Silenziose e semplici da usare, le stufe a pelletdi ultima generazione di Caminetti Montegrappa offrono una soluzione alternativa per il riscaldamento degli ambienti.
Diversi i modelli disponibili, da quelli con forme morbide e arrotondate, adatti per ambienti come i salotti, a quelli dalle linee più decise, per un look più ricercato. Come il modello Ronde, caratterizzato dalla forma cilindrica e dal rivestimento in acciaio verniciato, nella variante in rosso, grigio metallizzato e nero.
Con più di 40 anni di esperienza, Caminetti Montegrappa offre numerose soluzioni di riscaldamento a combustibile rinnovabile (pellet e legno), con un occhio attento al risparmio energetico e all’efficienza. Ogni stufa prodotta dall’azienda viene sottoposta ai controlli qualità da parte di enti autonomi che la valutano in base alle più severe norme europee per garantire un elevato rendimento e minime emissioni.
Le stufe Caminetti Montegrappa oltre a riscaldare ed arredare, offre anche un plus sul fronte della silenziosità. L’acustica degli apparecchi in funzione è stata migliorata ancora negli ultimi anni, grazie ad una collaborazione con la Facoltà di Ingegneria dell’Università di Padova.
Si avvicina la riforma degli appalti: secondo quanto anticipato alla commissione Ambiente della Camera dal ministro delle Infrastrutture, Graziano Delrio, «lunedì o martedì presenteremo il nostro emendamento in commissione alla Camera e comincerà la discussione». Ed ecco il contenuto della riforma: «Il Governo propone una semplificazione ulteriore per adeguarsi all’Europa, una legislazione leggera, soft law, che semplifichi al massimo. Si tratta di un ulteriore passo avanti rispetto al già ottimo lavoro fatto al Senato». Come già anticipato nei giorni scorsi, Delrio ha anche precisatoche il nuovo testo è frutto della collaborazione del ministero con l’Anac. Il titolare delle Infrastrutture ha anche aggiunto di sperare che la legge passi entro lanno: «Spero di sì, speriamo di fare un regalo al mondo dei lavori pubblici italiano». Secondo le direttive europee, le nuove norme sono da recepire entro metà aprile 2016.
JCB 3CX Compact è il nuovo modello di terna, adatta in particolare per interventi di riparazione e rifacimento del manto stradale, lavori di preparazione del terreno, lavori per l’erogazione di pubblici servizi e in generale interventi in aree urbane.
La nuova versione della macchina JCB ha dimensioni ancora più compatte – 1,9 metri di larghezza e 2,74 metri di altezza -, risultando più maneggevole anche per i siti di lavoro più ristretti e aree urbane congestionate. Alla facilità d’uso, la terna 3CX unisce la potenza di scavo e la possibilità di utilizzare un’ampia gamma di attrezzature idrauliche e attrezzi manuali, garantendo maggiore versatilità. La macchina può essere inoltre ordinata con un attacco idraulico Quickhitch in dotazione, che consente una sostituzione rapida delle attrezzature.
La macchina è intuitiva e facile da usare, offre una notevole mobilità e manovrabilità e, grazie alla sinergia tra leve servoassistite e una portata di circuito aumentata del 19%, pari a 100 litri/min, la terna 3CX Compact offre agli operatori elevata controllabilità. L’altezza di carico è pari a 2,98 metri, mentre lo sbraccio massimo in avanti con altezza completa è pari a 1,11 metri, semplificano il carico dei veicoli su strada e altre soluzioni di trasporto con paratie alte.
Il modello 3CX Compact di JCB è alimentato da un motore Diesel ad alta efficienza by Kohler. La trasmissione idrostatica elimina la necessità di utilizzare un comando innesto marce o una frizione, garantendo la massima facilità d’uso, e una velocità il 17% maggiore rispetto al modello precedente (max di 40 km/h). Inoltre la trasmissione è dotata di una modalità di marcia lenta, che consente di muoversi con un regime motore elevato in modo da supportare l’azionamento di attrezzature ad alta portata, ad esempio livellatrici stradali, con velocità di trasferimento di soli 3,5 km/h.
Le ruote di uguali dimensioni, sono tutte motrici. La macchina offre inoltre la possibilità di selezionare due o quattro ruote sterzanti. Il raggio di sterzatura pari a 5,8 metri, con freno nella parte esterna delle ruote, e 6,7 metri senza freno, permette alla 3CX di essere facilmente manovrabile.
Per un lavoro più agevole, il modello JCB 3CX Compact monta di serie comandi ergonomici, un sedile ammortizzato. La cabina è confortevole e spaziosa, e offre numerosi vani portaoggetti e pulsanti accessibili, un sistema di riscaldamento di serie nella cabina (l’aria condizionata è disponibile su richiesta). L’ampio parabrezza in vetro laminato, i vetri temprati e il lunotto con protezione antiurto migliorano la sicurezza e i pannelli piatti di vetro consentono una semplice sostituzione. Due luci di lavoro alogene anteriori e quattro posteriori offrono la massima visibilità in cantiere, mentre i proiettori LED opzionali con luci montate su braccio consentono una visibilità a 360 gradi durante il lavoro notturno.
Anche JCB 3CX Compact è dotato del sistema di monitoraggio telematico JCB LiveLink di serie che consente di monitorare le prestazioni e lo stato operativo della flotta in remoto, ricevendo avvisi in caso di problemi legati alla manutenzione o al funzionamento.
Idrogeno fonte di energia per case e luoghi pubblici? Forse, anzi è probabile, stando ai risultati della prima fase del progetto scientifico europeo Eden (High Energy Density Mg-based Metal Hydrides Storage System). Avviato nel 2012 con l’obiettivo di riuscire a immagazzinare l’elemento chimico in un materiale allo stato solido, il programma ha sviluppato una tecnologia a base di magnesio, in grado di catturare e trattenere gli atomi di gas sulla propria superficie. Funziona così: una pila a combustibile, alimentabile da fonti rinnovabili come il sole e il vento, permette la produzione d’idrogeno dall’acqua, che confluisce in un serbatoio contenente il magnesio, mentre altri componenti ne consentono il rilascio a seconda delle esigenze.
Il sistema Eden
In pratica, in un contenitore dal volume di pochi litri si può stoccare l’energia necessaria a un’abitazione per 24 ore, sia dal punto di vista elettrico che termico, e renderla disponibile a seconda delle esigenze. Il prototipo, in scala analoga all’applicazione reale, è ora in fase di test presso la Fondazione Bruno Kessler (Fbk) di Trento, dove sarà presentato il 24 e 25 settembre 2015 prima di essere trasferito a Barcellona per la fase conclusiva del progetto, ossia la sperimentazione in un ambiente reale, prevista per fine anno. Infatti, verrà installato in un’area adibita a spazio pubblico e collegato un impianto solare fotovoltaico per immagazzinare l’energia solare generata durante il giorno nel sistema Eden e riutilizzarla di notte per illuminare una zona centrale di Barcellona.
Il prototipo del progetto Eden
Siamo di fronte a un’economia all’idrogeno per parafrasare il famoso libro di Jeremy Rifkin? È presto per dirlo, di sicuro la possibilità di usare fonti rinnovabile per produrre idrogeno senza impiegare idrocarburi è già un passo avanti e il fatto di non dover tenere sotto pressione l’idrogeno aumenta la sicurezza dello stoccaggio. Ma c’è molto ottimismo sull’esito finale da parte dei partner di ricerca Mbn Nanomaterialia SPA (Italia), Cidete Ingenieros SL (Spagna), Matres SCRL (Italia), Panco GmbH (Germania), Universidad de la Laguna (Spagna), EU Joint Research Centre – Institute for Energy and Transport (Olanda), coordinati da Fbk.
Il progetto ha ricevuto un finanziamento di 1.524.900 euro dall’Unione europea, dei quali 521.800 euro sono stati assegnati alla Fondazione Bruno Kessler che, insieme agli altri partecipanti, ha istituito il gruppo di lavoro Technology Transfer Board. Un consorzio aperto anche a 15 organismi europei e soggetti esterni, principalmente dal settore industriale, per facilitare il trasferimento tecnologico e promuoverne l’entrata sul mercato.
È ancora boom per i mutui per l’acquisto di casa. Secondo l’Abi nei primi sette mesi del 2015, nei primi sette mesi del 2015 le nuove erogazioni di mutui per l’acquisto di immobili, hanno registrato un incremento annuo dell’82,2% rispetto al medesimo arco temporale dello scorso anno. L’incidenza delle surroghe sul totale dei nuovi finanziamenti è pari, nei primi sette mesi del 2015, a circa il 27,7%. Il tasso medio sulle nuove operazioni per acquisto di abitazioni si e’ attestato al 2,81% (2,75% il mese precedente; 5,72% a fine 2007). Sul totale delle nuove erogazioni di mutui circa i due terzi sono mutui a tasso fisso. Migliora la dinamica dei prestiti a famiglie e imprese: ad agosto il totale dei finanziamenti in essere ha presentato una variazione prossima allo zero (-0,1%) nei confronti di agosto 2014 (-0,4% il mese precedente) e migliore rispetto al -4,5% di novembre 2013, quando aveva raggiunto il picco negativo. L’Abi segnala che, questo di agosto, per i prestiti bancari a famiglie e imprese è il miglior risultato da aprile 2012. Mentre torna positiva (dopo 37 mesi) a fine agosto la variazione annua del totale prestiti al totale settore privato (+0,3%) e al totale dell’economia (che include anche la pubblica amministrazione), +0,6%. Dalla fine del 2007, prima dell’inizio della crisi, a oggi, i prestiti all’economia sono passati da 1.673 a 1.825 miliardi di euro, quelli a famiglie e imprese da 1.279 a 1.410 miliardi di euro. Ad agosto l’ammontare dei prestiti alla clientela erogati dalle banche operanti in Italia, 1.825 miliardi di euro, è nettamente superiore, di quasi 152 miliardi, all’ammontare complessivo della raccolta da clientela, 1.673,3 miliardi di euro. Ma con la crisi che non è ancora finita, la rischiosità dei prestiti in Italia e’ ulteriormente cresciuta: le sofferenze lorde hanno toccato a luglio un nuovo record oltre 197 miliardi, dai 195,8 miliardi di giugno 2015. Il rapporto sofferenze lorde su impieghi e’ del 10,3% a luglio (9% un anno prima; 2,8% a fine 2007), valore che raggiunge il 17,1% per i piccoli operatori economici (15,3% a luglio 2014; 7,1% a fine 2007), il 17,4% per le imprese (14,8% un anno prima; 3,6% a fine 2007) e il 7,1% per le famiglie consumatrici (6,6% a luglio 2014; 2,9% a fine 2007). Anche le sofferenze nette registrano a luglio un aumento, passando da 84,2 miliardi di giugno a 84,8 miliardi di luglio. Il rapporto sofferenze nette su impieghi totali è risultato pari al 4,68% a luglio 2015 dal 4,62% di giugno (4,30% a luglio 2014; 0,86%, prima dell’inizio della crisi). Sulla base dell’ultimo dato disponibile, a marzo scorso il numero complessivo degli affidati in sofferenza era pari a 1.199.107 (in prevalenza imprese e famiglie). Infine, in Italia diminuisce, su base annua, la raccolta a medio e lungo termine, cioè tramite obbligazioni: ad agosto la flessione è stata del 14,3%, segnando una diminuzione su base annua in valore assoluto di 66,5 miliardi di euro. Aumentano, invece, i depositi che, sempre a fine agosto 2015, hanno toccato i 31,4 miliardi di euro rispetto all’anno precedente (su base annua, +2,5%, +3,6% a luglio).
Le macchine per costruzioni e gli impianti per la produzione di energia si spostano nei Paesi in via di sviluppo. Ma i produttori di energia in questi Stati preferiscono i costruttori domestici di apparecchiature per la conformità alle normative locali, i bassi costi e la base di produzione locale. Il trend è stato individuato da una nuova analisi di Frost & Sullivan, intitolata A Changing Global Landscape for the Power Equipment and Construction Market. La ricerca rileva che i Paesi emergenti sono destinati a conquistare una quota maggiore della produzione globale e che la loro capacità installata supererà i 4,6 terawatt (TW) entro il 2030. Lo studio riguarda i mercati degli impianti di produzione di energia elettrica a carbone, a gas e idroelettrici in regioni chiave, e analizza il panorama in continua evoluzione delle apparecchiature, delle costruzioni e della legislazione relative a tali impianti.
Il sostegno governativo sotto forma di investimenti nel settore energetico ha avuto un ruolo importante nell’alimentare il mercato interno degli impianti energetici in mercati emergenti come Cina, India e Corea del Sud. La Cina, in particolare, ha finanziato progetti energetici all’estero in paesi ricchi di risorse, portando beni e servizi degli operatori emergenti verso nuove aree geografiche come l’Africa e il Sud America.
Gli operatori storici provenienti da Stati Uniti, Europa, Russia e Giappone – che hanno dominato il settore degli appalti e della produzione di apparecchiature critiche nell’ambito dell’ingegnerizzazione, approvvigionamento e costruzione delle centrali elettriche – stanno assistendo al trasferimento di questo potere dai paesi occidentali a quelli orientali.
«Riconoscendo i benefici a lungo termine dell’utilizzo di apparecchiature di qualità e l’importanza di disporre di strutture di servizio locali, i governi dei paesi emergenti hanno iniziato a rendere fondamentali i trasferimenti di tecnologia e l’utilizzo di strutture locali per partecipare al mercato, – osserva Manoj Shankar, analista di Frost & Sullivan. – Gli operatori tradizionali stanno prestando una maggiore attenzione alle alleanze, fusioni e acquisizioni per accedere ai mercati emergenti che godono di questa fase di boom; allo stesso tempo, tali joint venture consentono ai produttori e ai fornitori di servizi locali di affacciarsi ai mercati globali».
Il mercato del gas è dominato dagli operatori tradizionali. La maggiore produzione di energia idroelettrica e a carbone dei paesi emergenti nell’ultimo decennio ha aiutato gli operatori di tali regioni ad acquisire esperienza nella costruzione di centrali idroelettriche e a carbone. L’attenzione a questi due settori, tuttavia, ha diminuito le installazioni di centrali a gas e ha limitato le attività nell’ambito della tecnologia delle turbine a gas in Oriente. D’altra parte, il maggior numero di installazioni di centrali a gas in Occidente e la superiorità tecnologica hanno aiutato i produttori di apparecchiature tradizionali a conquistare maggiori quote di mercato in questo segmento.
Guardando al futuro, poiché la maggior parte delle utility devono affrontare budget sempre più ridotti e possibilità sempre più ridotte di finanziamento dei progetti, le alleanze con le banche locali aiuteranno ad aggiudicarsi nuovi progetti nei paesi in via di sviluppo.
La conferenza di presentazione, alla presenza di Giuseppe Tripoli, capo dipartimento del MISE per l’internazionalizzazione delle imprese, Roberto Luongo, direttore generale ICE-Agenzia, Ettore Riello e Giovanni Mantovani, presidente e direttore generale di Veronafiere, e Flavio Marabelli Presidente di Confindustria Marmomacchine
Il ministero dello Sviluppo economico darà una mano a Marmomacc (in vista della 50esima edizione) per renderlo ancora più internazionale. Il piano prevede un investimento di 2 milioni erogati direttamente dal Mise. È un risultato definito «di portata storica» per un comparto al quale Marmomacc dà voce dal 1961 e che rappresenta una produzione complessiva di oltre 3,84 miliardi di euro di valore (il 75% dall’export), con 3.340 aziende e 33.700 addetti (fonte Confindustria Marmomacchine 2014). Il Progetto sviluppa l’idea di internazionalizzare il business legato al prodotto Made in Italy (macchinario, tecnologia, blocco grezzo, semi lavorato o finito), favorendo l’arrivo di operatori qualificati dall’estero, momenti di formazione tecnica, incontri b2b e visita alle aziende ed ai territori produttivi, presentazione di eccellenze tecnologiche e lapidee.
Fulcro dell’iniziativa promossa dal MISE è la 50ª edizione di Marmomacc, in programma alla Fiera di Verona dal 30 settembre al 3 ottobre, con più di 1.500 espositori, dei quali 569 italiani e 933 esteri da 55 nazioni su 77.100 metri quadrati netti, e con più di 60 mila operatori attesi da oltre 140 Paesi.
«Già dal 28 settembre, è previsto l’arrivo a Verona di due selezionatedelegazioni commerciali straniere di operatori del settore: 100 top buyer interessati alle tecnologie e ai macchinari italiani e altri 100, tra architetti, progettisti e designer, alla ricerca di marmi e pietre Made in Italy da utilizzare nei grandi progetti all’estero» ha evidenziato Giuseppe Luongo, direttore generale ICE.
«È un importante riconoscimento per tutto il sistema fieristico e per la Fiera di Verona in particolare frutto di un lungo lavoro di relazione e rapporti con il Mise. È un’occasione importante per aggregare risorse e razionalizzare la promozione di uno dei settori di eccellenza del manifatturiero italiano che ha in Marmomacc il proprio punto di riferimento mondiale», ha sottolineato il presidente di Veronafiere, Ettore Riello.
Gli operatori stranieri coinvolti nel programma formativo partecipano all’Italian Stone Technology & Design Conference, con una serie di workshop e visite alle aziende del territorio per approfondire, fino al 6 ottobre, la conoscenza del prodotto lapideo e dei macchinari Made in Italy.
Centrale a Marmomacc 2015, poi, è il Progetto The Italian Stone Theatre, rappresentato dal Padiglione 1, che nei suoi caratteri essenziali ne delinea la vocazione istituzionale e al contempo esalta il contenuto di italianità. Si tratta di un grande evento celebrativo e spettacolare che coinvolge non solo il materiale lapideo, ma anche i macchinari e la tecnologia per una vera e propria area dedicata all’innovazione: la genialità di designer e progettisti, anche internazionali, è qui abbinata alla professionalità, alle capacità realizzative, alle competenze tecniche e produttive delle macchine e delle aziende del nostro Paese.
Infine, debutta l’International Stone Summit, la prima conferenza mondiale dedicata alla pietra naturale che riunisce le principali associazioni internazionali del marmo e altrettanti rappresentanti della stampa economica dei Paesi coinvolti, con l’obiettivo di sviluppare contenuti e stimolare momenti di confronto e dibattito sul tema lapideo.
L’inizio è previsto il 30 settembre, alla presenza del Ministero dello Sviluppo Economico, Veronafiere e dei delegati di Confindustria Marmomacchine per illustrare i principali dossier settoriali e i progetti sviluppati dal Governo italiano nel mondo.
La conferenza di presentazione, alla presenza di Giuseppe Tripoli, capo dipartimento del MISE per l’internazionalizzazione delle imprese, Roberto Luongo, direttore generale ICE-Agenzia, Ettore Riello e Giovanni Mantovani, presidente e direttore generale di Veronafiere, e Flavio Marabelli Presidente di Confindustria Marmomacchine
L'ediificio Natali progettato dallo Studio Manfroni & Associati a La Spezia
Quando la dismissione e la demolizione di una raffineria, quella IP a La Spezia, porta alla riscoperta di un’area immensa, circa 64 ettari, da riqualificare e riorganizzare sotto il profilo urbanistico. Divisa in tanti distretti, uno di questi è stato riconvertito in polo produttivo e terziario. Natali Building è una parte del progetto del valore di oltre 6 milioni di euro, che vede coinvolti la Coperativa Cattolica Costruzioni Edili Soc Coop, gli architetti dello Studio Manfroni & Associati e Exa engineering. In una porzione di territorio non permeabile del subdistretto 8, dove prima c’era un parcheggio ora c’è un edificio di quattro piani dalla pianta irregolare: gli angoli si incurvano, la struttura si allunga, affusolata, verso l’alto grazie ai pilastri del piano terra che sostengono i piani superiori chiusi in un volume più compatto. La parete esterna è rivestita da lastre in ceramica Laminam grigie con fibra di vetro sul retro per ottenere una facciata ventilata, mentre le partizioni orizzontali in calcestruzzo di una tonalità più chiara evidenziano ulteriormente i marcapiani che corrispondono all’interno ai tre piani. Dominati da una scala centrale a tutta altezza, realizzata in metallo con i parapetti in vetro, che è illuminata da un lucernario. Su un lato un muro di cemento di 18 metri di altezza circa, caratterizzato da una sequenza di linee ondeggianti orizzontali realizzate con matrici di gomma Reckli.
L’ediificio Natali progettato dallo Studio Manfroni & Associati a La SpeziaLa faccia di NataliIl dettaglio degli angoli curviLe lastre in ceramica grigia LaminamLa scala interna con il muro in cemento sullo sfondoLa scala interna il la matrice ondulata in aggeto
La città è sia luogo fisico, sia ambiente di relazioni, di cultura e di arte, mentre il disegno è la scienza capace di rappresentarne la complessità. Ecco perché il convegno organizzato in occasione del congresso annuale dell’Unione Italiana per il Disegno (Uid) è incentrato sul rapporto tra Disegno & Città. Due termini che si possono ridefinire se ispirati ai concetti di cultura, arte, scienza e informazione. Seguendo tre linee tematiche:
1 Disegnare per la città pensata: un processo creativo e di comunicazione per condividere proposte progettuali concepite anche per uno spazio virtuale complementare alla dimensione reale;
2 Disegnare per la città costruita: sessione dedicata ad analisi e elaborazioni sui sistemi materiali e immateriali che caratterizzano territori e sistemi aggregativi consolidati e in trasformazione, con studi sulle diverse metodologie per la sostenibilità degli interventi attraverso disegni intelligenti;
3 Rappresentare la città in divenire: l’obiettivo è mettere in evidenza le complesse dinamiche della città, i suoi mutamenti e le criticità, e favorire processi una partecipazione più collaborativa. Saranno presentati casi studio su Londra, Amsterdam, Madrid, Bologna, Roma, Malta, Torino, Ispahan, Palermo, Cartagine, Zamora.
Tanti ospiti e relatori internazionali nelle tre giornate ideate da Anna Marotta del Dipartimento di Architettura e Design e da Pina Novello del Dipartimento di Ingegneria Strutturale, Edile e Geotecnica del Politecnico di Torino. Il programma prevede anche l’assegnazione del premio Targa d’oro Uid a Massimo Giovannini, ordinario di Disegno e già Rettore dell’Università Mediterranea di Reggio Calabria, ad Aimaro Oreglia d’Isola, progettista e professore emerito del Politecnico di Torino, e all’architetto Odile Decq.
Da sinistra: Matteo Renzi, Sergio Mattarella, Graziano Delrio
È l’uovo di Colombo, l’idea che può cancellare o quasi la crisi dell’edilizia e, allo stesso tempo, cambiare volto alle città. Non solo: può rendere un servizio a milioni (il numero non è esagerato) di famiglie italiane, quei 14 milioni che vivono in condominio. Il ministro alle Infrastrutture, Graziano Delrio, l’ha anticipata in un’intervista al Corriere della Sera. Ora, però, si tratterà di tradurre la proposta in un articolo di legge e di farla passare in Parlamento. In sintesi, l’idea è questa: affidare alle Esco (società che si occupano di fornire servizi energetici), il compito di promuovere la riqualificazione degli edifici di città e paesi italiani. Come? Semplice: le società, probabilmente sotto forma di newco, si prenderanno oneri e onori del cambiamento. Le opere di riqualificazione (per esempio, l’aggiunta di un cappotto) saranno a totale carico delle società. Gli inquilini non sborseranno un euro in più rispetto a quanto già spendono per le bollette. In cambio, le Esco incasseranno anno dopo anno, la differenza di prezzo che deriva dal risparmio energetico realizzato, più i benefici degli incentivi pubblici, il famoso bonus casa. Dopo un certo numero di anni, quando la spesa (e, si suppone il guadagno) delle esco sarà giunto al termine, anche i condomini beneficeranno dello sconto sulla spesa energetica che deriva dalla riqualificazione dell’edificio.
Alla proposta, molto suggestiva, manca ovviamente tutta la parte normativa che dovrà regolare il procedimento. Per esempio, chi firma il contratto? I singoli condomini? E se poi l’appartamento viene venduto il contratto passerà in automatico al nuovo proprietario? Insomma, non sarà semplice mettere a punto un castello di norme che siano giuridicamente inattaccabili e che, allo stesso tempo, non provochino un ingorgo di cause nei tribunali civili. Ma se il governo saprà tradurre in norme semplici e attuabili questa proposta, le città potrebbero presto cambiare volto. E l’Italia beneficiare di minori consumi e di un’edilizia che torna a fiorire.
Da sinistra: Matteo Renzi, Sergio Mattarella, Graziano Delrio
Pronte le prime due tappe del ciclo di convegni “Progettare nel tempo“, organizzato da SanMarco Terreal insieme con Andil, e curato dal Professor Fabrizio Arrigoni dell’Università degli Studi di Firenze.
Il tema al centro della manifestazione, che partirà da Milano il prossimo 9 ottobre 2015, è l’insieme delle diverse articolazioni esistenti tra universo della costruzione e la temporalità. L’architettura è generata dai bisogni e dai condizionamenti del presente, ma si può dire veramente riscita se consente il ri-montaggio di saperi ed esperienze passate e la prefigurazione di scenari e possibilità future.
Ogni convegno si struttura attorno a una serie di incontri/lectures, proponendosi come spazio di dialogo tra il mondo del progetto e quello del lavoro, tra architetti e imprese. Tra le varie riflessioni possibili, la costruzione e la rovina, la resistenza e la metamorfosi delle forme e delle materie, il progetto di architettura come riforma dell’esistente e rinnovamento dei codici linguistici.
All’interno di questo perimetro faranno da testimoni architetti e imprenditori, con il fine di mettere a confronto sensibilità, strategie e finalità. Per la tappa milanese del 9 ottobre 2015, SanMarco ha invitato l’architetto Pier Paolo Tamburelli dello studio Baukuh, autore del progetto della Casa della Memoria a Milano, che illustrerà i modi in cui il progetto definisce un edificio semplice ma esplicitamente monumentale, dove il laterizio viene usato per rispondere ad esigenze di rappresentazione e testimonianza. Nel programma sono previsti gli interventi degli architetti Adolfo Natalini, Paolo Zermani ed altri, cui farà seguito la presentazione di interessanti casi studio.
Non è solo la primavera il tempo dei lavori di manutenzione della casa. Secondo Leroy Merlin, che vende prodotti per l’edilizia, è il momento giusto per alcuni lavori da fare in questo periodo. Per esempio, sfatando il mito della primavera, secondo l’azienda della grande distribuzione non c’è momento migliore per dipingere casa propria, dato che ora, (se non piove) c’è il clima giusto per l’asciugatura della pittura. Meglio usare pitture murali a base acquosa e non solvente, non tossiche e innocue per l’ambiente. Poi, è chiaro che la scelta della pittura andrà fatta sulla base delle pareti da tinteggiare e del tipo di finitura che si vuole ottenere.
Se la superficie non presenta particolari problematiche, Leroy Merlin consiglia di utilizzare Idropittura murale bianca Luxens Traspirante o Idropittura murale bianca Max Meyer lavabile subito , entrambe di ottima qualità, traspirabili e che garantiscono buona copertura. Purtroppo però, ci sono zone più soggette di altre ai problemi creati da muffa e condensa: in questi casi, è d’obbligo intervenire con un prodotto specifico. Leroy Merlin ha la soluzione perfetta per questo tipo di inconvenienti che affliggono soprattutto gli spazi esposti a escursioni termiche tra esterno e interno. Le vernici antimuffa e termo isolanti garantiscono allo stesso tempo ottima copertura e alta traspirabilità: Idropittura murale bianca Paramatti lavabile traspirante e Idropittura murale bianca Boero termoisolante. Ad esse, è possibile abbinare additivo muri antimuffa, che garantisce un risultato ancora migliore per le zone più difficili da trattare.
Oltre alle vernici è possibile preparare la stanza con dei supporti specifici che agevolino la tinteggiatura e la rendano facile e divertente. È infatti importante mettere al riparo porte, finestre, mobili, pavimenti e punti luce da schizzi di pittura. Per questo, è necessario essere preparati e avere a portata di mano nastro di carta, teli di copertura, tuta apposita e nastro mascherante. Leroy Merlin offre una consulenza inimitabile anche per adottare al meglio tutti gli accorgimenti indispensabili ad eseguire un lavoro perfetto, oltre a tutti gli accessori altrettanto necessari quali pennelli e rulli, stucchi, fondi fissativi.
Altre attività autunnali: ordinare gli armadi per l’inevitabile cambio di stagione. Per alcuni il riordino degli armadi e dei vestiti può sembrare noioso e difficile, mentre per altri è un attività piacevole che permette di riorganizzare il guardaroba in modo più pratico e funzionale. Grazie a pochi accorgimenti (scatole, contenitori porta tutto, grucce, stender e indossatori, soluzioni per organizzare i vestiti, armadi in tessuto, tubi appendiabiti e accessori fino ai sacchetti per abiti sottovuoto) è possibile ottenere grandi risultati.
Infine, ci sono anche i lavori da fare in giardino. Per esempio, preparare il prato con il letame e dedicarsi alla preparazione del fondo di semina per il prato. Leroy Merlin consiglia di mescolare il terriccio con il letame per rendere più fertile il terreno e per arieggiarlo. È altrettanto utile fare le prime potature da rinnovo e tagliare le piante. Inutile aggiungere che l’insegna francese vende anche prodotti per il giardinaggio.
Anche l’Australia ha la sua grande muraglia ed è in terra battuta. Progettata dallo studio di Sydney Luigi Rosselli Architects, si sviluppa a zig-zag lungo il bordo di una duna e circonda i 12 alloggi, costruiti per i cowboy stagionali che devono smistare la mandria nei recinti di un ranch nella regione West Australia. Una scelta progettuale semplice ma ingegnosa: la combinazione del tetto in sabbia e della facciata di 4,5 centimetri di spessore di terra delle stanze da letto aiuta a mantenere l’ambiente interno fresco. Gli strati di terra compressa che compongono le mura muro sono visibili all’esterno e all’interno delle abitazioni e la loro colorazione rossa è dovuta all’argilla mischiata con acqua e ghiaia provenienti dal letto di un fiume locale.
Inerti di ghiaia
Come le pareti, anche il pavimento in calcestruzzo contiene inerti di ghiaia che gli conferiscono un colore ruggine in tono con i muri e il paesaggio esterno. Ogni unità ha il proprio patio privato, con una tettoia in metallo color bronzo e vista sul giardino comune, mentre la curvatura del muro offre ombra e riparo dagli sguardi dei vicini. Il complesso è fornito anche di un padiglione ovale sopraelevato che funge da sala comune e da cappella con tetto in acciaio Corten e finestre curve affacciate su una terrazza con vista sul ranch. Ecco come un materiale da costruzione antico come il mondo ha sostituito le le lamiere ondulate degli alloggi temporanei in una remota zona dell’Australia, ma se pensate che si tratti di un caso isolato, oppure che la terra battuta sia adatta solo alle strutture rustiche o molto povere vi sbagliate. Un numero sempre maggiore di architetti lo sta utilizzando, persino due firme famose come Herzog & de Meuron hanno rinnovato lo stabilimento della famosa azienda di caramelle Ricola, in Svizzera, con pareti esterne prefabbricate, fatte di una miscela di argilla, marna (roccia calcarea) e terreno provenienti dalle cave e dalle miniere locali. Il composto, compresso in una cassaforma, ha generato lunghi blocchi disposti a strati e uniti facilmente grazie alla plasticità del terriccio, dando alla struttura un aspetto omogeneo. E il risultato estetico è perfettamente in linea con lo stile dei due progettisti di Basilea: minimalista e concettuale.
The Great Wall: gli alloggi visti dall’altoThe Great Wall, dettaglio del muro esternoThe Great Wall, la vetrata con tettoia in bronzoThe Great Wall, il patioThe Great Wall, il giardinoLo stabilimento di Ricola progettato nel 2014 dallo studio Herzog & de Meuron
Fisher Island, uno dei bagni delle residenze di Palazo del Sol con il marmo Margraf
C’è un’isola, Fisher Island, al largo della punta di Miami Beach dove è in costruzione complesso residenziale, battezzato Palazo del Sol, concepito una vera e propria boutique del lusso. Già perché l’obiettivo del committente Heinrich von Hanau, amministratore delegato di Fisher Island Holdings e il lavoro dell’architetto Kobi Karp di Miami e del paesaggista svizzero Enzo Enea hanno un punto in comune: fare del resort privato un esempio di lusso su misura, tendenza ormai consolidata nelle nuove costruzioni di fascia alta, con soluzioni personalizzate e un servizio di progettazione ai massimi livelli. L’approccio però è inconsueto: prima si disegna l’interno e poi si dà forma alla struttura esterna. Indispensabile dunque, che gli spazi delle 47 residenze, da 350 mq a 910 metri quadrati siano caratterizzati da prodotti e materiali naturali di eccellenza, dove l’esclusività si riflette anche nei dettagli. Un mondo a parte con appartamenti già completi degli arredi principali, dal soggiorno alla cucina alla camera da letto, avendo la possibilità di scegliere tra gli stili di tre interior designer, tra cui l’italiano Augusto Busnelli. Ecco spiegato il riferimento alla personalizzazione e alla boutique. Così oltre a essere dotate di immense terrazze, viste panoramiche sul mare e sulla città e ascensore privato, avranno anche dei bagni master. E poiché il concetto di lusso è spesso associato al made in Italy, i 1500 metri quadrati di marmi pregiati, utilizzati nei bagni di tutte le residenze e posati a macchia aperta, sono appunto di un’azienda vicentina, la Margraf, fondata a Chiampo nel 1906 con il nome Industria Marmi Vicentini.
Fisher Island, il rendering del Palazo del Sol in notturnaFisher Island, uno dei bagni delle residenze di Palazo del SolFisher Island, uno dei bagni delle residenze di Palazo del SolFisher Island, uno dei bagni delle residenze di Palazo del Sol
Canginibenne, Cifa, Drago, Emiliana Serbatoi, Esti, Indeco, Lameter, Metallurgica Valchiese, Oleoweb, O.M.S., Plan, Sami, Samoter, Sip & T: sono le imprese italiane alla conquista dell’Africa. Partecipano, infatti, alla seconda edizione di bauma Conexpo Aafrica, la fiera internazionale delle macchine per costruzioni, per materiali e da miniera del Sudafrica, in programma fino al 18 settembre a Johannesburg. Dopo il successo di presenze dell’edizione del 2013, anche quest’anno Unacea, in collaborazione con Ice-Agenzia, ha organizzato l’area espositiva italiana. Per quest’edizione sono attese 600 aziende espositrici provenienti da 40 paesi su un’area di 68.000 metri quadrati e 11 padiglioni nazionali. Sebbene il protrarsi delle difficoltà finanziarie internazionali abbia colpito particolarmente l’economia sudafricana, il paese rimane punto di riferimento dell’intera area subsahariana in materia di business. Oltre agli investimenti nazionali in infrastrutture, lanciati dal governo nel 2013 attraverso diciotto piani strategici industriali, altri impegni riguardano il miglioramento delle capacità estrattive dell’industria mineraria, ancora al di sotto degli standard internazionali, ma con enormi possibilità di sviluppo.
Disegnata da Dante Benini e Luca Gonzo, la nuova versione Teso di Antrax IT è ancora più personalizzabile.
Realizzato in profilato estruso di alluminio, il radiatore Teso è concepito per essere posizionato sia in orizzontale che in verticale, ed è costituito da un modulo largo 25 cm che può essere installato singolarmente o a due o tre elementi. L’altezza è invece variabile ed è proposta nelle misure 150 cm, 170 cm e 200 cm.
Ora il sottile braccio ancorato alla piastra in alluminio, su cui è possibile appendere asciugamani, accappatoi o soprabiti, può ora essere richiesto in una gamma di oltre duecento varianti colore. Si può giocare con i contrasti, sui giochi di sfumature oppure optare per una versione monocromatica, per rispondere a qualsiasi esigenza funzionale ed estetica.
La customizzazione è ormai una delle richieste più frequenti da parte degli utenti. La molteplicità dei colori disponibili fa di Teso un prodotto flessibile per arredare gli ambienti sia domestici che contract.