Il consiglio direttivo di Confindustria Ceramica ha cooptato, secondo le norme di statuto, personalità di importanti realtà aziendali e rappresentanti di zone a rilevante produzione economica, oltreché ad eleggere, a scrutinio segreto, i quattro vice presidenti, il tesoriere e i presidenti delle Commissioni consultive dell’associazione per il biennio 2015-2016. Il Consiglio direttivo, su proposta del presidente Vittorio Borelli, ha approvato all’unanimità la cooptazione all’interno dell’organo collegiale di Enzo Donald Mularoni (presidente Ceramica Del Conca Spa) e di Emilio Mussini (presidente di Panariagroup Industrie Ceramiche Spa) quali rappresentanti di importanti realtà aziendali. Ha altresì approvato la nomina di Giovanni De Maio (Antiche Fornaci d’Agostino Spa) e di Alessandro Scopetti (Simas Spa) rispettivamente per il distretto della ceramica Vietrese (SA) e per il comprensorio di Civita Castellana (VT).
È polemica sulla nuova certificazione energetica
Tra le nuove norme che disciplinano l’Attestazione della prestazione energetica degli edifici (Ape) con procedura omogenea per tutto il territorio nazionale e un incremento delle classi energetiche da sette a dieci (A la migliore e G la peggiore), è passata quasi inosservata la notizia che con l’inizio di ottobre Enea aggiornerà il software Docet, messo a punto in collaborazione con il Cnr, per il calcolo delle prestazioni energetiche degli immobili. Si potrebbe pensare che le modifiche con il nuovo metodo di calcolo siano indispensabili, anche perché le nuove norme Uni l’avevano reso obsoleto. Quindi, ben venga la nuova versione. Peccato che, però, nasconda un trucco: il tool gratuito si potrà utilizzare solo se la superficie non supera i 200 metri quadrati. Insomma, più che di modifica si tratta di un limite che costringerà i professionisti ad acquistare un software specifico prodotto da una società informatica, e certificato dal comitato termotecnica italiano, se devono compilare un Ape su case esistenti di maggiori dimensioni. Le nuove norme tecniche siglate con Regioni e Governo recepiscono le direttive europee e tra queste c‘è anche quella che apre nuove opportunità di mercato per le software house. Chissà se riusciranno a essere pronte per ottobre, per fortuna sono previsti due anni per adeguarsi.
Ance Venezia, Cavallin confermato presidente
Ugo Cavallin resta presidente di Ance Venezia. L’Associazione provinciale dei costruttori edili ed affini, cui aderiscono più di 200 imprese del settore, lo ha rieletto per il triennio 2015-2017 al termine dell’Assemblea generale. «Rappresentiamo la parte sana di questo Paese, la volontà di fare impresa e di rischiare in proprio. Dietro di noi ci sono tanti dipendenti, tante famiglie, che quotidianamente investono le loro aspettative e le loro capacità nell’unico obiettivo di crescere e sentirsi orgogliosi di fare parte dell’impresa», ha commentato Cavallin. «La congiuntura è drammatica e mentre sento parlare di massimi sistemi e di politiche roboanti, vedo le nostre aziende che affrontano problemi quotidiani a cui con forza bisogna dare risposte. Mi riferisco in particolar modo ai tempi di pagamento della pubblica amministrazione, alle procedure burocratiche allucinanti a cui quotidianamente siamo sottoposti, al rapporto con gli istituti di credito che in questi anni ci hanno letteralmente tolto il fiato non concedendoci più credito, come se la crisi fosse colpa nostra e non responsabilità di operazioni finanziarie assolutamente poco trasparenti. È arrivato il momento di mettere al centro l’impresa come un valore e di serrare i ranghi promuovendo azioni a livello locale, regionale e nazionale rivolte alla tutela degli interessi delle nostre aziende».
Nel corso dell’Assemblea si è discusso delle azioni portate avanti da Ance Venezia nell’ultimo periodo, tra cui il protocollo d’intesa con il Comune di Venezia e la Soprintendenza alle Belle Arti per la pulitura delle facciate degli edifici da graffiti e scritte inguriose. «È una iniziativa per la quale abbiamo chiesto la collaborazione delle imprese associate, che hanno risposto in buon numero e di questo le ringraziamo. Confidiamo di avviare i primi cantieri subito dopo l’estate, mentre già ora il nostro ente di formazione ha avviato degli specifici corsi sulle tecniche di pulizie, così come previsto dal protocollo», ha aggiunto il presidente di Ance Venezia.
Come usare il riso per l’edilizia (si può fare)
Una risaia sul tetto? C’è poco da ridere: il riso è quello della bioarchitettura di novacivitas, studio che dal 2012 utilizza i sottoprodotti derivanti dalla lavorazione del riso (paglia e lolla) come elemento base per la costruzione di edifici completamente autonomi in completo equilibrio con i sistemi presenti in natura. La paglia di riso, per esempio, garantisce la perfetta traspirabilità dello spazio abitativo assicurando un ambiente di vita più sano. La lolla, invece, può costituire un’ottima alternativa all’utilizzo di materiali di origine petrolchimica come la plastica. Della tecnica di utilizzare gli scarti del riso nel settore edile e degli altri suoi impieghi si parlerà giovedì, a Milano. La serata è organizzata dalla Provincia di Vercelli e dalla Strada del Riso vercellese di Qualità, in collaborazione con novacivitas e Cittadellarte-Fondazione Pistoletto. Ovviamente l’incontro si svolgerà su un tetto, quello del Superstudio più.
Ad accompagnare la serata anche la musica dei →Pia-no-jaC←, eclettico duo giapponese dal sound sperimentale e del tutto inedito, impegnato nell’Euro Summer Tour 2015.
Ti racconto: la Risaia sul Tetto
Il riso da Vercelli a Tokyo… Passando per Milano
9 luglio dalle 18:30
roof del Superstudio Più
via Tortona 27, Milano
Dagli Usa le super batterie per accumulare l’energia verde
Il sole può battere forte su un tetto, ma se non c’è modo per immagazzinare l’energia prodotta fino al picco della domanda, ossia la sera, il sistema non è certo efficace. Come dire che sebbene gli ostacoli a un’economia energetica verde siano in parte politici, la vera sfida è tecnologica: finché gli accumulatori non disporranno di delle potenti e poco costose per accumulare e distribuire l’energia prodotta dai pannelli fotovoltaici c’è poco da illudersi. E mentre Eslo Musk, ceo di Tesla ha annunciato al mondo Powerwall, batteria domestica che dovrebbe essere in grado di risolvere tutto ciò, i ricercatori dell’Mit eM24 un’azienda di Cambridge, nel Massachusetts, hanno reinventato le batterie al litio per cambiare prospettiva: con i costi di produzione tagliati della metà e l’aumento della durata si aprono enormi opportunità per le energie rinnovabili.
Rivoluzione americana
Il processo messo a punto da Yet-Ming Chiang, professore all’Mit (Massachusetts Institute of Technology) e co-fondatore di 24M, utilizza un numero di elettrodo minore e più spessi rispetto a quelli delle batterie al litio tradizionali, e riduce la quantità di materiale non funzionale nella struttura della batteria del 80%. Non solo: possono essere piegate o perforate proiettili e continuare a funzionare: almeno 10 mila prototipi sono stati prodotti nello stabilimento 24M e sono in prova dai clienti dal dicembre 2014. Nelle stime di Chiang, poiché il capitale necessario per la costruzione di una fabbrica e l’espansione produttiva è significativamente inferiore a quella delle batterie al litio tradizionali, entro il 2020 saranno in grado di produrre batterie a meno di 100 dollari per kilowatt-ora, molto meno del costo attuale sul mercato. Gli esperti assicurano che se ciò avverrà, avrà la stessa portata di innovazione delle mini acciaierie sui grandi impianti integrati: piccole, più economiche, meno complesse e più efficienti.
PortoPiccolo con grande risparmio di energia
Come trasformare una ex cava di calcare in un borgo di lusso di classe energetica A. La riqualificazione ambientale è quella della ex-cava di calcare di Sistiana, costato 245 milioni di euro e durato circa 20 anni. PortoPiccolo (vicino a Trieste) è stato così ribattezzato la Piccola Montecarlo del Nord-est. È una mini città autosufficiente, destinata a richiamare oltre 2mila visitatori al giorno, per un totale di 900mila persone l’anno. All’interno si trovano 460 unità abitative, spiagge pubbliche e private, aree verdi, bar e ristoranti, botteghe d’eccellenza, hotel a 5 stelle, 124 posti barca e una spa di ampia superficie.
L’intero borgo è in classe di efficienza energetica A, al cui raggiungimento ha contribuito il sistema di climatizzazione oceanotermico, dotato di oltre 600 unità di climatizzazione Clivet. La soluzione impiantistica di PortoPiccolo si basa sulla tecnologia dell’anello d’acqua, che utilizza come sorgente di scambio l’acqua di mare. L’impianto ha, inoltre, la predisposizione per lo sfruttamento dell’acqua di falda, che fuoriesce dalla frantumazione calcarea costituente il piano della cava e continua poi sul fondo marino. Questa risorsa rinnovabile e stabile nel tempo fornisce acqua a temperatura sempre favorevole all’anello tecnico, il quale serve tutta la baia con le 18 centrali termiche e frigorifere in essa dislocate, dotate di pompe di calore monoblocco acqua-acqua reversibili ad alta efficienza Clivet.
Le pompe di calore Clivet producono l’acqua calda e refrigerata, nonché l’acqua calda sanitaria per le diverse utenze: dall’hotel, alla spa, alle unità abitative, alle aree commerciali. Forniscono l’energia solo dove e quando serve secondo il principio della decentralizzazione e modulano il proprio funzionamento in relazione alle puntuali richieste di comfort e alle condizioni esterne, sfruttando nelle stagioni intermedie anche la funzionalità del freecooling.
La distribuzione del fluido caldo o freddo all’interno dei diversi edifici avviene attraverso pavimenti radianti, fan coil Clivet ad alta efficienza e massima silenziosità, scaldasalviette.
Tutte le pompe di calore sono alimentate esclusivamente da energia elettrica, così come i fornelli ad induzione, eliminando completamente l’uso del gas o del gasolio. Nel borgo sono presenti inoltre 200 metri quadri di pannelli solari, posizionati sui tetti degli edifici in stile moderno, che contribuiscono al riscaldamento ad alta efficienza dell’acqua calda sanitaria.
«Tutte le case del borgo sono in Classe A e dotate di impianti geotermici per il riscaldamento e il raffrescamento, isolamento termo-acustico ai massimi livelli esistenti, ventilazione meccanica controllata, serramenti basso emissivi, tetti verdi, giardini pensili e parcheggi interrati. L’alta tecnologia è qui applicata al massimo comfort con il minimo impatto, tanto che PortoPiccolo ha ricevuto un importante attestato dal Ministero dell’Ambiente che ne certifica le bassissime emissioni in termini di sostanze inquinanti nell’aria e nell’acqua», spiega Stefano Longhi, di Sgm Consulting. La società ha curato la progettazione dell’impianto: i risparmi previsti, basati sulle analisi energetiche fatte e sull’elevata efficienza degli impianti installati, sono compresi tra il 30 e il 40% rispetto a un impianto tradizionale. Tali previsioni saranno oggetto di puntuale verifica nel corso delle prossime stagioni grazie ad un sistema di supervisione e contabilizzazione che fornirà i parametri energetici consuntivi.
In Italia le case costano il doppio che in Germania
I prezzi degli immobili in Italia sono il doppio di quelli della Germania, se raffrontati con la capacità di acquisto delle famiglie. Secondo lo studio Property Index di Deloitte, che analizza lo stato del mercato residenziale in Europa e ed evidenzia le differenze tra i vari Paesi, agli italiani occorrono in media 6,8 anni di stipendio lordo per acquistare una casa di dimensioni medie, ossia circa 70 metri quadri. Più dei 3,2 stipendi lordi annui necessari in Belgio, primo della cinquina dei più convenienti, e seguito Germania (3,4), Danimarca, Paesi Bassi e Spagna.
Consoliamoci, però: è molto meno dei 10 del Regno Unito e dei 12 di Israele. Non è dato di sapere se nella media inglese incidano anche i prezzi di Londra che si attesta come la città più cara del continente con una media di 14 mila euro al metro quadro, ma anche a livello nazionale risulta la più costosa con 4.929 euro, poi c’è Israele con 4.716 euro, la Francia con 3.932 euro, anche se Parigi i prezzi medi degli appartamenti nelle zone centrali hanno raggiunto la media di oltre 10 mila euro, poco più di 3 mila euro in Svezia e 2500 in Irlanda che però è la nazione che subito gli incrementi maggiori rispetto 2013 con un +31,5%. Che sia dovuto a un piccolo, ma positivo effetto della graduale ripresa economica sul mercato immobiliare?
Gli analisti lo confermano, soprattutto per il settore residenziale, perché i prezzi nel 2014 sono stati in crescita in 12 paesi contro i 5 nel 2013, anche se un timido ottimismo non è per tutti: per esempio in Italia il prezzo unitario medio di vendita per le abitazioni nuove è di circa 2.500 euro al metro quadro, in calo del 4% rispetto al 2013. Un dato negativo che si registra pure nello stock housing: se la media europea è di 452 unità ogni mille abitanti, in lieve calo rispetto all’anno precedente, nel nostro Paese è il 28% superiore al dato continentale, mentre la Spagna con 549 unità per mille abitanti è al 15% sopra la media europea, l’Irlanda, invece è in fondo alla classifica con 342 abitazioni ogni mille abitanti, in pratica sotto del 25%.
Il capannone più verde è giapponese (ed è stato premiato in Italia)
La premiazione è stata fissata per il 9 luglio, ma i vincitori del Premio Internazionale Architettura Sostenibile, promosso dall’Università degli Studi di Ferrara e da Fassa Bortolo, si conoscono già. Tra gli oltre 130 studi di architettura di diversi paesi come Stati Uniti, Brasile, Cile, Corea del Sud, Singapore, Scozia, Repubblica Ceca, iscritti all’edizione 2015, l’undicesima, la medaglia d’oro è stata assegnata allo studio giapponese Suppose Design Office Co per il progetto Onomichi U2.
A dispetto del nome, che ricorda un po’ una band musicale, la motivazione del premio agli architetti Makoto Tanijiri e Ai Yoshida, per la rigenerazione di un capannone industriale, sta nell’aver re-interpretato una tipologia di spazio molto comune nel territorio, declinandolo sui bisogni del tessuto circostante con un utilizzo del suolo molto circoscritto e l’aumento degli spazi verdi. In pratica, un magazzino del 1943 nella cittadina di Onomichi a 45 miglia da Hiroshima e affacciato sul mare interno, è diventato un hotel per ciclisti che possono sostare con il loro mezzo in un’area dove la aree di carico e scarico sono state trasformate in spazi verdi e gli interno sono un prolungamento degli esterni e viceversa. Per la giuria, composta dal presidente Thomas Herzog, uno dei pionieri dell’architettura bioclimatica, e dagli architetti Muck Petzet di Monaco di Baviera, Philippe Samyn di Bruxelles, Luca Emanueli e Gianluca Frediani del dipartimento di Architettura dell’Università di Ferrara, si tratta di esempio dell’evoluzione del termine sostenibilità come capacità di integrarsi nel contesto, fornendo risposte alle necessità di vita dei fruitori. Insomma, un’idea di architettura che nasce dalla piena conoscenza dei luoghi e del loro funzionamento, nel rispetto della cultura locale.
Due medaglie d’argento ex aequo
Gli altri due progetti premiati sono: la scuola secondaria nel villaggio di Roongin in Cambogia realizzato da Asf (Architetti Senza Frontiere, Italia Onlus), costruita secondo le tecniche e i materiali locali, e di architettura sostenibile, per esempio il calcolo dei flussi e dei movimenti dell’aria e del sole per il corretto soleggiamento e ombreggiamento delle aule nelle ore più calde; la Casa Dcs, riqualificazione di un antico edificio in Ragusa, opera di Giuseppe Gurrieri e Valentina Giampiccolo, che l’hanno trasformato in una palazzina residenziale pienamente auto-sufficiente ed eco-sostenibile, sfruttando le conoscenze vernacolari dell’architettura locale.
In Piemonte c’è aria di ripresa per le costruzioni
Dove va la filiera delle costruzioni? La crisi ha aperto nuove prospettive, non sempre positive. Eppure le costruzioni potrebbero essere il motore per il rilancio economico dell’Italia. E, ovviamente, anche di realtà più circoscritte, come il Piemonte. Su questo tema Rete Imprese Italia ha organizzato a Torino un convegno, con l’obiettivo di ottenere non solo la registrazione di un elenco di desiderata e riflessioni, ma anche l’analisi di trend e una radiografia del settore edile a sette anni dall’inizio della crisi. Ha contribuito a rendere misurabili passato, presente e futuro una ricerca commissionata al Cresme e presentata dal direttore, Lorenzo Bellicini. A contorno, gli interventi del presidente pro tempore di Rete Imprese Italia-Piemonte, Franco Cudia, i vertici regionali di Confartigianato, Cna, Casartigiani, Confcommercio e Confesercenti, ognuno con idee e proposte per rivitalizzare il settore.
Le idee in campo
«Il nostro approccio per dare opportunità all’insieme della filiera delle costruzioni si basa su un’idea di non consumo del suolo, ma anzi di recupero e riqualificazione del patrimonio esistente, con una chiare anche di rigenerazione urbana e attrattività dei luoghi», ha spiegato Andrea Talaia (Cna). «È importante intervenire sul patrimonio residenziale pubblico ad uso privato. Nella sola provincia di Torino questa realtà è di oltre 37mila alloggi in condominio che necessitano di interventi di efficientamento energetico», ha sottolineato Giuseppina Desantis, assessore regionale alle Attività produttive e Innovazione. E per Ferruccio Dardanello, presidente di UnionCamere Piemonte, bisogna «costruire politiche di mantenimento e valorizzazione, dirette a recuperare ed esaltare quei caratteri di ricchezza che caratterizzano la storia, cultura e la tradizione delle nostre città, potenziandone l’attrattività dei centri urbani, con particolare riferimento ai centri storici. Chiediamo pertanto che vengano sostenute e sviluppate politiche di rilancio delle città basate su processi di riqualificazione urbana e rivitalizzazione economica, a partire dal rafforzamento delle proposte turistiche e da un riequilibrio della competizione nei confronti dei cosiddetti luoghi del commercio extraurbano».
Le previsioni del Cresme
Ma qual è la situazione e quali sono le prospettive? I numeri del Cresme sono stati chiari: «Nel 2006 il peso del settore era pari 26% del valore aggiunto della regione, nel 2014 questo peso è sceso al 15,9%», ha spiegato Bellicini. «Tra il 2004 e il 2014 il settore delle costruzione in Piemonte ha registrato una flessione del valore della produzione a prezzi deflazionati, pari al 35,8% nel complesso, ma la flessione è stata del 54,7% nelle nuove costruzioni e del 18,4% nell’attività di rinnovo». La crisi, però, sembra avere toccato il punto più basso e la svolta è percepibile: «Arrivano importanti segnali di ripresa: i tentativi di allentamento della asprissima crisi che ha colpito il mercato immobiliare residenziale regionale, che avevano iniziato a farsi sentire nel 2013, sono stati confermati dalla dinamica più recente. E se i dati a consuntivo per il 2013 indicavano solo un sensibile rallentamento del trend recessivo, quantificato da un tasso negativo che passava dal -26% del 2012 al -9% nel 2013, quelli relativi al 2014 disegnano una inversione della dinamica negativa: in Piemonte lo scorso anno le compravendite residenziali sono cresciute del +2,8%», ha spiegato Bellicini. Infine, le previsioni: le stime del Cresme sul mercato delle costruzioni piemontese sono positive e danno una crescita degli investimenti nel 2015 del 3,5%. «È il primo dato positivo dal 2008 e, come abbiamo visto, si riparte, nel complesso, dalla contrazione di un terzo del mercato tra 2008 e 2014 e del 55% per le nuove costruzioni. Il tasso di crescita è però ben superiore a quello della media nazionale (+0,3%)», ha concluso Bellicini.
La casa verde di Armani sorgerà a Pechino

Armani/Casa Interior Design Studio porterà un assaggio di gusto italiano a Pechino, nel complesso residenziale Smart Hero-Central Park Plaza, progettato dall’architetto Ma Yansong, e definito dal Ministro della Cultura cinese uno dei dieci edifici contemporanei più rappresentativi della Cina. Il compito della divisione di arredamento del gruppo Armani sarà quello di disegnare gli spazi comuni, i servizi e un buon numero di appartamenti di lusso. «Sono molto felice di collaborare allo sviluppo di questo complesso di Pechino, una delle città più affascinanti del mondo», ha affermato pubblicamente Giorgio Armani. «Il concetto cinese di unione tra natura e uomo si adatta perfettamente l’estetica di Armani/Casa, che aspira sempre a creare un senso di armonia all’interno degli spazi interni nel rispetto delle loro contesto naturale. L’idea di abbinare un’estetica creata dall’uomo a materiali e forme naturali rappresenta per me il massimo del lusso contemporaneo».
Certo, le due torri asimmetriche, concepite da Ma Yansong come due montagne che si ergono verso il cielo grazie agli evidenti richiami a cime, pendii e crinali, le cui forme sembrano erose dal vento, si inseriscono perfettamente nel contesto del vicino parco urbano Chaoyang Park, il più grande del continente asiatico. Insomma, sono già un esempio di integrazione con l’ambiente, il problema è semmai il forte inquinamento della capitale cinese che certo non risparmia il Central Business District dove si trova il complesso: come affrontarlo con tutte quelle terrazze e spazi aperti? Con un sofisticato sistema di ventilazione e di filtraggio che aspira l’aria all’interno. In fondo anche questa è unione tra natura e uomo.
Isolmant FibroGommaPlus: anticalpestio per massetti a basso spessore
Tecnasfalti-Isolmant presenta il nuovo Isolmant FibroGommaPlus, materassino per massetti a basso spessore ideale per l’isolamento acustico da calpestio.
Adatto sia alle nuove costruzioni che nelle ristrutturazioni, Isolmant FibroGommaPlus si propone come soluzione innovativa per un elevato isolamento acustico di divisori orizzontali e strutture leggere, come per esempio i solai in legno, con massetti di spessore ridotto (4-5 cm), sia monostrato che bistrato.
Il materassino, di 8 mm di spessore, è composto da Isolmant 3 mm accoppiato sul lato inferiore a Fibtec XF1-EL (fibra tecnica agugliata ed elasticizzata ad alte prestazioni) e sul lato superiore a Isolmant TeloGomma EPDM da 0,7 mm, a sua volta rivestito da un velo di TNT che lo protegge dalla lacerazioni.
FibroGommaPlus ha un valore di isolamento al calpestio di ΔLw=34 dB (con massetto 100 kg/m2), un basso valore di rigidità dinamica (pari a 10MN/m³) e si in classe CP2 per il valore di comprimibilità.
Questo prodotto è già stato utilizzato in due importanti cantieri, entrambi nella città di Firenze: il primo presso l’Università Ecclesiastica di Via dell’Orto (curato dall’Impresa Polistrade), mentre il secondo è in un complesso residenziale.
Strip out a Milano con Bernardelli Group
Solo due mesi sono serviti a Edilquattro Bernardelli Group per portare a termine l’intervento di strip out e decommisioning di un edificio precedentemente occupato dalla Regione Lombardia, adiacente al nuovo Palazzo della Regione, nel centro di Milano.
L’azienda bresciana che da anni opera nel settore dell’edilizia ha realizzato un minuzioso lavoro di rimozione selettiva e smontaggio di tutto ciò che costituisce l’involucro interno dell’edificio, compresi gli elementi d’arredo, controsoffitti, pavimenti flottanti, tessili e resilienti, rivestimenti in cartongesso, impiantistica.
L’intervento richiede un’attenta progettazione a priori, personale esperto e prevede anche il pick out di tutti gli elementi rimossi, in modo da non generare commistione tra i materiali, oltre che la precisa valutazione del volume dei rifiuti e il conseguente smaltimento.
I tredici piani dell’edificio, che ospitava alcuni degli uffici tecnici della Regione Lombardia, sono stati internamente smantellati partendo dalla copertura fino al piano terra. Lo stabile verrà riconvertito a uso direzionale secondo il progetto di Lombardini 22 che ha studiato, oltre a una nuova distribuzione interna, anche una nuova facciata.
L’edificio sarà inoltre certificato LEED, quindi anche la fase di decommissioning è subordinata a un preciso protocollo procedurale per il conseguimento del punteggio finale di attestazione.
Dubai, gli uffici del museo del futuro stampato in 3D
Dopo l’edificio più alto al mondo che svetta sullo skyline di Dubai, gli Emirati Arabi Uniti, che evidentemente amano primeggiare quando si tratta di architettura ed edilizia d’avanguardia, alzano l’asticella e annunciano la costruzione del primo edificio per uffici realizzato con elementi esclusivamente stampati in 3D. Il progetto è frutto di una joint venture tra WinSun Global, una società di tecnologia cinese, specializzata in stampa 3D, il governo di Dubai e investitori internazionali che hanno coinvolto l’azienda di ingegneria Gensler, e gli architetti Thornton Thomasetti, e Syska Hennessy. A loro il delicato compito di scrivere una pagina di storia dell’architettura. Infatti, sebbene non abbia niente a che fare con il gigantismo tipico delle nuove costruzioni di quelle latitudini, poiché si tratta di una struttura di 186 metri quadrati, avrà invece una valenza enorme per lo sviluppo della tecnologia 3D applicata all’edilizia. Perché non solo permetterà di abbattere costi e sprechi di materiale, ma il tutto avverrà in poche settimane: nel cantiere, che tra l’altro sorge vicino al Museo del Futuro appena inaugurato, verrà installata una stampante alta 6 metri che produrrà uno strato alla volta per essere assemblato in loco, dalle componenti strutturali, agli infissi ai mobili sarà tutto in 3D. Usare una tecnologia così nuova e immatura potrà apparire azzardato ma lo scopo è quello di accelerare i tempi di costruzione e ridurre i costi di produzione fino al 50 al 70% , e del lavoro del 50 al 80%. Senza contare che, di cono gli esperti, si potrebbero eliminare fino al 60% di rifiuti, rendendo la stampa 3D un’ alternativa ecologica ai metodi costruttivi tradizionali. Ancora non è stata fissata una data di avvio dei lavori, ma poiché l’intero processo si dovrebbe completare in 15 giorni, l’attesa per la sede operativa del Museo del Futuro, destinazione d’uso più che mai azzeccata, non dovrebbe essere lunga.
Per la sicurezza in casa la spesa è aumentata del 5%
Gli italiani non badano a spese per la sicurezza della propria casa. L’industria italiana delle tecnologie per la sicurezza ha fatto registrare un incremento del fatturato aggregato del 5%, espressione di un giro di affari complessivo di quasi 2 miliardi di euro. Si tratta di un risultato che deriva in primo luogo dal driver primario di sviluppo del settore, ovvero la presenza di un’offerta poliedrica e attenta alle nuove esigenze espresse dagli utenti. I picchi positivi fatti registrare da particolari settori (Videosorveglianza +10%; Antintrusione +7%; Rivelazione incendio +2%) sono quindi innanzitutto il frutto di una risposta alle richieste di mercati finali di sbocco quali la Pubblica amministrazione, il segmento Retail e quello Industrial. Numeri che sono stati commentati durante l’assemblea generale di Anie Sicurezza, l’associazione che all’interno della Federazione rappresenta le imprese attive nei comparti dell’antintrusione, del controllo accessi, della videosorveglianza, della rivelazione automatica incendio e della building automation. L’evento è stato occasione per tracciare il bilancio di un anno, il 2014, positivo sia per quanto riguarda i risultati economici di comparto registrati per le molteplici attività che hanno coinvolto gli associati. Altro punto d forza per le aziende del settore è l’export: in netta ripresa rispetto agli scorsi anni quello che si rivolge ad alcune aree principali, come i Balcani, il Nord Africa, l’Africa Subsahariana e il Medio Oriente.
Anfit: la beffa dell’Iva per i produttori di finestre
In Italia è possibile importare in maniera perfettamente legale prodotti da costruzione, come le finestre, provenienti da paesi dell’Unione Europea senza pagare l’Iva. La denuncia pubblica era apparsa a inizio di giugno sulla newsletter di Finco, la Federazione delle Associazioni delle Industrie per le costruzioni, di cui Anfit (Associazione nazionale per la Tutela della Finestra Made in Italy ) è socia. Se, per esempio, un’azienda polacca vende a un’azienda Italiana il lotto dei prodotti da costruzione senza l’aggravio dell’Iva, a sua volta l’azienda italiana si autofattura l’imposta dell’Iva ed entro il mese utilizza lo strumento del reverse charge fra Stati per annullare l’imposta. Il paradosso è causato da una normativa comunitaria che risale del 1993, pensata allora come norma transitoria, ma che è rimasta tuttora in vigore. A causa dell’allargamento dell’Unione a Paesi fortemente competitivi per costo di manodopera e di energia e tassazione, oggi quello strumento si sta rivelando punitivo per le aziende italiane della filiera delle costruzioni. Penalizzate due volte: dai prezzi fortemente competitivi dei prodotti dell’Est e dall’assenza di IVA nelle fatture dei produttori est europei. Un vantaggio che può raggiungere il 22%.
La denuncia di Finco, che ha raccolto le preoccupazioni dei soci di Anfit, si è trasformata qualche giorno dopo in una interpellanza al ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan, con il plauso della presidente di Anfit, Laura Michelini.
Direttori di cantiere e ingeneri: le retribuzioni 2015
Ingegneri cercansi. Soprattutto se specializzati in attività come Oil&Gas, automotive e impiantistica. Hays Italia, una delle aziende leader nel recruitment, ha pubblicato una Salary Guide, indagine condotta su oltre mille professionisti e 270 aziende. Risultato: il mercato Engineering si presenta dinamico e attivo, con +20% nell’impiego di nuovi professionisti. Tra le figure più ricercate sono project manager, project engineering e discipline leader, ma anche il lean manager. Meno richieste, invece, nei settori energy, aerospace e il chimico. Qual è il profilo più richiesto? Le caratteristiche sono un forte know-how tecnico, disponibilità a progetti all’estero, tre lingue (imprescindibile l’inglese), e che abbiano alle spalle un eccellente percorso accademico in ingegneria. La retribuzione: nell’automotive i salari più elevati, soprattutto per figure come il direttore acquisti (90mila euro) o il plant manager (80mila). Più modeste, invece, le buste paga dei progettisti meccanici o dei project engineer, a un massimo di 55mila euro. Differenze sostanziali nei livelli salariali emergono, invece, a livello di macro aree: al Nord, grazie a una maggiore concorrenza e una presenza più capillare, le aziende elargiscono retribuzioni più alte rispetto al Centro e al Sud. Discorso più approfonditoper il settore Supply Chain, che dopo una forte flessione vede ora un trend positivo. Tra i profili più ricercati c’è anche quello di project manager per commesse estere in area construction, il property manager e il valuer in quello Real Estate. Anche in questo caso i pacchetti salariali dipendono dall’esperienza e dalle competenze dei professionisti: tra i più pagati i direttori di cantiere (70mila euro); tra le meno retribuite, invece, le figure di supporto e staff come gli addetti ai back office, i site manager e i broker.