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Brickell Flatiron, il made in Italy conquista lo skyline di Miami

Brickell Flatiron a Miami

Cambia lo skyline di Miami. È stato infatti presentato (a Milano) il nuovo edificio Brickell Flatiron, che diventerà il grattacielo residenziale più alto della zona finanziaria (e centrale) della città. A firmare il progetto è Cmc Group: i lavoro si concluderanno nel 2018 dopo aver dato alla luce una torre di 64 piani Accanto a Ugo Colombo, fondatore di Cmc Group, in questo  progetto sono coinvolti anche l’architetto Massimo Iosa Ghini, fondatore di Iosa Ghini Associati, e l’architetto Luis Revuelta.

L’edificio sarà diventerà l’icona italiana del quartiere di Brickell, il distretto economico-finanziario di Miami con la più alta concentrazione di istituti finanziari. Negli ultimi anni Miami è stata protagonista di una importante metamorfosi, da luogo di vacanza per gli americani a città cosmopolita a tutti gli effetti, seconda solo a New York negli Usa e tra le prime dieci città al mondo.

Il nuovo high rise ospiterà  549 unità con una Spa al 64° piano sospesa nel cielo a 224 metri di altezza. Per le unità abitative sono previste tipologie da 1 a 5 camere da letto, attici e residenze duplex. E ad oggi è stata venduta più della metà delle residenze disponibili. Tutte le unità peraltro saranno arredate secondo un progetto su misura e con arredi e finiture italiani di alta qualità. Ogni abitazione è dotata di ampi balconi ellittici con vista panoramica e di numerosi sistemi tecnologici di ultima generazione. I servizi sono studiati per soddisfare ogni esigenza: la portineria e il garage aperti 24H, servizio self service di biciclette e deposito, sei ascensori ad alta velocità e montacarichi.

 Tra gli obiettivi di Ugo Colombo c’è quello di rappresentare l’eleganza e la sofisticatezza del design italiano. Per questo motivo tutti i materiali utilizzati per gli arredi interni delle unità sono stati accuratamente selezionati e importati dall’Italia. “Lo scopo del nostro approccio di progettazione con Brickell Flatiron è quello di rappresentare l’idea di esclusività e lusso raggiungibile”, spiega Massimo Iosa Ghini, che dunque aggiunge: “Ogni elemento, spazi, oggetti e arredi, è stato progettato utilizzando finiture sofisticate e ricche con caratteristiche semplici e con grande attenzione al dettaglio”.

Brickell Flatiron a Miami
Brickell Flatiron a Miami

 

Vola la ceramica italiana, investimenti record: 351,3 milioni di euro

Investimenti record per la ceramica italiana

Parafrasando la celebre frase di Humphrey Bogart nel film L’ultima minaccia: «È l’industria ceramica italiana, bellezza». Il settore vola e fa registrare investimenti record: 351,3 milioni di euro, (+22,7%), volume pari al 6,9% del fatturato annuo. Dal 2000 mai così bene.

Le piastrelle made in Italy galoppano e  sfondano il tetto dei 5,1 miliardi di euro (+4,1%), mentre l’esportazione fa registrare un vero e proprio boom: 4,3 miliardi (+5,1%), quando invece il mercato interno rimane stabile a 799 milioni di euro (-0,6%). L’internazionalizzazione produttiva vale 792 milioni di euro, realizzati da 16 società di diritto estero in Nord America ed Europa. Oltre 721,5 milioni di euro il fatturato di ceramica sanitaria, materiali refrattari e stoviglie, garanzie di occupazione.

Investimenti record per la ceramica italiana
Investimenti record per la ceramica italiana

I dati sono stati presentati da Confindustria Ceramica nel merito di una corposa indagine statistica che ha interessato i numerosi settori che costituiscono l’industria tricolore di tale ambito: piastrelle, ceramica sanitaria, materiali refrattari e stoviglie.

L’analisi di Vittorio Borelli. Il presidente di Confindustria Ceramica ha commentato così i dati: “Lo scenario internazionale sembra tendere ad un lieve peggioramento nelle sue principali variabili, a causa dell’indebolimento del dollaro, del maggior costo del petrolio, di un Pil mondiale in rallentamento e dell’annunciato rialzo dei tassi di interesse negli Stati Uniti. Borelli ha dunque spostato il focus sul fronte energetico: “Sul tema degli oneri generali di sistema dell’energia elettrica siamo fermi a 12 mesi fa: l’Italia non è riuscita a sbloccare gli sgravi già previsti per le imprese. Auspichiamo che il ministro Carlo Calenda interverrà anche sulla cogenerazione, tecnologia per noi fondamentale dalle chiare valenze ambientali e di competitività, che è stata purtroppo in questo ultimo periodo oggetto di interventi normativi confusi, che mettono in seria difficoltà gli impianti già in esercizio e, di fatto, bloccano tutti gli investimenti futuri”.

Vittorio Borelli
Vittorio Borelli

Wierer sbarca a casa Ferrari: l’evento clienti a Maranello

Wierer

Continuano gli eventi clienti organizzati da Wierer, azienda leader in Italia nella produzione di tegole minerali, componenti e accessori per il tetto. L’ultimo dei meeting, occasioni per dialogare e coinvolgere i clienti, per entrare in contatto con le imprese e i posatori e presentare le novità, si è tenuto a Maranello (Modena), casa della Ferrari. Una serata speciale nel nome della tegola Coppo del Borgo, prodotto di eccellenza della produzione dell’azienda altoatesina.

Circa 200 i clienti che hanno partecipato all’evento di Villa Bice immersa in uno splendido parco plurisecolare che ospita una famosa collezione di sculture, e si estende su un’area di circa 120.000 metri quadrati. Per l’occasione, ha ospitato anche cinque Ferrari per la gioia degli occhi degli ospiti. Insomma, una cornice straordinaria nella quale promuovere la qualità dei prodotti e dei servizi Wierer.

La serata clienti ha voluto essere una nuova e significativa occasione per creare momenti di confronto e rafforzare così la comunicazione e la collaborazione tra l’azienda e i propri interlocutori. Nella gestione manageriale, questa iniziativa di “business relax” rappresenta un segnale di forte vivacità aziendale per affermare, anche attraverso attività conviviali, la propria presenza sul mercato, aumentare il senso di appartenenza e migliorare l’engagement.

Wierer
Wierer

Architettura, legno e luce nel nuovo progetto dell’archistar Shigeru Ban

Il nuovo progetto di Shigeru Ban per Team7

Shigeru Ban progetterà la nuova sede di Team7, nella città di Ried Im Innkreis, in Austria. Il player austriaco, produttore di mobili in legno maturale, si rifà il look e premia il lavoro dell’architetto giapponese, capace di aggiudicarsi il contest internazionale di progettazione a cui hanno partecipato anche colleghi di rilievo quali Isay Weinfeld (San Paolo, Brasile) e gli architetti del Delugan Meissl Associated Architects.

Il nuovo progetto di Shigeru Ban per Team7
Il nuovo progetto di Shigeru Ban per Team7

La giuria ha scelto il progetto di Ban, vincitore del premio Pritzker nel 2014, perché capace di esprimere i valori di Team7 in tutti gli ambiti, incarnando la connessione tra natura, tecnologia, design e artigianato, nonché la consapevolezza della responsabilità  ecologica, sociale ed economica, principi fondanti dell’azienda austriaca. Specializzato nel fondere le conoscenze tradizionali giapponesi nel campo dell’edilizia con l’architettura e le tecniche costruttive ed architettoniche contemporanee, Shigeru Ban ha presentato un progetto innovativo in legno a impatto zero che trasuda di responsabilità ecologica, sociale ed economica, pensiero innovativo e di una stile di vita moderno e sostenibile.

Shigeru Ban progetta la nuova sede di Team7
Shigeru Ban progetta la nuova sede di Team7

Il commento di Georg Emprechtinger, proprietario e amministratore delegato Team7: “Il design di Shigeru Ban arriva al cuore e all’anima di Team7, il concept dà forma alla nostra vision e rende tangibile la nostra sfaccettata filosofia in ogni aspetto”.

Ban si aggiudica la progettazione della nuova sede di Team7
Ban si aggiudica la progettazione della nuova sede di Team7

Come sarà la nuova sede? Quattro piani di livello, collegati tra loro centralmente tramite uno spazio interno di forma ellittica; una rampa a spirale, una scalinata e un ascensore condurranno i visitatori e i collaboratori dalla zona espositiva all’atrio trasparente, passando per due piani con uffici aperti, fino allo skybox situato al quarto piano.

Il progetto di Ban per Team7
Il progetto di Ban per Team7

Secondo Shigeru Ban il nuovo nido Team7 sarò un luogo di creatività, ispirazione e incontro aperto al mondo, al cui centro c’è sempre l’estetica del legno. Trasparenza e apertura sono i principi chiave del progetto che, grazie all’uso intelligente di elementi in vetro e oscuranti, riesce a sfruttare al massimo la luce diurna e il collegamento tra interni ed esterni. Inoltre, l’impiego del legno ed uno sfruttamento efficiente delle risorse energetiche faranno sì che l’edificio avrà un ridotto impatto ecologico con un bilancio positivo di Co2, in perfetta sintonia con la produzione sostenibile che caratterizza l’azienda austriaca.

Il bonus casa convince gli italiani: investimenti +38%

Nel primo quadrimestre del 2016 il volume degli investimenti in lavori di ristrutturazione edilizia e di riqualificazione energetica è cresciuto del 38% rispetto allo stesso periodo 2015. Il perché è tutto da ricercare nel cosiddetto “bonus casa” che prevede una riduzione fiscale del 50% per le ristrutturazioni e del 60% per tutti quegli interventi di miglioria energetica.

I numeri. L’incentivo bonus casa, secondo le stime del centro studi Cresme (sui numeri forniti dal Ministero delle Finanze), è stato colto da 11 milioni di contribuenti che hanno detratto oltre 5.8 miliardi. Nel solo mese di aprile gli italiani hanno avviato lavori per oltre 1,9 miliardi di euro: +5% rispetto a quanto investito nel medesimo mese 2015. Si tratta di un dato che porta l’asticella della spesa a oltre 9.546 miliardi di € nei primi quattro mesi dell’anno corrente: + 38% rapportato al primo quadrimestre 2015 (quando gli investimenti si erano fermati a 6.924 miliardi). Confrontando il dato 2016 al recente passato,  questo rappresentato il valore più alto del lustro, secondo solo al record fatto registrare nel 2014, quando erano stati investiti ben 10.2 miliardi nel quadrimestre iniziale (e 28.5 nell’anno intero).

L’analisi del Mef. Anche il ministero dell’Economia ha presentato un report sull’andamento degli incentivi fiscali per ristrutturazioni, riqualificazioni energetiche e altre misure legate all’abitazione. Pier Carlo Padoan ha spiegato: “Il settore dell’edilizia richiede una molteplicità di strumenti che si possono raggruppare nel capitolo agevolazioni fiscali, che quest’anno sono state estese all’arredo della prima casa”. Gli ha fatto eco Ermete Realacci, presidente della Commissione Ambiente della Camera: “È importante la conferma del Mef circa le intenzioni del governo di voler procedere sulla via del credito di imposta per le ristrutturazioni e dell’eco-bonus“.

Bonus casa
Bonus casa

Mercato immobiliare, inizio 2016 col botto: vendite +20%

Mattone, tornano a crescere le vendite +20%

Il mattone torna a tirare nel primo trimestre 2016. I dati raccolti dall’Osservatorio dell’agenzia delle Entrate parlano di un incremento delle vendite delle case pari al 20,6% rispetto al medesimo periodo 2015. Nei primi tre mesi dell’anno corrente gli italiani che hanno comprato casa sono 115.135 (contro i 95.455 dell’anno passato).

L’andamento positivo riguarda l’interno settore immobiliare: le transazioni sono cresciute del 17% se si prendono in considerazione anche altre tipologie di beni immobili quali uffici, i negozi e i magazzini (per un totale di 244 mila unità). E poi c’è la fetta di mercato delle pertinenze (cantine, box e posti auto) che fa registrare un +17,3%, in linea con il trend generale. Il settore commerciale fa segnare un +14,5%, con 6.774 negozi compravenduti e in deciso rialzo  anche la compravendita degli immobili a destinazione produttiva (+7%).

Mattone, tornano a crescere le vendite +20%
Mattone, tornano a crescere le vendite +20%

A guidare la risalita è il Settentrione, che fa segnare un+24%. Si tratta di un risultato significativo in quanto le regioni del Nord Italia rappresentano oltre la metà del volume totale del mercato del mattone. Il centro Italia vede 24 mila transazioni (+18,5%), mentre il Meridione si ferma a un +16%, comunque positivo.  E ancora, nel Nord la crescita per i capoluoghi è pari al 22,9% contro il +19,4% per i comuni minori; al contrario al Centro i rapporti si invertono: non capoluoghi (19,8%), capoluoghi (17%). E al Sud guidano i comuni maggiori ma la distanza con gli altri comuni si riduce rispetto a quanto registrato nel corso del 2015. Prendendo dunque in analisi le maggiori otto città italiane, la medaglia d’oro delle case vendute va a Torino (+37%), seguono oltre quota 25% Genova e Milano (rispettivamente 1.468 e 4.804 case passate di mano. Sulla media nazionale Napoli, Bologna e Firenze. Anche Roma cresce a buon ritmo: +12,5%. Fanalino di coda è invece Palermo, sia in città che in provincia.

E le previsioni per il futuro? Se i prossimi trimestri confermassero il trend in atto, il 2016 potrebbe chiudere con compravendite ben superiori alla soglia delle 500mila (erano state circa 445mila a fine 2015), segnale di un mercato tornato (finalmente) in salute. Ma è ancora presto per dirlo, visto le tante le variabili che potrebbero congelare l’ottimismo.

Galeria, la finestra-balcone di Fakro

Balcone-finestra Galeria - Fakro

Un po’ finestra e un po’ balcone. Fakro ha lanciato Galeria, la finestra-balcone innovativa, di grandi dimensioni, nella quale si due battenti verticali si aprono formando un balcone panoramico. Fakro, secondo player mondiale nel settore delle finestre da tetto, ho datato la gamma Galeria con  tutta una serie di accessori  da abbinare al battente inferiore, utili per proteggere l’ambiente domestico dai raggi del sole e per decorarlo al tempo stesso: dalle tende avvolgibili, alle plissettate, alle oscuranti per l’interno, fino alla tenda parasole nelle versioni manuale e solare per l’esterno.

Galeria, balcone-finestra by Fakro
Galeria, balcone-finestra by Fakro

Grazie alla maniglia Elegant, posizionata nella parte inferiore del battente e dotata di due livelli di microapertura, la finestra Galeria può essere manovrata agevolmente e con grande comodità. Il battente superiore può essere aperto e poi fermato in qualsiasi posizione per merito dell’innovativo sistema di sostegno. Il battente inferiore, invece, si spinge verso l’esterno consentendo un facile accesso al balcone. Visibili solo a battente aperto, le ringhiere vengono nuovamente nascoste alla chiusura della finestra e coperte dal raccordo di rivestimento, che le protegge dallo sporco e ne assicura l’uniformità con il resto della copertura. Infine, tutta la finestra può essere aperta e ruotata di 180°: in questa posizione, il sistema di bloccaggio la tiene ferma e agevola le operazioni di pulizia della parte esterna.

Balcone-finestra Galeria - Fakro
Balcone-finestra Galeria – Fakro

La finestra-balcone è equipaggiata con un sistema di ventilazione automatica V40P e sistema TopSafe, utile a rafforzare la costruzione del serramento, per una maggiore resistenza contro l’effrazione. Inoltre, questa finestra presenta un vetrocamera con gas nobile argon, vetro esterno temperato, vetro interno laminato in classe di sicurezza anti-effrazione P2A e quattro guarnizioni di tenuta, che la rendono ancora più sicura ed efficiente dal punto di vista energetico, permettendole di raggiungere un valore di trasmittanza termica Uw pari a 1,5 W/m²K.

Galeria, il balcone-finestra di Fakro
Galeria, il balcone-finestra di Fakro

Realizzata in legno di pino di altissima qualità, impregnato sottovuoto e rifinito con due mani di vernice acrilica ecologica trasparente che ne conserva la colorazione naturale, la finestra Balcone Galeria è proposta in due dimensioni standard: nella versione da 78 centimetri di larghezza e 225 cm di altezza e nella variante più grande da 94 x 225 cm.

Porte per interni Zk: design e qualità by Hörmann

Hormann, la nuova gamma di porte per interni

Le porte per interni Zk di Hörmann, leader nelle chiusure civili e industriali a livello mondiale, ha presentato la nuova collezione: ideali per le abitazioni private, come per gli uffici commerciali e pubblici, le porte Zk Hörmann rispondono ai requisiti dell’edilizia moderna: elevata stabilità e coibentazione termica, isolamento acustico, protezione anti-scasso, versatilità  e design accattivante.

Hormann, la nuova gamma di porte per interni
Hormann, la nuova gamma di porte per interni

Realizzate in acciaio, le porte per interni Zk si caratterizzano per robustezza, l’indeformabilità e la resistenza all’usura del tempo. Ad uno o due battenti, le porte sono disponibili a richiesta in varie tonalità, in ulteriori finiture “tipo legno” e anche nella versione acciaio inox. I colori di tali porte si contraddistinguono per la verniciatura a polveri d’alta qualità con finitura opaca e liscia. Anche le finestrature sono disponibili su richiesta. A doppia parete (spessore di 40 mm), queste porte sono estremamente silenziose e sono contraddistinte da una serratura ad incasso.

Zk di Hormann - Porte per interni
Zk di Hormann – Porte per interni

Le nuove frontiere del lavoro: il co-working

Co-working

I cambiamenti del mercato del lavoro. Negli ultimi anni ha preso piede anche in Italia una nuova realtà e dimensione lavorativa: il co-working. La condivisione degli spazi di lavoro è ormai una realtà affermata, oltre che soluzione sostenibile a lungo termine che favorisce la crescita e lo sviluppo,

Uno studio condotto da Regus, società che affitta spazi per il co-working, (su un campione di 40 mila partecipanti) sostiene (ovviamente) che il co-working sia un’opportunità che calza a pennello per le start-up con limiti di budget o agli imprenditori in cerca di compagnia. Inoltre, il 67% degli intervistati, ha confermato come il lavoro condiviso venga adottato anche dalle strategie aziendali (soprattutto delle grosse aziende), così da essere reattivi agli improvvisi cambiamenti del mercato.

Il commento ai dati di Mauro Mordini, Country Manager Italia di Regus: “L’utilizzo di un ufficio in condivisione offre alle aziende un percorso di crescita sostenibile: permette alle aziende di espandersi rapidamente senza vincolarsi ad affitti a lungo termine e di adattarsi in modo flessibile ai cambiamenti. Ad esempio, le aziende che desiderano muoversi in una nuova direzione possono scegliere un ufficio in co-working per sondare il terreno prima di procedere a cambiamenti concreti. All’opposto, se le condizioni di un particolare mercato acquistano una svolta negativa, ridurre le dimensioni dell’ufficio non comporterà le pesanti penali solitamente associate a un contratto d’affitto tradizionale”. E infine: “L’ascesa del co-working rappresenta un’opportunità reale per grandi e piccole aziende che possono utilizzare questa soluzione con creatività e nelle modalità più adatte alle loro esigenze. Inoltre, il co-working aiuta le aziende a liberare capitali da investire poi in iniziative di crescita”.

Co-working
Co-working

SanMarco per la Casa dell’Energia eco-friendly

SanMarco è partner del progetto “La Casa dell’Energia“, fabbricato-modello dotato di sistemi di facciata altamente performanti per il risparmio energetico e l’isolamento termico e acustico. L’Istituto Tecnico Industriale Levi di Mirano, in collaborazione con la Provincia di Venezia e lo studio professionale Divisione Energia (Aequa Group) stanno sviluppando un’idea per la realizzazione di un edificio-laboratorio ad alta efficienza energetica dotato delle migliori tecnologie per la produzione di energia da fonti energetiche rinnovabili. L’ambizioso progetto è stato denominato “La Casa dell’energia”, e ha già preso avvio nella Cittadella di Mirano (VE) grazie ad un finanziamento della Provincia di Venezia ed al contributo da parte di circa 25 aziende specializzate che hanno aderito al progetto, tra le quali SanMarco-Terreal Italia che ha partecipato fornendo oltre al know how tecnico materiali e sistemi in laterizio altamente performanti.

L’iniziativa consiste nella costruzione di un innovativo edificio ad altissima efficienza energetica, contenente tutte le migliori tecnologie in materia di risparmio energetico, efficienza energetica, impiantistica solare fotovoltaica, termica edomotica e nel suo successivo utilizzo per fini educativi e divulgativi sul tema dell’energia. SanMarco ha fornito due sistemi di facciata particolarmente performanti: la soluzione a cappotto con il listello in laterizio a pasta molle (colore giallo vivo) e la facciate ventilata in cotto con lastre Piterak (colore grigio).

Il commento dell’architetto Roberta Massarotto, Ventilated Walls Product Manager in SanMarco Terreal Italia: “L’utilizzo dei nostri sistemi in facciata ventilata, intesi come chiusure realizzate da una pelle esterna in laterizio naturale applicati tramite fissaggi secco con una sotto-struttura in lega di alluminio, sono sempre più diffusi, sia in contesti commerciali e direzionali, sia in fabbricati residenziali, vocazione tipica del laterizio stesso. Sono sistemi che consentono di realizzare architetture contemporanee e di taglio moderno, ma conservando il calore e la bellezza del cotto naturale”. E infine: “Dal punto di vista tecnico, le possibilità di termoregolazione che la facciata ventilata in genere offre sono note, ed è facilmente intuibile come l’uso del laterizio, con il suo contributo in termini di effetto massa e igro-regolazione, sia assolutamente migliorativo, sia con climi estivi sia invernali. La possibilità data dalla sperimentazione condotta presso la Casa dell’Energia per approfondire la tematica dal punto di vista scientifico è unica”.

SanMarco, Casa dell'Energia

Eternedile: dove andiamo dopo Siena e Milano

Eternedile

Roberto Forzatti, direttore generale di Eternedile, racconta il segreto dell’azienda nata a Bologna nel dopoguerra: era il 1949 e la città, così come l’Italia, era da ricostruire. Giorgio Nessi la rilevò alla fine degli anni ’70 dal fondatore Armando Zavadini e da allora i Nessi, ora alla quinta generazione al comando, sono l’Eternedile: suo figlio Franco Nessi prese il timone dell’azienda, senza più allentare la presa. E anzi, affiancato dal figlio Federico Nessi, continua a tenere la rotta.  “La vera sfida non è quella di guardare cosa uno vendeva fino al 2007, ma capire quello che si venderà nei prossimi 15 anni”, spiega Forzatti.

Eternedile
Eternedile

Domanda. Che cosa rappresenta Eternedile per il mercato italiano?

Risposta. Eternedile è il distributore multi-point italiano con la maggiore estensione geografica: 27 magazzini distribuiti sul territorio nazionale.

D. Con quali coordinate?

R. Il nostro magazzino più a Sud è all’altezza di Abbadia San Salvatore, in provincia di Siena, mentre quelli più a Nord sono a Milano città. Poi abbiamo una fortissima presenza a Reggio Emilia, Modena, Bologna, la Romagna – con due punti vendita a Rimini – e tutta la parte centrale della Toscana, specialmente nel senese.

D. Qual è il punto di forza dell’azienda rispetto alla concorrenza?

R. Urge una premessa d’obbligo…

D. Prego?

R. Bisogna fare una valutazione per singoli mercati geografici in quanto, non avendo concorrenti omogenei, è difficile ed erroneo fare confronti. Abbiamo una fortissima focalizzazione su quella che è l’edilizia tradizionale e siamo un’azienda che ha – proprio grazie alla nostra importante ramificazione geografica – un’estensione di fornitori trattati che credo non abbia nessun altro del settore in Italia. Ogni anno facciamo contratti con più di 300 fornitori quando mediamente una struttura multi-point più concentrata geograficamente ne fa 100-150.

Eternedile, magazzino all'aperto
Eternedile, magazzino all’aperto

D. Poi?

R. Possiamo contare su fattori differenziali in termini di struttura logistica, di competenza tecnica e di storica presenza sul territorio. In un mercato molto competitivo come il nostro, i fattori tecnici e la valorizzazione dei contenuti dell’offerta sono i fattori critici con i quali si fidelizza il cliente e si perfezione una vendita. Perché non è la variabile prezzo il fattore critico.

D. Il denominatore comune a tutte le aree che rappresenta l’eccellenza di Eternedile?

R. Una gestione del credito estremamente rigorosa e di primissimo livello, anche nelle zone dove storicamente vi sono maggiori problemi in merito.

D. Per esempio?

R. Milano, che ha sempre avuto pagamenti molto più lunghi rispetto al resto del Paese con difficoltà molto grosse dal punto di vista dell’incasso. Nel Milanese, su circa 6 milioni di fatturato, l’anno scorso abbiamo avuto 2000 euro di perdite. Rispetto alla media del settore la discrepanza è impressionante. Poi c’è dell’altro…

D. Che cosa?

R. L’investimento per l’ammodernamento delle strutture: forti dei 45 milioni di fatturato dell’anno scorso, quest’anno abbiamo messo a budget circa 2 milioni di investimenti per lavori di ristrutturazione dei magazzini aperti (cambio delle scaffalature, interventi sulle illuminazioni dei piazzali montando Led…). È fondamentale fare margini per avere soldi da investire: senza investimenti qualsiasi impresa muore.

D. I 45 milioni di fatturato nel 2015. E per il 2016 quali sono le vostre previsioni?

R. È difficile fare una stima precisa perché il mercato è molto «isterico». Per noi sarebbe un bel risultato pareggiare il fatturato registrato l’anno scorso, in crescita del 10% rispetto al 2014.

Eternedile, com'era
Eternedile, com’era

D. Quali sono i settori merceologici che vanno meglio e quali peggio?

R. Dipende molto dalla collocazione geografica: il carrello del cliente milanese è completamente diverso rispetto a quello di Reggio Emilia, che a sua volta è diverso da quello di Modena. Certo è che in linea di massima vi sono comparti che sono in crisi ovunque: laterizio, muri, calcestruzzo cellulare, tetti e carpenteria in legno, insomma tutto ciò che è legato alle nuove realizzazioni. La vera sfida non è quella di guardare cosa uno vendeva fino al 2007, ma capire quello che si venderà nei prossimi 15 anni.

D. Avete in cantiere nuove strategie per rafforzare la presenza su territorio?

R. Noi ci sviluppiamo a seconda delle opportunità che ci si presentano e cogliamo solo quelle inquadrate in mercati sostenibili: le cose si fanno con costrutto, non ha senso lottare contro i mulini a vento in zone dove non vi sono prospettive di crescita. Il materiale costa allo stesso modo a ogni latitudine, quindi si deve operare dove per volumi e margine, è sostenibile e garantisce profitti.

D. L’ultimo punto vendita che avete aperto a quando risale?

R. A un mesetto fa, a Milano Sud, nell’ex area edilizia della Gatti Legnami: ci aspettiamo molto da questa realtà, che va a far compagnia agli store di Bicocca e Lambrate. La penultima invece a Siena, tra il dicembre 2014 e il gennaio 2015.

Eternedile
Eternedile

Se la distribuzione edile non sa dove andare

bussola

In un clima che invita all’ottimismo – dalle riflessioni dell’Ance e di altre Associazioni sulla ripresa alle miriadi di agevolazioni/benefit/fondi per le scuole, per le zone a rischio sismico, i condomini decrepiti, e così via – vien da chiedersi come mai, in generale, lo scorso anno la distribuzione edile abbia dovuto sopportare un altro pesante segno meno. Da quel che sento, anche quest’anno pochi brillano, piccoli segnali positivi, e la mia impressione è che il nostro specifico mercato stia vivendo una difficoltà ancora più pericolosa di quella conclamata degli scorsi anni, dove era ben visibile e generalizzata. Ora si sviluppa in modo un po’ più subdolo, perché ammantata, appunto, di un ottimismo “esterno” che poco ha a che fare con la realtà “interna”.

Che tutti quanti si abbia bisogno di un po’ di serenità economica e anche finanziaria è fuori di dubbio, che la si cerchi disperatamente è comprensibile, ma forse dobbiamo dedicare maggiore attenzione alla situazione attuale di quanta ne avevamo riservata ai tempi della crisi, perché la torta non solo si è rimpicciolita, ma è anche diventata difficile da masticare. L’idea che la produzione abbia bisogno della distribuzione è ancora abbastanza radicata, anche se si moltiplicano i canali di vendita – non ultimo ma per ora ininfluente il mercato web, per ora, ribadisco – e anche il valore del presidio del territorio continua a essere importante, in un mondo che sta cancellando i suoi confini, eliminando le sue barriere, smantellando le sue consuetudini distributive.

La mia impressione, e spero che sia solo una impressione, parte dalla considerazione che la produzione abbia certamente bisogno della distribuzione, ma non di una distribuzione qualsiasi, come era un tempo. Ed è vero anche il contrario, ovvero che la distribuzione ha un forsennato bisogno della produzione e, anche in questo caso, non di una produzione qualsiasi, come era un tempo. Ma i rivenditori faticano ad ammetterlo, soprattutto nel caso delle aggregazioni commerciali in genere, dove la presunzione di forza è maggiore, una sorta di mancata consapevolezza di come il mercato sia oggi cambiato nei suoi basici presupposti. Sui rapporti fra questi due nemici/amici si è scritto anche fin troppo e se ne è parlato oltre ogni dire. Resta il fatto che il problema rimane in attesa di una soluzione, e il mondo intanto va avanti.

Il nuovo mercato ha eliminato il vocabolo “qualsiasi”, una definizione in voga per decenni ma oggi improponibile per più di un motivo. E ciò per la distribuzione tradizionale è un problema davvero grosso perché, soprattutto dove l’offerta generalista è ancora dominante, dove i materiali tradizionali giocano ancora un ruolo di primo piano – senza apparente motivo, perché si costruisce pochissimo – la mancanza della richiesta del “qualsiasi” è una vera e propria calamità che si abbatte sulle prospettive future. Anche da questo immagino dipenda il segno meno in congiuntura, ed è quindi abbastanza conseguente che i primi mesi del 2016 siano stati ancora deboli.

Ma ovviamente c’è di più. La ciclicità della nostra economia di settore non è solo di natura, appunto, economica. La mia impressione è che oggi, sia detto sempre in generale, la distribuzione indipendente o aggregata che sia non sappia ancora bene dove andare. E la cosa suona strana perché il mercato che cresce intorno a noi è lì da vedere. Ma siamo ancora eccessivamente legati ai prezzi e alle marginalità per fare scelte radicali, troppo legati alle consuetudini per aver voglia di capire se i prodotti che distribuiamo sono adatti a ciò che il nuovo mercato pretenderebbe. Siamo ancora troppo (e forse giustamente) impauriti per comprendere che l’ottimismo non è un concetto che deve arrivare da fuori, ma che deve nascere dentro le nostre strutture di vendita attraverso il cambiamento delle nostre abitudini soprattutto mentali.

Chi oggi imposta la sua politica commerciale sulla spremitura dei fornitori – lo so, il verbo è brutto, ma di questo stiamo parlando – dimentica, o finge di dimenticare o, peggio, non si rende conto, che il prodotto tecnico ogni giorno diventa sempre più importante, e che il sostegno, appunto tecnico, del produttore è essenziale per favorire le vendite. Il mercato non permette né sprechi, né cieca tolleranza, il rischio di essere emarginati è forte. In un mercato che fatica a concepire l’essenziale concetto di “rete” si costruiscono ancora barriere anacronistiche che andavano bene sì e no trent’anni fa. È questa l’impressione che mi impressiona. Ma, forse, è proprio solo una trascurabile impressione.

(Roberto Anghinoni)

Debito pubblico e banche: il dubbio capitalista

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Uno spettro si aggira per l’Europa, anzi, per il mondo. Non è, come ai tempi di Carl Marx, la rivoluzione comunista. Al contrario, è lo spettro del dubbio capitalista. Tutto è cominciato nel 2007, con il fallimento di Lehman Brothers. La grande banca americana, insolvente sotto una montagna di titoli subprime da lei stessa creati, non ha avuto la fortuna di essere salvata dall’allora ministro del Tesoro Usa, Henry Paulson. E, purtroppo, la riacquistata consapevolezza che una banca può andare a gambe all’aria, e con essa i soldi di chi ha investito, ha avuto diversi risultati negativi.

Il primo è la recessione che ne è seguita, a causa della chiusura dei rubinetti del credito. La seconda è che alla recessione è seguita una lunga fase, non ancora conclusa, di stagnazione. A questa prospettiva le banche centrali hanno risposto sostanzialmente stampando moneta, attraverso l’acquisto di debito pubblico statale. Prima ha cominciato la Federal Reserve. Poi, l’ha imitata la Boj, la Banca centrale giapponese. Infine, superando le resistenze dei tedeschi, si è aggiunta la Bce, con Mario Draghi pronto a qualsiasi cosa (il famoso «whatever it takes»).

Detto fatto, nel giro di una manciata di anni il debito pubblico mondiale è arrivato a superare i 200mila miliardi di dollari (dato aggiornato alla scorsa estate). Il debito, di per sé, non è un problema se uno se lo può permettere. È il lavoro delle banche concedere credito a cittadini e imprese perché questi, poi, restituiscono i soldi prestati, con gli interessi. Il problema è che per restituire i soldi uno deve guadagnarli. Ed è proprio quello che non sta succedendo. Nonostante l’acquisto di miliardi di dollari o euro di titoli di Stato in cambio di carta moneta, riproposti ancora di più a marzo, l’economia del mondo stenta. È vero, la Cina continua a crescere, ma molto meno. Il Pil degli Stati Uniti aumenta, ma già si prevede uno stop per il prossimo anno. Per non parlare di Giappone e Europa, dove la stagnazione (zero inflazione, poca o nulla crescita) è palpabile per quasi tutti.

Ora, e qui torniamo allo spettro, si avanza un dubbio: e se iniettare nel sistema tutti quei soldi fosse servito a poco per l’economia reale? Se è davvero così, ragiona qualcuno, a lungo andare gli Stati (e a ruota le imprese) non riusciranno a restituire i soldi ricevuti. Se questa convinzione si farà davvero strada, vedremmo di nuovo crack a catena e, forse, il caos. Se poi a lanciare questo allarme non siamo noi, come è avvenuto, un’istituzione come la Bri (Banca dei regolamenti internazionali)… Be’, siete legittimati a ricorrere subito a qualsiasi gesto scaramantico.

(Federico Mombarone)

Centroedile apre quattro nuovi showroom a Milano

Centroedile apre quattro nuovi showroom

Centroedile parte in quarta aprendo quattro nuovi showroom a Milano e dintorni: Porta Genova, Lambrate, Agrate e Vimercate. L’azienda rafforza la sua presenza sul territorio e può ora contare su ben dodici filiali in tutta la Lombardia.

Centroedile offre tutto per la casa forte di un’assistenza al cliente esperta, un’ampia gamma di scelta e un netwrok commerciale capace di soddisfare professionisti, imprese e pubblico generalista. Andando in ciascuno dei quattro nuovi showroom si potranno acquistare prodotti di qualità e soluzioni di tendenza per la casa.

Il personale altamente specializzato, sempre a disposizione del cliente, è un fiore all’occhiello di Centredile: gli addetti accompagnano il cliente nel mondo di pavimenti e rivestimenti, fornitura e posa, arredo bagno, box doccia e wellness, sanitari e rubinetteria. Il tutto, come sempre, all’insegna del miglior prezzo.

Centroedile apre quattro nuovi showroom
Centroedile apre quattro nuovi showroom