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Classifica della felicità: l’Italia è al 45° posto

Secondo la classifica stilata dall’Onu, l’Italia è solo al 45° posto per quanto riguarda la felicità. Ed è a 17 posti in meno rispetto allo studio precedente (la classifica si riferisce agli anni 2010-2012).

Pil, durata media della vita, avere qualcuno su cui contare, libertà di fare le proprie scelte di vita, libertà dalla corruzione e generosità sono alcuni dei fattori tenuti in considerazione per lo studio in oggetto, che si è avvalso di sondaggi, statistiche, economia e psicologia.

 

Al primo posto, invece, vi è la Danimarca, seguita da Norvegia, Svizzera, Olanda e Svezia.

Edilcomes: scegliere nella rivendita edile? Difficile ma necessario

Il grande cambiamento entra in rivendita e tutto si trasforma: meno materiali, soprattutto tradizionali, e più spazio alla formazione e all’innovazione di prodotto e di sistema.,Un po’ progetto, un po’ provocazione, ma bisogna individuare una direzione e seguirla, senza paura. Come ha fatto e sta facendo Beatrice Dolcetti di Edilcomes, rivendita che fa parte di Gruppo Made.

 

 «La vendita non viene effettuata solo nel momento in cui il progettista o il privato entrano nello show-room, ma anche in una attività che ci differenzia dalla concorrenza, che potremmo definire “conoscenza laterale”. L’idea è che devi essere presente nel territorio non solo perché vendi materiali per l’edilizia o altro, ma perché cerchi di trasmettere cultura legata al soggetto della tua attività – dichiara Beatrice Dolcetti -. La strategia, dunque, è quella di trasmettere messaggi al territorio che ci distinguano, creando curiosità per la nostra attività, che poi si può trasformare in occasioni di vendita».

 

Innovazione, quindi. A partire dalle energie alternative e dalla Classe A nella progettazione della casa. Ma non solo. «Recentemente ho voluto scegliere un produttore di parquet che si distinguesse dagli altri,utilizzando materie prime certificate. Ero stanca di lavorare solo sul prezzo e volevo iniziare a trasmettere un messaggio diverso – afferma Beatrice Dolcetti -. Non è che il rivenditore guadagna più soldi, è che riusciamo a offrire una certa qualità, che a sua volta costa, ma che almeno motiva e giustifica la spesa».

 

Le imprese a questo punto si adeguano. Naturalmente, le imprese più importanti e lungimiranti sono quelle più disposte al cambiamento, quindi si specializzano. Oggi l’impresa che vuole vendere non può più costruire come vent’anni fa. «La tendenza dei magazzini è che l’edilizia pesante ha subito un crollo drammatico. Penso che sia finito un ciclo, e anche le imprese devono cambiare. Bisogna inventarsi un mercato nuovo, ricominciando a lavorare più sulla qualità che sulla quantità».

 

E i magazzini edili?  «Devono trasformarsi in punti di consulenza tecnica. Non serve più avere quantitativi esagerati di materiali pesanti che, fra l’altro, occupano tanto spazio e, alla fine, offrono una redditività bassissima – spiega Beatrice Dolcetti -. Si deve diventare un luogo dove il cliente viene a chiedere consigli, i materiali entrano in scena in un secondo momento. Sono convinta che ci si debba sempre più orientare verso la formazione. Edilcomes, per esempio, ha  deciso di dedicare uno spazio della propria struttura per la creazione di un’aula dove tenere corsi tecnici una volta ogni due settimane per i progettisti e le imprese».

 

«Sia noi rivenditori, sia le aziende produttrici dobbiamo fare scelte precise. Io non voglio avere la stessa clientela che può avere la grande distribuzione, e quindi non voglio il fornitore che serve anche la grande distribuzione. La difficoltà oggi è fare queste scelte, perché è facile farsi prendere dal panico». E aggiunge: «I rivenditori di prima generazione sono abituati a lavorare in un altro mondo,ma quel mondo oggi non c’è più. Dobbiamo fare scelte difficili, ma ci dobbiamo credere, perché il percorso è impegnativo. Il mondo della distribuzione edile ha il grande problema che ha sempre guardato solo a se stesso. Invece, è necessario guardare cosa fanno in altri settori, si impara molto».

 

Il mercato è cambiato, e chi non è in grado di cambiare…

I camini al bioetanolo Brandoni al Macef di Milano

Macef – dal 12 al 15 settembre a Fiera Milano – ospiterà la terza edizione de L’Opera Italiana, il progetto volto a valorizzare le produzioni italiane e l’artigianato e il design di qualità. Suddivisa in isole tematiche ispirate ad ambienti e funzioni dell’abitare italiano, l’area ospiterà sia lo stile classico, sia le creazioni del moderno e contemporaneo. Presente anche Brandoni con i suoi prodotti, tra cui i camini al bioetanolo Cone e Vesta, adatti ad ambienti sia interni che esterni.

Realizzato in legno rovere chiaro, il modello Cone ha una forma morbida, sinuosa e irregolare che muove la fiamma con eleganza e stile. Il camino ha un’altezza di 47cm per una larghezza di 105 cm e una profondità di 80cm.

Vesta, disponibile nelle due versioni Vesta Minor e Vesta Major, cattura l’attenzione grazie ai numerosi elementi in legno che si innalzano a proteggere la fiamma sprigionata dal bruciatore in acciaio inox. l Vesta Minor misura 64 cm di altezza e altrettanti 64 cm di diametro, mentre il Vesta Major è alto 88cm e con un diametro di 72cm.

Costruire case antisismiche? I Borbone ci insegnano come

Avete presente i Borbone? Sì proprio la real casa che regnò anche nelle Due Sicilie? Bene, perché da una serie di test eseguiti nel laboratorio di prove meccaniche del Cnr-Ivalsa, l’Istituto per la valorizzazione del legno e delle specie arboree del Consiglio Nazionale delle Ricerche, di San Michele all’Adige (TN), è emerso che i Borbone avevano ideato un sistema costruttivo a prova di terremoto.

 

A seguito del catastrofico terremoto che devastò la Calabria meridionale nel 1783 facendo circa 30.000 morti, i Borbone decisero infatti di redigere un apposito codice per la costruzione degli edifici, in cui veniva esplicitamente raccomandato, all’interno della parete in muratura, l’utilizzo di una rete di legno . Un sistema efficace, tanto che gli edifici costruiti secondo le indicazioni del regolamento borbonico ressero l’urto dei successivi eventi sismici che si verificarono nella zona nel 1905 e nel 1908 (terremoti di forte intensità di circa nove gradi sulla scala Mercalli e magnitudo 6.9 sulla scala Richter). Tra questi, anche il Palazzo del Vescovo di Mileto, ricostruito dopo il 1783.

 

Proprio la struttura costruttiva del Palazzo del Vescovo di Mileto è stata sottoposta ai test del Cnr-Ivalsa. “Si tratta – spiega Nicola Ruggieri, ricercatore di Unical – di una riproduzione pressocché identica di una parete dell’edificio vescovile a Mileto, in scala 1:1, costituita da muratura rinforzata da un’intelaiatura lignea”. La specie legnosa utilizzata è stata identificata nei laboratori Ivalsa come castagno calabrese. “Per le prove – spiega Ario Ceccotti, direttore di Ivalsa e responsabile scientifico del progetto insieme a Raffaele Zinno dell’ateneo calabrese – abbiamo imposto alla sezione una serie di spostamenti alternati nelle due direzioni via via crescenti, così da simulare il comportamento alle azioni sismiche, anche le più importanti, della parete intelaiata”.

 

Ricostruita ex novo con la collaborazione del Dipartimento di Scienza della Terra dell’Università della Calabria (Unical), la parete presenta le stesse caratteristiche dimensionali e di apparecchio della muratura intelaiata alla parete originale, oltre a simili prestazioni meccaniche di malta e pietre. Sottoposta ai test di laboratorio, la parete ha mostrato un eccellente comportamento antisismico, evidenziando una buona duttilità garantita dal riempimento interno dei telai – con qualche piccola espulsione di muratura – mentre gli stessi telai di legno (sia le aste sia i nodi) sono rimasti quasi completamente integri.

 

L’esito del test – conclude Ceccotti – ha dimostrato chiaramente che un sistema costruttivo ideato a fine Settecento come quello borbonico è in grado di resistere a eventi sismici di una certa rilevanza e che questa tecnologia, una volta compiuti i dovuti approfondimenti e adottando sistemi di connessioni innovativi, potrebbe essere favorevolmente applicata a edifici moderni garantendone stabilità e dando sicurezza alle persone che li abitano“.

 

Alla prova del CNR-Ivalsa ha assistito una delegazione del COST Action FP 1101 Assessment, Reinforcement and Monitoring of Timber Structures, composta da circa cinquanta studiosi provenienti da tutto il mondo. I risultati sperimentali del progetto saranno presentati in occasione dell’incontro internazionale H.Ea.R.T 2013 (Historic Earthquake-Resistant Timber Frames in the Mediterranean Area) organizzato da Unical e Cnr-Ivalsa, in collaborazione con Università di Minho, Atene e Istanbul e ICOMOS Wood Scientific Committee, che si terrà a Cosenza il 4 e 5 novembre 2013.

Nuova superficie New Silkgrain per chiusure dal look impeccabile

Hörmann

La nuova superficie New Silkgrain di Hörmann stupisce non solo per l’eleganza sobria e raffinata, ma anche per l’effetto materico finemente ruvido che caratterizza la sua essenza. Estremamente resistente ai graffi, è stata studiata in numerose varianti cromatiche che permettono di esaltare la sua lieve ruvidezza e consentono un’alta personalizzazione del portone, per un look sempre impeccabile.

Formulata impiegando resina poliestere a doppio componente con base antigraffio, la nuova linea materica New Silkgrain coniuga la massima valenza estetica alle più alte funzionalità applicative. Grazie all’elevata resistenza agli agenti esterni, rappresenta una vera e propria sfida all’usura, tanto che la sua durabilità è certificata da Hörmann con una garanzia di 10 anni. La sua completa rispondenza ai requisiti di qualità ed ecosostenibilità, inoltre, soddisfa le esigenze dei clienti più attenti alla salvaguardia ambientale, senza tuttavia rinunciare ad un risultato raffinato in termini estetici e cromatici.

 

Ideale in qualsiasi contesto architettonico-progettuale grazie alla possibilità di richiedere i rivestimenti del telaio coordinati con la superficie e il colore del manto, New Silkgrain combina elevate performance tecniche ad un aspetto estetico sofisticato ed è disponibile in esclusiva per le chiusure sezionali LPU40 con grecatura M o L.

 

LPU40 Hörmann è un portone sezionale in acciaio adattabile ad ogni tipo di garage che si contraddistingue non solo per gli elevati livelli di isolamento termico, ma anche per l’apertura verticale e lo scorrimento a soffitto, che consentono il massimo utilizzo dello spazio sia nel garage sia nella zona antistante l’ingresso. Sicuro e resistente nel tempo, è dotato di doppia parete coibentata e di elementi con spessore di 42 mm, che conferiscono una maggiore stabilità e uno scorrimento più agevole e silenzioso. Disponibile in molteplici ed eleganti varianti estetiche, presenta dimensioni che possono raggiungere fino a 5500 mm di larghezza e fino a 3000 mm in altezza ed è sempre predisposto alla possibilità di inserire una motorizzazione.

Le mosse giuste per un tetto a regola d’arte

Elemento imprescindibile dell’edificio, il tetto rappresenta anche una delle parti più delicate della casa, da curare con estrema attenzione sia nella fase di progettazione che di posa in opera.

Ventilazione, alta resistenza a qualsiasi condizione atmosferica e rispetto dei più severi standard di sicurezza, sono solo alcuni dei requisiti richiesti per una copertura salubre, sicuro e duraturo.

 

YouTrade vi spiega gli errori più frequenti e le regole per avere un tetto a regola d’arte, oltre a presentare una ricca rassegna dei prodotti più innovativi per la sua installazione e corretta manutenzione.

 

Leggi lo Speciale tetto di YouTrade

Showroom habiMat: Bigmat apre la rivendita alle finiture d’interni

Consapevole dell’importanza e dell’enorme potenzialità del settore delle finiture d’interni per la distribuzione edile, il Gruppo BigMat – composto da 120 soci e 186 punti vendita su tutto il territorio nazionale – ha deciso di dare vita a habiMat, il marchio di BigMat che apre la rivendita edile ai rivestimenti e all’arredobagno. Ma non solo.

«Il progetto, attivo già da un paio di anni, intende affrontare le dinamiche competitive del settore finiture d’interni, per svilupparne il business all’interno del Gruppo, ma anche per creare una catena distributiva a livello nazionale, come già accade per l’edilizia – afferma Dayana Venturiello, responsabile del Format habiMat –. Gli showroom habiMat di BigMat si avvalgono di una centrale operativa che offre supporto ai soci nei processi di crescita e sviluppo del settore, attraverso accordi commerciali con i principali leader di mercato, attività di comunicazione sia locale che nazionale, formazione tecnica e gestionale grazie alla Scuola BigMat. Non si tratta di una mera riqualificazione delle strutture espositive, ma di un cambiamento strutturale nell’approccio al settore, con impatti importanti sulla visione imprenditoriale di business e su tutte le variabili che compongono l’offerta: prodotti, servizi, personale ed esposizione».

 

 

Il mercato è cambiato e il cliente ha più consapevolezza nell’acquisto, maggiori esigenze e cerca nel rivenditore maggiore competenza, prodotti innovativi e cura nel servizio. Da non dimenticare poi il progettista, diventato negli anni un grande influencer nella scelta dei prodotti e delle soluzioni del cliente.

 

«habiMat si rivolge a un pubblico di interior designer, architetti e privati che ricercano soluzioni personalizzate e materiali innovativi per la realizzazione dei propri progetti – spiega Dayana Venturiello –. Il cliente, il valore del prodotto e la soluzione progettuale unica sono al centro dell’attenzione degli showroom habiMat, in cui il vasto assortimento merceologico spazia dalle superfici all’arredobagno, fino a materiali di nicchia e completamento. La centrale BigMat supporta inoltre il socio nel ridisegnare gli spazi espositivi, ricreando l’ambiente ideale per un cliente che ha precise esigenze, senza dimenticare l’identità territoriale e l’attaccamento alla realtà locale».

 

 

Gli showroom habiMat offrono tutto ciò che serve per una ristrutturazione completa, nel rispetto delle norme di risparmio energetico, con la vendita di prodotti innovativi, sia per l’esterno sia per l’interno, oltre ad accurati servizi pre e post vendita, con il vantaggio per chi deve ristrutturare di affidarsi a un unico interlocutore, dall’inizio alla fine dei lavori.

 

L’Italia è l’unico Paese a non ripartire

Su sette Paesi industrializzati, l’Italia è l’unico a non ripartire. Da quanto emerge dalle analisi dell’Ocse, infatti, chiuderemo il 2013 con un Pil in contrazione dell’1,8%.

I problemi ci sono per tutti, ma l’Eurozona sembra aver trovato la porta per la crescita, mentre in Italia nel primo trimestre 2013 il segno meno era a 2,2% mentre nell’ultimo si è contratto a -0,3%. E non è tutto: instabilità politica e peggioramento del fabbisogno, che ad agosto ha superato i 9 miliardi, rendono la situazione ancora più critica.

 

I tecnici dell’Economia sono alla ricerca di soldi per trovare le coperture necessarie per l’abolizione dell’Imu sulla prima casa e far fronte alle altre emergenze. Per coprire i mancati introiti della rata di giugno dell’imposta sugli immobili il governo conta di recuperare circa 600 milioni con il “condono” sulle slot machine, ma i gestori hanno fatto ricorso in appello e prima della sentenza non sono intenzionati a versare nemmeno un euro. Balla anche l’extragettito Iva (925 milioni) che dovrebbe arrivare grazie alla nuova tranche di debiti che lo Stato vuole pagare entro l’anno ai suoi ai suoi fornitori. Doveva essere di 10 miliardi e si è ridotta a 7,2. Se i soldi attesi non arriveranno nelle casse pubbliche, a novembre scatterà la clausola di salvaguardia prevista nel decreto Imu: aumento degli acconti Ires e Irap, rincaro delle accise, quelle sulla benzina comprese.

 

Insomma, bisogna trovare soluzioni concrete. Per ora la commissione Ue è fiduciosa.

 

 

A Londra il grattacielo che brucia gli oggetti

Una Jaguar viene letteralmente “fusa” dal calore riflesso dal nuovo grattacielo londinese progettato dal celebre architetto .

Il grattacielo è stato battezzato “Walkie Talkie” per la sua forma inusuale, ma è proprio la curvatura delle pareti a renderlo pericoloso: i raggi del sole riflessi sul vetro inclinato causano un effetto “lente di ingrandimento” che brucia gli oggetti che incontra, dal momento che si raggiungono temperature di oltre 70 gradi.

 

I pedoni che attraversano la City devono addirittura indossare gli occhiali da sole per poter far fronte alla luce accecante emanata nelle ore più calde.

I proprietari del grattacielo stanno correndo ai ripari per trovare un rimedio e risarcire i danni finora causati.

La grande distribuzione offre sconti per benzina e libri scolastici

Promozioni e sconti tra le corsie del supermercato. La grande distribuzione, infatti, per non perdere quote di mercato, a fine agosto ha avviato una serie di partnership per offrire buoni spesa ai clienti, soprattutto su benzina e libri scolastici.

Per fare qualche esempio, Esselunga propone un bonus di benzina di 10 euro per ogni 100 euro di spesa; Carrefour, Il Gigante e Pam regalano un buono benzina da 10 euro con l’acquisto di sei tubetti di dentifricio Colgate; Auchan blocca i prezzi di molti prodotti (carne, pasta, olio detersivi) e propone il kit completo di zaino per la scuola a 9,99 euro; infine IperCoop offre uno sconto sui libri fino al 20%.

 

Le promozioni salgono con l’appesantirsi della crisi dei consumi: a luglio Iri calcolava che la pressione promozionale è salita al 26,7% (cioè oltre un quarto dei prodotti offre uno sconto), 1,1 punti in più sull’anno prima. Mentre nella gdo le vendite, a valore, sono scivolate dell’1,2% e, a volume, dell’1,8.

Il difficile momento delle costruzioni: picco minimo e ripresa (ma non per tutti)

Le costruzioni e la distribuzione dei materiali edili stanno attraversando in questi ultimi mesi del 2013 una fase molto particolare, potremmo dire che stanno vivendo allo stesso tempo il momento più duro della crisi iniziata nel 2006 e l’inizio di una nuova stagione meno negativa.

Non dobbiamo pensare ad una ripresa forte, ma ad una uscita dalla fase di caduta. I segnali che arrivano dall’economia, pur deboli, e comunque non in grado di cancellare la nuova pesante recessione del 2013, descrivono aree del paese e tipologie di mercato con dinamiche finalmente positive. E per il 2014 lo scenario si fa, da più punti di vista, meno negativo. Certo una parte della ripresa dell’economia viene dalla esportazioni che solo parzialmente e per le imprese maggiori riguardano il settore delle costruzioni e molto poco la distribuzione dei materiali edili. Certo, la domanda interna stenta a riprendere e vi sono settori e aree del paese che son ben distanti da una fase positiva, ma si può sostenere che si è toccato il picco minimo e si può iniziare a ripartire. Il problema è come.

 

Le esperienze imprenditoriali positive mostrano come solo innovazione e ridefinizione dei modelli di offerta sono in grado di cogliere pienamente i vantaggi del nuovo ciclo di mercato: e paradossalmente solo chi è capace di comprendere i nuovi comportamenti e la nuova forma del mercato può giocare la nuova partita.

È uscito il nuovo catalogo Mewa dedicato alla sicurezza sul lavoro

Il nuovo catalogo Mewa presenta lo stato attuale della tecnica e i prodotti di punta dei marchi leader nel settore della protezione sui luoghi di lavoro e offre tutto quanto occorre per affrontare le sfide del futuro e rimanere al passo coi tempi.Dalla robotica alla stampa tridimensionale e nanotecnologie, infatti, il catalogo affronta l’evoluzione delle tecnologie.

 
Tra i brand presenti ci sono Ansell, Elten, Helly Hansen, Hakro, Honeywell, Korsar e Puma, con la presentazione dei nuovi articoli di qualità. Ogni capitolo è affiancato da storie e foto che ben si adattano ai vari contesti, sulle tecnologie del futuro, con le quali Mewa prosegue l’impostazione del  “World Wide Work“, che caratterizza il successo del catalogo.

 
Inoltre, l’innovazione e le conquiste della tecnica non si fermano neanche di fronte alle calzature di sicurezza, ai guanti e all’abbigliamento, con un occhio particolare al comfort di chi li indossa. “Il mondo del lavoro è in continua trasformazione e, con esso, anche le necessità dei nostri clienti. Noi prestiamo ascolto a questi desiderata  e sviluppiamo di conseguenza il nostro assortimento – chiarisce Margharet Feldgiebel, alla guida del settore Protezione sul lavoro del Gruppo Mewa -.  Utilizziamo nuove fibre e nuove tecniche, ma ci ispiriamo contemporaneamente  ai trend della moda outdoor e del tempo libero. Anche per quanto riguarda le calzature di sicurezza, rispetto ai precedenti modelli sono stati adottati procedimenti di produzione diversi, per renderle più comode da indossare ed esteti-camente più gradevoli”.

 

 

È uscito il nuovo numero di YouTrade

È uscito il nuovo numero di YouTrade! Per sfogliare la rivista di settembre, clicca qui!

 

Su questo numero parliamo di futuro, un futuro sempre più prossimo che avrà come protagoniste le supercittà (tra cui resta Milano) e che presenta nuove opportunità per le imprese con il nuovo piano “Horizon 2020” dell’Unione europea.

 

Da non perdere inoltre il Dossier Terremoto che YouTrade ha realizzato nei territori gravemente colpiti da fenomeni sismici, che testimoniano un’Italia che sembra saper rinascere nonostante i suoi errori, ma che mostra la necessità sempre più urgente di mettere in sicurezza gli edifici.

 

E ancora lo Speciale Cersaie 2013, con tutti i protagonisti e i prodotti novità che troverete quest’anno in fiera dal 23 al 27 settembre, e gli abstract del VI Convegno Nazionale di YouTrade.

 

Buona lettura!

CRE Cup: obiettivo, spirito di squadra

Sei squadre e un solo obiettivo: trascorrere una giornata all’insegna del verde e dello sport, unite dalla passione per il calcio, ma anche per il proprio lavoro. Ecco che anche quest’anno è stato un campo da calcio a veder correre insieme i giocatori di Bacchi, Dakota, Index, Kerakoll, Redi e del CRE, organizzatore della quarta edizione della CRE Cup, tenutasi lo scorso 8 giugno presso il Centro Sportivo Sport Hotel Veronello, a Calmasino Veronese.

Calci di rigore per la sfida finale tra Index e Dakota, che per il terzo anno consecutivo si è portata a casa la coppa della vittoria. Va al CRE, invece, il premio Fair Play consegnato da YouTrade per premiare sportività e correttezza.

 

Anche se si sa che il premio più importante è quello dell’aggregazione e dello spirito di squadra, come conferma Gianni Guidoccio, coordinatore del CRE: «C’è stato un coinvolgimento nazionale – racconta – e capo area, venditori, addetti alla produzione sono arrivati da tutte le regioni insieme a mogli e bambini. Si è rivelata una bella giornata per tutti, giocatori e non». Un’occasione per conoscersi al di fuori della routine quotidiana e lavorativa, ma anche un momento per mettere in atto le proprie capacità atletiche: «In effetti, anno dopo anno le squadre sono sempre più forti e preparate e si presentano con strategie mirate. Questa volta, inoltre, abbiamo giocato tutti contro tutti coordinati dal comitato tecnico. Forse – ammette con umiltà Guidoccio, riferendosi alla propria squadra – dobbiamo allenarci ancora un po’ perché non abbiamo corso abbastanza».

 

Alla fine ciò che conta, però, non è quanto si corre velocemente ma quanto si è pronti a farlo, e certamente il CRE e il settore edile in generale non possono che essere pronti a correre, in un momento in cui ancor di più restare fermi non porta da nessuna parte.

Attenti alla banda del buco

Se non credete a quello che dicono gli imprenditori, leggete ciò che ha scritto in luglio la Banca d’Italia: «Nel secondo trimestre del 2013 le politiche di offerta dei prestiti alle imprese sono divenute lievemente più restrittive, riflettendo principalmente prospettive sfavorevoli per l’attività economica e un connesso maggiore rischio di credito». Insomma, dopo il fiume di parole sulla necessità di fornire liquidità a chi fa lavorare il Paese, cioè il sistema-imprese, nulla è cambiato. Anzi, la situazione sembra peggiorare: i banchieri investono i soldi raccolti o che ottengono dalla Bce a tassi bassissimi in titoli di Stato, che rendono di più. E alle imprese vanno le briciole. Nonostante i proclami dell’Abi, l’associazione dei maggiori istituti di credito, insomma, il credit crunch continua imperterrito.

Certo, è più complicato concedere soldi alle imprese quando la congiuntura è difficile e il rischio di insolvenze aumenta. Ma si potrebbe chiedere ai signori banchieri perché questa cautela non è stata utilizzata per i grandi nomi della finanza, quelli che hanno lasciato voragini grandi come il costo dell’abolizione dell’Imu. Prendiamo il caso di Romain Zaleski, finanziere di origine polacca, ma trapiantato in Italia, che nel decennio scorso è stato foraggiato senza limiti dai maggiori istituti. Ora le banche si sono accorte che ha un passivo di 3,2 miliardi (sì, miliardi, non milioni) e che non li rimborserà mai. A una piccola impresa manderebbero un’ingiunzione, un’istanza di fallimento, chiederebbero il sequestro dei macchinari. Pazienza se poi i dipendenti rimangono senza lavoro e l’azienda non riapre più. Con la Tassara (la holding di Zaleski), è invece in corso una lunga trattativa, un minuetto che, scommetteteci, non lascerà in mutande il vegliardo finanziere. Oppure, possiamo fare il caso dei Ligresti, che hanno lasciato un buco da mezzo miliardo dopo aver utilizzato le loro società (quotate in Borsa, per giunta) per gestire gli affari di famiglia. Per non parlare dei casi Parmalat, Cirio… E chi prestava loro i soldi? Risposta esatta: le stesse banche che lesinano fondi alle piccole e medie aziende. Che chiudono le linee di credito agli imprenditori che non utilizzano jet privati per spostarsi e non hanno figlie con la passione per l’equitazione, non hanno alberghi disastrati da piazzare in pancia alle loro società, e perfino terreni da comprare e rivendere a stretto giro di posta, guadagnandoci a spese degli azionisti di minoranza. Insomma, per farvi ascoltare dalle banche dovete prima avere almeno qualche centinaio di milioni di debiti. Poi sì che vi tratteranno con rispetto.