Si aprono nuovi cantieri con il via libera del cda dell’Anas a due progetti esecutivi e due definitivi per la realizzazione di nuove opere infrastrutturali. I lavori interesseranno Lombardia, Piemonte, Veneto e Marche, per un investimento complessivo di quasi 550 milioni. «Le nuove opere che saranno realizzate interessano quattro diverse regioni e sono rese possibili grazie ai recenti provvedimenti del governo. In particolare, rientrano tra i 5,8 miliardi che consentiranno di avviare, entro il 2015, circa 50 cantieri per nuove opere, per alcune delle quali le relative gare sono già in corso», spiega il presidente dell’Anas, Pietro Ciucci. In particolare, l’Anas ha approvato il progetto esecutivo per la realizzazione della variante di Morbegno, dallo svincolo di Cosio a quello del Tartano, lungo la strada statale 38 dello Stelvio, in provincia di Sondrio, del valore di oltre 220 milioni; il progetto esecutivo dell’adeguamento del tratto Trisungo-Acquasanta Terme della strada statale 4, Via Salaria, nella provincia di Ascoli, del valore di oltre 116 milioni; il progetto definitivo per appalto integrato per la realizzazione della tangenziale di Novara, del valore di oltre 124,5 milioni; il progetto definitivo per appalto integrato per la realizzazione della tangenziale di Vicenza, del valore di oltre 86 milioni. I cantieri della variante di Morbegno saranno avviati a gennaio, gli altri tre progetti andranno in gara entro fine dicembre.
Anas: via libera subito a opere per 550 milioni
Ance: anche il 2015 si preannuncia grigio
Niente ripresa per l’edilizia: l’osservatorio dell’Ance le previsioni per il 2015 sono di un ulteriore calo del 2,4% del mercato. L’Ance snocciola numeri da emergenza. Nel terzo trimestre del 2014, secondo l’associazione confindustriale, gli investimenti sono diminuiti del 4%, peggio rispetto a -3,1% di aprile-giugno e a -2,3% dei primi tre mesi dell’anno. L’Ance fa il punto anche sugli ultimi anni: dal 2008 la crisi ha tagliato del 32% gli investimenti (64 miliardi di euro) e nel terzo trimestre di quest’anno l’edilizia ha perso altri 60mila occupati, che porta a 800mila i posti persi, con 16mila fallimenti di imprese. Le costruzioni restano l’unico settore economico ancora con un segno negativo. Da quando è cominciata la crisi i posti di lavoro persi sono 800mila e quasi 16mila le imprese fallite tra il 2009 e il 2014. Secondo il presidente dell’Ance, Paolo Buzzetti, non ci sono neppure le condizioni per la ripresa. Con una eccezione: la riqualificazione delle abitazioni esistenti, che dal 2008 a oggi ha visto un aumento del 20,9% in termini reali, grazie ai bonus sulla casa. Al contrario le nuove costruzioni hanno visto una flessione del 65,6%. Dal 2008 a oggi gli investimenti in case si sono ridotti del 29,7%. Stesso discorso per uffici e capannoni, sfavoriti dalla crisi generale dell’economia.
Infine, le politiche di risanamento penalizzano gli investimenti pubblici: anche per il 2015 diminuiranno le risorse per le opere, con una diminuzione dell’11%. Dal 1990 «le spese correnti sono aumentate del 34%, mentre quelle per nuove infrastrutture sono crollate del 66%», fa notare l’Ance. Resta, inoltre, il peso delle tasse, anche se il mercato immobiliare sembra svegliarsi dal torpore, con compravendite in aumento del 2,2%.
Previsioni: per il 2015 la piastrella sarà d’oro
La piastrella è impermeabile anche alla crisi dell’edilizia. E le previsioni per il 2015 sono rosee, con vendite in crescita del +2,2%, per un ulteriore ridimensionamento (-3,5%) del mercato interno, ma un export che salirà del 3,7%. La produzione confermerà il trend di crescita, con +2,3% atteso per il 2015.
Anche il 2014, in ogni caso, ha visto una ripresa nelle vendite (+0,8%), anche se ad un tasso più limitato rispetto allo scorso anno, ma nel 2015 è atteso un consolidamento della tendenza su valori più consistenti, sia per le vendite (+2,2%) che per la produzione (+2,3%). Tutto merito dell’export, che bilancia la crisi sul mercato interno. I dati sono emersi al convegno di fine anno di Confindustria Ceramica. Positivo anche l’esame dei bilanci 2013 del settore. Il campione analizzato da Banca Popolare dell’Emilia Romagna mostra un Ebitdamedio dell’8,6%, risultato di un valore di 9,7% per i gruppi con fatturato superiore ai 120 milioni di euro e di 6,9% per le aziende con fatturato compreso tra i 40 ed i 120 milioni di euro e 7,7% per le aziende più piccole. L’incidenza del circolante sul fatturato 2014 del 41,6% a livello di settore, dopo che questo stesso indicatore nel 2009 aveva raggiunto il record del 49,6%, è da attribuirsi ad un generalizzato calo delle scorte e ad una maggiore selezione dei crediti commerciali, in tutti i mercati del mondo a partire da quello italiano.
Il 2014, in ogni caso, si chiude per la ceramica con esportazioni superiori ai 310 milioni di metri quadrati (+3,0%), e con un ulteriore calo del mercato italiano del -6,9%, tale da portare l’assorbimento a poco sopra gli 80 milioni di metri quadrati. Tra le aree geografiche che hanno messo a segno le migliori performance nel 2014 si registrano l’Europa Occidentale (+4,5%) trainata dalla Germania e il Far East (+6,3%). Stabile il mercato Nord Americano (-0,3%) dopo le forti crescite registrate nel corso degli ultimi due anni, mentre postive evidenze (+3,8%) emergono dalle economie dell’Europa Centro Orientale, ad eccezione della Russia che sconta la difficile situazione interna. La produzione torna a crescere del 4,5%, arrivando a 380 milioni di metri quadrati: una espansione dovuta sia alla crescita delle esportazioni, sia al completamento del ciclo di destoccaggio di prodotti finiti presenti in eccesso nei nostri magazzini.
WMS in magazzino: logistica più snella contro le inefficienze
Ritardi nell’allestimento degli ordini e nelle consegne, errori nella gestione dei documenti cartacei, nei prelievi, nel monitoraggio delle giacenze e nel tracciamento delle operazioni: questi le inefficienze più ricorrenti nella gestione delle attività di magazzino. I WMS, le applicazioni IT per la logistica e il magazzino, possono aiutare a individuare i punti critici in cui gli sprechi si verificano.
Al Global Logistics & Manufacturing Summit, Kube Sistemi ha fatto il punto proprio su queste tematiche. Andrea Pasotti, responsabile di Ricerca presso il CSMT dell’Università di Brescia, partendo dalla descrizione di alcuni casi reali, ha chiarito, ad esempio, che per comprendere le inefficienze interne alla gestione logistica di un’azienda è necessario fare luce su un importante aspetto: lo spreco, spesso inconsapevole, di tempo e risorse.
Più nel dettaglio, secondo la trattazione gli sprechi in azienda sono in genere riconducibili a queste sette tipologie: produzione di elementi difettosi, step di processo non necessari o rilavorazioni, produzione di elementi in eccesso rispetto alla domanda, movimenti non necessari di cose o persone, trasporto di elementi non necessario, mantenimento di uno stock superiore al minimo necessario, tempi morti tra step di un processo.
Il monitoraggio è dunque essenziale per crescere in efficienza, attraverso la misurazione delle performance. I WMS, grazie alla gestione e controllo di tutte le attività, consentono di tracciare e sulla misurare tutte le operazioni verso una logistica più “lean”, snella.
“Massimizzare il valore in logistica significa eliminare gli sprechi – sostiene Enrico Vitale, AD di Kube Sistemi – cioè tutte quelle attività che ostacolano il flusso dei materiali e delle informazioni e che possono essere evitate senza ricadute negative sulle prestazioni aziendali. È questa oggi la direzione in cui si muovono le tecnologie applicate alla logistica, offrendo alle aziende un’opportunità unica per elevare da subito e con poco sforzo i propri risultati”.
Dike: + 96% nel 2014 per il brand di calzature da lavoro
Nel 2014 Dike, azienda specializzata in calzature da lavoro, ha raddoppiato i numeri dello scorso anno con una crescita del 96%, che si traduce in 100.000 paia di scarpe e un fatturato di circa 4.000.000 di euro.
Con 1900 clienti tra Italia ed estero, l’azienda offre prodotti Made in Italy e dal design unico, collocandosi nella fascia più alta di mercato. Lanciato nel 2012, il brand mira a conseguire nel medio-lungo termine una quota di mercato del 10% del settore delle scarpe di sicurezza europea, un mercato che vale 50.000.000 di paia di calzature all’anno.
In Italia la rete di agenti tutti plurimandatari è formata da 49 persone, mentre 10 sono gli agenti in Francia, 3 in Germania, 2 in Spagna e 1 in Olanda, paesi in cui si punta con decisione ad implementare la struttura di vendita.
Le calzature Dike rappresentano un mix tra protezione, comfort e design, per un totale di sei modelli, a cui si è recentemente aggiunta Lady D, la prima scarpa da cantiere dedicata esclusivamente al pubblico femminile. Presentata in anteprima assoluta al Salone Expoprotection, Lady D rappresenta un connubio perfetto tra estetica e funzionalità, eleganza e tecnologia.
Locazioni, nel 2014 è continuata la discesa dei canoni
Come va il mercato delle locazioni? Nel primo semestre del 2014 gli affitti sono risultati ancora in discesa a causa del calo del reddito dei potenziali inquilini e dell’aumentata offerta sul mercato di immobili in affitto. Secondo Tecnocasa, la maggioranza di chi cerca casa in affitto lo fa per trovare l’abitazione principale, a seguire chi si trasferisce per lavoro e per motivi di studio. Il contratto più praticato è quello a canone libero, ma aumenta l’appeal del contratto a canone concordato grazie anche alla cedolare secca agevolata. Le tipologie più affittate sono il bilocale e il trilocale. La discesa dei canoni è iniziata nel 2007, quando i proprietari iniziano a stabilizzare o ribassare i canoni di locazione per fidelizzare l’inquilino puntuale nei pagamenti. Nel 2008 i canoni di locazione hanno registrato un ribasso generalizzato e i potenziali inquilini sono sempre più attenti alla qualità dell’immobile da affittare, prediligendo quelli in buono stato e quelli ben arredati. tendenza confermata nel 2009. Nel 2010 in alcune grandi città l’aumento della domanda si è fatta sentire sui valori, stabilizzandoli, con proprietari di abitazioni diventano selettivi nella scelta dell’inquilino, per il timore di morosità. Trend continuato nel 2011 e nel 2012. Infine, nel 2013 i canoni di locazione si sono abbassati ulteriormente, con una diminuzione dei valori del 2,1%.
Dai cartelli pubblicitari riciclati ecco le poltrone Aledima
Aledima è una nuova azienda di RE-arredo da interni, basati sui concetti di eco-design, riuso, stile e branding. Ispirato ai pilastri del REclyce, REuse, Reduce (ovvero riciclo, riuso e riduzione di materiali impiegati), le collezioni sposano il concept pop classico con oggetti inusuali con materiali d’uso sanitario di scarto, pezzi di striscioni e banner pubblicitari.
Fiore all’occhiello della collezione è Barbapapà, eleganti poltrone per interni ed esterni, derivate da cartelloni pubblicitari in PVC o TNT destinati alle discariche. « Sono poltrone che si adattano al corpo di chi vi siede, comode, ma anche personalizzabili grazie agli striscioni utilizzati per realizzare ognuna di loro. Infine a seconda di come lavoriamo sul rivestimento possiamo usare il brand o come decorazione o come elemento identitario», commenta il designer Alessandro Dimauro.
Aledima ha scelto come show-room Progetto Manifattura, il primo hub della green-economy trentina in cui lavorano oltre 45 imprese specializzate. Attualmente sta inoltre nascendo un vero e proprio network del riciclo, «un consorzio di aziende, designer, creativi, pubblicitari, enti pubblici,per mettere al centro del lavoro comune il riciclo, la sensibilità sociale del ciclo produttivo ed il Made in Italy per aiutare le aziende ad interfacciarsi con le realtà internazionali più avanzate da questo punto di vista».
Oltre all’attività imprenditoriale, l’azienda organizza corsi di arte e design per bambini insieme all’artista trentino Matteo Boato, per insegnare loro come dietro ad un sacchetto di plastica possa nascondersi ad esempio un fantasioso abito di carnevale, e sensibilizzarli verso la raccolta differenziata.
A ottobre torna a crescere l’indice delle costruzioni: +3,2%
Sorpresa: torna a crescere l’indice delle costruzioni. Secondo l’Istat, a ottobre 2014 l’indice destagionalizzato della produzione nelle costruzioni è aumentato del 3,2%, rispetto al mese precedente. Non solo: la media del trimestre agosto-ottobre indica una crescita dello 0,9% rispetto maggio-giugno-luglio. Ma bisogna aggiungere che con la correzione dovuta agli effetti di calendario, l’indice a ottobre 2014 è diminuito su base annua del 4,3% (i giorni lavorativi sono stati 23 come a ottobre 2013). Sempre secondo l’Istat, nella media dei primi dieci mesi dell’anno la produzione nelle costruzioni è calata del 7,2% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Altri dati: a ottobre 2014 l’indice grezzo ha segnato un calo tendenziale del 4,3% rispetto allo stesso mese del 2013 e nella media dei primi dieci mesi dell’anno la produzione è diminuita del 7,7% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
Edifici scolastici più sicuri ed efficienti con Rehau
Il piano di edilizia scolastica voluto dal Governo Renzi vedrà la realizzazione complessiva di 21.230 interventi e investimenti di oltre un miliardo di euro per interventi di manutenzione e messa in sicurezza degli edifici scolastici. Rehau offre soluzioni per il risparmio energetico capaci di rispondere ai diversi bisogni dei moderni plessi scolastici, con sistemi per la climatizzazione evoluta degli ambienti e finestre dall’ottimale isolamento termoacustico.
I sistemi di riscaldamento/raffrescamento radiante Rehau, soprattutto se in abbinamento a una pompa di calore, rappresentano la soluzione più completa per aumentare il comfort termico con la massima efficienza energetica. Inoltre, installare un sistema radiante significa eliminare i radiatori, una delle principali cause di incidenti scolastici. Rehau offre inoltre un’ampia gamma di sistemi per finestre e facciate che consentono di isolare termicamente l’ambiente e ridurre i costi di riscaldamento. Le finestre assemblate con i profili Rehau si distinguono, inoltre, per massima sicurezza e isolamento acustico.
L’azienda non trascura neanche l’igiene, grazie a Rautitan, sistema che consente l’erogazione di acqua igienicamente pura. Per risolvere il problema della qualità dell’aria negli ambienti confinati, Rehau propone, invece, una gamma completa di sistemi di ventilazione meccanica controllata che consentono l’immissione di aria fresca dall’esterno adeguatamente filtrata, al fine di garantire il rinnovo dell’aria contaminata ed evitare la proliferazione di muffe. Il recuperatore di calore ad alta efficienza di cui sono dotati, permette, inoltre, di recuperare calore, incrementando l’efficienza dell’edificio e riducendo i costi energetici.
Per i rumori provenienti dagli impianti interni degli edifici, infine, Rehau presenta Raupiano Plus, un sistema per scarichi domestici insonorizzati dal montaggio semplice e dall’ingombro ridotto.
Ecolight: aumentano i cassonetti intelligenti per raccolta RAEE
I cassonetti intelligenti per la raccolta dei rifiuti elettronici arrivano anche a Rimini grazie a Ecolight, il consorzio nazionale per la raccolta RAEE, in collaborazione con il Gruppo Hera. Dopo Riccione, Cesena, Ravenna e Faenza, salgono così a 18 le strutture commerciali dell’Emilia Romagna dotate di questo cassonetto innovativo.
In occasione di Ecomondo, il consorzio ha posizionato presso i centri commerciali Le Befane e I Malatesta due nuovi RAEEshop Evolution per rifiuti elettronici di piccole dimensioni, come cellulari ed elettrodomestici, pile portatili e sorgenti luminose a risparmio energetico esauste (i raggruppamenti R4 ed R5). Un servizio gratuito dedicato alla distribuzione e ai consumatori per incrementare la raccolta dei rifiuti elettronici che in tre mesi ha già permesso la raccolta di quasi 5 tonnellate di piccoli RAEE.
Secondo la direttiva europea nei prossimi due anni si dovrà passare dai 4 kg procapite raccolti ai 12 kg. Il servizio di Ecolight nasce per rispondere all’obbligo di ritiro gratuito dei rifiuti elettronici di piccole dimensioni (fino a 25 cm) da parte dei negozi che hanno una superficie di vendita dedicata alle apparecchiature elettroniche superiore ai 400 metri quadrati. I cassonetti, posizionati in prossimità di grandi strutture di vendita, sollevano così i negozi dalla gestione dei rifiuti consegnati dai clienti e facilitano il conferimento dei RAEE da parte dei cittadini.
I cassonetti, realizzati da Hera, Ecolight e Ecolum nell’ambito del progetto Identis WEEE, rappresentano un’evoluzione dei prototipi RAEEshop, in quanto hanno dimensioni relativamente ridotte (3x1x1,57 metri) e non necessitano della presenza di alcun operatore: basta infatti identificarsi con la tessera sanitaria e, indicando il tipo di prodotto da smaltire, il cassonetto apre uno sportello dove mettere il rifiuto, che viene tracciato dal momento della raccolta fino al trattamento e recupero.
L’iniziativa è stata finora proposta nei territori dell’Emilia Romagna e nell’area di Padova, zone dove il Gruppo Hera gestisce il servizio pubblico di raccolta dei rifiuti. Il servizio è però destinato ad ampliarsi anche in altre regioni.
Sarà un futuro a tutto gas secondo Frost & Sullivan
In futuro la capacità di produzione di energia a livello globale aumenterà, secondo le previsioni, da 5.640 gigawatt (GW) nel 2012 fino a quota 9.266 GW nel 2030. Nello stesso periodo, la produzione di energia elettrica crescerà da 22.441 terawatt-ora (TWh) fino a raggiungere quota 34.458 TWh. Secondo uno studio di Frost & Sullivan, a livello globale sta assistendo a tendenze diverse nelle regioni sviluppate e in quelle emergenti. Mentre la produzione di energia elettrica da combustione di gas registrerà un incremento netto rilevante a livello globale, la capacità ottenuta dalla combustione di carbone vedrà una forte crescita solo nelle regioni emergenti. La produzione di energia da combustione di carbone diminuirà rapidamente in Nord America e ancora più velocemente in Europa dopo il 2020, con l’entrata in vigore delle nuove normative sulle emissioni. «Sebbene la produzione di energia da fonti combustibili (escluso il petrolio) aumenterà, il carbone resterà la fonte dominante, arrivando a rappresentare quasi il 26% della capacità installata e quasi il 34% della produzione nel 2030», afferma Harald Thaler, Energy & Environmental Industry Director di Frost & Sullivan. «Tuttavia, si prevede che il gas guadagnerà rapidamente terreno».
Secondo gli analisti, il boom della produzione di energia elettrica da combustione di gas è dovuto alla necessità di sistemi di produzione più puliti e più flessibili e alla maggiore disponibilità di gas a livello globale, espansione massiccia della capacità in Nord America in seguito alla scoperta di vasti giacimenti di gas di scisto, e l’energia prodotta dal gas guadagnerà terreno in Medio Oriente e in Cina.
Inoltre, il progresso globale verso un sistema energetico a basse emissioni di gas serra resterà lento, principalmente a causa della bassa capacità della maggior parte dei tipi di energia rinnovabile prodotti, rispetto all’energia tradizionale.
Impianti rinnovabili: con Elpo la lettura contatori si fa da remoto
Con il nuovo sistema digitale firmato Elpo, la lettura del contatore da remoto 24/7 è completamente automatizzato. Un’agevolazione per tutti i gestori di impianti alimentati da fonti rinnovabili superiori ai 20 kWp che per legge devono provvedere alla compilazione di un registro di produzione, procedendo ogni dieci giorni alla lettura, interpretando correttamente le numerose cifre riportate sui display dei contatori.
Il servizio mette invece immediatamente a disposizione i dati rilevati con un semplice clic. Sul portale Elpo, i dati possono essere facilmente ordinati per mese, settimana o giorno a partire da quelli più recenti e visualizzati attraverso una schermata semplice, intuitiva e senza possibilità di errore. Anche in caso di guasti o anomalie dell’impianto, sarà sempre possibile consultare i dati registrati online.
Un sistema completamente digitalizzato per tutti i gestori di impianti fotovoltaici, a biogas o idroelettrici che, mediante un software ad hoc, consente anche di verificare in tempo reale i profili di carico dei contatori, determinando i consumi energetici nei diversi momenti della giornata, in modo che l’effettivo utilizzo sia commisurato con il contratto di fornitura elettrica sottoscritto.
Inoltre, su autorizzazione del cliente, i dati di lettura possono essere forniti a terzi per l’espletamento di altri adempimenti, come contabili esterni o consulenti del settore energetico.
“Il nuovo servizio di lettura remota del contatore è la risposta di Elpo ad una delle esigenze più sentite da parte dei gestori di impianti – commenta Robert Pohlin, presidente di Elpo – e rappresenta una soluzione altamente customizzata in grado non solo di semplificare gli adempimenti burocratici, ma anche di fornire un valido strumento di controllo e gestione dei consumi”.
Previsioni Confindustria: nel 2015 il Pil salirà dello 0,5%
Confindustria è moderatamente ottimista: se l’economia italiana chiuderà il 2014 con un calo del Pil dello 0,5%, il prossimo anno andrà meglio. La previsione è del Centro Studi di Confindustria che, negli ultimi Scenari economici, ha lievemente rivisto al ribasso la stima per il 2014 diffusa lo scorso settembre (era di -0,4%). L’uscita dalla recessione è dunque rimandata al 2015, con un Pil che salirà dello 0,5% (in linea con la stima di settembre). Ancora meglio lanno successivo: nel 2016 il Pil italiano crescerà dell’1,1%. «Il mantenimento della previsione 2015 ai valori indicati a settembre, pur in un contesto molto più propizio, è già un segno di fiducia rispetto alle previsioni all’ingiù operate dalla maggior parte degli analisti, soprattutto internazionali», sostengono gli economisti di viale dell’Astronomia.
Macchine per la lavorazione del legno: l’export sale del 7%
Che cosa cambia nel settore delle macchine per la trasformazione del legno? L’Ufficio studi di Acimall, l’Associazione costruttori italiani macchine e accessori lavorazione legno, ha presentato un’indagine secondo la quale i primi sei mesi 2014 hanno visto un andamento positivo per tutti i principali competitor mondiali (Germania, Italia, Cina, Taiwan, Austria e Stati Uniti). La Germania è leader, con un fatturato di settore di 788 milioni di euro (+0,44%). Ma è migliore il trend delle esportazioni italiane (+7%), con export nei sei mesi di 549 milioni di euro. Al terzo posto (376 milioni di euro +13,6%) c’è la Cina. Al contrario, diminuiscono dell’8,8% le esportazioni di Taiwan, quarta in classifica con 252 milioni di euro in valore, mentre al quinto posto troviamo l’Austria (193,5 milioni, +12,27%) e al sesto gli Stati Uniti, con un valore delle esportazioni di tecnologie per il legno pari a 136,4 milioni di euro nel primo semestre 2014, -10,77% rispetto all’analogo periodo dell’anno precedente.
Re-shoring, se le imprese italiane fanno come Lassie
Non esiste ancora un registro dei pentiti. Ma il fenomeno c’è, e inizia a essere percepibile: imprese che avevano delocalizzato all’estero, in Paesi dove il costo del lavoro è basso, decidono di far ritorno in Italia. Da noi non è merito di politiche particolarmente incentivanti, ma il fenomeno è mondiale: produrre a basso costo, a volte, è un costo. Uno studio di Boston Consulting Group, per esempio, ha calcolato che in Usa il 50% delle aziende con almeno 1 miliardo di dollari di fatturato prevedono un re-shoring, cioè un ritorno delle attività produttive, negli Stati Uniti. In piccolo, è quello che sta avvenendo in Italia, principalmente in Veneto. Qualche mese fa un gruppo di studio riuniti attorno a Uni-Club MoRe Back-reshoring (con docenti degli atenei di Catania, Udine, L’Aquila, Bologna e Reggio Emilia) ha contato 79 casi di aziende che avevano delocalizzato all’estero e che ora sono rientrate. In più, sono state contate altre 12 aziende che pur non tornando in Italia hanno ridotto la distanza tra la località di produzione e la Penisola: fenomeno che è stato definito di nearreshoring.
Insomma, è un po’ come in quella serie televisiva degli anni Sessanta, dove il pastore belga Lassie dopo tante avventure tornava sempre a casa. Gregorio De Felice, responsabile del servizio studi di Intesa San-Paolo, ha fatto notare che «le dimensioni del fenomeno in Italia sono molto limitate rispetto a quanto sta accadendo negli Stati Uniti», perché negli Usa il crollo dei costi energetici e una politica pubblica di incentivo all’insediamento delle imprese ha favorito un ritorno in grande scala». Ma il contro esodo, seppur limitato, c’è. In particolare, a fare le valige e a tornare in Italia sono le imprese che fanno della qualità e del made in Italy una bandiera. Prime tra tutte quelle del settore moda: «L’Italia non è mai sparita, parlare di reshoring oggi è forse un fatto di modernità», ha confermato Eraldo Poletto, amministratore delegato di Furla, che ha riportato a casa parte delle produzioni che aveva delocalizzato. «Rispetto al 2011 produciamo nel Belpaese 300mila borse in più», ha precisato. Secondo gli esperti, i settori più interessati al re-shoring sono moda (43,5% delle decisioni totali), elettronica ed elettrotecnica (18,8%).
Ma che cosa decide il ritorno a casa le imprese? Soprattutto il risparmio sul dazio doganale e una maggiore prossimità al cliente. Inoltre, si riducono i costi di trasporto e di logistica, ed è più flessibile la gestione degli ordini. C’è anche chi ha calcolato che sotto il 5% di differenza dei costi delocalizzare all’estero si trasformi in una perdita. Senza contare l’aspetto della qualità dei prodotti.
Eppure, se il re-shoring è fenomeno positivo, sconta una mancanza della politica: negli Usa Barack Obama ha fatto del ritorno a casa una colonna della politica economica, convincendo molte aziende a tornare, con le buone o con le cattive. In Italia, invece, il Parlamento non si è ancora accorto di quanto possa essere importante far tornare a casa le imprese. Un bonus a chi rientra, insomma, sarebbe una buona idea.