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Prolux, la finestra per la ristrutturazione di Oknoplast

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Oknoplast mostra in anteprima Prolux, la finestra pensata per la ristrutturazione che verrà presentata al prossimo Made 2015, a Milano dal 18 al 22 marzo.

Prolux è un sistema brevettato che – grazie all’innovativo profilo ridotto dell’anta – è capace di sfruttare al massimo l’illuminazione naturale di una stanza e di avere una superficie vetrata maggiore del 15% in più rispetto ad una finestra tradizionale.

Grazie a queste caratteristiche, il nuovo profilo finestra permette di sfruttare al meglio il foro esistente della vecchia finestra, e di non sacrificare preziosa superficie vetrata. L’ingombro del controtelaio è infatti bilanciato da un profilo più snello, che èerò può essere utilizzato anche per aperture di grandi dimensioni grazie allo speciale rinforzo brevettato in acciaio che conferisce maggiore robustezza e rigidità. Migliore anche il comfort abitativo grazie ai valori termoacustici del profilo in Classe A.

Prolux è inoltre dotata di 4 modalità di apertura differenti: oltre la normale apertura a battente, l’anta può essere orientata a ribalta e in due diverse posizioni di micro ventilazione – da 13 mm o da 1 mm – utili per generare ricircolo d’aria in tutta sicurezza anche con l’antifurto inserito.

La maniglia Design+, progettata in esclusiva dallo Studio Kiska, è per la prima volta in posizione centrale e dona al profilo un aspetto armonioso ed elegante.

Prolux può essere personalizzata grazie alla vasta gamma di colori tra cui il rovere sbiancato dall’elegante effetto legno con venature naturali, in linea con le ultime tendenze arredo che prediligono colori neutri ma caldi per ambienti dall’aspetto minimale ma accogliente.

DOTAZIONI TECNICHE STANDARD

Profilo: telaio e anta a 6 camere, spessore70 mm dotati di un sistema brevettato di rinforzo in acciaio

Vetrocamera: basso emissiva con gas Argon, dotata di telaio termico che riduce la dispersione di calore

Guarnizioni: in EPDM, offrono resistenza meccanica e agli agenti atmosferici, abbinate al colore del profilo

Ferramenta: esclusiva Design+, con riscontri e nottolini antieffrazione e doppia microventilazione

Prestazioni: in Classe A, Uw = 1,0 W/m2K con triplo vetro

Telaio distanziatore della vetrocamera: termico di ultima generazione

Inaugurato a Gressoney il Rifugio Carlo Mollino

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Nasce a quota 2050 metri, sulle piste del Weissmatten, il rifugio Carlo Mollino, un’architettura alpina realizzata su modello di un progetto del maestro per la X Triennale di Milano del 1954. “Questa è la casa per gli sciatori “estremisti”, (…) è la casa portata addirittura sul “luogo di lavoro”, sul campo di sci”: così la descriveva l’architetto torinese.

La realizzazione promossa del Dipartimento di Architettura e Design del Politecnico di Torino e dal Comune di Gressoney Saint Jean, il rifugio si sviluppa sul modello della “Casa Capriata”, una delle case ideali di Carlo Mollino, rimasta opera incompiuta, ma fortemente rappresentativa sul piano dell’innovazione tecnologica e della prefabbricazione edilizia.

L’edificio sperimentale si caratterizza per il basso consumo energetico, grazie a tecniche innovative a livello impiantistico, in grado di eliminare il fabbisogno di combustibile fossile.

Raggiungibile a piedi, con gli sci o con la seggiovia, il Rifugio Carlo Mollino sorge in prossimità del padiglione da tè della Regina Margherita di Savoia, una storica architettura in legno originariamente ubicata presso il Castello Savoia e trasferita in quota negli anni ’50 come capanno di caccia prima e più recentemente come punto di ristoro per gli sciatori.

Le Pmi all’estero sono una case history alla Luiss

Le strategie per l’internazionalizzazione delle Pmi dell’edilizia diventano un caso di studio alla Luiss Business School. Le imprese italiane sono impegnate in più di 88 Paesi nella realizzazione di opere infrastrutturali dando vita a un made in Italy delle infrastrutture e del design caratterizzato da un altissimo livello tecnologico e qualitativo. «Di fronte a una perdurante e preoccupante crisi del mercato italiano delle costruzioni il mercato estero sta assumendo un ruolo chiave per le imprese italiane. Ormai lavoriamo più all’estero che in Italia e la crescita delle imprese di costruzioni è trainata dall’export. Le imprese italiane sono impegnate in più di 88 paesi nella realizzazione di opere infrastrutturali dando vita ad un vero e proprio Made in Italy delle infrastrutture e del design caratterizzato da un altissimo livello tecnologico e qualitativo», secondo il presidente del Gruppo Pmi Internazionale dell’Ance, Gerardo Biancofiore. «Ed oggi più che mai la conoscenza è il vero motore dell’innovazione ed è importante che si sviluppino collaborazioni tra il mondo universitario e quello imprenditoriale: percorsi formativi di eccellenza finalizzati a sviluppare strategie innovative, come quello organizzato dalla Luiss, vanno in questa direzione». Emic, l’Executive Program in Management delle Imprese di Costruzione della Luiss Business School, ha scelto l’internazionalizzazione dell’edilizia come caso di studio. caniterew

«L’espansione all’estero delle nostre imprese è motivo di orgoglio, la sfida è di riuscire ad incrementare la presenza delle nostre imprese piccole e medie attraverso lavoro di squadra che vede le istituzioni ed il sistema bancario al fianco delle imprese. Fare sistema diventa un imperativo. La competizione sui mercati internazionali non è più tra imprese ma si gioca tra Sistemi Paese». Il mercato estero, secondo Biancofiore, sta assumendo un ruolo sempre più centrale per le imprese di costruzioni italiane. L’incidenza dell’export sui bilanci continua a crescere. Buona parte dei ricavi d’oltre confine sono realizzati dalle principali 20 imprese nazionali, ma non bisogna dimenticare che il settore delle costruzioni è costituito da una miriade di piccole imprese. I dati sulla presenza nel mondo delle imprese italiane sottolineano come il fatturato delle imprese di costruzioni italiane all’estero è più che triplicato in meno di dieci anni, con una produzione aumentata dell’8,6% e un portafoglio arricchito di 319 lavori, per 17 miliardi di euro.

Dopo 40 anni Prodi torna a occuparsi delle piastrelle

Romano Prodi

Romano Prodi saggista e giornalista. In occasione dei 50° dell’Associazione, l’ex presidente del Consiglio e della Commissione Ue ha scritto un articolo in esclusiva per Cer, il giornale della ceramica, delineando i fattori di competitività e i percorsi di sviluppo dell’industria italiana della ceramica ed i suoi distretti. Un documento realizzato mezzo secolo dopo Modello di sviluppo di un settore in rapida crescita, il primo libro sull’industria ceramica scritto dall’allora docente universitario che sarebbe diventato, negli anni a venire, anche ministro dell’Industria e presidente dell’Iri.

Il saggio, la cui versione integrale è visibile in home page di Confindustria Ceramica a: https://www.confindustriaceramica.it/site/home/eventi/articolo8211.html, dopo aver ricordate le storiche caratteristiche competitive del distretto, descrive i fattori e le trasformazioni necessarie per adeguare le imprese e lo stesso distretto al nuovo contesto della globalizzazione dei mercati e delle economie. Una disamina, ad ampio spettro, che tocca aspetti quali i percorsi dell’evoluzione tecnologica, i limiti derivanti da approvvigionamenti esteri di materie prime ed energia, il ruolo del design e del made in Italy sui mercati internazionali, il tema della dimensione aziendale e della loro organizzazione, come anche il passaggio generazionale e la centralità delle risorse umane presenti in azienda e la loro preparazione e formazione professionale.

Romano Prodi
Romano Prodi

Di grande rilievo le riflessioni relative alle trasformazioni in atto nel settore e nei territorio, quali gli effetti derivanti dall’acquisizione di aziende italiane da parte di gruppi industriali esteri, i rischi – opportunità derivanti da percorsi di fusione ed integrazione aziendale, l’ampia e articolata riflessione sulla trasformazione di un «distretto che non po’ più essere solo produttivo, ma deve essere anche centro logistico-distributivo e centro di innovazione».

Edp, la Dichiarazione ambientale che diventerà indispensabile

La Dichiarazione ambientale di prodotto sarà nei prossimi anni indispensabile per competere sui mercati globali e per partecipare ad appalti di edifici sostenibili. La Edp (Environmental Product Declaration) oggi in Italia riguarda solo poche aziende più attente all’ambiente, ma è destinata a guadagnare consensi. Come nel caso della Leed (Leadership in Energy and Environmental Design), sistema americano di rating per edifici sostenibili, che ha introdotto la possibilità di acquisire crediti per prodotti in possesso di Lca (Life Cycle Assessment, valutazione del ciclo di vita) e di Epd. Questa certificazione riguarda gli impatti ambientali di un prodotto durante tutto il ciclo di vita ed è una delle tre etichette ambientali così come definite dalle norme Uni En Iso 14020. Rispetto alle altre due, la Ecolabel e l’Asserzione ambientale autodichiarata, ha una fondamentale differenza: è l’unica a dover essere obbligatoriamente convalidata da un soggetto terzo ed è dunque l’unica a fornire una garanzia delle dichiarazioni del produttore. casa-verde

Questioni di etichetta

A livello europeo l’etichetta ambientale di tipo III, o Epd, è oggi riconosciuta come lo strumento più efficace per comunicare informazioni ambientali certificate riguardo alla sostenibilità ambientale dei prodotti. Non prevede una scala di valutazione della prestazione (come invece nel caso di Ecolabel), né soglie minime di accettabilità, bensì il rispetto di un formato nella comunicazione dei dati che faciliti il confronto tra prodotti diversi.

Il sistema di gestione delle Epd è tenuto sotto controllo da program operator, soggetti a livello nazionale che si fanno carico di permettere lo sviluppo e la pubblicazione online delle regole per redigere le Epd di ogni categoria di prodotto, le cosiddette Pcr, Product Category Rules. In Europa ce ne sono vari: i più importanti sono lo svedese International Epd System (www.environdec.com) e il tedesco Ibu (www.construction-environment.com), mentre in Italia ancora non c’è, per cui le aziende italiane che intendono sviluppare una Epd devono rivolgersi a uno dei program operator europei.

Discordanze

Non necessariamente però i diversi soggetti adottano le stesse Pcr e gli stessi riferimenti tecnici per il medesimo prodotto, con il risultato che sinora una Epd pubblicata, per esempi, dall’operatore svedese poteva non essere riconosciuta sui mercati dove era prevalente l’operatore tedesco. Per questo motivo nel settore delle costruzioni è stata creata l’associazione Eco Platform (www.eco-platform.org), che opera per sostituire i vari formati Epd con un unico formato e un approccio comune al ciclo di vita di un prodotto basato sulla recente norma Uni En 15804 Sostenibilità delle costruzioni – Dichiarazioni ambientali di prodotto – Regole chiave di sviluppo per categoria di prodotto. Le prime Epd che, attraverso Eco Platform, hanno ottenuto il mutuo riconoscimento fra Epd System e Ibu sono state quelle di due aziende del Nord Est, Gruppo Beltrame (laminati metallici) e Isolconfort (polistirene espanso), entrambe validate dall’organismo di certificazione Icmq.

Le Pcr, Product Category Rules, che devono essere redatte per ciascun prodotto o per tipologie omogenee di prodotti, stabiliscono per esempio i parametri obbligatoriamente dichiarati dal produttore, le modalità di raccolta dei dati, le fasi del ciclo di vita da considerare, le regole base per la valutazione dell’impatto ambientale, le condizioni di comparabilità tra prodotti. Obiettivo: assicurare che dati verificabili e coerenti e che il confronto tra prodotti sia condotto esclusivamente nel contesto di impiego nell’edificio.

Il già citato standard En 15804 prevede che la valutazione del ciclo di vita di un prodotto da costruzione sia condotta per fasi: la produzione, che comprende l’estrazione delle materie prime, il trattamento delle materie prime seconde, il trasporto alla fabbrica, la produzione; la costruzione, che comprende il trasporto al cantiere, la costruzione e l’installazione; l’uso, che include l’uso, la manutenzione, la riparazione, la sostituzione, la riqualificazione, il consumo di energia in uso, il consumo di acqua in uso; infine, la fase di fine vita, che include la decostruzione o demolizione, il conferimento a discarica, il trattamento per riuso, recupero o riciclo, lo smaltimento. Se l’analisi del ciclo di vita riguarda esclusivamente la fase di produzione viene definita dalla «culla al cancello», mentre se copre tutte le fasi viene definita «dalla culla alla tomba».

Uno strumento per tutta la filiera

L’Epd è uno strumento molto importante per il produttore. Non solo valorizza la trasparenza sugli impatti ambientali dei propri prodotti rispetto a chi non lo fa e permette di acquisire crediti in appalti per edilizia sostenibile, ma grazie all’analisi del ciclo di vita consente di ottimizzare i processi produttivi, con un cost saving che migliora la competitività. Anche tutti gli altri attori tuttavia dovrebbero essere maggiormente consapevoli delle potenzialità dell’Epd: i prescrittori, che privilegiando prodotti con Epd possono contare su prestazioni ambientali garantite da parte terza, così come i progettisti, che hanno a disposizione un parametro in più per valutare quali prodotti inserire nelle proprie opere, quello dell’impatto ambientale. Un parametro che può anche servire a sfatare idee preconcette sulla eco-compatibilità di questo o quel materiale o prodotto: per esempio, i protocolli Casaclima Nature, che ha sostituito Casaclima Plus, e Casaclima Hotel hanno eliminato tutte le discriminazioni relative al polistirene espanso proprio grazie ai risultati dell’Epd Isolconfort.

Chi è certificato

Le due dichiarazioni ambientali di prodotto italiane che hanno recentemente ottenuto il mutuo riconoscimento fra Epd System e Ibu sono state convalidate dall’organismo di certificazione Icmq e riguardano i prodotti di due aziende di eccellenza, entrambe del Nord Est. Il Gruppo Beltrame, con sede a Vicenza, è leader europeo nella produzione di laminati; l’Epd è relativa alla produzione di profili in acciaio laminati a caldo e mercantili negli stabilimenti di Vicenza e Trith Saint Lèger (Francia). Isolconfort, di San Vito al Tagliamento in provincia di Pordenone, produce lastre in polistirene espanso (Eps) utilizzate prevalentemente per sistemi di isolamento esterno degli edifici a cappotto, l’80% dei quali in Europa impiegano appunto l’Eps; i due prodotti di cui è stata pubblicata recentemente l’Epd sono Eco-Espanso e Eco-Por (addittivato con grafite), che rappresentano circa il 70-80% dell’intera produzione.

Impermeabilizzazione: incontri tecnici con Winkler

Continua il calendario degli incontri tecnici Wikler dedicati alla distribuzione edile e ai professionisti dell‘impermeabilizzazione, volti al miglioramento del livello qualitativo degli interventi, attraverso soluzioni altamente innovative, capaci di coniugare qualità delle prestazioni, sensibilità verso l’ambiente e comfort abitativo.

Sono circa 50 i corsi tecnici attivati, venti già nel 2014, con i quali è possibile anche ottenere crediti formativi presso gli Ordini professionali. L’azione di sensibilizzazione verso architetti e progettisti, geometri e ingegneri mira a diffondere la consapevolezza che basta poco per rinnovare nel pieno rispetto della salute dell’uomo e dell’ambiente, con soluzioni nuove e sicure.

Duranti gli incontri i partecipanti avranno modo di approfondire l’utilizzo di impermeabilizzanti liquidi, la preparazione dei sottofondi, l’impermeabilizzazione e la protezione dei supporti con prodotti riflettenti, in grado di proteggere sia dal freddo che dal caldo, i sistemi innovativi per impermeabilizzare bagni, balconi e terrazzi, ma anche muri di fondazione con sistemi in pasta, con assoluta garanzia dei risultati e nel pieno rispetto delle indicazioni cogenti ai fini assicurativi.

Recentemente si sono tenuti a Pisa e Padova due incontri in collaborazione con il Collegio dei Geometri, dedicati ai sistemi innovativi per l’impermeabilizzazione a basso impatto ambientale e sull’isolamente e impermeabilizzazione con prodotti all’avanguardia. Un percorso tecnico che per Winkler è racchiuso nella tecnologia “Winklersafe”, prima azienda in Europa a proporre al mercato prodotti e sistemi certificati a base acqua.

Bankitalia: ancora in calo i tassi d’interesse sui mutui

Calano anche i tassi su mutui e sui finanziamenti alle imprese, oltre che quelli dei titoli di Stato. Lo precisa la Banca d’Italia. A ottobre i tassi sui finanziamenti erogati , comprese le spese accessorie, per l’acquisto di abitazioni sono stati pari al 3,18% (3,27 nel mese precedente). I tassi d’interesse sui nuovi prestiti alle società non finanziarie di importo fino a 1 milione di euro sono risultati pari al 3,54% (3,60% nel mese precedente); quelli sui nuovi prestiti di importo superiore a tale soglia al 2,16%.vendesi3

Unicmi e Isi: più soldi per i bonus anti-terremoti

I bonus casa vanno bene, ma non per una messo in sicurezza contro i terremoti. Lo sostiene Unicmi, l’Unione nazionale delle industrie delle costruzioni metalliche, dell’involucro e dei serramenti e Isi, Ingegneria sismica italiana. Il bonus del 65% inserito nella legge di Stabilità riguarda gli intervenenti di messa in sicurezza sismica degli edifici. Le due associazioni, però, hanno inviato una lettera al ministro delle Infrastrutture e Trasporti, Maurizio Lupi, e ai presidenti delle commissioni Ambiente e territorio di Senato e Camera Giuseppe Francesco Maria Marinello (Pdl) e Ermete Realacci (Pd), denunciando come l’attuale provvedimento inserito nella Legge di Stabilità rischi di rimanere solo un segnale di attenzione alla messa in sicurezza sismica, non supportato però da una reale operatività.

Secondo Unicmi e Isi, la scadenza temporale al 31 dicembre 2015 è troppo ravvicinata: un intervento di messa in sicurezza sismica precede un iter complesso sia in termini di consenso (basti pensare agli interventi nei condomini), sia da un punto di vista operativo (analisi dello stato dell’edificio che spesso comprendono prove, progettazione dell’intervento, preventivazione e realizzazione, sono punti di un percorso lungo e articolato). Inoltre, un arco di tempo così limitato, probabilmente non è utile neppure a far conoscere il provvedimento sul territorio, vanificando così gli eventuali sforzi delle imprese coinvolte. Non va neppure la limitazione alle zone sismiche 1 e 2: la misura riguarda le opere che ricadono in aree ad alta pericolosità sismica, mentre la commissione Ambiente, per prevenire la triste consuetudine in cui, solo dopo un evento sismico un dato territorio sia inserito in zone a rischio sismico, aveva chiesto di estendere il bonus anche ai Comuni a rischio sismico basso. Infine, la copertura finanziaria limitata a 101,7 milioni di euro. Poco, confronto a più 180 miliardi di euro (stima Ance-Cresme) le risorse stanziate dallo Stato per riparare i danni dei terremoti in Italia dal 1944 al 2012, pari a un costo medio annuo di 2,6 miliardi di euro. Unicmi e Isi auspicano quindi una modifica del provvedimento già nel corso della lettura al Senato. terremoto

Cambielli Edilfriuli, sfìda sul mercato globale con Wim

Il Gruppo Cambielli Edilfriuli è diventato l’unico membro italiano del Gruppo di acquisto europeo Wim, che riunisce i distributori grossisti di materiali di installazione leader nei propri Paesi di appartenenza. L’azienda italiana, oltre a promuovere il made in Italy all’estero, potrà potenziare la propria rete a livello europeo. Il Gruppo di acquisto europeo di materiali di installazione è il Wim (Wholesalers Of Installation Materials), che riunisce sette aziende leader nei propri Paesi di origine nei settori idrotermosanitario, riscaldamento e condizionamento, utensileria, edile, civile, industriale e Pa. Cambielli Edilfriuli è leader in Italia nel mercato della distribuzione di materiale idrotermosanitario.

L’ingresso nel Wim ha un duplice obiettivo: «Da un lato ci consente di entrare in contatto diretto con le più importanti aziende europee operanti nei settori affini al nostro, dall’altro siamo certi che quest’iniziativa potrà rivelarsi un’ottima opportunità anche per i nostri fornitori perché facendo rete potremo offrire loro una vetrina di portata europea in cui promuovere l’eccellenza del Made in Italy nel nostro settore», spiega Alessandro Cambielli, consigliere del gruppo e curatore del progetto. Wim ha base ad Amsterdam, in Olanda, ed è costituito da sette membri, non in concorrenza tra loro, di Italia, Spagna, Francia, Belgio, Usa, Norvegia e Danimarca. Il suo scopo è creare una rete tra i leader dei diversi mercati europei nei settori degli articoli sanitari, materiali di installazione e controllo climatico, offrendo a tutti la possibilità di scambiare informazioni relative ai propri mercati di appartenenza.

Attraverso riunioni periodiche, ogni membro potrà condividere informazioni pertinenti riguardanti gli sviluppi del mercato dal lato dell’offerta. Un lavoro sinergico utile affinché tutti i membri possano studiare le migliori strategie per trovare nuove fonti di acquisto sia nei propri Paesi d’origine, sia nel resto d’Europa. Wim ha 1.200 filiali sparse in tutta Europa, 18mila dipendenti totali e 200mila clienti attivi, con un giro di affari intorno ai 5 miliardi di euro.

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Il Gruppo Cambielli Edilfriuli è leader in Italia nel mercato della distribuzione di materiale idrotermosanitario. Si rivolge principalmente al mercato professionale commercializzando oltre 500.000 articoli nei settori termoidraulica, riscaldamento e condizionamento, industriale, utensileria, arredo bagno e ceramiche, edile. Con una storia cominciata nel 1919, oggi il Gruppo Cambielli Edilfriuli è una realtà che conta sulla collaborazione di oltre 2.500 dipendenti ed è presente in modo capillare nel Nord e Centro Italia con 180 punti vendita, serviti da tre centri logistici per lo stoccaggio e smistamento delle merci. Nel ha registrato un fatturato aggregato che ha superato i 630 milioni di euro.

Adesso le tasse si pagano a rate anche via web

È una magra consolazione, forse, ma il sito web di Equitalia ( www.gruppoequitalia.it) diventa più efficiente e offre anche nuovi servizi come le rateazioni online delle imposte. Dal sito si può richiedere direttamente la dilazione dei debiti fino a 50 mila euro. Lo strumento si aggiunge agli altri già disponibili e oggi più facili da usare: Paga online consente di saldare i debiti con la carta di credito, Estratto conto controlla con maggior dettaglio la propria situazione debitoria e le procedure in corso, Sospensione online permette di inviare la richiesta per sospendere la riscossione e attivare la verifica su quanto richiesto dagli enti pubblici creditori, Trova sportello e i canali di contatto diretti servono per chiedere l’assistenza di Equitalia. «Abbiamo realizzato un nuovo sito internet partendo dalle esigenze dei contribuenti. L’obiettivo è proseguire sulla strada della semplificazione offrendo in tempo reale soluzioni su misura a cittadini e imprese. Va in questa direzione la possibilità di richiedere online il piano di rateazione, un servizio che riguarderà una vasta platea di contribuenti. Ad oggi sono attive 2,5 milioni di rateazioni per un importo che supera i 28 miliardi di euro», assicura l’amministratore delegato di Equitalia, Benedetto Mineo.equitalia

Gruppo Made si associa ad Assoposa

Gruppo Made aggrega il suo brand a quello di Assoposa, associazione legata a Confindustria Ceramica, che ha come mission la qualificazione della filiera della posa. Chi entra in uno showroom, infatti, si aspetta non solo di trovare prodotti di qualità ad un prezzo competitivo, ma di avere anche tutto posato e installato alla perfezione. Assoposa si occupa di qualificare i punti vendita della distribuzione edile con spazi finiture ed i loro clienti posatori, attraverso un percorso, di standard europeo, che mira a “certificare” la professionalità della filiera.

“I rivenditori di ceramiche – afferma Francesco Bergomi di Assoposa – sono circa 7.000. Nel settore della rivendita, circa l’80% delle aziende si limitano a vendere i prodotti, mentre il restante 20% offre anche il servizio di posa. Il corso di qualificazione proposto da Assoposa è quindi prima di tutto rivolto a quelle rivendite che hanno già una struttura operativa di servizio attiva, così da poter raggiungere in breve tempo anche la qualifica di “maestri posatori”. E ciò significa, a risultato raggiunto, entrare nell’elenco dei posatori, o maestri posatori, nel sito Internet dell’Associazione”.

Aderendo ad Assoposa, Gruppo Made si propone di favorire l’adesione dei suoi aderenti per la qualificazione del personale dedicato al settore delle piastrelle e di contribuire alla crescita professionale dei piastrellisti professionisti clienti dei punti vendita. “L’accordo con Assoposa – sottolinea Claudio Troni, direttore marketing di Gruppo Made – si inquadra nel programma di implementazione delle competenze, diretta sia ai punti vendita aderenti che alla loro clientela professionale. La competenza è una delle leve che i punti vendita Made si stanno impegnando ad incrementare per soddisfare le aspettattive dei soggetti di quello che noi chiamiamo il “mercato che c’è” ovvero un mercato nel quale il servizio al cliente finale – sempre più privato – richiede oltre a un prezzo competitivo un servizio pienamente soddisfacente; se possibile sorprendente.”

Venezia al settimo posto per gli hotel più cari

Per chi viaggia la spesa per l’alloggio è la più rilevante: supera del 25% il costo dei trasporti e del 40% quello dei pasti. Ma quanto? Il costo non è omogeneo e GoEuro ha realizzato uno studio sull’indice dei prezzi su 150 città e su oltre 60mila proprietà, con l’obiettivo di analizzare l’effetto che i prezzi esercitano sul settore alberghiero e in che modo questi influenzano i viaggiatori. Oltre a Venezia, al settimo posto con una spesa media di 117 euro, anche Roma e Firenze, rispettivamente al 43esimo e 47settesimo posto, rientrano tra le prime 50 città più care al mondo per l’alloggio. Circa a metà classifica,a soprpresa, si trova Siracusa (70), Modena (77), Milano (78) e Torino (88), mentre tra le più convenienti a livello generale sono risultate essere Napoli (103) e Cagliari (108). Una particolarità riguardo al costo medio degli hotel a 5 stelle: Milano, non lontana da Zurigo e Ginevra, è più costosa di Venezia con una media di 323 euro a notte. Sul fronte degli ostelli la città italiana più costosa è Siracusa con un prezzo medio di 29 euro a notte, posizionata tra Zurigo e Parigi.

La top 10 è dominata dagli Stati Uniti, prima fra tutte New York con un costo medio a notte di 198 euro, seguono Miami, Boston e San Francisco. Al secondo posto c’è la svizzera St.Moritz, dove una notte costa mediamente 147 euro. Medaglia di bronzo alla cinese Macao con 135 euro di costo medio per notte. Molto più varia la coda della classifica. Una notte a Tirana, la più economica in assoluto, costa in media 26 euro, preceduta dalla tunisina Hammamet a 28 euro, a pari merito con la capitale bulgara, Sofia. Tra le ultime dieci si fanno notare altre capitali dell’est europeo ovvero Belgrado (142esimo), Varsavia (143esimo) e Bucarest (144esimo), tutte attorno ai 30 euro per notte.vemnezia

 

A Genova un convegno sul nuovo codice doganale UE

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Si terrà sabato 13 dicembre 2014 a Genova il convegno “Il nuovo Codice Doganale dell’Unione“. La figura del dichiarante doganale e la necessità di garantire la security nella circolazione internazionale delle merci”. Il convegno si terrà alle ore 10:00, presso il Galata Museo del Mare – Sala Vespucci, Calata De Mari, 1 (Darsena – Via Gramsci) e vedrà la partecipazione anche di Claudio Burlando (Presidente della Regione Liguria) e Marco Doria (Sindaco di Genova).

Il Codice doganale dell’Unione Europea, istituito con regolamento (UE) 952/2013 del 9 ottobre 2013 ed applicabile a partire dal primo maggio 2016 promuove un quadro di grande semplificazione e razionalizzazione dei processi doganali. L’incontro di Genova vuole proporre spunti di riflessione sui probabili scenari operativi e professionali che si apriranno alla luce dei cambiamenti che interverranno a partire dal 2016 in tema di politiche europee in ambito logistico. L’approfondimento verterà sul tema della rappresentanza nel codice doganale dell’Unione, e consentirà di effettuare alcune considerazioni in materia di sicurezza (finanziaria, sanitaria, ambientale) e di equilibri tra semplificazione, liberalizzazione e competitività degli scambi commerciali.

“Ai fini del buon funzionamento delle dogane – dichiara Giovanni De Mari, Presidente del Consiglio Nazionale degli Spedizionieri Doganali – è importante lo sviluppo dello sportello unico doganale insieme alla standardizzazione dei controlli e l’armonizzazione dell’analisi dei rischi a livello comunitario. Pertanto, è necessario individuare gli interessi collettivi prioritari da tutelare, effettuare controlli mirati ed efficaci sia alla frontiera che all’interno dei territorio ed evitare così la distorsione dei traffici”.

Il convegno è organizzato da A.LI.SPE.DO (Associazione Ligure Spedizionieri Doganali) ed il Consiglio Territoriale Spedizionieri Doganali, con il patrocinio di ANASPED (Federazione Nazionale Spedizionieri Doganali) CONFIAD (Confederation Internationale Des Agents en Douane) e CNSD (Consiglio Nazionale Spedizionieri Doganali). Intervengono tra gli altri, Giovanni De Mari, Luigi Merlo (Presidente Autorità Portuale di Genova), Nereo Marcucci (Presidente di CONFETRA). Modera Angelo Scorza , Direttore Responsabile di Ship2Shore.

photo credit: Marco Stregatto via photopin cc

Trasformatori elettrici, da Anie una guida alla direttiva Ue

Un vademecum sulla Progettazione ecocompatibile dei trasformatori. Lo ha realizzato Anie Energia. L’idea è informare tutti gli operatori dell’industria della pubblicazione del nuovo Regolamento UE 548/2104, spiegarne il campo, le modalità e le tempistiche di applicazione. Il documento si può scaricare gratuitamente dal sito Anie Energia e rappresenta la seconda pubblicazione associativa in materia di efficienza energetica in ambito industriale: il primo documento riguardava il Rifasamento dei carichi elettrici. A partire dal luglio 2015, infatti, i costruttori di trasformatori elettrici dovranno immettere sul mercato prodotti che rispecchino le prescrizioni introdotte dal Regolamento UE 548/2014, che indica, tra l’altro, i campi di applicazione e le tempistiche. Anie Energia esplicita i casi nei quali si applica il Regolamento e le modalità di applicazione riportando alcuni casi pratici. Il documento è stato realizzato anche in inglese. Con questa iniziativa Anie intende creare cultura sotto il profilo tecnico e normativo. L’attività della produzione di trasformatori elettrici ha un fatturato totale (Italia e estero) stimato in circa 430 milioni di euro nel 2013, per una rappresentatività di circa l’80% del mercato.traliccio

Stone Collection, rubinetti con pietre semipreziose

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Giulini presenta Stone Collection, la nuova collezione di rubinetti che unisce metalli e pietre, per arredare il bagno con raffinatezza ed eleganza. La collezione si compone di cinque modelli (Persia, Praga, Harmony, Odessa e Giò) e di altrettante tipologie di gemme semipreziose:

Lapislazzuli: originari dell’Afghanistan, contraddistinti dal tipico colore azzurro intenso, somigliante allo zaffiro degli antichi

Malachite: originaria del Congo, prende il nome dal greco Malàchee che significa malva, per il tipico colore verde che varia dal tenue ad una gradazione più intensa e brillante, sino ad arrivare al nerastro

Rodocrosite: originaria dell’Argentina, è un minerale fluorescente appartenente al gruppo della calcite, il cui nome deriva dal greco in allusione alla sua tonalità rosea

Cristallo di Rocca: comunemente detto quarzo ialino, è una varietà completamente trasparente di quarzo tipica del centro Africa e del Brasile, simile per aspetto al vetro e al cristallo

Occhio di Tigre: originario del Sud Africa, è un quarzo dalla colorazione oro e bruno dai tipici riflessi gialli che rendono questo cristallo somigliante agli occhi della tigre.

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Il rebus del vampirismo fiscale nell’Unione Europea

Una volta c’erano le svalutazioni competitive. Uno Stato, per esempio l’Italia, decideva autonomamente di abbassare il valore della propria moneta per riuscire a esportare di più. Era, con buona pace dei detrattori dell’euro, una via di fuga sciocca. È vero che le imprese potevano vendere più facilmente i loro prodotti all’estero, dato che riuscivano a farli pagare a un prezzo più favorevole. Ma allo stesso tempo la lira valeva meno anche in casa nostra: tutti prodotti importati, in primo luogo il petrolio e il gas, costavano di più e facevano lievitare i prezzi delle merci. Con la conseguente inflazione, che in poco tempo annullava i benefici della svalutazione della lira. Nel giro di un paio di anni tutto tornava come prima, dato che svalutare la moneta è un’operazione puramente contabile e non cambia la capacità delle imprese di competere con la propria attività. Chi ha nostalgia del listino della spesa che aumentava del 20% l’anno è bene che faccia un giro in Argentina e raccolga le opinioni di lavoratori e imprese del Paese sudamericano.

La possibilità di svalutare, in ogni caso, non sussiste più da quando c’è l’euro, per i Paesi che fanno parte dell’unione monetaria. In compenso, gli Stati europei si fanno la guerra, in amicizia s’intende, con la politica fiscale. Chi se lo può permettere, oppure chi vuole attirare nuovi investitori, tiene il carico delle tasse al minimo, strappando risorse agli altri Stati dell’Unione.

È il caso, per esempio, del Lussemburgo, che proprio di recente è stato al centro delle cronache per gli accordi al ribasso fiscale al limite del lecito con alcuni grandi gruppi europei (tra cui alcune tra le maggiori banche italiane). Da sempre il Lussemburgo è un paradiso per le società finanziarie, che nel granducato fanno base per eludere i balzelli a casa propria. Altra concorrenza fiscale al centro del dibattito o, meglio, delle insofferenze degli altri Stati, è quella dell’Irlanda (sede delle controllate europee di alcuni grandi americani, come Apple o Google) e dell’Olanda, dove da poco si è rifugiata la Fiat-Chrysler di Sergio Marchionne. Anche in questo caso lo spostamento della sede legale da Torino al Paese dei tulipani è stato deciso per la favorevole legislazione finanziaria, mentre per pagare meno al fisco, nel caso specifico quello italiano, ci si è rivolti alla fiscalità britannica. Ci sono poi Stati come la Polonia, che offre tappeti rossi alle imprese che vogliono aprire fabbriche e capannoni a Varsavia e dintorni. Oppure la Gran Bretagna, che ha fatto balenare la possibilità di aggiungersi ai paradisi low-tax, mentre Malta, Cipro e lo stesso Belgio studiano la possibilità di entrare nella squadra dei Paesi con tassazione più bassa. Risultato: le imprese che possono trasferiscono altrove le proprie fabbriche, dato che in ogni caso usufruiscono del mercato comune europeo.

È ovvio che un gioco di questo tipo non potrà durare a lungo senza mettere in discussione le stesse basi dell’Unione Europea. Paesi come Italia, Francia e Germania sono sul piede di guerra contro il vampirismo fiscale degli Stati fratelli (a parole). Ma fino a quando non ci sarà una unione politica e di bilancio, cioè fino a quando i budget degli aderenti alla Ue non saranno sotto la stessa guida, è molto difficile che chi si può permettere di tenere basso il carico fiscale rinunci alla possibilità di attrarre capitali. Politica che, bisogna ammettere, fino a quando non diventa concorrenza sleale (verifica che è materia del commissario alla Concorrenza, la danese Margrethe Vestager), non è proibita.

Il problema è del tutto politico: la concorrenza fiscale negli Stati federali esiste ovunque, ma all’interno di un sistema omogeneo. Gli Stati che fanno parte del sistema federale Usa, per esempio, hanno diritto a una politica fiscale autonoma, e le aziende si spostano da uno Stato all’altro, dove trovano più convenienza. Ma la guida economia del Paese e le redini della politica economica restano a Washington. Anche tra i Cantoni svizzeri c’è concorrenza fiscale, tanto da indurre i cittadini più facoltosi a spostare la propria residenza dove il fisco è più lieve. Ma il governo federale sovrintende. E se guardiamo a casa nostra, le imposte regionali sono differenti tra Lombardia e Sicilia, Puglia e Veneto. Ma sempre entro certi limiti, decisi dal Parlamento nazionale. Insomma, senza una regola che fissi dei paletti entro i quali si può tenere bassa la tassazione, il vampirismo continuerà. È lecito aspettarsi che sia trovata una soluzione entro breve tempo? Non troppo. I Paesi dell’Unione Europea sono insofferenti persino ai rilievi sulle loro leggi di budget, come dimostrano i casi di questi giorni, che riguardano Italia e Francia. Ma se non viene accettato neppure il giudizio sul bilancio di un anno, come si può credere che sia possibile imporre agli altri di rinunciare a una intera politica fiscale? parlamento-europeo