Walter Pichler (a sinistra), Matteo Renzi, Ugo Rossi (al centro), Arno Kompatscher (a destra)
«Dobbiamo essere orgogliosi di una realtà come questa, capace di andare a prendersi il futuro senza aspettarlo e in grado di cogliere le opportunità offerte da Expo». È il commento del premier, Matteo Renzi, in visita allo stabilimento Stahlbau Pichler durante la sua visita a Bolzano. Renzi, accompagnato dal presidente della Provincia autonoma di Bolzano, Arno Kompatscher, e dal presidente della Provincia autonoma di Trento, Ugo Rossi, ha visitato lo stabilimento produttivo, dove ad accoglierlo c’erano il presidente Walter Pichler con gli oltre 200 dipendenti dell’azienda. «La nostra Provincia ha il tasso di disoccupazione giovanile più basso d’Italia», ha ricordato Kompatscher, «e una buona parte del merito di ciò è da addebitare al sistema della formazione duale. L’alternanza scuola-lavoro consente ai ragazzi di mettersi concretamente alla prova e permette di unire il sapere al fare: si tratta di un’eccellenza altoatesina che ha contribuito a costruire una società caratterizzata dal benessere». Stahlbau Pichler è una realtà dinamica, che ha contribuito alla realizzazione di nove fra i più avveniristici padiglioni dell’Expo. Una soddisfazione e un riconoscimento per l’azienda che sta ormai da molti anni investendo sui giovani e sul futuro, andando oltre la crisi e il pessimismo. Pichler, nel ringraziare il capo del Governo, lo ha sollecitato a fare in fretta a risolvere i diversi problemi burocratici, economici e politici che continuano a rallentare l’attività imprenditoriale, a danno di tutto il Paese e delle prospettive di ripresa economica, in atto in tutta Europa, ma ancora troppo lente in Italia. «Alla nostra azienda, rimane il piacere di aver saputo dimostrare che, anche in tempi difficili, le strategie adottate, stanno portando ottimi risultati».
Renzi in visita alla Stahlbau PichlerWalter Pichler (a sinistra), Matteo Renzi, Ugo Rossi (al centro), Arno Kompatscher (a destra)
Giuseppe Pasquali, direttore scientifico Ied Roma, con il gruppo Atelier Appennini è tra i 13 vincitori del progetto Next Snia Viscosa, promosso dal Comune di Rieti, Monte dei Paschi di Siena e Rerna, con il supporto tecnico di Snark. Gli altri vincitori sono (in ordine alfabetico): Aste e Nodi, rappresentante: Simona Colucci (Napoli, Italia), Liat Rogel (Milano, Italia), Linda Di Pietro (Terni, Italia), Bam!, Rappresentante: Fabio Vignolo (Torino, Italia), Insiti, rappresentante: Eloisa Susanna (Roma, Italia), Land srl + Studio G3A, rappresentante: Antonella Miarelli (Venezia, Italia), Sabina Anna Lenoci Team, rappresentante: Sabina Anna Lenoci (Venezia, Italia), gruppo Fattibilità, management, Joe Kulenovic (Washington Dc, Stati Uniti), Maass Consulting, rappresentante: Joachim Maass (Monaco di Baviera, Germania), Giovanni Formiglio (Roma, Italia), gruppo comunicazione, Petra Pocanic (Poreč, Croazia), Andrea Pallozzi Team, rappresentante: Andrea Pallozzi (Roma, Italia).
La ex Snia VIscosa a Rieti
Next Snia Viscosa è un esperimento di rigenerazione urbana per creare un working group progettuale, un network nazionale e internazionale di esperti e innovatori sociali, e lavorare alla riqualificazione dell’area dell’ex Snia Viscosa di Rieti in modo innovativo e eco-sostenibile. Attraverso una call, aperta fino al 31 marzo e al termine di una fase di confronto con i 23 candidati ammessi alla fase finale, si è arrivati alla scelta delle 13 candidature vincitrici. «Una grande occasione per una Nuova Rieti e per ripensare e recuperare vecchi luoghi alla luce della contemporaneità», ha commentato l’architetto Giuseppe Pasquali, rappresentante del gruppo Atelier Appennini che è entrato a far parte del team di progettazione. I 13 vincitori dal 7 al 17 maggio si incontreranno in una residenza a Rieti con la finalità di massimizzare la conoscenza del contesto e degli attori coinvolti, e favorire un metodo di lavoro collaborativo e orizzontale. L’ex industria tessile Snia Viscosa, sorge all’interno della città e per più di 50 anni è stata una delle principali attività produttive del territorio. In seguito alla chiusura dell’industria tessile, il sito è rimasto abbandonato: Next Snia Viscosa intende creare le condizioni perché l’area possa essere recuperata e rilanciata. ,
Ance Veneto ha preparato un a ricetta anti-crisi. Tra le proposte, ci sono quelle di finanziare i piccoli cantieri privilegiando i comuni che non sprecano, promuovere un impegno congiunto per la trasparenza negli appalti, la lotta ai pagamenti ritardatati con l’impiego di Veneto Sviluppo e l’incentivazione della rigenerazione urbana e riordino delle società partecipate della Regione in un’unica società regionale.
«Consapevoli del difficile momento, abbiamo elaborato un documento basato su di un esame pratico piuttosto che ideologico, optando per una politica dei piccoli passi, lontana dalla rivendicazioni corporative. Trasparenza e lavoro sono le parole chiave che abbiamo utilizzato per restituire vitalità a un settore che, nonostante abbia perso 7,5 miliardi di euro dal 2008, rappresenta ancora il 10% degli impieghi del Pil regionale e il 20% dell’occupazione nell’industria», commenta Giovanni Salmistrari, presidente di Ance Veneto. «L’associazione è pronta a svolgere un ruolo di primo piano sui temi della trasparenza e dell’anti-corruzione negli appalti pubblici, ma per raggiungere questo obiettivo chiediamo una razionalizzazione dei metodi di spesa delle poche risorse pubbliche, per lo più fondi europei, ancora disponibili a livello regionale». Ecco, in dettaglio, le proposte.
Giovanni Salmistrari
Lotta agli sprechi della Pa. Tra il 2008 e il 2014, i comuni veneti hanno speso complessivamente 168 milioni di euro in più per la gestione della macchina amministrativa, mentre hanno ridotto, in parte anche per l’effetto del Patto di stabilità, del 49% (2,4 miliardi) gli investimenti in opere pubbliche.
Ritardati pagamenti e Veneto Sviluppo. Il ritardo dei pagamenti da parte della Pa, nonostante la direttiva europea, rimane un problema irrisolto. I tempi medi di pagamento sono ancora fermi a 180 giorni. In questo la Regione può giocare un ruolo determinante servendosi di Veneto Sviluppo che, con una specifica modifica statutaria, potrebbe anticipare i crediti delle aziende, tenendo conto del fatto che è partecipata anche dal sistema bancario regionale.
Società partecipate della Regione. Riorganizzazione delle società partecipate dalla Regione, che potrebbero essere poste sotto un’unica società regionale con l’obiettivo semplificare i servizi e ridurre gli sprechi, ampliando il ventaglio delle specializzazioni con un monitoraggio e un sostegno più efficace nel recupero dei fondi europei.
Trasparenza nei lavori pubblici. La Regione potrebbe intervenire dando piena funzionalità alle centrali di committenza uniche, contribuendo a una maggiore certezza e trasparenza dei costi con l’adozione del prezzario regionale quale unico riferimento per le opere realizzate in Veneto, investendo nella progettazione di qualità delle opere degli enti locali attraverso un fondo di rotazione; migliorando il project financing attraverso il rafforzamento di studi di fattibilità e inserendo regole premiali per i progetti che coinvolgono le piccole e medie imprese.
Bisogna ripartire dalla riqualificazione degli edifici scolastici. E trasformare le aule con la bioarchitettura, per rendere le scuole italiane più sostenibili e meno costose da un punto di vista energetico. Lo chiede Legambiente, secondo cui è necessario riqualificare molte scuole, progettate e costruite senza alcuna attenzione rispetto ai temi della salubrità, della vivibilità degli spazi, rispetto ai materiali utilizzati e al contenimento dei consumi energetici. Una sfida raccolta intanto da Legambiente e dall’Istituto Nazionale di Bioarchitettura (Inbar) che hanno elaborato e presentato un protocollo di intervento che vuole fornire linee guida e criteri di gestione sostenibile e di bioarchitettura nell’ambito dell’edilizia scolastica, dando così uno strumento integrato che possa garantire il miglioramento qualitativo degli edifici scolastici. Una prima sperimentazione del protocollo è stata fatta nella scuola dell’infanzia, primaria e secondaria di primo grado di via Monte Ruggero 39, in collaborazione con il Municipio di Roma III. Secondo Legambiente e Inbar, interventi mirati di efficienza energetica permetterebbero a questa scuola di arrivare ad una riduzione della spesa del 73% per l?energia termica e del 37% per la parte elettrica, passando da una Classe G di prestazione energetica a una classe B. A ciò vanno aggiunti anche una serie di interventi per il miglioramento del benessere e della qualità indoor, come un nuovo «clima cromatico» degli spazi interni ottenuto con tinte che non emettono sostanze tossiche o, l’installazione di semplici miscelatori aria-acqua o la riduzione dell’inquinamento elettromagnetico generato dai sistemi wi-fi.
Secondo Vanessa Pallucchi, di Legambiente, «la qualità dei nostri edifici scolatici è uno degli obiettivi prioritari su cui tutto il Paese concorda che occorre lavorare. Il caso pilota della scuola di via Monte Ruggero che abbiamo presentato oggi ci dimostra come potrebbero le cambiare in meglio molte strutture se si adottasse una programmazione di lungo respiro e attenta alla qualità degli interventi, come da anni Legambiente sostiene attraverso l’indagine Ecosistema Scuola. L’investimento complessivo per realizzare gli interventi che abbiamo previsto è di circa 400mila euro che possono essere recuperati attraverso la riduzione dei costi di gestione energetica in poco più di otto anni. È evidente che in presenza di un cofinanziamento pubblico i tempi di rientro si riducono a pochi anni e in ogni caso interventi di questo tipo possono essere realizzati tramite una Esco in grado di autofinanziare l’intervento e di gestire per dieci anni la parte energetica. Quindi, più che un problema di risorse, la qualità edilizia e della vita degli studenti dipende da un cambiamento culturale di chi è preposto a programmare e realizzare gli interventi».
Con Bauwerk Unopark il parquet passa dal pavimento alle pareti. Un’idea di arredo originale per i rivestimenti, per ricreare una boiserie in ambienti tradizionali o rendere più accogliente un angolo minimal.
Bauwerk Unopark è un modulo parquet a due strati (47×7 cm con spessore 11 mm) che può essere applicato su superfici verticali, con posa a spina di pesce o ‘a correre’.
Disponibile in dieci essenze (il rovere in nove varianti) le liste Unopark garantiscono la massima stabilità su ogni tipo di parete: Rovere (Rovere Farina, Gold,Argento, Deserto, Tabacco, Leggermente fumé, Fumé, Fumé farina) Acero canadese, Acacia evaporata, Faggio non evaporato, Doussié FSC 100%, Jatoba FSC 100%, Ciliegio americano, Noce americano, Sucupira FSC 100%, Wengé FSC 100%. Finiture in colorato,verniciato, verniciato opaco, olio naturale.
Nella versione rovere i moduli possono essere abbinati al nuovo pavimento in legno Unopark (13 mm di spessore, in sei diverse essenze rovere). In questi casi è importante che si utilizzino legno e colle di posa di qualità, possibilmente sostenibili.
WSE811 Tyrolit Hydrostress è la nuova sega a muro superleggera, con profondità di taglio fino a 315 mm, ideale per la maggior parte dei lavori di taglio.
Una soluzione innovativa per la lavorazione del cemento armato, che va ad aggiungersi alle macchine per la lavorazione del cemento e ai progetti speciali nella demolizione controllata del Gruppo Tyrolit.
Con il lancio della sega a muro WSE811, Tyrolit Hydrostress unisce la precisione nella lavorazione con la massima potenza, senza compromettere la compattezza o la semplicità d’utilizzo. Con la testa di taglio, l’unità di controllo e l’azionamento combinati in un unico sistema, questa macchina ha potenza massima di 9 kW a 16A per un peso contenuto in soli 25,4 kg. Il design integrato permette alla sega a muro di operare con un singolo alimentatore ed una singola connessione acqua.
I componenti del sistema perfettamente coordinati, come la guida ed il carter di protezione del disco diamantato, permettono un facile montaggio e smontaggio, assicurando operazioni semplici e massima mobilità nel taglio di finestre e porte.
La nuova “wall saw” WSE811 di Tyrolit è azionata dal sistema brevettato P2 drive, che consente ai magneti permanenti integrati di ridurre sia il calore che la velocità del motore, diminuendo così lo sforzo dei componenti della macchina e riducendo le esigenze di manutenzione.
L’utilizzo della sega murale in abbinamento ai dischi da taglio Tyrolit realizzati con la tecnologia TGD consentono di ottenere elevate performance e affidabilità.
In linea con il messaggio di Expo 2015 (Nutrire il Pianeta, energia per la vita), l’Istituto Europeo di Design si fa partner della prima edizione di FShow to feed the Children per sostenere l’importante operazione di charity e sensibilizzazione sul tema legato all’alimentazione, all’istruzione e alla salute dei bambini. All’evento di raccolta fondi, in programma il 3 giugno a San Siro, lo Ied parteciperà attraverso i migliori studenti del Corso di Fashion Design della Scuola di Moda, selezionati per realizzare gli outfit della sfilata sul pink carpet che andrà in scena fra un tempo e l’altro del match Italia-Germania.
«Siamo una scuola che fa del saper fare, il primo obiettivo d’insegnamento», commenta Maurizio Cortese, direttore generale di Ied. «E saper fare significa anche percepire e conoscere il contesto sociale in cui viviamo. La moda, come il calcio e la musica, sono ottimi strumenti per catturare l’attenzione del grande pubblico e favorire spunti di riflessione su temi cruciali che necessitano di eventi originali come questo per essere supportati concretamente. Sarà motivo di grande orgoglio vedere la creatività e il talento dei nostri studenti essere di reale supporto per questa importante iniziativa di charity che perfettamente s’inserisce nel concept dell’esposizione universale».
La ripresa del mercato immobiliare è ormai una realtà. Lo pensa anche Unicredit,che ha deciso di sostenere il settore costruzioni con finanziamenti agevolati e con una serie di servizi ai clienti. A partire da una consulenza non più solo finanziaria, ma allargata agli immobili di proprietà con l’obiettivo di dar vita a un Fascicolo Casa del cliente, finalizzato ad ottimizzare la gestione di un patrimonio che oggi costituisce il 60% della ricchezza totale delle famiglie italiane. Nel caso ci sia l’interesse alla vendita, locazione o acquisto di un immobile, il Fascicolo passa in carico a Unicredit Subito Casa, la divisione del gruppo specializzata nel real estate che in un anno di vita, e grazie ai 500 agenti distribuiti sul territorio nazionale, ha già raccolto incarichi per oltre 12.500 immobili e concluso 100 compravendite nei primi tre mesi del 2015. L’obiettivo di Unicredit Subito Casa, che impiega circa 80 dipendenti trasferiti dalla banca, è di arrivare nel 2018 a 100 milioni di euro di ricavi realizzando oltre 20mila compravendite, pari a una quota di mercato del 10%, considerando che nel 2014 sono state 210mila le compravendite concluse da agenti professionisti sul territorio nazionale. In pratica oggi un mutuo su cinque è targato Unicredit. Trend proseguito nei primi tre mesi del 2015 con un incremento del 70% dei mutui concessi rispetto a un anno prima.
Del resto l’immobiliare oltre a essere un settore chiave per l’economia italiana, sta mostrando segnali di risveglio nonostante la domanda si mostri ancora debole, come spiega Luca Dondi, direttore generale di Nomisma durante la presentazione del nuovo modello di consulenza immobiliare di Unicredit. L’ulteriore calo dei prezzi previsto per il 2015, -2,9% per le abitazioni secondo l’Osservatorio Immobiliare di Nomisma, e la crescita del clima di fiducia dei consumatori dovrebbero infatti dare maggior impulso alle compravendite, che in previsione, sempre in base alle stime istituto bolognese, dovrebbero oltrepassare la soglia delle 500mila nel 2016, tornando ai livelli del 2011. In questo scenario il credito può giocare un ruolo chiave per sostenere la ripresa del settore. La quota di transazioni sostenute da mutuo – in un quadro di aumento del numero di transazioni nel 2014 del +3,6% – è cresciuta del 12,7% a conferma dell’importanza del sostegno bancario nelle tendenze positive del settore. Sulla base dell’indagine Nomisma, pur calando nel 2014 le intenzioni di acquisto di un abitazione (6,6% vs 8,1% del 2013), aumenta la richiesta di mutui (73,3% vs 64,8% del 2013). Per il 2015 Nomisma stima una crescita dei mutui nell’ordine del 30%, per un totale di circa 32 miliardi di euro.
Emergono nuovi particolari del progetto Milano Alta (vedi anche https://youtradeweb.com/2015/05/arriva-il-progetto-milano-alta-per-la-fiera-al-portello), che interessa l’area dove ora sorgono i padiglioni 1 e 2 del Portello. Il progetto prevede oltre 15mila metri quadri di nuovi spazi pubblici, sette percorsi che corrispondono a sette tipologie di esperienze, 1 chilometro di Green Street a 7 metri di altezza. Il piano è stato presentato da Vitali Spa, ma vede opposti quelli del Milan, che vorrebbe edificare un nuovo stadio, e di Prelios. La novità è che Stam Europe, società francese di investimenti nell’immobiliare, è infatti disposta a investire oltre 100 milioni di euro nel breve termine e più di 200 mila nel lungo periodo.
Il polo multifunzionale della Vitali intende rendere attrattiva una zona attualmente periferica di Milano (il Portello), conservandone l’identità e mantenendo l’impianto architettonico esistente, attraverso un progetto di respiro internazionale che trova ispirazione nei grandi parchi urbani come Parc Guell di Barcellona e l’High Line newyorkese.
Il plastico di Milano Alta
Green e hi-tech sono le linee del concept è nato e prende forma per generare vero e proprio Landmark della Città di Milano, che punta a diventare patrimonio culturale e storico per le future generazioni. Nel nuovo polo è prevista l’introduzione di aree legate all’innovazione tecnologica con una mediateca interattiva, un tech center e un simulatore multimediale; all’entertainment e alla cultura, che vivranno 24h su 24 con un cinema4D e un leisure center con spazi dedicati alle performance artistiche; alla cucina e all’alimentazione grazie a una food court con scuole di cucina internazionale, negozi con prodotti a chilometro zero, un centro di promozione delle scienze dell’alimentazione, oltre che a spazi per showcooking; al benessere e allo sport grazie all’idea di dare vita ad una città del benessere in cui poter fare riabilitazione, visite mediche specialistiche; un luogo in cui praticare sport e testare i prodotti sportivi; un centro del fashion&design con punti vendita concepiti come concept stores dove al centro non sarà il prodotto ma l’esperienza che il visitatore potrà compiere all’interno degli spazi. Non mancherà la caratterizzazione connessa al turismo: nel progetto è prevista infatti la creazione di una struttura ricettiva che ospiterà 350 camere, con anche funzioni congressuali sinergiche con le attività esistenti di Fiera e di Mi.Co: un edificio che non rovinerà l’area limitrofa in quanto sviluppata mantenendo standard di altezza rigorosamente affini all’estetica globale.
Elementi di vanto del progetto sono la trasformazione della copertura del padiglione, che verrà liberata dai parcheggi per diventare un roof garden a 360 gradi sullo skyline di Milano,con ampi spazi a verde su cui praticare sport all’aria aperta, divertirsi, vedere spettacoli artistici, cinema all’aperto ed assistere ad eventi internazionali, ma anche concepito come luogo di lavoro innovativo grazie all’accesso alla connettività attiva e ad una Free internet zone. Secondo elemento di pregio sarà la Green Street, a 7 metri di altezza: un percorso ciclopedonale lungo l’intero fronte di via Scarampo, essa rappresenterà il cuore pulsante del progetto. Oltre a consentire l’accesso alle varie funzioni che si insedieranno nel fabbricato, sarà il crocevia delle attività più svariate sia durante il giorno che durante le ore serali con iniziative legate all’entertainment.
Secondo quanto riporta l’agenzia Ansa, il presidente della Confindustria, Giorgio Squinzi, vuole rivedere le regole sui contratti di lavoro. «Il Jobs act va nella direzione giusta», ha detto Squinzi nell’assemblea a porte chiuse di Confiindustria. «Adesso tocca a noi innovare l’organizzazione del lavoro interna alle nostre imprese. Per questo servono anche regole radicalmente nuove della contrattazione collettiva». Inoltre, «bisogna rivedere il modello contrattuale per assicurare la certezza dei costi, la non sovrapponibilità dei livelli di contrattazione e legare strettamente retribuzioni e produttività. È un impegno importante che, se portato a termine, ci consentirà davvero di realizzare un progresso nella storia delle relazioni», ha aggiunto il presidente di Mapei. Confindustria chiede che l’intervento di decontribuzione per i neoassunti a tempo indeterminato venga «rafforzato e reso strutturale». Secondo Squinzi iI decreto Poletti e il Jobs Act, sono due interventi di rilevanza strategica e di forte rottura rispetto al passato, che assumono le proposte da noi avanzate sui temi dei contratti a tempo determinato, dei licenziamenti e della revisione delle forme contrattuali. Un percorso che adesso va portato pienamente a termine. Ho affrontato il mio mandato di presidenza nella convinzione che un dialogo costruttivo con le altre parti sociali potesse essere utile nei processi di modernizzazione del Paese. Convinzione che ci ha indotto a sottoscrivere e attuare un accordo storico, quello sulla rappresentanza, che costituisce la premessa per avere accordi esigibili», ha ricordato il leader degli industriali. «Questo dialogo, ma soprattutto il processo per la definizione di un sistema di relazioni industriali solido e affidabile, si è affievolito negli ultimi tempi, e non certo per nostra responsabilità». Ma ora «abbiamo davanti passaggi obbligati per la nostra industria: dobbiamo recuperare tempo, produttività e competitività perduti. Il Jobs Act va nella direzione giusta e mette a disposizione delle nostre imprese strumenti che possono favorire la competitività. Adesso tocca a noi innovare l’organizzazione del lavoro interna alle nostre imprese. Per questo servono anche regole radicalmente nuove della contrattazione collettiva».
Il primo velocipede tipico del 1865 utilizzando moderni materiali Basf
Una camera delle meraviglie, come quelle che erano un’attrazione irresistibile nel Rinascimento e oltre. Cioè uno spazio con oggetti pronti a sorprendere, frutto dell’ingegno e del sapere. Così Basf ha deciso di festeggiare i suoi primi 150 anni. E lo ha fatto organizzando il meglio delle proprie virtù: la capacità di trasformare la chimica in un universo complesso. E sorprendente. I prodotti a cui ha concorso Basf, infatti, sono stati tra i protagonisti del Fuorisalone di Milano lo scorso aprile. Nello spazio de La Posteria, all’interno del Brera Design District, Basf e designfabrik (studio di design che offre consulenza a designer e fornisce informazioni sulle proprietà dei materiali realizzati da Basf), in collaborazione con il trio di designer DingG3000, hanno organizzato una camera delle meraviglie con oggetti e prodotti dalle caratteristiche innovative, in grado di stupire i visitatori. Con i materiali forniti dal gruppo tedesco, infatti, si producono le scarpe da corsa Adidas Energy Boost, ma anche le sedie di design di Vitra, Brunner e Interstuhl. Oppure un velocipede in chiave moderna, pronto per correre su strada, frutto del progetto 1865 – Inspired by History, che fa riferimento agli anni in cui Basf fu fondata. L’e-bike Concept 1865 è stata progettata da Ding3000: composta da sottili guide d’onda dielettriche inserite nelle forcelle per le luci, gomme con battistrada sottile che non hanno bisogno di manutenzione, e sellino removibile con batteria integrata. In totale, questo modello di e-bike è composto da 24 materiali Basf.
Inoltre, designfabrik ha coinvolto 12 giovani designer dell’Università di Stoccarda, che si sono occupati di reinventare alcuni oggetti-simbolo di uso comune del XIX secolo, utilizzando materiali moderni per dare loro nuova vita, tra cui un alveare, un elettrodomestico da cucina e una versione moderna di gioco inglese da fare all’aperto ormai dimenticato.
Oggetti presentati all’interno di una camera delle meraviglieIl primo velocipede tipico del 1865 utilizzando moderni materiali BasfUno degli oggetti esposti
Un percorso tra sonorità, installazioni e opere d’autore, gusto e natura che richiama il profondo legame tra l’estetica dannunziana e l’Oriente: sono le caratteristiche salienti della seconda edizione di D’Annunzio e i Giardini di Pan (Vittoriale, 10 maggio – 31 ottobre 2015), l’evento che caratterizza gli spazi interni più intimi e segreti della meravigliosa residenza del Vate e il suo straordinario parco nel semestre Expo. L’iniziativa, curata da Alessandra Coppa, promossa da EN SPACE network e dalla Fondazione il Vittoriale degli Italiani, con il patrocinio di Padiglione Italia Expo 2015, rende omaggio alla poetica, all’estetica, al panismo e al gusto di d’Annunzio celebrandone il legame profondo, sanguigno e intimo con l’Oriente. In un dialogo serrato tra interni ed esterni del Vittoriale, ritmato da richiami simbolici, mistici e storici, l’evento, sviluppato tra Auditorium, Museo d’Annunzio Segreto, Prioria, Limonaie, Acqua Savia e Arengo, propone un continuo gioco di rimandi tra oggetti e luoghi, suoni e natura.
Il Vittoriale
Racconti d’Oriente. Nel nuovo Museo d’Annunzio Segreto sarà presentata anche una selezione di oggetti orientali provenienti dalla collezione dannunziana alla Prioria: dalla vestaglia in color violato alla statua di Buddha, dalla maschera teatrale alla katana, dalla sedia pieghevole in lacca cinese al Cane di Fo, dall’anfora alla carpa, all’elefante, alla tartaruga sino al più grande oggetto orientale, ossia la Stanza della Leda, luogo dell’amore, del segreto e dell’eternità. Ogni oggetto racconta la vita di d’Annunzio, i suoi rimandi biografici, letterari, estetici e ossessivi. Non solo: tramite un QR Code i visitatori (anche da casa) si potranno collegare al sito del Vittoriale e soddisfare ogni curiosità sugli oggetti in mostra.
Alessandro Mendini e la Proust viola. La cromia individuata da d’Annunzio e da lui battezzata violato caratterizza la riedizione site specific della celebre Poltrona Proust dell’architetto e designer Alessandro Mendini, realizzata per l’occasione da Magis. La poltrona Magis Proust color viola accoglierà gli ospiti degli Incontri scomodi che si succederanno nel semestre Expo al Vittoriale, tra cui Morgan, Fulvio Abbate, Italo Rota, Alessandro Mendini. «Fare andare finalmente d’accordo Proust e il Vate è stata un’impresa: potenza del colore», sostiene Mendini. Nell’atrio dell’Auditorium saranno in mostra altre varianti della Proust, realizzate dal 1978: un omaggio al manifesto della poetica dell’autore.
Il tuono di Pan tra arte e natura. All’inaugurazione dell’evento d’Annunzio e i Giardini di Pan, sarà aperto al pubblico il nuovo percorso dell’Acqua Savia. Riscattato dopo un sapiente lavoro di ripristino con recupero e valorizzazione, il nuovo percorso si svela finalmente ai visitatori tra cascatelle, ponticelli, architetture e una vegetazione ora disciplinata. Il 20 settembre sarà inaugurata la mostra Il tuono di Pan tra arte e natura: lungo questo nuovo percorso, saranno posizionati i 7 grandi corni acustici che riveleranno ai visitatori il «suono del cemento». Realizzati grazie a Italcementi che ha messo a disposizione un prodotto per il design di ultima generazione, i.design EFFIX, i corni sono veri e propri pezzi unici d’autore interpretati da artisti e designer internazionali (Dario Ballantini, Vincenzo Del Monaco, Setsu & Shinobu ITO, Shuhei Matsuyama, Fabrizio Musa, Sonja Quarone, Carla Tolomeo). I sette nuovi corni si sommeranno ai quattro già presenti nel parco, disegnati nel 2014 da Italo Rota, e realizzati sempre da Italcementi, e diffonderanno un inedito di Morgan musicato per l’occasione, in collaborazione con il Festival del Vittoriale Tener-a-mente.
Quanto costa comprare casa in quelli che sono stati riconosciuti come i borghi più belli? Il sito Immobiliare.it prova a stilare una classifica. Risultato: ai primi posti sono le località di mare, in particolare Cinque Terre e Costiera Amalfitana. A Vernazza (La Spezia), per acquistare un immobile residenziale da 80 metri quadri sono stati richiesti mediamente 510.720 euro, e a Laigueglia (Savona) per comprare una delle famose «casette rosa» servono 472.880 euro. Sempre sul mar Tirreno, ma più a Sud, al Monte Argentario, Porto Ercole (Grosseto) è terzo in classifica: il prezzo medio per un immobile tipo è di 462.800 euro. Tra i borghi più belli (e cari) d’Italia c’è anche Sperlonga (Latina), sulla costa laziale, lì un immobile costa 5.623 euro al metro quadro. Sopra i 5mila euro al metro quadrato anche i costi per le abitazioni ad Atrani (Salerno), il comune più piccolo d’Italia per superficie, tra i più bei borghi della Costiera Amalfitana: il costo medio è di 5.613 euro al metro quadro. Appena sotto la soglia dei 5mila euro c’è Furore, sempre nella provincia di Salerno (4.873 euro). A seguire ci sono Noli, Borgio Verezzi, Cervo, Framura e Moneglia, dove i prezzi medi al metro quadro si aggirano attorno ai 4mila euro. A Conca dei Marini, in provincia di Salerno, sugli strapiombi della Costiera Amalfitana, un immobile tipo costa 354.880 euro.
Tra i 20 più cari, il primo borgo che non si affaccia sul mare è Montescudaio, nella Maremma pisana: qui l’immobile tipo considerato per la ricerca costa in media 248.640 euro. L’ultima località ligure a rientrare nella graduatoria dei prezzi è stata Seborga (Imperia), dove comprare casa costa in media 245.520 euro. In Toscana San Gimignano (Siena), la città delle torri, la media è di 2.958 euro al metro quadro, mentre a Castel Gandolfo (Roma), per acquistare un’abitazione nel ritiro estivo dei Papi servono 223.440 euro.
Agli ultimi posti tre località montane: a Etroubles, in Valle d’Aosta, si spendono 222mila euro. A Egna e Chiusa, provincia di Bolzano, siamo attorno ai 2.600 euro al metro quadro. Ultima Buonconvento (Siena), sulla via Cassia, ristoro dei pellegrini in cammino sulla Francigena: per un’abitazione si spendono in media 209.840 euro.
Per personalizzare ancora di più il garage, Hörmann ha messo a punto due nuove finiture per il portone sezionale LPU 40: la versione D con doppia greca ravvicinata e la versione T con tre greche ravvicinate, che conferiscono al serramento massima versatilità e un design contemporaneo.
Estremamente performante per isolamento termico e la sicurezza contro l’effrazione, il portone sezionale LPU 40 Hörmann è realizzato in acciaio a doppia parete coibentato e dotato di elementi con uno spessore di 42 mm. LPU 40 si contraddistingue inoltre per l’apertura verticale e lo scorrimento a soffitto che consente il massimo utilizzo dello spazio all’interno del garage e nella zona antistante l’ingresso. La chiusura può raggiungere una dimensione massima di 5500 mm in larghezza e 3000 mm in altezza.
Adatto ad ogni tipo di garage, il portone può essere anche motorizzato con abbinamento al sistema BiSecur in grado di regolare la trasmissione del segnale tra telecomando e motorizzazione per porte da garage. Tramite BiSecur, il portone può essere controllato e comandato non solo da casa ma anche da qualsiasi altro luogo nel mondo, utilizzando la nuova APP BiSecur per smartphone e tablet.
LPU 40 di Hörmann è disponibile in sedici colori preferenziali e, a richiesta, in tutte le tonalità della gamma RAL, e può essere corredato da molteplici accessori, tra cui eleganti finestrature, una portina pedonale, i classici cassettoni S, gli effetti legno (Woodgrain), sabbia (Sandgrain), seta (Silkgrain), simil legno (Decograin) e ondulato (Micrograin).
Inoltre, sia all’interno che all’esterno e sulle cerniere, è predisposta una protezione salvadita che esclude ogni pericolo di schiacciamento tra gli elementi del portone. Come tutti i prodotti, gli accessori e i dispositivi Hörmann, anche il portone LPU 40 risponde infine perfettamente ai requisiti della normativa UNI EN 13241-1.
Siamo in provincia di Lecco, a 1650 metri sopra il livello del mare. Qui, il Rifugio Ratti Cassin, completamente rinnovato, ha installato sistemi radiantiViega Fonterra per migliorare il comfort climatico della struttura, in chiave sostenibile.
Il progetto di restauro del Rifugio Ratti Cassin, voluto dall’attuale gestore Maurizio Valsecchi, punta a coniugare comfort e autenticità, abbinando elementi rustici e linguaggi contemporanei, con soluzioni tecnologiche innovative, come appunto gli impianti di riscaldamento radiante Viega Fonterra.
Fonterra scalda il pavimento in modo omogeneo, senza stratificazioni d’aria e con una convezione dell’aria più limitata rispetto ad altri sistemi. Il tepore dell’ambiente si ottiene con una temperatura effettiva dell’ambiente inferiore rispetto ai caloriferi tradizionali che inoltre necessitano di una temperatura di mandata di circa 70° Celsius. I sistemi radianti invece richiedono molto meno energia per portare in temperatura l’impianto, con risparmio energetico ed economico.
“La bassa temperatura di impianto esalta i rendimenti del generatore di calore a condensazione a gasolio che abbiamo installato, oltre a sposarsi perfettamente con il tipo di involucro di cui è stata particolarmente curata la coibentazione“ commenta Gianpaolo Fazzini, titolare dell’impresa Fazzini Giosué di Lecco, responsabile di tutte le istallazioni idrotermosanitarie del rifugio. Grazie alla sua bassa inerzia termica, il sistema radiante reagisce rapidamente agli interventi di regolazione (accensione e spegnimento del riscaldamento) e, nel caso di strutture ricettive come alberghi, questo consente di utilizzare il riscaldamento solo all’effettiva occorrenza senza rischiare di offrire agli ospiti alloggi freddi anche dopo un prolungato periodo di spegnimento.
A causa dell’altezza ridotta delle camere, al primo e secondo piano del rifugio si è optato per il sistema radiante con posa a secco Viega Fonterra Reno, che garantisce un’altezza costruttiva ridotta. I pannelli modulari di gessofibra possiedono uno spessore di soli 18 mm e non richiedono l’applicazione di ulteriori strati di massetto cementizio o di controlastre. In questo modo, anche il peso del sistema risulta ridotto.
Nell’area wellness, invece, situata al piano terra, l’installatore ha potuto avvalersi del sistema Viega Fonterra Base 15/17, con pannelli modulari a bugne termoformate facilmente installabili anche da una sola persona: l’interasse fra le bugne aiuta infatti l’installatore a definire la disposizione del tubo. Basta poi premere sul tubo di polibutilene estremamente flessibile, per inserirlo e bloccarlo in maniera affidabile. L’installazione viene rifinita con uno strato di massetto.
Viega, specializzata in tecnologie per l’installazione idrotermosanitaria, ha fornito anche gli scarichi doccia Advantix Basic 67, dall’altezza costruttiva di soli 67 mm . Questi scarichi garantiscono una capacità di scarico tra 0,4 e 0,6 l/s, mantengono un’altezza della colonna d´acqua di 25 mm per prevenire la formazione di cattivi odori, offrono sicurezza antisvuotamento e garantiscono il deflusso della sporcizia insieme all’acqua.
Gli scarichi Advantix nel Rifugio Ratti Cassin sono completi delle Corriacqua a filo pavimento Advantix ER4. Questo modello di Corriacqua consente la personalizzazione con le piastrelle o la pietra naturale scelta per l’intera pavimentazione, in modo da garantire massima purezza visiva all’ambiente.
Il Gruppo Cambielli Edilfriuli, leader in Italia nel mercato della distribuzione di materiale idrotermosanitario con 192 punti vendita, apre a Pescara il suo quarto deposito di stoccaggio e smistamento centralizzato della merce che servirà le 19 filiali presenti sul territorio di Abruzzo e Molise ad insegna Epica Srl. Obiettivo principale della piattaforma di logistica, ufficialmente operativa da maggio, è quello di garantire un approvvigionamento giornaliero a tutti i punti vendita, fornendo un servizio efficiente e tempestivo di pronta disponibilità ad ogni cliente finale, dalle grandi imprese fino ai piccoli artigiani ed ai privati.
«Il nuovo deposito di Pescara è un ulteriore passo avanti nel processo di espansione al Centro Sud Italia, territorio a cui ci vogliamo rivolgere con il medesimo servizio di qualità, affidabilità e competenza che da sempre ci contraddistingue»., afferma Goffredo D’Aurelio, presidente di Epica e membro del cda del gruppo. «Grazie a questo importante investimento siamo sicuri di poter garantire anche alle filiali di queste regioni il massimo supporto, tempi di consegna veloci e maggior ampiezza e profondità dell’offerta di prodotti».
Il deposito di Pescara
La nuova piattaforma di logistica centralizzata si sviluppa su un’area di 1.600 mq dove sono stoccati oltre 1.400 articoli provenienti da 50 fornitori accuratamente selezionati. Dal punto di vista operativo, la nuova centrale di Pescara dispone di un sistema in radiofrequenza che consente di ottimizzare i tempi di preparazione e di stoccaggio della merce azzerando quasi totalmente i margini di errore legati al prelievo di merce errata dai box. In questo modo il personale impiegato non necessita di una particolare formazione o della conoscenza approfondita di ogni tipologia di merce.
Pescara va quindi ad aggiungersi alle centrali di Casteggio (inaugurata nel 1994), Cesena (inaugurata nel 2001) e Udine (inaugurata nel 2008). Queste sono sviluppate su un’area di 14.500mq, 7.500mq, 8.000mq e rispettivamente riforniscono 48, 60 e 42 punti vendita movimentando ognuna 11.000, 14.000 e 6.400 portapallet di articoli provenienti da circa 120 fornitori.
Grazie a questo sistema di logistica, il Gruppo Cambielli Edilfriuli è in grado di offrire numerosi vantaggi tra cui la centralizzazione degli acquisti e l’approvvigionamento giornaliero di tutte le 192 filiali sparse su 14 Regioni in Italia.