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Borghi d’Italia, quanto costa comprare casa?

Borghi d'Italia, casa in pietra in vendita a Castellabate (SA)

Case al bacio nei borghi d’Italia più belli. Laigueglia, in provincia di Savona, è il borgo più caro d’Italia dove acquistare casa, con una media di 5.499 euro al metro quadroÈ quanto emerge dall’analisi di mercato condotta dall’ufficio studi di Idealista sui Borghi eccellenti d’Italia in vista della Notte Romantica del 25 giugno, in 178 comuni tra i più affascinanti della Penisola. Sul podio, secondi i dati del portale immobiliare, oltre alla località ligure, salgono anche Atrani (5.148 euro/m2),  angolo di paradiso della Costiera Amalfitana in provincia di Salerno, e Cervo Ligure (4.596 euro/m2), in provincia d’Imperia.

Borghi d'Italia, casa in pietra in vendita a Castellabate (SA)
Borghi d’Italia, casa in pietra in vendita a Castellabate (SA)

Il buon retiro è a peso d’oro in Liguria. Sono 15 i borghi che vantano prezzi superiori ai 2mila euro al metro quadro. Di questi ben 6 sono località liguri, destinazioni molto ambite dalle famiglie milanesi e piemontesi, ciò giustifica i prezzi elevati di Finale Ligure (4.515 euro/m2), Lerici (4.201 euro/m2) , Moneglia (3.244 euro/m2) e Freamura (3.107 euro/m2). Tra i borghi marinari della top 15 figurano anche Monte Argentario (4.200 euro/m2), in provincia di Grosseto, Cefalù (2.634 euro/m2) in provincia di Palermo e Castellabate (2.152 euro/m2), località in ascesa del Cilento a sud della provincia di Salerno.  Tra le altre località sotto i 3mila euro si collocano Pescoconstanzo (2.891 euro/m2), località montana in provincia dell’Aquila, Egna (2.817 euro/m2) in provincia di Bolzano, Castel Gandolfo (2.495 euro/m2) e Morimondo (2.238 euro/m2), rispettivamente in provincia di Roma e di Milano.

Borghi d'Italia, trullo in vendita a Locorotondo (BA)
Borghi d’Italia, trullo in vendita a Locorotondo (BA)

Prezzi stracciati nell’entroterra, che offre opportunità interessanti a chi vuole acquistare un’abitazione dove trascorrere le proprie vacanze nel corso dell’anno. Con circa 500 euro al metro quadro è possibile acquisire proprietà in Molise, Alta Irpinia o in Calabria. Con 1.000 euro al metro  quadro si può sognare un trullo a Locorotondo o una tipica abitazione salentina nel centro di Presicce, oltre che in numerose località dell’Abruzzo, dove si possono trovare dove i paesaggi sono incantevoli, i ritmi slow, la cucina magnifica.

Raccolta rifiuti: ecco i comuni più virtuosi d’Italia

Raccolta rifiuti

Cannobio, San Giovanni Lupatoto e Sassari sono i comuni più virtuosi d’Italia nella raccolta rifiuti relativa al 2015. Il Centro di Coordinamento RAEE ha premiato a Roma, nell’ambito dell’iniziativa “Comuni Ricicloni” organizzata da Legambiente e giunta quest’anno alla XXIII edizione – le tre realtà territoriali che si sono distinte per la migliore performance di raccolta dei Rifiuti da Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche nel corso del 2015. Il criterio di selezione dei comuni più virtuosi ha tenuto conto innanzitutto della fascia di popolazione residente servita: una prima da 5.000 fino a 15.000 abitanti, una seconda da 15.000 a 45.000 e l’ultima per comuni con popolazione residente maggiore di 45.000 abitanti. All’interno di queste aree, sono state prese in considerazione la raccolta pro capite di RAEE e la quantità di rifiuti raccolta rispetto alla popolazione residente.

Raccolta rifiuti
Raccolta rifiuti

Sulla base di questa classificazione, i vincitori per ciascuna delle tre categorie individuate – aree piccole, medie e grandi – sono stati rispettivamente il comune di Cannobio in provincia di Verbano Cusio Ossola (5.203 abitanti), che ha raccolto 69.444 kg per una raccolta pro capite di 13 kg per abitante; il comune di San Giovanni Lupatoto in Provincia di Verona (24.991 abitanti), che ha totalizzato 219.236 kg di RAEE e una raccolta pro capite di 9 kg per abitante; il comune di Sassari (127.625 abitanti) che ha registrato 1.003.870 kg complessivi e 8 kg per abitante. Altri criteri di valutazione qualitativa hanno preso in considerazione la disponibilità dei Centri di Raccolta comunali a ricevere i RAEE provenienti dalla Distribuzione attraverso l’uno contro uno, l’area regionale, la corretta gestione di raccolta delle varie tipologie di rifiuto e il miglioramento dei servizi rivolti ai cittadini.

Raccolta rifiuti
Raccolta rifiuti

“Anche quest’anno il Centro di Coordinamento RAEE partecipa con piacere all’iniziativa “Comuni Ricicloni” di Legambiente, dedicata alle realtà virtuose presenti sul territorio nazionale – ha commentato il Presidente del Centro di Coordinamento RAEE Giancarlo Dezio. – Gli Enti Locali, insieme ai Sistemi Collettivi iscritti al Centro di Coordinamento RAEE, svolgono un ruolo cruciale nella raccolta dei Rifiuti Elettrici ed Elettronici in Italia e il raggiungimento di risultati così notevoli sono la testimonianza che la raccolta nei comuni può arrivare a livelli di eccellenza”. Ai campioni della raccolta è stata consegnata una targa che attesta l’eccellente lavoro svolto nel corso dell’anno 2015.

Raccolta rifiuti
Raccolta rifiuti

Tanti auguri Mr JCB (con un busto di bronzo)

Un’opera in bronzo celebra il centenario della nascira di Mr JCB. Il fondatore dell’omonima JCB è stato celebrato con l’inaugurazione di un busto in bronzo appositamente commissionato. Joseph Cyril Bamford CBE è nato il 21 giugno 1916 presso la casa di famiglia, The Parks a Uttoxeter, Staffordshire, da Cyril e Dolores Bamford. Durante la sua giovinezza gioca spesso alla costruzione di auto e barche, i primi segnali della capacità inventiva che lo avrebbe visto diventare uno dei tecnici progettisti più famosi della Gran Bretagna.

Quando Mr Bamford si ritirò nel 1975 passando il testimone a suo figlio Anthony, la società da lui fondata nell’ottobre del 1945 in un piccolo garage a Uttoxeter è diventata un a realtà da 43 milioni di sterline l’anno e impiega centinaia di persone. Era anche diventato universalmente conosciuto come “Mr JCB” così come “Jamais Content” Bamford, grazie alla sua incrollabile volontà di fare le cose sempre meglio.Oggi i suoi figli, Lord Bamford e Mark Bamford, e suo nipote, Jo Bamford, hanno voluto celebrare il centenario della sua nascita e sottolineare i suoi numerosi successi inaugurando un busto in bronzo a lui dedicato installato presso il quartier generale mondiale JCB a Rocester. L’opera porta la firma di un altro figlio celebre dello Staffordshire, lo scultore Andrew Edwards nato a Stoke-on-Trent 52 anni fa, che ha trascorso ben cinque mesi al lavoro per ricreare l’immagine di Mr Bamford negli anni Sessanta, nel momento di massimo vigore e della definitiva affermazione di JCB a livello mondiale.

Lord Bamford ha dichiarato: “Mio padre è stato senza dubbio un genio dell’ingegneria e abbiamo voluto celebrare il centenario della sua nascita e il contributo enorme che ha portato allo Staffordshire e alla Gran Bretagna. Siamo molto soddisfatti dell’opera, ed è suggestivo che sia stata creata nella contea della sua nascita e da uno scultore il cui talento è stato sviluppato proprio qui nello Staffordshire”. Il busto sarà ora in mostra permanente al JCB World Headquarter, dove sarà visto dalle migliaia di visitatori che ogni anno ne varcano le porte. Andrew Edwards ha dichiarato: “Sono sempre estremamente nervoso quando devo lavorare a opere di questa natura, perché sono così molto personali per i familiari coinvolti. Lavorando a stretto contatto con la famiglia Bamford, sento di avere realizzato un’immagine di notevole somiglianza di una persona che è senza dubbio tra i figli più famosi dello Staffordshire. Avere realizzato quest’opera è stato un onore”.

Il busto pesa circa 50 kg ed è altro circa 70 centimetri. Non è il prima busto di Mr JCB ad essere commissionato; uno più piccolo è stato realizzato nel 1964 su commissione dei dipendenti che glielo hanno voluto regalare in segno di gratitudine per il bonus da 250.000 condiviso tra la forza lavoro dopo un anno particolarmente favorevole. Questo busto si trova sulla scrivania originale di Mr JCB visitabile nel museo JCB Story presso il quartier generale mondiale JCB.

 Date. 21.06.16

Date. 21.06.16

Se il portone Hörmann si apre sulla villa a basso consumo

Abitare in campagna a breve distanza dalla città è il sogno di molti italiani. Un sogno che, per Filippo Giaroli e la sua famiglia, è diventato realtà con la costruzione della loro nuova villa unifamiliare, recentemente completata a Monticelli Terme, alle porte di Parma. Si tratta della nuova case history Hörmann, che ha partecipato alla realizzazione della villa a basso consumo energetico, fornendo un portone sezionale.

Villa Unifamiliare a Parma - Portone Lpu 40 Silkgrain con inserti - foto 3
Villa unifamiliare a Parma, portone Hormann

Entriamo nel merito dell’iniziativa dando vita al protagonista, Filippo Giaroli: “Abbiamo voluto che la nostra nuova casa fosse concepita attorno agli spazi aperti, circondata da un ampio giardino e con le zone giorno e notte disposte su un unico livello. Oltre ai classici locali sono inoltre presenti uno studio, una piccola palestra e una camera per gli ospiti. L’edificio è comunque sviluppato su due piani, perciò lo spazio centrale del salone risulta a doppia altezza: in questo modo siamo riusciti a ottenere un ambiente comune estremamente luminoso e piacevole, sul quale si affacciano i locali del piano superiore. Per rompere l’uniformità volumetrica, il salone è rivestito con pietra naturale a vista sul fronte come sul retro, in modo da farlo risaltare rispetto alla cucina e alla zona notte che, dall’esterno, si distinguono per la diversa colorazione dell’intonaco”.

Villa Unifamiliare a Parma - Portone Lpu 40 Silkgrain con inserti - foto 2

L’edificio è anche estremamente parco nei consumi: “Siamo ancora in attesa dell’attestazione ufficiale, ma le previsioni progettuali indicano prestazioni in classe energetica A. Il termotecnico ha curato con molta attenzione tutti gli aspetti relativi al corretto isolamento termico dell’involucro edilizio, compresi i serramenti che, date le dimensioni, svolgono un ruolo determinante. Si tratta di infissi con telaio in legno e alluminio, dotati di tripli vetri con caratteristiche antisfondamento, che abbiamo selezionato confrontando diversi prodotti. Al contrario, per la scelta del portone del garage, ci siamo orientati esclusivamente verso i prodotti Hörmann“.

Villa Unifamiliare a Parma - Portone Lpu 40 Silkgrain con inserti - foto 1

Le ragioni di questa preferenza? “Sicuramente hanno inciso le prestazioni termoisolanti, ma la verità è che li abbiamo visti nella show room dell’impresa installatrice ed è stato amore a prima vista: ci sono piaciuti fin da subito sia per il loro design, sia per la cura prestata ai particolari tecnici. Grazie al vasto assortimento della gamma abbiamo confrontato diverse soluzioni e possibilità di personalizzazione, optando infine per un portone sezionale, secondo me più pratico nell’uso e piacevole alla vista rispetto a un normale basculante”. Oltre alla possibilità di far filtrare nel garage quel minimo di luce naturale che può fare sempre comodo, abbiamo pensato che gli inserti trasparenti (oblò quadrati) conferissero quel tocco in più, capace di caratterizzare il portone nel contesto dell’immagine architettonica complessiva”. Soddisfatti della scelta? “Assolutamente sì, e non solo per la qualità del prodotto, conclude Giaroli. Qualche giorno dopo l’installazione, infatti, abbiamo dovuto chiamare l’assistenza per effettuare una regolazione. Nell’arco di 24 ore era tutto risolto, grazie a personale estremamente competente e disponibile. Se qualcuno me lo chiedesse, non potrei che consigliargli un portone Hörmann”.

Nasce il crowdfunding per il rilancio delle periferie

Periferie in azione

Periferie, il rilancio inizia con il crowdfunding. Si, proprio così: una raccolta fondi popolare volta alla riqualificazione delle periferie italiane. Si chiama “Taking care-Periferie in azione” ed è l’ambizioso progetto civico lanciato da cinque associazioni fortemente radicate in Italia quali l’Associazione Italiana Biblioteche, Emergency, Legambiente, Libera (Associazioni, nomi e numeri contro le mafie) e l’Unione Italiana Sport per tutti.

Una causa nobile nella quale le associazioni coinvolte operano in piena concertazione, così da realizzare un lavoro realmente ficcante in termini di recupero sociale e culturale dei quartieri periferici delle città italiane. Tema peraltro caldissimo della campagna elettorale delle recenti elezioni comunali. Ma, in questo caso, si va al di là delle promesse elettorali.

In concreto? La realizzazione di realizzare cinque unità mobili d’intervento in zone periferiche come ausilio dei propri progetti di riqualificazione, per veicolare e accrescere i principi di, cultura, sanità, ambiente, legalità e socialità. A favore di tutti. I dispositivi diventeranno una roccaforte per l’educazione alla convivenza e alla cittadinanza attiva attraverso il gioco e lo sport, un ambulatorio mobile e centro di mediazione culturale, un centro di monitoraggio e sensibilizzazione ambientale, uno spazio di socializzazione per adulti e bambini nonché di informazioni su cultura, biblioteche e tempo libero e, in ultimo, un presidio, situato nel cuore di un bene confiscato alle mafie, aperto alla riflessione e azione della cittadinanza.

Periferie in azione
Periferie in azione

Biblioteca mobile

BiblioHub. Uno spazio per la lettura e un punto di accesso all’informazione e al prestito di libri, per favorire la socializzazione di adulti e bambini. (A cura dell’Associazione Italiana Biblioteche)

Ambulatorio mobile

Articolo 10. Ambulatorio mobile per assistenza sanitaria e mediazione culturale. (A cura di Emergency)

Laboratorio mobile

U.M.A Unità Monitoraggio Ambientale. Strumento di monitoraggio e sensibilizzazione ambientale

Polo per la legalità

Campo Libero. Presidio nel cuore di un bene confiscato alle mafie: luogo aperto alla cittadinanza, pensato per coinvolgere migranti, scuole e giovani, spazio per riflettere e agire.

Palestra mobile

Tomoves, Torino, Movement, Values, Expression, Sport. Presidio stabile per l’educazione alla convivenza civile, al rispetto e alla cittadinanza attiva attraverso il gioco, lo sport ed il movimento

Per chi volesse saperne di più sul progetto e per chi volesse finanziarlo

Il futuro del business passa per i Big Data

Big Data

I Big Data rappresentano il business del presente (e del futuro) le aziende. Un’indagine internazionale condotta su 1200 professionisti evidenzia come il 52% degli addetti ai lavori, seppur riconosca l’importanza dei Big Data, non riesca a sfruttarli a pieno per incrementare la produttività della propria impresa.

I numeri li danno l’ente di certificazione Dnv Gl-Business Assurance e l’istituto di ricerca Gfl Eurisko, che hanno condotto il report bussando alla porta di aziende che operano in settori diversi in Europa, Americhe e Asia. Bene, come detto il 52% è consapevole del potenziale economico-commerciale dei Big Data, ma solo il 23% del totale lo sa cavalcare per migliorare il proprio business. Detto ciò, tutte le imprese hanno segnato il tema in agenda: il 65% si sta preparando a un futuro – sempre più prossimo – nel quale i database giocheranno un ruolo significativo. In arrivo, dunque, nuovi investimenti ad hoc.

Big Data
Big Data

Big Data – Un nuovo viaggio

Per trarre benefici reali occorre innanzitutto implementare le tecnologie e la capacità analitica che consentono alle organizzazioni di interpretare le proprie raccolte di dati. I vantaggi arrivano quando si è in grado di capire meglio il settore, la clientela e il mercato di riferimento e di prendere decisioni sulla base di informazioni aggiornate per massimizzare la produttività o i risultati. La maggior parte degli sforzi si concentra sulla creazione delle risorse e competenze necessarie per poter sfruttare i Big Data al massimo del potenziale. Il 28% ha migliorato la gestione delle informazioni e il 25% ha implementato nuove tecnologie e metodiche. Meno numerose le aziende che hanno intrapreso azioni che hanno influito sulla loro routine quotidiana: il 16% ha lavorato per cambiare la cultura o la struttura organizzativa, mentre il 15% ha mutato modello imprenditoriale.

Big Data – Vantaggi e ostacoli

Tutte le aziende che sfruttano i big data hanno ottenuto benefici concreti. Il 23% dichiara di aver accresciuto l’efficienza, il 16% ha migliorato i processi decisionali e l’11% ne ha beneficiato in termini di risparmi. Nel 16% dei casi, grazie ai big data, sono migliorati customer experience e coinvolgimento; nel 9%, le relazioni con gli altri stakeholder. I principali fattori che impediscono alle aziende di progredire ulteriormente hanno a che vedere con la mancanza di una strategia d’insieme e di competenze tecniche (entrambe al 24%).

BigMat Italia: il consorzio cambia nome e cresce

BigMat Italia, il consorzio cambia nome

BigMat Italia, un nuovo nome per continuare a crescere. Nell’anno del 35esimo compleanno del marchio BigMat in Europa, l’assemblea annuale dei soci italiani ha approvato il cambio della denominazione sociale del consorzio: da  Pro.Ma.Italia S.c.p.a a BigMat Italia S.c.p.a. Un cambio in linea che segue di qualche mese l’adozione del nuovo posizionamento internazionale BigMat-Home of Builders, che in Italia è stato recepito e colto all’istante.

In occasione del meeting è stato inoltre approvato il bilancio del consorzio, positivo e in linea con quello dell’anno precedente. In più sono stati presentati i risultati della seconda edizione del BigMarket (tenutosi a Firenze) alla presenza di 105 Soci BigMat e dei principali fornitori partner, leader del settore. Un’iniziativa che ha confermato gli esiti positivi del 2015 sia in termini di partecipazione sia di entusiasmo, un evento in cui il vero valore aggiunto è stato l’aspetto relazionale, pilastro sul quale BigMat sviluppa e costruisce i propri rapporti. Altri numeri positivi snocciolati nel corso dell’Assemblea sono stati i riscontri della campagna pubblicitaria lanciata da BigMat per due settimane sulle reti tv nazionali Mediaset, Sky e Cielo. Un totale di 785 spot che hanno portato un +20% di notorietà del marchio BigMat.

BigMat Italia, il consorzio cambia nome
BigMat Italia, il consorzio cambia nome

Durante i lavori dell’assemblea sono stati dunque ratificati gli ingressi dei nuovi soci e presentati i nuovi 22 punti vendita. I soci entrati in BigMat Italia dal primo marzo 2016 sono: Srl di Valperga (TO), Carini Edilizia Srl di Arco (TN), Edil Silver di Zanetti Silver di Lodrone (TN), Edilagraria Srl di Fondo (TN), Edilnova Cles Srl di Cles (TN), Enderle Srl di Trento, Moser Guido Edilizia Srl di Pergine Valsugana (TN), Repro Srl di Fonzaso (BL), Tuttedil Srl di Ton (TN).

Gli ultimi due ingressi, entrati in BigMat Italia a maggio, sono invece Edil Condera Cuzzola Srl di Reggio Calabria e Bonaldo Paolo & C. Sas di Castello di Godego (TV). Entrando nel merito, BigMat Edil Condera Cuzzola di Reggio Calabria, azienda a conduzione famigliare e con 30 anni di esperienza, è specializzata dal 1986 in forniture di edilizia pesante e ferramenta, nell’arredobagno, nelle porte e nelle finiture (soprattutto ceramiche) con una grandissima selezione di marchi per un pubblico molto ampio che va dalle imprese, agli architetti e ai progettisti ma anche ai privati e alle Pubbliche Amministrazioni; mentre BigMat Bonaldo Paolo & C. è un’azienda storica in provincia di Treviso, punto di riferimento per le piccole e medie imprese della zona ma anche per gli artigiani e i privati che fin dagli anni ’60 si rivolgono al punto vendita di Castello di Godego dove è presente un’offerta di prodotti di edilizia pesante e ferramenta.

A oggi il Gruppo BigMat Italia conta quindi 113 Soci, per un totale di 188 punti vendita distribuiti su tutto il territorio nazionale. La crescita non si ferma.

Nuovo nome per il consorzio BigMat Italia
Nuovo nome per il consorzio BigMat Italia

Riqualificazione energetica, quando il cappotto fa la differenza

La facciata principale a intervento finito - sistemi a cappotto (2)

Sistemi a cappotto: efficienza energetica nel rispetto della tradizione

L’unicità della Riviera ligure di Ponente non è data solo dalla maestosità dei paesaggi, che contrappongono i blu intensi del Tirreno al verde degli ulivi che domina dalle alte costiere frastagliate, anche le tante cittadine che costellano la riviera hanno tratti urbanistici e architettonici propri che sono parte integrante e imprescindibile del territorio.

La facciata principale a intervento finito - sistemi a cappotto (2)
La facciata principale a intervento finito – sistemi a cappotto

Caratteristiche forti, di carrugi e case dipinte, che non si ritrovano solo nei borghi a prevalente vocazione turistica, ma che emergono chiari anche nelle cittadine che sono il motore, industriale ed economico della Liguria.  Avviene così anche a Vado Ligure, uno dei comuni più industrializzati della riviera, dove anche sullo sfondo delle due imponenti ciminiere della centrale termoelettrica si stagliano le facciate delle chiese barocche, delle tante ville liberty e delle palme del lungomare. In questo contesto gli interventi di ristrutturazione devono mirare non solo al miglioramento dell’efficienza energetica delle strutture, ma anche alla conservazione e alla valorizzazione delle loro peculiarità architettoniche. È questo il compito affidato all’architetto Corrado Visini di Savona, responsabile del progetto di restauro di un edificio storico pluripiano che, a Vado Ligure, si affaccia sulla centralissima Via Aurelia.

Facciata cieca dell'edificio - Prima e dopo i lavori
Facciata cieca dell’edificio – Prima e dopo i lavori, dipinta a trompe l’oeil. Sistemi a cappotto

La scelta del progettista si è orientata per un intervento di isolamento termico delle pareti perimetrali, che presentavano evidenti segni di ammaloramento, visibili soprattutto nella facciata cieca,  mediante una soluzione a cappotto e, come strato termoisolante, si è adottato il pannello in schiuma poliuretanica Stiferite Class Sk specifico per isolamenti dall’esterno sotto intonaco sottile.  La particolare conformazione delle facciate, con elementi decorativi di grande interesse, ha reso necessario il contenimento dello spessore del sistema cappotto e, proprio a fronte di questo vincolo, è stato selezionato il materiale isolante che a parità di spessore garantiva la migliore resistenza termica.

La facciata principale prima dei lavori
La facciata principale prima dei lavori. Sistemi a cappotto

Per l’isolamento dei circa 1200 metri quadrati di facciata, installati dall’impresa Ferrelli & C. Snc di Spotorno (SV), sono stati impiegati pannelli Stiferite di spessore 60 mm, che assicurano una resistenza termica, stabile nel tempo, pari a 2,14 m2K/W; utilizzando un materiale meno performante lo spessore richiesto per ottenere la stessa prestazione sarebbe stato superiore da un minimo del 20% fino al 40-60%.

Prospetto laterale e posteriore, prima e dopo
Prospetto laterale e posteriore, prima e dopo. Sistemi a cappotto

Oltre alla eccellenti prestazioni isolanti, anche altre caratteristiche del pannello Stiferite Class SK hanno contribuito al successo dell’intervento, tra queste vanno ricordate:

  • La semplicità di posa
  • La rigidità e la compattezza della schiuma poliuretanica che ha agevolato le operazioni di taglio e sagomatura
  • Il rivestimento dei pannelli in fibra minerale saturata che garantisce la perfetta adesione dei diversi strati del sistema
  • La riduzione dei tempi di installazione e la limitazione dei costi per accessori e fissaggi determinata dall’applicazione di uno strato isolante di spessore contenuto
  • La compatibilità con tutti i sistemi di finitura che, nel caso dell’edificio di Vado Ligure, hanno comportato l’utilizzo di arenino pigmentato, idoneo a riproporre le tonalità e gli effetti degli intonaci ottocenteschi
Fissaggio pannelli Stiferite Class SK - Applicazione della rete e dei rasanti
Fissaggio pannelli Stiferite Class SK – Applicazione della rete e dei rasanti. Sistemi a cappotto

In concomitanza con le opere di efficientamento energetico, l’arch. Visini è intervenuto felicemente anche negli aspetti formali ed estetici con la realizzazione, sulla facciata cieca dell’edificio, di membrature architettoniche dipinte, in puro stile ligure, con la tecnica del trompe l’oeil e realizzate dal pittore Daniele Tondolo di Varazze (Savona).

Stiferite Class Sk - sistemi a cappotto
Stiferite Class Sk – sistemi a cappotto

Berardo: Casaoikos meglio lavorare a rete, senza la fissa dell’insegna

Casaoikos

“Ristrutturazione e privato sono i driver del mercato di oggi e di domani”. Ne è sicuro Luca Berardo, presidente Sercomated e amministratore delegato di Casaoikos, distributore di ceramiche e materiali edili di lungo corso. Sì, perché era il 1946 quando il nonno Natale fondò la Berardo Ceramiche, che produceva piastrelle e già guardava al di là dei confini nazionale. La terza generazione al potere racconta come (e dove) è cresciuta l’azienda e quali sono le sfide da cogliere e vincere, perché “chi è capace di cogliere le nuove tendenze ha prospettiva e chi è nostalgico del passato va a fondo”.

Luca Berardo, Casaoikos
Luca Berardo, Casaoikos

Domanda. Casaoikos compie 70 anni, auguri.

Risposta. Già, abbiamo spento le 70 candeline in questo 2016. Nati nel 1946 come produttori di marmette in graniglia, ci rivolgevamo oltre al mercato domestico anche alla Francia, a tutto il nord Europa ed ai paesi dell’Africa sahariana.

D. Poi?

R. Poi, nei primi anni 80 abbiamo smesso la produzione delle marmette e ci siamo dedicati completamente alla distribuzione di piastrelle in ceramica, sanitari, arredo bagno e materiali da costruzione. La vocazione industriale del nostro gruppo è rimasta ancora oggi nella divisione manufatti in cemento che è oggi una società a parte. Negli ultimi dieci anni abbiamo cercato con forza l’integrazione orizzontale con altri soggetti operanti nel settore della decorazione d’interni come mobilifici e società si porte e serramenti.

D. Entriamo nel merito di questa evoluzione.

R. Abbiamo fondato il gruppo Atrium, prima realtà che ha messo insieme secondo un’integrazione orizzontale e nello stesso luogo fisico, importanti distributori operanti nel settore della distribuzione di arredi, superfici e bagno, porte e serramenti, tessuto e tendaggi ed impianti audio. Il mix del gruppo Atrium cerchiamo di replicarlo nelle filiali che abbiano la dimensione tale da consentirlo.

Casaoikos
Casaoikos, Nizza

D. Mercati che per Casaoikos non hanno né confini nazionali né età.

R. Oggi abbiamo una presenza diretta in Italia e Francia ed in Svizzera siamo in partenariato con un’importante realtà del mondo dell’arredammento.

D. Ha una definizione che ben fotografa il lavoro della sua azienda?

R. Lavoriamo a rete. Siamo molti più presenti che non visibili.

D. Nel senso che?

R. Siamo presenti in numerosi studi di architettura per i quali ci occupiamo di tutta la divisione di prodotto legata alle superfici fungendo così da ufficio di prodotto dedicato. Inoltre, siamo presenti anche in tante realtà (come strutture del mondo del mobile) nelle quali non figuriamo direttamente, ma lavoriamo per le loro divisioni, che siano superficie, sanitari e/o arredo bagno, diventando così l’ufficio di prodotto di riferimento.

Casaoikos, Berardo Ceramiche
Casaoikos, Berardo Ceramiche – Borgo San Dalmazzo (Cuneo)

D. Cosa significa per voi questo modus operandi?

R. Un imperativo, fin dalla fondazione. Non siamo quelli che fagocitano e che si sviluppano con il pensiero fisso dell’insegna. È questa la nostra marcia in più.

D. Ne avete una seconda?

R. Risorse umane molto motivate. Diamo ai nostri collaboratori ampia delega: ciascuno di loro risponde di un perimetro di responsabilità più ampio che non altrove. E ciò ci rende molto solidi.

D. Veniamo al mercato: qual è il vostro trend?

R. Quest’anno chiuderemo il primo semestre a forte segno “più” in tutti i Paesi nei quali operiamo.

Casaoikos, Losanna
Casaoikos, Losanna

D. Di che dimensioni parliamo?

R. Di tre “più” a doppia cifra che ci danno grande soddisfazione.

D. Il volume dei vostri affari come è ripartito geograficamente?

R. L’Italia rappresenta ancora circa il 60%, la Francia il 35%, la Svizzera il 5%. Ecco, una precisazione: nella fetta di mercato francese faccio confluire anche le operazioni che ci vedono partner in progetti a Dubai e negli Stati Uniti, che partono dalla gestione in Francia.

D. All’orizzonte che cosa vede?

R. Una premessa d’obbligo. In Italia il mercato è ancora quello che è, ovvero in difficoltà e non ancora uscito dalla congiuntura. E a tal proposito è bene capire che la crisi ha ridefinito il paradigma del mercato, che mai tornerà come prima.

Casaoikos
Casaoikos

D. Detto ciò…?

R. Sono ottimista. Noi abbiamo operato sempre nella ristrutturazione e sul privato, che sono i driver del mercato di oggi e di domani. Perciò le previsioni circa il mio gruppo sono positive, mentre per il mercato generale dico che serve sapere cogliere le tendenze: chi è capace di lavorare bene sui fronti caldi (ristrutturazione lato sensu e utente finale) ha prospettiva, chi è nostalgico del passato – e attende il ritorno del vecchio mercato – va a fondo.

D. Le criticità maggiori, al momento, sono allora in Francia?

R. Sì, ci vivo da 10 anni e mi accorgo di come il Paese stia attraversando adesso un momento davvero difficile, più del nostro. La Francia, per sua natura, prende sempre tardivamente coscienza delle cose. Il mercato del lavoro è un po’ scollegato rispetto al tempo: ora sta prendendo nozione di quello che è cambiato e allora si arrocca sulle vecchie posizioni ed ecco le enormi contestazioni sulla nuova legge sul lavoro, il cosiddetto Jobs Act transalpino. Mentre a livello economico la Francia è più stabile di noi, ma si deve dare da fare. Vero è che noi siamo in Costa Azzurra, che è fortemente (e fortunatamente) anticiclica, visto che gode dell’arrivo di capitale straniero, anche se il dumping sui prezzi è palpabile. La Svizzera francese, invece, è stabile e garantisce maggiori controlli: gli operatori che arrivano sul mercato non possono fare concorrenza al super-ribasso sul prezzo.

D. Che cosa bolle nella pentola di Casaoikos?

R. Il consolidamento della strategia che ci vede sempre più presenti all’interno delle grandi strutture del mobile. Le ultime due filiali aperte sul suolo italiano, Torino e Cuneo, perseguono il fine del rafforzamento nei mobilifici, un piano che vogliamo sempre più puntellare e perfezionare, mentre in Francia e in Svizzera voglio consolidare le nostra attuale presenza.

Casaoikos
Casaoikos
Casaoikos
Casaoikos

Immergas, Alfredo Amadei nuovo presidente

Alfredo Amadei
Alfredo Amadei

Immergas (caldaie a condensazione orientate alla sostenibilità e al risparmio energetico) cambia vertice: il fondatore, Romano Amadei, passa il testimone al figlio Alfredo, 48 anni, che ricopriva la carica di vice presidente. «Ho accettato la proposta di nomina a presidente, ringraziando per la fiducia che mi è stata concessa e assicurando il massimo impegno perché la Immergas continui a perseguire la sua mission che da oltre cinquant’anni è quella di produrre sistemi per il clima domestico di qualità e orientati all’innovazione», ha commentato Alfredo Amadei. «Una scelta che ogni giorno ci vede impegnati nel dialogo con i mercati di tutto il mondo, che hanno sempre riconosciuto a Immergas la reputazione che migliaia di uomini e donne hanno saputo costruire e consolidare. È proprio sul valore delle persone che fanno crescere Immergas che baserò le mie scelte future, puntando, come è avvenuto in questi anni a innovare. Fondamentale per me nell’accettare questa nuova sfida imprenditoriale e professionale rimane la consapevolezza di poter contare sul supporto di mio padre, che oltre a continuare la propria attività in seno al consiglio di amministrazione di Immergas, manterrà la carica di presidente della controllante Immerfin. Questa nomina, unitamente a quella di Alessandro Carra a vice presidente, è un segnale concreto della volontà delle nostre famiglie di continuare ad investire per lo sviluppo e la competitività di Immergas».

Alfredo Amadei
Alfredo Amadei

Immergas è stata fondata con Gianni Biacchi e Giuseppe Carra nel 1964 e anche per Alessandro Carra, figlio di uno dei fondatori, è arrivata la promozione da consigliere a vice presidente, mentre il fratello Gionata rimane nel consiglio di amministrazione come consigliere.

Il nuovo organigramma di vertice della Immergas vede la conferma a vice presidente di Mirko Orlandini, che guida l’area risorse umane di Fulvio Martini, amministratore delegato focalizzato sulla finanza e controllo. Nel nuovo consiglio di amministrazione di Immergas rimangono con il ruolo di consiglieri il direttore marketing strategico Pietro Alberici e il direttore ricerca e sviluppo Mauro Guareschi.

Alfredo Amadei che è entrato in Immergas nel 1989 e prima della nomina a presidente ha seguito direttamente tutte le aree funzionali commerciali e operative. Immergas è una multinazionale a capitale italiano e tutta la fase di internazionalizzazione che dal 1996 con l’apertura della prima filiale in Polonia ha portato il gruppo Immerfin che controlla Immergas a presidiare il mercato mondiale con dieci filiali e tre stabilimenti (Brescello, Poprad in Slovacchia e Quazvin in Iran). Il Gruppo Immerfin è una multinazionale famigliare che controlla Immergas in Italia e Immergas Europe in Slovacchia.

Nel 2015 ha registrato un fatturato di 235 milioni di euro. I margini di redditività sostengono stabilmente il piano di investimenti che consente a Immergas di mantenere alta la sua competitività. Gli addetti sono complessivamente circa 700, distribuiti in tre stabilimenti situati a Brescello in Italia, a Poprad in Slovacchia e a Quazvin in Iran.

Privacy, con Betafence il giardino diventa “Secret Garden”

Fare del proprio giardino un luogo da vivere in totale libertà e riservatezza è possibile grazie ai nuovi sistemi di oscuramento per pannelli di recinzione Betafence. Il giardino e le aree esterne vivibili rappresentano un naturale prolungamento dello spazio domestico, dove ritagliarsi piacevoli momenti relax, lontani dal tran-tran quotidiano e da sguardi indiscreti. E così, come l’interno della casa, anche il giardino richiede soluzioni che ne garantiscano la migliore privacy e protezione: Betafence propone una vasta gamma di soluzioni di oscuramento per pannelli di recinzione, ideali per soddisfare l’esigenza di protezione e riservatezza, soprattutto dove si tratti di applicazioni residenziali. Senza mai rinunciare all’aspetto estetico. Così il giardino diventa un secret garden.

Privacy per il proprio giardino - Betafence

Privacy per il giardino: la collezione Betafence

Collfort, Screeno Line e ScreenoWave sono i tre diversi sistemi di oscuramento Betafence disponibili per delimitare il giardino, proteggendo dalla vista esterna o creare angoli di privacy all’interno del giardino stesso. Realizzati in diversi materiali, assicurano un’elevata resistenza al deterioramento, grazie alle diverse colorazioni, gli effetti e le textures disponibili permettono la massima personalizzazione degli spazi esterni. Sono garantiti tutti 10 anni. Scopriamoli nel dettaglio:

  • Collfort è il sistema di oscuramento per pannelli costituito da listelli in legno naturale di pino nordico. Classico e fatto con materiali naturali, Collfort regala eleganza e pregio estetico al giardino, integrandosi con discrezione nel contesto. Non necessita di trattamenti di manutenzione né riverniciatura, è facile da installare e durevole nel tempo.

  • Screeno Line è il sistema di oscuramento costituito da listelli in PVC, un materiale pratico che ha il vantaggio di non richiedere alcuna pulizia e manutenzione; assicura una lunga durata nel tempo. Declinato in tre diverse tonalità, permette inoltre la massima personalizzazione. Screeno Line è disponibile nel classico colore verde, per un effetto ad alta integrazione nel contesto ambientale; ad “effetto legno” chiaro o scuro, per un risultato naturale o antracite per dare un tocco di modernità allo spazio.
  • Screeno Wave è il sistema di oscuramento più “coprente” dato da strisce in polipropilene in colore antracite o grigio pietra. Una soluzione di grande contemporaneità, indicata anche per i contesti urbani, grazie alle sue tonalità neutre e ad effetto metallico. Oltre che per l’impatto estetico, Screeno Wave si connota anche per la sua robustezza e resistenza agli urti, alla rottura ed alla corrosione dei raggi UV e degli agenti atmosferici. Riciclabile, è disponibile anche nel colore verde.

Recinzioni-privacy-giardini-casa- Screeno OK

Nuove finiture per le finestre da tetto Fakro

Nuove finiture - finestre FAKRO

Le finestre da tetto Fakro si fanno sempre più versatili grazie all’ampia gamma di finiture, dall’acrilico trasparente standard all’originale colorazione Walnut. Fakro, secondo player mondiale nel settore delle finestre da tetto, propone una nuova collezione di finiture superficiali per le proprie finestre da tetto in legno.

Particolarmente apprezzato per le sue caratteristiche estetiche e le elevate performance in termini di isolamento termico e acustico, il legno è uno dei materiali più utilizzati negli ambienti domestici.  Realizzati in legno di pino di prima qualità, anche gli elementi in legno delle finestre da tetto Fakro possono essere personalizzati per essere il più possibile in linea con gusti personali, trends e arredi: possono infatti presentare differenti caratteri, grazie alla recente introduzione delle finiture Light Oak, Teak, Afromosia, Mahogany e Walnut ,da oggi disponibili per qualsiasi finestra. Le diverse tonalità si affiancano così alla tradizionale finitura in vernice acrilica ecologica trasparente, da sempre applicata in due mani su tutte le finestre da tetto dell’azienda.

Nuove finiture - finestre FAKRO

Qualunque sia la colorazione scelta, tutte le finiture superficiali delle finestre da tetto Fakro proteggono l’infisso nel tempo e conservano insieme le naturali caratteristiche del materiale, garantendone una maggiore durata nel tempo. Inoltre, le nuove finiture conferiscono alla finestra un dettaglio di stile che la rende non solo un elemento strutturale dell’abitazione, ma un vero e proprio elemento d’arredo, variegato e versatile, da abbinare agli altri arredi interni.

Nuove finiture

Vieroclima 2, un doppio cappotto per isolare le facciate

Sistema a cappotto, Vieroclima 2

Un sistema a cappotto applicato su un sistema a cappotto preesistente. Funziona così il nuovo sistema di isolamento della facciata Vieroclima 2. La riqualificazione energetica passa per il nuovo prodotto firmato Viero, una soluzione ideale per tutti i casi in cui si vogliono migliorare le prestazioni di facciate scarsamente isolate, senza però smantellare l’isolamento esistente. E si tratta di un’esigenza sempre più frequente, sia per la necessità di rispettare le nuove normative relative agli edifici a energia (quasi) zero, sia per la volontà delle famiglie di ottenere un miglior comfort, riducendo i consumi energetici.

Quali problemi risolve?

L’Italia ha un patrimonio immobiliare spesso obsoleto e anche gli edifici di più recente costruzione risultano essere scarsamente isolanti, nonostante le certificazioni di consumo in classi di massima efficienza. Vieroclima 2 è ottimo per ristrutturazioni parziali o totali delle facciata, anche su larga scala (ad esempio in presenza di crepe, sfaldamenti e casi di vandalismo). Vieroclima 2 è un sistema cappotto su cappotto studiato capace di implementare il livello di isolamento termico (riducendo le perdite di calore) e acustico, di garantire una maggiore protezione dal fuoco e dagli urti delle intemperie atmosferiche, oltre che ottimo strumento per puntellare le imperfezioni estetiche.

In quali casi si applica il cappotto su cappotto?

Il raddoppio del cappotto può essere applicato in differenti casistiche:  su sistemi a cappotto con la superficie stabile, compatta e senza distacchi, sistemi composti da lastre di Eps e Lana Minerale aderenti alla parete, correttamente incollati e tassellati, pannelli di fibra di legno intonacati, sistemi che non presentano danni da umidità accidentale, sistemi che non presentano evidenti fessurazioni o lesioni importanti.

Sistema a cappotto, Vieroclima 2
Sistema a cappotto, Vieroclima 2

Puntualità nei pagamenti sconosciuta per la Gdo

Puntualità nei pagamenti, questa sconosciuta per la grande distribuzione organizzata: l’Italia è ultima in Europa. Solo un’azienda su sei – ovvero il 15,7% – paga regolarmente alla scadenza. Lo scenario a marzo 2016 registra un’enorme difficoltà per la Gdo: calati del 16,5% i pagamenti commerciali virtuosi rispetto al 2015, con il 20,7% che salda i debiti con grave ritardo, e il 63,6% che lo fa entro li un mese dalla scadenza.

Il report, realizzato da Cribis D&B, è stato diffuso dallo Studio Pagamenti ed è aggiornato a fine marzo 2016: Il dato incontrovertibile sono le grandi problematicità della Gdo, che salda i debiti con molto più ritardo rispetto alla media delle imprese italiane, che fanno registrare un discreto 35,1% di puntualità (+19,4% rispetto a Gdo).

Il confronto con il 2010 evidenzia tutte le criticità che le imprese della grande distribuzione organizzata hanno dovuto affrontare nell’ultimo lustro: i pagamenti puntuali sono calati del 5,6%, mentre i ritardi gravi sono passati dal 16,3% del 2010 all’attuale 20,7%,  e quelli oltre il mese di ritardo aumentati del 2,5%. Le imprese più virtuose della Gdo sono localizzate nel Nord-Est Italia, dove sono puntuali per il 31,8%; segue il Centro (16,4%), il Nord-Ovest  e dunque il Sud (9,8%).

Pagamenti edilizia, Italia al 12° posto come puntualità
Italia, la Gdo non paga (quasi) mai puntuale

Puntualità in Europa

Nel confronto continentale l’Italia è il fanalino di coda nel ranking dei pagamenti. In difficoltà anche il Regno Unito e la Polonia, caratterizzate da concentrazioni superiori al 15% nella classe oltre 30 giorni e con pagamenti puntuali rispettivamente del 19% e del 23%. La best performer di settore è la Germania, in cui il 68,9% delle imprese paga regolarmente e i ritardi gravi restano al di sotto del punto percentuale. Bene anche Olanda (58,7%) e Spagna con il 54,9%.

Puntualità nel mondo

Negli Stati Uniti le imprese che rispettano i termini concordati rappresentano il 48,5% del totale, mentre in Canada solo il 21,7%. Percentuali di pagatori regolari piuttosto contenute per il comparto Gdo in Asia con valori inferiori al 9% per Thailandia e Filippine.

Elezioni comunali, pochi voti all’edilizia

Roma skyline
Roma skyline

Beppe Sala (neo sindaco di Milano): ci vuole una migliore gestione delle case popolari, con maggiore attenzione all’estetica e al verde durante la costruzione di nuove aree residenziali. Virginia Raggi, neo sindaco di Roma: la casa è un diritto per tutti, l’obiettivo è censire tutto il patrimonio immobiliare romano, così da recuperare tutte le case disponibili. Luigi De Magistris, sindaco di Napoli: adozione della knowledge economy, per rafforzare i progetti intrapresi sulle smart cities, per il quale Napoli si è già distinta. Chiara Appendino, neo sindaco di Torino: è necessario partire dal ridisegno e dalla progettazione del territorio, tramite ciò che definiamo urbanistica sostenibile, responsabile.

Non occorre schierarsi a favore di un fronte politico o per l’altro per trarre una conclusione poco confortante: i programmi dei neo eletti o riconfermati primi cittadini delle maggiori città italiane brillano per l’assenza di idee riguardo alla riqualificazione delle metropoli che stanno per governare. Non è una dimenticanza da poco. Il più vagamente interessato al problema sembra l’ex commissario all’Expo, che si propone almeno di risistemare le case popolari (ma dovrà fare i conti con la Regione Lombardia, che è la proprietaria di quasi tutti gli immobili) e si preoccupa di regolare le nuove costruzioni. Per gli altri sindaci, invece, il problema della riqualificazione urbana, del decoro e dell’efficienza delle case che costituiscono la città, sembra invece non esistere o essere qualcosa di molto, molto vago. D’accordo, non è un problema che può essere risolto solamente da una giunta comunale. Ma non bisogna dimenticare che il Comune ha un potere normativo molto forte. Lo dimostra la passata giunta di Milano, che due anni fa ha approvato un nuovo regolamento edilizio, che prevede modifiche non di poco conto (un esempio: ora una abitazione può essere anche di soli 28 metri quadri).

Roma skyline
Roma skyline

Dai neo sindaci, invece, dai programmi non traspare o quasi l’intenzione di impegnarsi per un razionale utilizzo del patrimonio residenziale. Pochi esempi che avrebbero potuto figurare nei programmi presentati ai cittadini: regolare le norme sul riscaldamento domestico per incentivare un migliore isolamento termico degli edifici. Oppure proibire le orribili parabole che spuntano da finestre e balconi sulle facciate delle case, iniziativa che significherebbe razionalizzare gli impianti, oltre che migliorare l’aspetto delle città. Ancora: nei programmi non si legge nulla sul problema dei graffiti, i famigerati tag che, tra l’altro, deprimono il valore di un immobile. Al contrario, i pochi neo eletti che accennano a progetti di sviluppo rimangono nelle buone e fumose intenzioni programmatiche.

Come mai questa omissione? È disinteresse? Ignavia? Timore di non riuscire a realizzare una promessa elettorale? Chissà. Eppure su questo i sindaci potrebbero intervenire, e a costo zero (qui non c’entrano i tagli al bilancio). Sono appena stati eletti: quattro anni per farlo dovrebbero bastare.

Virginia Raggi e Beppe Sala
Virginia Raggi e Beppe Sala

Street Smart Retail: l’hi-tech entra in negozio

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street-smart-retailVolete un negozio che non resti indietro mentre il mondo va avanti? Vi piacerebbe aumentare la fidelity dei clienti? Sognate di vendere anche quello che non avete in magazzino? Be’, se avete risposto «sì» a tutte e tre le domande è il caso che diate un’occhiata a quello che avviene in Trentino, dove è entrato nella fase operativa il progetto Street Smart Retail.

Attenzione: si tratta di un esperimento, ma se dovesse dare prova di efficienza, lentamente l’esempio sarebbe seguito da altri punti vendita, fino a estendersi, con il tempo, a tutti i settori merceologici. Un po’ come è avvenuto per le tecnologie informatiche di base, che sono state adottate in un primo tempo dai negozi di tecnologia o di prodotti ad alto valore aggiunto, per poi dilagare a tutti i livelli.

Qual è, oggi, uno store che non utilizza computer e software? Infatti, il progetto prevede la costruzione di una soluzione scalabile e adattabile alle tecnologie disponibili nei singoli Smart Shop. Dunque, l’esperimento di Street Smart Retail, che comporta un investimento di 10 milioni di euro, è da seguire con attenzione.

Street Smart Retail: app per vendere meglio

La fase di studio della sperimentazione è stata iniziata a settembre 2014. C’è voluto oltre un anno per stabilire requisiti e definire quali applicazioni fossero più utili per i negozianti. Ora, però, è iniziato lo sviluppo dei servizi e la messa a punto delle piattaforme capaci di erogarle. A lavorarci sono 15 partner europei, con big come Nokia, Telecom Italia, Engineering, Philips, Aalto University, Politecnico di Berlino, Dfki, Deutsche Telecom, Politecnico di Milano e Trento Rise, e di Eit Ict Labs (Istituto europeo d’innovazione e tecnologia).

Il polo dell’innovazione trentino, in particolare, ricopre un ruolo centrale. «Il contesto trentino, caratterizzato da una ricchezza di prodotti locali e da importanti flussi turistici, è un laboratorio ideale in cui sperimentare innovazioni nel retail. Il Nodo italiano opera per raccordare l’innovazione generata in Eit Ict Labs con le realtà territoriali», ha spiegato al momento della presentazione Roberto Saracco, direttore dello Eit Ict Labs Italy.

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Realtà aumentata e offerte personalizzate

Ma a che diavolo serve la nuova tecnologia? Le idee sono l’Augmented Reality come modalità di fruizione di contenuti multimediali all’interno dei negozi, le nuove tecnologie wireless di prossimità (come iBeacon, WiFi Direct o Nfc) per riconoscere la presenza degli utenti all’interno dei negozi e la loro precisa posizione.

La app iBeacon, per esempio, attiva un sistema di posizionamento indoor, che consente a uno smartphone di effettuare delle azioni quando sono nelle vicinanze: per esempio, accedere ad un social network o inviare una notifica push. Può avvertire un cliente, di cui si conoscono le preferenze registrate dal sistema Crm (Customer relationship management), che ci sono prodotti in offerta che possono interessarlo.

Oppure, un cliente può utilizzare il suo smartphone per connettersi a uno schermo e visualizzare un’offerta personalizzata, un video che spiega come utilizzate un prodotto, oppure ricevere coupon. «L’innovazione giocherà un ruolo sempre più importante in questo settore: le abitudini di acquisto dei consumatori sono in continua evoluzione, e il negozio tradizionale, con i suoi scaffali carichi di prodotti e le sue offerte stagionali, subisce la concorrenza dello shopping online.

L’Ict può dare una mano ai negozianti, aiutandoli a rendere più appetibile la loro offerta grazie a nuovi servizi che possano valorizzare il grande punto di forza del negozio tradizionale: la fisicità e la tangibilità dei prodotti», spiegano all’Eit Ict Labs. «Sempre più persone vanno a negozi fisici solo per provare le cose, ma poi confrontano i prezzi e acquistano online», si legge nella presentazione del Labs. «Per questo, i negozi tradizionali sono attivamente alla ricerca di modi completamente nuovi per attirare i clienti».

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I vantaggi del progetto Street Smart Retail

Nelle intenzioni, e in prospettiva, i negozianti potrebbero trarre numerosi vantaggi dalla implementazione delle nuove tecnologie. Il primo è attirare un numero maggiore di clienti nei propri punti vendita. Inoltre, possono acquisire nuovi dati relativi ai clienti e, ultimo, ma ovviamente non meno importante, possono incrementare le vendite.

Che cosa fa pensare che l’iniezione di tecnologia sarà un successo? Secondo gli sperimentatori, la chiave sta nei vantaggi che ne ricaveranno i clienti. Chi entrerà in un negozio smart, infatti, riuscirà ad arricchire la sua esperienza d’acquisto, che può diventare un’attività social da condividere con gli amici, ma anche con un gruppo di lavoro.

Per esempio, un’artigiano edile potrà condividere immediatamente l’immagine di un materiale che gli serve con il geometra, l’architetto o altri operatori. Va bene? Non va bene? La verifica si potrà fare subito, senza aspettare il ritorno in cantiere.

Inoltre, ricevere offerte personalizzate può essere gratificante, oltre che utile, e spinge a tornare in quel determinato negozio dove si è stati trattati bene. Con una di quelle parole che l’anglofilia imperante ha reso popolare nel mondo dell’economia, si tratta di una logica win-win, in cui vincono tutti: service providers, retailers e clienti finali, che ottengono vantaggi rispettivamente dalla vendita, dall’adozione e dall’utilizzo del servizio. Certo, tutto dipenderà dalla capacità di offrire qualcosa di amichevole e, perché no? anche divertente.

Il team di Street Smart Retail è al lavoro su prototipi delle soluzioni software, per integrare nelle applicazioni il look&feel studiato con il dipartimento di Design. L’esperimento avrà successo? L’applicazione dei nuovi servizi all’interno dei supermercati trentini (in particolare nella rete Coop), ma anche a uno spazio museale come il Muse, fornirà una prima risposta.