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Ance a Venezia, accordo per combattere i graffiti

Graffiti a Venezia

Difendere la città dai graffitari. A maggior ragione se la città è Venezia. Per questo è stato sottoscritto nella sede del Comune un Protocollo d’intesa con ministero dei Beni culturali, soprintendenza Belle arti, Ance di Venezia  e associazione Masegni & Nizioleti Onlus per la realizzazione di una serie di interventi diffusi a tutela del patrimonio edilizio e urbano della città. All’incontro sono intervenuti il sub-commissario prefettizio del Comune di Venezia, Natalino Manno, la Soprintendente Belle arti e paesaggio per Venezia e Laguna del ministero dei Beni Culturali, Emanuela Carpani, il presidente di Ance Venezia, Ugo Cavallin e la presidente dell’associazione Masegni & Nizioleti Onlus, Cecilia Tonon.

Soddisfazione espressa da Ugo Cavallin, Presidente Ance Venezia: «Quando, qualche mese, fa il sub-commissario Manno ci ha convocato, chiedendo il coinvolgimento dell’Associazione Costruttori di Venezia in questa iniziativa finalizzata alla tutela del decoro del centro storico di Venezia, abbiamo aderito subito, senza nessuna esitazione. Quello del vandalismo grafico è in effetti un problema che riguarda tutte le città. A Venezia però assume una pericolosità e un impatto molto maggiore, dato che nella stragrande maggioranza dei casi esso si esercita su beni di valore storico-artistico e monumentale, arrecando quindi un grave danno al patrimonio edilizio cittadino.In vista della sottoscrizione del protocollo, nelle scorse settimane abbiamo verificato presso le imprese nostre associate la disponibilità a partecipare all’iniziativa mettendo a disposizione gratuitamente parte del proprio personale per lo svolgimento dell’attività di pulitura di muri, facciate e altre superfici. Ebbene la risposta è andata ben al di là delle aspettative, avendo raccolto l’adesione di un numero importante di imprese, sia tra quelle particolarmente specializzate in questo tipo di interventi su immobili sottoposti a vincolo, sia tra quelle operanti nel settore del restauro in genere. E ancora, le risposte sono arrivate sia dalle imprese più grandi sia da quelle di dimensioni più modeste. Questo consenso diffuso e trasversale è la conferma di quanto il problema del decoro della città e della sua difesa sia sentito dalla collettività a tutti i livelli. Anche dalle imprese di costruzioni, che di questa comunità fanno parte e si sentono parte attiva, concorrendo con la loro attività al miglioramento della qualità urbana e recuperando così un ruolo sociale che troppe volte viene dimenticato e oscurato da vicende che riguardano pochi ma purtroppo si riflettono su tutta la categoria».

L’Ance mette a disposizione la struttura nel campo della formazione, il Ceve, Centro Edili Venezia, per preparare nuovi allievi, primi tra tutti i volontari delle associazioni, in questa impegnativa ma fondamentale attività di salvaguardia. La diffusione delle tecniche ottimali di intervento consente, da un lato, di avere un maggior numero di operatori qualificati in grado di intervenire e dall’altro di sensibilizzare il cittadino comune in ordine alla possibilità di concorrere direttamente e materialmente alla salvaguardia del decoro della sua città.

Graffiti a Venezia
Graffiti a Venezia

Elkem e Rec, via libera al big del fotovoltaico

La norvegese Elkem Group ha completato l’acquisizione del principale fornitore europeo di pannelli fotovoltaici, Rec. Obiettivo: diventare un attore integrato di primo piano all’interno del frammentato mercato solare fotovoltaico. Secondo Steve O’Neil, nuovo ceo di Rec, entrato a far parte dell’azienda il 25 marzo 2015, «l’unione delle due società darà vita a una piattaforma capace di rafforzare ulteriormente la leadership globale di Rec nel campo delle soluzioni solari. Con un costo di produzione che da qui al 2050 dovrebbe essere di soli 2-4 centesimi di euro per kilowatt, si prevede che il solare sia destinato a diventare la fonte energetica più diffusa al mondo. Con questa transazione, avremo la certezza di essere in pole position per sfruttare al massimo questo incredibile potenziale». Entrambe le aziende sono impegnate nel mantenimento degli attuali standard di qualità dei pannelli solari Rec, soprattutto ottimizzando la catena del valore solare e unendo le risorse commerciali. Elkem vanta, in particolare, un forte posizionamento nel settore dell’edilizia e delle costruzioni, grazie a un additivo fondamentale come la microsilice. Grazie agli investimenti in R&S, Elkem Solar sarà in grado, da un lato, di fornire silicio di qualità più elevata rispetto a quello ottenuto con i processi Fbr o Siemens e, dall’altro, di consumare il 75% di energia in meno rispetto ai metodi di produzione tradizionali. Sarà possibile sia ridurre ulteriormente il tempo di ammortamento energetico e l’impronta di CO2, sia contenere il costo delle soluzioni solari in linea con i previsti progressi della tecnologia solare globale. fotovoltaico3+

Delrio (Infrastrutture): estendere i bonus dell’edilizia

Estendere i bonus all’edilizia. Lo propone il ministro alle infrastrutture, Graziano Delrio, in un’intervista al Sole 24Ore. Secondo l’esponente di governo, le agevolazioni «hanno funzionato, e bene. Ora dobbiamo lavorare non per ridurre queste misure, ma per estenderle, per esempio all’edilizia residenziale pubblica e ad altri settori in cui abbiamo un grande bisogno di manutenzione straordinaria». Secondo Delrio, «si può ragionare di modulazioni e spostamenti. Puoi decidere che in un certo periodo dai più incentivi a un settore che a un altro. Per esempio, il bonus mobili puoi darlo non solo a chi acquista una casa, ma anche a chi l’affitta». Delrio parla anche del Fondo sviluppo-coesione: «Abbiamo deciso di superare l’eccessivo frazionamento dei progetti. Il vecchio sistema ha permesso di finanziare con il Fas spesa corrente come il debito sanitario e 20-22mila progetti delle regioni per ogni ciclo di programmazione». Ancora: «Noi invece vogliamo 100-150 progetti-Paese da decidere anche con le Regioni in una cabina di regia che è coordinata con i fondi europei». Il ministro parla anche di infrastrutture: «Siamo d’accordo che nella cabina di regia io avrò il coordinamento sulle decisioni dei 100-150 progetti-Paese di tipo infrastrutturale mentre il coordinamento complessivo fra questi fondi e quelli europei va fatto a Palazzo Chigi». Un accenno anche agli interventi di edilizia scolastica, secondo cui ci sarà un coordinamento del dicastero per gli interventi. Infine, c’è spazio anche per la riforma degli appalti: «Siamo in contatto stretto con il relatore. Il testo rappresenta un grande salto di qualità».delrio

Augeo Art Space, salute e cultura con Hi-Macs

Augeo Art Space

Gli spazi storici di Palazzo Spina, a Rimini, riconvertiti in un concept che avvicina l’arte contemporanea e il wellness. È Augeo Art Space, destinato ad accogliere ospiti da tutto il mondo in occasione di eventi esclusivi. L’idea è dell’architetto e designer Yasmine Mahmoudieh: il progetto di Augeo, commissionato da Sergio Antolini e il suo direttore creativo Matteo Sormani, sarà replicato in altre città all’estero. La riconversione ha interessato il pianterreno e il sotterraneo dell’ex Palazzo Brancaleoni, oggi Palazzo Spina, in una distribuzione su due aree, quella della galleria d’arte e quella della Spa. «Lo spazio della galleria d’arte è dedicato all’immaginazione e alla creatività e il suo aspetto, di conseguenza, appare onirico e astratto; quello della Spa, invece, è reale, fisico, pensato perché il corpo e soprattutto la mente possano al suo interno lasciarsi andare, rilassare dopo la concentrazione e la tensione dell’ispirazione avvenuta nel primo ambiente», spiega Mahmoudieh. Ad accogliere gli ospiti e far sì che si proiettino subito nell’atmosfera ispirante, un’opera pensata dalla designer e realizzata completamente in Hi-Macs: la scultura funzionale parte dal lato destro dell’ingresso per nascondere le vecchie imperfezioni nella struttura originale, e si trasforma poi in seduta che scivola lungo il perimetro delle sale e termina con un ennesimo tuffo, trasformandosi infine in zona accoglienza e bar.
Hi-Macs è stato lavorato dalla italiana DForm, che lo ha plasmato, conferendo alla «scultura» un aspetto di spontanea sinuosità, tratto distintivo della progettista, che ha sfruttato le linee curve in molte delle sue realizzazioni. Fondamentale per la riuscita del progetto è stata la caratteristica termoformabilità di Hi-Macs, che lo rende in grado di assumere qualunque forma e di dare così libero sfogo alle idee dei progettisti, anche le più ambiziose. Oltre a questo, dal momento che presenta la particolarità di non mostrare, dopo la lavorazione, segni di giunzione, è stato possibile dare l’illusione che la struttura sembrasse ricavata da un unico blocco di materiale, continuo e uniforme, con un effetto monolitico sorprendente.

Augeo Art Space
Augeo Art Space

Mutui: boom ad aprile, ma diminuisce l’importo richiesto

Nuovo boom per i mutui: ad aprile le domande delle famiglie sono aumentate del 71,9% rispetto allo stesso mese del 2014: record assoluto in termini di incremento. I volumi sono tornati vicini ai livelli del 2010, prima del crollo verticale causato dalla crisi economica. Lo rileva il Barometro Crif. La domanda è primariamente di nuovi mutui, mentre l’incidenza di surroghe e sostituzioni (a livello di sistema) è stata del 18% del totale. Ma nonostante la ripresa della domanda di finanziamenti per l’acquisto della casa si stia consolidando, ad aprile l’importo medio richiesto si è attestato a 121.911 euro, più basso rispetto al corrispondente mese dell’anno precedente (124.812 euro) e lontano dai 140.942 euro dell’aprile 2010. Anzi, quello di aprile è in assoluto il valore medio più basso registrato da Crif.

La tendenza a richiedere un importo il più possibile contenuto è confermata anche dalla distribuzione della domanda per fascia di importo: nel 2015 le preferenze degli italiani si sono concentrate in prevalenza nella classe compresa tra 100mila e 150mila euro, con una quota pari al 30,4% sul totale, in crescita rispetto al 2014 di 1,9 punti percentuali. Anzi, il 77,6% ha sotto i 150mila euro.case10

Baruzzi al vertice Aipe, con Lavagnini, Raggi e Garbagna

Augusto Baruzzi
Augusto Baruzzi

Augusto Baruzzi, marketing e sales manager per i settori edilizia e termo-acustica della Sive, è il presidente di Aipe (Associazione Italiana Polistirene Espanso). Lo ha eletto il consiglio direttivo, su indicazione dell’assemblea dell’associazione, lo scorso 23 aprile a Milano. Il nuovo presidente è stato in carica già dal 2001 al 2009. Il team di Aipe ringrazia Luca Zappelli, della Sulpol, per il prezioso contributo offerto nei quattro anni di presidenza. Baruzzi, in carica per due anni, è affiancato da tre vicepresidenti: Luisa Lavagnigni, della Versalis, Giovanni Raggi, di Isolconfort, e Paolo Garbagna, di Poliforce. Presidente e vicepresidenti rappresentano l’Aipe anche in seno all’Eumeps, European Manufacturers of Expanded Polystyrene, fondata nel 1989 per sostenere e promuovere l’industria europea dell’EPS attraverso le varie associazioni nazionali.

Augusto Baruzzi
Augusto Baruzzi

È la Pontarolo la prima nel registro delle Pmi innovative

Il sistema costruttivo di Pontarolo

È la Pontarolo Engineering, in provincia di Pordenone, la prima azienda in Italia iscritta al Registro delle Pmi Innovative. L’impresa potrà quindi usufruire delle potenzialità offerte dal decreto di legge 24 gennaio 2015, n.3, noto come Investment Compat. Il provvedimento permette alle Piccole medie imprese che operano nel campo dell’innovazione e che considerano l’innovazione come un vantaggio competitivo, di godere di incentivi fiscali e agevolazioni che prima erano riservate alle start up innovative. Per iscriversi al prestigioso registro le società devono rispondere a diversi requisiti, tra cui la titolarità di brevetti. Pontarolo Engineering, per esempio, ne detiene numerosi0, sia nazionali che europei e mondiali. Le imprese devono anche certificare un ammontare di spese per ricerca, sviluppo e innovazioni del 3%, e anche in questo caso Pontarolo Engineering supera i valori richiesti per accedere al registro. «Sino a ora si è data molta importanza alle start up», commenta Valerio Pontarolo, «ora con questo decreto anche le aziende con una storia consolidata alle spalle possono, puntando sull’innovazione come fattore di crescita sostenibile, godere di incentivi per poter sviluppare idee e progetti. L’edilizia è il settore che più ha risentito della crisi e le imprese ancora competitive sono quelle che hanno trovato degli elementi di discontinuità e non si sono fossilizzate. La Pontarolo Engineering negli ultimi anni ha subito una rivoluzione importante: non abbiamo solo voltato pagina, abbiamo aperto un nuovo libro, con la nascita di nuovi prodotti, sviluppando nuovi mercati e introducendo nuove forme di business che ci hanno reso concorrenziali e rilevanti non solo nel settore dell’edilizia. La ricerca continua per lo sviluppo di tecnologie all’avanguardia e l’introduzione nel mercato di nuovi prodotti, in un corretto bilanciamento del ciclo di vita di tutta l’attività produttiva, è la chiave di volta per noi e per le imprese che vogliono essere innovative». Nel 2007 la Pontarolo Engineering ha visto il Premio Innovazione della Regione Friuli Venezia Giulia con il proprio sistema costruttivo Climablock e da quella data ha dato vita ad una decina di nuovi prodotti, ai brand Onek e Class Design, nonché aperto una nuova unità produttiva acquisendo competitività sul mercato sia nazionale che estero come in Nord America, Oceania, Estonia, Turchia dove è presente con diverse società partecipate.

Il sistema costruttivo di Pontarolo
Il sistema costruttivo di Pontarolo
Valerio Pontarolo
Valerio Pontarolo

Premio REbuild 2015 ai migliori progetti di riqualificazione

rebuild 2015

All’Italia restano 18 milioni di minuti per raggiungere gli obiettivi europei di riduzione delle emissioni dell’80% da qui al 2050 e riqualificare le oltre 18 milioni di abitazioni. REbuild 2015 lancia la sfida, #1casaALminuto, piano strategico nazionale per riqualificare il patrimonio esistente. “Per vincere questa sfida sarà fondamentale l’industrializzazione dei processi di riqualificazione, processo che a livello internazionale ha dimostrato di saper ridurre radicalmente tempi e costi degli interventi” ha sottolineato Thomas Miorin, direttore di Habitech e ideatore dell’evento.

Anche quest’anno REbuild 2015 premierà gli interventi di riqualificazione più innovativi in Italia o all’estero, in grado di valorizzare la qualità di un edificio, valorizzando gli elementi centrali di un processo finalizzato a migliorare la qualità di un edificio in termini di costi, consumi, materiali impiegati e comfort.

I vincitori del Premio REbuild avranno la possibilità di presentare il proprio progetto durante la manifestazione, che si svolgerà a Riva del Garda (TN) il 25 e 26 giugno 2015, presso il Palazzo Congressi di Riva del Garda (TN). “Il Premio incarna lo spirito del nostro evento: fatti, numeri e casi concreti, con approcci e metodologie replicabili – spiega Alberto Ballardini, responsabile servizi per edifici esistenti di Habitech -. REbuild è nato sui casi studio d’eccellenza, e anche grazie al Premio è diventata una piattaforma aperta e partecipativa, con l’obiettivo di ridefinire l’approccio alla rigenerazione e tracciare il piano strategico nazionale per riqualificare #1casaALminuto”.

Il Premio verrà assegnato all’intervento che avrà totalizzato il punteggio più alto, calcolato complessivamente su cinque aree tematiche (efficienza energetica, comfort e qualità costruttiva, sostenibilità ambientale, economica e sociale) che si svilupperanno in dieci contest distinti. “I criteri del premio anticipano il mercato ed indicano la strada che progettisti, costruttori e committenze dovranno necessariamente intraprendere per soddisfare i requisiti sempre più restrittivi avanzati sia dalle normative europee sia dagli utenti finali. La sostenibilità e visione olistica degli interventi di risanamento sono la chiave di volta per creare e mantenere valore economico migliorando gli impatti sociali ed ambientali delle nostre città, spiega Fraunhofer Italia.

Le candidature al Premio dovranno essere inviate entro il 7 giugno 2015.

CAP Arreghini per Padiglione Giappone Expo 2015

padiglione giappone expo 2015Architettura e ingegneria in legno si sposano con la natura nel Padiglione Giappone Expo 2015, che ha come tema le “Diversità Armoniose”, intese come equilibrio tra le diverse anime del paese.

Le diversità in equilibrio vengono espresse attraverso una griglia tridimensionale di legno a incastro con pareti a graticcio a tre dimensioni che avvolgono la struttura e si fondono con altri materiali più moderni come vetro, acciaio e cemento.

La realizzazione delle pareti tridimensionali è stata affidata a Galloppini Legnami di Borgosesia, che ha incaricato CAP Arreghini di sviluppare un impregnante ad hoc in linea con l’ecologicità del progetto. Allo scopo è stato ideato un impregnante protettivo a base acqua in grado di lasciare inalterato il colore naturale del legno e allo stesso tempo di ritardarne il naturale fenomeno di ingrigimento dovuto all’ossidazione. L’impregnante è stato additivato con pigmenti anti UV, per assicurare una maggiore durata estetica all’esterno.

Concepito dall’architetto Atsushi Kitagawara ed elaborato dalla società Ishimoto Architectural & Engineering Firm Inc, il progetto è il primo ad essere edificato con una commistione tra le tradizionali tecniche costruttive giapponesi e quelle più moderne.

Il risultato è una struttura in legno lamellare di larice di alberi provenienti dalla pulizia dei boschi del Giappone e riutilizzato per il Padiglione. Il legno, inteso come suprema risorsa rinnovabile, è parte fondamentale dei satoyama giapponesi, le tipiche strisce di terreno coltivato frapposte fra onde di colline lussureggianti, che sin dai tempi più antichi hanno favorito la formazione di comunità ideali, orientate al riciclo delle risorse.

Concetto al centro anche di Expo 2015 Milano, quello della “sostenibilità” del legno, legato al problema della protezione e del mantenimento delle risorse forestali.

Carrelli elevatori: elettrici o termici? Risponde Francesco Pampuri

carrello elevatore

Anche la scelta delle macchine da movimentazione è una questione di responsabilità ambientale. Quale mezzo scegliere per il proprio magazzino? Sono meglio i carrelli elevatori elettrici o termici?

La campagna Sicuramente, promossa da Jungheinrich, Linde, OM STILL e Toyota per sensibilizzare le aziende sull’importanza di tenere in sicurezza i carrelli elevatori e gli operatori, fa il punto con Francesco Pampuri, Product Manager CB Trucks in OM Carrelli Elevatori.

Lo sviluppo delle energie rinnovabili e dell’elettromobilità sta guidando le aziende verso l’utilizzo di macchine alimentate elettricamente, una scelta incentivata anche dall’inasprimento delle norme per le emissioni dei veicoli con motore a combustione interna.

Secondo le analisi degli sviluppi di mercato “c’è una chiara tendenza verso  la mobilità elettrica – afferma Pampuri  – . Dal 2009 in Europa i carrelli elettrici sono più richiesti rispetto ai carrelli termici. Diversi sono i fattori che hanno svolto negli ultimi anni un ruolo sempre più importante nel condizionare questo andamento. Il prezzo del gasolio in continuo aumento è certamente un motivo del calo nella richiesta di carrelli elevatori a combustione interna. Negli ultimi dieci anni il prezzo medio del gasolio è quasi raddoppiato e questa tendenza avrà in futuro lo stesso andamento perché i combustibili fossili sono una risorsa limitata”.

Anche se all’inizio l’acquisto di un carrello termico tende ad essere più conveniente, nel lungo termine il carrello elettrico assicura costi energetici e di manutenzione ridotti. “Uno studio, effettuato dalla nostra azienda sulla Total Cost of Ownership (TCO), ha mostrato chiaramente i vantaggi a lungo termine dei carrelli elevatori elettrici: il prezzo iniziale di acquisto più elevato si recupera molto velocemente (in media 2-3 anni) – spiega l’esperto -. Bisogna certamente aggiungere che la tecnologia con mobilità elettrica si è arricchita di recente di nuove soluzioni tecniche e nuovi sistemi di energy storage (Li-ion battery- AGM- Fuel cell). Le performance dei componenti elettronici sono migliorate sensibilmente. In particolare le batterie costano meno e raggiungono fasce più ampie di mercato, ma contemporaneamente migliorano nelle performance e nell‘affidabilità, e possono essere sostituite in modo molto rapido e sicuro”.

Un ulteriore motivo che ha ridimensionato il mercato dei carrelli termici è legato alle nuove normative (97/68/EC) che impongono una riduzione delle emissioni nocive, di quelle sonore e delle vibrazioni, che ha portato ad una maggiore tassazione delle macchine più inquinanti e ad un aumento dei controlli. “I costruttori hanno affrontato il problema implementando sistemi attivi di riduzione delle emissioni e introducendo di soluzioni tecniche alternative alle tradizionali”, chiosa però Pampuri.

In generale quindi, è grazie alla nuova normativa, se entrambe le tipologie di carrelli elevatori (elettrici e termici) negli ultimi anni hanno compiuto enormi progressi tecnologici. Il loro concetto di utilizzo è diventato così sempre più indistinto: i carrelli elettrici stanno diventando sempre più potenti e importanti nell’utilizzo esterno, mentre i carrelli termici emettono sempre meno sostante inquinanti e hanno raggiunto una “qualità di guida” prossima ai carrelli elettrici.

“Mi permetto però di azzardare una previsione – aggiunge il manager -. Nei prossimi anni l’introduzione di norme sull’inquinamento ancora più restrittive comporterà sicuramente un ulteriore incremento della quota di veicoli elettrici rispetto ai termici. E i carrelli termici diverranno presumibilmente macchine sempre più dedicate a specifici utilizzi”.

Forum Internazionale dell’Edilizia in Legno 2015

case-in-legnoTutto pronto per il Forum Internazionale dell’Edilizia in Legno 2015, quest’anno alla sua quarta edizione. La manifestazione, in programma il 22 maggio 2015 a Ospedaletto di Pescantina (Verona), a Villa Quaranta, offre a costruttori, progettisti, ingegneri e architetti la possibilità di presentare le proprie esperienze e realizzazioni, con approfondimenti nel campo delle opere portanti e delle costruzioni in legno.

In Italia l’edilizia in legno guadagna ogni anno quote significative nel panorama delle costruzioni e, grazie a un consumo di travi lamellari di oltre 650.000 metri cubi, occupa una posizione di vertice in Europa.

Basato sull’esperienza dell’Holzbau-Forum di Garmisch (Germania), giunto alla sua 21° edizione, il Forum Internazionale dell’Edilizia in Legno 2015 vuole promuovere la costruzione in legno e offrire una piattaforma per creare una positiva tendenza verso questo materiale.

Programma Forum Internazionale dell’Edilizia in Legno 2015:

Venerdì 22 maggio 2015

08.30:Arrivo dei partecipanti e caffè di benvenuto

09.00: Saluto degli organizzatori – Hugo Karre, forum-holzbau, AT-Möllbrücke

09.05: Saluto degli Ordini e Collegi Professionali della Provincia di Verona – Presidente Arch. Giancarlo Franchini, Comitato Unitario Permanente degli Ordini e Collegi Professionali della Provincia di Verona (CUP), IT-Verona

Prospettive: economia e architettura in Italia – moderatore: Hugo Karre, forum-holzbau, AT-Möllbrücke

09.15: La situazione economico-congiunturale del settore delle costruzioni in Italia – Flavio Monosilio (ANCE – Associazione Nazionale Costruttori Edili, IT-Roma)

09.45: Dalla costruzione modulare al Swisswoodhouse – un impulso per una nuova Architettura in legno – Marco Ryter (Bauart Architekten und Planer AG, CH-Bern)

10.15: Coffee break

Attenzione alla qualità delle costruzioni in Legno! – Maurizio Piazza (Università di Trento, IT-Trento)

10.45: Il cantiere e la qualità della posa in opera: problemi e soluzioni – Günther Gantioler (Direttore Istituto di fisica edile TBZ di Bolzano, IT-Bolzano)

11.15: Acustica architettonica e insonorizzazione nelle costruzioni in legno – Christina Niederstätter (Istituto d‘Insonorizzazione, IT-Unterinn/Ritten) e Paolo Bertoni (Cluster Legno & Tecnica, IT-Bolzano)

11.55: Vibrazioni dei solai | La progettazione dei solai in legno nei confronti delle vibrazioni – Daniele Casagrande (Università di Trento, IT-Trento)

12.15: Dibattito

12.30: Pranzo negli spazi espositivi

Legno per vivere e studiare | ricercare | lavorare – moderatore: Roberto Tomasi, Università di Trento, IT-Trento (sessione realizzata con il sostegno di promo_legno)

13.45: Legno per vivere e studiare | Scuola dell’infanzia a Guastalla – Marco Dell’Agli (mario cucinella architecs, IT-Bologna)

14.15: Legno per vivere e ricercare | Tecnopolo di Reggio Emilia – Pierpaolo Casini (Sistem Costruzioni Srl, IT-Solignano (MO))

14.45: Legno per vivere e lavorare | Edifi cio amministrativo dell’azienda – Pubbliservizi di Lübeck (GER) – Gianluigi Traetta (MERK Timber | Züblin AG, DE-Aichach)

15.15: Dibattito

15.30: Coffee break

Il legno è meraviglioso: EXPO2015 – moderatore: Giuseppe Mosconi (CQ – Quality Builiding, IT-Verona)

16.00: Il padiglione della Cina: Tecnologie evolute per la costruzione in legno lamellare – Sandro Rossi, Stratex SpA, IT-Sutrio

16.30: L’Albero della Vita: una struttura di legno lamellare e di acciaio diventa il simbolo nazionale di EXPO – Giovanni Spatti (Wood Beton Spa, IT-Iseo (BS))

17.00: Cluster, Children Park, Slow Food: Velocità e qualità non si escludono a vicenda – Alessandro Lacedelli (Rubner Objektbau, IT-Brunico)

17.30: Dibattito

17.45: Conclusioni e Chiusura dei lavori – Emanuele Orsini, presidente Assolegno di FederlegnoArredo, Consigliere MADEexpo, IT-Milano

18.00: Rinfresco negli spazi espositivi

Prenotazione obbligatoria: www.forum-legno.com

Fassi Gru: ecco il segreto dei suoi primi 50 anni

Fassi Gru Euro Pipeline Equipment

Le gru della Fassi sono note nel mondo come le Ferrari delle macchine di elevazione. Anche perché, come le macchine di Maranello, sono rosse. Ma con una differenza, velocità a parte: il palcoscenico internazionale l’hanno conquistato senza partecipare ai Gran Premi di Formula 1, e in soli 50 anni: nel 1965 è stata prodotta la prima gru (ma l’azienda esisteva già) ed è allora che la Fassi ha individuato il suo cammino industriale. Un compleanno che è stato l’occasione, per Fassi Gru, di ripercorrere la strada che l’ha portata a conquistare un posto di primo piano, ma anche di annunciare che il traguardo è stato spostato più avanti: c’è ancora molta strada da fare. O, meglio, molti pesi da sollevare.

Fassi Gru Euro Pipeline Equipment
Fassi Gru Euro Pipeline Equipment

Ripercorrendo la sua storia in un incontro con la stampa, presso la sede di Albino (Bergamo), l’azienda ha sottolineato prima di tutto la bontà della sua ricetta industriale. Partendo da un concetto poco di moda, ma concreto: la costanza, parola che fa rima con coerenza. «I principi con cui mio padre ha dato vita nel 1965 alla sua avventura imprenditoriale nel mondo delle gru, sono ancora gli stessi con cui si regge l’impresa globale di oggi», ha spiegato Giovani Fassi. «Un’impresa che opera nel nuovo millennio con gli stessi valori delle nostre origini: la qualità, l’innovazione, la coerenza, la sicurezza, l’internazionalità. C’è tutta l’eccellenza di un marchio che ha trovato uno spazio preciso nel cuore di decine di migliaia di operatori in ogni parte del mondo».

Impianto Fassi Gru
Impianto Fassi Gru

Ma è necessario spiegare qual è stata la chiave del successo di Fassi Gru, colore rosso a parte: sono gli investimenti in ricerca e sviluppo che, come piace ricordare all’impresa di Albino, «sono base della filosofia costruttiva che guida l’azienda verso sfide sempre più impegnative, sviluppando soluzioni che sappiano anticipare le esigenze del mercato». Un esempio sono gli strumenti messi a disposizione della progettazione: i programmi di calcolo sviluppati in collaborazione con il Politecnico di Milano, i sistemi Cad di progettazione e simulazione molto evoluti come Catia, utilizzato anche dai principali marchi del settore automotive e del settore aerospaziale, oltre che da Fassi Gru, unica nel settore delle gru articolate. Dalla ricerca deriva la qualità del prodotto: l’elettronica e l’utilizzo di acciai cosiddetti alto e ultra-alto resistenziali che riescono a garantire performance molto elevate. Perché al cliente va fornito un mix di sicurezza e prestazioni.

Lavorazione alla Fassi Gru
Lavorazione alla Fassi Gru

Un’altra carta vincente è l’interfaccia uomo-macchina. Fassi Gru è stata tra i primi a sviluppare sistemi di controllo in remoto attraverso un radiocomando (ora anche da un semplice smartphone Android). Questo ha permesso all’operatore di lavorare in posizioni più sicure, con una migliore visibilità e limitando, in alcuni casi, il numero di persone impiegate. Infine, a vantaggio dei clienti c’è la capillare e professionale rete post-vendita, operativa in 60 Paesi nel mondo, pronta a intervenire se è necessario un supporto tecnico.

Il successo, però, non è la tappa conclusiva della corsa di Fassi. L’impresa vuole allargare l’ambito di attività, senza però perdere il focus industriale. Vanno letti in questo senso, quindi, gli accordi siglati di recente. L’ultimo è quello con la svedese Cranab insieme a Z-forest, uno dei maggiori fondi di investimento controllati dal governo svedese finalizzati alla crescita dell’industria nazionale. Fassi ha acquistato il 49% dell’azienda che ha sede a Vindeln, non lontano da Umeå, 700 chilometri a nord di Stoccolma. I tre impianti produttivi di Cranab, tutti nella stessa zona, sono dedicati alla progettazione e alla produzione di gru forestali. In Francia, invece, Fassi ha in precedenza acquistato una quota rilevante (circa il 20%) della francese Marrel, storica azienda di Andrézieux-Bouthéon (Lione), con 120 dipendenti, che produce allestimenti scarrabili e multibenne, pantografi per ribaltabili e cilindri idraulici. Per Fassi significa rimanere nel settore dell’allestimento dei veicoli industriali ampliando il proprio business. Per prepararsi a festeggiare i prossimi 50 anni.

Gru fornite alla Sicim
Gru fornite alla Sicim
Giovanni Fassi
Giovanni Fassi

C’è Casalgrande Padana nel padiglione cinese

Il padiglione cinese dell'Expo
Il padiglione cinese dell'Expo
Il padiglione cinese dell’Expo

Quello di Vanke (prima società immobiliare cinese e tra le principali al mondo) per la Repupplica popolare Cinese è stato il primo padiglione dell’Expo a essere ufficialmente consegnato, ai primi di marzo. Il traguardo è stato tagliato dopo 10 mesi di lavoro all’interno di un cantiere dove, accanto alla bandiera della Repubblica Popolare, sventola a buon diritto e con orgoglio quella italiana: grazie a Casalgrande Padana  un avveniristico involucro in grès porcellanato ha tradotto in fattibilità una figura architettonica tra le più complesse da realizzare dell’intero Expo. Il progetto, curato dallo studio di Daniel Libeskind, con allestimento degli interni di Ralph Appelbaum Associates, sorge in posizione strategica poco distante dal Lake Arena e da Palazzo Italia, imponendosi per la forte carica figurativa che, attraverso l’organica plasticità dell’involucro parametrico, richiama l’attenzione sulle questioni chiave proposte dal tema di Expo 2015 (Nutrire il pianeta), attraverso la rivisitazione di un tradizionale Shitang: la sala da pranzo comunitaria cinese.

Interno del padiglione cinese
Interno del padiglione cinese

Daniel Libeskind, esplorando i canoni dell’architettura parametrica, ha sviluppato una spettacolare figura organica che si estende su una superficie coperta di 578 metri quadrati, con uno sviluppo di circa 36 metri di lunghezza, 19 di larghezza e 12 di altezza. Il tutto articolato su 3 livelli interni (per un totale di 1000 mq), ai quali si aggiunge, alla sommit., una terrazza verde, con vista panoramica sull’intero sito Expo. L’involucro, di uno squillante colore rosso lacca e l’inconsueta morfologia della figura architettonica definiscono un oggetto che non passa sicuramente inosservato. Non a caso la vermiglia e frattale scocca del Padiglione Vanke, composta da circa 4.200 lastre di grès porcellanato rappresenta già una icona di riferimento per l’intero campus di Expo 2015. L’effetto è ottenuto grazie a un innovativo sistema di rivestimento in lastre ceramiche, nato dalla collaborazione tra Daniel Libeskind e Casalgrande Padana, sviluppato ad hoc per il Padiglione Vanke. Le lastre Fractile, disegnate dall’architetto secondo un’esclusiva matrice tridimensionale, sono state prodotte in grès porcellanato nel formato 60×120 cm e successivamente tagliate in sottomoduli da 60×60 cm. All’intradosso di ogni singolo elemento, cioè sulla superficie che non rimane a vista, è stata fissata una particolare flangia metallica dotata di elementi di regolazione. Grazie a questo dispositivo, le lastre sono state ancorate a secco a una sottostruttura, costituita da una serie di elementi tubolari che avvolgono l’intero involucro del padiglione. Lo speciale sistema di posa, messo a punto dalla azienda torinese Bodino Enigineering  e dalla Divisione Engineering di Casalgrande Padana , consente non solo di fissare le lastre, ma anche di orientarle singolarmente in funzione del progetto. Per enfatizzare la decostruzione delle tradizionali superfici di facciata ortogonali e complanari, si . operato attraverso la parziale e libera giustapposizione degli elementi ceramici, definendo una tipologia di rivestimento decisamente innovativa. L’originale disegno geometrico a bassorilievo delle lastre, enfatizzato da una finitura superficiale a velatura metallescente , fa sì che la materia ceramica si scomponga e ricomponga in molteplici riflessi capaci di dinamizzare l’involucro a ogni mutamento della luce naturale incidente.

Particolare dell'esterno
Particolare dell’esterno
Il padiglione cinese disegnato da Daniel Libeskind
Il padiglione cinese disegnato da Daniel Libeskind

A Milano l’architettura in tour con gli archistar

La Torre Velasca

Si sono aperte le iscrizioni per i tour di Milano in pullman che, da maggio a ottobre, toccheranno edifici e luoghi progettati e/o realizzati da alumni e docenti del Politecnico. Sono luoghi–simbolo della Milano Politecnica, non tutti sempre accessibili, ma che per l’occasione sveleranno aneddoti, curiosità e segreti progettuali grazie a guide d’eccezione: Alberico Barbiano di Belgiojoso, Stefano Boeri, Marco Biraghi, Roberto Dulio, Giovanni Tomaso Muzio, Federico Bucci e Fulvio Irace. Inaugura il ciclo Alberico Barbiano di Belgiojoso sabato 16 maggio con un tour di opere personali e del celebre Studio BBPR di cui è stato collaboratore e socio. La visita include ad esempio l’edificio per abitazione di Viale Caldara, la Torre Velasca, il sopralzo di edificio residenziale alla Crocetta, i Chiostri di Sant’Eustorgio, l’edificio per uffici in Piazza Meda. I tour, che partono tutti alle ore 10 e terminano intorno alle 13 sono gratuiti, prevedono brevi soste nei luoghi più significativi e sono pensati da architetti, progettisti, critici e storici dell’arte che li condurranno per offrire chiavi di lettura personali della Milano Politecnica.

La Torre Velasca
La Torre Velasca

Questo il programma dei tour:

1. Alberico Barbiano di Belgiojoso | sabato 16 maggio 2015 ore 10.00

Sala Capitolare di Santa Maria della Passione di Via Conservatorio e Riposizionamento delle Tavole del Bergognone; Edificio per abitazione di Viale Caldara; Palazzo Reale, Il Cortile della Soprintendenza, la Scala del Portaluppi con accesso al 1 Piano, all’ultimo piano con la Sala Conferenze e al terrazzo, la Sala delle Otto Colonne e lo Scalone; Torre Velasca [Studio BBPR] la Piazza e l’Atrio d’ingresso al Piano Terra; Sopralzo di Edificio Residenziale alla “Crocetta” in Largo della Crocetta; Chiostri di Sant’Eustorgio; Edificio per Uffici [Studio BBPR] in Piazza Meda.

2. Stefano Boeri | sabato 23 maggio 2015 ore 10.00

Palazzo/Torre Rasini [Gio Ponti] ai Bastioni di Porta Venezia, Casa Albergo [Luigi Moretti] di Via Corridoni, Torre Snia Viscosa [Alessandro Rimini] in Corso Giacomo Matteotti, Centro Svizzero [Giovanni Romano] in Via del Vecchio Politecnico, Torre al Parco [Ludovico Magistretti] di Via Revere, Torre Branca [Cesare Chiodi e Gio Ponti] di Viale Alemagna, Grattacielo Baselli [Piero Portaluppi] in Piazzale Biancamano, Torre Breda [Luigi Mattioni] di Via Vittor Pisani, Torre Galfa [Melchiorre Bega] di Via Gustavo Fara, Torre dei Servizi Tecnici Comunali [Renato Bazzoni] di Via Pirelli, Bosco Verticale [Stefano Boeri] di Via De Castilla-Via Confalonieri.

3. Marco Biraghi | sabato 13 giugno 2015 ore 10.00

Quartiere QT8 [Piero Bottoni] Viale de Gasperi-Piazza Stuparich, Quartiere Il Portello [Cino Zucchi] in Largo Marco Zanuso, Chiesa della Madonna dei Poveri [Luigi Figini e Gino Pollini] in Piazza Madonna dei Poveri, Complesso Monte Amiata [Aldo Rossi] di Via Falck.

4. Roberto Dulio | sabato 12 settembre 2015 ore 10.00

Planetario Ulrico Hoepli [Piero Portaluppi] in Corso Venezia, Villa Necchi Campiglio [Piero Portaluppi] in Via Mozart, Edificio per abitazioni [Aldo Andreani]         di Via Serbelloni, Villa Rasini e Palazzo Fidia [Aldo Andreani] in Via Luigi Melegari, Palazzo della società Buonarroti-Carpaccio-Giotto [Piero Portaluppi] di     Corso Venezia, Casa Berri Meregalli [Giulio Ulisse Arata] di Via Cappuccini, Palazzo Vittoria [Elio Frisia] in Piazza 5 Giornate.

5. Giovanni Tomaso Muzio | sabato 19 settembre 2015 ore 10.00

Università Cattolica [Giovanni Muzio], Monumento ai Caduti [Giovanni Muzio] in Largo Agostino Gemelli,  Case dei Giornalisti I e II [Giovanni Muzio] di Piazza Cavour, Cà Brutta [Giovanni Muzio] di Piazza Stati Uniti d’America, Angelicum [Giovanni Muzio]  in Piazza Sant’Angelo,  Torre Turati [Giovanni Muzio] di Piazza della Repubblica, Casa Malugani e Casa Bonaiti [Giovanni Muzio] in Piazza della Repubblica.

6. Federico Bucci | sabato 3 ottobre 2015 ore 10.00 [visita in lingua inglese]

Scuola di Architettura del Politecnico di Milano [Vittoriano Viganò] in Città Studi, Grattacielo Pirelli [Gio Ponti] in Piazza Duca D’Aosta, Cà Brutta [Giovanni Muzio] di Piazza Stati Uniti d’America, Palazzo Montecatini [Gio Ponti] in Via della Moscova, Palazzo Dell’Arte – Triennale [Giovanni Muzio] in Via Alemagna, Torre Branca [Cesare Chiodi e Gio Ponti] di Viale Alemagna, Casa Rustici [Giuseppe Terragni] in Corso Sempione, Palazzo INA [Piero Bottoni] in Corso Sempione.

7. Fulvio Irace | sabato 10 ottobre 2015 ore 10.00

Chiesa di san Francesco [Gio Ponti] in Via P. Giovio, Case tipiche di Via Letizia [Gio Ponti], Domus Adele [Gio Ponti] in Viale Coni Zugna, Casa Ponti [Gio Ponti] in Via Dezza.

Iscrizione gratuita su www.eventi.polimi.it

Il design e la mela trentina

Dopo il successo riscosso durante la Milano Design Week, che ha visto protagonisti i progetti della sezione speciale inaugurata quest’anno dal contest, sono stati selezionati i vincitori della divisione under 35 dell’edizione 2015. Sette progetti, più una menzione, saranno in mostra, da venerdì 29 a domenica 31 maggio, a Open Design Italia, una mostra mercato dedicata all’autoproduzione in cui l’attività creativa è direttamente collegata all’attività produttiva. La manifestazione, giunta quest’anno alla sua quinta replica, è rivolta a designer, stilisti, artisti, maker, artigiani e piccole imprese e si pone l’obiettivo di selezionare prodotti dall’alto valore narrativo che raccontano il saper fare e privilegiano la filiera corta, facendo emergere collaborazioni proprio tra designer, imprese e artigiani del territorio.melacolore_03

«La conclusione di A Designer A Day a Open Design Italia», spiega Simone Pilati, direttore generale del Consorzio la Trentina, «chiude un cerchio iniziato quattro anni fa con cui abbiamo voluto valorizzare nuove forme di creatività attraverso la promozione di giovani talentuosi che, come il nostro Consorzio, hanno saputo confrontarsi con il saper fare artigiano, acquisendone le tecniche e le capacità manuali. Un’iniziativa nata in Trentino che ritorna sul territorio forte di nuovi e importanti risultati, sottolinenado così il forte legame della nostra realtà con questa terra e con le istituzioni che la abitano». La mela nella sua totalità il tema di quest’anno: non solo quindi come prodotto finale da consumare, ma anche come rapporto con il territorio, elemento alla base di dinamiche e processi produttivi-distributivi tra tradizione e innovazione, scelta alimentare come espressione di uno stile di vita sostenibile. Nella scelta dei progetti selezionati è stato premiato l’utilizzo di materiali naturali, ma al tempo stesso anche la consapevolezza delle potenzialità offerte dalle nuove tecnologie produttive. Molti dei prodotti selezionati, insieme ai progetti della sezione speciale presentati durante il Fuorisalone, avranno inoltre quest’anno la grandissima opportunità di raggiungere veramente il mercato grazie al sostegno di importanti partner commerciali: la piattaforma on-line buru-buru.com e il Mart, museo di arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto.

 

Andil in Umbria per gli alloggi Ater di Spoleto

Il progetto per località San Sabino, Spoleto

Raggiungere un elevato efficientamento energetico in modo da garantire un cospicuo risparmio in bolletta agli inquilini degli alloggi. Obiettivo raggiunto da Ater Umbria, nella progettazione e realizzazione (la consegna è prevista per novembre 2015) di 18 alloggi a canone concordato nel comune di Spoleto, nella località San Sabino. Fondamentale è stata la collaborazione con Andil (Associazione Nazionale Industriali del Laterizio) siglata in un protocollo d’intesa, risalente al 2007, con il quale l’Azienda Territoriale per l’Edilizia Residenziale Pubblica dell’Umbria si impegnava a realizzare soluzioni sperimentali finalizzate al raggiungimento di un alto risparmio energetico tramite l’utilizzo del laterizio. Le modalità di progettazione e le nuove tecniche di realizzazione, sono state spiegate in loco da Ater Umbria, con il presidente, Alessandro Almadori, il direttore Luca Federici, i rappresentanti di Andil, Gianni Meneghini, presidente della macro sezione laterizi a vista. Andil ha da tempo intrapreso una collaborazione con l’Agenzia Casa Clima di Bolzano. Gli alloggi di San Sabino risultano dunque inseriti in Classe A di Casa Clima. L’utilizzo del laterizio consente di limitare la dispersione termica e sono antisismici. Oltre a questi Ater Umbria ha previsto tutti gli accorgimenti necessari come: l’isolamento delle pareti e ponti termici, coibentazioni perimetrali e tetti e vetri termici. Il risultato per il complesso spoletino è di essere all’avanguardia nella sostenibilità ambientale ed energetica. Complessivamente l’importo dell’intervento ammonta a 4 milioni e 200 mila euro.

Il progetto per località San Sabino, Spoleto
Il progetto per località San Sabino, Spoleto
La delegazione in visita a San Sabino
La delegazione in visita a San Sabino