Chissà se in Italia c’è un’abitazione simile alla Casa sull’Albero costruita sulle radici di un cipresso centenario dall’artista Johnny Knight nel 1971 in una foresta del Mississippi. Posizionata in una tenuta di quasi 2 ettari, la capanna di lusso a forma di ottagono con un terrazzo sospeso circondata da piante di magnolia, aceri e querce, è dotata di un salotto con cucina e camino, camera da letto e bagno. Ed è stata venduta in soli 60 minuti: 12 offerte per la proprietà, il cui prezzo iniziale era di 135 mila dollari (circa 120 mila euro) e in meno di un’ora si è conclusa la transazione grazie ad un Open House. La formula messa a punto da Re/Max, network internazionale specializzato nell’intermediazione immobiliare, è mutuata dalle associazioni culturali che aprono le porte degli edifici storici, altrimenti poco accessibili alle visite da parte di un vasto pubblico. In questo caso l’agente ha organizzato l’evento per far visionare la casa a possibili acquirenti per un’intera domenica, così ha concentrato le visite in una sola giornata e velocizzato i tempi di compravendita. Il riferimento al nostro Paese non è casuale perché sabato 17 e domenica 18 ottobre torna Open House Weekend, l’appuntamento dell’autunno di Re/Max durante il quale centinaia di immobili in vendita sul territorio italiano, isole comprese, apriranno le loro porte al pubblico. Magari non si troverà una casa sull’albero, ma qualcosa di più solido sicuramente sì. E in meno di 60 minuti.
Re/Max apre le porte degli immobili in vendita
Le ultime novità Sicis in mostra a Cersaie 2015
A Cersaie 2015, Sicis ha presentato progetti inediti di mosaici tridimensionali in pasta vetrosa e altri materiali, per pareti che si trasformano in quadri, o pavimenti che arricchiscono ambienti eleganti e raffinati.
Rivestimenti in vetro, oro, platino e marmo, con fantasie ed abbinamenti originali, caratterizzano le collezioni Neoglass, Sicistone, Diamond, Structura, Fibers, Neocolibrì, Orientale, Butterfly, oltre le novità assolute Meteors, in vetro opalescente e iridescente, e Diamond, con tessere a forma romboidale per complessi giochi geometrici. Tra le novità anche inedite fantasie floreali che ricordano preziosi ricami.
In mostra a Cersaie anche soluzioni di posa del mosaico con tecniche combinate sia artistica che a pixel: molto suggestiva la libreria virtuale, sui toni del grigio con inserti di grandi dimensioni, fiori con varie gradazioni di rosso.
Uno stagno con canneti di bambù, abitato da fenicotteri, è stato il paesaggio ricreato per il pannello Flamant, della linea Gold, in mosaico artistico con lastre a foglia oro. Le tessere in vetro arricchite con foglie d’oro e di platino della collezione Fiber compongono un elegante effetto cascata.
Tessere in vetro e in marmo di differenti dimensioni, spessori e colori sono le caratteristiche di Structura, che mette in primo piano la tridimensionalità delle superfici conferendole un movimento materico. La collezione Araldica risulta invece avere elementi tridimensionali in vetro-cristallo trasparente e in pasta vetrosa opalescente dal carattere arabeggiante.
A pavimento ha fatto bella mostra Sicis Stone, marmo a tagli squadrati, ad effetto casuale in stile palladiana, reso contemporaneo da tocchi di colore rosso grazie all’applicazione di mosaico vetroso colibrì.
Il mercato del noleggio non sente la crisi dell’edilizia
Il mercato del noleggio per l’edilizia in questi anni di crisi è riuscito a perdere meno posizioni di quelle del settore. Invece, ha utilizzato lo scenario negativo per rafforzare e modificare la propria presenza sul territorio, in particolare attraverso strategie e azioni che già a partire dal 2014 hanno visto ritornare il segno più davanti alla dinamica di mercato.
Con 1,35 miliardi di euro di giro d’affari e un totale di oltre 1.700 imprese specializzate nel noleggio per edilizia, il settore si presenta oggi come un comparto di servizio efficiente ed efficace per favorire la riorganizzazione del mercato delle costruzioni alla luce delle nuove esigenze dell’economia circolare e dei nuovi processi costruttivi. Secondo le analisi dell’Osservatorio sul noleggio di Assodimi, presentate a Firenze nel corso del Congresso annuale dei noleggiatori associati a Assodimi e Assonolo, dopo il +0,7% del 2014 nel 2015 la ripresa per il settore dovrebbe rafforzarsi con indicatori ben più consistenti, grazie anche alla competitività delle imprese e alle proposte di noleggio di qualità con il sistema Quality Rent.
Ci sono tuttavia alcuni nodi ancora da sciogliere e in particolare l’eccessiva battaglia sui prezzi di molti noleggiatori improvvisati che rischia di compromettere la redditività del comparto, oggi migliore di quella di altri settori, ma sulla quale vi è motlo da investire in termini di penetrazione nel mercato e qualificazione degli operatori, la mission che Assodimi si è data grazie anche alla presenza di un coach di eccezione, l’ex pallavolista Andrea Zorzi, il cui intervento motivazionale è stato molto apprezzato dai presenti.
La bio-architettura arriva al Maker Faire di Roma
L’hanno battezzato il raduno dei Leonardo del XXI secolo: 700 espositori riuniti a Roma per la Maker Faire, la più grande fiera europea dell’innovazione e della tecnologia. I maker sono inventori-imprenditori capaci di creare in laboratorio un progetto e concretizzarlo immediatamente grazie alla stampa 3D, assemblando pezzi con la maestria di un artigiano (spesso dopo tante prove), per essere padroni della propria idea. Tra crepes stampate in 3D o la scenografica voliera con droni volteggianti, alla manifestazione che si terrà alla Città Universitaria della Sapienza non mancheranno dispositivi di monitoraggio degli impianti e dei sistemi installati in casa, oppure rilevatori dei gas nell’ambiente, perfino robot marini.
Ma poiché non si può più parlare di futuro senza parlare di ambiente, risparmio energetico, efficienza, riciclo, riuso e sicurezza, oltre a singolari invenzioni ecco una selezione delle soluzioni più originali tra bio-architettura e ingegneria. Per esempio 3D elements of nature di Sara Vignoli sviluppato nel FabLab di Sassari. Elementi modulari realizzati con una stampa 3D, appunto, laser cutter e fresatrici, dove far crescere piante e fiori, da assemblare in tanti modi diversi, per creare strutture flessibili, pareti di separazione o di rivestimento per ambienti interni ed esterni o giardini verticali. La designer Cecilia Lalatta Costerbosa di Imperia ha realizzato Parametric Hybrid Wall, una superficie architettonica in grado di modellare la sua forma in funzione di determinati stimoli relativi all’ambiente circostante, registrati da dei sensori. C’è poi la caditoia antiallagamento brevettata per sottopassi, garage, cantine, seminterrati: un dispositivo che, in caso di ostruzione della griglia del tombino, automaticamente la solleva per far defluire l’acqua nella rete fognaria e la richiude senza l’ausilio di elettricità o di componenti elettroniche. Insomma, non richiede manutenzione.
La sicurezza arriva dall’alto
Luca Agrippino invece, ha ideato Aps (Automatic Protection System), il prototipo di un sistema d’allarme attivo, che tramite dei sensori rileva la presenza di una persona all’interno di una stanza, ne individua la posizione e invia l’informazione al drone quadricottero. Con questa sollecitazione il robot si posiziona a distanza di sicurezza e, dopo un avviso vocale, spruzza del liquido (per ora acqua) all’intruso. E, ancora, Dedalos, apparecchio per il monitoraggio statico geofisico e strutturale di frane, opere pubbliche, stabilità edifici, attività vulcaniche e precursori sismici che funziona attraverso sensori a singola frequenza alimentato da pannelli fotovoltaici. Safely to ground è un sistema di evacuazione da edifici e grattacieli composto da un binario antigravità e salvagenti individuali che accoglie un individuo ogni 5 secondi e lo porta a terra senza alcun intervento: percorre 100 piani in 45 secondi senza schiantarsi perché all’arrivo e alla partenza ha un meccanismo rallentato ma poi recupera in velocità. Per chi non soffre di vertigini.
Agricoltura sì ma in casa
Gr-in House è una serra indoor costruita all’interno di Fablab Contea, nei pressi di Firenze, con hardware opensource Arduino. Controlla umidità e temperatura dell’aria, umidità del terreno, luminosità, livello dell’acqua di irrigazione e temperatura del riscaldatore per sapere quando attivare ventole, pompe, riscaldamento e illuminazione per mantenere la coltivazione stabile di qualsiasi tipo di pianta e favorire il risparmio delle risorse. Dall’acqua al cielo: chi avrebbe mai pensato di produrre energia pulita dal vento d’alta quota? Il team KiteGen di Torino lo ha fatto con una specie di grande ala di materiale composito che mette in atto il principio fisico utilizzato dalla dinamo per produrre energia. Semplice e ingegnoso, è frutto di anni di ricerca e coperto da 40 brevetti internazionali e si può immettere direttamente in rete. Infine, per motivi di spazio, ecco un’altra invenzione, proveniente da un altro FabLab (Fabrication Laboratory, letteralmente laboratorio di fabbricazione) a Genova. Il progetto Orto da salotto 2.0 è illustrare come sia possibile, attraverso la fabbricazione con macchine a controllo numerico e stampanti 3d, costruire un’ orto verticale da interni, personalizzato a seconda dello spazio disponibile, con sistema di irrigazione, illuminazione con lampade a led per coltivazioni indoor e tecnologie in grado di comunicare al proprietario lo stato delle riserve d’acqua.
Maker Faire Rome
16-17-18 ottobre 2015
Università di Roma “La Sapienza”.
Ingresso principale: Piazzale Aldo Moro, 5, Ingresso secondario Viale Regina Elena 33
Costo del biglietto: 10 euro giornalieri, 25 euro tre giorni
Fassino: niente imposte aggiuntive sulle seconde case
Una buona notizia sul fronte fiscale. Secondo il presidente dell’Anci, nonché sindaco di Torino, Piero Fassino, «non c’è assolutamente nessuna richiesta» di aumentare le tasse sulle seconde case per compensare l’eliminazione di Imu e Tasi sulle abitazioni principali. Il commento è avvenuto dopo l’incontro a palazzo Chigi sulla legge di stabilità con il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Claudio De Vincenti e il sottosegretario all’Economia Pier Paolo Baretta. «Non l’abbiamo assolutamente previsto», ha detto Fassino riferendosi a un aumento delle imposte. Durante l’incontro fra governo e Comuni «è stato confermato che si va verso il superamento del patto di stabilità che consente ai Comuni di utilizzare gli avanzi di bilancio che fino a questo punto erano congelati dai vincoli del patto medesimo», ha precisato il presidente dell’Anci. I comuni avranno una compensazione integrale delle risorse che avevano introitato lo scorso anno con Tasi e Imu, in coincidenza del superamento della Tasi sulle prime case. In arrivo anche una soluzione di rimborso ai comuni e alle città che vantano crediti per aver sostenuto le spese per gli uffici giudiziari fra il 2012 e il 2015. «C’è una disponibilità ad accogliere le nostre proposte, che nelle prossime ore faremo pervenire, per favorire con meccanismi incentivanti e semplificati processi di aggregazione tra comuni, c’è l’impegno a garantire il rifinanziamento di alcuni fondi particolarmente importanti per le politiche di welfare come il fondo per la non autosufficienza, le risorse per il contrasto alla povertà, le risorse per affrontare l’emergenza abitativa», ha chiosato il sindaco di Torino. «Si è discusso anche di garantire a città metropolitane e enti di area vasta, nuove province di secondo grado, le risorse per assolvere alle funzioni che la legge gli assegna, sottoponendo a verifica il taglio di 2 miliardi che la legge di stabilità dell’anno scorso aveva ipotizzato, e su questo il governo ci deve dare delle indicazioni».
Il commercio è frenato dalle scarse infrastrutture
Il commercio è frenato dalla mancanza di un sistema di infrastrutture adeguate. Secondo Confcommercio, l’inefficienza del sistema della logistica in generale e del trasporto merci pesa all’Italia circa 42 miliardi di euro all’anno sul Pil. Lo ha calcolato il Centro studi di Confcommercio in una ricerca presentata al Forum internazionale Conftrasporto. Secondo la ricerca, se l’Italia nel 2014 avesse avuto un sistema della logistica, misurato in base ad un apposito indice, pari a quello della Germania, avrebbe avuto 42 miliardi in più in termini di Pil, ovvero una percentuale aggiuntiva del 2,8%. In pratica sarebbe come una tassa occulta di 700 euro a persona.
Gli incontentabili di Fiaip: abolire Tasi e Imu non basta
Anche tagliare l’Imu e la Tasi è troppo poco. Dopo averlo chiesto a gran voce per anni, ora che (sembra) sia all’orizzonte, l’abolizione dell’odiata tassa sugli immobili non accontenta una parte degli operatori del settore. «Il taglio dell’Imu e della Tasi per la prima abitazione darà certamente una spinta ai consumi delle famiglie, ma non rappresenta la svolta sul fisco attesa dalla filiera immobiliare e da quella delle costruzioni», lo sostengono le principali associazioni in rappresentanza del settore immobiliare e di quello delle costruzioni riunite in un convegno promosso da Fiaip a Casa su Misura, la più grande fiera dedicata all’arredamento e all’edilizia del Nord Est, che si è svolta a Padova. «Gli ultimi dati segnalano un aumento della domanda solo per la prima casa. Finché gli oneri fiscali saranno così alti, non ci sarà spazio per una ripresa del settore, né tantomeno di quelle politiche di riqualificazione urbana attese da molti», ha dichiarato Paolo Righi, presidente nazionale di Fiaip, Federazione Italiana Agenti Immobiliari professionali. «Le norme attuali non favoriscono né il rinnovamento del patrimonio esistente né politiche di efficienza energetica per gli edifici storici. Il fisco ha un ruolo centrale, così come il credito. Se vogliamo favorire la riqualificazione, perché le banche non propongono mutui a tasso differito se rivolti al recupero di immobili?», ha rincarato Giovanni Salmistrari, presidente di Ance Veneto.
Per Confedilizia, il rischio è che l’eliminazione delle tasse sulla prima casa possa comportare un aumento degli oneri sulle seconde case. «Per gli immobili diversi dalla prima casa c’è il rischio di un aumento delle imposte. L’unificazione Imu-Tasi non deve superare l’aliquota massima del 10,6 per mille, altrimenti sarebbe una beffa per tutti», ha spiegato Giorgio Spaziani Testa.
«Tutti parlano di rigenerazione urbana, ma all’atto pratico si fa poco», ha sottolineato Giuseppe Cappochin, presidente dell’ordine degli architetti di Padova. «La politica è ferma. In Veneto, però, è nata un’iniziativa unica nel suo genere. Diciannove tra categorie economiche, associazioni ambientaliste, sindacati e università hanno dato vita a un coordinamento, Urbanmeta, che consegnerà alla giunta regionale alcuni emendamenti alla proposta di legge regionale sul consumo di suolo zero». Insomma, tutti scontenti, ma con ricette diverse.
Torna lo zombie del Ponte sullo Stretto di Messina
Qualcuno, come Andrea Boitani, docente di Macroeconomia ed Economia Monetaria all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, lo ha definito uno zombie. In realtà il Ponte sullo Stretto di Messina è un incubo ricorrente. Dopo essere tornato nel mondo di Morfeo per un paio di anni, infatti, è tornato alla ribalta grazie a una mozione parlamentare del Nuovo Centro Destra (peraltro votata anche da alcuni deputati del Pd). Con una variante rispetto al passato: il nuovo Ponte questa volta dovrebbe essere solo ferroviario. Cioè, se prima il project financing, peraltro già onirico, prevedeva un ammortamento dell’opera grazie ai pedaggi pagati dagli automobilisti, la nuova proposta dovrebbe sorreggersi finanziariamente solo sul costo del ticket aggiuntivo di chi prende il treno, ovviamente esteso a chi invece di optare per mezz’ora di traghetto facesse trasportare l’auto via rotaia, giusto per risparmiare una manciata di minuti. Saggiamente, il ministro alle Infrastrutture Graziano Delrio ha preso tempo e ha fatto presente che il Ponte-zombie non è tra le priorità del governo, aggiungendo democristianamente che si riserva di valutare i costi e i benefici una volta che un businessplan fosse messo nero su bianco. In ogni caso, un nuovo progetto sarebbe una beffa, dato che impegnerebbe il governo a stanziare una montagna di denaro, mentre l’esecutivo fatica a trovare i fondi per stabilizzare gli eco bonus sulla casa. Senza conta re che, inoltre, sul vecchio progetto pendono le richieste di risarcimento da parte del consorzio Eurolink (Salini-Impregilo, la spagnola Sacyr, Condotte d’Acqua, Cmc di Ravenna, la giapponese Ishikawajima-Harima Heavy Industries e Aci scpa), che chiesto alla concessionaria pubblica del Ponte, controllata all’80% dall’Anas, 700 milioni di euro di risarcimento danni per la cancellazione del contratto siglato da uno dei governi Berlusconi. Tutti soldi gettati al vento e a carico dei contribuenti. Ma evidentemente non è bastato.
Speciale Riqualificazione
Ecco la casa che resiste a tutto ed è anche autosufficiente
Resistere, resistere, resistere e, soprattutto, superare la prova uragano. È la casa rifugio (shelter in inglese) progettata da 50 studenti di due atenei americani Crowder University di Neosho e Drury University di Springfield. ShelteR3 è avvolta in un involucro, estremamente resistente per respingere i detriti che volteggiano nelle grandi tempeste, costituito da lamine verticali di legno posizionati a intervalli di 30 anziché di 40 centimetri e da pannelli orizzontali rinforzati da un telaio in acciaio ancorato al tetto per resistere meglio al vento, a cui contribuisce anche l’assenza di grondaie e sporgenze. Così strutturata, la casa soddisfa i requisiti di base per fronteggiare una calamità naturale. Sul tetto, piano, 36 pannelli fotovoltaici che producono più energia di quanto consumi la casa, e che la rendono autosufficiente con due moduli di riserva in caso di calamità. Così descritta sembra un cubo privo di estetica, ma invece il rivestimento la rende confortevole e gradevole. Infatti, è un’insospettabile corazza ad alta resistenza anche dentro: le pareti sono costituite da diversi strati di lastre in policarbonato e impediscono a oggetti sparati dal vento come proiettili di penetrare all’interno. Un portico anteriore e patio posteriore estendere lo spazio abitabile nei giorni tranquilli, e tutte le aperture sono progettate per avere la luce naturale e garantire la privacy.
Accordo Istruzione-Anie per portare gli studenti in azienda
Anie preparerà un elenco di imprese disponibili ad accogliere e inserire studenti in progetti di alternanza scuola-lavoro. È uno dei risultati del Protocollo d’intesa siglato tra Anie Confindustria, l’Associazione delle imprese elettrotecniche ed elettroniche, e il ministero dell’Istruzione. Anie e Miur si impegnano così ad affrontare le questioni aperte dalla Legge 107, cosiddetta «Buona Scuola», approvata il 13 luglio, che individua per gli ultimi due anni delle medie superiori periodi di permanenza obbligatori degli studenti in azienda nella misura di 200 ore per i licei e 400 ore per gli istituti tecnici.
L’impegno di Anie e ministero è sviluppare un sistema scolastico che si avvicini e dialoghi con l’industria, così da affrontare la questione della disoccupazione giovanile (oggi al 44,2%) e supportare le aziende che faticano a reperire sul mercato le figure professionali adeguate alle loro esigenze: personale ad alto potenziale, flessibile, che sappia progettare l’innovazione, districarsi nei nuovi mercati e gestire i rapidi cambiamenti tecnologici.
L’alternanza scuola-lavoro potrà essere un’opportunità anche per le aziende, che potranno gestire personale formato, qualificato e flessibile, disponendo di una significativa leva di competitività. L’applicazione pratica lascia tuttavia aperte numerose questioni organizzative e metodologiche legate alla distribuzione di 1 milione di studenti per uno o due mesi l’anno.
«Con la firma del Protocollo ci impegniamo a mettere a disposizione le nostre esperienze, risorse, conoscenze scientifiche e gestionali per creare una proficua sinergia con il sistema scolastico nazionale, in particolare con gli istituti tecnici ad indirizzo elettrico, elettronico e meccatronico», ha spiegato Claudio Andrea Gemme, Presidente di Anie. «L’alternanza scuola-lavoro, entrata stabilmente nel modello scolastico italiano è fondamentale per rimettere l’Italia al passo con le più avanzate economie europee. Rendere l’alternanza scuola-lavoro una pratica strutturale significa investire, di fatto, sulla re-industrializzazione del Paese e sul futuro delle giovani generazioni. È questa l’unica strada percorribile per tornare a far crescere l’Italia».
Al Saie formazione e sostenibilità in un seminario
Il Saie sarà anche l’occasione per aggiornare la formazione professionale. Il 16 ottobre, nell’Arena del Costruire Consapevole al Parco del Laterizio e della Ceramica (padiglione 25), all’interno della rassegna dedicata all’edilizia, si terrà un seminario internazionale dedicato alla formazione professionale per la sostenibilità. Si confronteranno tre esperienze di innovazione e formazione, che coinvolgono partenariati internazionali e risorse comunitarie per la costituzione di reti europee orientate all’implementazione delle competenze nel mondo delle costruzioni.
Il progetto Toceb (Transferring open content on energy-efficient buildings-Trasferimento di Open Content per la realizzazione di edifici a basso consumo energetico), nasce dall’esigenza di implementare nuovi materiali didattici sui temi di efficienza energetica e l’edilizia sostenibile all’interno dei sistemi nazionali di istruzione e formazione professionale e che siano accessibili gratuitamente a tutti. Toceb ha lo scopo di adattare i contenuti principali e l’approccio pedagogico della piattaforma Open Content e-genius (www.e-genius.at) ai paesi partner di progetto: Repubblica Ceca, Italia, Lituania e Polonia. L’innovativa piattaforma di apprendimento e-genius, che ha ricevuto numerosi riconoscimenti, è stata sviluppata in Austria dal Centro per le tecnologie innovative (GrAt) presso l’Università di Tecnologia di Vienna.
Le reti europee per la formazione saranno rappresentate anche dal programma I-Town, promosso dal Formedil e da numerosi altri enti del sistema dell’edilizia per far crescere il livello delle costruzioni italiane, nell’ambito del programma europeo Build up Skill Pillar 2 e investire sul medio-lungo periodo nella costruzione di profili professionali in grado di raccogliere la sfida della sostenibilità ambientale ed energetica delle costruzioni.
Arkey è un altro progetto europeo finanziato dal programma Leonardo da Vinci in cui il Formedil è partner per l’Italia assieme alla scuola edile di Vicenza. Il progetto promosso dalla Flc di Madrid tratta il tema delle competenze chiave e dell’applicazione della realtà aumentata. Il progetto si rivolge ai lavoratori del settore delle costruzioni privi di una qualifica ed ha per obiettivo di migliorare attraverso un processo formativo continuo le competenze chiave della matematica e delle scienze tecnologiche.
Durante l’evento verrà presentato dall’Andil il progetto europeo di ricerca Insysme (Innovative Systems for earthquake resistant masonry enclosures in rc buildings). Anche qui, è il contesto europeo a fornire risorse e network per la realizzazione di applicazioni innovative in termini di sicurezza e sostenibilità. Insysme è un esempio di riuscita collaborazione tra istituzioni, enti di ricerca e associazioni imprenditoriali per la progettazione di procedure e sistemi all’avanguardia, la cui applicazione e ricaduta positiva si prevedono ad ampio spettro nel settore delle costruzioni, ed in particolar modo, nell’aggiornamento normativo.
Cresme: gli ecobonus valgono 16 miliardi di investimenti
Quanto valgono ecobonus e credito d’imposta nell’edilizia? Secondo i dati presentati ieri dal servizio studi della Camera in collaborazione con il Cresme, nei primi otto mesi del 2015 hanno prodotto investimenti per 15.906 miliardi. E se le previsioni di 23,5 miliardi equivalenti a 351mila posti di lavoro per quest’anno verranno confermate, si profila una lieve flessione rispetto al 2014, chiuso con 28,5 miliardi di investimenti e 425mila posti di lavoro fra diretti e indotto. Nel confronto annuo l’ecobonus 65% è l’incentivo che ha tenuto meglio perché nelle previsioni dovrebbe scendere da 3,9 a 3,4 miliardi, pari a un segno negativo del12%, mentre la forbice del bonus ristrutturazioni è più ampia da 24,5 a 20,1 miliardi pari al -18%. Comunque sia le detrazioni hanno provocato un vero e proprio boom di lavori se si considerano i 19,2 miliardi del 2012, i 27,9 miliardi del 2013 fino al record del 2014. E dal 2008 al 2015 hanno generato circa 12.5 milioni di interventi, richiesti dalla metà delle famiglie per il 40% delle abitazioni sul territorio. E, allora, come mai un calo di domande nel 2015? Secondo gli autori della ricerca può aver inizialmente influito l’aumento della trattenuta sul bonifico dal 4 all’8% scattato da gennaio e non a caso dopo un periodo di fermo nei primi due mesi dell’anno, a marzo c’è stata una ripresa. E il presidente della Commissione Ambiente, Ermete Realacci, che ha commissionato l’indagine, ribadisce la necessità che il bonus venga applicato anche al consolidamento antisismico, alla bonifica dell’amianto e ad altri soggetti: edilizia sociale, condomini, imprese. L’estensione e la conferma portano a una riduzione dei consumi energetici, dell’inquinamento con vantaggi per tutti, cittadini e Stato. «La legge di Stabilità è la sede adeguata per rilanciare l’economia investendo su un’edilizia di qualità che punti a un’azione ampia di efficientamento energetico e di riqualificazione urbana», ha affermato Realacci spiegando la sua posizione.
Alla Fiera di Padova si parla della riqualificazione
Un appuntamento sulla riqualificazione del patrimonio edilizio. Sabato 10 ottobre alle 10, al Padiglione 4 di Padova Fiere, Padova Fiaip, Federazione Italiana Agenti Immobiliari Professionali, ha organizzato una tavola rotonda che ha per tema «un progetto decennale che parta dalla consapevolezza di rispettare la vivibilità delle nostre città, garantendo, comunque, la competitività e le opportunità lavorative di tutte le componenti della filiera dell’immobiliare e dell’edilizia». Partecipano Paolo Righi, presidente Nazionale Fiaip, Giorgio Spaziani Testa, presidente Nazionale di Confedilizia, Carlo Diario, vicepresidente CasaClima, Mauro Mariani, responsabile Servizio Efficienza Energetica nella PA Locale UTEE-APL, ENEA, Giovanni Salmistrari, presidente Ance Veneto, Giuseppe Cappochin, presidente dell’Ordine Architetti della Provincia di Padova.
Un italiano su tre verso gli acquisti online. Ma il negozio…
Un italiano su tre è pronto a fare acquisti online. Oggi i consumatori che fanno shopping in rete è fermo al 16%, ma in realtà 30 su 100, pur non avendo ancora praticato l’e-commerce, sono propensi a farlo nell’immediato futuro. Lo indica una indagine campionaria del Centro studi Unioncamere effettuata in collaborazione con Swg, che sonda le modifiche dei comportamenti di consumo legate al web. Conclusioni: le imprese che ancora non ritengono internet una risorsa vincente per la competitività dovranno cambiare opinione. E sono molte: secondo l’ultimo Rapporto Unioncamere, il 40% degli imprenditori dichiara che internet non serve alla propria attività. Una opinione che si scontra con quella di chi fa acquisti, tanto che alcuni settori, come il turismo, alla tecnologia e ai prodotti editoriali si sono radicalmente rivoluzionati. «Gli italian web consumer sono in aumento», commenta il presidente di Unioncamere, Ivan Lo Bello.
L’indagine, inoltre, indica che il web non sta cambiando solo il modo di acquistare, ma anche le forme di vivere il processo di acquisto. Paradossalmente, il negozio tradizionale non appare destinato a scomparire, ma da questo processo di cambiamento può uscirne rinnovato e rafforzato. Ciò che ancora convince il 51% di italiani a preferire lo store fisico al web è soprattutto la possibilità di vivere l’esperienza diretta della merce, il contatto umano e la fiducia che ne deriva, la consegna immediata della merce. I 16 italiani su 100 che invece sono web consumer stabili, e sono prevalentemente benestanti, iperconnessi e spesso residenti in piccoli comuni, sono motivati soprattutto dalla convenienza, dalla vastità dell’offerta, dalla facilità e comodità dell’acquisto.
EuroWindoor, nasce una associazione dei serramentisti europei
È nata una nuova associazione, formata da 12 associazioni nazionali, che rappresenta gli interessi dei più importanti produttori di serramenti a livello europeo. Si chiama EuroWindoor AISBL è ha l’obbiettivo di interfacciarsi con le istituzioni europee. Joachim Oberrauch, presidente EuroWindoor AISBL, ritiene che l’istituzione di un’associazione, slegata da uno specifico materiale da costruzione, con una struttura efficiente e ben organizzata aiuterà a rappresentare più efficacemente il comparto serramentistico in Europa.
La posizione dell’associazione è critica rispetto al progetto legislativo Ue dell’etichettatura energetica dei serramenti perché non crede che possa creare valore aggiunto per i consumatori e per le imprese. Vige l’obbligo di marcatura Ce per i serramenti. Le finestre, già disciplinate dalle normative nazionali, hanno un rendimento energetico che dipende da una grande varietà di fattori che sono difficilmente assimilabili tra i diversi paesi è quindi improbabile che il consumatore percepisca il beneficio tra etichetta energetica Ue e risparmio energetico al miglior prezzo.
EuroWindoor, fortemente impegnata a migliorare l’efficienza energetica degli edifici in Europa, suggerisce in alternativa all’etichettatura energetica un nuovo regolamento che sancisca dei precisi requisiti di efficienza per gli edifici che si basi sul bilancio energetico complessivo.
Rispetto alla direttiva RoHS II l’associazione ritiene che sia necessario restringere il campo di applicazione alle sole componenti elettriche del serramento e non alla sua totalità. La direttiva comunitaria RoHS II restringe l’uso di determinate sostanze pericolose nelle apparecchiature elettriche ed elettroniche, e dal 2019 sarà applicata anche a finestre e porte dotate di dispositivi elettrici. Anche il periodo di transizione è ritenuto da EuroWindoor troppo breve, ed insufficiente l’armonizzazione con direttive analoghe.