intervento, supportando il proprio progettista nella redazione di analisi, calcoli, verifiche e particolari, così come l’impresa che realizzerà le pareti.

di Franco Saro

Rebranding Ard Raccanello, nuovi colori (e brand) per crescere di più

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Marco Cianciani resppnsabile marketing Ard Raccanello

Il nuovo rebranding Ard Raccanello per di rinnovare la propria immagine presentando una strategia che punta sull’ambiente, introduce una tecnologia innovativa e studia come conquistare i mercati esteri.

Crediamo nel benessere a colori e crediamo che il colore sia vita». È un manifesto di rinnovamento quello che ha presentato Ard Raccannello, che dopo 85 ha deciso un rebranding, senza dimenticarsi però delle proprie radici.

Un nuovo logo, nuovi prodotti, un cambio d’immagine a 360 gradi specialmente, e soprattutto, all’insegna della sostenibilità, basandosi su tre parole cardine: rispetto (della tradizione, delle persone e dell’ambiente), persistenza (innovandosi tecnologicamente in maniera che i prodotti durino molto di più) e dinamicità (la volontà di adattarsi ai cambiamenti).

Nata 85 anni fa, a Padova, dove si trova l’headquarter in via Prima Strada, con un distaccamento a Rovigo, l’azienda, che conta più di 100 dipendenti, è guidata dal rappresentante della quarta generazione della famiglia Raccanello, Luigi Gorza.

Un giovane manager (31 anni), che al Four Season di Milano ha raccontato come è nata la certosina operazione di rebranding e illustrato linee guida e prodotti, futuro dell’azienda che punta a crescere nel segno della sostenibilità, del wellness aziendale e della fiducia con i propri clienti.

Gorza un anno e mezzo fa ha dato il via a un piano studiato nei minimi dettagli, che comprende tantissime sfaccettature, quasi quante quelle dei colori che vende.

Il business plan

Sei gli step per migliorare. Come crescere? Come rinnovare la storia di un’azienda che ha ben 85 anni e garantirne almeno altri cento? Studiando (tanto) le prossime mosse e prefiggendosi degli obiettivi a scadenza.

«Dal 2019 eravamo a 20 milioni di fatturato, l’anno abbiamo superato i 28, anche se l’anno prima eravamo riusciti a fare ancora di più. Per quest’anno ci aspettiamo di crescere ancora, specialmente cercando di approdare in mercati esteri, non rimanendo solo su quello nazionale.

Abbiamo attraversato tante difficoltà, dei cigni neri, come si chiamano in economia gli eventi negativi: le guerre, il covid, l’inflazione. Hanno compensato queste negatività
i vari bonus edilizia, che ci hanno permesso di crescere, ma non possiamo fermarci qui.

Come ci siamo distinti?

Abbiamo lavorato duro e pensato a una strategia, creando il primo piano industriale, che si divide in sei missioni, composte a loro volta da 30 progetti. La prima è la crescita del fatturato, vendendo più prodotti, ma mantenendone la qualità.

Abbiamo deciso, poi, di migliorare l’immagine aziendale, con il rebranding, tra i progetti più importanti della strategia. In agenda c’è anche un approccio orientato al cliente e alla sostenibilità, la crescita delle competenze e la motivazione del personale, migliorare le capacità produttive e di approvvigionamento e la gestione delle scorte e del magazzino». Tutti obiettivi da raggiungere entro il 2026.

We ard green

«Da dieci anni Ard ha due stabilimenti che funzionano con energia elettrica rinnovabile. Lavoriamo e studiamo costantemente per avere prodotti a basso impatto ambientale, meno nocivi e quando è possibile utilizziamo materiale riciclato. Uno degli obiettivi è, entro il 2030, abbattere completamente le emissioni di Co2.

Il nostro bilancio di sostenibilità è interamente certificato: dal 2021 abbiamo ridotto consumi idrici, gas serra, l’82% degli imballi è di seconda vita, i nostri fornitori sono per la maggior parte nazionali (che è importante anche per la nostra economia) e abbiamo ottenuto diverse certificazioni a sostegno del nostro lavoro, che è interamente dimostrabile».

Ard Raccanello
Ard Raccanello

Il rebranding Ard Raccanello

«Siamo partiti dai valori principi della nostra azienda, rispetto, persistenza e dinamicità. Le sfide che dobbiamo affrontare sono quatto: l’internazionalizzazione, la contemporaneità, l’innovazione e la sostenibilità.

Il nostro logo storico non permetteva una comunicazione efficiente della nostra realtà, abbiamo deciso di cambiare senza dimenticarci da dove veniamo. La motivazione per la quale la mia famiglia si alza la mattina per andare al lavoro da 85 anni è diffondere il benessere attraverso il colore: così sia».

L’azienda si è concentrata sulla mascotte, conosciutissima da tutti: la raffigurazione di un nativo americano di una tribù dallo sguardo molto serio con il volto colorato. Affiancato, un omino stilizzato che dipinge e il logo Ard in rosso.

«I loghi sovrapposti creavano molta confusione, anche se storici, così abbiamo deciso di apportare qualche modifica, a partire proprio dal colore rosso, comune con molti competitor, sostituito con un verde Tiffany. Abbiamo scorporato i loghi: l’indiano, utilizzato per i prodotti per gli interni, è diventato molto più giovane, empatico, sorridente, e il nostro nome aziendale è stato inserito sotto e non a lato, con un font studiato in esclusiva per
noi. All’omino che dipinge, sono stati abbinati i prodotti per gli esterni. Tutti e due i loghi saranno sotto al logo corporate, per la nostra comunicazione ufficiale e per i decorativi, tipologia di prodotti specifici e che vendiamo maggiormente all’estero, marchio di lusso. A ruota è seguita la rivoluzione del packaging: differente e nuova per ognuna delle famiglie di prodotti, più snella e tecnologica. Hanno oggi una texture e un colore principale, così da essere sempre riconoscibili», racconta Gorza.

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Nuovo logo

Le tappe

L’azienda è ancora nel mezzo dell’evoluzione. «Siamo in mutamento, tra sito web e altre operazioni: abbiamo iniziato un anno fa, ci vorrà ancora del tempo», sintetizza il manager. Ma il futuro per l’azienda ancora una volta è segnato: avrà tanti colori.

«Vogliamo uscire dai confini: nel target Unione Europea, anche se facciamo fatica ed è un mercato tradizionale e strutturato. Siamo più orientati verso l’Est, il Medio Oriente il Far East. Come i Paesi arabi, anche se ci preoccupa la guerra nello Yemen, e poi Cina, Corea e India, dove ci stiamo concretizzando di più.

I canali per cercare i partner e diffondere il nostro brand sono le fiere di settore. Sotto la lente adesso c’è la Cina, dove stiamo costruendo una partnership importante», rivela Gorza.

I prodotti

Con un’immagine totalmente rinnovata non potevano mancare anche nuovi prodotti, tutti più sostenibili, con ampie gamme e combinazioni pressoché infinite, spiega Marco Canciani, responsabile marketing di Ard Raccanello.

«Abbiamo circa 200 prodotti a listino, che combinati diventano infiniti. Il nostro cavallo di battaglia è Arderlast, finitura elastometrica che previene e risolve le criticità sulle pareti. E’ facilmente applicabile e resistente, indipendentemente dal clima. Un prodotto semplice e per tutti invece è Domotica, una pittura classica e lavabile per interno. Ma dietro questa c’è un mondo tecnico di cultura e sostenibilità: è in classe A+, poiché emette poche sostanze nocive nell’aria, è certificata Epd e Cam, è made in Italy ed è al 100% prodotta da fonti di energia rinnovabile».

C’è anche una new entry. «Il Rebuild System è una tecnologia innovativa e green per ripristinare i rivestimenti Etics. Un ciclo formato da due prodotti: un fondo e un intonachino. Sposa a pieno la sostenibilità, perché prima di tutto il prodotto è composto da vetro a fine vita, non più utilizzabile per realizzare bottiglie e bicchieri.

Va applicato nel ripristino dei cappotti, in un sistema che per definizione aiuta nel riSparmio energetico, alleggerito grazie alle piccole sfere al suo interno, quindi meno pesante e più facile da utilizzare. L’asciugatura è rapida ed è antialga.

Ha una performance di resistenza di 30 joule: praticamente antiproiettile e resistente ai fenomeni atmosferici avversi, basti pensare alle grandinate dell’estate scorsa. E anche questo porta dei vantaggi».

Una sfumatura iniziata nel 1939

Nata nel 1939 come una semplice drogheria (dei colori) in centro a Padova, in Piazza delle Erbe, fondata dal bisnonno Dante Aurelio Raccanello, diventa impresa familiare, Ard appunto, con i figli Gino e Giuseppe.

Il destino è stato chiaro sin da subito, quello di crescere: dal 1950 al 1980 l’azienda ha prodotto una gamma completa di sistemi vernicianti per l’edilizia professionale: dalle idropitture per interni, al grassello in calce per gli ambienti più prestigiosi, alle finiture elastometriche e silossaniche per esterni, all’applicazione del cappotto termico.

Uno stabilimento nella zona industriale di Padova afferma l’industria come punto di riferimento del mercato del colore. Ard Raccanello stipula accordi come quello di esclusiva con Goodyear per la fornitura di Pliolite, una resina particolare, adatta agli ambienti litoranei, che permette la posa in situazioni climatiche avverse.

Negli anni Sessanta nasce il servizio di consulenza tecnica per supportare i cicli di verniciatura esterni, mentre negli anni Ottanta l’azienda introduce AZ-Ard, il secondo sistema tintometrico realizzato in Italia, che soddisfa rapidamente le richieste dei venditori.

Il primo cambio di timone avviene nel 1996, con Ilaria Raccannello, figlia di Gino, nel ruolo di amministratore delegato, che si concentra da subito sulla sostenibilità, sia ambientale sia sociale, oltre che economica.

Dalla fine degli anni Novanta e l’inizio del nuovo secolo, tanto è cambiato: l’aggiunta e il raddoppio di uno stabilimento a Rovigo, diversi certificati ottenuti per il benessere ambientale, gamme di colori che sono state ampliate e, poi, nel 2018, dopo un periodo di affiancamento, l’ingresso di Luigi Gorza, quarta generazione, che ha affiancato Ilaria Raccannello (la zia) alla guida, con nuove e importanti novità.

Insieme ai riconoscimenti e operazioni di marketing, come il primo spot in tv nel 2022 e il certificato A great place to work lo scorso anno. E la storia continua.

di Alice Fugazza

Porte a scomparsa Eclisse, formazione sotto i riflettori

Eclisse

Eclisse è specializzata in soluzioni per porte a scomparsa, sistemi di chiusura filomuro e allo sviluppo professionale per rafforzare il legame tra produttore e distributore.

Nel 2023 sono stati organizzati 29 corsi, con 123 aziende clienti e la partecipazione di 378 rivenditori e 123 posatori

Nel settore dell’edilizia è essenziale mantenere un impegno costante e avere la capacità di adattarsi alle diverse e mutevoli esigenze di mercato.

Un esempio di quanto sia cruciale questo aspetto arriva da Eclisse, azienda trevigiana specializzata in soluzioni per porte a scomparsa e chiusure filomuro. L’azienda, consapevole di questa necessità, vuole sostenere i suoi partner offrendo soluzioni innovative e servizi di formazione continua.

E lo fa con una visione chiara che punta allo sviluppo professionale e a rafforzare il legame tra produttore e punto vendita, attraverso programmi rivolti ai rivenditori strutturati per ottimizzare le trattative commerciali e massimizzarne le opportunità.

Cfe

Approccio pratico

Si tratta di corsi che non si limitano a fornire una panoramica sui prodotti, ma offrono un approccio pratico e completo, per mettere a disposizione degli operatori tutte le competenze e gli strumenti necessari per supportare efficacemente il processo di vendita, come il configuratore CercaFacile Eclisse, il sito web aziendale, la documentazione e i materiali digitali. Insomma, una sorta di cassetta degli attrezzi indispensabile.

Nel 2023, i risultati dei programmi formativi di Eclisse testimoniano un notevole successo: sono stati organizzati in totale 29 corsi, che hanno coinvolto 123 aziende clienti, con la partecipazione di 378 rivenditori e 123 posatori.

Questi dati evidenziano chiaramente l’apprezzamento e il valore che il settore attribuisce alle iniziative formative. Sono opportunità sia per i rivenditori sia per i posatori che mirano a soddisfare le esigenze specifiche di entrambe le figure professionali, garantendo una crescita e un miglioramento continuo nelle loro competenze e performance.

Simulazioni e prove

Durante il corso dedicato ai rivenditori nella sede di Pieve di Soligo (Treviso), per esempio, i partecipanti hanno l’opportunità di esplorare il recente showroom di Eclisse. Qui, imparano metodi efficaci per presentare i prodotti, tenendo conto delle preferenze estetiche, delle diverse applicazioni e delle caratteristiche che possono interessare i potenziali clienti.

Attraverso simulazioni e prove pratiche, l’esperienza formativa viene arricchita,  consentendo una comprensione più completa e concreta dei concetti trattati. In alternativa, su prenotazione, il corso per i rivenditori può essere svolto direttamente presso il punto vendita.

Per i posatori invece, è disponibile un corso specifico condotto da personale tecnico qualificato.

C’è anche l’academy

Infine, è stata creata una piattaforma online, Eclisse Academy, di approfondimento tecnico e commerciale riservato a coloro che hanno già partecipato ad almeno un corso in presenza. Con 162 iscrizioni registrate nel primo anno, il progetto ha già portato dei risultati concreti per i partecipanti: un aumento almeno del 10% nei loro ordini successivi.

Insomma, il valore della formazione nel migliorare le competenze e promuovere la crescita commerciale si basa su dati tangibilis.

Tre novità e restyling in showroom

Come festeggiare 35 anni di attività? Anche con un restyling dello showroom di Via Molino delle Armi a Milano, dove Eclisse ha presentato le sue ultime collezioni, perfetta sintesi di eccellenza tecnica tra funzionalità e ricerca estetica.

L’idea, riuscita, dell’azienda è quella di accogliere i visitatori, sia clienti privati che interior designer, in ambiente che ricrea una vera e propria casa, e rendere più facile immaginare i prodotti all’interno di uno Spazio domestico. Obiettivo?

Essere fonte d’ispirazione e consulenza con un’offerta completa di soluzioni all’avanguardia per ogni tipo di chiusura, inclusi vani d’arredo, sportelli e cabine armadio. Tre le novità principali. Eclisse Syntesis Areo. Soluzione per chiudere cabine armadio, ripostigli e nicchie, o per separare e nascondere una piccola cucina o uno studio in casa.

Grazie al suo design senza soluzione di continuità con il muro, crea l’illusione di uno Spazio più ampio e organizzato. Dotata di aperture push-pull invisibili, si adatta a pareti in muratura e cartongesso ed è disponibile con aperture laterali, a ribalta o a libro, e personalizzabile ogni 10 millimetri in larghezza ed altezza. La versione a libro consente di affiancare fino a otto ante per oltre 5 metri di larghezza.

Eclisse 40 Collection. Esclusiva di mercato, trasforma il telaio da elemento invisibile a protagonista, definendo il volume della soglia. Ispirato alla tecnica della strombatura, il telaio inclinato a 40 gradi conferisce alla porta un aspetto unico e minimale, quasi come una cornice.

In quattro finiture e con la possibilità di essere pitturato o rivestito con carta da parati per mimetizzarsi con la parete, si abbina alla linea di porte in vetro, personalizzabile in diversi
colori.

Eclisse Syntesis Line. È la soluzione con un controtelaio per porte a scomparsa senza finiture esterne che s’integra perfettamente con la parete. Progettata per resistere nel tempo senza deformazioni, è ideale per le zone giorno o le camere da letto. Nella versione Syntesis Luce, consente di posizionare punti luce direttamente sulla parete.

di Monica Battistoni

Il trattamento delle acque? Non sprecare risorse idriche

Starplast

Precipitazioni intense, necessità di non sprecare la risorsa idrica, ma anche le nuove regole per la gestione degli scarichi e l’utilizzo nelle abitazioni stanno spingendo Starplast ad elaborare nuove soluzioni per il trattamento delle acque che punta su formazione e soluzioni avanzate per il territorio.

La sostenibilità si fonda sull›innovazione e sulla tecnologia», afferma con convinzione Stefano Grandicelli, amministratore delegato di Starplast, azienda marchigiana specializzata in soluzioni per la depurazione, il trattamento e il recupero delle acque.

L’oro blu è una risorsa preziosa da conservare e utilizzare con attenzione, soprattutto in un territorio dove alle piogge torrenziali seguono lunghi periodi di siccità: «Attenzione, non è solo l’Italia a trovarsi in situazioni di emergenza, ma è il mondo intero a fronteggiare una crisi idrica diffusa e il cambiamento climatico è uno dei principali responsabili di questa situazione.

Quindi, in questo contesto, diventa cruciale attuare pratiche efficaci per ottimizzare l’utilizzo dell’acqua dolce, la cui disponibilità è già scarsa. E ciò implica la costruzione di serbatoi dove immagazzinarla e l’implementazione di infrastrutture per una distribuzione intelligente.

Inoltre, è necessario intervenire sugli edifici residenziali non solo i condomini, ma anche sulle singole abitazioni, affinché la popolazione possa soddisfare i propri bisogni primari senza compromettere la disponibilità futura di questa preziosa risorsa».

Insomma, se gli eventi meteo estremi sono sempre più frequenti e hanno purtroppo  contribuito a sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema, la risposta del mercato non si è fatta attendere.

Così, non sprecare, un concetto che dovrebbe essere la parola d’ordine di qualsiasi amministrazione locale e centrale, per Starplast è l’azione con cui si concretizza la sostenibilità.

Quanto è importante l’efficienza nel trattamento delle acque?

Se dovessi dare un voto da uno a dieci, direi 11. Prendiamo, per esempio, la capacità di gestire i grandi flussi: le precipitazioni sono diventate più intense, perché la trasformazione climatica in atto non riduce la quantità complessiva di pioggia, ma altera il regime temporale del suo rilascio.

Quindi accumulare questi grandi volumi in maniera opportuna e distribuirli in modo controllato nel tempo rappresenta un passaggio obbligato, e gli invasi e i grossi serbatoi servono proprio a questo. Ma, attenzione, prima bisogna intervenire su alcuni aspetti perché le soluzioni tecnologiche siano davvero efficaci.

Quali sono questi aspetti?

Il drenaggio e la manutenzione: ogni volta che si verificano inondazioni o precipitazioni abbondanti, emergono problemi legati al terreno e alle frane.

Tra le diverse cause c’è l’eSpansione edilizia incontrollata, che non ha tenuto conto dei vecchi corsi d’acqua, e portato a situazioni di rischio. Inoltre, è inutile investire in opere eccellenti se poi non sono mantenute adeguatamente.

I fondi del Pnrr potranno servire a ridurre il rischio idrogeologico e al recupero delle acque?

Si tratta principalmente di investimenti legati alle grandi infrastrutture e alla gestione delle risorse idriche su larga scala, il che richiede lavori di notevole portata e ritengo che il Pnrr debba svolgere il suo ruolo in questo contesto. Se ne parla molto, ci sono delle opere finanziate, ma ancora non ho visto dei progetti cantierati.

È cambiata la modalità di progettazione sul territorio dedicata allo smaltimento delle acque in funzione di un meteo più estremo?

Senz’altro le università e i centri di ricerca sono costantemente impegnati nell’approfondire dati, analisi e modellazioni per fornire ai progettisti informazioni sempre più precise.ù

In questo contesto, come Starplast abbiamo recentemente collaborato con l’Università di Bologna per un progetto dedicato all’invarianza idraulica in zone ad alta densità abitativa.

Quali sono i vostri prodotti per la gestione delle piogge?

Gli impianti Bioblu e Biogrigio sono specificamente concepiti per il recupero delle acque in ambito civile. Per le infrastrutture, forniamo manufatti di grande volume per impianti di laminazione e invarianza idraulica. Gli impianti si differenziano tra quelli dedicati alla gestione delle acque meteoriche, ossia le piogge, e quelli per la depurazione degli scarichi e dei reflui.

Nel primo caso Bioblu, è progettato per il recupero delle acque piovane nel settore residenziale e convoglia in un unico serbatoio la pioggia che cade sui tetti delle abitazioni, per poi destinarla all’irrigazione dei giardini o per lo il flussaggio.

Grazie alla sua semplicità d’uso il sistema è stato riconosciuto come invenzione di prodotto, dicitura che indica la soluzione a un problema tecnico grazie a qualcosa di brevettabile.

Il vostro vantaggio competitivo consiste nel gestire grandi volumi?

Per quanto riguarda flussi elevati e le cosiddette acque di prima pioggia abbiamo impianti di ampie dimensioni, che incorporano un sistema di coalescenza per separare le sostanze leggere, come gli oli e isedimenti derivanti dall’usura degli pneumatici.

Sono studiati per trattenere gli inquinanti e rilasciare nell’ambiente acque pulite. Anche nel segmento delle officine e degli autolavaggi.

Gli impianti sono basati sui principi di invarianza idraulica?

Sono sistemi capaci di accumulare l’acqua in un invaso e restituirla a portate costanti nel recettore, nonostante variazioni nelle condizioni di flusso o di condizioni atmosferiche.

La nostra missione è centrata sull’obiettivo di migliorare e contribuire all’ambiente. Quindi, ciascuno dei nostri prodotti è progettato con l’obiettivo di rispondere alle diverse esigenze ambientali, fornendo soluzioni specifiche e mirate.

In che modo Starplast si presenta come un partner, oltre che come produttore di soluzioni?

Il nostro obiettivo primario è sempre stato quello di rispondere alle esigenze del mercato. Vendere i nostri prodotti è importante, ma non è la nostra principale finalità.

Ciò che cerchiamo di fare è collocare i nostri manufatti in modo da fornire una soluzione efficace. Per noi il cliente non è solo un acquirente, ma un partner con il quale collaborare per individuare e risolvere le sfide che si presentano.

Insomma, lavoriamo per costruire sistemi che contribuiscano al mercato e soddisfino le sue esigenze e le sue richieste.

E come si concretizza?

La partnership si manifesta nell’assistere il cliente e nel costruire insieme risposte adeguate, che includono la formazione dei clienti, dei dipendenti o del personale addetto alla vendita. Questo ci consente di offrire soluzioni specifiche per soddisfare le esigenze
del mercato.

E se non disponiamo delle soluzioni necessarie, le creiamo. Prima della vendita c’è il servizio di consulenza nella scelta giusta dell’impianto, poi la manutenzione ordinaria o straordinaria del prodotto attraverso i nostri centri di assistenza dislocati sul territorio. In sostanza, forniamo un servizio pre, durante, e post vendita

Un anno fa avete aperto uno stabilimento a Lamezia Terme, con quale obiettivo?

La vicinanza al cliente permette di fornire un servizio di consegna rapido e di ridurre i costi di trasporto per mantenere i nostri prodotti competitivi. Chiaramente, sono elementi essenziali per conquistare un mercato in eSpansione come quello del Sud Italia, che ha sempre sofferto di carenza idrica.

Infatti, tante abitazioni hanno la necessità di dotarsi di serbatoi di accumulo acqua. Non solo, la prossimità geografica significa anche poter instaurare quel rapporto di collaborazione e di consulenza nella scelta del corretto impianto, a cui teniamo molto.

Quali sistemi producete in questo stabilimento?

Riteniamo che al Sud ci saranno grandi investimenti infrastrutturali e nell’edilizia civile, e noi siamo pronti a rispondere alle varie esigenze, per cui oltre ai serbatoi di accumulo puntiamo anche su un segmento in crescita, quello dei sistemi depurativi.

Lo stabilimento Lamezia Terme è una realtà con un unico impianto di produzione: non è nostra intenzione gravarlo di grandi investimenti, ma mantenerlo snello, dinamico e pronto ai mutamenti per rispondere velocemente alle esigenze di mercato. E stiamo crescendo sia nella produzione che nel volume di affari.

Quali sono i vostri prodotti di punta e quelli più richiesti dal mercato?

Attualmente, si osserva una crescita significativa in due segmenti principali: il primo riguarda il trattamento biologico, che comprende impianti specificamente dedicati alla depurazione delle acque civili, anche nei piccoli centri urbani.

Il secondo è quello della gestione delle acque meteoriche. Inoltre, c’è un aumento della richiesta di pompe per il sollevamento, poiché vi è costantemente la necessità di smaltire rapidamente le grandi quantità d’acqua accumulate negli invasi.

Che rapporto avete con le rivendite italiane di materiale edile?

È cambiato nel corso del tempo: all’inizio non c’era molta sensibilità né esigenza da parte delle rivendite nei confronti dei nostri prodotti.

Abbiamo avviato la nostra attività nel 2008, un periodo segnato dalla crisi edilizia globale, con un crollo del mercato degli investimenti residenziali a settembre di quell’anno. Nonostante le sfide, abbiamo continuato a crescere costantemente, anche se quando si parte da zero è più semplice raddoppiare i numeri.

Ma il settore della depurazione delle acque ha continuato ad aumentare anche durante quel periodo difficile, poiché c’era una crescente consapevolezza dell’importanza di affrontare l’emergenza legata alle risorse idriche.

E le rivendite vedono ora i nostri prodotti non solo come merce da tenere in magazzino, ma li valutano una scelta strategica e comprendono l’importanza di promuovere e supportare attivamente questi prodotti per favorire la crescita del mercato.

Un suggerimento sulla valorizzazione di queste soluzioni nel punto vendita?

Il trattamento delle acque richiede un approccio informativo mirato al territorio specifico in cui si lavora. Il nostro obiettivo è sensibilizzare tecnici, imprese e clienti affinché vedano il punto vendita come una risorsa per risolvere le loro problematiche.

Per questo abbiamo creato l’Ape itinerante, un camion espositivo o uno showroom su ruote,
che portiamo presso le rivendite, dalle più piccole alle grandi.

Ma c’è un modo di impostare l’offerta nel punto vendita?

Non deve essere passiva, limitandosi a soddisfare la richiesta del cliente. È importante adottare un approccio proattivo, proponendo soluzioni alternative che possano risolvere efficacemente le esigenze del cliente.

Spesso queste soluzioni alternative non solo sono competitive sul piano economico, ma possono anche generare riSparmi significativi. Inoltre, considerando che i nostri prodotti hanno grandi volumi e sono collocati all’esterno, stiamo valutando l’idea di installare piccoli totem all’interno dei punti vendita per sensibilizzare i clienti sulla presenza di impianti di depurazione.

Questo permetterebbe di aumentare la visibilità dei nostri prodotti e di incoraggiare i clienti a richiedere ulteriori informazioni. Vogliamo che le rivendite diventino fornitori di soluzioni, non semplici venditori di prodotti.

Avete organizzato anche delle open house presso le rivendite, invitando progettisti.

È un approccio che va al di là del semplice dovere professionale: non stiamo solo lavorando, ma ci stiamo divertendo e desideriamo trasmettere questo spirito anche alla nostra clientela.

Tuttavia, oltre a goderci questo momento, vogliamo anche lasciare un messaggio forte e tangibile sul mercato: l’importanza di collaborare e aiutarci reciprocamente per contribuire positivamente all’ambiente e questo approccio è molto apprezzato.

Per esempio, a un convegno di ingegneri a Bologna uno dei partecipanti ha detto di aver compreso il motivo della scelta dell’ape nel nostro logo: è l’insetto che si ammala e muore prima di tutti in presenza di inquinamento ambientale e pesticidi.

Insomma, ha dimostrato di aver colto appieno il nostro messaggio legato alla sostenibilità. E ci ha fatto ovviamente molto piacere.

A proposito di Ape, che è anche il nome del laboratorio itinerante, il vostro tour continua?

È un simbolo di grande importanza, un impegno che abbiamo scelto di mantenere. All’inizio, alcuni in azienda erano contrari a causa dei costi. Ho risposto che, per quanto possa sembrare oneroso, il prezzo pagato è insignificante rispetto a ciò che ci costerebbe ignorarlo.

Siamo felici di mantenerlo vivo perché è una cultura, una sensibilità che deve diffondersi in Italia, in Europa e oltre. L’anno scorso, per un paio di settimane, abbiamo attraversato tutto il Portogallo, dal Sud al Nord e parte della Spagna con il nostro camion itinerante, visitando i rivenditori per fornire formazione e diffondere il nostro messaggio.

Da questa esperienza, che cosa avete imparato?

L’importanza di sensibilizzare le persone sul reale valore dell’acqua. Credo che la formazione e la divulgazione siano essenziali da affrontare in ambito sociale e politico.

Questo può cambiare il modo in cui pensiamo e agiamo, promuovendo il rispetto dell’ambiente e dell’ecosistema. L’Ape itinerante è uno Spazio di confronto e di scambio di informazioni prezioso. Torniamo arricchiti da nuove iniziative, poiché ogni situazione presenta le proprie esigenze e ciò porta alla creazione di nuovi prodotti e nuovi sviluppi.

Com’è andato il 2023 e che cosa vi aspettate quest’anno?

Il 2023 è stato un anno estremamente positivo per noi, con un fatturato che ha superato i 20 milioni di euro. Guardando al 2024, manteniamo un atteggiamento ottimistico: la nostra azienda ha sempre registrato una costante crescita nel tempo.

L’unico periodo di stabilizzazione, non di flessione, è stato nel 2020 a causa dell’impatto del covid, ma siamo riusciti a mantenere le nostre posizioni sul mercato. Per quest’anno, abbiamo fissato come obiettivo un incremento del fatturato compreso tra il 10% e il 15%.

Case più verdi con biogrigio home

L’impianto Biogrigio Home è un sistema compatto e complesso, frutto di grande ingegneria idraulica, progettato per il trattamento delle acque grigie, quelle cosiddette saponate.

All’interno delle abitazioni una percentuale significativa del consumo idrico è destinata all’uso per la cura del corpo e rappresenta circa il 40% del fabbisogno giornaliero per persona, che si aggira intorno ai 220 litri al giorno, contando il consumo complessivo di un territorio.

Una quantità simile a quella richiesta per lo scarico delle acque nere, dove però non è necessario l’uso di acqua potabile. L’obiettivo di Biogrigio Home è dotare tutte le abitazioni residenziali di un sistema di recupero delle acque grigie.

La soluzione è un impianto che ha dimensioni poco più grandi di una lavatrice da posizionare in prossimità degli scarichi dei bagni per raccogliere le acque grigie, che sono successivamente trattate e convogliate attraverso una tubazione dedicata per l’uso non potabile.

Quest’acqua può essere impiegata per lo sciacquone, la lavatrice, l’irrigazione del giardino, il lavaggio dell’auto e altri utilizzi che non richiedono la potabilità. L’impianto, battezzato Biogrigio Home dalle dimensioni più ridotte, è sviluppato per la singola abitazione e si differenzia da Biogrigio, progettato per i condomini.

Come funziona.

L’installazione in una nuova costruzione non richiede lavori particolarmente complessi se è
progettata con l’impianto duale, ossia una doppia tubazione che consiste in due reti idriche distinte: una per l’acqua potabile e una per la non potabile, identificata da un colore specifico.

Inoltre, sono previsti punti di distribuzione con rubinetti dedicati all’uso non potabile, protetti da una chiave a prova di bambino. Attenzione: anche se l’acqua è sterilizzata tramite un debatterizzatore con lampade Uv, rimane comunque non potabile.

Nel caso di un intervento di ristrutturazione con il rifacimento degli impianti, si inserisce un tubo dedicato. Mentre nelle abitazioni dove non sono previsti lavori di recupero significativi e il bagno è generalmente posizionato sul perimetro esterno dell’edificio, si installa Biogrigio all’esterno dell’edificio.

Si colloca lo scarico e il tubo di mandata dedicati senza dover eseguire interventi pesanti sulle pareti interne per tracciare i percorsi delle tubazioni e si passa esternamente coprendo adeguatamente questi tubi.

L’impianto può anche essere posizionato all’esterno dell’edificio, magari con una piccola tettoia o in un garage seminterrato. Complessivamente, l’installazione è un lavoro abbastanza semplice.

Quello delle acque grigie è un tema emergente: ci sono comuni in Italia, per esempio a Bologna a Ragusa, che hanno reso obbligatoria nelle nuove costruzioni l’installazione un sistema per il loro trattamento mentre in Spagna e in Portogallo è giù obbligatorio in tutto il Paese.

Invece, nei regolamenti comunali in Italia Paese è previsto il recupero dell’acqua piovana sulle nuove costruzioni e nelle ristrutturazioni. Biogrigio è stato installato a Roma nell’Eurosky Tower, con un impianto dalla capacità di trattamento pari a 24 mila litri giorno, sufficienti per 950 abitanti. Tutte le acque saponate dei bagni sono trattate e rimandate a un serbatoio pensile, per poi essere distribuite le acque trattate in tutti gli scarichi.

I nuovi impianti? pronti per il futuro

Un progettista di edilizia residenziale dovrebbe regolarsi considerando le innovazioni nel trattamento e recupero delle acque. Starplast ha sempre promosso iniziative con gli Ordini professionali per divulgare informazioni tecniche in questo ambito, come fonte di linee guida per l’innovazione nella progettazione.

Attualmente, per esempio, nelle nuove costruzioni residenziali c’è la tendenza a imporre l’obbligo di dotare le abitazioni di un impianto di recupero delle acque grigie, per riutilizzarle come non potabili.

Per questo l’azienda consiglia al progettista termotecnico di prevedere l’installazione di un sistema idrico duale nelle nuove costruzioni, che potrebbe essere successivamente integrato con una soluzione di recupero delle acque grigie.

In alcuni Stati europei, come Spagna e Portogallo, la pratica è già obbligatoria nelle nuove costruzioni. In sintesi, il progettista dovrebbe essere consapevole di queste evoluzioni normative e tecnologiche, preparando le proprie progettazioni per adattarsi a tali requisiti futuri e contribuire alla sostenibilità ambientale.

di Monica Battistoni

Come comprare un centro commerciale

Grande-distribuzione

I criteri per valutare l’acquisto o la gestione di un mall a partire dall’offering memorandum, con le destinazioni d’uso, i canoni di affitto e i costi immediati di un centro commerciale.

I protagonisti principali di questo processo sono due: Il promotore che ha sviluppato  l’iniziativa immobiliare attualmente in fase di completamento e l’investitore cui viene sottoposta la proposta di acquisto sotto forma di offering memorandum.

In questo sintetico contributo verranno descritti dettagliatamente i contenuti dell’offering memorandum, cioè di quel documento che illustra in dettaglio le caratteristiche del centro commerciale possibile oggetto di investimento, nonché tutti i dati economici necessari per una corretta e approfondita valutazione dell’opportunità da parte dell’investitore.

Nell’analisi dell’opportunità, abitualmente, l’investitore è assistito da un consulente immobiliare rappresentato da una società di servizi fortemente specializzata nel settore commerciale.

Questo tipo di società, perlomeno le più organizzate e significative, offrono ai propri clienti (investitori e/o promotorideveloper) servizi molteplici del tipo:

  • Consulenza tecnico-economica nella fase di acquisizione
  • sviluppo di un centro commerciale
  • Servizi di commercializzazione
  • Servizi di gestione

Piano e tabella

L’offering memorandum presenta abitualmente una prima pagina con una fotografia o un disegno progettuale (la pianta del ground floor) significativi e una tabella denominata investment summary che illustra:

  • L’ubicazione della struttura commerciale
  • La tipologia (nel nostro caso centro commerciale)
  • Le Gla (mq)
  • La superficie lorda complessiva Slp (mq);
  • La proprietà attuale: il promotore-developer
  • Il canone annuo atteso secondo il progetto di fattibilità elaborato da una società di consulenza immobiliare per conto della proprietà
  • Il prezzo richiesto dalla proprietà per la vendita del cespite
  • Il rendimento lordo espresso in % sul prezzo di vendita

Il primo capitolo dell’offering memorandum è dedicato ad illustrare dettagliatamente con dovizia di particolari descrittivi e corredo iconografico:

  • L’ubicazione del centro commerciale
  •  Le caratteristiche del contesto territoriale
  • La viabilità dell’area
    • La visibilità del centro commerciale dalle principali arterie stradali e/o autostradali situate nelle vicinanze

• Luoghi, edifici di significativa rilevanza dal punto di vista turistico, economico (sedi di grandi aziende, importanti strutture produttive) e culturale situati nelle vicinanze del centro commerciale

Il secondo capitolo dell’offering memorandum sarà dedicato alla descrizione dell’immobile e in particolare:

  • Stato di avanzamento dei lavori
  • Data prevista per l’apertura del centro commerciale
  • Descrizione della struttura portante, dell’architettura (disegni, rendering), dell’impiantistica (impianto di condizionamento, sistemi di sicurezza e antincendio), dei sistemi di collegamento verticale (ascensori, montacarichi, scale mobili)
  • Descrizione e quantificazione dei parcheggi esterni e interni
  • Layout degli accessi e del percorso interno al centro commerciale
  • Tipologia delle finiture esterne e interne (pavimentazioni, controsoffitti, lucernari, rivestimenti verticali)

Seguirà una attenta illustrazione delle ipotesi di destinazione delle superfici commerciali del centro commerciale elaborata dalla proprietà con il supporto della società di consulenza immobiliare.

Nella nostra ipotesi trattandosi di un centro commerciale di medie dimensioni (22 mila metri quadrati di Gla) le tipologie di superfici commerciali previste dalla proprietà saranno così articolate: Ipermercato alimentare con Gla di circa 6.500 metri quadrati gestito da una importante società del settore di rilevanza nazionale

  • Cinque medie superfici, con Gla complessiva di circa 7 mila metri quadrati, costituita dalle seguenti categorie merceologiche:

– Abbigliamento
– Hi-fi ed elettrodomestici
– Calzature
– Pelletteria
– Profumeria e cosmetica

• Galleria commerciale con Gla di circa 8.300 metri quadrati costituita da negozi dalla superficie unitaria inferiore mediamente ai 200 metri quadrati.

A chiusura del capitolo (ma potrebbe essere collocata anche nell’apertura) verrà riportata la descrizione di tutte le superfici che costituiscono il centro commerciale:

  • Superficie fondiaria del lotto
  • Superficie lorda complessiva o Slp
  • Gla complessiva del centro commerciale
  • Superficie di vendita
  • Superficie e numero dei posti auto dei parcheggi

esterni ed interni

Il terzo capitolo sarà dedicato alla descrizione del processo di concessione gestito dalla proprietà verso la pubblica amministrazione locale per l’ottenimento dei permessi per costruire.

In particolare, si descriveranno in dettaglio gli strumenti urbanistici utilizzati e l’iter procedurale seguito, per esempio:

  • Variante urbanistica al piano particolareggiato della zona D, artigianale e industriale, per la variazione di destinazione d’uso da tipo produttivo a commerciale per l’insediamento di un centro commerciale metropolitano per la grande distribuzione approvata con verbale protocollo e numero dalla Conferenza dei servizi regionali, con data
  •  Parere favorevole della Conferenza dei servizi regionali con il verbale protocollo e numero al rilascio dell’autorizzazione per l’apertura di una grande struttura commerciale (centro commerciale metropolitano) nel Comune, per complessiva superficie di vendita dei metri quadrati specificati
  • Permesso di costruire rilasciato con data, Comune, alla società in questione

Il quarto capitolo illustrerà il profilo societario dei conduttori dell’ipermercato, delle medie superfici e della galleria commerciale e le caratteristiche dei relativi contratti di locazione. I contratti di locazione potrebbero essere sottoscritti totalmente o almeno in parte.

È abbastanza abituale che pur esistendo contratti preliminari con i principali locatari, i relativi contratti debbano ancora essere sottoscritti. In questo caso l’offering memorandum illustrerà non lo stato di fatto, ma bensì le aspettative definite dalla proprietà sulle basi di precisi e noti riferimenti e standard di mercato.

Di seguito proveremo ad illustrare alcune delle caratteristiche principali dei con- tratti di locazione delle diverse superfici del nostro ipotetico centro commerciale.

Ovviamente, il canone variabile viene definito con ragionevole approssimazione sulla base delle analisi svolte sul bacino di utenza. Il canone così definito sarà soggetto all’aggiornamento previsto dalla normativa in base al 100% della variazione degli indici Istat verificatasi nel corso dell’anno precedente.

centro-commerciale

La forma contrattuale

I contratti di locazione di un centro commerciale abitualmente si ispirano alle seguenti linee guida:

  • Tipologia contrattuale: contratto di affitto di ramo di azienda (in sigla Cara) per tutte le superfici commerciali. In tal modo le licenze commerciali restano sotto il controllo della proprietà e della società di gestione del centro commerciale con l’ovvio vantaggio di
    poter facilmente sostituire un locatario inadempiente o non in linea con i criteri qualitativi formulati dalla società di gestione
  • Durata della locazione: abitualmente sei anni con possibile rinnovo per altri sei
  • Canone di locazione: normalmente è costituito da due componenti, una variabile definita in percentuale sulle vendite dell’esercizio commerciale al netto dell’Iva e una quota minima garantita (canone minimo garantito) dettagliato secondo entità diverse in relazione alle specifiche superfici commerciali (ipermercato, medie superfici, negozi della Galleria). Non deve ingenerare equivoci la definizione di canone minimo garantito: si tratta in effetti di un canone pieno che viene determinato in base al valore di mercato.

Qualora la componente variabile del canone risulti superiore al canone minimo garantito (abitualmente pagato anticipatamente) il conduttore sarà tenuto a pagare un ulteriore conguaglio. La componente variabile assume un valore percentuale diverso in relazione alla tipologia di superficie commerciale.

Ovviamente, il canone variabile viene definito con ragionevole approssimazione sulla base delle analisi svolte sul bacino di utenza. Il canone così definito sarà soggetto all’aggiornamento previsto dalla normativa in base al 100% della variazione degli indici Istat verificatasi nel corso dell’anno precedente.

Oneri gestionali e manutentivi

Questa parte affronterà le problematiche e gli oneri connessi alla gestione del manufatto edilizio nel tempo. In questa tipologia contrattuale le attività manutentive sono così suddivise:

  • Manutenzione straordinaria a carico della proprietà
  • Oneri accessori: manutenzione ordina- ria, spese comuni del centro commerciale e servizi comprensoriali a carico dei conduttori in percentuale sulla Gla di ogni esercizio commerciale
  • Oneri derivanti dalla gestione del centro commerciale a carico della proprietà
  • Garanzie e penali: abitualmente il venditore offre garanzie (almeno biennali) di importo pari alla sommatoria dei canoni contrattuali al momento del trasferimento della proprietà con atto notarile attraverso apposita fidejussione assicurativa o bancaria
  • Le penali previste dal contratto possono essere di vario importo ed abitualmente sono a carico del venditore (promotore-developer) nel caso di ritardo nello svolgimento dei lavori per la consegna del centro commerciale entro la data prevista
centro-commerciale
I piani del centro commerciale

Il merchandising mix

Il piano di merchandising mix presentato nell’offering memorandum costituisce un punto di arrivo molto importante del lavoro svolto dalla proprietà con il supporto della società di consulenza. I contratti di locazione potrebbero non essere ancora siglati, ma i contatti per individuare i potenziali locatari devono essere in fase decisamente avviata.

Questa parte dell’offering memorandum illustrerà lo stato di avanzamento in questo settore e la segmentazione delle superfici commerciali prevista, a puro scopo esemplificativo proveremo di seguito ad illustrare una possibile suddivisione delle superfici commerciali:

  • Gla totale 22 mila metri quadrati
  • Ipermercato (esclusivamente alimentare) 30% Gla totale
  • Medie superfici:
    – Abbigliamento 8% Gla totale
    – Calzature 5% Gla totale
    – Hi-fi ed elettrodomestici 11% Gla totale
    – Pelletteria 4% Gla totale
    – Profumeria e cosmetica 4% Gla totale
  • Galleria Commerciale: 38% Gla totale

È molto rilevante che il merchandising mix del centro commerciale veda la presenza di importanti brand nazionali per quanto riguarda l’ipermercato e nazionali e internazionali per quanto attiene le medie superfici.

Non minore importanza assume il merchandising mix della galleria, che sarà progettato e programmato con cura per costruire l’offerta commerciale complessiva del centro commerciale. Il quinto capitolo dell’offering memorandum illustra i dati economici e le valutazioni proposte dal promotore-developer a giustificazione del possibile investimento, tra cui assumono particolare rilevanza:

  • Il valore attribuito al centro commerciale dal promotore-proprietario per la vendita del cespite
  • L’analisi dettagliata del bacino d’utenza con illustrazione in dettaglio delle isocrone del bacino a 10, 20, 30 e 40 minuti di percorrenza sulle principali vie di accesso
  • L’analisi delle strutture commerciali concorrenti presenti nel bacino
  • Il modello gravitazionale e la massa critica del centro commerciale
  • Il fatturato previsto per le diverse tipologie di esercizi commerciali e il fatturato totale della struttura in esame
  • I canoni di locazione previsti per le diverse superfici del centro commerciale ed il canone totale ipotizzato

In questa parte dell’offering memorandum verrà sviluppata anche la Swot Analisys, che descriverà i punti di forza, i punti di debolezza, le opportunità e le minacce che caratterizzano il centro commerciale.

In questa parte verranno anche affrontate le caratteristiche contrattuali e legali dell’acquisto. Normalmente questa operazione viene configurata come acquisto di cosa futura (nella nostra ipotesi il centro commerciale è in fase avanzata di costruzione, ma non è ancora completato), con il trasferimento della proprietà al compratore solo al momento del completamento della costruzione e apertura del centro commerciale.

Quando sarà raggiunto l’accordo sul prezzo di acquisto, le parti potranno stipulare un contratto di compravendita preliminare con il contestuale versamento di una quota percentuale (il 10%) sul prezzo di acquisto che assume la forma di deposito cauzionale del prezzo di acquisto concordato.

Possono essere previsti ulteriori versamenti da parte dei compratori sotto forma di acconti sul prezzo di acquisto, a copertura dei costi di costruzione.

Parcheggio

Versamenti in acconto

Questi versamenti in acconto saranno remunerati dal venditore a un tasso di interesse concordato (per esempio, il 6% annuo) e questi oneri saranno successivamente dedotti dall’importo degli acconti.

Al momento della stipula del contratto di compravendita viene normalmente previsto che il prezzo di acquisto possa essere rinegoziato in base al canone complessivo effettivamente contrattualizzato a quel momento con i locatari delle superfici commerciali in rapporto al canone previsto dal venditore nell’offering memorandum.

Il potenziale investitore ricevuto l’offering memorandum procederà all’analisi e alla verifica dei dati e informazioni riportati nel documento con l’assistenza del suo consulente immobiliare.

Verificati i dati dell’offering memorandum e realizzate le opportune visite al sito del centro commerciale in costruzione, l’investitore procederà ad affidare al proprio consulente la valutazione economica del cespite per determinare il suo valore di mercato.

Sulla base della valutazione l’investitore confronterà questo dato con la richiesta economica proposta dalla proprietà contenuta nell’offering memorandum e definirà la propria proposta di acquisto. Il valore così definito servirà per definire:

  • Il valore al mq della Gla del centro commerciale
  • Il valore al metro quadrato delle superfici di vendita
  • Il rendimento lordo iniziale determinato dal canone di locazione complessivo (canone minimo garantito più canone variabile) ipotizzato in rapporto al prezzo di acquisto (il rendimento lordo di un centro commerciale del tipo descritto può oscillare tra il 7,8% e il 9,5%)
  • Il valore dell’accantonamento annuo previsto per le opere di manutenzione straordinaria
  •  L’importo previsto per il pagamento annuale dell’Ici (Imposta comunale sugli immobili)
  • I costi previsti per la gestione del centro commerciale
  • Gli oneri finanziari derivati da finanziamenti ottenuti dal sistema bancario per l’acquisto del cespite
  • Si perverrà attraverso questo processo a definire la previsione del reddito netto ante imposte prodotto dal centro commerciale

Sulla base di questi dati il nostro potenziale investitore provvederà a definire la futura strategia dell’investimento.

È necessaria a questo punto una breve, ma fondamentale digressione. Infatti, in campo finanziario occorre considerare che qualunque tipo di investimento ha sempre un termine temporale entro il quale l’investitore ritiene di dismettere l’investimento per rientrare del proprio capitale.

Questo vale, ovviamente, anche per gli investimenti immobiliari. Gli investitori istituzionali operano spesso su tempi lunghi (dieci anni in media), ma in ogni caso diventa necessario (anche nel caso di investimenti a lungo termine) interrogarsi sullo scenario
determinato dalla cessione del cespite e formulare delle precise ipotesi in merito.

Le future strategie corrispondono a queste necessità e consistono nella definizione di precise ipotesi sulla dismissione del cespite che vengono formulate a partire dal prezzo di acquisto e dal rendimento lordo e netto iniziale e in base alla futura data ipotizzata per la dismissione (per esempio, dieci anni).

Ipotesi sul prezzo

Si perverrà attraverso questa via a determinare un range di ipotesi sul prezzo di vendita futuro (a dieci anni) e sulla redditività (exit yield-redditività in uscita) che il disinvestimento potrebbe in futuro determinare.

Verranno a questo punto redatte in forma tabellare le diverse ipotesi circa il futuro piano di vendita del centro commerciale. Per compiere questa operazione si partirà da un range di ipotesi di canone lordo complessivo del centro commerciale (potrebbe però essere utilizzato anche il canone netto complessivo) e in base alle percentuali di redditività attese (exit yield) si perviene a determinare il futuro prezzo di vendita che verrà specificato anche in termini di valore al metro quadrato di Ici e di superficie lorda complessiva di piano (Slp) del centro commerciale.

Queste riflessioni sul futuro disinvestimento del centro commerciale assumono una importanza non trascurabile sulla decisione di acquisto dell’investitore.

In questa fase storica nel nostro Paese assistiamo a una crescita dell’interesse da parte degli investitori, in generale, verso i centri commerciali che costituiscono nel loro complesso un settore economico rilevante dell’economia del nostro paese nel suo complesso.

Che cos’è il valore di mercato

Per valore di mercato si intende il miglior prezzo al quale la vendita di un bene immobile potrà ragionevolmente ritenersi come incondizionatamente conclusa, contro corrispettivo in denaro alla data della valutazione, sulla base delle seguenti ipotesi:

  • Che la parte venditrice abbia la reale intenzione di alienare i beni
  • Che ci sia un ragionevole periodo di tempo (considerando la tipologia del bene e la situazione del mercato) per effettuare un’adeguata commercializzazione, concordare il prezzo e le condi- zioni di vendita per portare a termine la vendita
  • Che il trend di mercato, il livello di valore e le altre condizioni economiche alla data di stipu- lazione del preliminare del contratto di compravendita siano identici a quelli esistenti alla data della valutazione
  • Che eventuali offerte da parte di acquirenti per i quali la proprietà abbia caratteristiche tali da farla considerare come fuori mercato non vengano prese in considerazione

di Oliviero Tronconi