Caricare il cellulare stando seduti in panchina: a Boston si può. Le panchine sono alimentati con energia solare e sono chiamate Soofas. Chi lavora in mobilità o, semplicemente, si ferma a in un giardino dotato di panchine alimentate può, insomma, non preoccuparsi dello stato delle batterie del proprio dispositivo. Ogni panchina può caricare gratuitamente fino a due dispositivi contemporaneamente. Non solo: i sedili possono fornire dati sull’inquinamento atmosferico e il livello di rumore. A ogni panchina sarà dato un nome scelto dai cittadini. Inoltre, le panchine saranno collegate alla rete 4G Lte di Verizon per connettersi in modalità wireless a internet e caricare informazioni ambientali basati sulla posizione.
A Boston le prime panchine intelligenti
Per il legno crescita del 30% in quattro anni
L’export sostiene il comparto del legno. Secondo il Centro Studi FederlegnoArredo, tra il 2009 e il 2013 la crescita delle esportazioni del comparto è stata superiore al 30%. Il sistema edilizia-arredo (porte interne e d’ingresso, infissi e serramenti, pavimenti, arredo urbano e per esterno) è stata una delle colonne portanti della filiera : vale infatti oltre 5 miliardi di euro e occupa circa 90.000 addetti. E nonostante il ridimensionamento del mercato nazionale, causato dalla generale crisi dell’edilizia, il sistema continua a dimostrare la sua competitività conquistando nuovi mercati all’estero. E nel 2013 l’export verso l’area Ue è cresciuto del 13,4%, con un totale di oltre 301 milioni di euro. quello verso l’area extra-Ue con 371 milioni presenta incrementi superiori al 50%. In questa area si registrano i risultati più significativi: Europa non Ue (Russia, Turchia eccetera) +58,6%, Medio Oriente (+76,8%), Stati Uniti e Canada (+84,7%). «Risentiamo ancora del colpo di coda della recessione, ma tutti gli indicatori macroeconomici ci fanno ben sperare» commenta Massimo Buccilli, neo-presidente di EdilegnoArredo, che riunisce le imprese produttrici di elementi in legno per l’edilizia e finiture.
Note positive vengono infatti dalle spese generali per la riqualificazione edilizia ed energetica. In base alla ricerca realizzata per EdilegnoArredo dal Cresme (Centro Ricerche Economiche Sociali di Mercato per l’Edilizia e il Territorio) hanno raggiunto quota 27,8 miliardi nel 2013, superando i 10 miliardi di euro nei primi quattro mesi di quest’anno.
Il centro resiste meglio alla crisi
Un immobile nel centro città ha resistito un po’ meglio al calo dei prezzi, anche se, naturalmente, è costato molto di più. Lo rileva, senza sorprese, l’analisi di Tecnocasa, secondo cui nel secondo semestre del 2013 le quotazioni delle abitazioni delle grandi città italiane hanno registrato un ribasso del 4,2%. L’analisi dei prezzi fatta per zone centrali, semicentrali e periferiche in questo periodo ha visto una performance leggermente migliore per le aree semicentrali (-3,7%), seguite da quelle centrali (-4,2%) ed infine da quelle periferiche (-4,7%). Dal secondo semestre del 2007, anno in cui è iniziata la discesa del mercato immobiliare, sono state le zone periferiche a perdere maggiormente valore (-32,3%), mentre quelle centrali hanno subito una diminuzione del 26,6%. In queste aree infatti si concentrano spesso immobili di qualità, di tipologia signorile che il mercato ha premiato in questi anni di ribasso dei valori immobiliari. Tra le zone centrali delle grandi città il migliore risultato in assoluto spetta al centro di Milano che, dal 2007, ha perso soltanto l’8,8%. Al contrario le zone periferiche spesso ospitano immobili di qualità medio bassa, tipologie che sono state più penalizzate durante il periodo di crisi. Infatti, negli anni del boom del mercato, queste soluzioni immobiliari erano acquistate da potenziali acquirenti con bassa disponibilità di spesa, spesso immigrati o monoreddito e che ricorrevano a mutui importanti. La restrizione del credito ha di fatto reso difficile l’accesso al mercato immobiliare di queste categorie di compratori, con la conseguenza che la domanda ed i prezzi in queste zone sono diminuiti in modo più sensibile. Nei primi mesi del 2014 sembrano esserci dei timidi segnali di fiducia: i prezzi bassi, uniti ad una maggiore disponibilità ad erogare da parte degli istituti di credito, stanno riavvicinando le persone al mercato immobiliare. E questo segnale si è registrato nelle zone centrali, semicentrali e periferiche, ovunque ci fosse un buon rapporto tra prezzo e qualità dell’immobile.
A Salini Impregilo un lotto del Brennero
Il gruppo Salini Impregilo, assieme ad altre imprese, si è aggiudicato il lotto del sottoattraversamento del fiume Isarco, tratto meridionale del progetto Tunnel ferroviario Galleria di base del Brennero. Il valore del contratto è di circa 300 milioni e la quota di Salini Impregilo ammonta al 41%. Il tunnel, di solito indicato come Brenner Basistunnel (BBT) è un progetto per la costruzione di un tunnel ferroviario che collega Innsbruck a Fortezza, ovvero l’Austria all’Italia. Il costo calcolato nel 2007, compresa tutta la tratta di accesso sud Fortezza-Verona, ammonta a 13,8 miliardi di euro. A dicembre 2013 dei totali 230 chilometri da scavare (compresi quelli di emergenza) 28 erano stati costruiti, 43 appaltati.
Gli ingegneri: ok alla Stanza Antisismica
Il 70% degli edifici non sarebbe in grado di resistere ai terremoti. A questa mancanza vuole di rispondere l’unico brevetto internazionale al quale è stata riconosciuta in via esclusiva la capacità di garantire l’integrità delle persone e dei propri affetti, compresa la minimizzazione dell’effetto panico: Madis Room. Secondo Luca Ferrari, presidente dell’Isi, l’Associazione di Ingegneria Sismica Italiana, «la Stanza Antisismica rientra a pieno titolo tra le misure di prevenzione. Ci siamo già impegnati a sostenere la Stanza Antisismica in tutte le occasioni di possibile divulgazione. Per quanto riguarda altre forme di azione, invece, devo dire che lo scopo dell’Associazione è ridurre le criticità causate dagli eventi sismici e promuovere e divulgare gli studi e le ricerche svolti con gli attori dell’ingegneria sismica italiana». Madis Room gode delle detrazioni fiscali fino al 50% nei casi di ristrutturazione, prevede un costo di installazione pari a quello della ristrutturazione di una stanza di media grandezza della propria casa, soddisfa anche la duplice finalità di stanza sicura contro ladri e malintenzionati, e di rifugio in caso di incendio, secondo Antonio D’Intino inventore della Stanza Antisismica e titolare della Madis Costruzioni che lo ha brevettato.
Distribuzione in difficoltà con le fatture
Secondo l’Osservatorio Cribis D&B, società del gruppo Crif specializzata nelle business information, sulla puntualità nei pagamenti, aggiornato al primo trimestre 2014, le imprese della distribuzione (Gd e Do) sono in difficoltà nel saldare in tempo le fatture ai fornitori. Nel primo trimestre del 2014, infatti, solo il 16,9% delle imprese della distribuzione pagano alla scadenza. Una perfomance decisamente inferiore della media italiana, pari al 38%. Ben 21,1 punti percentuali in meno. A fronte di solo un 16,9% di imprese virtuose, il 58,6% delle imprese paga entro il mese e ben il 24,5% oltre i 30 giorni di ritardo. Da segnalare inoltre il forte aumento dei ritardi gravi, passati dal 16,4% del 2010 all’attuale 24,5%, +49,7% Peggio della Gdo il comparto dell’Horeca, con solo il 14,2% di realtà che saldano le pendenze economiche alla scadenza. Il 49,6% paga entro un mese, il 36,2% oltre il mese di ritardo. Ritardi gravi saliti in 4 anni del 265,7%. In Europa i dati ricalcano quelli rilevati negli ultimi anni. La Germania rimane al primo posto, crolla la Gran Bretagna. A sorpresa anche la Cina è in difficoltà, all’ultimo posto in Asia in fatto di puntualità.
Tecnocasa, profitti a quota 12 milioni
Nonostante la crisi del mercato il gruppo Tecnocasa ha chiuso il bilancio 2013 con il segno più. L’utile prima delle imposte è stato di 20,96 milioni, e di 12,38 il risultato netto. «I risultati ottenuti sono decisamente ancora favorevoli, confermando la stabilità del nostro Gruppo e la validità delle strategie messe in atto dal management nell’affrontare le notevoli difficoltà che ancora incontrano le imprese nel portare avanti le proprie attività», ha commentato il presidente e fondatore del Gruppo Tecnocasa, Oreste Pasquali. Il gruppo conta nel mondo circa 2.500 agenzie in franchising. In Italia è presente con le reti di intermediazione immobiliare Tecnocasa (1.642 agenzie affiliate), Tecnocasa Immobili per l’Impresa (69 agenzie affiliate) e Tecnorete (360 agenzie affiliate, di cui 7 dedicate al settore industriale).
Le nuove strategie della distribuzione
I RAPPRESENTATI DEI GRUPPI SI INCONTRANO A BERGAMO
Un summit di rivenditori dell’edilizia per discutere delle strategie necessarie per fronteggiare la crisi. Sono stati numerosi i rappresentanti di gruppi, consorzi e insegne della distribuzione edile che si sono incontrati a Bergamo, al Tavolo Tecnico promosso da Youtrade e a loro strettamente riservato. Obiettivo: un confronto aperto sulle strategie legate alla relazione fra le organizzazioni commerciali. La presenza dei rappresentanti di oltre una ventina di gruppi e il quesito di base, l’urgenza di individuare forme di collaborazione che contribuiscano a ridare slancio intellettuale alla categoria, oltre alla determinazione di soluzioni realistiche e concrete per superare il difficile momento congiunturale, ha evidenziato una serie di interventi di grande interesse, evidenziando una partecipazione realmente attiva e convinta, a testimonianza di quanto il tema sia sentito dai vari protagonisti. Dalla necessità di fronteggiare la grande distribuzione, al problema di una migliore rappresentanza istituzionale, fino all’adozione di tecnologie e di una diversa organizzazione societaria: la discussione ha coinvolto tutti i presenti, tra cui Georg Mahlknecht (Baugroup), Lina Mazzullo e Massimo Bussola (Bigmat Pro.Ma Italia), Gianni Guidoccio, Tedeschi Heinz Slink (Fdf), Christian Saelzer (Dbh) per Cre, Luca Berardo (Casa Oikos), Fabio Aradori e Antonio Canfarotta (Coesi), Enrico Adinolfi (Dec), Gianluca Ferri e Alberto Bonomelli (Diamante), Cristian Zanni e Rosanna Morgen (Edilcom), Mauro Neri (Geb), Cesare Simonetti (Gruppo Game), Claudio Troni (Gruppo Made), Enrico Dazzi e Luca Springolo (Mec), Aldo Cagnolati (Mondoedile), Luca Dal Lago e Martino Novello (Stea), Valerio Lermini (Deus).
A questa giornata, denominata «Stati generali della Distribuzione Edile» e ai contenuti emersi si occuperà il prossimo numero di Youtrade con un ampio servizio, presentando, in sostanza, il tema del convegno del prossimo mese di settembre.
In Piemonte una scuola per l’edilizia
In Piemonte nasce una scuola superiore per l’edilizia. La creazione di un Its, scuola speciali di tecnologia, è stata annunciata ad Asti: sarà un corso di specializzazione post diploma, parallelo ai percorsi accademici. L’Istituto si chiamerà Professionalità per lo sviluppo dei sistemi energetici ecosostenibili e si occuperà prevalentemente dell’area tecnologica della sostenibilità in edilizia, cioè formerà specialisti in tutto ciò che riguarda il risparmio energetico e l’edilizia sostenibile. L’iniziativa è stata annunciata nel corso dell’assemblea dell’Unione industriale astigiana.
Istat: le case vecchie perdono valore
I segnali di ripresa, per ora, sono proiettati verso il futuro. Fino al marzo scorso, certifica l’Istat, il mercato immobiliare è stato in calo per quanto riguarda i prezzi, anche se le compravendite segnalano una inversione di tendenza. L’andamento dei prezzi delle case nel primo trimestre del 2014, infatti, è diminuito dello 0,7% rispetto al trimestre precedente e del 4,6% nei confronti dello stesso periodo del 2013. È dal 2008 che il mercato immobiliare vede il calo delle quotazioni, anche se secondo l’agenzia del Territorio (+4,1% delle compravendite residenziali nel primo trimestre) segnala un ritrovato interesse. Ma in quattro anni i prezzi delle case in Italia si sono ridotti del 10,4%. In particolare, nel quarto trimestre 2013 l’indice è diminuito dell’1,3% rispetto al trimestre precedente e del 4,8% nei confronti dello stesso periodo del 2012. Tre mesi prima il calo era stato dell’1,2% rispetto al trimestre precedente (-5,3% in un anno). La diminuzione più sensibile è per le abitazioni esistenti (-5,3%), mentre quelle nuove (-2,6%) hanno sofferto meno la flessione. E la riduzione del -10,4% è dovuta proprio esclusivamente alle abitazioni esistenti, i cui prezzi, nello stesso periodo, sono scesi del 15%, mentre la variazione di quelli delle abitazioni nuove risulta lievemente positiva (+0,8%).
Successo per l’Opa francese di Italcementi
L’Opa di Italcementi su Ciment Français è andata a buon fine. L’offerta ha superato la soglia di adesioni del 95%, raggiungendo le condizioni previste per l’acquisto delle quote residue. Italcementi ha infatti acquistato ieri 1.244.918 azioni Ciments Français, a quota 97,4% del capitale, mentre i diritti di voto sono saliti al 98,4%. Si compie così il riassetto della catena societaria, battezzato i.150, con il controllo in capo a Italmobiliare (45%) e la quotazione di un solo titolo alla Borsa Italiana, dove tornerà tra le blue chips del listino. «Chiuso il progetto i.150 potremo iniziare a ragionare in termini strategici se si aprono opportunità per Italcementi dalla fusione fra Holcim e Lafarge», ha commentato il consigliere delegato di Italcementi, Carlo Pesenti.
Niente contributo Raee per le lampade
Esenzione del contributo Raee fino ad agosto 2018 per lampadari per lampade fluorescenti provenienti dalle abitazioni: lo stabilisce il decreto legislativo n. 49/2014. Il provvedimento cancella il D. Lgs n.151/2005 e recepisce nella sua formulazione originale una direttiva Ce che fin dal 2002 aveva escluso la categoria citata dal campo di applicazione del contributo Raee. Rimangono invece invariate le disposizioni relative agli apparecchi con lampade a Led per le quali è previsto il contributo. «Con l’adozione di questo provvedimento il Governo italiano», sottolinea il presidente di FederlegnoArredo Roberto Snaidero, «ha dimostrato sensibilità verso l’economia reale, sanando una situazione che negli ultimi dieci anni aveva generato una stortura sul mercato costringendo molte imprese ad adempimenti burocratici e costi evitabili. Sono felice che le nostre istituzioni abbiano scelto di riformulare questo provvedimento allineandoci a quanto avviene nel resto d’Europa». «Ovviamente siamo molto soddisfatti di questo cambiamento» aggiunge Stefano Bordone, presidente di Assoluce, l’associazione che raggruppa le più importanti imprese italiane produttrici di apparecchi di illuminazione decorativa. «L’eliminazione di questa tassa rappresenta un beneficio importantissimo per le imprese, in una fase storica in cui, soprattutto per aziende come le nostre, qualunque sgravio fiscale rappresenta un’opportunità per fare investimenti. Ad esempio ci permetterà di spingere ancora di più sull’acceleratore il processo di riconversione tecnologica dei nostri prodotti verso soluzioni sempre più ecofriendly e per il risparmio energetico».
Lente di Assites sulle schermature solari
Fabio Gasperini (Resstende Srl) è stato eletto presidente della Divisione Unicmi Schermature Solari Assites e Maurizio Bottaro responsabile di progetto. Sono stati eletti dai rappresenanti di oltre 40 aziende leader della filiera industriale italiana delle schermature solari (frangisole, tende interne ed esterne, tensostrutture e gazebo) durante la riunione di costituzione della Divisione Schermature Solari Assites, nata a seguito dell’accordo quadro biennale di sinergia organizzativa con Unicmi (Unione Nazionale delle Industrie delle Costruzioni Metalliche, dell’Involucro e dei serramenti), stipulato lo scorso10 aprile. La Divisione Schermature Solari Assites ha anche deliberato l’avvio dell’analisi pregressa dei bilanci delle più significative aziende del settore e la loro interazione con un monitor congiunturale sui trend di mercato elaborato attraverso un questionario somministrato a un campione significativo di imprese su contenuti. I risultati ottenuti permetteranno di arricchire il Rapporto 2015 che Unicmi dedicherà all’involucro edilizio di una sezione dedicata alle schermature solari che affiancherà le analisi su serramenti, facciate continue e vetrazioni.
Anie: riportare in Italia la produzione
Produrre in Italia: si può e si deve. È l’obiettivo dell’Anie, emerso all’assemblea annuale di categoria. Il processo di rientro della produzione delocalizzata si chiama back reshoring, che insieme a innovazione ed education sono i punti fondamentali della strategia dell’associazione. Il back reshoring, in particolare, è stato al centro di uno studio realizzato dalla Federazione con il contributo di Luciano Fratocchi, professore di Ingegneria economico-gestionale all’Università de L’Aquila. Dallo studio emerge che i settori Anie rappresentano quasi il 20% del totale del fenomeno italiano, piazzandosi in seconda posizione alle spalle solo di abbigliamento e calzature. Est Europa(38,5% dei casi) e Cina (30,8%) sono le aree geografiche da cui si ritorna di più, per un fenomeno che si origina nel 40% dei casi dalle piccole e medie imprese. Tra le motivazioni più rilevanti per il rientro, il minore controllo della qualità della produzione all’estero (“molto rilevante” per un terzo delle aziende Anie intervistate), la necessità divicinanza ai centri italiani di R&S (25%) e i maggiori costi della logistica (22%).
«L’ultimo decennio, a causa di due violente recessioni estremamente ravvicinate, ha cambiato la storia dell’industria manifatturiera», ha commentato Claudio Andrea Gemme, Presidente di Anie Confindustria. «Tuttavia, la new economy basata solo sulla finanza e sui servizi è fallita: senza la manifattura il Paese muore. Il nostro studio ci dice che tornare a produrre in Italia non è utopistico. Qualcuno ha già iniziato a farlo, altri lo farebbero se si creassero le condizioni per poter lavorare: abbattimento della pressione fiscale e della burocrazia, detassazione degli utili reinvestiti in ricerca e innovazione, valorizzazione del know how tecnologico e della qualità del made in Italy, promozione degli asset strategici del Paese».
Cersaie sulla spiagge del futuro
Come saranno le spiagge di domani? La direttiva Bolkestein della Comunità Europea sulle concessioni demaniali, esamina le possibilità di sviluppo degli stabilimenti balneari e Cersaie, il salone internazionale della Ceramica per l’Architettura e dell’Arredobagno, presenta una mostra sul tema della durata delle concessioni e la periodicità degli investimenti richiesti per gli stabilimenti balneari. Costruzioni leggere integrate nell’habitat, l’utilizzo di materiali resistenti alla salsedine e a bassa manutenzione, arredi di design che amplificano la piacevolezza di vivere a spiaggia, idee per fare vivere gli esercizi commerciali anche nella stagione invernale sono gli elementi chiave suggeriti da Cer-Sea come strada da percorrere per tutelare una delle più grandi risorse ambientali ed economiche del nostro Paese. L’allestimento ricrea due scenari balneari, in versione estiva e invernale, in una sorta di brainstorming tridimensionale, fortemente emozionale, che vede spostarsi sul litorale alcune attività commerciali per sfruttare la bellezza del paesaggio come volere aggiunto. Librerie, spa, palestre, negozi di moda… non c’è limite a ciò che può fare vivere appieno le coste durante tutto l’anno, quando il paesaggio è la natura. Non è utopia, già in diverse parti del mondo questo fenomeno ha stimolato l’economia di territori che vivevano di una limitata stagionalità.
La mostra accende i riflettori su un tema che coinvolge tutti: le aziende produttrici, i rivenditori, i costruttori, i gestori di stabilimenti balneari e di alberghi, ma anche il grande pubblico che usufruirà delle nuove strutture, nonché il mercato nazionale e internazionale. Le aziende in mostra rappresentano alcuni dei diversi settori produttivi coinvolti in rappresentanza dell’Italian style: pavimenti e rivestimenti, arredobagno e arredamento.
La location ospiterà alcuni appuntamenti per approfondire l’argomento e per festeggiare happy hour: nelle serate di martedì 23, mercoledì 24 e giovedì 25 la mostra resterà aperta più a lungo per ospitare eventi a pieno titolo nel solco delle migliori performance della Riviera. La mostra, promossa da Edi.Cer. Spa, BolognaFiere e Promos Srl è stata ideata e progettata da Davide Vercelli e Angelo Dall’Aglio e organizzata da Promos Srl.
Per visitare la mostra occorre richiedere il biglietto gratuito sul sito www.cersaie.it.
Amstrong Building ricicla il controsoffitto
Si chiama ceiling-to-ceiling, che si può tradurre con «dal controsoffitto al controffitto». È un programma di riciclaggio sviluppato da Armstrong Building Products, che ha come obiettivo un sistema di produzione e di gestione delle risorse naturali a impatto zero per la collettività, che si traduce in un’edilizia basata sulla tutela dell’ecosistema e delle persone. La soluzione proposta dall’azienda prevede il ritiro, direttamente in cantiere, dei pannelli che non sono più utilizzati e il loro nuovo impiego all’interno del processo di riciclo, per produrre nuovi soffitti. Nel sito sito produttivo di Armstrong Building Products a Pontarlier (Francia) l’azienda offre una dimostrazione pratica di come segnare quattro goal: semplificare la gestione dei rifiuti, disfarsi del materiale in loco, riciclare i vecchi pannelli e risparmiare sui costi di discarica. Il programma di ritiro e riutilizzo dei controsoffitti è partito in Gran Bretagna e Australia, e ora è proposto anche agli altri Paesi europei. Non è un obiettivo da poco: dal punto di vista della sostenibilità, l’edilizia è responsabile di buona parte delle emissioni di Co2 (fino al 40%). Inoltre, l’aspetto del recupero o dello smaltimento dei materiali è uno degli ostacoli maggiori quando si tratta di affrontare un nuovo progetto. Ma il sistema ceiling-to-ceiling sembra funzionare: Amstrong Building Products ha finora già riutilizzato circa 11 milioni di metri quadri di pannelli dismessi.