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Bagattini a Made Expo con le lastre permeabili al 100%

Bagattini
Luca Francioni | Responsabile tecnico Bagattini
Bagattini
Luca Francioni | Responsabile tecnico Bagattini

«A Made Expo noi di Bagattini abbiamo presentato diverse novità. Tra queste Mega Drain, la prima lastra da 4 centimetri di spessore certificata permeabile al 100%», ha spiegato Luca Francioni, Responsabile tecnico Bagarini.

Mega Drain

Mega Drain rappresenta una grande novità per il mercato, non solo perché risponde ai requisiti delle normative e dei Cam, dai protocolli Leed e dai regolamenti edilizi, ma anche perché offre importanti vantaggi al cliente finale in quanto consente di realizzare pavimentazioni senza pozzanghere e di ottimizzare la gestione idrica, grazie alla facilità con cui l’acqua passa  negli strati del sottofondo anziché scorrere sulla superficie.

Le novità nell’arredo urbano

«Altro ambito in cui abbiamo presentato diverse novità è l’arredo urbano. Contraddistinta da un design molto marcato e linee particolari che si adattano a qualsiasi ambiente, la linea Urbana possiede caratteristiche distintive a livello tecnico che la rendono particolarmente interessante per i progettisti e gli enti per gli spazi pubblici.

La facilità di messa in opera e la stabilità che caratterizzano gli elementi consente loro di resistere anche ad eventuali atti vandalici; il trattamento di levigatura delle superfici le rende esteticamente molto simili alla pietra naturale e la particolare finitura rende gli elementi impermeabili e anti-graffiti».

Mvb e Younique

«I prodotti che hanno destato maggiore attenzione da parte dei visitatori al Made Expo sono state  comunque le pavimentazioni drenanti: non solo Mega Drain ma anche le altre soluzioni che proponiamo con i marchi Record, Mvb e la linea Younique, la quale, nonostante sia ormai in produzione da quasi sei anni, ha la capacità di rinnovarsi continamente.

Inoltre, abbiamo inserito su tutti i marchi un servizio online di simulatore di pavimenti che consente di scattare una foto dell’ambiente e, attraverso l’intelligenza artificiale, di provare le varie soluzioni di pavimento fino a trovare quello che più si addice alla propria casa.

Questo servizio è disponibile per Bagattini da circa un anno e mezzo, per Record da un anno e su Younique da pochi mesi. Inizialmente rivolto ai progettisti, il simulatore è stato ampiamente sfruttato anche dai rivenditori edili e dalle imprese».

L’obiettivo di Scf Sicilferro: una carbon neutral company

Scf-Sicilferro
Mauro Scurria | Amministratore delegato Scf Sicilferro
Scf-Sicilferro
Mauro Scurria | Amministratore delegato Scf Sicilferro

«Il mondo delle costruzioni, la casa, ha un ruolo centrale nelle nostre vite, comfort abitativo efficienza energetica sicurezza sismica sono elementi imprescindibili e caratterizzanti dei moderni modelli abitativi e del vivere», ha spiegato Mauro Scurria, Ad di Sicilferro.

«Ma è altrettanto vero come il mondo delle costruzioni impatti considerevolmente sul nostro ambiente influenzando il clima».

Non basta più valutare l’efficienza energetica di un edificio, oggi è necessario misurare e valutare anche il come si sono raggiunte determinate performance energetiche.

Il nuovo claim

«Quest’anno a Made Expo abbiamo quindi presentato il nostro nuovo claim Building your tomorrow per sottolineare e comunicare come Scf, attraverso le proprie tecnologie e sistemi costruttivi integrati sia nelle condizioni di realizzare insieme ai propri clienti già oggi le costruzioni di domani, anzi di oggi.

Proprio per questo già dal 2022 abbiamo intrapreso un percorso di decarbonizzazione ed efficientamento dell’intera organizzazione e che ci ha consentito nel mese di luglio 2023 di ottenere un importante riconoscimento qual è la certificazione Pas 2060.

Già oggi Scf è un’azienda sostenibile a impatto zero o, meglio ancora, una carbon neutral company, poiché impegnata in un percorso di miglioramento continuo e sviluppo tecnico di processi produttivi e prodotti finiti a basso impatto ambientale.

Abbiamo investito nell’efficienza dei nostri impianti produttivi; convertito l’intero nostro parco mezzi di trasporto con mezzi ad alta efficienza e ridotte emissioni; abbiamo migliorato l’impiego dell’energia prodotta dai nostri impianti di energia rinnovabile ed approvvigionando la restante parte solo da fonti rinnovabili e certificate.

Vorremmo quindi coinvolgere tutti i nostri partner e clienti in questo percorso di miglioramento e sviluppo sostenibile che a nostro avviso passa attraverso la possibilità di effettuare scelte condivise e consapevoli».

La revisione dell’Lca

«Pertanto, sempre lo scorso anno abbiamo avviato una revisione complessiva e completa di tutte le Lca, Life cycle assessement, dei nostri prodotti procedendo al calcolo della relativa impronta carbonica o carbon footprint secondo la Iso 14067:2018.

Già da oggi, quindi, le schede tecniche dei prodotti del sistema costruttivo Scf, solaio Plastbau-Metal, Aircrab, H2wall per citarne alcuni, contengono le indicazioni circa il loro impatto in termini di Gwp (Global Warming Potential), cioè i valori di Co2 valutati per l’intera vita del prodotto secondo un approccio sistemico che va dalla culla alla tomba.

Questa iniziativa nasce dalla convinzione che il pianeta non aspetta, e neanche  noi possiamo aspettare. Le scelte circa i prodotti da utilizzare devono essere consapevolmente prese tenendo conto anche degli effettivi e globali impatti ambientali che le moderne costruzioni avranno sull’ambiente e come queste impattano per essere prodotto».

È importante isolare, immettere sul mercato prodotti che consentano di realizzare immobili performanti, ma anche capire come si raggiungono queste prestazioni ed è proprio per questo che è stato deciso di proporre primi tra i produttori di sistemi costruttivi integrati in Eps gli impatti dei prodotti.

Abbattere la Co2

«A breve, infine, completeremo le attività di verifica e certificazione mettendo in commercio il primo sistema costruttivo integrato realizzato con oltre il 90% di prodotti riciclati ed a emissioni compensante quindi Co2 zero, perché già oggi siamo pronti per costruire il tuo domani. Siamo presenti in tutto il territorio nazionale: il nostro stabilimento produttivo principale è in Sicilia, ma abbiamo delocalizzato parte della produzione anche al Nord Italia, in Piemonte, dove sono realizzati alcuni dei nostri prodotti».

Un’azienda che conta

«Siamo in grado di servire tutto il territorio nazionale, con numerosi clienti che continuano a sceglierci, dal Centro Sud al Nord. È bello fare impresa in Sicilia: la nostra principale struttura produttiva occupa quasi 60 dipendenti tra personale amministrativo, tecnico e operai di stabilimento.

Per il tessuto nazionale siamo una realtà mediopiccola, ma nel contesto regionale e per il settore di appartenenza rappresentiamo una azienda mediogrande. La nostra presenza significa investimenti sulle risorse umane, sulla formazione, sulle pari opportunità e sul sociale con attività sul territorio.

Scf è stata costituita il 20 gennaio 1982 da mio padre e oggi rappresenta la più grande azienda di sistemi costruttivi a base di Eps in Italia e uno dei più grandi produttori di solai sempre in Eps europei.

Siamo una delle poche aziende che integrano all’interno del proprio catalogo una gamma di sistemi e soluzioni tecnico costruttive che consentono di fornite tutti gli elementi costruttivi strutturali necessarie per la realizzazione di un fabbricato isolato termicamente e sicuro semicamente, dalle fondamenta alle coperture.

Quello che ci caratterizza di fatto è la grande ampiezza della gamma produttiva e il fatto di essere un’azienda fortemente integrata per cui tutte le lavorazioni vengono svolte nel nostro stabilimento. Il 2023 è andato molto bene i termini di volumi e qualità dei rapporti commerciali istaurati.

Credo comunque che il mercato delle costruzioni abbia beneficiato di una grandissima onda lunga post-covid e bonus con due anni e mezzo difficili da replicare. Il futuro è incerto: il mercato è in forte evoluzione, ma sono positivo perché questo biennio ci ha lasciato la consapevolezza che l’isolamento è una componente fondamentale del buon costruire, diventato ormai un concetto diffuso. I clienti sono più ricettivi anche su alcune tematiche relative alla sostenibilità che resta una grande opportunità di sviluppo».

La sicurezza antincendio del più grande data center d’Italia? Porta la firma di Dierre

L'ingresso del data center di Aruba di Ponte San Pietro
L’ingresso del data center di Aruba di Ponte San Pietro

Sono firmate Dierre le porte tagliafuoco che garantiscono la sicurezza del più grande e moderno data center campus d’Italia: il Global Cloud Data Center Aruba di Ponte San Pietro, in provincia di Bergamo. Un lavoro non indifferente, quello dell’azienda di Villanova d’Asti, che con i suoi manufatti proteggerà dal fuoco sale dove sono custoditi i dati di milioni di cittadini e aziende.

Da Aruba le porte antincendio di Dierre

Dierre | Le porte tagliafuoco nell’auditorio del data center di Ponte San Pietro

Proprio a Ponte San Pietro, il primo cloud provider nazionale ha riconvertito una vecchia fabbrica tessile abbandonata trasformandola in un modernissimo complesso che si estende per 200.000 m², completamente alimentato da energie rinnovabili, in parte autoprodotte con un impianto fotovoltaico e una centrale idroelettrica che sfrutta la presenza del vicino fiume Brembo. Anche le acque di falda vengono utilizzate per raffreddare le sale dati attraverso un impianto geotermico.
In una struttura all’avanguardia, che mette la sicurezza al primo posto, le porte Dierre sono state scelte per isolare e proteggere dal fuoco le sale dove sono custoditi i dati riservati di milioni di cittadini e aziende, nonché i magazzini, il power center e l’auditorium da 400 posti.

In campo le linee New Idra e New Multipla, insieme a un portone d’acciaio appositamente studiato

Dierre | Dettaglio delle porte tagliafuoco New Idra

L’azienda ha installato 260 porte tagliafuoco della linea New Idra, 47 porte di sicurezza multiuso New Multipla e un grande portone di compartimentazione tagliafuoco in acciaio Rolling. Ogni soluzione è stata studiata su misura per rispondere ai severissimi standard richiesti da Aruba.

Le porte antincendio New Idra, in particolare, sono progettate per adattarsi ad ogni spazio con estrema versatilità e adottano un sistema costruttivo che ne facilita la posa. Hanno guarnizioni tagliafuoco collocate direttamente all’interno del telaio, per garantire una migliore tenuta e una piena efficienza anche dopo numerosi cicli di apertura dell’anta.

Dierre | Le porte tagliafuoco New Idra nello stabilimento di Aruba

Le porte New Multipla abbinano invece una robusta struttura coibentata in acciaio a un altissimo grado di personalizzazione, che ha facilitato l’installazione in ambienti di diversa natura all’interno degli edifici del data center.

“Uno dei progetti più prestigiosi

Dal 1975 a oggi Dierre ha prodotto soluzioni che hanno garantito la sicurezza di milioni di edifici in tutto il mondo, il progetto per Aruba non è solo uno dei più prestigiosi tra i molti che abbiamo curato in quasi 50 anni di storia, ma quello che probabilmente riveste la maggior valenza strategica”,  sottolinea Laura De Robertis Direttrice marketing Dierre.

Saint-Gobain, più efficienza e meno impatto ambientale

Saint-Gobain
Antonio Radaelli | Direttore marketing Saint-Gobain in Italia

Il pubblico di Made Expo ha apprezzato il contributo di Saint-Gobain alla riduzione dell’impatto ambientale e al miglioramento dell’efficienza energetica e del comfort, tanto
nel nuovo edificato quanto nelle ristrutturazioni edilizie.

L’azienda era alla manifestazione  con due spazi espositivi sotto il segno della sostenibilità. Nel Padiglione Costruzioni lo stand si è focalizzato sui prodotti innovativi per l’edilizia marchiati Gyproc, Isover, Weber e Glass; nel Padiglione Involucro lo stand ha presentato la vasta offerta di soluzioni di design per il vetro firmate Logli e Saint-Gobain Glass.

In particolare, lo stand al Padiglione Costruzioni, progettato dal designer Marco Piva, è stato concepito per generare un’esperienza di visita coinvolgente.

Il percorso espositivo

Il percorso espositivo è stato infatti suddiviso in due aree: lo Spazio ai Materiali, in cui i visitatori sono stati introdotti alla presenza di nove totem realizzati con lo specifico materiale che lo esemplifica (dal gesso alla calce Nhl, dalla lana di vetro e di roccia al cemento, dal vetro e specchio al bitume e il metallo) in cui si racconta l’impegno dell’azienda nel rendere sempre più sostenibile il processo produttivo e il prodotto finale.

Saint-Gobain
Gamma Newlife

La seconda area, chiamata Casa Saint-Gobain, ha ospitato la Materioteca, l’area Spazio ai Sistemi con le riproduzioni delle soluzioni multi-brand per l’edilizia e display interattivi in cui i visitatori hanno potuto consultare MyPlanner, la piattaforma digitale di Saint-Gobain Italia dedicata al mondo della progettazione.

Antonio Radaelli, direttore marketing

Nel corso della fiera abbiamo incontrato Antonio Radaelli, direttore marketing Saint Gobain Italia e a lui abbiamo chiesto di offrirci la visione dell’azienda nell’attuale panorama dell’industria delle costruzioni. A seguire quanto ci ha raccontato.

«Saint-Gobain è oggi un’azienda molto forte sotto il profilo commerciale, prescrittivo e del supporto ai propri clienti e applicatori. Negli anni è riuscita a capitalizzare le diverse anime che la compongono, proponendo sul mercato anche un’offerta integrata, come ad esempio, le soluzioni a cappotto dotate di Eta, grazie alle sinergie dei suoi forti marchi: Gyproc, Isover e Weber per il mondo “opaco”, Glass per il mondo “trasparente”.

Abbiamo potuto beneficiare appieno di tutti gli incentivi governativi  per l’efficientamento e la riqualificazione dell’edificio e al contempo sappiamo di avere una grande responsabilità in termini di impatto ambientale, quindi di emissioni di Co2, per questo la nostra ragion d’essere è “Making the world a better home”.

Saint-Gobain
Gyproc Wallboard Eco | Gyproc Duragyp Eco

A questo proposito, nel 2023 abbiamo introdotto una serie di prodotti a minore impronta di carbonio, tra i quali colle e massetti a marchio Weber in cui il cemento Portland, alto emissivo in termini di Co2, è stato sostituito da leganti che provengono da scarti industriali di altri ambiti, con un embodied carbon minore di oltre il 50%.

Per quanto riguarda le lastre in cartongesso, abbiamo affiancato alla nostra Gyproc DuraGyp Eco Activ’Air, con ben il 35% di gesso riciclato, la nuova Gyproc Wallboard Eco che, grazie a un processo produttivo innovativo ci consente di consumare meno acqua e immettere una ridotta emissione di Co2 nell’ambiente.

Per quanto concerne la lana di vetro, stiamo investendo in energie rinnovabili nel nostro stabilimento di Vidalengo di Caravaggio, in provincia di Bergamo.

Ultimo prodotto a cui mi piace accennare è nel settore del vetro: abbiamo introdotto il nuovo substrato Oraé che riduce l’impronta di carbonio fino al 42% rispetto al vetro standard di base Planiclear.

Saint-Gobain
Planitherm Infinity Orae

A Pisa, abbiamo recentemente avviato la produzione del Planitherm Infinity Oraè, il primo vetro al mondo a basso contenuto di carbonio, e siamo al momento gli unici sul mercato ad avere l’Epd, ovvero la dichiarazione ambientale di prodotto. Viene infatti realizzato combinando elevato contenuto di rottame di vetro (cullet) e il 100% di energia elettrica da fonti rinnovabili.

I nuovi materiali a ridotto impatto ambientale richiedono anche molta comunicazione verso  i nostri clienti. A loro vogliamo fornire parametri concreti e significativi del nostro sforzo  produttivo ai fini della sostenibilità. Per questo utilizziamo tutti i canali disponibili, comprese sessioni formative dedicate e organizzate in base alle loro specifiche esigenze».

La classifica della distribuzione al Sud e la riqualificazione targata Europa sul nuovo numero di YouTrade

L’Europa è di grande attualità per le imminenti elezioni in programma a giugno, ma per il mondo dell’edilizia la votazione più importante è quella di marzo. Il Parlamento di Strasburgo, infatti, è stato chiamato a votare l’accordo raggiunto tra i governi, la Commissione e la maggioranza parlamentare sul programma di riqualificazione del patrimonio immobiliare. Secondo questa direttiva, il primo traguardo è vicinissimo: già per il 2030 una buona fetta di edifici energivori di classe F o G dovranno essere riqualificati. E per il 2050 dovrebbe essere raggiunta la sostenibilità per tutti gli immobili. Questo grande business, che per l’Italia potrebbe valere 150 miliardi, è al centro di uno degli articoli contenuti nel nuovo numero di YouTrade.

La rivista realizzata da Virginia Gambino Editore si presenta a marzo con un contenuto particolarmente ricco. Per esempio, riporta l’esclusiva classifica della distribuzione di materiali edili al Sud, messa a punto dal Centro Studi YouTrade. L’analisi anticipa, tra l’altro, il programma del II Convegno YouTrade Sud che si svolgerà a Lamezia Terme il 21 e 22 marzo. E anche i punti salienti dell’evento sono anticipati in una sintesi sul nuovo numero della rivista leader nel mondo delle rivendite per edilizia.

Come sempre YouTrade propone anche approfondimenti di settori dell’attività edilizia che occupano un posto di rilievo per il business della distribuzione. Sul numero di marzo del magazine, per esempio, ampio spazio è dedicato al mondo dei sottofondi, dei massetti e delle malte, con soluzioni e materiali aggiornati allo stato dell’arte. Altro punto caldo, visto le pazzie metereologiche, è quello del tetto. Con struttura in legno oppure ricoperto di morbida erba: la superficie degli edifici che si affaccia sul cielo è oggetto di uno speciale che entra nel dettaglio delle diverse soluzioni.
A tutto questo si aggiungono le interviste, i focus sul mondo della distribuzione e della produzione, le rubriche, le notizie… Tanti motivi per non perdersi questo numero di YouTrade!

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Perché le imprese vogliono i Senior

federico-mombarone
Federico Mombarone | Giornalista

Molte aziende lamentano di non trovare personale con adeguata preparazione. Allo stesso tempo, il 2023 si è chiuso con dati quasi record per tasso di occupazione, con oltre 23,6 milioni di persone che hanno un lavoro. Come stanno le cose?

La statistica

Se è vero, secondo la statistica, che il numero degli occupati è lievitato, con la percentuale salita al 61,5%, permangono squilibri che una politica industriale dovrebbe prendere in considerazione.

Se confrontati al 2019, in Italia sono attivi quasi 500 mila lavoratori in più, ma i dati Istat indicano che il maggior numero di nuovi assunti sia rimasto al Nord. Poco è cambiato negli anni: il 52% ha interessato le regioni settentrionali, il 21% il Centro e il 26% Sud e Isole.

Nessuna novità anche per quanto riguarda i generi, con il 64% di sesso maschile. Anche se nell’estate scorsa il tasso di occupazione femminile è arrivato al record di 52,3%. Che cosa c’è che non va, insomma? Dipende dai punti di vista.

Figure professionali

La difficoltà nell’individuare figure professionali già formate, per esempio, spinge le imprese a offrire lavoro ai più esperti, cioè ultracinquantenni. Secondo l’Istat, la maggior parte dei nuovi occupati ha più di 55 anni.

Non solo. Rispetto al 2019 nel 2023 gli occupati tra i 35 e 49 anni sono diminuiti (circa 530 mila nei primi mesi dell’anno), mentre sono aumentati quelli tra i 50 e gli 89 anni (circa 490 mila).

Per esempio, nel primo trimestre 2023 sono stati 38 mila i nuovi occupati con più di 65 anni, rispetto al 2019. Insomma, avanti i senior. E, attenzione: gli occupati con i capelli grigi non sono assunti con contratti a termine, per tamponare una falla nell’organigramma aziendale.

Al contrario, il picco di occupati è dovuto in larga parte a lavoratori a tempo indeterminato, mentre l’andamento dei lavoratori con contratto a tempo determinato è in calo.

I nuovi occupati, quindi, hanno per la maggior parte un contratto a tempo indeterminato e sono occupati in posizioni a tempo pieno.

I giovani costano meno alle aziende

La conclusione è abbastanza semplice: i giovani costano meno alle aziende, ma non sono funzionali alle mansioni da svolgere. O la scuola non li prepara abbastanza, oppure non sono interessati al tipo di mansione offerta dal mercato.

In ogni caso, c’è qualcosa che non va se le imprese preferiscono spendere di più per assumere adulti, più costosi, ma già formati.

di Federico Mombarone

Idrolab, vendere meglio con l’Intelligenza Artificiale

Massimo-minguzzi-idrolab
Massimo Minguzzi, Ceo di Idrolab

La ricetta di IdroLab per la distribuzione: raccolta puntuale dei dati relativi ai prodotti in catalogo per sfruttare le opportunità aperte dai nuovi sistemi software, capaci di utilizzare le informazioni nascoste nel business delle aziende.

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Federcostruzioni, il governo da un segnale al settore

Federcostruzioni-Angaisa
Paola Marone | Presidente Federcostruzioni

Dopo il boom è ora di guardare al futuro. Per Federcostruzioni è fondamentale il contributo che arriva dal Pnrr, a patto di recuperare i progetti dei Comuni che sono stati esclusi dal Piano. Per non parlare di crediti incagliati e green.

«Le produzioni complessive del settore hanno raggiunto la cifra notevole di 600 miliardi nel 2022, registrando una crescita di circa 100 miliardi rispetto all’anno precedente. Questa spinta è da attribuire principalmente al superbonus, che ha contribuito in modo significativo alla crescita del Pil. L’incremento di 100 miliardi corrisponde al 19,6% rispetto all’anno precedente». Paola Marone, presidente di Federcostruzioni, associazione che riunisce le categorie produttive più significative di tutto il mercato edile e infrastrutturale e in cui è entrata a far parte anche Angaisa, ha fotografato il settore al recente convegno dell’associazione dei distributori di idrotermosanitari.

Un comparto complesso e articolato illustrato attraverso dati e numeri elaborati dall’associazione: il dato aggregato, sebbene positivo, scomposto per settori ha evidenziato però alcune criticità.

Per esempio, se le macchine per costruzioni e ceramiche hanno registrato una crescita robusta, altri settori, come laterizi e calcestruzzo, hanno affrontato crisi significative.

L’andamento occupazionale ha subito un’accelerazione, con un aumento del 9,3%, pari a 250 mila nuove collocazioni rispetto al 2021, per un totale 3 milioni di lavoratori.

Il contributo al pil

«Un risultato di notevole rilevanza, specialmente se consideriamo i dieci anni precedenti, caratterizzati da una profonda delle costruzioni», ha sottolineato Marone, per poi proseguire nell’analisi delle esportazioni in cui diverse categorie (dai prodotti chimici alle ceramiche, dal vetro all’arredamento in legno) si distinguono per prestazioni eccezionali nel mercato globale. In generale, il made in Italy del comparto nel 2022 ha segnato +35% rispetto all’anno precedente.

Ma, attenzione, nonostante una crescita significativa delle esportazioni si iniziano a intravedere i primi segnali di una possibile crisi. Nel riassumere lo  studio condotto da Federcostruzioni, emerge il contributo della filiera al Pil pari all’8,3% nel 2021 e al 3,7% nel 2022.

Secondo il ministero dell’Economia, negli ultimi due anni più della metà della crescita del Prodotto interno lordo italiano è attribuibile all’edilizia e alla sua filiera produttiva.

Insomma, dopo decenni bui, complici gli incentivi fiscali e le opere finanziate con le misure del Pnrr, le costruzioni tornano a rivestire un ruolo cruciale nell’economia nazionale grazie anche alla loro interconnessione con tutti i settori produttivi, tanto che ogni miliardo investito in questo settore genera effetti diretti e indiretti, che si estendono da 2,3 miliardi fino a 3,5 nel lungo periodo.

Prospettive per il futuro

Federcostruzioni stima una crescita contenuta, ma solida, al 4%, supportata principalmente dal Pnrr: nonostante il finanziamento del piano risulti notevolmente inferiore alle aspettative, rappresenta comunque una significativa opportunità di sviluppo.

Ci sono poi elementi chiave per la competitività che continuano a rappresentare una barriera per gli  imprenditori: dal costo del credito, in fase di contenimento, ai prezzi energetici e dei materiali, ingenti in passato, ma che in prospettiva diventeranno meno onerosi con le misure Energy e Gas Release, (aste per partecipare all’acquisto a prezzi calmierati) se verranno attuate rapidamente.

A ciò si aggiunge un quadro internazionale caratterizzato da tensioni geopolitiche e due conflitti in corso, che pongono nuove sfide al mercato internazionale. Secondo la presidente dell’associazione, in questo contesto gli incentivi fiscali sono essenziali per sostenere progetti ambiziosi di riqualificazione del nostro patrimonio, sotto la duplice minaccia del rischio sismico e idrogeologico.

«Un altro aspetto cruciale è la tutela del made in Italy, riflessa nel dibattito sul disegno di legge attualmente in discussione. Sebbene apprezziamo l’iniziativa, riteniamo che alcune correzioni siano necessarie rispetto alla problematica legata alla tassazione ambientale. Per esempio, è necessaria una imposta sulle emissioni di Co2 per le importazioni al di fuori dell’Unione Europea, per proteggere la produzione Ue da Paesi con normative meno rigide, che non favoriscono una concorrenza leale», ha ribadito Marone nel suo intervento.

Le sfide del rinnovamento

Federcostruzioni è molto critica riguardo alla cancellazione dal Piano nazionale di ripresa e resilienza di alcuni lavori spostati su altre voci di bilancio e attende la definizione dei capitoli di spesa interessati per comprendere gli impatti delle opere sottratte al Pnrr.

E, infatti, la spesa prevista per fine dicembre 2023 si aggira sui 30 miliardi, cioè la metà di quanto preventivato. L’azione, per questo, si deve concentrare anche sulla sfida per i comuni italiani, dai grandi centri metropolitani alle piccole realtà locali, specialmente per i centri con uffici tecnici limitati, affinché tutte le opere siano proposte in bando in modo trasparente.

E, nonostante le difficoltà, i comuni hanno incrementato i bandi di gara, cercando di superare le criticità.

Inoltre, l’associazione sta lavorando a una legge per la rigenerazione urbana (in Parlamento c’è già un disegno di legge) con l’obiettivo di facilitare sempre di più la partecipazione del settore privato, affinché possa contribuire con il proprio capitale a iniziative di partenariato pubblico-privato.

Si tratta, per Marone, di iniziative cruciali per lo sviluppo del territorio, ma è essenziale che lo Stato intervenga con normative adeguate per agevolare questo percorso, una richiesta portata avanti da anni.

Liquidità e greendeal

La situazione sugli incentivi fiscali è al centro dell’attenzione, soprattutto in considerazione dell’emergenza delle risorse anticipate e delle necessarie modifiche nella gestione finanziaria.

Lo stop al sistema della cessione in fattura dei bonus ha determinato i crediti incagliati per molte imprese, che ora faticano a monetizzare. Come garantire la liquidità per proseguire con le opere in corso?

L’associazione ha chiesto (ma invano) una proroga dei lavori già avviati al 110%, con attenzione al requisito del 60% di avanzamento, in modo di consentire alle imprese che hanno già avviato i lavori di completarli in modo qualitativo e, soprattutto, nel rispetto delle norme di sicurezza per gli operatori.

L’obiettivo era quello di evitare affrettate decisioni che possano compromettere la qualità delle opere e mettere a rischio la sicurezza degli operatori. Ma il governo ha fatto muro. L’altro punto focale riguarda l’agenda verde, o green deal, che richiede azioni concrete.

Le imprese del settore stanno già adottando iniziative sostenibili, ma è essenziale un sostegno per raggiungere gli obiettivi europei.

Per ottenere norme stabili nel tempo Federcostruzioni sta dialogando costantemente con il governo, con l’obiettivo di ottenere strumenti durevoli che agevolino soprattutto le fasce più vulnerabili, incapaci di investire senza un adeguato stimolo e nello stesso tempo proteggere il patrimonio edilizio garantendo sicurezza sismica, idrogeologica ed energetica.

Certo, ci sono stati interventi compensativi del governo con il decreto Energia, ma ancora manca una strategia chiara per il futuro energetico del Paese.

Un altro ambito d’intervento, infine, riguarda l’innovazione e la digitalizzazione con progetti europei, e la creazione di un hub formativo nelle costruzioni che coinvolge imprenditori, professionisti e pubblica amministrazione, con l’obiettivo di allineare le competenze e facilitare la crescita aziendale.

di Monica Battistoni

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